Nel nostro vagabondare sul web abbiamo incontrato diverse forme di femminismo
tutto repellente, ipocrita, nefando
finchè abbiamo incrociato Femminismo a Sud ed è schizzata qualche scintilla
il grande capo ci aveva messo in guardia, non dovevamo sottovalutarle, perche sono (è) donne intelligenti, niente affatto scontate
poi il 31/03/2012 Fikasicula, in rappresentanza o avanguardia o esploratrice di quel mondo, si iscrisse a questo forum e scrisse tutto quello che volle scrivere (ci furono ancora scintille, ma nessuna censura, contrariamente a ciò che accade a noi nei loro siti)
andando avanti la discussione ci siamo resi conto che era meglio sospendere il giudizio: non era così scontato quello che FS diceva e neppure necessariamente sbagliato
poi FS avviò una serie di altre iniziative, da Bollettino di Guerra a Al di là del buco, iniziative che per un certo periodo abbiamo cercato da seguire ma che con il tempo siamo stati costretti ad abbandonare: riconosciamo alla(alle) nostre avversarie una superiorità verbale (=produzione di interventi, riflessioni, materiale, etc) netta.
Ci domandavamo però dove tanta iperattività sarebbe andata a parare, considerato che su alcune questioni (l'antiautoritarismo, la critica al femminismo istituzionale, la parità di genere, eccetera) avremmo forse potuto intenderci.
Adesso abbiamo la risposta:
le FAS stanno saltando sul carro
http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/05/04/appello-a-boldrini-e-idem-contro-la-violenza-di-genere/Abbiamo per anni osservato e monitorato la comunicazione in rete e i delitti riconducibili a questioni di genere.
Conosciamo tutto ciò che si muove nel web e sappiamo molto di vittime di violenza fisica e psicologica.
Per arginare la violenza e il sessismo in rete servirebbe una maggiore consapevolezza del mezzo usato. Suggeriamo perciò di avviare una iniziativa che miri all’alfabetizzazione che abbia come obiettivo quello di educare all’uso della rete nel rispetto dei generi, di donne, gay, lesbiche, trans, uomini, persone, di qualunque etnia e cultura e di qualunque estrazione politica.
La rete è usata spesso come luogo di scontro e opposizione politica, di genere, tra squadrismi che nel caso in cui abbiano a oggetto una donna, un gay, una lesbica, una trans o, come nel caso del Ministro Cècile Kyenge, una persona ritenuta “straniera”, esplicitano un odio che è espressione di una mentalità ampiamente diffusa nel mondo reale.
Abbiamo visto persone di qualunque genere, donne incluse, scagliarsi contro persone vulnerabili in episodi di cyberbullismo e cyberstalking che a volte sono costati la vita a ragazzine che non hanno retto il peso di tanta pressione.
Perché questa mentalità cambi è necessario educare al rispetto reciproco nel mondo reale e nella comunicazione in rete.
L’analfabetismo digitale è causa di paure, assenza di rispetto, incapacità di determinare la propria autodifesa. Vulnerabilità, panico, ansia e altre gravi conseguenze psicologiche sono originate spesso dalla non conoscenza. Conoscere significa dunque avere il controllo del mezzo che stai usando.
Per quel che riguarda il mondo “reale”: ricordiamo che dall’inizio del 2013 siamo a #25 vittime (donne) di femminicidio. #7 vittime (uomini) uccisi per vendetta trasversale perché nuovi partner, figli o partner a propria volta, #1 bambina uccisa per incapacità di accettare una separazione. #3 sono le donne che hanno ucciso in queste circostanze e #30 gli uomini che hanno ucciso, la maggior parte dei quali si sono suicidati.
E’ fondamentale che le Istituzioni provvedano, così come dichiarato dal Ministro Idem, a istituire un Osservatorio di modo che si capisca bene di cosa sia fatto il fenomeno che dovrebbe includere nell’analisi dei delitti per questioni di ruolo di genere anche quelli di stampo omofobico/transfobico.
A tale scopo, e per le soluzioni concrete da ipotizzare per disinnescare e arginare questi gravissimi fenomeni, ci chiediamo se non si possano includere le parole “di genere” nella Legge Mancino dove all’Articolo 1 si parla di
“Discriminazione, odio o violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi” e
se non si possa inserire lo stesso concetto “motivi di odio di genere” tra le circostanze aggravanti (dove si definiscono generici “motivi abietti e futili”) dell’articolo 575 (omicidio) del codice penale, volendo includere in questa formula dunque anche i delitti che riguardano vittime gay, lesbiche, trans.
Data l’inefficacia della legge sullo Stalking ci chiediamo se sia possibile considerare l’idea di realizzare delle strutture, o usare quelle di cui già lo Stato dispone, incluse quelle sanitarie, per realizzare terapie – facoltative – adeguate e gratuite, a cura di mediatori e psicologi, che sappiano aiutare le coppie che si separano a superare senza traumi la fase di separazione e sappiano offrire opportunità e nuove prospettive, anche in termini di reddito minimo e abitazione, ai soggetti economicamente deboli che sono altrimenti obbligati a vivere in coppia e sotto lo stesso tetto anche in situazione di grande tensione. Chi perseguita il/la propria ex dovrebbe, secondo noi, essere consegnato/a ad una rete familiare/sociale/istituzionale che sappia distoglierlo/a dall’ossessione nei confronti del proprio e della propria partner. Consegnare alla solitudine, marginalizzare un soggetto che – rancoroso/a e vendicativo/a – potrebbe commettere un delitto, invece, riteniamo non sia affatto utile.
Chiediamo altresì che siano monitorate anche le aggressioni commesse per razzismo e xenofobia e se sia possibile considerare l’analisi della situazione all’interno dei Cie, Centri di Identificazione ed Espulsione, dove le donne migranti, le trans, assieme agli uomini, sono private della propria libertà fino ad un massimo di 18 mesi dovendo vivere in situazioni di estremo disagio. Anch’esse spesso vittime di violenza, sopravvissute a viaggi pericolosi, alla tratta, ad abusi di vario genere, sono private di una reale possibilità di salvarsi.
Vorremmo fossero osservate tutte queste vittime di violenza affinché si possa meglio comprendere quali siano le difficoltà da affrontare e in che modo poter intervenire.
Vorremmo che le violenze fossero osservate nel suo insieme a partire dalla cultura che le caratterizza a prescindere da chi se ne fa portatore o portatrice.
Speriamo il nostro contributo vi sia utile.
Cordialmente
Femminismo a Sud
Bollettino di Guerra
Abbatto i Muri
partono con la questione del cyberbullismo per battere il ferro scaldato dalla Boldrini e invocano l'alfabetizzazione digitale
traduciamo: Mussolini rese obbligatoria la frequenza scolastica perchè era il modo migliore per inculcare alle masse la cultura fascista. Le FAS sono sulla stessa lunghezza d'onda, vogliono rendere obbligatoria un'altra forma di scuola, per insegnare alle masse il proprio alfabeto. Ma, mi dicano, se il problema è che ci sono stati casi di suicidi di ragazzine oggetto di cyberbullismo, se la povera Boldrini forse (peccato!) non si suiciderà per gli attacchi ricevuti sul web ma comunque ne soffre, perchè non affrontare
quel problema, cioè identificare le potenziali suicide, cioè tutte coloro che sperimentano un livello di ansia e sofferenza in relazione ad esperienze virtuali patologico, e sottoporle ad adeguate terapie psicologiche di sostegno? Che senso ha modificare il comportamento di coloro che non si sono suicidati e non soffrono?
Oltretutto, è pure irrealizzabile e inefficace: come facciamo ad educare milioni e decine di milioni di persone ad avere linguaggi e modalità espressive che provochino meno sofferenze a poche decine (o anche poche migliaia, cambia poco) di persone? Da che mondo è mondo, la sofferenza richiede un trattamento. Pensare di cambiare il mondo perchè provoca sofferenza è pazzesco.
Poi le FAS passano al loro argomento forte: i femminicidi.
È più di due anni
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=2682.0 che chiediamo il favore di una definizione precisa di femminicidio, e più di due anni che ascoltiamo tutti parlarne con grandi arie come se sapessero di cosa parlano.
Ora, noi, se la ministra Idem si degnasse di ascoltarci, le diremmo che la violenza di genere non può essere prevenuta pescando nel torbido e confondendo i numeri. Per combattere la violenza di genere si deve anzitutto distinguerla da altre violenze.
La crisi economica anzitutto, la difficoltà di trovare un lavoro, di avere una casa, di arrivare a fine mese. Le motivazioni economiche sono alla base di molte violenze e il farle passare per violenze di genere è una mistificazione che potrebbe costare molto cara.
L'assistenza sanitaria in secondo luogo: molte supposte violenze di genere in realtà sono omicidi compassionevoli, anziani mariti che si suicidano con la moglie invalida o con la figlia disabile. Uno Stato che ha truffato e quotidianamente truffa i cittadini riscuotendo tasse che dovrebbero finanziare il Sistema Sanitario e invece spariscono misteriosamente lasciando i cittadini senza sanità e senza risorse, deve cambiare rotta e non imbrogliare le carte con la prevenzione dei femminicidi.
La legislazione è un'altra terribile fonte di violenza, quando ad esempio rende più conveniente l'omicido rispetto al divorzio
http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=3256 : è indispensabile mettere mano con urgenza alle norme sulle separazioni e sui divorzi ma soprattutto alla prassi giudiziaria al fine di imporre una reale parità tra coniugi e porre fine alle discriminazioni nei confronti degli uomini.
Ancora più a monte è necessario un enorme lavoro culturale che permetta di far coincidere la forma con la sostanza e consenta scelte libere e coerenti da parte dei cittadini: il matrimonio impone oggi ai cittadini masci una serie di obblighi che nessuno di essi sa di contrarre nel momento nel quale appunto si sposa, e a nessuno è lasciata la libertà di scegliere se e quali obblighi assumere e non assumere.
Il punto non è tanto se sia giusto o non sia giusto assumere determinati obblighi, ma che ciascuno deve essere cosciente di quali obblighi si assume prima di assumerli.
In secondo luogo ciascuno deve essere libero di scegliere quali obblighi asumere. Ci possono essere matrimoni a tempo, che si sciolgono senza lasciare a nessuno dei contraenti alcun obbligo, e ci possono essere matrimoni indissolubili per l'eternità. E cascuno deve essere libero di scegliere il matrimonio che preferisce.
Solo in un clima di vera chiarezza si può pensare di prevenire le violenze che scaturiscono da dinamiche di tipo possessorio: attualmente tali dinamiche sono difficili da combattere perchè affondano le proprie radici in culture morte dal punto di vista legislativo e nella discussione politica, ma ancora ben vive nelle dinamiche interiori e irriflesse di gran parte degli italiani.
Una legislazione chiara, rispettosa della libertà di scelta dei cittadini, consentirebbe di avviare un confronto culturale aperto e il riconoscimento delle dinamiche possessorie nelle loro varie articolazioni prima che sfocino in tragedie.
L'attuale ipocrisia legislativa è evidente nel matrimonio concordatario che va assolutamente rivisto: il medesimo matrimonio religioso strutturato ovviamente in una prospettiva di indissolubilità viene automaticamente trascritto e registrato ai fini civili in un matrimonio che consente separazione e divorzio. Decine di milioni di italiani si sono sposati senza concettualizzare questa incoerenza e hanno pagato duramente la mancata chiarezza iniziale.
In una società civile non è possibile tollerare che lo Stato stesso ponga le basi della violenza di genere, favorendo la confusione che porta alla mancanza di dialogo e alla vittoria del più forte.
Tutto quanto detto fa parte delle premesse necessarie prima di iniziare a parlare di femminicidi e violenza di genere. Quando lo Stato avrà fatto la propria parte per rimuovere le cause economiche, assistenziali, giuridiche e legislative della violenza, potremo domandarci se sia possibile intervenire ulteriormente sulla popolazione italiana in quanto tale, nelle sue determinazioni maschili o femminili e nei rapporti più o meno rispettosi tra i sessi. Allora potremo eventualmente chiederci se effettivamente la mano maschile è omicida e perchè. Ma al momento la discusssione sui femminicidi e sulla violenza di genere è solo una foglia di fico per impedire di affrontare le vere emergenze economiche e sociali del paese.
Noi non accettiamo questo imbroglio!
Non siamo disposti a farci prendere per il naso da chi vuole nascondere il progressivo peggioramento delle condizioni di vita della popolazione nell'inerzia della classe politica e delle istituzioni, distraendo l'opinione pubblica con il nuovo circo.