Autore Topic: Tolleranza LGBT: uomini uccisi per non aver voluto subire abusi omosessuali  (Letto 919 volte)

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Offline Vicus

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Le radici storiche della "tolleranza" LGBT:

QUANDO I RE OMOSESSUALI BRUCIAVANO GLI UOMINI


Quei martiri ugandesi furono uccisi perché si rifiutavano di accondiscendere alle voglie lubriche del loro re Mwanga II. Erano tutti maschi e pure il re, perciò si trattava di voglie omosessuali. Ciò, certo, suona strano alle orecchie di chi è uso lagnarsi continuamente delle «violenze e discriminazioni contro la comunità gay» (citiamo ancora il Guardian), ma nel 1885-1887 (epoca del martirio) le cose stavano in modo esattamente contrario. I martiri ugandesi erano paggi e guardie del corpo reali, tutti di età compresa tra i quattordici e i trenta anni. Il primo a rimetterci la testa, nel 1885, fu Joseph Mkasa Balikuddembé, prefetto della sala del re. Quando quest'ultimo cercò di allungare le mani sui paggetti di corte, lui si oppose e fu subito decapitato. Aveva venticinque anni.
L'anno seguente toccò a Charles Lwanga, capo delle guardie del corpo reali. Il re Mwanga II aveva un concetto molto particolare dei compiti delle sue guardie "del corpo", e forse accontentarlo era cosa normale per i suoi sudditi, dal momento che in un sistema tribale di quei tempi e quei luoghi tutto, anche le vite e i corpi, erano a totale disposizione del re. Ma con i cristiani la musica cambiava. Fu per questo che Charles Lwanga e altri dodici giovani finirono arsi a fuoco lento sulla collina di Namugongo. Vennero trascinati in catene e torturati per la via, allo scopo di dare un «esempio» a tutti gli altri. Qualcuno morì per strada sotto i colpi delle zagaglie, gli altri finirono al rogo.

Come si è detto, i capitribù africani di quel tempo erano da sempre abituati a considerare di loro assoluta proprietà le vite, i beni e pure i corpi dei sudditi, cosa che ai sudditi andava benissimo dal momento che si era sempre fatto così Per Mwanga quei "preganti" (così erano chiamati i cristiani dagli animisti locali) che osavano ribellarsi ai suoi voleri erano solo dei sovversivi, punto e basta. A un paggio che aveva osato tardare al suo richiamo fece mozzare le orecchie.
Gli ugandesi che affollano il santuario di Namugongo conoscono bene questa storia e, poiché i loro martiri sono generosissimi in miracoli, appoggiano volentieri il presidente Museveni. Il quale, almeno in questo campo, non fa altro che prendere atto della volontà popolare.

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Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.