Lo scienziato con la camicia sessista

Eh si, talvolta troviamo cose scritte così bene, che potremmo averle scritte noi!

Copia-incollato da qui: http://www.keinpfusch.net/2014/11/nsfw-bimbo-from-deep-67p.htm

L’autore del blog chiarisce quanto segue:

So che molti siti prendono i miei post e se ne appropriano, riempiendo in questo modo un vuoto di contenuti al quale non saprebbero far fronte altrimenti. Vorrei specificare che io scrivo SOLO sui siti specificati nel riquadro “SITI MIEI”. Tutti gli altri si stanno appropriando dei contenuti del blog senza il mio permesso. Il che la dice lunga , piu’ che sui miei scritti, sulla qualita’ ideale “rivoluzionaria” di quei siti.

È vero: a volte copiamo perchè siamo pigri e a corto di idee. Ma altre volte, come in questo caso, perchè noi non avremmo saputo dirlo meglio.

domenica 16 novembre 2014

NSFW : Bimbo from Deep 67P

Ovviamente qualcuno doveva pure rovinare tutto. Cioè, se un sacco di gente è eccitata e festante perché il Homo Sapiens ha mandato un lander sulla superficie di una cometa che ha una microgravità e con un campo fatto a paperetta da bagno, ma il genere Donna Bimbens (Donna Bimbo Bimbo Negotio-Alcoolicus) doveva trovare il modo di rovinare tutto. Mi riferisco alle polemiche per una camicia indossata dal Dr Matt Taylor , che ovviamente ha dovuto chiedere scusa per aver indossato una camicia “sessista” e per aver definito “sexy” quella missione.



Sulle prime, ho avuto la tentazione di convertirmi all’ Islam. Ma non ad un islam moderatamente oscurantista, come quello saudita. No, proprio al Califfo. In persona.  Perche’ questa polemica mostra chiaramente che ha ragione Al Baghdadi. Si puo’ sapere per quale cazzo di motivo stiamo evolvendo la parita’ dei sessi in occidente, se tutto quello che otteniamo e’ una miserabile cretina che di fronte ad un evento storico si mette a parlare di camicie?
 
Tantovale coprirle con un burqa, ridurle al silenzio, e far fare le cose serie agli uomini. Che non guardano alle minchiatine in questi momenti. 
Questa,  almeno, e’ stata la mia prima reazione.
 
Poi mia figlia mi ha chiesto cosa fosse quella foto nel mio desktop, e siccome era interessata alla cosa, ho pensato che non e’ il caso di fare questo a tutte le donne. Allora mi sono guardato un filmato rilassante, per ricordarmi che esistono anche donne che non sono stupide come quella cretina li’
 
Dopo aver guardato questo:

https://www.youtube.com/watch?v=4er9XjsrBtw

 

 
mi sono sentito meglio. 

 
Poi mi sono chiesto che genere di persona potesse avere detto una cosa del genere. 

Perche’ il problema e’: hai di fronte (metaforicamente, immagino abbiano visto il filmato)  un tizio che ha -come minimo- un QI di 150.  E’ un tizio che puo’ far atterrare la tua lavatrice, e tu ci hai messo GIORNI a capire come funzionasse  la tua(1), su un coso a forma di papera , ove se ti muovi di un chilometro il tuo peso non solo cambia ma e’ anche in direzione diversa, a cinquecento milioni di chilometri. Numero che la tua mente non riesce a percepire.

Abbiamo due scelte. O sei una tizia competente in cose di scienza ed aereonautica e aerospaziale, e ti hanno mandata li’  per qualche motivo, e allora la camicia del tizio e’ irrilevante. Non credo che qualcuno l’avesse notata. Avevo notato si’,  che sto tizio era vestito in maniera strana, ma quando passi una nottata a fare qualcosa che per qualsiasi altro essere umano non-e’-possibile, probabilmente hai anche il diritto di vestirti come vuoi. Anzi, sicuramente hai il diritto di vestirti come vuoi.

Ma poi che me ne frega di come si veste un tizio che fa atterrare lavatrici su un posto lontano 500 milioni di km con un campo gravitazionale paperoide? Per me poteva anche farlo in guepiere e tacchi a spillo.

Anzi, personalmente se io avessi fatto atterrare una lavatrice a 500 milioni di km di distanza sfidando una gravita’ micropaperoide, mi sarei presentato all’intervista, tipo, cosi’:

Rimpiangerete le birkenstock coi calzini bianchi. MUAHAHAHAA!
a me di come si vesta la gente ha smesso di importare.Ma rimane un punto , la stupidita’ della cosa:  e’ come se durante lo sbarco sulla luna qualcuno avesse detto, che so, “ehi, ma perche’ le tute spaziali hanno i pantaloni e non la gonna? “. Non ha alcun senso. Stai sbarcando sulla luna, capisci? QUESTO e’ quello che succede.

Così mi sono chiesto che tipo di donna va ad intervistare il  tizio che guida lavatrici d’assalto spaziali e si aspetta di trovare un tizio vestito come chiunque altro. Deve essere una tizia per la quale la camicia è molto importante. La camicia deve essere la cosa piu’ importante di tutte. Una tizia per la quale cio’ che indossi deve essere DAVVERO importante, se anziche’ perderti ad ascoltare un tizio strafico che manda lavatrici sulle comete paperoidi , guardi la camicia. Il saggio manda il dito sulla luna, la cretina guarda la camicia.

Cosi’ ho scritto un programma di simulazione, e ho cercato di simulare questa tizia.

La prima simulazione che ho effettuato ha dato un risultato del genere:

L’aspetto di una tizia che entra all’ ESA e guarda le camicie.


poi mi sono detto che non poteva essere cosi’, perche’ ci sarebbe un evidente problema di interferenza sonora tra il labbro salvagoccia e il microfono. Solo per questo, ma e’ sufficiente. Cosi’, ho aggiunto alla simulazione il dettaglio del microfono e dell’intervista, e dopo 7 milioni di anni – ma coi numeri di Bistro si aggiusta tutto – il computer (Deep Throat) mi ha restituito una simulazione del genere:


Donna Shopaholics Tacchensis


che e’ una approssimazione piu’ precisa. Voglio dire, una che gira per l’esa , virtualmente o meno, e invece di fotografare ogni cosa sembri spaziale se ne rimane a guardare come e’ vestita la gente, deve essere una ossessionata dai vestiti. Deve passare la vita a parlare di come siano vestite le persone. Il vestito per lei deve essere una cosa davvero importante, ancora piu’ importante del fatto di trovarsi all’ ESA mentre un lander va su una cometa e avere di fronte il tizio che guidava.

Poi ho pensato che innanzitutto si tratta di una tizia che si crede intelligente. Deve credersi molto intelligente se pensa di sentirsi “offesa” dalla t-shirt di un tizio che non vedra’ mai piu’ perche’ visto il QI che ha , la trovera’ interessante quanto il programma 12 della lavatrice Siemens Xq900. Quella che non gira per lo spazio, insomma.

E deve anche sentirsi molto femminista, e sara’ sicuramente laureata in una brillante universita’ che forgia il meglio degli studi sociologici , tipo una laurea in “gender studies”. Ecco, ci sta: laureata in “gender studies”. 

Cosi’ ho richiesto la simulazione aggiungendo “laurea in gender studies”, e dopo altri 7 milioni di anni, Deep Throat (il mio computer) ha restituito questa simulazione:



Sembra quasi una laureata in “gender studies” che si sente intelligenze abbastanza da scrivere della missione dell’ ESA , senza capirci una sega, a tal punto da concentrarsi sulla camicia. Perche’ una donna che discute di vestiti mentre il mondo parla di comete non e’ sessista. Neanche un pochino.

a quel punto, pero’, ho dovuto inserire un ultimo dato. E’ inglese.

Cosi’ Deep Throat ha lavorato altri sette milioni di anni (Deep Throat non si stanca mai) e ha tirato fuori questo:


ovvero la simulazione , precisa al quindicesimo decimale, di una laureata in gender studies che ha appena ricevuto, e speso, le sue dieci sterline per scrivere un articolo scandalizzato sulla camicia di un tizio che guida lavatrici tra le comete, e le parcheggia meglio di lei quando parcheggia nel garage di casa. Esattamente la persona perfetta per criticare magliette sessiste.

Perche’ il punto e’ questo: una che deve scrivere un articolo sull’ ESA che manda una sonda a 500 milioni di km di distanza e la piazza su una cometa micropaperoide non guarda la camicia. Se guarda la camicia, non e’ tanto dissimile ad uno stereotipo di donna cretina che passa il tempo a discutere di vestiti.

Perche’ una donna che passa tutto il tempo a discutere di vestiti e’ simile ad uno stereotipo sessista, oppure no?


Non voglio commentare il fatto che un’agenzia  capace di tutto questo – Philae, intendo –  debba umiliare uno dei suoi per colpa di queste cretine: le agenzie dipendono dai fondi, e queste cretine votano – altro motivo che mi spinge a rivalutare molto il Califfato – e i fondi arrivano dalla politica. Sono ricattabili. 

Quindi, alla fine tutto si riduce a questo: davvero tutte le battaglie per la parita’ dei sessi hanno come scopo quello di produrre cretine del genere?

Davvero vedere tutti gli uomini intelligenti di fronte alla TV che si eccitano per l’impresa e tutte le donne “intelligenti” che discutono di vestiti E’ UN MIGLIORAMENTO nella parita’ dei generi?

Perche visto da fuori, questo  si vede: nessun uomo a discutere di vestiti in quel momento, e tutte le donne a farlo.

Ed e’ inutile che si discuta del messaggio, perche’ sono CAZZATE.

Se Philae si fosse schianatata ma il dottore lo avesse raccontato con la camicia giusta probabilmente nessuno lo avrebbe costretto alle scuse in lacrime di fronte alla TV. Si sarebbe parlato di errori, di microgravita’, ma nessuno avrebbe richiesto le scuse pubbliche ed umilianti.

allora vogliamo DAVVERO parlare di “messaggio”? Bene: il messaggio che state dando e’ che il tuo abbigliamento  o il tuo linguaggio contano piu’ di quello che realizzi. Che e’ il tipico parlare della cretina shopaholic , gia’ unta e calda per il paginone di Vegan Playboy:


  • Guarda come e’ vestita quella!
  • Chi, quella col  premio Nobel per la genetica?
  • Nobel? Mai sentito, preferisco Chanel. Gli stilisti sconosciuti certe volte fanno delle cose…


questo e’ il messaggio. Non importa cosa fate. Non importa quanto bravi siete.

Dovete avere la t-shirt giusta e usare le parole corrette. Questo e’ il messaggio.


Inizio a ringraziare il cielo di lavorare in un settore ove le donne sono poche. 

Almeno, posso ancora indossare la camicia che voglio.

Come succede nei paesi civili, dove la gente si veste come gli pare.

Come-je-pare. Capito?
 
 
(1) Principalmente perche’ usi una classificazione cretinologica dei vestiti sulla base di “scuri” e “chiari’ “.

(2)Se fossi nel dottore me ne andrei,  a dire il vero: non so quanto uno scienziato debba stare in un ambiente ove il suo abbigliamento conta piu’ dei risultati. Perche’ questo e’ il messaggio che si sta dando: non importa quel che fai, tutti guarderanno alla tua camicia.