Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 167198 volte)

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Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #285 il: Ottobre 04, 2018, 20:30:15 pm »
Hanno "quel qualcosa in più" contro chi...?
Se dovessero competere  contro uomini che saltano più in alto, son più rapidi ed esplosivi e "sparano" bordate a 134 km orari, cosa combinerebbero ?

«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #286 il: Ottobre 11, 2018, 19:20:35 pm »
http://www.sportmediaset.mediaset.it/altrimotori/motori-nasce-la-w-series-dal-2019-un-campionato-riservato-alle-donne_1240407-201802a.shtml

Citazione
Motori - Nasce la W Series, dal 2019 un campionato riservato alle donne
Sei appuntamenti previsti, le vetture saranno delle Tatuus di Formula 3
10/10/2018 Motori
Un campionato automobilistico per sole donne. Ora è ufficiale, nasce la W Series e prenderà il via nel maggio 2019. La nuova categoria vedrà in pista vetture tutte uguali, delle Tatuus di Formula 3 e si comporrà di sei appuntamenti, in Europa, della durata di 30 minuti. Tra i promotori di questo campionato David Coulthard, il cui obiettivo è quello di formare le ragazze per un possibile salto futuro in Formula 1.


W Series fornirà vetture identiche per 18-20 piloti: per partecipare al campionato sarà necessario superare una rigorosa preselezione. Verrà attivato un programma di test sulla pista, al simulatore oltre ad altre prove, anche fisiche. Chi supererà questa fase verrà poi "allenata" da un gruppo di esperti: David Coulthard, Adrian Newey, Dave Ryan, Matt Bishop. Si correrà sui circuiti più famosi d'Europa. La W Series avrà un montepremi complessivo da 1,5 milioni di dollari, con la vincitrice che incasserà 500mila dollari. L'iscrizione al campionato sarà gratuita.

We believe any woman with talent, passion and commitment should have a chance in motorsport. We’re here to create those chances and increase participation in a sport we love. #RethinkRacing pic.twitter.com/Ilhq0ZhfLL

— W Series (@WSeriesRacing) 10 ottobre 2018
IL CEO CATHERINE BOND MUIR: "CHIUNQUE ABBIA TALENTO DEVE AVERE UNA CHANCE"
"La nostra missione è importante: pensiamo che chiunque abbia talento, passione e impegno debba avere una chance nel motorsport. Questo campionato nasce per dare questa opportunità". È il Ceo della W Series Catherine Bond Muir a dare la linea riguardo alla nascita di questo nuovo campionato. "Guardando le statistiche, poche donne negli ultimi anni hanno guidato in categorie superiori alla Formula 4". David Coulthard ha spiegato bene i motivi dell'impegno per dare vita alla W Series: "Le ragazze tendono a raggiungere una sorta di 'soffitto di vetro' al livello della GP3 o della Formula 3, spesso più a causa della mancanza di fondi che non di talento. Ecco perché è necessario un campionato riservato esclusivamente alle donne, per creare un habitat competitivo e costruttivo in cui i piloti saranno in grado di dotarsi delle competenze necessarie per fare il passo successivo nelle categorie più importanti e confrontarsi alla pari con i loro rivali maschili". Coinvolto nel progetto anche Adrian Newey: "Sono convinto che ci siano poche donne nel motorsport non per incapacità ma per mancanza di opportunità".

You've heard our mission, now hear from some of the people behind #WSeries. We believe anyone with talent, passion and commitment should have a chance in motorsport. We're here to create those chances. #RethinkRacing pic.twitter.com/Bk2DiMKxJU

— W Series (@WSeriesRacing) 10 ottobre 2018



Come chiunque di voi può notare si tratta di un campionato... finanziato, organizzato, costruito, manutenzionato e condotto da sole donne.
Donne che non si sono assolutamente appoggiate alle infrastrutture create dagli uomini.
Ed infatti anche i motori sono stati progettati da ingegneresse.
Idem per le le gomme, i carburanti, le piste e tutto il resto.
Trattasi della famosa "marcia in più" femminile.
...
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #287 il: Ottobre 20, 2018, 09:59:43 am »
https://www.gazzetta.it/Volley/04-10-2018/volley-mondiale-femminile-italia-cina-3-1-300397540153.shtml

Dunque, in questi giorni si stanno disputando i mondiali femminili di pallavolo e puntuali come un orologio svizzero non potevano mancare i soliti commenti del menga, che definire senza senso è poco.
Un esempio:

Dunque, chiunque si intenda un po' di sport e non abbia la mente inquinata dal politicamente corretto femminista, sa che un quinto posto di una nazionale maschile tra gli uomini, vale più di un ipotetico (al momento) primo posto di una nazionale femminile tra le donne.
Il motivo è ovvio: la superiorità fisica degli uomini.

Viceversa le gare sarebbero miste anziché divise in base al sesso.
Nonostante ciò è quasi impossibile trovare qualcuno che non faccia i soliti ridicoli confronti tra i risultati della nazionale maschile e quelli della nazionale femminile.
Altro particolare da sottolineare: questi assurdi paragoni è molto più frequente che li facciano degli uomini piuttosto che delle donne.
Questo tanto per evidenziare come e quanto sono messi male tanti appartenenti al sesso maschile, i quali di fronte alle donne non capiscono più una beneamata mazza.

Sempre rimanendo alla questione delle nazionali di pallavolo: dal 1996 ad oggi la nazionale maschile è sempre salita sul podio olimpico - con la sola eccezione del 2008 - mentre quella femminile il suddetto podio lo ha sempre visto col binocolo.
Ovvero, non è mai salita sul podio olimpico.
Ebbene, posso assicurarvi che in questi casi è praticamente impossibile leggere o ascoltare certi ridicoli paragoni, nonché certe feroci critiche, nei confronti delle atlete.
Ed anche in questo caso i più "teneroni" sono soventemente degli uomini.


@@


Hanno "quel qualcosa in più" contro chi...?
Se dovessero competere  contro uomini che saltano più in alto, son più rapidi ed esplosivi e "sparano" bordate a 134 km orari, cosa combinerebbero ?


Se per ipotesi qualcuno obbligasse le atlete delle nazionali femminili a disputare dei tornei contro le nazionali maschili, questa gente come potrebbe continuare a fare certi ridicoli discorsi?
Son cose talmente banali che non dovrebbe esserci nemmeno bisogno di commentarle.
Eppure oggi bisogna cercare di spiegare che 2+2 fa quattro.




Prepariamoci, perché una eventuale vittoria della nazionale femminile di pallavolo contro le serbe, in realtà non sarà una vittoria contro un' altra squadra femminile, bensì una "vittoria" contro gli uomini del proprio Paese, che agli ultimi mondiali si sono classificati quinti.
https://www.oasport.it/2018/10/italia-stringiamoci-a-coorte-azzurre-fateci-sognare-battaglia-campale-con-la-serbia-serve-limpresa-per-vincere-i-mondiali/

Citazione
Italia, stringiamoci a coorte. Azzurre, fateci sognare: battaglia campale con la Serbia, serve l’impresa per vincere i Mondiali
20 ottobre 2018  08:40   Stefano Villa
esultanza-italia-volley-giappone.jpg


L’Italia si stringe a coorte, pronta a tifare nella speranza di poter festeggiare, viviamo con il sogno di salire sul tetto del Pianeta, con l’auspicio che questo sabato 20 ottobre entri nella storia della pallavolo come un giorno lieto e che non si dimentichi mai più. L’attesa si fa spasmodica, un Paese intero non vede l’ora di sostenere le proprie beniamine, la volley mania è scoppiata all’impazzata negli ultimi giorni seguendo passo dopo passo la cavalcata della Nazionale che contro ogni pronostico della vigilia si è guadagnata l’accesso alla Finale dei Mondiali 2018 di volley femminile.

Ci stringeremo tutti davanti a un televisore, non solo i grandi appassionati ma anche chi si è avvicinato a questo sport durante questi due mesi, prima con gli uomini e poi con le ragazze. Il sestetto guidato dal CT Davide Mazzanti vuole confezionare un’impresa monumentale contro la Serbia, un’autentica corazzata che ha vinto gli ultimi Europei e l’argento alle Olimpiadi di Rio 2016: servirà il numero da leggenda per consacrarsi, per sovvertire i pronostici della vigilia e per fare suonare l’Inno di Mameli a Yokohama (Giappone), teatro dell’atto conclusivo di una rassegna iridata in cui abbiamo fatto vedere tutte le nostre potenzialità.

L’Italia del futuro è nata qui, 23 anni di media e tanta grinta, grande tecnica e ampi margini di miglioramento, gruppo eccezionale e amalgama perfetta. Dieci vittorie consecutive prima del ko contro la Serbia nella terza fase, poi la semifinale contro la Cina vinta al tie-break e ora la possibilità di sfidare la corazzata slava in quella che sarà la sesta Finale per la pallavolo italiana: tre vinte consecutivamente al maschile (1990-1998) e quella trionfale al femminile nel 2002, l’unica persa risale al 1978 quando il Gabbiano d’Argento si spense contro l’URSS.

Paola Egonu e Miriam Sylla emblema di una nuova Italia multirazziale, Ofelia Malinov figlia di genitori bulgari, Cristina Chirichella la capitana più giovane di sempre affiancata da Anna Danesi, l’esperienza di due veterane di lusso come Lucia Bosetti e Monica De Gennaro: alle loro spalle tutta l’Italia che a pranzo si fermerà per trascinare la Nazionale dei sogni e delle magie, si cercherà un difficile assalto all’oro. Non fermiamoci sul più bello.


Per inciso: dietro una grande squadra femminile c'è (quasi) sempre un uomo.

Citazione
Il sestetto guidato dal CT Davide Mazzanti
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Offline Duca

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #288 il: Ottobre 20, 2018, 13:10:18 pm »
A questo punto forza Serbia!
  :cool:

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #289 il: Ottobre 20, 2018, 18:39:12 pm »
A questo punto forza Serbia!
  :cool:


Che ha vinto...
Tuttavia, sul web c'è già chi ha affermato che le atlete della pallavolo vinceranno sicuramente* le Olimpiadi a Tokyo, nel 2020...
Trattasi anzitutto di uomini.

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* L'unica cosa certa in vita è la morte.
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Offline Sardus_Pater

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #290 il: Ottobre 20, 2018, 19:24:19 pm »
Al di là del risultato, le serbe si son dimostrate più cattive e hanno meritato la vittoria. Non che le azzurre abbiano giocato male, anzi, ma le serbe son di tutt'altra scuola.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #291 il: Ottobre 20, 2018, 19:29:11 pm »
Siccome la pallavolo è lo sport più praticato dalle femmine italiane (come il calcio è quello più praticato dai maschi italiani), sul web si trovano un mare di commenti riguardo alla nazionale femminile italiana sconfitta dalle serbe; consequenzialmente è frequente leggere i soliti "paragoni indiretti" con gli uomini italiani della pallavolo.
Un esempio.

Citazione
Ma siamo seconde al mondo... Non dice nulla questo? Io sono fiera di queste ragazze come se fossi la loro madre. Hanno dato quello che potevano e con grande cuore senza superbia o presunzione cosa che forse è mancata ai maschietti. E hanno fatto spettacolo facendoci vedere partite bellissime. Ma i voli della Egonou o le impresa della Bosetti alta quanto un pulcino in quella rosa di giganti (per fare solo due esempi) non sono rimasti impressi a nessuno?


... i "maschietti".

Quando si tratta di queste cose, gli uomini son veramente l'ossessione delle donne, nonché il "termine di paragone".
State pur certi che al contrario nessun atleta maschio si mette (e si metterà) a fare paragoni del genere con la controparte femminile, un po' per "cavalleria", ma soprattutto perché il termine di paragone di un atleta di sesso maschile è l' "altro maschio" e non la femmina.
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #292 il: Ottobre 20, 2018, 19:58:50 pm »
Comunque, almeno per ora, non leggeremo nuovamente titoloni del tipo:
"Il volley è donna", "Potere rosa", "Il mondiale è donna", "Lo sport è donna", "Donne sesso forte: battuti i maschietti", :doh: "Evviva le donne", * etc etc...


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*
https://www.corriere.it/Primo_Piano/Sport/2011/06/09/pop_donne.shtml



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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #293 il: Ottobre 20, 2018, 21:20:43 pm »
A me la pallavolo ha sempre fatto cagare, ma devo dire non solo a me perché ai miei tempi quando a scuola nell'ora di ginnastica (che giustamente facevamo separati dalle femmine) il prof. ci faceva giocare a pallavolo eravamo tutti incazzati perché in realtà per noi non era uno vero e proprio sport ma un gioco da ragazze... ma non eravamo certo come i giovani maschi di oggi che sono quasi tutti delle mezze checche.
Comunque per fortuna hanno vinto le serbe, ché altrimenti i media ci avrebbero fracassato i maroni per una vita con la storia del mondiale che è donna.  :lol:

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #294 il: Ottobre 22, 2018, 02:34:05 am »
A me la pallavolo ha sempre fatto cagare, ma devo dire non solo a me perché ai miei tempi quando a scuola nell'ora di ginnastica (che giustamente facevamo separati dalle femmine) il prof. ci faceva giocare a pallavolo eravamo tutti incazzati perché in realtà per noi non era uno vero e proprio sport ma un gioco da ragazze... ma non eravamo certo come i giovani maschi di oggi che sono quasi tutti delle mezze checche.
Comunque per fortuna hanno vinto le serbe, ché altrimenti i media ci avrebbero fracassato i maroni per una vita con la storia del mondiale che è donna.
  :lol:


Ma infatti anch'io son contento che abbiano vinto le serbe invece che le italiane.
Quando si tratta della c.d. guerra dei sessi non sono assolutamente nazionalista.
Del resto come si fa a tifare per chi sputa quotidianamente veleno verso i propri connazionali ?
Considerando poi che al contrario nessun atleta italiano di sesso maschile fa altrettanto ?
Prendi questo articolo...
https://www.linkiesta.it/it/article/2018/10/20/azzurre-pallavolo-volley-azzurre-finale-mondiali-cina/39824/

Citazione
SPORT
20 ottobre 2018

Il miracolo delle pallavoliste azzurre: unire l’Italia nel nome delle donne e del gioco di squadra
La finale dei mondiali non è solo la testimonianza che lo sport femminile è interessante e coinvolgente quanto quello maschile, ma anche che il modo femminile di avvicinarsi alle discipline sportive ha delle caratteristiche non replicabili dai maschi
Forse per la prima volta in assoluto abbiamo sentito uomini commentare una partita di pallavolo femminile, sapere il nome della capitana e dell'opposto, parlare di un pipe o di una fast con la competenza che di solito riservano al fuorigioco o alla Var. La vittoria più bella della Nazionale azzurra, che contro la Cina si è conquistata la finale ai mondiali dopo una striscia di successi con pochi precedenti (11 partite vinte su 12), è aver rotto le barriere dello sport di nicchia per diventare qualcosa che appassiona a largo raggio. C'entra senz'altro l'attenzione conquistata un mese fa dai colleghi maschi, che però si erano fermati alle semifinali, e forse pure il momento politico – abbiamo tutti bisogno di una boccata d'aria fresca – ma tuttavia sentire che di volley femminile si parla nei bar fa un certo effetto, non ci siamo abituati.

Fino a non molto tempo fa c'era l'idea che lo sport giocato dalle donne suscitasse emozioni più tiepide di quello maschile e non potesse comunque aspirare alla stessa popolarità. C'era oggettivamente qualcosa di vero, e su questo qualcosa resta ancora incardinata la nostra organizzazione sportiva dove per le atlete ci sono meno sponsor, meno soldi, meno tv, zero possibilità di professionismo e quasi nessuna opportunità di trasferirsi dal campo alle responsabilità societarie e federali. Il Mondiale in Giappone potrebbe davvero rovesciare lo stereotipo e rendere chiaro il valore aggiunto dello sport femminile. Magari le ragazze sono meno potenti, meno veloci, meno muscolari, ma il loro spendersi sul campo ha un plus emotivo che è risultato chiaro a chiunque abbia visto le partite. La caparbietà, la spavalderia, l'efficacia delle soluzioni. La furbizia che esce fuori nei momenti difficili. La fragilità dopo i punti persi – la Egonu che morde il bordo della maglietta, la Chirichella pietrificata in un'espressione da principessa di ghiaccio – e la capacità di trasformare lo smarrimento in contrattacco dopo un battito di ciglia.

Magari le ragazze sono meno potenti, meno veloci, meno muscolari, ma il loro spendersi sul campo ha un plus emotivo che è risultato chiaro a chiunque abbia visto le partite

Per molto tempo la dirigenza sportiva nazionale e internazionale ha pensato che la sola strada per valorizzare i campi femminili e renderli “appetibili” fosse puntare sulla sessualizzazione delle atlete. Cominciò Sepp Blatter, il vecchio presidente della Fifa, chiedendo di imporre alle calciatrici calzoncini sexy, e quel tipo di visione ha resistito nel tempo tanto chè solo poche settimane fa a Vicenza è successo un putiferio per un gruppo di pallavoliste Under-16 mandate su campo da calcio mezze nude, a fare le raccattapalle. Ecco, il Mondiale giapponese segna una rivincita anche su questa tendenza, dimostrandoci che una partita femminile può essere sexy, sì, ma per le schiacciate, i punti, le beffe agli avversari, i muri. Speriamo che si faccia una riflessione anche su questo, anziché prenderlo come un sottotema di scarso interesse.

Forse dovremmo sostituire ai molti modelli di assertività che nel tempo sono stati proposti alle donne – la grande scienziata, la politica influente, l'attrice carismatica – l'idea di un gruppo che si spalleggia

Poi, oltre lo sport, c'è quello che un commentatore su Fb ha definito «l'ultimo piccolo grande baluardo sul quale indirizzare lo sguardo dei figli», che è poi l'idea di poter divertirsi moltissimo, e avere successo, e conquistare traguardi, facendo gioco di squadra in un epoca che suggerisce al contrario di coltivare l'individualismo e il “fatti gli affari tuoi”. Forse dovremmo sostituire ai molti modelli di assertività che nel tempo sono stati proposti alle donne – la grande scienziata, la politica influente, l'attrice carismatica – l'idea di un gruppo che si spalleggia. Ricezione, alzata, schiacciata, punto. Ciascuna con un ruolo suo, tutte insieme per fare una forza che spaventa. Ed è buffo che questo tipo di lezione non arrivi dalle adulte o dalle anziane che solitamente vediamo in cattedra ma da un collettivo di ragazzine giovanissime, intorno ai vent'anni, che si è giocato la sfida della vita come vorrebbe fare ognuna di noi: senza paura, senza mai darsi per vinte.

Ps. Questo articolo ha evitato l'esaltazione della cosiddetta «squadra dell'integrazione» perché lo ritiene un argomento di retroguardia: se c'è ancora qualcuno che si stupisce dell'esistenza di italiane con la pelle scura e di quanto siano affiatate con le italiane bianche, vive davvero nel secolo scorso.


Flavia Perini


Poi come si fa a non definirle delle irrecuperabili complessate ?
Ma di quale "valore aggiunto" si parla ?
La loro è una vera e propria ossessione; anzi, una patologia psichiatrica.
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #295 il: Ottobre 22, 2018, 03:01:37 am »

Citazione
C'era oggettivamente qualcosa di vero, e su questo qualcosa resta ancora incardinata la nostra organizzazione sportiva dove per le atlete ci sono meno sponsor, meno soldi, meno tv, zero possibilità di professionismo e quasi nessuna opportunità di trasferirsi dal campo alle responsabilità societarie e federali.


Domanda: perché queste donne "super più" non si creano una loro lega professionistica, priva di uomini e diretta da sole donne ?
Chi glielo impedisce ?
Chi impedisce alle donne di attrarre sponsor e pubblico pagante, nonché di costruire una propria stampa specializzata, dei propri canali televisivi, etc, in modo da poter permettere alle atlete di passare al professionismo e di guadagnare milioni di euro...?
Perché nonostante si definiscano "superiori agli uomini", hanno sempre bisogno di appoggiarsi ai suddetti ?
Perché devono essere sempre gli uomini a parargli il deretano ?
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Offline Vicus

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #296 il: Ottobre 22, 2018, 07:02:37 am »
Frank, la aprità si otterrà al prezzo di creare esser almeno psicologicamente neutri e gestiti come bestiame da consumo da una società ipertecnologica.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #297 il: Ottobre 23, 2018, 03:05:45 am »

Chi impedisce alle donne di attrarre sponsor e pubblico pagante, nonché di costruire una propria stampa specializzata, dei propri canali televisivi, etc, in modo da poter permettere alle atlete di passare al professionismo e di guadagnare milioni di euro...?
Perché nonostante si definiscano "superiori agli uomini", hanno sempre bisogno di appoggiarsi ai suddetti ?
Lo impedisce il fatto che lo sport femminile è una cosa pietosa, fa ridere. :lol:
Secondo me le donne non dovrebbero fare sport; ok, dovrebbero tenersi in forma perché non si possono vedere tutte queste fancazziste panzone di oggi, però lo sport lo lasciassero agli uomini e pensassero a far da mangiare, lavare, stirare e non rompere i coglioni.


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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #298 il: Ottobre 23, 2018, 07:14:32 am »
Quindi non devono neanche fare la corsa, la ginnastica e il tennis? Non condivido.

Offline Duca

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #299 il: Ottobre 23, 2018, 15:20:21 pm »
Quindi non devono neanche fare la corsa, la ginnastica e il tennis? Non condivido.
Corsa e ginnastica vanno bene, purché non si arrivi al delirio di quelle psicopatiche che invece di pensare alla famiglia pensano solo a prepararsi a quelle cazzo di maratone, che poi sono talmente magre che non hanno neanche il mestruo... :doh:
Idem il tennis, pallavolo e altri giochi, ma non con intento sportivo.