Autore Topic: La causa prima delle crisi economiche  (Letto 979 volte)

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Offline Salar de Uyuni

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La causa prima delle crisi economiche
« il: Aprile 02, 2010, 00:06:22 am »
Da usemlab http://www.usemlab.com/index.php

Come andremo a vedere, in tre momenti storici differenti si verifica un processo simile che possiamo sintetizzare come di seguito:

I banchieri, coscienti della funzione di salvaguardia e custodia, cominciano a svolgere la propria attività in maniera corretta con coefficiente di cassa del 100%. Presto o tardi, tuttavia, cadono nella tentazione di appropriarsi di una parte significativa di quanto depositato per svolgere i propri affari personali. Inizialmente l’appropriazione indebita avviene in maniera occulta. Di seguito, invece, il potere pubblico concede loro il privilegio di poter operare in regime di riserva frazionaria. In altre parole si instaura una connivenza tra potere pubblico e banchieri che tende a diventare sistematica e tradizionale. Operando in regime di riserva frazionaria il banchiere agisce al di sopra del diritto. Tale operatività dà origine al fenomeno di espansione artificiale dell'economia. Il credito in eccesso prodotto dalla riserva frazionaria, tuttavia, presto o tardi si converte in crisi finanziaria e recessione economica.

La tentazione per il banchiere è sempre molto forte. La riserva frazionaria permette infatti la creazione dal nulla di mezzi fiduciari, cioè l'emissione ex nihilo di nuovo denaro. E’ la stessa tentazione in cui cade il cassiere disonesto che nel fine settimana si appropria del denaro ozioso dei depositanti. Benché egli lo utilizzi con lo scopo di restituirlo il lunedì, il fatto di sottrarre il denaro dalla cassa per fini personali rappresenta di per sé un'atto criminale. A differenza dell'azione del cassiere, quella del banchiere non consiste solo nell'appropriazione indebita di denaro, ma produce qualcosa di più profondo: in maniera aggregata il sistema bancario crea infatti denaro dal nulla.

Si è sempre trovata qualche motivazione per razionalizzare l’utilizzo della riserva frazionaria e per giustificare la condotta disonesta del banchiere, contraria ai principi tradizionali del diritto. Vedremo che l'utilizzo disonesto del denaro ozioso dei depositanti verrà giustificato di volta in volta come uno strumento necessario per finanziare investimenti, per svolgere funzioni sociali, per stimolare la crescita economica, per ridurre la disoccupazione (in altre parole tutto quello che diceva Keynes).

Inizialmente, quindi, il banchiere si appropria del tantundem in maniera segreta. C'è la coscienza ben chiara di operare contro i principi tradizionali del diritto. Quando infatti il banchiere viene colto ad operare in regime di riserva frazionaria la perdita di fiducia da parte dei propri depositanti è immediata e tale da portarlo rapidamente al fallimento.

Lo stato dovrebbe avere la funzione di salvaguardare e difendere il diritto di proprietà, di definirlo correttamente. Ciò dovrebbe verificarsi soprattutto nell'ambito del denaro e del risparmio, dove il potere pubblico dovrebbe vigilare attentamente facendo mantenere al banchiere un coefficiente di cassa sui depositi a vista SEMPRE pari al 100%. Invece, vedremo come lungo i secoli è proprio il governante, il funzionario pubblico, lo stato, ad agire non in difesa del diritto di proprietà, ma contro di esso, incentivando, piuttosto che sanzionando, il cattivo operato del banchiere.

Il potere di moltiplicare il denaro, si può ben capire, è un potere enorme. Il governante ha sempre l’esigenza di finanziare qualche spesa, sia essa per capricci, progetti bellici, residenze lussuose, clientelismi, etc etc. Tuttavia egli trova un limite alle imposte che può spremere al cittadino in maniera coercitiva. Nel momento in cui trova il modo appropriarsi del denaro dei sudditi (depositanti) attraverso la connivenza con il banchiere privato, risolve automaticamente gran parte dei propri problemi di spesa e finanziamento della stessa.

Il beneficio è quindi reciproco: la concessione di un privilegio al di sopra del diritto in cambio del finanziamento per le spese personali e di governo. Nell'alleanza entrambi trovano finalmente la pietra filosofale.


 
 
Cenni Storici sull'attività bancaria nella storia
(per l'approfondimento si rimanda al testo del corso dello stesso Jesus Huerta de Soto, Dinero Credito Bancario y Cyclos Economicos)

I banchieri nell’antica Grecia e nell’antica Roma

Nell'antica Grecia i templi godono di ottima reputazione, autonomia e prestigio. Sono luoghi sacri e inattaccabili. Diventano facilmente attività di banco e fungono da depositari del denaro con coefficiente di cassa del 100%. Tuttavia, parallelamente allo sviluppo commerciale si comincia a violare il principio di cassa 100%.

Dalla trapezitica di Socrate e da altri documenti greci risulta chiaro che:

1) i banchieri erano ben consci di svolgere una funzione di salvaguardia o custodia;
2) che non tutti attuavano in maniera onesta e corretta;
3) che facevano tutto il possibile per non essere colti sul fatto e accusati di appropriazione indebita.

Il trapezio era una tavola, come un banco, da cui banchiere, e bancarotta. Quando il banchiere falliva, infatti, si rompeva la tavola sulla quale lavorava.

Demostene tratta di temi bancari e ci fornisce notizie addizionali sull'attività bancaria. Fu uno dei pochi greci a mantenere viva nei suoi documenti l'idea di libertà. Socrate, Platone, Aristotele, erano invece ammiratori dei dittatori. Per Aristotele, ad esempio, era inimmaginabile una città con più di diecimila abitanti. Sarebbe stato inconcepibile organizzarla. Esisteva di fatto una filosofia secondo la quale le cose andavano organizzate gerarchicamente dall'alto. Non si comprendeva l'ordine spontaneo. Solo i romani e i giureconsulti arrivarono per primi a capire l'ordine spontaneo e l'evoluzione spontanea del diritto.

Il primo salvataggio bancario nell'antica grecia avviene nel IV secolo avanti cristo a Efeso. Il governante locale anzi che punire il banchiere fallito, come accadeva solitamente, concesse lui una mora, consistente in 10 anni di tempo per rimborsare i depositanti.

 
 
Callisto, papa e santo, ai tempi di Commodo, l’imperatore del film Il Gladiatore. Ma Callisto in età giovane era uno schiavo liberato, dedito all’attività bancaria.

A quei tempi gli schiavi non se la passavano così male come in tempi più recenti. Ogni 5 anni veniva liberato il 10% degli schiavi. Negli USA del XIX secolo la percentuale era solo dello 0.2%! Inoltre lo schiavo ai tempi di Roma veniva educato, perché potesse essere più produttivo. Negli USA era addirittura vietato educarli. Più produttivo riusciva ad essere lo schiavo più possibilità aveva di liberarsi dalla schiavitù. I liberti, gli schiavi liberati, potevano inserirsi nella società e nel giro di qualche generazione potevano integrarsi totalmente, entrando a a far parte della gens, della famiglia.

Ad ogni modo Callisto fu da giovane un banchiere cristiano. Anche i cristiani cadevano facilmente in tentazione e Callisto si fece tentare dalla riserva frazionaria, a causa della quale fece presto bancarotta. Lo scandalo fu enorme e tentò di suicidarsi. Venne condannato ai lavori forzati in Sardegna. La concubina di Commodo, di religione cristiana, chiese misericordia per i cristiani in Sardegna. Liberato per grazia concessa da Comodo, Callisto divenne addirittura papa, rimase ucciso in una rivolta, fu quindi martire della chiesa e in seguito proclamato santo.


 
A Roma i  banchieri lavorano oltre che singolarmente anche in società. Per svolgere l'attività avevano bisogno di una licenza, era prevista però la responsabilità illimitata di modo da garantire maggiormente i depositi. I banchi venivano chiamati mensularios, dalla mensa, la tavola sulla quale esercitavano la loro attività.

Il Tempio di Gerusalemme invece fu un banco curioso. L’attività principale non era quella di cambio, come viene tramandato generalmente, ma proprio di gestione dei depositi alla vista. Dai documenti pervenutici il tempio lavorava senza alcun dubbio come banca a riserva frazionaria.


 
In epoca romana si raggiunse un livello di benessere che, successivamente al crollo dell'impero, non si ripeterà per diversi secoli. In ogni caso, la caduta dell'impero romano non fu certo causa dei barbari. I barbari erano solo attratti dal benessere di Roma e cercavano di avvicinarsi a un mondo più civilizzato. L’impero romano cadde per colpa del socialismo, dello stato sociale. Del Panem et circenses. Il pasto e i divertimenti gratis. L’aiuto alla povertà genera infatti ulteriore povertà. Per sostenere gli enormi costi sociali prodotti dalle politiche di panem e circenses si cominciò a inflazionare la moneta. Ma inflazionare moneta non crea ricchezza, nel lungo periodo produce solo un aumento dei prezzi.

A partire dal III secolo si cercò di curare i sintomi della crisi economica, non le cause. Si cominciarono a fissare i prezzi anzi che lasciarli al mercato, continuando ad aggravare il problema. Lentamente per colpa degli interventi economici si disintegrò il tessuto produttivo e commerciale. La prosperità viene distrutta sempre dallo stato sociale, dall’interventismo, dall’inflazionismo. Questa è la vera storia della caduta dell’impero romano. Nel periodo finale dell'impero, l'arrivo dei barbari rappresentò per molti cittadini romani una vera e propria liberazione dall’oppressione dell’impero.

Che sarebbe successo alla civilizzazione se il benessere dell’impero romano non fosse stato distrutto dal socialismo economico? Non lo sappiamo. Ciò che sappiamo e abbiamo imparato dalla storia dell'impero romano è invece che la civilizzazione umana può arrivare ad autodistruggersi, o perlomeno a infliggersi un ritorno alla barbarie e all'oscurantismo, per colpa di scelte economiche sbagliate.

 

Il medioevo

Il secondo caso storico di sviluppo bancario si verifica dopo circa mille anni. Abbiamo prove e documenti dell’età medievale che ci parlano delle crociate e dei templari. In particolare la storia dei templari si rivela molto appassionante, e non solo per ragioni esoteriche. I templari erano di fatto un ordine militare e religioso ben organizzato con conventi e chiese in tutta europa. Di loro la popolazione si fidava e depositava i denari presso le loro sedi perchè venissero custoditi e salvaguardati. I templari divennero così banchieri molto potenti. Tuttavia, l'invidia dei governanti, in particolare del re di Francia, scatenò nei loro confronti una vera e propria persecuzione. Il fine, ovviamente, era quello di appropriarsi delle loro immense ricchezze.

Successivamente, nel mediterraneo cominciano a crescere e a svilupparsi diverse città indipendenti. Riuscendo a difendere la proprietà dentro le proprie mura, tali città favorivano infatti lo sviluppo di una borghesia commerciale in grado di generare buoni livelli di prosperità. Città italiane come Pisa, Firenze, Venezia, o anche spagnole, come Barcellona e Valencia. In queste città troviamo ancora una volta dei banchieri che inizialmente attuano in maniera onesta, con coefficiente del 100%, quindi presto o tardi di nuovo in maniera fraudolenta.

E ritorniamo al Depositum confessatum (pagina 55 del libro). Le tre religioni monoteiste, ebrea, cristiana e islamica condannano il prestito a interesse. L’ebreo può però prestare ai gentili, motivo per cui sono proprio gli ebrei nella società cristiana a svolgere l'attività di banchieri. Questo spiega anche l’odio ciclico nei loro confronti, motivato dal rifiuto di  pagare i debiti accumulati.

Una economia di mercato non può funzionare senza prestiti a interesse. Bisognava trovare delle forme contrattuali per occultare il prestito e farlo apparire come un deposito. A molti commercianti conveniva dichiarare un deposito da richiedersi a una certa data. A tale data il depositario si dichiarava moroso e come da contratto pagava gli interessi di mora. Questo sotterfugio ebbe col tempo un effetto molto negativo nella teoria bancaria.

In "The early history of deposit banking in Mediterranean Europe" di Usher troviamo altri interessanti dettagli sull'attività bancaria nel mediterraneo del medioevo.

Le banche si sviluppano anche in Barcellona e in Catalogna. In queste città l'attività bancaria partì con un coefficiente di cassa legittimo del 100%, poi lentamente si passò alla riserva frazionaria del 33%. Il codice mercantile stabiliva che il banchiere non in grado di restituire i depositi venisse dichiarato infame attraverso un documento pubblico, e condannato a pane e acqua finché non riusciva a restituire l’ultima unità di denaro depositato. Si arrivò anche a punire la bancarotta con la decapitazione sul banco stesso. Nel 1360 un banchiere fu decapitato come dettava la legge.

Nel secolo XIV a Firenze abbiamo la prima bolla finanziaria creata dall'espansione creditizia, come raccontato dall'italiano Cipolla che parla di creazione del denaro dal nulla, di boom economico e quindi di crisi di fiducia e ritiro dei depositi. I banchi con riserva frazionaria saltarono tutti tra il 1341-1346 dando luogo a una profonda recessione economica caratterizzata da una forte contrazione creditizia. Nel XX secolo vengono alla luce i libri segreti dei medici dai quali risulta che essi attuavano con coefficiente di riserva del 10%.

Continueremo nella prossima lezione con la Spagna dopo la scoperta delle americhe e la Scuola di Salamanca.
 
 
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''