Autore Topic: La Caporetto dei cattolici: per metà dei praticanti l’aborto è “un diritto"  (Letto 681 volte)

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Offline Vicus

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Massimo affonderà i denti ma la verità non si può tacere:

E’ la fede dei cattolici come l’araba fenice: che vi sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa. Ce la caviamo con la perifrasi di un verso di Pietro Metastasio, prendendo atto di un ampio sondaggio realizzato tra gli italiani che si dichiarano cattolici dal mensile Il Timone. La minoranza che va ancora a Messa non si confessa quasi mai, ignora cosa siano eucaristia e peccato, approva aborto, contraccezione e matrimonio omosessuale. Sui fondamenti regna il caos: così conclude la sconfortata copertina del giornale.

(di Roberto Pecchioli) #ideeazione https://telegra.ph/La-Caporetto-dei-cattolici-08-11

La Caporetto dei cattolici

Preoccupante davvero anche per chi è un semplice osservatore credente delle cose di chiesa. La Caporetto della fede e dei tramontati “principi non negoziabili” è impressionante, tenuto conto che le idee rilevate non riguardano i semplici battezzati, ma i praticanti, coloro che partecipano ai riti, ricevono i sacramenti, appartengono alla galassia associativa e culturale chiamata mondo cattolico [ora mi è finalmente chiaro perché succedono certe cose]. I cui membri – ma forse si tratta di quelli che il cardinale Biffi definiva “praticanti non credenti”- pensano più o meno come la cultura dominante antireligiosa. Impressiona lo scarto tra la dottrina di sempre e le condotte concrete. Fa sorridere il confronto con quanto Gesù disse ai discepoli: non siete del mondo ma vi ho scelto io dal mondo. La città dell’uomo non assomiglia più alla città di Dio. Lo stesso riferimento a un creatore sembra allontanarsi dalla sensibilità dei “fedeli”- a che cosa?- e Gesù Cristo troppo spesso è una scusa per parlare d’altro.

Le recenti Giornate Mondiali della Gioventù di Lisbona ne sono state un esempio. Paroloni, canti, ambientalismo, ecoansia: il cattolicesimo ridotto a corrente green che riflette sulla Madre Terra ma non sul Padre Eterno. Il prelato portoghese organizzatore assicura di non “voler fare proselitismo” :blink: ; quando credevano in Dio lo chiamavano apostolato, ma così suona la campana a morto anche per l’organizzazione, l’edificio concreto, mondano della Chiesa. Senza proseliti si chiude bottega, salta la “persistenza degli aggregati” (V. Pareto), la tendenza umana a conservare le organizzazioni.

Segni dei tempi; viene da voglia di chiuderla lì: fatti loro. Invece no, poiché dello spirito italiano, delle idee, dei costumi, del modo di essere della nostra gente il cattolicesimo è stato il massimo ispiratore, nel bene e nel male. Il crollo è verticale ma non stupisce affatto. A Lisbona le ostie consacrate per l’eucaristia sono state abbandonate in casse di plastica. Per chi non conosce i fondamenti della dottrina, quelle ostie, consacrate dal sacerdote, sono il corpo e il sangue di Gesù Cristo. O almeno, lo sarebbero se i praticanti ne conoscessero il significato. Secondo il sondaggio, metà dei cattolici ritiene che si tratti unicamente di un simbolo e un altro quindici per cento le considera “ una particolare ostia che ricorda il pane dell’ultima cena”. Meno di un terzo è convinto che siano “ il reale corpo di Cristo” [frutti del rito moderno inquinato da elementi prtestanti?].

Diventa difficile capire in che cosa credano, nell’anno del Signore 2023, i cattolici italiani, se non sanno che cosa è l’eucaristia e se un dieci per cento pensa che Gesù sia stato solo un uomo ispirato da Dio o addirittura un mito. La pensano su quasi tutto come vuole il pensiero dominante irreligioso, tanto che riesce difficile definire la nozione stessa di cattolico. Il Timone interroga numerosi sacerdoti e teologi, le cui risposte sono deludenti, involute, incomprensibili a chi non abbia dimestichezza con il “clericalese”, la lingua di legno dei preti. Uno chiede di “ripartire dall’incontro”, un altro, rassegnato, propone di non preoccuparsi della fede degli altri, ma della propria, toccando, senza saperlo, il nervo scoperto, indicibile: la crisi vera, il dramma è la perdita della fede. Il tradimento dei chierici, uno solo dei quali mette il dito nella piaga: “ ci vuole una Chiesa che vada contro il pensiero dominante senza temere che ci vengano tolti dei privilegi, perché tanto ci verranno tolti comunque”.

E’ proprio così: la mentalità moderna non fa prigionieri, è un virus letale che ha infettato la nave di Pietro e i suoi reggitori. Lo intuì Paolo VI quando disse – nel 1972- che “da qualche fessura è penetrato dalla Chiesa il fumo di Satana.” Non di fenditure si trattava, ma di portoni spalancati, come sperimentò nell’accoglienza durissima riservata da molti settori ecclesiali alla Humanae Vitae, l’enciclica che ribadiva dopo il concilio la dottrina - deposito della fede- relativa all’etica familiare e alla procreazione.

Le prese di posizione di allora di teologi, preti e intellettuali sono venute a maturazione. I cattolici- e i loro pastori- hanno adottato il pensiero materialista e relativista. Inseguire il mondo sul suo terreno non porta da nessuna parte, se non a svuotare chiese e seminari e chiamare proselitismo la trasmissione della fede e della dottrina due volte millenaria. La gente sceglierà sempre l’originale alla (brutta) copia, ponendo la domanda fatidica: se non ci credono loro, perché dovrei crederci io? Oppure seguirà la corrente, si trascinerà la domenica in chiesa senza credere una parola di omelie stanche da cui è assente la parola Dio e vivrà come le viene più comodo.

Bergoglio parla di chiesa in uscita: vero, esce da se stessa per infilarsi nel vicolo cieco cercando un ruolo, una poltroncina di ultima fila nel grande spettacolo della postmodernità. Che avesse ragione Thomas Stearns Eliot nei Cori della Rocca a chiedersi se è il popolo ad aver abbandonato la Chiesa, o è la Chiesa ad avere abbandonato la sua gente? Ci vogliono meno chiese e più osterie, esclama un suo personaggio : l’obiettivo è raggiunto. La pandemia ha visto templi sbarrati e igienizzante al posto dell’acqua santa. Perché proprio io devo vivere come dicono i preti, se gli esempi che danno, nell’etica personale, nella vita intima, nella ricerca dei beni mondani, sono quelli che la cronaca mostra con sconcertante frequenza?

Non possiamo stupirci se i cattolici pensano come gli atei e gli indifferenti: il 44 per cento ritiene l’aborto un diritto – non una scelta o una possibilità, proprio un diritto- approva al 42 per cento le nozze omosessuali e il 18 per cento è indifferente. Persino la pratica dell’utero in affitto ha circa un quarto di sostenitori cattolici, unito a un robusto quindici per cento che non si pronuncia. Divorzio e contraccezione sono accolti a larghissima maggioranza. I principi non negoziabili difesi da papa Benedetto XVI sono saltati nel cuore di chi dichiara cattolico. Una disfatta etica, prova della crisi drammatica della fede, mitigata, in parte, dal fatto che i credenti continuano a credere nell’esistenza del diavolo ( il male) e dell’inferno. Viene da domandarsi in che cosa consista oggi la cattolicità, svuotata di contenuto etico e quale sia, per i credenti, il “kerigma”, il nucleo della fede che affermano di praticare.

Una prova dell’eclissi della fede sono state le recenti Giornate Mondiali della Gioventù. Ridicolo il titolo di Vatican News, agenzia di stampa ufficiale: nessun accenno alla valenza spirituale dell’evento, sottolineatura sul fatto che Bergoglio avrebbe raggiunto Lisbona su un aereo a “ zero emissioni CO2”. Falso in quanto impossibile. Hanno discettato di ambiente e di salvaguardia del pianeta, per nulla di famiglia e di apertura all’accoglienza dei figli. L’impressione è che per molti partecipanti le GMG siano state soprattutto una bella vacanza, un modo per incontrare persone e fare esperienze. Giusto, ma qual è la differenza con altri raduni giovanili, quale la specificità cattolica, quali i principi veicolati, al di là di un generico umanitarismo o della richiesta ingenua di un “mondo migliore”, magari perché meno inquinato?

Possibile che la chiesa non abbia nulla da dire su temi come la disponibilità della vita umana, sulla scienza e la tecnica “ superumana, pensata come dominio e controllo totale su masse di individui ridotti a cavie” (E. Capozzi), sul biopotere che è radicale negazione dell’idea cristiana di sacralità dell’essere umano? Il fatto è che bisogna crederci e i credenti sono disorientati sino a imboccare il sentiero del nemico. Senza il soccorso della dottrina, la fede diventa esile, diafana. I “nuovi cattolici” dicono con sorriso stereotipato e ottimismo insensato che occorre privilegiare la “ profezia” sul deposito della fede, ovvero inseguire il mondo. Mezzo secolo di sconfitte hanno condotto all’irrilevanza e al trasbordo verso i principi altrui, come mostra il sondaggio del Timone.

Un terzo dei cattolici non obietta neppure sull’adozione a coppie omosessuali e un quarto non vede problemi nell’utero in affitto, unito all’incredibile quindici per cento di disinteressati a questi temi. Ci vogliono ortodossi come i due Alexsandr, Dugin e Solzhenitsyn, per riconoscere che la contemporaneità occidentale è nemica di Dio e dello spirito.

L’unica voce davvero potente a commento del dirompente sondaggio è il vescovo Giampaolo Crepaldi, che parla di “fede liquida”, di accettazione della secolarizzazione, di rimozione della legge naturale dall’orizzonte cattolico, in sintonia con Benedetto XVI che denunciava il “collasso della teologia morale cattolica”. Quella rimozione ha eliminato la nozione di diritto naturale e di legge morale naturale., facendo perdere l’idea che sia possibile conoscere la natura e l’ordine dei principi etici. All’obiezione che la fede non è un’etica, Crepaldi risponde che il cristianesimo “ ha “ un’etica. Il problema- immenso- è che non viene più trasmessa, insegnata, rivendicata, con le conseguenze che vediamo. Per giudicare la realtà occorrono i criteri, ma la chiesa non è più capace di fornirli.

La nostra conclusione – che Crepaldi non può condividere per dovere d’ufficio – è che i pastori non credono più nell’etica e dei principi cattolici. Perduti i criteri di giudizio, le persone sono privati del discernimento finendo per accettare l’inaccettabile. Per di più, legioni di spericolati “novatori”, “ anziché confermare i fedeli nella verità, seminano il dubbio, creano incertezze e disorientamento”. Il richiamo al dialogo diventa un alibi a giustificazione dell’inazione, del silenzio o dell’acquiescenza. Davanti a leggi ingiuste, a principi morali invertiti non ci si può limitare alla discussione, poiché “ la moralità non si fonda sull’esito di un dibattito pubblico”.

La religione chiama all’eterno, non al contingente: non può cambiare opinione su tutto o contraddire l’insegnamento di sempre. Disorientare significa gettare il popolo di Dio in braccia ai suoi nemici. L’inferno, disse una volta Bergoglio, è vuoto, per la misericordia di Dio. Se così fosse, non avrebbe senso distinguere il bene dal male. E’ ciò che sta accadendo ai credenti, per colpa di pastori che abbandonano ai lupi o sottovalutano la gigantesca portata delle sfide antropologiche, esistenziali, etiche, spirituali in atto.

Hanno compiuto, mezzo secolo fa, la scelta antropologica”. Allora difendano l’uomo: dai pessimi maestri, dal male capovolto in bene, da se stesso. Altrimenti avrà avuto risposta la domanda di Gesù stesso nel Vangelo di Luca : “ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? E’ la notte di san Lorenzo dei cattolici, quella delle stelle cadenti.

https://www.maurizioblondet.it/il-trionfo-del-concilio-meta-dei-praticanti-definiscono-laborto-un-diritto/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Paol

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Il cristianesimo, sta facendo la fine di certe lingue e dialetti, che piano piano si annacquano e alla fine restano solo poche parole nell'idioma che le ha soppiantate. E' necessario però capire le cause. A mio modo di vedere, nel Xmo ci sono lacune sostanziali.
Per quanto riguarda le statistiche, bisogna comunque vedere come erano state formulate le domande.
L'ottimo è nemico del bene....ma non c'è limite al peggio

Offline Vicus

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E' un collasso pilotato dall'interno con sinodi, conciliaboli e "spiriti del Concilio"
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Massimo

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Massimo affonderà i denti ma la verità non si può tacere:

E’ la fede dei cattolici come l’araba fenice: che vi sia ognun lo dice, dove sia nessun lo sa. Ce la caviamo con la perifrasi di un verso di Pietro Metastasio, prendendo atto di un ampio sondaggio realizzato tra gli italiani che si dichiarano cattolici dal mensile Il Timone. La minoranza che va ancora a Messa non si confessa quasi mai, ignora cosa siano eucaristia e peccato, approva aborto, contraccezione e matrimonio omosessuale. Sui fondamenti regna il caos: così conclude la sconfortata copertina del giornale.

(di Roberto Pecchioli) #ideeazione https://telegra.ph/La-Caporetto-dei-cattolici-08-11

La Caporetto dei cattolici

Preoccupante davvero anche per chi è un semplice osservatore credente delle cose di chiesa. La Caporetto della fede e dei tramontati “principi non negoziabili” è impressionante, tenuto conto che le idee rilevate non riguardano i semplici battezzati, ma i praticanti, coloro che partecipano ai riti, ricevono i sacramenti, appartengono alla galassia associativa e culturale chiamata mondo cattolico [ora mi è finalmente chiaro perché succedono certe cose]. I cui membri – ma forse si tratta di quelli che il cardinale Biffi definiva “praticanti non credenti”- pensano più o meno come la cultura dominante antireligiosa. Impressiona lo scarto tra la dottrina di sempre e le condotte concrete. Fa sorridere il confronto con quanto Gesù disse ai discepoli: non siete del mondo ma vi ho scelto io dal mondo. La città dell’uomo non assomiglia più alla città di Dio. Lo stesso riferimento a un creatore sembra allontanarsi dalla sensibilità dei “fedeli”- a che cosa?- e Gesù Cristo troppo spesso è una scusa per parlare d’altro.

Le recenti Giornate Mondiali della Gioventù di Lisbona ne sono state un esempio. Paroloni, canti, ambientalismo, ecoansia: il cattolicesimo ridotto a corrente green che riflette sulla Madre Terra ma non sul Padre Eterno. Il prelato portoghese organizzatore assicura di non “voler fare proselitismo” :blink: ; quando credevano in Dio lo chiamavano apostolato, ma così suona la campana a morto anche per l’organizzazione, l’edificio concreto, mondano della Chiesa. Senza proseliti si chiude bottega, salta la “persistenza degli aggregati” (V. Pareto), la tendenza umana a conservare le organizzazioni.

Segni dei tempi; viene da voglia di chiuderla lì: fatti loro. Invece no, poiché dello spirito italiano, delle idee, dei costumi, del modo di essere della nostra gente il cattolicesimo è stato il massimo ispiratore, nel bene e nel male. Il crollo è verticale ma non stupisce affatto. A Lisbona le ostie consacrate per l’eucaristia sono state abbandonate in casse di plastica. Per chi non conosce i fondamenti della dottrina, quelle ostie, consacrate dal sacerdote, sono il corpo e il sangue di Gesù Cristo. O almeno, lo sarebbero se i praticanti ne conoscessero il significato. Secondo il sondaggio, metà dei cattolici ritiene che si tratti unicamente di un simbolo e un altro quindici per cento le considera “ una particolare ostia che ricorda il pane dell’ultima cena”. Meno di un terzo è convinto che siano “ il reale corpo di Cristo” [frutti del rito moderno inquinato da elementi prtestanti?].

Diventa difficile capire in che cosa credano, nell’anno del Signore 2023, i cattolici italiani, se non sanno che cosa è l’eucaristia e se un dieci per cento pensa che Gesù sia stato solo un uomo ispirato da Dio o addirittura un mito. La pensano su quasi tutto come vuole il pensiero dominante irreligioso, tanto che riesce difficile definire la nozione stessa di cattolico. Il Timone interroga numerosi sacerdoti e teologi, le cui risposte sono deludenti, involute, incomprensibili a chi non abbia dimestichezza con il “clericalese”, la lingua di legno dei preti. Uno chiede di “ripartire dall’incontro”, un altro, rassegnato, propone di non preoccuparsi della fede degli altri, ma della propria, toccando, senza saperlo, il nervo scoperto, indicibile: la crisi vera, il dramma è la perdita della fede. Il tradimento dei chierici, uno solo dei quali mette il dito nella piaga: “ ci vuole una Chiesa che vada contro il pensiero dominante senza temere che ci vengano tolti dei privilegi, perché tanto ci verranno tolti comunque”.

E’ proprio così: la mentalità moderna non fa prigionieri, è un virus letale che ha infettato la nave di Pietro e i suoi reggitori. Lo intuì Paolo VI quando disse – nel 1972- che “da qualche fessura è penetrato dalla Chiesa il fumo di Satana.” Non di fenditure si trattava, ma di portoni spalancati, come sperimentò nell’accoglienza durissima riservata da molti settori ecclesiali alla Humanae Vitae, l’enciclica che ribadiva dopo il concilio la dottrina - deposito della fede- relativa all’etica familiare e alla procreazione.

Le prese di posizione di allora di teologi, preti e intellettuali sono venute a maturazione. I cattolici- e i loro pastori- hanno adottato il pensiero materialista e relativista. Inseguire il mondo sul suo terreno non porta da nessuna parte, se non a svuotare chiese e seminari e chiamare proselitismo la trasmissione della fede e della dottrina due volte millenaria. La gente sceglierà sempre l’originale alla (brutta) copia, ponendo la domanda fatidica: se non ci credono loro, perché dovrei crederci io? Oppure seguirà la corrente, si trascinerà la domenica in chiesa senza credere una parola di omelie stanche da cui è assente la parola Dio e vivrà come le viene più comodo.

Bergoglio parla di chiesa in uscita: vero, esce da se stessa per infilarsi nel vicolo cieco cercando un ruolo, una poltroncina di ultima fila nel grande spettacolo della postmodernità. Che avesse ragione Thomas Stearns Eliot nei Cori della Rocca a chiedersi se è il popolo ad aver abbandonato la Chiesa, o è la Chiesa ad avere abbandonato la sua gente? Ci vogliono meno chiese e più osterie, esclama un suo personaggio : l’obiettivo è raggiunto. La pandemia ha visto templi sbarrati e igienizzante al posto dell’acqua santa. Perché proprio io devo vivere come dicono i preti, se gli esempi che danno, nell’etica personale, nella vita intima, nella ricerca dei beni mondani, sono quelli che la cronaca mostra con sconcertante frequenza?

Non possiamo stupirci se i cattolici pensano come gli atei e gli indifferenti: il 44 per cento ritiene l’aborto un diritto – non una scelta o una possibilità, proprio un diritto- approva al 42 per cento le nozze omosessuali e il 18 per cento è indifferente. Persino la pratica dell’utero in affitto ha circa un quarto di sostenitori cattolici, unito a un robusto quindici per cento che non si pronuncia. Divorzio e contraccezione sono accolti a larghissima maggioranza. I principi non negoziabili difesi da papa Benedetto XVI sono saltati nel cuore di chi dichiara cattolico. Una disfatta etica, prova della crisi drammatica della fede, mitigata, in parte, dal fatto che i credenti continuano a credere nell’esistenza del diavolo ( il male) e dell’inferno. Viene da domandarsi in che cosa consista oggi la cattolicità, svuotata di contenuto etico e quale sia, per i credenti, il “kerigma”, il nucleo della fede che affermano di praticare.

Una prova dell’eclissi della fede sono state le recenti Giornate Mondiali della Gioventù. Ridicolo il titolo di Vatican News, agenzia di stampa ufficiale: nessun accenno alla valenza spirituale dell’evento, sottolineatura sul fatto che Bergoglio avrebbe raggiunto Lisbona su un aereo a “ zero emissioni CO2”. Falso in quanto impossibile. Hanno discettato di ambiente e di salvaguardia del pianeta, per nulla di famiglia e di apertura all’accoglienza dei figli. L’impressione è che per molti partecipanti le GMG siano state soprattutto una bella vacanza, un modo per incontrare persone e fare esperienze. Giusto, ma qual è la differenza con altri raduni giovanili, quale la specificità cattolica, quali i principi veicolati, al di là di un generico umanitarismo o della richiesta ingenua di un “mondo migliore”, magari perché meno inquinato?

Possibile che la chiesa non abbia nulla da dire su temi come la disponibilità della vita umana, sulla scienza e la tecnica “ superumana, pensata come dominio e controllo totale su masse di individui ridotti a cavie” (E. Capozzi), sul biopotere che è radicale negazione dell’idea cristiana di sacralità dell’essere umano? Il fatto è che bisogna crederci e i credenti sono disorientati sino a imboccare il sentiero del nemico. Senza il soccorso della dottrina, la fede diventa esile, diafana. I “nuovi cattolici” dicono con sorriso stereotipato e ottimismo insensato che occorre privilegiare la “ profezia” sul deposito della fede, ovvero inseguire il mondo. Mezzo secolo di sconfitte hanno condotto all’irrilevanza e al trasbordo verso i principi altrui, come mostra il sondaggio del Timone.

Un terzo dei cattolici non obietta neppure sull’adozione a coppie omosessuali e un quarto non vede problemi nell’utero in affitto, unito all’incredibile quindici per cento di disinteressati a questi temi. Ci vogliono ortodossi come i due Alexsandr, Dugin e Solzhenitsyn, per riconoscere che la contemporaneità occidentale è nemica di Dio e dello spirito.

L’unica voce davvero potente a commento del dirompente sondaggio è il vescovo Giampaolo Crepaldi, che parla di “fede liquida”, di accettazione della secolarizzazione, di rimozione della legge naturale dall’orizzonte cattolico, in sintonia con Benedetto XVI che denunciava il “collasso della teologia morale cattolica”. Quella rimozione ha eliminato la nozione di diritto naturale e di legge morale naturale., facendo perdere l’idea che sia possibile conoscere la natura e l’ordine dei principi etici. All’obiezione che la fede non è un’etica, Crepaldi risponde che il cristianesimo “ ha “ un’etica. Il problema- immenso- è che non viene più trasmessa, insegnata, rivendicata, con le conseguenze che vediamo. Per giudicare la realtà occorrono i criteri, ma la chiesa non è più capace di fornirli.

La nostra conclusione – che Crepaldi non può condividere per dovere d’ufficio – è che i pastori non credono più nell’etica e dei principi cattolici. Perduti i criteri di giudizio, le persone sono privati del discernimento finendo per accettare l’inaccettabile. Per di più, legioni di spericolati “novatori”, “ anziché confermare i fedeli nella verità, seminano il dubbio, creano incertezze e disorientamento”. Il richiamo al dialogo diventa un alibi a giustificazione dell’inazione, del silenzio o dell’acquiescenza. Davanti a leggi ingiuste, a principi morali invertiti non ci si può limitare alla discussione, poiché “ la moralità non si fonda sull’esito di un dibattito pubblico”.

La religione chiama all’eterno, non al contingente: non può cambiare opinione su tutto o contraddire l’insegnamento di sempre. Disorientare significa gettare il popolo di Dio in braccia ai suoi nemici. L’inferno, disse una volta Bergoglio, è vuoto, per la misericordia di Dio. Se così fosse, non avrebbe senso distinguere il bene dal male. E’ ciò che sta accadendo ai credenti, per colpa di pastori che abbandonano ai lupi o sottovalutano la gigantesca portata delle sfide antropologiche, esistenziali, etiche, spirituali in atto.

Hanno compiuto, mezzo secolo fa, la scelta antropologica”. Allora difendano l’uomo: dai pessimi maestri, dal male capovolto in bene, da se stesso. Altrimenti avrà avuto risposta la domanda di Gesù stesso nel Vangelo di Luca : “ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra? E’ la notte di san Lorenzo dei cattolici, quella delle stelle cadenti.

https://www.maurizioblondet.it/il-trionfo-del-concilio-meta-dei-praticanti-definiscono-laborto-un-diritto/

Caro Vicus, a dire il vero non ho affatto voglia di affondare i denti su quello che è diventato, a tutti gli effetti, un vero cadavere, cioè la Chiesa e il mondo cattolico, ma devo correggerti ugualmente: quello che il cattolicesimo sta vivendo in questi tempi non è Caporetto e una retrocessione sulla linea del Piave sulla quale ci fu poi la vittoriosa resistenza della battaglia del Solstizio nel Giugno del 1918 e poi la battaglia risolutiva di Vittorio Veneto e la vittoria finale. No. Quello che la Chiesa sta vivendo è un 8 Settembre, cioè la resa a tutte le forze del mercato, della finanza e della tecnologia in mano ad un potere che, come aveva già capito Pasolini cinquant'anni fa, se la ride del Vangelo ed intende liquidare il cristianesimo, in quanto religione, non solo inutile, ma addirittura contraria al concetto dello sviluppo illimitato e senza fine, paragonabile all'invito che il Serpente fece ad Eva: "Voi siete dei: potete essere simili a Dio, e lo sarete, soltanto se mangiate questo frutto che Dio vi ha proibito di mangiare". Il capitalismo finanziario persegue l'eliminazione di ogni limitatezza come se l'uomo fosse appunto uguale a Dio, anzi Dio lui stesso e il Cattolicesimo, con i suoi paletti di ordine morale, va quindi spazzato via. Di fronte a questo potere che vuole l'annientamento del cattolicesimo, la Chiesa, invece di combattere, si comporta come Badoglio e il suo proclama che qui ti voglio parafrasare: " Il governo del Vaticano, nell'impossibilità di continuare l'inutile lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di rimandare il più possibile il proprio annientamento, ha chiesto di collaborare alla propria distruzione. La richiesta è stata accolta. Conseguentemente, ogni atto di ostilità ed ogni contestazione alla società aperta voluta da George Soros deve cessare da parte della Chiesa e del mondo cattolico in ogni luogo. E non si deve neppure reagire ad ogni atto ostile da qualsiasi parte provenga". La profezia di Pasolini, secondo la quale la Chiesa avrebbe collaborato alla propria distruzione, si adempie in questo periodo storico, si adempie nel presente. Oggi. Una società come quella attuale che si basa sul mercato, sul consumo, sullo scambio, che mercifica tutto, anche e soprattutto gli esseri umani, che fa dell'economia e della tecnologia i suoi punti di assoluto riferimento non crea valori e non è assolutamente in grado di crearne. Ma la Chiesa si è mostrata incapace di intercettare le reazioni e le controspinte a questo stato di cose. Invece di contrastare l'onda, l'ha cavalcata. Invece di porsi come alternativa a tale mondo nuovo ne è diventata parte, mondanizzandosi a sua volta. Questo calcolo si è rivelato sbagliato: il popolo cattolico è stato fagocitato dalla propaganda del pensiero unico divenendone vittima e succube, non avendo di fatto il clero cattolico opposto una contropropaganda. Per cui non c'è da meravigliarsi se oggi la maggioranza dei cattolici è favorevole all'aborto, al divorzio o allla convivenza tra persone dello stesso sesso o  addirittura lo pratica. Lo stesso concetto di peccato si è dissolto. E non si tratta solo di passività del laicato cattolico. Anche i sacerdoti fanno la loro parte nello sdoganamento di simili comportamenti. Ho letto che alla Murgia è stato celebrato un funerale cattolico. A che pro, se la Murgia aveva sempre espresso posizioni nettamente opposte alla dottrina e alla morale cattolica? Adesso facciamo i funerali in Chiesa anche agli atei? No, caro Vicus, quello a cui assistiamo non è uno sbandamento e neppure uno smarrimento del cattolicesimo. E' un vero e proprio suicidio pilotato al quale Bergoglio si compiace di impartire la sua autorevole apostolica benedizione. Pasolini ebbe, nella sua demoniaca intelligenza, il merito di averlo già previsto decenni prima. A tale proposito ti invio la sua intervista nella quale la profezia viene pronunciata con agghiacciante e lucida preveggenza. Ascoltala tutta quanta. Roba da far venire i brividi. A Ferragosto.

 

Offline Vicus

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Sono due secoli che la Chiesa viene infiltrata e corrotta e ne raccogliamo oggi i frutti. Il termine autodistruzione fu usato anche da Paolo VI. Una parte non trascurabile della Gerarchia si illude di poter conservare il proprio potere obbedendo alle potenze di questo mondo. Il potere acceca specialmente le anime ignoranti e mediocri, che in ogni ambito oggi sono elevate al sommo livello della loro incompetenza. La Chiesa in quanto composta da uomini non fa eccezione.
Però la Chiesa non coincide con edifici e strutture burocratiche. Come ha predetto Benedetto XVI (di felice memoria) essa sopravviverà in piccolissimi numeri, forse in altri continenti. Al parere di Pasolini si associa quello citato di Amerio e McLuhan:

La Chiesa in varie epoche è stata fatta da eremiti sparsi in capanne o baracche in terre remote e arretrate. Potrebbe facilmente tornare a essere così, e nell'epoca dell'elicottero non vedo perché la Chiesa dovrebbe avere istituzioni centralizzate. Così ognuna delle forme visibili della Chiesa potrebbe subire una trasformazione e una dissipazione totale, ma questo non avrebbe rilevanza per la realtà fondamentale e per la materialità della Chiesa rivelata e divina


« Ultima modifica: Agosto 13, 2023, 02:59:23 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Ma il ragionamento magistrale di Pasolini lo hai ascoltato tutto?

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Pasolini mostra i suoi limiti nel non andare oltre il trionfo della società dei consumi. Come molti all'epoca, credeva che la società del futuro sarebbe stata serenamente atea. Solo del Noce capì che l'autodistruzione sarebbe stata non della Chiesa, ma del mondo secolarizzato.
Anche l'impero romano declinò per inverno demografico (pandemie comprese) ed elefantiasi burocratica. La gente non credeva più a nulla ed era così degenerata che non procreava più; i cristiani invece avevano famiglie numerose, come accade anche oggi in gruppi ancora piccoli ma che saranno tutto quel che resterà della civiltà occidentale
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Pasolini mostra i suoi limiti nel non andare oltre il trionfo della società dei consumi. Come molti all'epoca, credeva che la società del futuro sarebbe stata serenamente atea. Solo del Noce capì che l'autodistruzione sarebbe stata non della Chiesa, ma del mondo secolarizzato.
Anche l'impero romano declinò per inverno demografico (pandemie comprese) ed elefantiasi burocratica. La gente non credeva più a nulla ed era così degenerata che non procreava più; i cristiani invece avevano famiglie numerose, come accade anche oggi in gruppi ancora piccoli ma che saranno tutto quel che resterà della civiltà occidentale

Mi sa che questa volta, caro Vicus, il collasso del cattolicesimo avverrà PRIMA del collasso della società e della civiltà dei consumi. Troppe forze si stanno impegnando seriamente per distruggerlo.

Offline Vicus

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Avverranno di pari passo, la società non sussiste senza spiritualità che è la sua spina dorsale
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Massimo

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Avverranno di pari passo, la società non sussiste senza spiritualità che è la sua spina dorsale

Collassare insieme alla società non mi pare una bella consolazione. Soprattutto quando credi (o ti illudi) che il Signore non lo permetterà!

Offline Vicus

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Il Signore non permetterà che la Chiesa sparisca dalla terra. Quanto alle nazioni compresa l'Italia, o ad altre religioni può benissimo succedere
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Il Signore non permetterà che la Chiesa sparisca dalla terra. Quanto alle nazioni compresa l'Italia, o ad altre religioni può benissimo succedere

Che l'Italia come nazione sparisca in breve tempo non vi è dubbio alcuno!

Offline Vicus

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Per sostituzione etnica e/o guerra
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Per sostituzione etnica e/o guerra

Oppure per suicidio nazionale.

Offline Vicus

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Esattamente, la gente non procrea più e ora è favorevole all'eutanasia, così si libera anche degli effetti avversi del vax
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.