Autore Topic: "Mi hai tolto un punto perchè sono una donna!". Ci risiamo col vittimismo  (Letto 1292 volte)

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Online Massimo

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Oramai è un mantra. Da pronunciare SEMPRE quando un uomo non le asseconda: "Mi critichi perchè sono una donna!". "Mi hai dato una risposta negativa perchè sono una donna!". "Mi hai licenziata perchè sono una donna!". "Non mi hai assunta perchè sono una donna!".
Ne mancava una: "Mi hai tolto un punto nella partita di tennis perchè sono una donna!". Ci ha pensato Serena Williams a colmare la lacuna nella competizione con la rivale . Commettendo qualche scorrettezza, si è vista togliere un punto come misura disciplinare e si è subito opposta ad un evento che A LEI, campionessa e donna, non doveva capitare. E cos'altro poteva fare, se non tirare fuori il solito repertorio ed armamentario del vittimismo ideologico femminista? Pensato e fatto. Rivolgendosi all'arbitro, lo ha apostrofato con la perla di saggezza menzionata sopra. Le è solo sfuggito un particolare: in quel momento non stava gareggiando contro un uomo, contro un alieno, contro un rettiliano, un marziano o un venusiano o un avatar; stava gareggiando contro una donna, la sua rivale giapponese. Togliendo un punto a lei, l'arbitro uomo non stava favorendo uno del suo stesso genere ma bensì un'altra donna e quindi non aveva senso nel contesto l'accusa di sessismo. Ma questo per la Williams è un particolare irrilevante. Per lei qualunque contrarietà è inaccettabile. Proprio in quanto donna.

Online Frank

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Re:"Mi hai tolto un punto perchè sono una donna!". Ci risiamo col vittimismo
« Risposta #1 il: Settembre 10, 2018, 00:35:07 am »
Tra l'altro i veri discriminati sono  i tennisti uomini, che giocano sui cinque set anziché tre, oltre ad essere superiori alle suddette femminucce; ma nonostante ciò percepiscono gli stessi soldi.
Le tizie come Serena Wlilliams sono delle autentiche schifose, che peraltro si comportano in quel modo perché si trovano negli USA, quindi in un un paese occidentale, dove tutto è permesso alle caccole in questione.
Altrettanto schifosi sono stati gli applausi delle giornaliste statunitensi (e non) verso la succitata ultra-femminista negra.
E pensare che basterebbe poco, sia alla Williams che alle sue compagne di merende, per liberarsi dalle "orribili discriminazioni maschili contro le femmine"...
Come?
Semplice: creando dei propri tornei, delle proprie federazioni, etc...

(Campa cavallo ché l'erba cresce...)

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http://www.livetennis.it/post/261561/serena-williams-e-lincontro-con-karsten-braasch-non-ricordo-piu-nulla-di-quella-partita/

Citazione
Serena Williams e l’incontro con Karsten Braasch: “non ricordo più nulla di quella partita”
21/01/2017 20:41  9 commenti
Serena Williams e l'incontro con Karsten Braasch

Serena Williams non ricorda più l’incontro del 1998 contro Karsten Braasch, allora numero 203 al mondo che sconfisse nella battaglia dei sessi a Melbourne molto nettamente sia lei che sua sorella Venus.

Dichiara Serena: “Non ricordo più nulla di quella partita”. “Non so cosa accadrebbe oggi se sfidassi il n.200 del mondo maschile. Ora sono molto concentrata sul tennis femminile, devo concentrarmi solo su questo.”


Ricordiamo che il tennista tedesco Karsteen Braasch, un onesto “mestierante” del tennis, passato agli onori della cronaca e a imperitura memoria per una rivisitata battaglia dei sessi nel 1998, con il guanto di sfida raccolto in una partita altamente provocatoria giocata contro le due sorelle Williams, allora poco più che adolescenti, che avevano affermato di poter battere agevolmente qualsiasi tennista uomo posizionato oltre la 200esima posizione del ranking: una sfida che da divertente generò anche una buona dose di umiliazione, con le due sorellone del tennis battute facilmente 6-2 (Venus) e 6-1 (Serena), nonostante alcune birre bevute prima del match e addirittura alcuni tiri di sigarette al cambio campo. Si giocò e si rise ma sono sicuro che le due statunitensi terribili ci credevano davvero e si arrabbiarono non poco.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.