Autore Topic: Ennesima vittima dell'autoreferenzialità femminile: un uomo bruciato vivo!  (Letto 883 volte)

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Online Massimo

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Mentre di questi tempi non si fa altro che parlare di "femminicidi" (ne ha parlato anche il Capo del Governo Conte il quale ha lamentato che nonostante gli omicidi siano diminuiti, quelli che riguardano le donne- che sono quelli che contano, si capisce- stentano ad "abbracciare una parabola discendente". In pratica, esisterebbe uno "zoccolo duro" di donne morte ammazzate che non vuole saperne di ridursi) non nuoce ad una visione più realistica ed equilibrata fare una riflessione su una notizia di cronaca nera che riguarda un uomo, Vincenzo Cordì che è stato ammazzato dall'amante della moglie (in ovvia combutta con quest'ultima che ha attirato il marito in una trappola). Dopo averlo fatto tramortire con una bastonata, lo hanno caricato nell'automobile, cosparso di benzina e dato alle fiamme. Il poveretto è morto bruciato vivo.
Mentre per la Sara Di Pietrantonio, morta allo stesso modo per mano del fidanzato geloso (ma pare fosse morta prima che il corpo venisse bruciato) si è scatenata l'indignazione generale e si scono sciolti i cori agiografici e i martirologi di tutta la stampa nazionale, per tale fatto di cronaca nera la notizia è stata data nel solito, scontato modo: in maniera asettica e neutra senza i soliti "approfondimenti". Mi sono solo meravigliato del fatto che sia stata formulata l'ipotesi che il poveraccio era "evidentemente considerato un ostacolo per la felicità di lei". E dobbiamo accontentarci. Figuriamoci se potevamo aspettarci riflessioni sociologiche e morali quando ad essere ucciso è un marito. Del resto, bastava osservare la foto dei due coniugi per capire che dinamiche di coppia ci fossero tra i due: la foto del marito ritrae un uomo stanco, depresso, demoralizzato, quasi una vittima sacrificale. Non c'è da riflettere molto per capire come in casa venisse considerato e trattato. La foto della moglie ritrae una donna curata, truccata, ben messa, con l'espressione spavalda e sicura di sè. Pure qui non c'è da pensare troppo per arguire come considerasse e trattasse il marito: evidentemente un povero deficiente. Il quale poi le è venuto regolarmente a noia e ha pensato bene di liberarsene con l'aiuto dell'amante che come sempre è ben contento di farsi usare in questi frangenti anche come esecutore di omicidi. Solo qua possiamo dire che se le donne uccise sono "vittime" del desiderio di potere  maschile (ammesso e non concesso che sia così), gli uomini ammazzati in questa maniera, non perchè vogliono recuperare la libertà ma perchè con la loro stessa presenza ed esistenza in vita sono un ostacolo alla gratificazione di una donna sono sicuramente VITTIME della autoreferenzialità femminile. Non abbiamo, come le femministe, l'indecenza di considerarli dei martiri. Ma vittime di una concezione femminista totalitaria e del totalitarismo del desiderio femminile, sì 

Offline Vicus

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Re:Ennesima vittima dell'autoreferenzialità femminile: un uomo bruciato vivo!
« Risposta #1 il: Febbraio 03, 2020, 16:06:58 pm »
Citazione
la foto del marito ritrae un uomo stanco, depresso, demoralizzato, quasi una vittima sacrificale. Non c'è da riflettere molto per capire come in casa venisse considerato e trattato. La foto della moglie ritrae una donna curata, truccata, ben messa, con l'espressione spavalda e sicura di sè. Pure qui non c'è da pensare troppo per arguire come considerasse e trattasse il marito: evidentemente un povero deficiente.
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