Autore Topic: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)  (Letto 15572 volte)

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Offline Jason

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #45 il: Luglio 24, 2011, 22:02:50 pm »
Le donne si divertono con gli zerbini, adorano vederli che strisciano ai loro piedi, che si sforzano di esaudire ogni loro desiderio, che si industriano per uniformare la realtà al di lei desiderio, ma è un piacere psicologico sadico del tutto privato, assolutamente slegato dall'atto sessuale in sé.

Questo pover'uomo è entrato in un ciclo distruttivo di zerbinaggio e prostrazione ai piedi della Dea che lo porterà a sempre maggiori crisi di maschiopentitismo (bel neologismo, molto efficace) che culmineranno in atti masochisti contro il suo stesso genere o contro il suo membro virile, sozza icona di supremazia e potere fin dall'alba dei tempi.

La Dea, compiaciuta dall'offerta di sangue sul suo Altare, lo ricompenserà con la visione di un brandello di pelle nuda (il tallone, il gomito, il mento) e la promessa di "più" in arrivo nel caso egli continui con il self-male-bashing. E il ciclo si ripete all'infinito.

Ragazzi, il servilismo meschino non vi aiuterà a fare colpo. Tradotto: non si scopa. Tranquilli.
Arrendetevi.

Molto bene. Li schifano buona parte delle donne ( e francamente anche noi )
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Ethans

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #46 il: Luglio 24, 2011, 22:26:54 pm »
Mi piace quello che hai scritto Nemo, hai un vero talento per la letteratura...

 ;)

Offline Jason

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #47 il: Luglio 24, 2011, 22:48:47 pm »
Mi piace quello che hai scritto Nemo, hai un vero talento per la letteratura...

 ;)

E' il futuro  ^_^
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Ethans

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #48 il: Luglio 24, 2011, 22:50:31 pm »
E' il futuro  ^_^

Fa ben sperare allora...

 :)

Offline Nemo90

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #49 il: Luglio 24, 2011, 23:17:51 pm »
Mi piace quello che hai scritto Nemo, hai un vero talento per la letteratura...

 ;)

È che leggo un sacco. Tutto qui.
"1984" di Orwell, poi, è il mio libro preferito. Davvero profetico, rivelatorio. Lo dovrebbero dar da leggere obbligatorio, come I promessi sposi - fra l'altro non è neanche pesante.

Sono sicuro che se la gente leggesse (e, soprattutto, capisse...) "1984", il mondo sarebbe un posto ben diverso.

Dunque. (Immaginatemi che mi spingo gli occhiali sul naso)
Leggiamo. Parte terza, capitolo III, pag. 268.

"«Il tuo recupero» disse O'Brien «comprende tre stadi: apprendimento, comprensione, accettazione»". Il "recupero" è, per chi non avesse letto il libro (marsc'!), quello del protagonista Winston Smith dalla brutta malattia del pensiero libero.

Vi ricorda niente?
Apprendimento: è la fase iniziale, quella brutale. Winston viene torturato selvaggiamente, sottoposto a sedute di lavaggio del cervello.

L'apprendimento dell'inferiorità è la prima fase dell'evirazione. In alcuni paesi come la Svezia, essa inizia già in tenerissima età. Viene effettuata con un bombardamento di informazioni, una distorsione della realtà, una continua esposizione allo stigma sociale. L'uomo viene denigrato, l'idea stessa di virilità viene infangata e ridotta a mero residuo di un non meglio specificato "passato maschilista" (ricordate: al momento siamo in guerra con l'Estasia, quindi sempre stati in guerra con l'Estasia, dall'alba dei tempi). Alcuni uomini resistono alla terapia: essi vengono presi di persona e ridicolizzati.

Non è necessario, in questa fase, che l'uomo comprenda. Deve solo apprendere, alcune nozioni chiave devono essere instillate nel suo cervello, il campo di coltura deve essere seminato.
Diceva Goebbels (o chi per lui): "Ripeti una balla cento, mille, un milione di volte, e diventerà verità". Lo shock del "primo attacco" è fondamentale, bisogna causare disordine mentale, scompaginare l'autostima, ferire e schernire. Bisogna inculcare alcune verità di base.

Comprensione: Winston non viene più torturato, e le sedute di lavaggio del cervello assomigliano più che altro a chiacchierate.

Una volta che l'uomo è stato ridotto in ginocchio, ferito, scioccato, disorientato, ecco che il torturatore si trasforma nello specchio della propria coscienza. Con tono tranquillo, egli (o ella) appare come la creatura che può dispensare conoscenza, può aiutare a far finire quella tortura.
L'uomo, più che altro per paura e timore, accetta quanto gli viene detto. Gli viene fatto notare quanto sia miserabile, così brutto e dalle vesti stracciate. Non gli viene detto, però, che è stato il torturatore a ridurlo in quello stato, non lui. Gli si dà la colpa di essersi auto-mutilato, quando in realtà si è trattato di un pestaggio ai suoi danni, ben organizzato. Si dice che è l'uomo che si è impigrito, non sa cogliere il passo coi tempi.

Qui scatta il meccanismo del complesso di inferiorità. Il paziente, messo davanti all'innegabile verità oggettiva della sua inferiorità intellettiva e fisica, accetta la sua difettività, il suo essere imperfetto, scaleno. Si affida alle mani del torturatore per essere riportato all'umanità, per «guarire» da quella sua così palese condizione di miseria (nella quale ancora crede di esserci finito per una sua mancanza, e non per le azioni del torturatore, che egli crede essere nel giusto, essere un missionario che vuole solo aiutarlo).

Accettazione: Winston viene trattato molto meglio, viene curato e medicato, ora si rimette nelle mani di O'Brien per essere redento. L'ultimo passo è la rinnegazione dell'ultimo valore che lo rendeva umano: l'amore, nella stanza 101. Poi è pronto per l'esecuzione. Egli «ama il Grande Fratello», piange di gioia mentre si avvia al patibolo.

L'uomo viene trattato meglio, ora è considerato come "amico della causa", "uomo che ha riconosciuto dove siede il giusto". Gli è permesso di prendere parte alle riunioni, viene lodato per essere uno studente così diligente, per aver rinnegato quei brutti valori che imbracciava solo pochi mesi prima.

Egli sa di essere inferiore, di aver peccato e di non potersi redimere. È stato scacciato dal Giardino per un suo errore imperdonabile, ma - generosamente - è stato riammesso dopo aver tribolato un pentimento quasi totale. Ora può godere di alcuni piccoli privilegi, può godere di riflesso, indirettamente.

L'ultimo step è proprio la perdita della capacità di amare.
L'uomo rinnega l'amore, lo rinnega, lo riduce a mero atto meccanico, a sfregamento di mucose, tradisce colei che un tempo amava. E questo è l'ultimo atto dell'evirazione. L'uomo ha capito. Ha capito di essere inferiore. Può essere rimesso in libertà dopo la terapia, per «dare un esempio». Ormai è innocuo.

Ma non è ancora finita. L'esecuzione. L'annullamento. La fine del sé.
Essa non è il recalcitrante condannato che viene legato alla sedia elettrica, che lotta disperato, si dimena, urla, spinto dal suo istinto di sopravvivenza che gli impone di combattere fino all'ultimo soffio.

È il rilassato, obliviante atto di lasciarsi andare, di purgare la società dalla propria macchia, e di esserne felici. La razza inferiore è felice di disciogliersi in quella superiore, è felice di lasciarle «campo libero», di svanire nel nulla, perché sa che, una volta priva di ostacoli, essa potrà prosperare felice.

Una volta che la maschilità sarà morta e sepolta - ma dovrà morire di propria volontà, dovrà prima accettare la propria inferiorità, e solo DOPO potrà svanire, annullarsi, porre fino a tutti - il mondo sarà un tripudio di felicità.
Andrea Dworkin diceva che "solo quando la virilità (manhood) sarà morta, il mondo saprà veramente com'è essere liberi". Ecco. Ma la virilità deve morire per sua scelta, deve morire con il sorriso sulle labbra, sapendo di lasciare il mondo in mani migliori. Non deve morire per ope legis, deve suicidarsi.

Ed è proprio dove loro vogliono che noi si vada. Verso il suicidio della virilità. Non verso l'omicidio, verso il suicidio. Un suicidio lieto, liberatorio.

Cavolo quanto ho scritto, ci ho messo quindici minuti!  :doh:

EDIT: Per fare un esempio meno serioso, pensate alla scena finale del (geniale) film "Fantozzi".
Fantozzi si è ribellato: un puerile atto di vandalismo, ha rotto una finestra.

Ecco le guardie che escono dalla sede della Megaditta.
Lo portano a colloquio dal Megadirettore Galattico. Egli non punisce Fantozzi. Anzi. Lo conforta, gli parla con gentilezza, gli dice di convididere alcune delle sue idee. Lo manipola. Lo illude.

Finché Fantozzi felicemente si tuffa nell'acquario dei dipendenti, è felice di essere tornato ad essere "la triglia". Non viene costretto. È lui che accetta, da solo, la sua inferiorità, di essere, appunto, solo "la triglia". Abbraccia la sua miseria, ci sguazza dentro (letteralmente) con un sorriso.

Il film è comico, sì, ma è anche molto, molto, molto profondo. Un altro capolavoro.
« Ultima modifica: Luglio 24, 2011, 23:34:30 pm da Nemo90 »

Offline Ethans

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #50 il: Luglio 24, 2011, 23:39:20 pm »
Bravo, ben scritto se si pensa al tempo che hai impiegato... cerca però di mantenere sempre una certa distanza tra quello che leggi e la realtà in cui vivi. Benche ci si possa indubbiamente rispecchiare in opere come "1984" (anche in ambito QM) non lasciarti trasportare troppo dall'immaginazione. C'è il rischio di scambiare la realtà con la trama di un libro...

Complimenti per la sintassi e il lessico. Anche la fantasia non ti fa difetto.

 ;)

EDIT: in effetti il finale di "Fantozzi" ha indubbiamente un sapore orwelliano...

Offline Nemo90

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #51 il: Luglio 24, 2011, 23:46:21 pm »
(Scusate il doppio-post, ma non posso più editare il mio messaggio)

Da notare, nella scena fantozziana.
Se Fantozzi avesse visto l'acquario dei dipendenti prima della "terapia" di inferiorità, sarebbe rimasto scandalizzato, avrebbe riconosciuto in esso l'ingiustizia, la prevaricazione sociale, l'umiliazione dei più deboli.

Ma dopo la "terapia", dopo il brainwashing, gli sembra una cosa perfettamente normale: il Megadirettore è un essere superiore, e come tale ha diritto a questo ed altri privilegi. Si offre volontario per l'umiliazione, per l'annullamento, per essere riportato allo zero, per essere cancellato.

Se spiegassimo ad un marziano le quote rosa (esempio a casaccio), rimarebbe scandalizzato: "Ma cos'è quest'ingiustizia?" direbbe. Anche molti uomini pre-trattamento si oppongono.

Poi si convincono della superiorità dell'Essere Femminile, e le accettano come la naturale affermazione della loro superiorità. Una volta che è stato annullato, che ha imbracciato di essere antiquato, inferiore, minuscolo, il soggetto accetta i privilegi della casta superiore come ovvi, scontati, naturali. È, per lui, perfettamente pacifico che Ella venga privilegiata, aiutata.

Quello che gli sarebbe sembrato iniquo diventa equo, perché espressione del dislivello naturale.
È l'agnello che si fa mangiare dal lupo perché sa di essere inferiore.

L'indipendenza, la libertà di pensiero non si fa uccidere. Non si possono estirpare le idee dalla mente delle persone. L'unico modo in cui si può appiattire e controllare la gente è convincedola ad affermare, di propria spontanea e libera volontà, la propria inferiorità.

Offline Nemo90

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #52 il: Luglio 24, 2011, 23:57:12 pm »
Bravo, ben scritto se si pensa al tempo che hai impiegato... cerca però di mantenere sempre una certa distanza tra quello che leggi e la realtà in cui vivi. Benche ci si possa indubbiamente rispecchiare in opere come "1984" (anche in ambito QM) non lasciarti trasportare troppo dall'immaginazione. C'è il rischio di scambiare la realtà con la trama di un libro...

Complimenti per la sintassi e il lessico. Anche la fantasia non ti fa difetto.

 ;)

EDIT: in effetti il finale di "Fantozzi" ha indubbiamente un sapore orwelliano...

No, infatti.
La realtà è diversa dal libro. Noi possiamo sfuggire. Siamo diversi. Ci sono singolarità nell'uniforme manto di obbedienza. E si stanno gonfiando, ingrossando. Niente dura per sempre. Il comunismo si è accasciato su sé stesso, l'illusione era finita. Secondo me è solo questione di tempo prima che succeda lo stesso con il vetero-nazi-femminismo.

Già ci sono dei promettenti segnali.
Il "Se Non Ora Quando" di Siena, che prometteva grandi fasti da Woodstock si è rivelato un imbarazzante flop (1000-1500 partecipanti). Tutte annoiate signore sui 45-55, pochi giovani, molta fuffa, tanti slogan.

Hanno fatto fuoco e fiamme il 13 febbraio solo perché la manifestazione era spudoratamente diretta contro Berlusconi. Non c'entravano niente i proclama femministi: era solo il disgusto popolare contro il cavaliere. La gente ci è andata perché vuole far sparire Berlusconi. Quando il movimento ha cercato di "spiccare il volo", di distaccarsi dall'anti-berlusconismo (a Siena), ha perso la propria base e si è schiantato dopo il decollo.

Se il femminismo italiano è costretto a far leva sull'anti-berlusconismo per trovare un supporto ideologico, è messo male. Sfruttano il (naturale, secondo me) sentimento di odio verso Berlusconi per radunare gente.

Una volta che Berlusconi se ne sarà andato (nemmeno lui è immortale), il femminismo rimarrà, come si dice dalle mie parti, con il culo per terra. Rimarranno a discutere del niente riempito col vuoto e tappato col nulla. Rimarrano a discettare dei massimi sistemi, ormai dimentichi della realtà.

Ma ci sono dei paralleli inquietanti, almeno secondo me, fra 1984 e la realtà. Inquietanti.

Offline Ethans

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #53 il: Luglio 25, 2011, 00:47:23 am »
E' un piacere leggerti, continua pure se hai voglia... sono in ascolto...


Offline Nemo90

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #54 il: Luglio 25, 2011, 01:01:58 am »
E' un piacere leggerti, continua pure se hai voglia... sono in ascolto...



Sono stanco e ho sonno, quindi per adesso vi do la buonanotte.
Ma mi farò vivo presto: mi piace questo forum e mi intriga l'opportunità di discutere della QM.

Buonanotte.

Offline jorek

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #55 il: Luglio 25, 2011, 01:29:09 am »
No, infatti.
La realtà è diversa dal libro. Noi possiamo sfuggire. Siamo diversi. Ci sono singolarità nell'uniforme manto di obbedienza. E si stanno gonfiando, ingrossando. Niente dura per sempre. Il comunismo si è accasciato su sé stesso, l'illusione era finita. Secondo me è solo questione di tempo prima che succeda lo stesso con il vetero-nazi-femminismo.

Già ci sono dei promettenti segnali.
Il "Se Non Ora Quando" di Siena, che prometteva grandi fasti da Woodstock si è rivelato un imbarazzante flop (1000-1500 partecipanti). Tutte annoiate signore sui 45-55, pochi giovani, molta fuffa, tanti slogan.

Hanno fatto fuoco e fiamme il 13 febbraio solo perché la manifestazione era spudoratamente diretta contro Berlusconi. Non c'entravano niente i proclama femministi: era solo il disgusto popolare contro il cavaliere. La gente ci è andata perché vuole far sparire Berlusconi. Quando il movimento ha cercato di "spiccare il volo", di distaccarsi dall'anti-berlusconismo (a Siena), ha perso la propria base e si è schiantato dopo il decollo.

Se il femminismo italiano è costretto a far leva sull'anti-berlusconismo per trovare un supporto ideologico, è messo male. Sfruttano il (naturale, secondo me) sentimento di odio verso Berlusconi per radunare gente.

Una volta che Berlusconi se ne sarà andato (nemmeno lui è immortale), il femminismo rimarrà, come si dice dalle mie parti, con il culo per terra. Rimarranno a discutere del niente riempito col vuoto e tappato col nulla. Rimarrano a discettare dei massimi sistemi, ormai dimentichi della realtà.

Ma ci sono dei paralleli inquietanti, almeno secondo me, fra 1984 e la realtà. Inquietanti.


condivido e sottoscrivo qualsiasi cosa che hai detto. Non so se qu o sul sito di uominibta scrissi che il 13 in piazza c'era anddato il cadavere del femminismo, non il femminismo, che ormai vive nella luce riflessa dell'antiberlusconismo e basta. Hai fatto bene a sottolineare anche del flop totale della "manifestazione" di siena. Da evidenziare il quasi totale disinteresse delle giovani alla cosa. Secondo me il terreno è buono per un nuovo conflitto generazionale( per ora solo strisciante), tra gente che non ha fatto altro che sparare un mucchio di cazzate, e chi le cazzate se le deve bere anche se sono tuttaltro che dolci e buone e sincere: la strada per l'inferno è lastricata di buone intenzioni.

Offline Ethans

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #56 il: Luglio 25, 2011, 02:24:33 am »
Una volta che Berlusconi se ne sarà andato (nemmeno lui è immortale), il femminismo rimarrà, come si dice dalle mie parti, con il culo per terra.

Io penso di no invece... le donne in piazza sono andate perchè Berlusconi era la più ghiotta delle occasioni per rivendicare diritti, privilegi, quote rosa e quant'altro. Pensi che alle femministe gliene possa fregare qualcosa del premier? Nient'affatto, loro hanno usato il Berlusca per fare un gigantesco spot su scala nazionale finalizzato a far vedere agli italiani la bravura, il coraggio, l'onestà, lo spessore morale che alberga nell'animo delle donne. Quindi contro Berlusconi non in quanto politico e uomo di malaffare ma semplicemente perchè (secondo loro) è l'emblema del machismo più becero, un uomo con un'importante carica istituzionale che offende la dignità delle donne. Quale occasione più grande per pubblicizzare la superiorità morale della donna nei confronti di noi omuncoli beceri e depravati e quindi, tradotto in spiccioli, ottenere concessioni e favori in qualsiasi ambito professionale, politico, istituzionale e via dicendo? Facendo chiaramente leva sul senso di colpa indotto (dalla propaganda femminista) che alberga nell'inconscio collettivo del genere maschile da 40 anni a questa parte?

Il teorema è tutto qui a mio parere e il femminismo sarà vivo e vegeto anche dopo Berlusconi. Esisteva già da prima, non dimentichiamocelo... Il premier è solo uno spot, come il Burka, Parolisi, Sakineh, l'Istat, Amnesty, il Panda, Nonna Papera e Qui Quo Qua  ;)

Solo le Quote Rosa ci salveranno, sembra un paradosso ma è così.

Offline Stealth

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #57 il: Luglio 25, 2011, 14:21:08 pm »
Nemo ma sarai mica un parente di Barnar,t per caso? Scrivi come lui... :unsure:
« Ultima modifica: Luglio 25, 2011, 14:33:09 pm da Giubizza »

Offline Nemo90

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #58 il: Luglio 25, 2011, 14:57:03 pm »
Nemo ma sarai mica un parente di Barnar,t per caso? Scrivi come lui... :unsure:

Chi è Barnart?

No, comunque, non credo di essere parente di chicchessia possiate conoscere.
Non ci sono molti "scrittori" nella mia famiglia.

Offline Stealth

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Re: Psicopatologia di un maschio pentito (dal forum UAAR)
« Risposta #59 il: Luglio 25, 2011, 15:17:55 pm »
Chi è Barnart?

Uno che scrive come te. Le idee espresse sono piuttosto diverse, ma lo stile è molto simile.