Autore Topic: "Perché devo avere un partner per essere madre?"  (Letto 3301 volte)

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Offline Vicus

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #30 il: Giugno 30, 2023, 15:43:16 pm »
Infatti la verità non gliela dico, memore della parabola delle perle e dei porci. Il Vangelo non dice: "E' inutile dare le perle ai porci", ma "affinché i porci non si rivoltino a sbranarvi". Per cui dico loro quel che vogliono (anzi possono) sentire, quando sono saturo delle loro di menzogne, le mollo al loro destino:
Citazione
Queste sono le uniche cose che nel corso della loro vita, potranno almeno un po farle riflettere.
Forse si sveglieranno un po  e capiranno il male che hanno fatto, solo quando faranno i conti con le malattie e con la morte.
No, probabilmente neppure allora. Sono una generazione perduta
Citazione
Ecco spiegato perchè le donne fanno schifo!!!
Se provi a spiegarlo a loro (te ne viene voglia, specialmente quando ti dicono le loro c.zzate), anche in maniera gentile ed indiretta, le mandi in cortocircuito. Provare per credere
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #31 il: Giugno 30, 2023, 21:54:52 pm »
Mi inserisco in questa vostra discussione, per dire che alle donne non da tanto fastidio che un uomo sia "stronzo", quanto che dica loro la Verità. E' questo che proprio non sopportano. Anzi a loro gli stronzi piacciono. Adorano essere trattate male e gli stronzi veri, quelli davvero pericolosi, se li tengono stretti. Mentre non hanno nessuna considerazione per chi cerca di svegliarle ed aiutarle davvero.

Infatti con tutte le mie ex ho riscontrato che provenivano da storie, in cui hanno sopportato cose veramente squallide, che inorridivo solo a sentirmele raccontare. E loro anche dopo esserne uscite, tendevano ancora a giustificare i loro ex. Ma poi, con me invece, è bastato che io facessi delle osservazioni logiche sulle loro incoerenze e mille contraddizioni, delle critiche alle loro scorrettezze, delle analisi sulla loro disonestà ed opportunismo, dette con educazione e spesso anche con grande affetto sincero, per essere giudicato aggressivo, saccente, e chi più ne ha più ne metta, ed essere lasciato senza uno straccio di empatia.

Una volta dissi a una ragazza (di cultura): "Riesci a renderti conto che ti ho fatto delle critiche costruttive, e che non ti ho mai offesa, nè insultata, nè alzato mai la voce, nè parlato in modo volgare?"
E lei: "bè lo avresti potuto fare. Avrei preferito se mi avessi detto "sei una stronza". In quel caso non mi sarei offesa. E non ti avrei lasciato.
  Capite? :D Sono le argomentazioni che danno fastidio e che sono il male assoluto per loro.

Altre volte, mi è capitato di dare consigli. Ad esempio dissi a una ragazza in sovrappeso, che è dimostrato scientificamente che quella condizione corporea aumenta il rischio di TUTTE le malattie.
Risposta di LEI: "ah, mi stai augurando di ammalarmi. Tu vuoi il mio male. Mi auguri il peggio".
Al chè io dissi "non c'è nessuna correlazione tra le mie parole e ciò che ti accadrà. Semmai io ti sto mettendo in guardia".


La stessa dinamica si è ripetuta con un'altra ragazza, su altre questioni che non riguardavano la salute.

Una ragazza mi disse anche "quando parlo con te mi sento una nullità". Un'altra mi disse che non potevamo stare insieme, perchè io sono un salutista.

Ovviamente, per queste mie "colpe" sono stato allontanato e trattato male. Ma io non avrei MAI potuto mentire. La mia indole mi impone di dire sempre la Verità, anche a costo di sopportarne pesanti conseguenze. Questo è il coraggio che alle donne da un fastidio terribile. IL CORAGGIO DI DIRE LA VERITA.

Questo sono le donne. Ciò di cui hanno paura NON è lo stronzo, ma uno che dica loro la VERITA. Sono delle eterne bambine capricciose.

Per loro, vale in modo palese, quella famosa citazione di Leopardi, che diceva:




Marco, con le femmine non bisogna mai fare discorsi troppo seri e impegnativi.
Con loro bisogna parlare del più e del meno, cazzeggiare, sparare quattro cazzate e giocare, altrimenti le principesse sul pisello si annoiano a morte.
I discorsi seri è possibile farli solo con una ristretta minoranza di uomini, perché non va dimenticato che anche la stragrande maggioranza degli uomini è quello che è.
Se così non fosse, non ci troveremmo qui a fare i carbonari, dietro a soprannomi di vario genere.

Citazione
Sono delle eterne bambine capricciose.

E' quello che dico anch'io da lustri.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #32 il: Giugno 30, 2023, 22:08:34 pm »
Tempo fa per fortuna salvai la pagina, da te postata in un'altra discussione. La allego in PDF. Bisogna sempre salvare tutto, perchè le cose utili spariscono sempre. Internet non è affidabile.

Prima del covid un vecchio utente di questo forum mi passò tutto il libro in PDF.
Purtroppo si è volatilizzato anche quello.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #33 il: Giugno 30, 2023, 22:18:42 pm »
Ne copio e incollo il testo, per una più agevole lettura, visto che la pagina non è più disponibile.





Quel maledetto crucco di Moebius

by Dalla redazione — 8 Novembre 2010
in ATTACCO FRONTALE, FAMIGLIA-EDUCAZIONE-SCUOLA, INEDITION, SALUTE-MEDICINA



“L’inferiorità mentale della donna”: un libro “scorretto”, pubblicato nel 1998 da Castelvecchi,
ormai fuori catalogo e “raro”


Esiste una mentalità rozza e volgare, fondata su pregiudizi contro le donne: il termine che
sintetizza tale atteggiamento precostituito è molto noto ed è misoginia. Assolutamente
contraria a questa, ma ugualmente del tutto fondata su prevenzioni nella stessa misura
acritiche, vi è altresì un’altra posizione ideologica – probabilmente influenzata dal
sentimentalismo ottocentesco di marca romantica e oggigiorno molto di moda, anzi un must
che accomuna tutte le posizioni politiche -, secondo la quale tutto ciò che è inerente al
mondo femminile e alle sue rivendicazioni è bello, buono, vero e giusto. Il termine – meno
noto del primo – e che definisce o potrebbe definire tale pregiudizio è filoginia.
Contro di essa – e sulle differenze fisiche e spirituali tra i due sessi – ha scritto molte
controverse pagine Paulus Julius Moebius (Lipsia, 1853-1907), psichiatra tedesco, direttore
del Policlinico neurologico della città natìa.
La casa editrice Castelvecchi, encomiabile per aver stampato nel
corso degli anni molteplici testi “scomodi” e “trasgressivi”, nel 1998
ha dato alle stampe uno “scandaloso” scritto di Moebius,
L’inferiorità mentale della donna (Über den physiologische
Schwachsinn des Weibes, 1900). Abbiamo notato che esso è da
tempo scomparso non solo dal catalogo della casa editrice romana,
ma che è introvabile anche nei remainder e nelle vendite on line.
Seguendo lo spirito critico di LucidaMente, ci è venuto il sospetto
che la scelta di far “sparire” il libro sia stata provocata da motivi
legati al politically correct, cui abbiamo dedicato il presente numero
della rivista. Come mai oggi circolano nelle librerie italiane
porcherie di ogni tipo, che si ammucchiano costituendo scandalose,
mortifere cataste, mentre un volumetto non privo di pregi, se non
altro stilistici, si è dileguato?
Abbiamo perciò sentito l’attuale direttore editoriale della Castelvecchi, Cristiano Armati, che,
nel corso di una cordiale conversazione telefonica, ci ha rassicurato: L’inferiorità mentale
della donna è uscito dal catalogo della casa editrice per aver concluso il proprio “ciclo”, senza
che vi siano state scelte, censure o motivazioni particolari, né in seguito a particolari
pressioni di lettori o associazioni “filogine” o femministe. «Magari» ci ha detto Armati
«oggigiorno un libro fosse capace di suscitare reazioni forti, anche sdegnate o
scandalizzate!». Conoscendo bene pure noi l’atmosfera di “quietismo” che aleggia
sull’editoria e sui libri pubblicati in Italia, l’assoluta mancanza di polemiche, stroncature,
recensioni forti, pur di mantenere in quieto vivere, non inimicarsi alcuno, tirare a campare,
condividiamo pienamente la considerazione di Armati.
Resta, d’altro canto, la “sparizione” del libro di Moebius. Del resto,
l’edizione italiana della Castelvecchi era stata fatta precedere da una
insolita introduzione di Filippo Scòzzari. Perché “insolita”? Perché l’artista
bolognese – peraltro in genere molto iconoclasta e trasgressivo – prende
duramente le distanze dal saggio di Moebius, denigrandolo (!) con
affermazioni del tipo: «Mi appresto a sparare su un tedesco scemo che era
anche un medico scemo e uno scrittore scemo. Ora fortunatamente è
morto da moltissimi anni, quindi è scemissimo, e non lo ricorda un cane». Peccato che lo
“scrittore scemo” sia stato un bravo saggista e ancora oggi sia ricordato per aver scoperto
sindromi, malattie e sintomi che portano il suo nome. È certamente singolare che un
prefatore parli male del libro che sta introducendo (se a uno non piace un libro, evita di fare
il prefatore dello stesso), anzi insulti in modo volgare e preconcetto l’autore. E questo la dice
già lunga sui vincoli del “politicamente corretto” su cui abbiamo discettato in questo numero
della rivista.
Per recuperare qualcosa del libro di Moebius, abbiamo pertanto scelto di selezionarne alcuni
brani tratti dall’edizione Castelvecchi, brani che riportiamo di seguito e che oggi appariranno
“provocatori” o “maschilisti”. Il lettore (e/o la lettrice), ovviamente, li valuti come meglio
desidera, considerando però che ormai siamo, come i cani di Pavlov, condizionati a reazioni
obbligate dall’ideologia dominante del politically correct. E che non tutte le donne sono
uguali… Forse le stesse donne farebbero bene a prendere coscienza di certi atteggiamenti di
alcune e che qualche critica a volute, masochistiche màrtiri di uomini violenti, a conformiste,
bigotte, vittimiste, rampanti senza scrupoli ed escort varie farebbe bene a tutte e tutti. Il
compito del giornalista e del letterato consiste, comunque, nell’informare, documentare, far
conoscere, senza censure aprioristiche. Ecco alcuni brani dal libro di Moebius:
«Gli innovatori politici e religiosi non si accorgono che l’umanità è
tutt’una cosa con la Natura e che le leggi umane, dovunque
ripetentisi, necessariamente derivano dalla natura stessa degli
uomini. Essi credono sul serio che basti avere un giusto obbiettivo e
buona volontà perché il mondo muti faccia; non vedono l’uomo
reale, il quale nelle circostanze più importanti della vita segue i suoi
istinti, ma si tengono d’innanzi agli occhi una figurina di cera, la cui
forma possa esser cambiata a volontà e si illudono di trionfare sulla
Natura con le loro leggi. Così i femministi pensano di trasformare la
donna per mezzo delle leggi e dell’educazione. Ora, è
semplicemente puerile il credere che l’essenza della donna, quale si

ritrova in ogni tempo e presso tutti i popoli, sia un dato del capriccio».
«Concessione di diritti eguali in un senso ragionevole, non può significare altro che a
nessuno venga fatta ingiustizia e che vi sia giusto compenso per ogni prestazione. Si
propugni invece l’uguaglianza, sul principio che tutti gli uomini siano uguali, come volevano i
rivoluzionari di vecchio stampo: sarà predicata una stoltezza, poiché gli uomini non sono
uguali e tanto meno sono uguali i due sessi. Infatti cotesta sciocca idea dell’uguaglianza non
ha nulla a vedere col “movimento del proletariato femminile”; si tratta soltanto della
soppressione delle miserie, frutto delle nostre infelici condizioni sociali, si tratta di giustizia
verso le donne e le fanciulle che sono costrette a guadagnarsi il pane».
«Ciò che generalmente è ritenuto vero e buono, per le donne è in realtà vero e buono. Esse
sono rigide e conservatrici e odiano le novità, eccettuato, s’intende, il caso, in cui il nuovo
arrechi loro un vantaggio personale. Si dà così l’apparente contraddizione che le donne,
strenue a difendere le vecchie usanze, corrano dietro, tuttavia, ad ogni nuova moda; sono
conservatrici, ma accolgono per buona ogni assurdità per poco che questa venga abilmente
suggerita».
«La loro morale è soprattutto morale di sentimento; la morale che deriva dal ragionamento
è loro inaccessibile e la riflessione non fa che renderle peggiori. A questa unilateralità
s’aggiunge una ristrettezza di visuale. Giustizia, senza riguardo alla persona, è per esse un
concetto vuoto di senso. Esse, nel fondo, non hanno il senso del giusto. Ne consegue la
violenza degli affetti, la incapacità al dominio di se stessi. La gelosia e la vanità,
insoddisfatta o ferita, suscitano tempeste che non concedono campo a nessuna riflessione
d’ordine morale. Se la donna non fosse fisicamente debole, essa sarebbe un essere
altamente pericoloso».
«La lingua è l’arma delle donne, poiché la loro debolezza mentale le obbliga a rinunziare alla
prova dei fatti, per cui non resta loro che la piena delle parole. La litigiosità e la smania delle
chiacchiere non a torto furono in ogni tempo ritenute specifiche del carattere femminino».
«Parimenti è loro caratteristica un’avarizia fuori di luogo. Molto affine a questa caratteristica
è l’abitudine a far gran caso di minime questioni. Piccole bagattelle del momento fanno loro
dimenticare passato e avvenire, le questioni più serie e le minuzie vengono trattate con lo
stesso impegno e spesso ciò che veramente è importante viene trascurato per amor di un
nonnulla. Né giovano le dure esperienze, e le dimostrazioni più persuasive provocano bensì
teorici assentimenti, ma non mutano lo stato delle cose: “Alla fin fine io son fatta così”».
«Se la donna giudica il comportamento e la condotta di un’altra donna, spesso essa sarà
molto perspicace e potrà spingere il suo sguardo molto più a fondo che non la maggior parte
degli uomini. Ma la cosa è ben diversa quando si tratta di giudicar se stesse».
«Un certo grado di libertà è assolutamente condizione di vita per l’uomo, sia questi un
cacciatore, che deve, libero, scorrazzare pei monti, sia invece un filosofo che deve
liberamente muoversi nei regni del pensiero; ma la donna non ricerca affatto la libertà, anzi
la sua felicità consiste appunto nel sentirsi legata».
«Quando imparano a conoscere l’amore, come ben presto si dilegua tanto clamore! Resta
unico padrone del campo l’amore e le passate aspirazioni non risvegliano ormai altro che
allegre risa. Quando, poi, per soprammercato, arrivano i bambini, vengono dimenticate del
tutto le infantili aberrazioni dello spirito».
«Nella vita reale la cosa è chiara, ma quando scrivono, gli uomini perdono il buon senso».
L’immagine: la copertina dell’edizione Castelvecchi de L’inferiorità mentale della donna di
Paul Julius Moebius.
Franco Nardelli
(Lucidamente, anno VI, n. 61, gennaio 2011)




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Tramite un paio di mie vecchie conoscenze, che scrivono in altre sedi (facebook e instagram), son venuto a conoscenza del fatto che anche questa vecchia discussione, aperta nel lontano 2007 da uno dei pionieri della QM, è stata cancellata da circa due anni a questa parte.

https://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo.html

Citazione
Milo Riano
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Cos'è il maschilismo.
« on: October 10, 2009, 20:39:42 PM »
Quote
In un forum lontano lontano iniziò - ad opera di un utente a me non esattamente noto - una discussione che si chiedeva cosa fosse davvero il maschilismo.
Io penso sia quasi un obbligo per il newbie conoscerla, tanto per i contenuti quanto per la forma.
Pur essendo ancora raggiungibile all'indirizzo indicato in fondo al post, in allegato ho messo l'intera discussione in versione stampabile.
Buona lettura.

La discussione inizia così:

iulbrinner
29-11-2007 14.41.14

Del tutto in linea con un certo tipo di cultura dominante, anche in questo forum si osserva, con allarmante frequenza, il ricorso al termine "maschilismo" per connotare alcune convinzioni individuali espresse (da pochissimi, per la verità) nel contesto delle varie discussioni.
Che cosa si intenda con questo termine è, tuttavia, in larga misura, indeterminato - così come nella realtà ordinaria - anche all'interno di queste conversazioni.
Una definizione dizionaristica identifica il maschilismo come " atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell'uomo sulla donna ed il comportamento conseguente a tale atteggiamento".
E' altrettanto noto e pacifico che il c.d. maschilismo, inteso in questa accezione, non è oggetto di alcuna teorizzazione strutturata, ossia, non deriva da alcun sistema di pensiero definito ed oggi accreditato (tranne i fascismi storici del novecento), da alcuna ideologia conosciuta ed oggi praticata (tranne i nostalgici dei fascismi storici del novecento) e non si lega ad alcun personaggio della vita politica, culturale e morale dei nostri tempi che ne abbia dato una giustificazione teorica e lo abbia posto a base del proprio impegno intellettuale o di movimenti d’opinione esistenti.
In altri termini, il maschilismo è, secondo la definizione corrente, un connotato comportamentale individuale che prescinde, ai nostri giorni, da qualunque sistema di convinzioni collettivamente condiviso.
Ciò premesso, tanto nella realtà comune quanto all'interno di queste pagine, questo termine viene usato (o, meglio, abusato) per qualificare ogni posizione che non sia di perfetta aderenza al “pensiero unico”, con segnato riferimento alla dinamica del rapporto tra i sessi.
Se si sostiene di non voler sostituire la donna nel suo ruolo materno si è maschilisti.
Se si denuncia la falsa informazione e la gonfiatura propagandistica praticata intorno al fenomeno della violenza sulle donne, si è maschilisti.
Se si sostiene che il mondo femminile è più irrazionale di quello maschile, si è maschilisti.
Immagino che se anche si contestassero le quote rosa si sarebbe maschilisti….e via discorrendo.
Benché in nessuna di queste posizioni sia teorizzata, implicitamente o esplicitamente, una superiorità maschile, la bollatura è, immancabilmente, quella del “maschilismo”.
L'interrogativo di fondo di questo 3d vuole essere, allora, questo:
quale accezione si deve, quindi, dare al termine “maschilismo” e di quali nuovi significati impliciti è portatore?
è maschilismo tutto ciò che non compiace ed asseconda il mondo femminile?

http://www.riflessioni.it/forum/cultura-e-societa/12022-cose-veramente-il-maschilismo.html
* cose-veramente-il-maschilismo.zip (319.25 kB - downloaded 86 times.)
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Re: Cos'è il maschilismo.
« Reply #1 on: October 10, 2009, 20:43:55 PM »
Quote
Grande discussione, epica, forse la più grande su un forum che non fa parte del circuito della qm, e di livello estremamente alto come è il forum di riflessioni.it.
Ci sono lì almeno 4 tra i migliori tremilisti di sempre. 
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=173.0
« Ultima modifica: Giugno 30, 2023, 22:29:31 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #34 il: Luglio 01, 2023, 01:37:44 am »
Vero. Verissimo. Si impregano come spugne della propaganda che ormai dispensano all'università.
Degli non gli importa assolutamente nulla, perché per quanto si sforzino pensano troppo, non sono frivoli e non le fanno divertire abbastanza

Un fatto che va evidenziato con forza è che alle femmine frega meno di zero degli uomini in quanto tali; a loro interessa solo l'utilità o meno che i suddetti possono avere nei loro confronti.
Ed infatti mi vien sempre da sorridere ogni volta che sento parlare di "femmine innamorate".
Ora, considerando che le femmine non rispettano e non stimano assolutamente gli uomini, come è possibile che si innamorino dei suddetti, considerando che il cosiddetto amore presuppone stima, rispetto e fiducia nell'altro ?
Ma di che cazzo stiamo parlando ?

Un altro fatto di cui ho parlato più volte, anche in altre sedi, è che le femmine non sono assolutamente attratte dagli uomini nella stessa misura in cui quest'ultimi lo sono dalle appartenenti al sesso femminile.
A loro piace veramente solo una ristretta minoranza di uomini; tutti gli altri son praticamente invisibili ai loro occhi e alle loro ovaie.
Se li frequentano, li sposano e ci scopano è per motivi che niente hanno a che fare con una reale attrazione verso i medesimi.

Altro fatto da rimarcare: contrariamente a quanto narra la propaganda mediatica femminista, con tutti i cagnolini scodinzolanti e leccaculo al seguito, nei rapporti di coppia le femmine sono molto più aggressive, offensive, manesche e violente degli uomini.
Per non parlare del fatto che tendono regolarmente a voler comandare, in primis perché considerano gli uomini una massa di coglioni ritardati, sicché partono dal presupposto che essendo tutti deficienti devono essere guidati.
Non a caso ho scritto innumerevoli volte che quelli tra i due sessi sono anzitutto rapporti di forza, di potere e non d'amore, per cui o comandano loro o comandiamo noi.
Con le femmine non esistono né possono esistere i cosiddetti "rapporti paritari".
Tutto il resto è fuffa femminista politicamente corretta.
Questi sono fatti di cui le nuove generazioni maschili devono e dovranno prendere atto.
Togliersi il velo di Maya è assolutamente necessario, perché le femmine non sono affatto esseri dolci e gentili. *
Anzi, le femmine allo stato brado, senza più paletti né argini, sono esseri repellenti e ammosciacazzi.

---------------

* In passato era l'estinta (in Occidente) società patriarcale a renderle "dolci e gentili"...
Finito il cosiddetto patriarcato è emersa la vera natura femminile, che è quella che possiamo ammirare oggi.
« Ultima modifica: Luglio 01, 2023, 01:53:10 am da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #35 il: Luglio 01, 2023, 01:54:35 am »
Citazione
USA Today - 29 giugno 1994

Abusi coniugali reciproci - di Warren Farrell, Ph. D.

Il più grande mito che il caso O.J. Simpson può rafforzare è quello che la violenza in ambiente domestico è una strada a senso unico (uomo-a-donna), e il suo corollario, che la violenza maschile contro le donne è un risultato della mascolinità.

Quando cominciai i 7 anni di ricerca su questi temi in preparazione di "Il mito del potere maschile", iniziai con queste due assunzioni essendo l’unico uomo in USA ad essere stato eletto 3 volte all’ufficio di direttore dell’Organizzazione Nazionale delle Donne di New York City e tali assunzioni erano indiscusse nei circoli femministi.

La mia prima scoperta - che in USA e Canada più del 90% delle denunce di violenze in ambiente domestico alla polizia erano da parte di donne, e non di uomini - sembrava confermare queste assunzioni. Ma in seguito il quadro divenne più complesso.

Circa una dozzina di studi in USA e Canada chiedevano ad entrambi i sessi con che frequenza picchiavano l’altro, tutti scoprivano che le donne picchiavano gli uomini o più frequentemente o tanto spesso quanto gli uomini le donne.

Due degli studi principali - di Suzanne Steinmetz, Murrey Strauss e Richard Gelles - davano per assunto che gli uomini picchiassero le donne in maniera più grave, così divisero la violenza in ambiente domestico in sette diversi livelli di gravità. Essi furono sorpresi dallo scoprire che i livelli più gravi di violenza erano perpetrati da donne ad uomini.

Tuttavia c’è un caveat. Gli uomini che picchiavano le donne procuravano lesioni maggiori del caso contrario. In ogni caso, questo caveat aveva il suo proprio caveat: era proprio perché i colpi degli uomini facevano più male, che le donne ricorrevano a metodi più drastici (es.: versare dell’acqua bollente addosso al marito o scagliare una padella sulla sua faccia). Queste scoperte furono supportate dal rapporto del Census Bureau:

Nel 1977, il Census Bureau americano condusse la Ricerca Nazionale sul Crimine, monitorando 60.000 famiglie ogni 6 mesi per tre anni e mezzo. Venne rilevato che le donne usavano armi contro gli uomini nell’82% dei casi; gli uomini usavano armi contro le donne nel 25% dei casi. Soprattutto si notò che persino le donne riconoscevano di picchiare gli uomini più di quanto gli uomini picchiassero le donne.

L’elemento chiave, quindi, è chi innesca questo ciclo di violenza. Steinmetz, Strauss e Gelles scoprirono che spesso sono le donne ad iniziare. Perché? In parte, quando credono che gli uomini possano prendere l’iniziativa - e per paura quindi di diventare un punching ball e di non poter contrattaccare.

Ero ancora un pò incredulo. Chiesi a migliaia di uomini e donne nei miei workshop di numerare tutte le relazioni in cui avevano picchiato il partner prima che questi avesse fatto mai il contrario, e viceversa.

Circa il 60% delle donne riconosceva di essere stata più spesso la prima a colpire; tra gli uomini circa il 90% dichiarava che il partner femminile era stato il primo a colpire.

Ancora sentivo che la violenza era un risultato della mascolinità. Avevo ragione a metà. Gli uomini sono responsabili per la maggior parte della violenza manifestata fuori casa. Ma, quando scoprii che il 54% delle donne lesbiche ammette la presenza della violenza nella sua attuale relazione, mentre solo l’11% delle coppie eterosessuali registra atti di violenza, io mi resi conto che la violenza in ambiente domestico non è un prodotto della biologia maschile.

Perché denunciamo con forza la violenza domestica contro le donne e non siamo neppure a conoscenza della violenza contro gli uomini in ambiente domestico?
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #36 il: Luglio 01, 2023, 01:56:46 am »
Citazione
Le donne abusano degli uomini: è più diffuso di quanto non si pensi

Estratto da un supplemento speciale del Washington Post, 28 dic. 1993

di Armin A. Brott

"Malgrado l’evidenza circa la violenza femminile sugli uomini, molti gruppi cercano attivamente di impedire che si affronti questo tema. La Steinmetz ricevette minacce verbali e telefonate anonime da parte di gruppi femminili radicali che minacciavano di nuocere ai suoi figli dopo che ebbe pubblicato "The Battered Husband Syndrome" nel 1978. Lei dichiara di trovare ironico che le stesse persone che dicono che la violenza iniziata dalle donne è esclusivamente autodifesa facciano così in fretta a minacciare violenza contro persone che non fanno altro che pubblicare uno studio scientifico.

La storia della Steinmetz non è la sola. Dieci anni dopo questo studio, R.L. McNeely, un professore della School of Social Welfare dell’Università del Wisconsin, e Gloria Robinson-Simpson pubblicarono "The Truth about Domestic Violence: A Falsely Framed Issue". L’articolo esaminava vari studi sulla violenza in ambiente domestico e concludeva che la società deve riconoscere che gli uomini sono vittime "o si starà considerando solo parte del fenomeno".

Poco tempo dopo, McNeely ricevette delle lettere da un’organizzazione femminile della Pennsylvania che minacciava di usare la propria influenza a Washington per bloccare i fondi per la ricerca. Robinson-Simpson, che scoprì alcuni dei dati più importanti, fu lasciata a lungo a sé stessa. Secondo McNeely, "lei, una giovane assistente, fu creduta "raggirata"" dal professore maschio."(fine della citazione)



La ricerca ritiene che i sostenitori dei centri contro gli abusi peggiorano il problema

Washington Times, 31 gennaio 1994

Sezione A, Joyce Price

Murray A. Strauss, un sociologo e co-direttore del Laboratorio di Ricerca sulla Famiglia dell’Università del New Hampshire, accusa "le donne dei movimenti contro gli abusi" di negare che le donne abusino fisicamente dei mariti, degli ex mariti e dei fidanzati, di dare poca importanza a tali abusi. "Esiste questa finzione nei movimenti contro gli abusi, che in ogni caso è lui, non lei" il responsabile delle aggressioni in ambito familiare", ha dichiarato il dott. Strauss in una recente intervista.

Il dott. Strauss ha dichiarato che almeno 30 studi sulla violenza in ambiente domestico - compresi alcuni da lui condotti - hanno dimostrato che i due sessi sono ugualmente imputabili. Ma ha aggiunto che alcune ricerche, come un recente rapporto nazionale canadese, "hanno omesso i dati sulle donne che abusano degli uomini...perché politicamente imbarazzanti." Donne e uomini "sono quasi identici" in termini di frequenza di aggressioni come schiaffi, spinte e calci, ha dichiarato il dott. Strauss.

Usando le informazioni sulle coppie sposate avute da 2994 donne nel Rapporto Nazionale sulla Violenza in Famiglia del 1985, il dott. Strauss ha detto di aver riscontrato una percentuale di aggressioni da parte delle mogli del 124 per mille coppie, contro il 122 per mille di aggressioni da parte del marito.

La percentuale di aggressioni lievi da parte delle mogli era del 78 per mille coppie, e la percentuale di aggressioni lievi da parte dei mariti era del 72 per mille. Per la categoria delle aggressioni gravi, percentuale era del 46 per mille coppie per le aggressioni da parte delle mogli e 50 per mille per le aggressioni da parte dei mariti. "Né la differenza è statisticamente diversa", ha scritto Strauss sulla rivista Issues in Definition and Measurement. "Dato che queste percentuali sono basate esclusivamente su informazioni fornite da intervistati donna, la quasi equivalenza nelle percentuali di aggressioni non può essere attribuita a pregiudizi di genere nel raccontare." (fine della citazione)

L’articolo che segue è stato scritto da Judith Sherven e James Sniechowski di Los Angeles. Lei è una psicologa e lui ha anche un dottorato.

Donne e uomini ugualmente colpevoli di abusi domestici

"Ancora una volta, il mito del malvagio maschio assalitore e della perfetta, innocente donna vittima viene diffuso come vangelo. La discussione è nazionale. La collera e il dolore, palpabili. Solo quando verremo a patti con il fatto che la violenza in ambiente domestico è responsabilità sia di uomini che di donne, potremo mettere fine a questo orribile incubo.

La violenza in ambiente domestico non è una questione di alternative. Non è colpa dell’uomo o della donna. E’ un problema di condivisione. Sia l’uomo che la donna sono lanciati nella loro danza di distruzione reciproca, nella loro incapacità di intimità e apprezzamento delle differenze. Essi hanno bisogno l’uno dell’altro per perpetuare i drammi personali e collettivi di inganni e tradimenti, e così, deplorevolmente, non possono nemmeno lasciarsi.

Questa è un’idea molto strana per chi è cresciuto con i film in cui "l’eroe" trionfa sul "malvagio" e salva la dama dal pericolo. Ma per arrestare la piaga della violenza in ambiente domestico, dobbiamo alterare la nostra prospettiva. Fatti:

· La metà degli omicidi coniugali viene commessa da donne.

· Il Rapporto Nazionale sulla Violenza in Famiglia del 1985, finanziato dall’Istituto Nazionale di Igiene Mentale e supportato da molti altri rapporti, rivelò che donne e uomini abusano gli uni degli altri quasi in numero approssimativamente uguale.

· Le mogli hanno dichiarato di essere più spesso gli aggressori. L’uso di armi per superare lo svantaggio fisico, non rientrava solo nel bisogno di difendersi.

· Mentre attualmente 1,8 milioni di donne hanno subito una o più aggressioni da parte del marito o del fidanzato, 2 milioni di uomini sono stati aggrediti dalla moglie o dalla fidanzata, secondo uno studio sulla violenza nelle famiglie americane pubblicato nel Journal of Marriage and Family. Questo studio ha rivelato anche che il 54% delle violenze definite "gravi" sono attribuite a donne.

· Il Journal for the National Association for Social Workers rilevò nel 1986 che tra i teenager che escono assieme, le ragazze erano violente più di frequente dei ragazzi.

· Le madri abusano dei loro figli in una percentuale che è circa il doppio rispetto ai padri, secondo le agenzie statali di protezione dell’infanzia monitorate dalla Children’s Rights Coalition.

· A causa dei pregiudizi sugli uomini che si lasciano picchiare dalle donne, le donne che denunciano gli abusi subiti alle autorità sono 9 volte più degli uomini.

Nel 1988, R.L.McNeely, un professore della School of Social Welfare dell’Università del Wisconsin, pubblicò ""The Truth about Domestic Violence: A Falsely Framed Issue" rivelando ancora una volta il livello di violenza contro gli uomini da parte delle donne. Tali fatti, comunque, sono "politicamente scorretti". Anche 10 anni prima, Susan Steinmetz, direttrice del Family Research Institute all’Università dell’Indiana ricevette minacce di danni ai propri figli da parte di gruppi femminili radicali dopo aver pubblicato "The Battered Husband Syndrome".

Perché noi, come cultura, siamo restii a svelare la responsabilità delle donne nelle violenze in ambiente domestico? Perché ci aggrappiamo all’immagine pura e verginale della "damigella in pericolo"? Se fossimo sinceri riguardo al cambiamento, dovremmo riconoscere la verità: le donne sono parte integrante della violenza in ambiente domestico. Il movimento femminista reclama eguali diritti per le donne. Se è così, allora le donne dovrebbero assumersi la responsabilità per il loro comportamento e il loro contributo alla violenza in ambiente domestico. Altrimenti resteremmo in una situazione distorta che annebbia la verità. Solo la verità ci mostrerà la via d’uscita dall’epidemia di violenza che sta distruggendo le nostre famiglie e la nostra nazione." (fine della citazione)

Vuoi: Altre copie di questo rapporto - Altri rapporti e articoli sulla famiglia - Citazioni per ricerche e studi - risposte via e-mail da parte di giudici, procuratori, avvocati, riviste giuridiche, editori di pagine web, ecc.

Scrivi a: New World Ministries - Family Resources Index
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«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #37 il: Luglio 01, 2023, 02:17:50 am »
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Un fatto che va evidenziato con forza è che alle femmine frega meno di zero degli uomini in quanto tali; a loro interessa solo l'utilità o meno che i suddetti possono avere nei loro confronti.
Ed infatti mi vien sempre da sorridere ogni volta che sento parlare di "femmine innamorate".
Ci vedono come utili idioti, pedine al servizio dei loro scopi che si bevono qualunque fandonia. L'ho già detto, e per tutta risposat la 27a Ora mi ha accomunato a mostri stragisti e altri pericoli pubblici: le donne oggi sono incapaci di affetto. Al massimo un'infatuazione possessiva come quelle che hanno per i cani. Oltre non sono proprio incapaci di andare.
Citazione
Ora, considerando che le femmine non rispettano e non stimano assolutamente gli uomini, come è possibile che si innamorino dei suddetti, considerando che il cosiddetto amore presuppone stima, rispetto e fiducia nell'altro ?
Ma di che cazzo stiamo parlando ?
Precisamente
Citazione
le femmine sono molto più aggressive, offensive, manesche e violente degli uomini.
Assolutamente
Citazione
le femmine non sono affatto esseri dolci e gentili.
Tranne le francesi che sono patrimoio UNESCO :w00t:
Opinione certificata persino da GTravel :D
Poi, certo, a Parigi il sabato pomeriggio c'è la calata dei separati, alcuni dormono in macchina quindi gentilezza non va confusa con lealtà.
Citazione
In passato era l'estinta (in Occidente) società patriarcale a renderle "dolci e gentili"...
Finito il cosiddetto patriarcato è emersa la vera natura femminile, che è quella che possiamo ammirare oggi.
Non completamente vero, il '68 e la De Filippi le hanno abbrutite come femmine di porto
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #38 il: Luglio 01, 2023, 02:23:52 am »
Vicus

Citazione
Non completamente vero, il '68 e la De Filippi le hanno abbrutite come femmine di porto


Non mi riferivo "solo" all'Italia ma al mondo occidentale; e comunque anche nei paesi dell'est non è che siano meglio...
Anzi.
Resta un fatto: certe ideologie possono attecchire solo se dall' altra parte c'è la predisposizione a farle attecchire...
Viceversa sarebbe impossibile.
Ergo, la vera natura femminile è "quella lì".
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #39 il: Luglio 01, 2023, 02:44:31 am »
Vicus


Non mi riferivo "solo" all'Italia ma al mondo occidentale; e comunque anche nei paesi dell'est non è che siano meglio...
Anzi.
Resta un fatto: certe ideologie possono attecchire solo se dall' altra parte c'è la predisposizione a farle attecchire...
Viceversa sarebbe impossibile.
Ergo, la vera natura femminile è "quella lì".
Sì ma la musica non cambia: le femmine non sono solo state lasciate allo stato brado, ma abbrutite. Comunque sia, la loro responsabilità rimane
« Ultima modifica: Luglio 01, 2023, 10:53:30 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #40 il: Luglio 01, 2023, 10:45:04 am »
Sì ma la musica non cambia: le femmine non sono solo state lasciate allo stato brado, ma abbrutite. Comunque sia, la loro responsabilità rimane

Per me sono semplicemente quello che sono sempre state, solo che un tempo non erano libere "di esprimersi", perché nelle società del passato non gli era possibile...
Ricordo che una volta Meluzzi (altro femminista del menga) disse:
"Ora la tigre è libera..."
Vabbè, a me fa già ridere il sentir parlare di "tigri", ma rende l'idea.
« Ultima modifica: Luglio 01, 2023, 10:53:39 am da Vicus »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #41 il: Luglio 01, 2023, 16:22:46 pm »
Per me sono semplicemente quello che sono sempre state, solo che un tempo non erano libere "di esprimersi", perché nelle società del passato non gli era possibile...
Ricordo che una volta Meluzzi (altro femminista del menga) disse:
"Ora la tigre è libera..."

Sono perfettamente d'accordo con te. Penso anche io che siano sempre state così, ma un tempo erano costrette ad adeguarsi. Adesso è venuta fuori la loro natura. Aver dato loro la libertà, è stato come eliminare la soglia della maggiore età dei 18 anni, cosicchè è come aver dato libertà assoluta ai minorenni, e persino ai bambini o neonati, con conseguenze catastrofiche che si vedranno solo nel tempo, e che non so se gli uomini riusciranno mai a vedere, prima che sia troppo tardi. Perchè ciò che sta avvenendo è quanto espresso dalla metafora della rana bollita. Ci hanno cucinato lentamente. Se il livello di disonestà e materialismo femminile a cui siamo oggi, fosse stato raggiunto all'improvviso 20-30 o 40 anni fa, sarebbe stato intollerabile per tutti. Ma invece, LENTAMENTE, passo dopo passo, sono riuscite a bollirci e a rincoglionire l'intera umanità senza che nessuno o quasi, se ne accorgesse



Marco, con le femmine non bisogna mai fare discorsi troppo seri e impegnativi.
Con loro bisogna parlare del più e del meno, cazzeggiare, sparare quattro cazzate e giocare, altrimenti le principesse sul pisello si annoiano a morte.
I discorsi seri è possibile farli solo con una ristretta minoranza di uomini, perché non va dimenticato che anche la stragrande maggioranza degli uomini è quello che è.
Se così non fosse, non ci troveremmo qui a fare i carbonari, dietro a soprannomi di vario genere.
.

Io capisco quel che dici, ed hai ragione. Ma se devo stare con una donna idiota, con cui non si può parlare di nient'altro che cazzate, allora sono io che non desidero starci insieme. A che mi serve? Non mi attira proprio. Anzi, mi viene solo da mandarla a quel paese. Infatti mi sono spesso chiesto perchè mi ritrovo ad avere questo desiderio di incontrare una ragazza intelligente, se tanto non ne esistono. E' un desiderio masochista, eppure davvero non riesco a sopportare di stare con una donna cretina, che non mi capisce e che spara un mare di cretinate. Che ci sto a fare?

Anche se ci stessi insieme solo per non restare da solo quando sarò anziano, comunque c'è il grande rischio che mi abbandonerebbe lei stessa, molto prima che io cominci a stare male fisicamente. Oppure, addirittura, mi abbandonerebbe proprio quando sto più male, con una scusa qualunque. Tanto si inventano giustificazioni pazzesche in modo spudorato, anche per fare le cose più agghiaccianti.

Offline Marco21

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #42 il: Luglio 01, 2023, 16:31:09 pm »
Infatti la verità non gliela dico, memore della parabola delle perle e dei porci. Il Vangelo non dice: "E' inutile dare le perle ai porci", ma "affinché i porci non si rivoltino a sbranarvi". Per cui dico loro quel che vogliono (anzi possono) sentire, quando sono saturo delle loro di menzogne, le mollo al loro destino:No, probabilmente neppure allora. Sono una generazione perdutaSe provi a spiegarlo a loro (te ne viene voglia, specialmente quando ti dicono le loro c.zzate), anche in maniera gentile ed indiretta, le mandi in cortocircuito. Provare per credere


Ma a che serve stare con una persona a cui sei costretto a mentire e non puoi dire la verità? La vita poi diventa una recita. E ci si mette in casa, una persona a cui bisognerà sempre mentire. L'ho pensato tante volte anche io che a volte è necessario tacere. Ma poi mi sono accorto che non riesco a recitare e ho dovuto gettare la spugna.


Se provi a spiegarlo a loro (te ne viene voglia, specialmente quando ti dicono le loro c.zzate), anche in maniera gentile ed indiretta, le mandi in cortocircuito. Provare per credere


Si si, l'ho verificato anche io. Quando gli si dice la verità esplodono, e poi fanno le vittime. Se si vuole ferire una donna, basta dirle la verità. La verità è l'arma più "pericolosa" che esista.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #43 il: Luglio 01, 2023, 17:43:21 pm »
Ma a che serve stare con una persona a cui sei costretto a mentire e non puoi dire la verità?
A niente, per questo ho chiuso il capitolo donne/matrimonio visti anche i rischi legali.
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La vita poi diventa una recita. E ci si mette in casa, una persona a cui bisognerà sempre mentire.
Appunto, anche solo frequentandole alla fine non ce la fai più, figurarsi averle dentro casa con amiche e familiari invadenti a far da contorno. Ti fanno venir voglia di

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:"Perché devo avere un partner per essere madre?"
« Risposta #44 il: Luglio 01, 2023, 18:15:06 pm »
Marco21

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Ma se devo stare con una donna idiota, con cui non si può parlare di nient'altro che cazzate, allora sono io che non desidero starci insieme. A che mi serve? Non mi attira proprio.

Sfondi un portone grosso come la Luna.
Calcola che io ho 52 anni e non mi sono mai sposato.
Non mi interessa avere un'estranea in casa. (Alberto Sordi docet)

https://movieplayer.it/news/alberto-sordi-ecco-perche-non-si-sposo-mai-spiega-christian-de-sica_81939/
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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