Autore Topic: Santiago è contro la paternità e la civiltà?  (Letto 13039 volte)

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Offline Vicus

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #60 il: Maggio 25, 2020, 06:38:02 am »
Trascrivo qui un intervento di un utente, scritto di getto sul cellulare ma di livello non comune, che dice parecchio sia sull'oggetto di questo topic che su molte altre cose. Un condensato di questione maschile:

In tutto questo sfasciume più di qualcuno sembra convinto che il mondo femminile sia coeso e unito nelle sue battaglie [intende la capacità di organizzarsi dell'intero mondo femminile, non la solidarietà tra amiche],  ma ammesso che sia vero è solo l'illusione data dall'inerzia irrefrenabile della frana generale in cui lo stesso mondo femminile è mandante artefice e vittima. Non soppravalutiamolo credendolo capace di una “governance”  dei processi sociali anche quelli che lo riguardano da vicino.
Smettiamola quindi di millantare le sue potenzialità: non siamo di fronte a nessuna “macchinazione” epocale sottilmente pianificata e programmata dalle femmine contro i maschi  semplicemente abbiamo a che fare con lo scatenarsi del coacervo di tutte quelle forze (tra cui il femminismo) disgregatrici e caotiche che si liberano  in una societa' quando di proposito gli demolisci e abbatti quella specie di costituzione senza tempo rappresentata dai dettami della legge naturale.
La legge naturale custodisce il concetto di natura umana e dei suoi principi morali inscritti nel profondo di ogni essere umano  diversamente dagli animali questa cosa conferisce all'uomo tra l'altro lo status di individuo razionale che attraverso l'uso della ragione conosce la sua legge ovvero il fine a cui la natura tende. La legge naturale dell'uomo non e' altro che una legge razionale  seguirla significa seguire il frutto della propria ragione e non degli istinti come fanno gli animali o "l'inumanita' ideologizzata post 68"
Quando in un dato contesto sociale viene meno l'uso della ragione, il principio di non contraddizione e quello di identita oggettiva delle cose se ne vanno a farsi “benedire” e si scatena il caos portato dal neutralismo e dall'indifferentismo laicista con il suo corollario di relativismo ideale e morale che produce a sua volta il tipico menefreghismo di massa che caratterizza la societa attuale [tradotto: dare addosso alle leggi civili e morali produce molluschi menefreghisti, che sono l'opposto dell'attivista maschile motivato. Capito Stasi e compagni che cercate da sempre invano di radunare le masse?]   
Questo e' appunto il quadro  dove rimettere la questione del femminismo anzi di tutto il mondo femminile senza distinzione di sorta visto che a differenza di quello maschile (che non senza difficolta e contraddizioni almeno cerca di interrogarsi su quanto gli succede intorno) quello femminile appare fossilizzato in una sostanziale apatia esistenziale incapace di esprimere al suo interno dei sia pur flebili distinguo o un'accenno di critica all'andazzo generale che lo coinvolge [tradotto: il mondo femminile non ha la sia pur minima capacità e iniziativa per influenzare uomini, leggi e società nel loro complesso]. Penso che il migliore approccio allo scontro con il femminismo debba passare  attraverso una feroce critica allo stesso mondo femminile per metterlo innanzi allo specchio di quello che e' e  di quello che e' sempre stato.
Le femmine in forza della loro ignavia e della loro incapacita' di assumere decisioni  sono sempre vissute PASSIVAMENTE all'ombra degli statuti sociali via via codificati nel corso della storia dai maschi e in questo c'e' pure la spiegazione del loro connaturao ruolo “domestico”  ruolo che hanno sempre ricoperto molto volentieri se non altro per sottrarsi all'usura spietata che la vita comportava "fuori" dalle mura di casa.
Quindi e' un errore grave scambiare la loro condizione come il frutto di una serie di imposizioni coercitive dei maschi  e non vedo perche proprio adesso dobbiamo considerarle diversamente da come dalla notte dei tempi sono sempre state: e cioe' un combinato pernicioso di  opportunismo irresponsabile e sbarazzinaggio comportamentale tipico della condizione di una persona che anche da adulta su certe cose per pura prassi "estorsiva" nei confronti dei maschi decide di continuare a servirsi di atteggiamenti infantili     
Latitanti incallite sul fronte dell'impegno fattivo per dare un ordinamento e un valore civile alla convivenza delle prime comunità umane senza mai farsi carico di piu alti ideali  le femmine hanno da sempre strutturato il proprio essere intorno alla propria sfera  istintiva sessuale  e ben conscie dell'influenza pervasiva  anzi del ricatto che questo ha sempre avuto nei maschi ci hanno costruito sopra una specie di rendita di posizione antropologica che dura praticamente da sempre  (con buona pace di quello che sostiene certa gente circa fantomatiche donne edificatrici di civiltà) come non bastasse la cosa la si puo notare anche dalle frivolezza con cui considerano se stesse.
In questo senso si spiega anche come oggi l'avanzamanto e lo sviluppo delle societa moderne rispetto alle sfide che devono affrontare sembra prossimo allo stallo  questo si deve al sempre piu massiccio ingresso di femmine nei gangli del sistema  le femminile per come sono obbligano il sistema a riconfigurarsi in base alle loro limitazioni e attitudini funzionali   queste attitudini non sono altro che varianti sul genere dello spirito "domestico" che non va oltre la gestione il management la contabilita' di una situazione precostituita.  Più femmine entrano e piu il sistema si sclerotizza e perde la capacita di essere reattivo alle esigenze della societa  perche impegnato a stratificare lavori inutili su lavori inutili solo per dare una poltrona a torme di femmine che lo ricattano con la retorica dell'emancipazione delle pari opportunita.
Basta! con dialoghi e tavoli mai richiesti. Basta! con complessi di colpa senza giustificazione solo per "galanteria" d'altri tempi nei loro riguardi.
Se una societa non riconosce e non  valorizza la sola risorsa  capace di operare "sfondamenti" nel campo delle conoscenze e delle applicazioni tecnologiche umane cioe quella maschile  muore di burocratedio femminile ricordiamoci che "tolte" le femmine ai maschi rimane l'intero mondo civilizzato che hanno saputo ideare e costruire  alle femmine "tolti" i maschi cosa rimarebbe se non riecono a fregarci il merito di quello che abbiamo saputo fare?  attenzione uomini perche questo concetto piu di altri rimanda al succo della questione maschile
« Ultima modifica: Maggio 25, 2020, 06:51:50 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #61 il: Maggio 25, 2020, 10:18:09 am »
Citazione
In tutto questo sfasciume più di qualcuno sembra convinto che il mondo femminile sia coeso e unito nelle sue battaglie [intende la capacità di organizzarsi dell'intero mondo femminile, non la solidarietà tra amiche],  ma ammesso che sia vero è solo l'illusione data dall'inerzia irrefrenabile della frana generale in cui lo stesso mondo femminile è mandante artefice e vittima. Non soppravalutiamolo credendolo capace di una “governance”  dei processi sociali anche quelli che lo riguardano da vicino.

Vicus, ma dove sarebbe la novità ?
Guarda che io stesso, in passato, ho scritto più volte che da parte maschile c'è la tendenza a sopravvalutare il sesso femminile, ed anche alcuni vecchi della qm che ci han preceduti scrivevano roba simile.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #62 il: Maggio 25, 2020, 12:44:19 pm »
Se non è una novità come si può anche solo concepire che le donne siano in grado di metter su un'organizzazione complessa come la civiltà con leggi, rituali, organizzazione sociale e militare ecc.? O anche di poterla "influenzare" facendo le smorfiose sciacquine con uomini del calibro di Solone, Giulio Cesare o Giustiniano?
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #63 il: Maggio 25, 2020, 13:28:48 pm »
Questa è una lettura di ben altro livello della società femminista. Dal Paesaggio Interiore di H.M. McLuhan:

Un postulato primario del mondo di Henry James è che esso gode di un'enorme supremazia materiale con la sua conseguente euforia. In correlazione con la sensibilità elaborata e tenue del mondo da lui creato vi è una ancor più elaborata struttura di una finanza astratta, e la tecnologia eterea creata da quella finanza. Non è per caso, senza dubbio, che in questo campo la vita femminile debba essere dominante e lussureggiante, e gli esseri maschili timidi e miseri. E una grande e sicura stanza dei bambini, vista nel suo lato materiale. Non vi sono preoccupazioni finanziarie.

Altro che moralizzazione. Troppi ancora vanno a prendersela con un remoto passato per non vedere (e non far vedere) il presente.
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #64 il: Maggio 25, 2020, 14:31:20 pm »
Santiago, premesso che in un mondo ideale non dovrebbero esistere né gli eserciti, né le guerre (ma questa è solo utopia, giacché il mondo è quello che è, ovvero una merda), il problema sono proprio le soldatesse e non i soldati.
Sono d'accordo… né gli eserciti, né le guerre, né i lupi…
Comunque io non limiterei il discorso soltanto all'esercito. Secondo me, è un discorso che va ampliato a qualsiasi ambito lavorativo.


Martin van Creveld ha detto:

“Le donne non hanno mai avuto un ruolo nelle guerre: dopo secoli di assenza dagli eserciti, negli ultimi decenni le italiane o le americane hanno cominciato ad arruolarsi. Solo quando si passa dalla guerra convenzionale alla guerriglia, sia nel caso della Seconda Guerra Mondiale che delle kamikaze palestinesi, il loro numero cresce sensibilmente. Per la guerra le donne non esistono.”

Devo dissentire (tra l'altro da un esperto nell'arte bellica)
Sulla guerra le femministe hanno proclamato due tesi (naturalmente in contraddizione, come succede spesso):
1. Le donne non esistono nelle guerre, non le proclamano, non intervengono, non partecipano attivamente (non hanno dunque alcuna responsabilità). Tesi molto simile a quella di Martin van Creveld
2. Le donne hanno partecipano attivamente nella guerra nella difesa e costruzione delle nazioni, nella difesa dei valori, hanno partecipato attivamente ai combattimenti assieme agli uomini, e compito del femminismo e dissotterrare tutte queste donne che sono state invisibilizzate nella storia dovuto ai pregiudizi misogini.

Su questo secondo punto le femministe hanno scritto non solo in maniera generica (come ne Il secondo sesso, riportando degli esempi), anche libri specifici che riportano questi esempi di donne combattenti e soldatesse, di questi plotoni di donne, di donne vestite in costumi maschili per poter combattere, ... Evidentemente non sono in grande numero ( l'argomento, con degli esempi specifici, si trovano citati nell'opera “La grande menzogna del femminismo” pp. 990-1002, 1029-034), ma l'affermazione troppo assoluta di Van Creveld è senza dubbio sbagliata (in pratica, non ha letto i libri femministi che trattano l'argomento)

Invece su un altro punto, che ritengo molto importante, quando gli viene chiesto “perché le donne vivono più a lungo”,  mi trova assolutamente d'accordo, un punto che ho trattato a lungo nell'opera “La grande menzogna del femminismo”, con numerose tabelle e approcci diversi, perché la premorienza maschile è un argomento molto importante e significativo.
Ho scritto a proposito su L'Interferenza e anche su Uomini Beta:

http://www.linterferenza.info/in-evidenza/elisir-lunga-vita-ricche-bianche-occidentali/

 http://www.uominibeta.org/articoli/la-premorienza-maschile-e-la-bugia-del-vantaggio-biologico-femminile/

Online Frank

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #65 il: Maggio 25, 2020, 16:43:14 pm »
Se non è una novità come si può anche solo concepire che le donne siano in grado di metter su un'organizzazione complessa come la civiltà con leggi, rituali, organizzazione sociale e militare ecc.? O anche di poterla "influenzare" facendo le smorfiose sciacquine con uomini del calibro di Solone, Giulio Cesare o Giustiniano?
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.

E dove avrei mai scritto che le donne avrebbero fondato la civiltà ?
Ti riferisci sempre a Santiago, vero ?
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #66 il: Maggio 25, 2020, 16:50:46 pm »
E dove avrei mai scritto che le donne avrebbero fondato la civiltà ?
Ti riferisci sempre a Santiago, vero ?
Sì certo. Quel post l'avevo riferito alla sua teoria.
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #67 il: Maggio 25, 2020, 17:37:34 pm »
Il nocciolo della questione comunque è che non si può risolvere, o presentare la questione maschile come un semplice problema di parità: basta che uomini e donne siano trattati in modo identico e che facciano le stesse identiche cose perché si risolva la questione. In pratica è il programma femminista. E' come dire che il femminismo ha ragione solo è stato male applicato. Questa è quella che chiamo subordinazione ideologica dei movimenti maschili specialmente anglosassoni.

Uno dei capisaldi del sistema globalista e femminista è la deregulation sessuale. Anche qui molti attivisti accettano questo sistema, perché secondo loro basta che ci sia il consenso e tutto si può, anzi si deve fare. Certe teorie che considerano normali o "scientifiche" sembrano il diario di Casati Stampa.
A pochi viene in mente che questo modello, a prescindere da quanto possa essere o meno morale è socialmente insostenibile. La società può assorbire un certo numero di stravaganti, invertiti e scambisti ma quando diventa fenomeno di massa l'intero edificio sociale crolla. Nessuno dice che l'adulterio anche oggi sfascia le coppie o che la dipendenza da porno in una coppia sposata è devastante.
Ogni tanto però arriva qualcuno a dire che l'attuale frustrazione maschile (e ce n'è un bel po') è colpa dei valori civili, della cultura, delle norme, della Chiesa che esistono solo per fregare l'uomo. L'uomo medio (men che medio) legge quelle k. e si illude cha sfasciando ancora di più il mondo otterrà la sua "liberazione".
Stranamente però questi teorici della parità a tavolino ("le donne possono fare le soldatesse se superano i test") e di una sessualità "preumana" à la carte (adulteri, scambisti, froci, ormoni e tra poco pedofilia e incesto purché ci sia il magico consenso che rende tutto lecito come ci dicono da anni i radicali) non accennano MAI alle ONG dietro al femminismo, al globalismo, alle lobby LGBT e a tutte le ideologie e gruppi di pressione che stanno riducendo i maschi e le stesse culture umane in poltiglia.
« Ultima modifica: Maggio 25, 2020, 20:49:52 pm da Vicus »
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #68 il: Maggio 25, 2020, 20:48:18 pm »
Stavo guardando il video di un'emittente femminista sul programma politico della comunista Alexandra Kollontai, che mi ha ricordato in più di un punto quello di Santiago:

1. Abolizione del matrimonio (qui Santiago è stato per una volta esplicito ed adamantino)
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": siamo proprio in sintonia con la "demoralizzazione del sesso" di Santiago
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": anche qui Santiago è stato esplicito, vedi teorie sulla monogamia come laccio femminile. Nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": piena concordanza con la teoria del "senso di paternità inesistente in natura" e delle relazioni libere senza matrimonio
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": lascio a voi decidere, alla luce di quanto sopra, se Santiago possa o meno concordare
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare:
7. Diritto all'aborto
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo"
9. Asili nido per la stessa ragione
Curiose coincidenze.


« Ultima modifica: Maggio 25, 2020, 21:03:04 pm da Vicus »
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Offline fritz

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #69 il: Maggio 25, 2020, 21:23:49 pm »
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.

E diciamo pure che uno dei motivi della caduta di Roma fu l'imbarbarimento del popolo, la perdita dei mos maiorum.

Offline Vicus

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #70 il: Maggio 25, 2020, 22:49:14 pm »
E diciamo pure che uno dei motivi della caduta di Roma fu l'imbarbarimento del popolo, la perdita dei mos maiorum.
Come oggi :D
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Giuseppe83

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #71 il: Maggio 26, 2020, 21:54:36 pm »
Rispondo a Vicus:

- In questo forum e in tutti gli spazi maschili ci sono mille alla decima post che spiegano come un bambino debba crescere con due genitori, un uomo e una donna.
- Il fatto è che la donna non vuole. E che i bambini crescono meglio col padre he con la madre.

- queste teorie sull'utero artificiale e compagnia sono completamente fuori dal mondo e in genere vengono da gay per cui i figli sono un giocattolo, o gente che vive in un mondo virtuale di cinema e videogiochi Marvel e magari non ha mai visto una donna se non da dietro uno schermo. Quindi mi scuserai se non discuto per la millesima volta su teorie più degne di una sceneggiatura che del mondo reale.
- Queste considerazioni:
1 rigurdano la gpa, non l'utero artificiale, giacchè esso  non esiste ancora, ma è distante un millimetro in termini evolutivi, sicchè bisognerebbe gestire la transizione
2 vengono da maschi di ogni orientamento e quelli interessati alle femmine  possono vederle o no, ma è più probabile che le vedano, altrimenti non cercherebbero di risolvere i problemi derivanti dalle regole vigenti. Cristiano Ronaldo è uno di questi: col ricorso alla gpa nessuna criminale può sottrargli i figli o il denaro.
3 continui ad attaccare i maschi (qui omosessuali) facendo finta di ignorare che i figli sono considerati giocattoli tipicamente dalle femmine (etero, omo, bi)
4. Non ti scuso. Ignori ciò che già è realta (non teoria o sceneggiatura). E per la millesima volta ti rifiuti di discutere della realtà

- questo deve essere l'obiettivo di lungo termine di attivisti maschili seri
- L'obiettivo dei maschi dev' essere il persegumento dell'interesse  dei maschi

- legge naturale.
- Quale legge naturale? Comunicare in tempo reale a distanza di chilometri è naturale?

- La legge naturale ... post 68
- Quindi dal 68 la legge non è più naturale?

- dare addosso alle leggi civili e morali
- Tu stai dando addosso alle leggi civili e morali. Non è per contraddirti ma per fartelo notare.

- il mondo femminile non ha la sia pur minima capacità e iniziativa per influenzare uomini leggi e società nel loro complesso
- Davvero?

- loro connaturato ruolo “domestico”  ruolo che hanno sempre ricoperto molto volentieri se non altro per sottrarsi all'usura spietata che la vita comportava "fuori" dalle mura di casa
- Quindi il ruolo domestico (ormai obsoleto grazie agli elettrodomestici) non era connaturato ma voluto finchè la vita extradomestica era usurante

- una persona che anche da adulta su certe cose per pura prassi "estorsiva" nei confronti dei maschi decide di continuare a servirsi di atteggiamenti infantili
- Continuerà a servirsene finchè riuscirà ad estorcere.

- rendita di posizione antropologica che dura praticamente da sempre 
- Si chiama rendita da utero e sta per terminare.

- Basta! con dialoghi e tavoli mai richiesti
- Esatto.

- "tolte" le femmine ai maschi rimane l'intero mondo civilizzato che hanno saputo ideare e costruire  alle femmine "tolti" i maschi cosa rimarebbe se non riecono a fregarci il merito di quello che abbiamo saputo fare
- Quindi ai maschi non resta niente, alle femmine resta ciò che i maschi hanno costruito.

- le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore
Tu stai vincendo?

- Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo?
- Forse conveniva ad entrambi?

- Troppi ancora vanno a prendersela con un remoto passato per non vedere (e non far vedere) il presente.
- Esatto, ma io ignorerei anche il passato prossimo.

- parità: basta che uomini e donne siano trattati in modo identico e che facciano le stesse identiche cose perché si risolva la questione. In pratica è il programma femminista
- Falso.

- Uno dei capisaldi del sistema globalista e femminista è la deregulation sessuale
- Falso. Le regole esistono.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #72 il: Maggio 26, 2020, 22:16:34 pm »
Messaggio di moderazione: Giuseppe non intasare il forum copiando cose che hai già scritto, chi vuole ti legge e risponde. A norma dell'art. 2.3.1 del regolamento ho soppresso il post duplicato.
Ricordo che i provvedimenti di moderazione si discutono con messaggio privato e che commentarli qui comporta, come si è sempre fatto, il ban temporaneo in base all'art. 3.1.1
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Offline Giuseppe83

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #73 il: Maggio 27, 2020, 09:04:03 am »
Avevo solo evidenziato un punto che tu hai letto, ma non hai voluto (o potuto) rispondere.
Come detto nell'altra discussione, riunisco tutte le considerazioni essenziali in una discussione (SINTESI), che apro nella sezione dialoghi.

Offline santiago

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #74 il: Maggio 30, 2020, 19:11:41 pm »
Molti degli ultimi post del forum hanno portato avanti una discussione scaturita da alcune mie posizioni che riguardavano il sesso, il matrimonio, la paternità. Alcuni messaggi per incomprensione, forse per colpa mia per non essere stato abbastanza chiaro, altri semplicemente tergiversando o affermando cose che io non ho mai detto, ho trascorso più tempo a smentire quello che non dico che ha riaffermare quello che dico. Naturalmente, nessuno pretende che tutti siano d'accordo con quanto si afferma, ma sari molto grato se non dovesse smentire ogni volta quello che non ho detto. Dunque, in questo post prima di tutto vorrei spiegare molto sinteticamente la mia posizione su diversi punti controversi (ho già spiegato che le mie idee sono naturalmente molto più sviluppate e supportate da numerosi esempi nel libro che ho scritto “La grande menzogna del femminismo”, ma è evidente che non posso scrivere il libro qui); dopo vorrei lanciare una sfida su uno degli argomenti che è stato contestato: la paternità (e soltanto su questo argomento non su centomila altri che si aprono di continuo).

Prima premessa: TESI FEMMINISTA. La civiltà è stata creata dagli uomini a danno delle donne e a beneficio loro. Il compito che mi sono assunto è quello di smentire questa tesi.

Seconda premessa: La moralizzazione del sesso forma parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà!!

Terza premessa: Analizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire, distruggere o stia proponendo la costruzioni di altri sistemi o paradisi. Analizzare non è sinonimo di distruggere.

Coito coercitivo. In natura nella stragrande maggioranza delle specie la femmina è “perdente”, il maschio è “vincente” (perdente e vincente sono giudizi di valori che facciamo noi esseri umani: i maschi hanno la forza, si possono difendere meglio, possono cacciare e raggiungere grazie al fisico più nutrimento, non hanno gravidenze, mestruazioni che difficoltano la sopravvivenza...) Il sesso rientra all'interno di questo ragionamente che si deduce della semplice osservazione della natura. È un'ipotesi molto plausibile che il coito coercitivo sia stato un modo di copulare anche tra gli Homo per molti anni, e in un post precedente ho segnalate tre argomenti logici e osservabili per sostenere questa idea (che stranamente nessuno ha contestato finora). Coito coercitivo non vuol dire che la femmina opponga necessariamente resistenza fisica, come succede in molte specie le femmine si lasciano prendere per sono ormai così “programmate”, sanno il pericolo delle conseguenze di opporsi fisicamente; ferite si compromette la sopravvivenza.
Per quanto riguarda il sesso, la civiltà ha capovolto questo rapporto, la donna grazie alla moralizzazione del sesso e la sacralizzazione dell'amore si posiziona “vincente”, di fronte all'uomo che si posiziona “perdente”.


Moralizzazione del sesso. “La sessualità maschile è attiva, volente, non ha bisogno di freni né inibizioni, e può essere esercitata continuamente; qualsiasi limitazione è una forzatura.” (La grande menzogna del femminismo, p. 542) La moralizzazione del sesso non comporta alcun vantaggio evidente e obiettivo per l'uomo, al contrario per la donna il vantaggio è evidente, non solo rispetto al sesso (limita rapporti e gravidanza indesiderate, e danni che possono sempre scaturire da questi rapporti) ma anche per quanto riguarda la sopravvivenza (si garantisce il contributo maschile mediante valori che lo impegnano). Per analogia: i valori di difesa della comunità che spettavano al maschio (mentre portava al sicuro la donna) non comportano per il singolo uomo alcun vantaggio obiettivo, al contrario, rischia la vita e l'incolumità. In caso di fuga, ad esempio di una bestia selvaggia, poteva non difendere la femmina e avrebbe molte più possibilità di sfuggire di lei. Qual è il vantaggio obiettivo per il maschio? Nessuno Per la femmina (e la prole)? Tutti. Il discorso invece ha la sua logica se lo consideriamo non rispetto al vantaggio del singolo ma della specie. Molti valori e istituzioni (ad esempio il matrimonio) hanno servito a proteggere e mantenere le singole donne e la specie, ma non portavano alcun vantaggio al singolo individuo maschio.

Istituzione del matrimonio. Quale? Intanto sono molte le forme e varianti. Ad esempio, può andar bene la poliandria fraterna dei Nyinba del Nepal, l'unione di un gruppo di fratelli con una sola moglie? E poi, argomento molto importante, matrimonio monogamico o poligamico? Nelle diverse culture il matrimonio poligamico è stato molto gettonato. E ancora, matrimonio per tutta la vita o possibilità di divorzio, che lo rende di fatto non monogamico? Il matrimonio cristiano- occidentale (con divieto di divorzio) è sempre stata un'eccezione nel mondo, la possibilità di separarsi è stata quasi sempre permessa in tutte le civiltà (proprio il divieto di divorzio sorgeva per tutelare le donne, come i matrimonio poligamici, ecc.). Al di là della diversità tutte queste istituzioni hanno un punto in comune. Tutti mirano alla protezione e mantenimento della donna.
Naturalmente, come ho già scritto in altri post, il matrimonio non è affatto garanzia di sesso a volontà e soddisfacente per l'uomo né lo è stato quasi mai per molti uomini negli anni passati, e non è vero che esiste un vincolo naturale tra matrimonio e poter crescere i propri figli (basta cambiare le regole), come si può vedere oggigiorno in molti casi, basta fare un test di DNA e crescere i propri figli senza il vincolo di vivere con la madre.

Diritto e matrimonio. La mia posizione è che diritti e doveri devono essere sempre individuali, i diritti e doveri collettivi o di gruppo discriminano chi ne rimane fuori. Ad esempio, il diritto di decidere o di fare visita al coniuge in ospedale in momenti molto gravi (uno dei motivi denunciate sempre dalle coppie omosessuali) non si capisce perché non devono possederlo tutti gli esseri umani, ogni individuo dovrebbe poter menzionare la persona che vuole accanto in questi momenti, anche due frati religiosi che hanno trascorso l'intera vita assieme in monastero. L'istituzione del matrimonio (e la vita sessuale privata) non ha bisogno di essere regolata dallo Stato (tranne quando raca danno altrui), ricade nelle credenze di ogni individuo. Ogni individuo può regolare la propria vita come vuole secondo la propria fede. La polemica sul matrimonio civile omosessuale è artificiale, perché dal mio punto di vista il matrimonio appunto non dovrebbe esistere per lo stato (oltre il fatto che etimologicamente definire “matrimonio” l'unione di due persone dello stesso sesso è un obbrobio)

Omosessualità. Quando studiavo a scuola (religiosa) c'era scritto sul mio libro che che era “contro-natura”. Era proprio scritto così. Io mi divertivo a polemizzare con il prof. perché in natura si trova di tutto, anche l'omosessualità. Dunque, per conto mio, la vita sessuale privata è privata. Ma risulta curioso il fatto si attribuire talvolta alla Natura, talvolta alla Civiltà (a seconda di come gira il vento), tutto quello che è buono e positivo. La Natura o la Civiltà non sono in sé o per sé positivi. Non c'è un primato delle leggi naturali o delle leggi civili. In Natura c'è tutto, l'omicidio di membri della stessa specie, il cannibalismo, la prostituzione, il coito obbligatorio violento (stupro), il furto,... Nella Civiltà c'è la bomba nucleare e i campi di sterminio.
Infanzia e diritti individuali. Poiché i diritti sono individuali, io sono dell'opinione che ogni individuo ha il diritto umano a essere cresciuto dai padri biologici (o semmai non esistono, da un forte modello di riferimento maschile e da un forte modello di riferimento femminile) Tra l'altro, contempato esplicitamente nella Carta dei diritti del Bambino. Penso sia sbagliato far crescere un bambino da persone dello stesso sesso, perché viene a mancare a quel bambino in maniera “programmata” una delle due polarità esistenti nel mondo. Ciò non vuol dire che gli omosessuali non possano avere dei figli (di rapporti precedenti, ad esempio) finché si mantiene per il bambino il diritto ad aver un padre e una madre. Anche qui ci sarebbe molto da dire, ma qui mi fermo.


Sfida all'OK Corral: PATERNITÀ (principalmente per Vicus ma aperta a tutti)

La mia posizione: La Paternità non è innata, è un'istituzione nata, coltivata e cresciuta con la civiltà.

Vicus ha scritto: “Se la paternità è una sovrastruttura, non innata nell'uomo, hanno ragione le femministe a voler impedire agli uomini di esercitarla chiedendo l'affido esclusivo, dico bene?”
Questo non è un argomento di grande peso, per la verità, primo perché come ho già il fatto che qualcosa sia naturale o civile non comporta nulla, né negativo né positivo, ne deduci che se qualcosa non è naturale ti può essere tolto (da dove l'hai dedotto?). In pratica, le nazioni sono una convenzione sociale, ergo ti togliamo la cittadinanza (!?). Secondo, tu deduci che la maternità sia qualcosa di naturale (e dunque positivo), malgrado proprio sulla maternità all'interno del femminismo è sorta e c'è ancora un dibattito molto acceso su questo argomento due fronti tra quelli che la rigettano (femminismo ugualitario, tra cui Simone de Beauvoir) e quelli che la rivendicano (femminismo della differenza). Comunque qui a noi la maternità non ci interessa, a noi interessa la paternità.

La paternità è innata, l'abbiamo ereditata dalla Natura o è un'istituzione?
Se la risposta è la seconda, siamo d'accordo e la conversazione finisce qui

Se la risposta è la prima, come mi sembra di aver capito dai post precedenti di Vicus criticando la mia affermazione, chiedo per favore di motivarlo elencando gli argomenti logici e possibilmente scientifici (etologici, biologici, etnologi, psicologici, anatomici,...)
dopodiché io ribetterò adoperando i miei e la mia logica.
Grazie