Autore Topic: Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano  (Letto 3367 volte)

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Offline Cassiodoro

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Due articoli interessanti su La Stampa di oggi:
http://www.lastampa.it/2017/04/03/italia/cronache/la-vita-dei-bambini-libellula-prigionieri-di-un-corpo-estraneo-v9wl0uDjeYtmylqxVf67iO/pagina.html

"E così è stato con Camilla, la mamma che ha aperto un blog per raccontare la vita del suo bambino a cui non piacciono super eroi e macchine ma bambole e il colore rosa."

http://www.lastampa.it/2017/04/03/italia/cronache/la-sfida-oggi-ripensare-un-modello-maschile-nuovo-0eosULeVlnvjekxN6NxxtK/pagina.html

Che cosa ne pensa dei bambini gender fluid?
(Miriano)«Penso che probabilmente i loro genitori sono persone imprigionate negli stereotipi. Il maschio non si distingue dalla femmina perché vuole il rosa e gioca con le bambole.
Credo non esista un bambino gender fluid se non nella testa dei suoi genitori».
"Sì, sull’orlo del baratro ha capito la cosa più importante" - "Ah sì? E cosa ha capito?" - "Che vola solo chi osa farlo"

Offline Vicus

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #1 il: Aprile 04, 2017, 08:51:07 am »
(Miriano)«Penso che probabilmente i loro genitori sono persone imprigionate negli stereotipi. Il maschio non si distingue dalla femmina perché vuole il rosa e gioca con le bambole.
Credo non esista un bambino gender fluid se non nella testa dei suoi genitori». [/color]
Oggi bisogna dire sul giornale quel che dovrebbe essere ovvio e la gente non vede a causa della martellante propaganda femminista: Aldous Huxley diceva che migliaia di ripetizioni fanno una verità.

Il modello d'uomo proposto dal nostro Gasperino (si picca anche lui di filosofo) è non solo rivoltante, ma completamente contro natura e irrealizzabile.
Sicuramente nella vita privata non è così, deve assomigliare a quei tanti che si credono chissà chi solo perché sono megafoni del potere.
Mi capitò di conoscere un omuncolo femminista (si presentò pure alle amministrative), era psicologo e insegnante di educazione sessuale, ma disse lui stesso che era impotente.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Cassiodoro

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #2 il: Aprile 04, 2017, 09:37:13 am »
Citazione da: Vicus
Il modello d'uomo proposto dal nostro Gasperino (si picca anche lui di filosofo) è non solo rivoltante, ma completamente contro natura e irrealizzabile.

Dice il nostro "eroe":
«Impostare una relazione paritaria è complicato perché devi assumere ruoli storicamente inediti rifiutando le molte facce dell’oppressione emotiva, economica, psicologica, sociale tra i generi. Io ci provo. Con mia moglie non ho meno differenze, e attriti di tante altre coppie ma essendo un uomo che si mette in discussione finiscono in modo positivo, un conflitto che fa crescere entrambi».

Quando scrive che lui è un uomo che si mette in discusisone, per la parte sottolineata forse intende dire che, al termine di ogni discussione, nella moglie cresce il potere, mentre in lui cresce la sottomissione.

E' (si crede) un "filosofo" solo perchè si è adattato a questo momento storico in cui, in Italia, il sistema concede alle donne di fare tutto ed il contrario di tutto.
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Offline Rita

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #3 il: Aprile 04, 2017, 11:24:00 am »
(Miriano)«Penso che probabilmente i loro genitori sono persone imprigionate negli stereotipi. Il maschio non si distingue dalla femmina perché vuole il rosa e gioca con le bambole.
Credo non esista un bambino gender fluid se non nella testa dei suoi genitori». [/color]

In effetti David Geary, nel suo saggio SEX DIFFERENCES IN INFANCY AND AT PLAY sostiene che i bambini sono molto più "sessisti" dei genitori "Quanto più i bambini vengono lasciati liberi (assenza di un adulto supervisore), tanto più hanno comportamenti e preferenze stereotipate", rovesciando l'assunto che siano i genitori (e di rimando la cultura) ad instillare gli stereotipi

https://fahreunblog.wordpress.com/2017/04/03/perch-i-bambini-hanno-pi-stereotipi-di-genere-rispetto-ai-loro-genitori/

L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Vicus

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #4 il: Aprile 04, 2017, 12:23:40 pm »
Quando scrive che lui è un uomo che si mette in discusisone, per la parte sottolineata forse intende dire che, al termine di ogni discussione, nella moglie cresce il potere, mentre in lui cresce la sottomissione.
Intende dire questo, ma non penso sia così zerbino come vuole far credere. E' probabilmente una coppia come tutte le altre (lì non mente), con lui che ha la puzza sotto il naso perché affiliato (ed assistito) da qualche consorteria di potere. Ho una mia idea in proposito, basata sulla conoscenza di un tizio come lui.
In effetti David Geary, nel suo saggio SEX DIFFERENCES IN INFANCY AND AT PLAY sostiene che i bambini sono molto più "sessisti" dei genitori "Quanto più i bambini vengono lasciati liberi (assenza di un adulto supervisore), tanto più hanno comportamenti e preferenze stereotipate", rovesciando l'assunto che siano i genitori (e di rimando la cultura) ad instillare gli stereotipi

https://fahreunblog.wordpress.com/2017/04/03/perch-i-bambini-hanno-pi-stereotipi-di-genere-rispetto-ai-loro-genitori/


Ottimo, altri studi condotti in Norvegia rivelano schemi comportamentali differenziati per sesso anche nell'età adulta, malgrado i condizionamenti femministi (es. le donne preferiscono fare l'insegnante anziché l'ingegnere).
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Offline Sardus_Pater

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #5 il: Aprile 04, 2017, 13:13:44 pm »
Vicus, dici che Gasparrino Paperino ci stia e non ci sia? Mah, secondo me Madre Natura l'ha aiutato molto per le sue esternazioni :lol: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #6 il: Aprile 04, 2017, 13:49:51 pm »
Aiuta forse molto esse il lacchè di qualche consorteria,* quel tale che conoscevo era un "donno" un po' nevrotico come la moglie, e in casa due nevrotici si annullanno.
Ma a parte questo, secondo me non crede al 10% delle menate che scrive sull'autocastrazione maschile (presente comunque inconsciamente nei confronti del potere che serve).

* Li riconosci dall'aria santimoniosa di chi ha la carriera assicurata.
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Online Frank

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #7 il: Aprile 04, 2017, 15:15:05 pm »
Ottimo, altri studi condotti in Norvegia rivelano schemi comportamentali differenziati per sesso anche nell'età adulta, malgrado i condizionamenti femministi (es. le donne preferiscono fare l'insegnante anziché l'ingegnere).

In merito questo è quanto scrisse "Silver" tredici anni fa.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=15
Citazione
In bambini e bambine vi è il germe innato della differenza sessuale.
Ma l'idea che sia la disposizione genetica che spinge a selezionare gli stimoli dell'ambiente secondo il ruolo sessuale, contraddice la tesi molto popolare e in voga non solo fra le femministe, ma anche presso molti e stimati ambienti scientifici, secondo la quale la differenza sessuale è frutto esclusivamente dell'ambiente culturale, il prodotto di una secolare educazione agli stereotipi.
I dubbi intorno a questa concezione sociogenetica hanno cominciato ad addensarsi in seguito all'esperienza di asili alternativi sorti dopo il '68.
All'epoca, molte giovani coppie di genitori decisero di rompere con i ruoli sessuali tradizionali impartendo ai figli un'educazione non repressiva e sessualmente neutra.
L'idea era che le differenze tra maschi e femmine sarebbero andate così via via scomparendo, anzi non sarebbero sorte affatto.
In Germania, tra le varie iniziative, vi fu l'organizzazione di asili autogestiti da cooperative di genitori, che furono battezzati "Tante-Emma-Laden", le botteghe della zia Emma.
In questi Kinderladen o botteghe dell'infanzia, si cercò di praticare una cultura della non-violenza e di favorire l'affermarsi di comportamenti solidali e reciproci.
I promotori dei Kinderladen intendevano soprattutto mettere in discussione i tradizionali ruoli sociali, per cui, per esempio,le bambole erano tabù per le femmine.
Gli psicologi Horst Nickel e Ulrich Schmidt Denter, all'epoca ricercatori presso l'Università di Dusselfort, ed essi stessi simpatizzanti di un'educazione antiautoritaria, si prefissero di documentare il progetto dei Kinderladen dal punto di vista scientifico.
Misero quindi a confronto lo sviluppo di circa 400 bambini in età compresa fra i tre e i cinque anni provenienti in parte da scuole tradizionali e in parte da quelle alternative.
In un primo momento, i rilevamenti sembrarono confermare le aspettative: le attività di gioco nei Kinderladen palesavano una minore tendenza alla conflittualità.
Ma la ragione era che, in caso di contrasto, le bambine cedevano subito, senza colpo ferire.
Si scoprì così che le differenze comportamentali erano ancora più pronunciate nei bambini cresciuti nelle antiautoritarie "botteghe di zia Emma", i quali si avvicinavano agli stereotipi sessuali più dei bambini educati tradizionalmente.
I maschi erano più aggressivi e inclini all'uso della forza e le femmine più paurose e portate a cedere ai maschi in situazioni di esasperata competizione.
Le femmine imparavano a "difendersi" solo verso i cinque anni.
La conclusione fu scoraggiante: gli stereotipi che gli studiosi si aspettavano di trovare negli asili tradizionali erano ancora più "ingombranti" nei Kinderladen alternativi.
Successive ricerche hanno avvalorato i dubbi sulla tesi sociogenetica della differenza sessuale.
L'educazione agli stereotipi maschio-femmina durante i primi anni di vita non è mai tanto sistematica da spiegare l'insorgere di comportamenti specifici solo attraverso la socializzazione.

Questo vale in maggior misura per le categorie "autoaffermazione e aggressività", dove le differenze di comportamento vanno ben al di là di quanto possa incidere l'esempio trasmesso quotidianamente dai genitori.
Con buona pace delle femministe e relativi seguaci maschi.


Citazione
Anche l'esperienza dei kibbutz israeliani, animati da uno spirito egualitario e dall'obiettivo di "emancipare" le femmine dagli "svantaggi" della maternità, ha dimostrato in maniera incontestabile la diversità esistente fra i due sessi.
Nei kibbutz l'accesso alle professioni era aperto a tutti indiscriminatamente, le femmine erano educate a non porre eccessiva cura nell'aspetto esteriore e invece di crescere in nuclei familiari tradizionali i bambini erano allevati in speciali comunità per l'infanzia.
In modo affine ai Kinderladen tedeschi, anche nei kibbutz l'educazione era strettamente unisex e mirava a estirpare gli stereotipi maschio-femmina.
Tra il 1956 e il 1958 l'antropologo americano Melford E.Spiro dedicò un'ampia ricerca alle conseguenze dell'educazione innovativa applicata ai kibbutz israeliani.
E fu il primo a sorprendersi scoprendo che i piccoli israeliani sviluppavano le classiche preferenze per giochi maschili e femminili.
A dispetto di tutti gli sforzi degli educatori, particolarmente spiccata era la preferenza delle bambine per giochi mamma-bebè.
L'antropologo andò oltre: tornò a controllare i soggetti del suo studio dopo un intervallo di vent'anni.
Le bambine dei kibbutz, ora adulte, erano diventate donne "emancipate", tenaci nel perseguire gli stessi obiettivi professionali dei colleghi uomini?
Avevano sviluppato gli stessi interessi professionali dei maschi della loro generazione?
Al contrario.
Spiro constatò una specie di controtendenza: la maggior parte delle femmine cresciute nei kibbutz era tornata coscientemente ai ruoli tradizionali, con l'annessa divisione dei compiti.
Invece di continuare la lotta per "l'emancipazione" impegnandosi nell'eliminazione di pregiudizi e ingiustizie, queste femmine cresciute all'insegna dell'ideale della parità dei sessi ora chiedevano di dedicarsi ai figli e al focolare domestico, contrapponendo a quell'ideale unisex una scelta di vita ispirata ai ruoli tradizionali.

Spiro, fino ad allora fautore della tesi sociogenetica dei ruoli sociali, concluse "ipotizzando" l'esistenza di "fattori preculturali determinanti": fattori biologici, dunque, che determinano in modo decisivo le costanti comportamentali di maschi e femmine.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #8 il: Aprile 04, 2017, 15:19:47 pm »
E ancora.

Citazione
Nel 2001 una riunione dei rettori di nove università americane d'élite chiese "cambiamenti significativi", come destinare sovvenzioni e borse al personale docente femminile, riservare ad esso i parcheggi migliori nel campus e garantire che la percentuale di donne nel corpo docente corrisponda a quella delle studentesse.
Ma in queste storie di messaggi negativi, barriere invisibili e pregiudizi sessuali c'è qualcosa di strano. Il metodo scientifico consiste nell'avanzare ogni ipotesi che possa rendere conto di un fenomeno ed escluderle una dopo l'altra conservando soltanto quella giusta. Gli scienziati apprezzano chi è capace di elaborare spiegazioni alternative e da chi sostiene un' ipotesi ci si aspetta che confuti le altre, anche le più improbabili. Eppure, nei dibattiti in ambito scientifico è raro persino che si menzioni un'alternativa alla teoria delle barriere e dei pregiudizi. Una delle eccezioni è una scheda che accompagnava nel 2000 un servizio di "Science", in cui veniva citata una relazione presentata alla National Academy of Engineering da Patti Hausman, studiosa di scienze sociali:

La domanda sul perché le carriere nel campo dell'ingegneria non vengano scelte da un maggior numero di donne ha una risposta piuttosto ovvia: perché a loro non piacciono. Ovunque si guardi, si troveranno molte meno donne che uomini affascinate da ohm, carburatori e quark. Rifare i programmi di studi non mi renderà più interessata a imparare come funziona la mia lavapiatti.


Una eminente ingegnere, seduta fra il pubblico, denunciò immediatamente quest'analisi come "pseudoscientifica". Ma Linda Gottfredson, esperta di letteratura sulle preferenze vocazionali, fece notare che Hausman aveva i dati dalla sua parte:"In media, le donne sono più interessate a trattare con le persone e gli uomini con le cose".
I test vocazionali indicano anche che i ragazzi sono più interessati a occupazioni "realistiche", "teoriche" e "investigative"; le ragazze a occupazioni "artistiche" e "sociali".
Quelle di Hausman e Gottfredson, però, sono voci isolate. Il gap fra i sessi è quasi sempre analizzato nel modo seguente: ogni squilibrio fra uomini e donne in materia di occupazioni e retribuzioni è prova diretta di pregiudizi sessuali, se non nella forma di aperte discriminazioni, in quella di messaggi scoraggianti e barriere invisibili. La possibilità che fra uomini e donne vi possano essere differenze che influiscono sui lavori che svolgono e su quanto guadagnano non può essere menzionata in pubblico, perché danneggerebbe la causa della parità sul lavoro e gli interessi delle donne.
E' questa convinzione che ha fatto sostenere a Friedan e Clinton, per esempio, che non avremo raggiunto la parità fra i sessi finché donne e uomini non saranno ugualmente rappresentati e pagati in "tutte le attività professionali" (quindi anche in miniera...).
Nel 1998 Gloria Steinem e Bella Abzug, membro del Congresso, in un' intervista televisiva definirono l'idea stessa di differenze fra i sessi una "scemenza", una "sciocchezza antiamericana" e quando ad Abzug fu chiesto se parità fra i sessi significasse numeri uguali in ogni campo (quindi anche in fonderia e nei cantieri...), la sua risposta fu:"Cinquanta e cinquanta, assolutamente".

Quest'analisi del gap fra i sessi è diventata anche la posizione ufficiale delle università. Che i rettori degli atenei d'élite degli Stati Uniti siano pronti ad accusare i colleghi di odiosi pregiudizi senza nemmeno prendere in considerazione spiegazioni alternative (per accettarle o rifiutarle, non importa), dimostra quanto il tabù sia profondamente radicato.
Il problema di quest'analisi è che l'ineguaglianza negli esiti non può essere portata come prova di un'ineguaglianza di opportunità, a meno che i gruppi comparati non siano identici in ogni tratto psicologico, cosa che potrebbe avvenire solo se fossimo tabulae rasae (non lo siamo...).
Ma accennare alla possibilità che il gap fra i sessi sia dovuto, almeno in parte, a differenze fra i sessi rischia di far scoppiare la guerra, specie se a dirlo è un uomo bianco occidentale (il discorso cambia un po' se lo fa un musulmano; sapete, la paura dell'islam...).
Chi osa farlo deve aspettarsi di venir accusato di "volere tenere le donne al loro posto" o di "giustificare lo status quo". Il che non è meno insensato che accusare uno scienziato che studi i motivi per cui le donne vivono mediamente più a lungo (salvo in Paesi come l'Afghanistan, il Nepal e pochissimi altri) di "volere che i vecchi di sesso maschile muoiano". Lungi dall'essere una manovra architettata dagli uomini per difendere i loro interessi, le analisi che mettono in luce le pecche della teoria della barriera invisibile vengono in larga misura da donne, come Hausman, Gottfredson, Judith Kleinfeld, Karen Lehrman, Cathy Young e Camille Benbow, le economiste Jennifer Roback, Felice Schwartz, Diana Furchtgott-Roth e Christine Stolba, la studiosa di diritto Jennifer Braceras e, con maggiori riserve, l'economista Claudia Goldin e la studiosa di diritto Susan Estrich.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline bluerosso

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #9 il: Aprile 04, 2017, 15:46:41 pm »
Intende dire questo, ma non penso sia così zerbino come vuole far credere. E' probabilmente una coppia come tutte le altre (lì non mente), con lui che ha la puzza sotto il naso perché affiliato (ed assistito) da qualche consorteria di potere. Ho una mia idea in proposito, basata sulla conoscenza di un tizio come lui.Ottimo, altri studi condotti in Norvegia rivelano schemi comportamentali differenziati per sesso anche nell'età adulta, malgrado i condizionamenti femministi (es. le donne preferiscono fare l'insegnante anziché l'ingegnere).


Una volta in un forum rispose (intromettendosi) ad una mia replica verso un altro utente con un frase che così cominciava:

"Scusate se faccio intervenire la realtà........"

Che vi devo dire: sono scattate subito in me verso di Egli......ammirazione, simpatia, riguardo, stima, considerazione, rispetto ed apprezzamento...
Tutte insieme!

Offline Sardus_Pater

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #10 il: Aprile 04, 2017, 15:50:15 pm »
Parli di Gasparrini? Dimostri con il tuo esempio la personcina stile pidocchio in piedi che è.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline bluerosso

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #11 il: Aprile 04, 2017, 15:54:35 pm »
Parli di Gasparrini? Dimostri con il tuo esempio la personcina stile pidocchio in piedi che è.

Egli...egli!

Offline Angelo

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #12 il: Aprile 04, 2017, 22:11:25 pm »
Gasparrini si qualifica da solo con queste uscite da smidollatto femministuccio --->


 <--- minuto 8:30 " Un vero uomo piscia seduto"




***************************************************************************

Qui un'altra perla da lui scritta ---> http://utenti.quipo.it/villaleague/redazione.htm

Nella vita obbedisce pazientemente alla dott.ssa Capozza; attività questa che svolge solo per amore e quindi non gli viene retribuita se non con altrettanto amore, stima e gratitudine. Come tutte le altre che svolge. Quali?
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Alberto1986

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #13 il: Aprile 05, 2017, 02:01:07 am »
Scusatemi, ma io non riesco a leggere più nulla dove è riportato il nome di quel reietto umano, criminale sociale e demente universale di Gasperino Paperino Gasparrini. Scusate ancora, ma il mio stomaco non è più quello di una volta...  :sick: :sick: :sick:
Se c'è qualche anima buona, riporti solo le cose importanti dette dalla Miriano. Grazie.

Offline Vicus

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Re:Disturbo dell’identità di genere e Confronto Gasparrini - Miriano
« Risposta #14 il: Aprile 05, 2017, 09:42:32 am »
Un vero uomo piscia seduto
Non è assolutamente credibile. Spara cose così esagerate da essere comiche, a leggerlo anche il peggiore zerbino sviluppa sentimenti antifemministi, in fondo il Gasperino lavora per noi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.