Autore Topic: giovane assassinato dalla propria ragazza (che però è libera e si gode la vita)  (Letto 5388 volte)

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Offline Vicus

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Se esistesse veramente un "Dio", non esisterebbe nemmeno la specie umana...
Esisterebbe "qualcos' altro", sicuramente migliore della summenzionata specie.
La specie umana è stata lasciata libera di fottersi con le proprie mani
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Le fonti ?
Naturalmente sei ibero di crederci, come io lo sono di non crederci.
Resta il fatto che un presunto "dio", onnipotente e onnisciente, NON avrebbe lasciato "libera" di distruggersi questa cazzo di umanità.
Sennò che "dio" onnipotente è ?
E' una contraddizione in termini.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Mi esprimo meglio su un particolare: la condanna del fatto avvenuto e delle responsabilità della donna, c'è stata solo DOPO la mia indignazione e quella di altri pochi utenti. Non è stata spontanea. Certo, meglio che niente.


Usando il tuo stesso metro, ti faccio notare che solo dopo che ti è stato fatto notare che con le femmine (ma per altri versi il discorso vale anche con gli uomini) il rispetto non è gratuito, bisogna guadagnarselo e pertanto bisogna imparare a farsi rispettare, tu hai ammesso che effettivamente è così, perché in precedenza non avevi scritto una parola al riguardo.
La tua ammissione non è stata spontanea ma indotta dalle nostre parole.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Le fonti ?
Naturalmente sei ibero di crederci, come io lo sono di non crederci.
Resta il fatto che un presunto "dio", onnipotente e onnisciente, NON avrebbe lasciato "libera" di distruggersi questa cazzo di umanità.
Sennò che "dio" onnipotente è ?
E' una contraddizione in termini.
Le gente ha difficoltà a credere a un Dio eterno, ma crede facilmente a una materia eterna che da sola si è organizzata in esseri intelligenti.
Basta esaminare gli Atti per capire che nessuna religione umana si sarebbe diffusa a quel punto sulla base di un mito, o di un'invenzione (lo dice lo stesso S. Paolo: se avessimo inventato tutto saremmo da compatire più di tutti gli altri).
L'uomo è una creatura libera, non è una besta da soma, è quindi libero di autodistruggersi o rendere il pianeta un inferno. Fino a un certo punto, perché oltre il Signore opera un "reset", come dimostrano le crisi e le guerre incipienti ("che non ci saranno mai", "il mondo continuerà così per altri mille anni")
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Marco21

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Veramente il divieto dei funerali esisterebbe ancora. Ecco cosa dice il Catechismo:

Il suicidio contraddice la naturale inclinazione dell'essere umano a conservare e a perpetuare la propria vita.

Non necessariamente, tanti si uccidono per leggerezza e per capriccio, per sfidare la sorte


Capisco che le morti avvenute stupidamente per sfidare la sorte siano da condannare. Io stesso, quando vedo ad esempio gente correre con la motocicletta come dannati, dico sempre "ma se morisse andando a sbattere da qualche parte, chi proverebbe dispiacere per un cretino simile?". Quindi ti capisco.

Però non sono d'accordo sulla condanna del suicidio. L'errore logico, a mio parere, è nel pensare che il fare del male a sè stessi, avvenga con lo stesso grado di lucidità del fare del male al prossimo. L'errore è tutto qui. Ed è un errore molto palese, secondo me. La paura della morte, che è presente in tutti gli esseri viventi senzienti, è talmente grande ed intensa, che impone la presenza di una forza contraria altrettanto imponente, che la superi. E questa forza è la disperazione assoluta, la distruzione assoluta della mente e del suo libero arbitrio (ammesso che prima ci fosse) Non ci si uccide per divertimento. Non è facile non avere paura della morte, SPECIE, se NON si è credenti. Paradossalmente forse proprio chi crede nella vita dopo la morte, riesce a porre fine a questa esistenza.

Ma il punto centrale, che molti ignorano, è che non è possibile che il suicidio avvenga con identico grado di lucidità di ogni altra azione dannosa. Per questa ragione, il suicidio non può essere giudicato con gli stessi criteri. Quell'uomo era ormai spacciato (sia quello del post, come anche la storia che ho raccontato), e nessuno, forse nemmeno uno psicologo, avrebbe ormai potuto salvarlo.

Era come un malato terminale. Era già stato ucciso, ben prima. Avrà resistito con tutto sè stesso alla sofferenza e alla "forza" malefica che lo induceva a suicidarsi. Avrà lottato fino all'ultimo, (CON I MEZZI CHE AVEVA A DISPOSIZIONE PER COMPRENDERE), proprio come lotta un malato terminale. Finchè, un bel giorno, non ce l'ha fatta più. Credo che il dare per scontato il totale libero arbitrio in una persona che si suicida (come purtroppo molti fanno), riveli poca empatia, ma anche poca conoscenza delle dinamiche psicologiche complesse che si innescano in casi come questi.

Il libero arbitrio FORSE lo aveva prima, molto prima. Nelle prime fasi di conoscenza con questa donna, ai primi segnali di tossicità, avrebbe dovuto e potuto allontanarsene, quando ancora era libero di scegliere e la mente non era ancora ammalata. E nemmeno possiamo esserne sicuri. Il libero arbitrio, come minimo, è una lotta interiore, come una guerra. Quella che molti, secondo me, superficialmente chiamano "scelta", è invece SEMPRE il risultato di questa atroce guerra interiore all'ultimo sangue.

Comunque se di fronte a tutte queste dinamiche difficili e complesse, si preferisce girarsi dall'altra parte e dire che molto semplicemente lui ha "scelto", allora niente... Amen. Più che provare a spiegare e dimostrare, non si può fare. Spesso è una questione di percezione. Vediamo solo ciò che vogliamo vedere. Sicuramente vale anche per me.
« Ultima modifica: Agosto 21, 2023, 19:29:24 pm da Marco21 »

Online Marco21

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Nonostante io stimo e apprezzo molto i contributi di Giovane, già nel titolo del topic trovo una incongruenza, non l'ha ucciso la ragazza, ma si è suicidato.

La colpa morale si può estendere a più persone oltre alla "strega", per esempio a chi negli anni ha formato il carattere "perdente e remissivo" di questo giovane uomo.

Possibile che in sei mesi di "pesante persecuzione" nessuno della cerchia delle conoscenze di questo ragazzo si sia accorto, lo abbia avvertito (e salvato) della relazione tossica in cui era caduto?

No, non sto scherzando, sono molto serio.  tu credi che ti sia più utile un commento contro questa presunta (?????)  manipolatrice oppure un consiglio su come rinforzarti il carattere e come trattare una manipolatrice nel caso ne incontri una nella tua vita reale?


Sul primo punto, ho risposto già nel post di poco fa, in risposta a Vicus. Per me è stato ucciso dalla ragazza. Non a caso, PERSINO il codice penale contempla il reato di INDUZIONE AL SUICIDIO. E se è presente un reato del genere, in una società squallida come questa, che non contempla quasi per nulla i reati morali, allora figurati quanto davvero questo sia un tema importante.

Poi, sono d'accordo con te sul fatto che dal concetto filosofico di "colpa", se lo si analizza seriamente, viene fuori un vaso di Pandora immenso. La stessa cosa vale anche per il tema del libero arbitrio, che molti semplificano. Entrambi i concetti, sia quello di colpa, sia quello di libero arbitrio, si possono estendere all'infinito, perchè siamo tutti delle marionette. La responsabilità è solo una convenzione umana e legale, o pseudo-religiosa. Ma è un concetto che determina sempre una semplificazione grossolana nell'analisi di un fenomeno. Si potrebbe anche giustificare la donna, con gli stessi criteri e dire che la colpa è dei genitori che l'hanno educata. E così via.

E' un tema da cui non se ne esce vivi (si fa per dire).

Comunque no, la manipolatrice non è PRESUNTA. Hanno persino fatto sentire le registrazioni in cui lei lo comanda e gli dice di uccidere i genitori. Quale presunta? Credo tu non abbia approfondito.

Resta il fatto, che la prima cosa di cui rendersi conto è che in questa storia, c'è un uomo che è morto. E non è morto per colpa sua. E non è costruttivo o "responsabilizzante" incolparlo. Nonostante sono consapevole che i concetti di vittima e carnefice, siano filosoficamente e spiritualmente molto discutibili, penso che non sia per nulla responsabilizzante invertirli nemmeno parzialmente, distribuendo le colpe come cercate di fare. Per me la colpa è tutta della donna. I concetti di vittima e carnefice, a qualcosa servono e non è responsabilizzante stravolgerli.   

Quanto alla canzone di De Andrè, la riflessione magistrale secondo me, riguarda la frase:

Citazione
"ma lei fu presa da sgomento.
A lei niente era restato,
non il suo amore, non il suo bene,
ma solo il sangue secco delle sue vene"
.

Cosa voleva dire è abbastanza palese: De Andrè NON ha voluto crocifiggere il suicida, ma ha chiaramente scritto che la povera idiota era lei, perchè dovrà convivere per tutta la vita con quello "sgomento", e con quel suo narcisismo stupido e masochistico, del quale non resterà nulla, e lei stessa non ci avrà guadagnato NULLA e l'unica cosa che le resterà, non sarà certo il suo amore, ma solo il sangue secco delle sue vene. La povera idiota era lei. Non lui.

Poi certo, ripeto, ha perfettamente senso il vostro invito a difendersi dalle streghe. Ma non è dando colpe con crudeltà, che si istruisce un uomo a difendersi. Uno che legge una cosa del genere, si incazza e basta. Non si istruisce nessuno così.

Se mi rubano l'auto, una cosa è se mi dici "cerca di installare un antifurto più efficiente". Altra cosa è dire "ti hanno rubato l'auto perchè sei un povero fesso che non ha saputo installare un ottimo antifurto. La responsabilità è tua".

La prima frase è utile.
La seconda fa soltanto incazzare. E a buon ragione.

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Infine, rispondo a Massimo, a Frank e a Salar


E' rimasto lì a fare la vittima...
Tagliare la corda, no? Mandarla affanculo, no? Mollarle due ceffoni ben assestati, no?


Idem come sopra. Nel post in risposta a Vicus di pochi minuti fa, ho spiegato che non è affatto così semplice come sembra.

 
Usando il tuo stesso metro, ti faccio notare che solo dopo che ti è stato fatto notare che con le femmine bisogna imparare a farsi rispettare, tu hai ammesso che effettivamente è così, perché in precedenza non avevi scritto una parola al riguardo.
La tua ammissione non è stata spontanea ma indotta dalle nostre parole.


Ok Frank. Semplicemente ognuno ha voluto, in questa conversazione, sottolineare prima di tutto ciò che, per la sua sensibilità, riteneva più importante. Colgo anzi l'occasione per dirti che approvo molte delle cose che scrivi. Vale per te, come vale anche per tutti gli altri utenti. Ammiro il vostro coraggio, che dimostrate con le vostre scelte di vita. Se non provassi stima per voi, non sarei qui a leggervi e a parlarvi. Ed anche questo è scontato.

Ma in generale credo ne sia uscita fuori una discussione importante e che valeva la pena affrontare.

E vi ringrazio per aver partecipato e aver dato il vostro contributo.



Il suicidio è autodistruttivo.
Ma in modo apparente, vuole semplicemente, talvolta salvarsi dalla sofferenza, dunque tutelarsi.
Il suicida NON è una vittima.


E' apparenza che il suicidio sia autodistruttivo? Il suicida muore. Mette fine alla sua vita. Ed è realmente autodistruttivo, purtroppo. E non pone fine solo alle sofferenze, MA A TUTTA LA SUA VITA. Pone fine a tutto ed affronta la terribile paura della morte, come già ho scritto nei post precedenti. Il suicidio non tutela nulla. Non è una fuga, e non è nemmeno una scelta, ma solo il risultato di una disperazione inconcepibile, che evidentemente non potete nemmeno immaginare.

Nessuno che sia in grado di scegliere con lucidità si suicida. Nessuno. Il suicidio, richiede PER FORZA, una totale assenza di lucidità, affinchè si possa azzerare totalmente la paura della morte, che è immensa per tutti.

« Ultima modifica: Agosto 21, 2023, 20:46:40 pm da Marco21 »

Offline Vicus

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La paura della morte, che è presente in tutti gli esseri viventi senzienti, è talmente grande ed intensa, che impone la presenza di una forza contraria altrettanto imponente, che la superi. E questa forza è la disperazione assoluta, la distruzione assoluta della mente e del suo libero arbitrio (ammesso che prima ci fosse) Non ci si uccide per divertimento. Non è facile non avere paura della morte, SPECIE, se NON si è credenti.
Comunque se di fronte a tutte queste dinamiche difficili e complesse, si preferisce girarsi dall'altra parte e dire che molto semplicemente lui ha "scelto", allora niente... Amen. Più che provare a spiegare e dimostrare, non si può fare. Spesso è una questione di percezione. Vediamo solo ciò che vogliamo vedere. Sicuramente vale anche per me.
Appunto, la disperazione è un peccato gravissimo, che si aggiunge a quello di porre fine alla propria vita, dono di Dio, rigettando quindi l'amore del Creatore, che sussiste a prescindere dall'amarezza dell'esistenza.
I non credenti si suicidano di più perché pensano che dopo tutto finisca, mentre in realtà cominciano le VERE sofferenze che non avranno mai fine.
Certo che lui ha scelto, non lo ha mica giustiziato nessuno e anche nei peggiori momenti si ha sufficiente nozione di sé per capire ciò che si sta facendo
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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anche nei peggiori momenti si ha sufficiente nozione di sé per capire ciò che si sta facendo
Quindi l'incoscienza non esiste e non è mai esistita.
Stando a questa frase, non avrebbero senso le cliniche psichiatriche. Tutta la psichiatria sarebbe una scienza inutile. Tutti quindi scelgono col massimo della lucidità possibile. Tutti sono Dio, sanno tutto e vedono tutto col massimo della perfezione possibile per scegliere nel migliore dei modi possibili. Il concetto stesso di "lucidità" è superfluo, poichè questa è sempre assoluta e perfetta.

Questa visione oltre a contraddire il buon senso e la psicologia, contraddice anche ciò che hanno insegnato i più grandi maestri.

Gesù disse "padre perdonali, perchè NON sanno quello che fanno".

Il Buddha disse che questo mondo è avvolto nella nebbia, e che chi compie il male, lo compie perchè non ha sviluppato la capacità di vedere oltre la nebbia. Il male viene compiuto per inconsapevolezza. Il male è SEMPRE un atto contro sè stessi, anche quando è compiuto verso altri. Per questa ragione, nessuno, se consapevole, compierebbe un azione dannosa, perchè sa che non potrà sfuggire in nessun modo alle conseguenze e che il male compiuto tornerà tutto indietro al colpevole. E se questo vale persino per il male verso il prossimo, figuriamoci se non vale per il suicidio.

Quindi chi, sapendo tutto questo, una volta consapevole, compierebbe il male? Nessuno. Se ne deduce che il male è SEMPRE frutto d'ignoranza.

Ho capito soltanto adesso comunque che dietro questi giudizi, c'è una forte morale cattolica, dogmatica. E' così perchè è così. E' così perchè stato stabilito dalla chiesa. Punto e basta.

Poi delle parole pronunciate da Gesù chi se ne importa.
Quel che conta è ciò che è stato stabilito nei concili ecumenici.

Si arriva all'assurdo, che quel che afferma la chiesa, conta più di quel che affermava Gesù. Eppure Gesù era un rivoluzionario, un "eretico". Uno che stravolse tutto ed era irriverente verso le religioni dell'epoca. Se Gesù fosse qui oggi, non lo riconoscerebbe nessuno (tantomeno i cattolici), perchè sarebbe il peggiore degli eretici. Se Gesù tornasse, verrebbe ucciso di nuovo, magari dagli stessi cattolici.
La storia si ripeterebbe uguale.
« Ultima modifica: Agosto 21, 2023, 23:08:41 pm da Marco21 »

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Alle femmine si nega il libero arbitrio, per questo prendono pene più miti degli uomini. Ma come strategia davanti a Dio è molto pericolosa perché i casi di completa incapacità di intendere sono rari, anche nelle cliniche figurarsi fuori.
Non serve la lucidità perfetta, quella la si ha solo all'altro mondo (nel bene e nel male) ma basta la semplice consapevolezza delle conseguenze di un atto irreparabile. Ho già detto del Santo Curato d'Ars, la compassione in persona, che disse che un tale si era salvato solo perché si era PENTITO un instante prima di morire. Dire queste verità è fare del BENE ma la gente preferisce il padre della menzogna, che mellifluamente suggerisce che Dio non vede né punisce nulla e la gente che soffre non è capace di nulla e in fondo fa bene a porre fine (apparente) alle sue sofferenze.
Il prossimo passo è l'eutanasia, anche per i sani purché siano un po' depressi e presto l'omicidio di Stato per chi non "produce" abbastanza.
Gesù non ha MAI detto che il suicidio è lecito ai Suoi occhi e i cristiani sanno da SEMPRE che conseguenze ha, non ci sono voluti Concili ecumenici che secondo te, servono solo ad appannare la fede anziché a chiarirla. Magari per difendersi da errori che puntualmente si ripresentano e mai come oggi
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Gesù non ha MAI detto che il suicidio è lecito ai Suoi occhi e i cristiani sanno da SEMPRE che conseguenze ha, non ci sono voluti Concili ecumenici che secondo te, servono solo ad appannare la fede anziché a chiarirla. Magari per difendersi da errori che puntualmente si ripresentano e mai come oggi
Con la stessa logica, si potrebbe dire che anche Gesù si è suicidato. Sapeva benissimo a cosa andava incontro, quindi se l'è cercata. In ogni momento avrebbe potuto porre fine alle sue sofferenze indicibili, ma non lo ha fatto. Ha scelto di farsi torturare. Perchè non si è difeso? Era un pazzo?
Ma soprattutto era irrispettoso nei confronti del valore della sua vita?
Per quanto possa sembrare semplicistico, è la sorte che è toccata a tantissimi grandi uomini della storia, come Socrate, Giordano Bruno, e molti altri. Ne parlava il filosofo Platone, nel suo "mito della caverna", nel quale scrive che gli uomini uccidono SEMPRE, chi cerca loro di svegliarli. E' la sorte che spetta agli uomini più fragili, alle anime più nobili, ai disadattati nei confronti di questa società orribile.

E mi rifiuto di credere che Dio, un essere onnisciente, sia così ingiusto da punire le anime più buone, fragili ed oneste, che non hanno saputo adattarsi a una società malata. Dio non potrebbe mai essere così ingiusto verso le anime più buone.


Citazione
"Non è segno di salute mentale essere ben adattati ad una società profondamente malata".
Jiddu Krishnamurti.

Socrate fu indotto al suicidio. Ed anche Giordano Bruno, fondalmentalmente ha scelto di farsi uccidere e di rifiutare tutte le occasioni per salvarsi. Che differenza fa se ti uccidono rendendoti la vita un inferno e istigandoti al suicidio in vari modi, oppure se ti torturano fisicamente sulla croce?
I mezzi e i modi per uccidere sono tanti. E non conta solo chi compie l'ultimo gesto. Non sarebbe giusto affermare questo.

Questa mentalità è la stessa di quelle donne che affermano che la colpa dei femminicidi è solo degli uomini, e che loro non hanno nessuna responsabilità, perchè, come dici tu, quel che è accaduto prima non ha importanza, e perchè ciò che conta è solo l'atto finale.  Loro sostengono che i reati morali non esistono. Io invece sono per la reintroduzione dei reati morali. Del resto, se il codice penale, persino in una società squallida come questa, che non contempla i reati morali, prevede il reato di induzione al suicidio, un motivo ci sarà.

Comunque vabè, abbiamo opinioni diverse. Amen. Grazie comunque del confronto.
« Ultima modifica: Agosto 22, 2023, 00:58:36 am da Marco21 »

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Popolo di dura cervice... Gesù è venuto al mondo per redimere l'umanità, non per "suicidarsi".
Che le anime nobili vengano perseguitate non c'è dubbio. Lo scrisse anche Wyndham Lewis, l'umanità "è una congerie di parassiti che esistono sull'individuo, che vivono su un'esigua scorta di individui. [...] E qualsiasi cosa rappresenti il principio d'individualità essi l'attaccano. [...] Alle spalle di ogni grande intelligenza umana vi sono milioni di forme secondarie, che essa aziona e nutre. I rapporti che sussistono fra questa schiera solitaria e gli organismi cui essa è assegnata non sono ben definiti da una calda e reciproca simpatia".
Citazione
E mi rifiuto di credere che Dio, un essere onnisciente, sia così ingiusto da punire le anime più buone, fragili ed oneste, che non hanno saputo adattarsi a una società malata. Dio non potrebbe mai essere così ingiusto verso le anime più buone.
L'anima col suicidio perde la sua "bontà", perché è un atto di radicale rifiuto dell'amore Dio vivente. Purtroppo anche a causa di una Chiesa in autoliquidazione, oggi prevale un'idea puerile e piagnucolosa di Dio e della bontà.
Ci ripetiamo, da capo al fine: quella donna ha gravi responsabilità, ma non sono una scusante per il gesto irreparabile di lui, perché è lui che in ultima istanza ha deciso di porlo in essere
 
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Dal Vangelo secondo Matteo:

Citazione
Non giudicate, per non essere giudicati;  perché col giudizio con cui giudicate sarete giudicati, e con la misura con la quale misurate sarete misurati.

Se c'è quindi qualcuno che ha dato un'idea di Dio meno giudicante rispetto al vecchio testamento, è stato proprio Gesù, che più volte, mise in crisi l'idea del Dio punitivo. Un Dio che anzi, stando a questo passo del Vangelo, potrebbe in alcuni casi provare più misericordia per i peccatori, che per coloro che li giudicano aspramente.

Che senso avrebbe insegnare a noi umani il valore del perdono ("perdonare 70 volte 7", disse Gesù), se poi Dio stesso fosse incapace di perdonare?

E ti sta parlando uno che ha sempre il giudizio facile, in tante situazioni. Quando mi viene fatto notare, rispondo che Gesù e i grandi maestri si riferivano alla componente negativa del giudizio (inteso anche come rancore e incapacità di perdonare), ma non al discernimento, che invece resta fondamentale. Non-giudizio non significa non-discernimento.

Però io giudico chi compie davvero il male. Non chi è vittima. E bisogna saper distinguere. Inoltre sarebbe anche saggio giudicare non sulla base di una ideologia religiosa e dogmatica, ma sulla base di una propria percezione personale, magari anche con un fondamento di logica.

Ma nonostante io sia incline al giudizio (o meglio al discernimento) qui, persino io, vedo un astio inutile e un giudizio severissimo, verso persone che assolutamente non lo meritano, e che anzi meriterebbero il massimo possibile di comprensione. Vedo cattiveria in questo giudizio. Ed è un giudizio dogmatico, puramente ideologico, non frutto di un sentire interiore. Non è certamente quello che Gesù ci ha insegnato.

Se persino la disperazione, come dici è un peccato gravissimo, allora finiremo tutti all'inferno. E persino Gesù, quando sulla croce si disperò dicendo "Padre perchè mi hai abbandonato?", è stato allora un gravissimo peccatore, perchè era disperato. E poco importa che qualcuno lo abbia fatto disperare dall'esterno. Perchè, come dicevi, anche nelle condizioni peggiori, il senno non si perde mai. Giusto?
Sento il rumore delle unghie sugli specchi... ma va bene. Ti perdono.  :)

Offline Vicus

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E io perdono la tua ignoranza, che spero involontaria e incolpevole. L'astio e il giudizio sono solo nella tua mente e mi auguro non nel tuo cuore.
Il lettore curioso e magari a questo punto un po' annoiato, troverà interessante sapere che la cultura sessantottina fu un immenso esperimento volto a distruggere la "mentalità dogmatica" per rendere il mondo una immensa comune di amebe abuliche.
Dire che il suicidio conduce all'Inferno non è "giudicare". Questo è la mentalità woke che hanno instillato per ridurre la società e specialmente gli uomini a una massa frignante.
Dio perdona chi si pente ma rispetta chi col proprio comportamento si ribella radicalmente a Lui, e lo manda dove merita. La vita è una guerra diceva S. Agostino, e in guerra si muore in questo caso spiritualmente. Per questo conviene non lasciare che l'insipienza guidi propri pensieri e le proprie parole.
Citazione
Se persino la disperazione, come dici è un peccato gravissimo, allora finiremo tutti all'inferno.
Guarda che non siamo tutti disperati, anche se hai un concetto tutto personale di disperazione:
Citazione
E persino Gesù, quando sulla croce si disperò dicendo "Padre perchè mi hai abbandonato?"
Presentami chi ti ha fatto catechismo, se ci sei andato, così gli torco le orecchie. Gesù cita un salmo di affidamento a Dio che termina col soccorso dell'Onnipotente: "Ma io a Te Signore, grido aiuto, e al mattino giunge a Te la mia preghiera".
Citazione
è stato allora un gravissimo peccatore, perchè era disperato. E poco importa che qualcuno lo abbia fatto disperare dall'esterno.
Che tocca sentire... La gente non vuol riflettere sulla responsabilità degli atti umani davanti al Creatore e così resta annullato ogni rimorso; tutto è considerato lecito. Ma non ci si può prendere gioco dell'Onnipotente.
E ora se permetti chiudo, ché le geremiadi le apprezzo soltanto quando sono del profeta
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Salar de Uyuni

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Buongiorno questa discussione va decisamente oltre quelle che sono le nostre umane facoltà.
Io da adolescente ho già patito per concetti come inferno e punizioni eterne.
Io come umano non li reputo né giusti, né sensati.
Tuttavia nessuno sa cosa riservi l 'altrove.

A Marco dico io non è che non empatizzi con chi si suicida, tutto quello che descrivi è perfettamente comprensibile.
Chiaro che è un gesto di profondissima sofferenza.
Chiaro che uno preferibbe vivere.
Ok.
Dov è il problema che io l'ho chiamata scelta?
Ci sono esperienze di premorte di gente che si è suicidata se uno è interessato a questo spinosissimo argomento che forse non andava nemmeno evocato.
Non tutti vedono inferni.
Chi si è chi no.
Il tema è assurdamente doloroso e complicato.
Ci sono siti come NDERF che trattano l'argomento premorte.
Io empatizzo fin troppo con chi compie questo "passo" se non lo vogliamo chiamare scelta.
Ci sono persone che in famiglia hanno dei familiari che l'hanno compiuta.
Non è un discorso "leggero" e a mio avviso va trattato con cautela.
In generale tutta questa vicenda è spiacevole.
Nessuno capisce le ragioni della sofferenza in questo mondo come si potrebbero comprendere le ragioni della sofferenza in un altro?
Io mi auguro che Dio se c'è trovi tempo e modo di farmi comprendere questa diamine di esperienza senza senso apparente chiamata vita, trovi modo di alleggerire del peso che porto io come tutti, e non di appesantire il tutto con ulteriori cose senza senso.
Per il momento non ci è troppo riuscito, o non ci sono riuscito io.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''