Autore Topic: A noi la parola?  (Letto 1624 volte)

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Offline in vino veritas

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A noi la parola?
« il: Marzo 06, 2012, 18:32:42 pm »

A Noi la Festa, a Voi la Parola
by Il corpo delle donne on mar 5, 2012 • 10:29 37 commenti

Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.

Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.

Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
Come posta un lettore, Claudio Losio, sul blog Il Corpo delle Donne, commentando la vicenda della ragazza stuprata da un militare a L’Aquila, “il quadro che ne esce ci riporta indietro di 30 anni, al documentario di Tina Lagostena Bassi sul processo per stupro. La giovane studentessa dell’Aquila è nostra figlia, dobbiamo trovare il modo di sostenerla e proteggerla”.

“I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.

E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini.
E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.

Sarebbe bello.


Offline Italiano

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Re: A noi la parola?
« Risposta #1 il: Marzo 06, 2012, 18:35:40 pm »
I DON'T CARE!

Niente di tutto ciò è un mio problema, in quanto uomo mi avvantaggia!
Vedetevela voi!

Offline poisonmind

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Re: A noi la parola?
« Risposta #2 il: Marzo 06, 2012, 18:53:15 pm »

il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere

l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.

“I care”: è un mio problema di uomo lo sfruttamento commerciale e mediatico della bellezza femminile, che indebolisce le donne inchiodandole a stereotipi umilianti.

E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.

E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini.
E serve anche il mio impegno perché le cose cambino.

Sarebbe bello.

Solo i posti di potere interessano?
Solo li le quote a qualunque costo (anche a costo di restare con la vagina al vento in nome della femminocrazia?)
Decidetevi se siamo mammoni dipendenti incapaci di fare qualcosa senza di voi donne o dominatori fallocrati bruti ed oppressori...
Si, è un mio problema che, come ammesso da alcune di voi donne, il corpo femminile viene usato DALLE DONNE per ottenere denaro, lavoro, favori di qualunque tipo; l'umiliazione e nostra!
La distruzione dello stato sociale e del welfare va di pari passo a quella della famiglia, le due cose sono interconnesse e, se permettono le nostre "care donne", quà le quote rosa ce le metto io di diritto e ben oltre il 50%!
Dobbiamo farci più in la? Lascio ben volentieri le quote rosa nelle carceri, sotto i ponti, alla caritas, ecc... a discapito di noi uomini... GRAZIE SAREBBE ORA!
Il mio impegno é nel non ascoltare le panzane femministe, tendenti ad impossessarsi con le maniere "forti" di ciò che non riescono ad ottenere a ragion veduta.
Memento Audere Semper (Gabriele D'Annunzio)

Offline doppler effect

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Re: A noi la parola?
« Risposta #3 il: Marzo 09, 2012, 19:08:08 pm »
1) E’ un mio problema che l’agenda politica e quella economica siano decise quasi esclusivamente da vecchi maschi che bloccano qualunque innovazione per il loro vantaggio personale.
2) E’ un mio problema la mancanza di welfare e di servizi, freno all’occupazione femminile e allo sviluppo.
3) E’ un mio problema l’eccesso maschile che sta danneggiando tutti, donne e uomini.

A parte il primo punto, gli altri due non sono veri.

Apro una parentesi: gli articoli femministi contengono sempre una percentuale di verità, i migliori inganni non si ottengono mai con il 100% di falsità, è necessario mescolare elementi di verità con elementi di falsità per riuscire a plagiare con arte.

Secondo punto falso: il welfare pubblico è composto prevalentemente da donne, circa l'80%, basta farsi un giro intorno agli uffici. Per lo più lavori improduttivi, spesso rappresentano lavori di burocrazia che rallentano e ostacolano chi ha intenzione di lavorare sul serio. Sono molti gli imprenditori sfiduciati dai costi e dalle perdite di tempo per fare quello che gli necessita. Senza contare il costo che ricade su chi lavora per mantenere questi stipendifici.
Le femministe dicono questa frase perchè vorrebbero schiaffare 15 milioni di donne (tutte quelle in età produttiva) dentro uffici con zero responsabilità, belle al calduccio che possono timbrare e poi vanno a fare shopping o altro.

Terzo punto falso: gli uomini anche se in maggioranza pensano ai cittadini cioè a tutti, al contrario delle donne che pensano solo al loro genere e tralasciano quasi completamente l'altro. Basta sentirle parlare in televisione, parlano solo di se stesse; sentire donne di politica che anzichè discutere di problemi della società, parlano quasi esclusivamente dei diritti di un solo genere è alquanto vergognoso. Io non ho mai visto e sentito in vita mia un gruppo di uomini che parlano esclusivamente dei diritti del loro genere, mai.
La donna è troppo autoreferenziale, una eventuale maggioranza al potere porterebbe ancora più danni di quelli attuali.

Offline Guit

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Re: A noi la parola?
« Risposta #4 il: Marzo 09, 2012, 21:11:52 pm »
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Sarebbe bello che per questo Ottomarzo le cose andassero un po’ diversamente.

Che per una volta non toccasse alle donne elencare di tutti i guai causati a questo Paese da un’irriducibile “questione maschile”: il monopolio, come lo chiama Chiara Saraceno, dei posti di potere, l’applicazione di cospicue quote non scritte (tra l’85 e il cento per cento) a favore degli uomini.

Sarebbe interessante che stavolta fossero i nostri colleghi giornalisti, opinionisti e blogger, a dire “I care”.
A scrivere: la violenza e il femminicidio sono un mio problema, e rivelano l’incapacità della sessualità maschile di liberarsi dalla tentazione del dominio.
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Sono sessant'anni che lo fanno. Come sarebbe a dire stavolta?

Se c'è una cosa che gli uomini non hanno mai fatto negli ultimi sessant'anni è parlare una volta, dico solo una, in proprio nome e per i propri interessi.

Mai. Trovatemi un politico che negli ultimi sessant'anni abbia avuto il coraggio di dire che l'incendio nella fabbrica dove morirono bruciate donne uccise dal padrone, metafora di colpevolezza connaturata nel sesso maschile, non è mai successo. Ditemi chi l'ha fatto.

Perché immagino, sennò mi cadono le braccia, che voi lo sappiate che da decenni ci raccontate una cosa storicamente mai accaduta per farci sentire in colpa di essere maschi. Lo sapete o no?




Take the red pill

Offline Guit

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Re: A noi la parola?
« Risposta #5 il: Marzo 09, 2012, 21:37:08 pm »
E comunque "questione maschile" siamo noi. Non voi.

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