Un primo elemento che va messo a tema su questo argomento è: lo scarto generazionale cambia tutto. Io conosco il pensiero della differenza sessuale a partire da relazioni con donne giovani (tra i 30 e i 40 anni). Questa generazione di donne non si è limitata a raccogliere l'eredità di Luisa Muraro e socie, ma l'ha anche rivista, prendendo posizioni talvolta autonome e senz'altro - secondo me - molto più attuali per certi versi.
Un esempio: come ha scritto Armando il pensiero della differenza sessuale dialoga molto con Maschile Plurale. Non ne accoglie tutte le istanze, ma è in relazione con questa associazione. Tuttavia le donne che conosco io non apprezzano Maschile Plurale e infatti, generalmente, mi hanno sconsigliato di affidarmi a loro (non di conoscerli, ma di affidarmi a loro). Serve una specificazione: loro pensano, come penso io del resto, che sarebbe bene e meglio se io avessi relazioni con maschi. Perché non basta avere relazioni con donne femministe. Loro stesse sostengono insomma che il punto per il maschio non stia tanto nell'avere relazioni con donne femministe, ma che al contrario sia l'avere relazioni autonome con maschi. Qual'è il problema con Maschile Plurale? Forse vi sembrerà strano, ma è una critica molto simile alla vostra: gli uomini di maschile plurale difficilmente riescono a uscire dalla passione triste del sentire il loro essere maschi come una colpa da espiare. Invece i maschi, dicono queste femministe, dovrebbero riscoprire, reinventare la maschilità come dimensione positiva loro propria. Non dovrebbero vergognarsi del loro essere maschi, ma dovrebbero fare i conti con la crisi del simbolico maschile per come esso si è dato almeno fino alla seconda metà del Novecento. Punto complesso, da tornarci!
Poiché questo è uno scarto rispetto al vecchio femminismo - e le giovani femministe stanno facendo grandi passi per marcare lo scarto rispetto al vecchio femminismo, perché sentono sempre di più che la posta in gioco per loro non riguarda più solo le donne, ma entrambi i sessi e la loro convivenza - io penso che dovreste guardare con interesse a queste evoluzioni. non dico accettarle - voi avete il vostro percorso autonomo - ma tenerle d'occhio con attenzione, perché potreste averne guadagno.
Vediamo il pensiero della differenza sessuale. Contrariamente a quello che si pensa, il pensiero della differenza sessuale non si basa su una differenza di natura - come può essere ad esempio il sesso fisico. Ma è sbagliato anche pensare alla differenza come ad una differenza culturale. In questo caso si usa il termine 'simbolico'. Mi spiego meglio. Voi tutti avrete presente il corpo di polizia e il valore simbolico che esso incarna nella vita di uno Stato. Il corpo di polizia tutela la vita nello Stato; sono le forze dell'ordine! Difendono, tutelano, proteggono ecc... (ovviamente si può anche dire altro, tipo: all cops are bastards, ma questo ci porterebbe adesso fuori strada, prendete per buono il fatto che i poliziotti hanno un compito che è quello di tutori della legge). Nelle diverse culture si possono dare diverse espressioni della medesima cosa: guerrieri, legionari, polizia, polizia di stato, polizia privata ecc...
quella medesima cosa - il corpo armato dello Stato che difende l'ordine pubblico - è simbolica. Non è naturale, non è culturale, è simbolica.
L'idea è ripresa da Lacan, psicoanalista freudiano. Secondo lui l'ordine simbolico è essenzialmente l'ordine simbolico del Fallo, del Padre. è il linguaggio inteso come norma, norma d'ordine pubblico, norma morale, norma sociale. nello sviluppo del bambino il simbolico è quel che entra con l'uso del linguaggio che prescrive termini, misure, norme ecc...
L'idea di Lacan è quindi più o meno questa: il bambino quando passa dalla fase in cui sta con la madre (es. allattamento) alla fase in cui il rapporto essenzialmente duale è interrotto dall'arrivo del padre, ecco, allora il bambino entra nel simbolico. Tenete presente che il modello, di origine freudiana, ha come sfondo storico un modello familiare oggi non più esistente. non è più vero che il bambino sta solo solo con la madre e poi arriva il padre in un secondo momento. certo è che il bambino qualunque sia il suo sesso ha un rapporto fisico con la madre molto molto importante (ad esempio in termini flora batterica protettiva che passa attraverso il latte materno), ma oggi non c'è più tipicamente il padre assente e lontano; il padre può esserci sin dall'inizio ecc...
Cosa dicono allora le femministe di questo modello lacaniano? Dicono: molto bene, ci suona. Però, c'è un però. Quello che succede il più delle volte nello sviluppo, dicono, è che il bambino maschio staccatosi dalla madre si potrà identificare perfettamente con il padre (eventualmente superando il complesso edipico) e quindi con l'ordine simbolico, dimenticando, obliando quel rapporto primario con la madre-nutrimento. Mentre la bambina staccatasi dalla madre da una parte dimenticherà la madre tanto quanto il bambino (entrando in conflitto con lei), dall'altra però non potrà mai del tutto identificarsi con il padre ovvero con l'ordine simbolico - come ho detto, riprendendo Lacan, con l'ordine del Fallo. E questo perché la donna non è un maschio, non è fatta per l'ordine simbolico maschile, l'ordine del fallo: all'interno di questo ordine al contrario è una mancanza-di-Fallo, un che di non appropriato, un che di mancante.
Questo è il motivo, secondo il pensiero della differenza sessuale, per cui la donna o non riesce ad entrare bene nel mondo sociale intessuto di simbolico maschile (ancora non è in discussione se questo ordine simbolico sia buono o cattivo, pacifico o aggressivo, si parla solo della sua differenza), per cui le sue performances non saranno ottimali (es. donna al volante, pericolo costante! oppure la donna studia mnemonicamente, non logicamente), oppure - come è capitato nei paesi colonizzati - a prezzo di una trasformazione radicale di sé che è anche una perdita di sé, può entrare nell'ordine simbolico, performando comportamenti appropriati, perdendo infondo la sua identità, ovvero la sua differenza. Questo secondo caso è il caso di quelle donne che magari raggiungono ottimi risultati nel lavoro, fanno questo e/o fanno quello, ma solo a patto di mimare l'identità maschile - appunto come i colonizzati di classe medio-borghese che dimentichi della loro differenza, imitavano gli usi e i modi degli occidentali.
C'è un terzo caso, una terza strada, dice il femminismo della differenza sessuale. Questa terza strada si apre in realtà a partire dalla prima. Proprio quell'inadeguatezza, quell'incapacità ad essere all'altezza dell'ordine simbolico maschile può essere il segnale di una differenza che se espressa - in un certo modo, vedremo come - può portare ad un senso di sé non soffocato o alienato, ma appunto ad una piena espressione.
In che modo è possibile esprimere quella differenza femminile? Attraverso relazioni con donne. le donne si accorsero - parliamo di una società che non è più la nostra - che la maggior parte delle loro relazioni erano schermate da giudizi di maschi (padri, fratelli, mariti, capi e datori di lavoro ecc...) i quali buoni o cattivi che fossero valutavano il valore delle donne a partire da parametri non posti da donne - per usare Nietzsche: da valori non posti da loro stesse.
Si rendevano quindi necessarie relazioni tra donne che permettessero una reciproca valorizzazione, un confronto che desse fiducia e autorevolezza tra donne, sulla base di valori pensati e sostenuti da donne.
Questo per le femministe della differenza significava fare un simbolico femminile, istituire un ordine simbolico diverso da quello pubblico, da quello universalmente riconosciuto e che per loro era un simbolico maschile. In ogni caso il simbolico femminile non era inteso come qualcosa che sarebbe dovuto andare a sostituire il simbolico maschile, magari assaltando i palazzi d'inverno del potere maschile. Il simbolico femminile doveva più semplicemente trovare spazi suoi autonomi dove coltivarsi e dare a sua volta spazio a donne per esprimere la loro propria differenza. Piuttosto che di una lotta tra ordini simbolici si sarebbe trattato di una eventuale commistione, perché magari alcune donne nel loro contesto di lavoro avrebbero cercato di far valere l'ordine simbolico in cui si riconoscevano, chessò operando in un certo modo piuttosto che in un altro...
Direi che c'è tantissima roba, cominciamo da qui!