Autore Topic: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?  (Letto 2116 volte)

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Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« il: Ottobre 29, 2016, 09:16:56 am »
https://www.avvenire.it/famiglia-e-vita/Pagine/separazioni-verso-la-fine-della-madre-prevalente

C’era una volta la "madre prevalente". Quella presunzione di maggiore affidabilità e dedizione nell’educazione dei figli che da sempre aveva convinto i giudici a consegnare i bambini alle mamme nelle cause di separazione. La percentuale bulgara del 93% di assegnazione dei bambini alle madri con la precedente legge sulla separazione, non è sostanzialmente cambiata con la legge 54 del 2006 sull’affido condiviso. Nell’ultimo decennio le madri sono diventate, almeno in nove casi su dieci, il "genitore collocatario". Non si tratta di una sfumatura lessicale. Alla madre la legge riconosce l’assegnazione della casa di famiglia e i cosiddetti alimenti, quando e se ricorrono le condizioni.

Tre giorni fa il Tribunale di Milano, con sentenza destinata a fare scuola, ha decretato chiusa la lunga stagione della "madre prevalente" e ha inaugurato quella della bigenitorialità educativa. Sembrerebbe una scelta importante, almeno come dichiarazione di principio, ma qualche dubbio rimane. Vediamo perché. I giudici della sezione IX, dedicata alla famiglia – presidente Laura Amato – sono stati chiamati a valutare il ricorso di una madre contro la decisione del Tribunale dei minori che due anni fa aveva deciso l’affidamento di una bambina ai Servizi sociali e il "collocamento prevalente" presso l’abitazione del padre. Le oscillazioni di umore della donna e la sua decisione di non collaborare con gli operatori dei Servizi sociali avevano convinto i giudici minorili a preferire il maggior equilibrio dell’uomo «molto focalizzato sull’effettivo interesse della figlia». Il tribunale ha respinto il ricorso e confermato la decisione di prima istanza. Ma ha allargato il ragionamento, sottolineando – come fa notare l’avvocato Lorenzo Puglisi, presidente di Familylegal – che il principio della "madre prevalente" non trova fondamento nel codice civile né nella carta costituzionale. Anzi la legge, come la letteratura scientifica, sostiene il principio della bigenitorialità e della parità.

Il genitore "collocatario", secondo la triste dizione del codice, può essere indifferentemente padre o madre. Conta l’interesse del minore. Sorgono due domande. Su quale presupposto, negli ultimi 30 anni, migliaia di sentenze si sono orientate verso l’affidamento o il "collocamento" quasi esclusivo alla madre se, come scrivono i giudici milanesi, non c’è traccia di tale indicazione nella legge? È stato sufficiente, come si legge nella sentenza a proposito di un recente pronunciamento della Cassazione, che il principio non fosse "tempestivamente contestato" per passare in giudicato? Non è tutto. L’obiettivo è assumere decisioni che possano davvero assicurare a bambini e ragazzi, già pesantemente segnati dalla sofferenza della disgregazione familiare, le migliori condizioni di crescita. Come si fa ad assicurare ai genitori pari possibilità di intervento? Oggi il giudice affida la definizione degli aspetti concreti della vita del minore alla buona volontà dei genitori e al controllo dei Servizi sociali. Ma troppo spesso mancano. Non sarebbe il caso di intervenire sull’impianto della legge con una serie di garanzie per un affido "effettivamente" condiviso? A dieci anni dalla legge almeno questo meritano figli, madri e padri che portano dentro i segni indelebili del fallimento.
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Offline Vicus

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #1 il: Ottobre 29, 2016, 09:30:39 am »
In Francia l'affido condiviso è solo su richiesta congiunta dei coniugi, altrimenti l'affido è quasi sempre alla madre come pure gli alimenti che prescindono da valutazioni di responsabilità.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #2 il: Ottobre 29, 2016, 09:36:32 am »
In Francia l'affido condiviso è solo su richiesta congiunta dei coniugi, altrimenti l'affido è quasi sempre alla madre come pure gli alimenti che prescindono da valutazioni di responsabilità.

pensiamo all'italia per ora :)

la francia non fa testo.
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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #3 il: Ottobre 29, 2016, 14:38:50 pm »
di fatto la parità di genere in questo momento per i maschi è l'unica speranza  :cry:

a forza di farci credere che abbiamo dei vantaggi di un qualche tipo, ce la mettono nel ... un giorno si e l'altro pure

di fatto, nonostante a parole mm e ff abbiano i medesimi diritti e i medesimi doveri (lo dice anche la costituzione, a proposito) chissà perchè i bambini li tiene appunto la mamma, sempre o quasi sempre

noi (QM) abbiamo sempre sostenuto la diversità mm/ff, i diversi ruoli, le diverse naturali propensioni, etc etc
ma per quanto riguarda le separazioni (ma anche altri campi, si potrebbe discutere) probabilmente l'unica via d'uscita è reclamare la parità assoluta: il giudice dovrebbe sentenziare senza sapere se il coniuge A è maschio o femmina e viceversa per il coniuge B.

Bisognerebbe arrivare ad una situazione del tipo: alla separazione si divide a metà tutto ciò che si è fatto durante il matrimonio (escludendo quindi tutto ciò che si è ricevuto in eredità), si dividono a metà i figli (nel senso: 6 mesi con A, 6 mesi con B) che ciascuno mantiene direttamente, basta. Chiuso. Si torna due estranei. Punto a capo.
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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #4 il: Ottobre 29, 2016, 17:30:24 pm »
Si ricordano della parità solo nel lavoro, con strutture e contributi costosissimi.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #5 il: Ottobre 29, 2016, 19:40:50 pm »
ma per quanto riguarda le separazioni (ma anche altri campi, si potrebbe discutere) probabilmente l'unica via d'uscita è reclamare la parità assoluta: il giudice dovrebbe sentenziare senza sapere se il coniuge A è maschio o femmina e viceversa per il coniuge B.

Bisognerebbe arrivare ad una situazione del tipo: alla separazione si divide a metà tutto ciò che si è fatto durante il matrimonio (escludendo quindi tutto ciò che si è ricevuto in eredità), si dividono a metà i figli (nel senso: 6 mesi con A, 6 mesi con B) che ciascuno mantiene direttamente, basta. Chiuso. Si torna due estranei. Punto a capo.

E toglieresti loro tutti i vantaggi che si son... cioè, hanno fatto guadagnare loro :sick: ?
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #6 il: Ottobre 29, 2016, 19:58:54 pm »
di fatto la parità di genere in questo momento per i maschi è l'unica speranza  :cry:

a forza di farci credere che abbiamo dei vantaggi di un qualche tipo, ce la mettono nel ... un giorno si e l'altro pure

di fatto, nonostante a parole mm e ff abbiano i medesimi diritti e i medesimi doveri (lo dice anche la costituzione, a proposito) chissà perchè i bambini li tiene appunto la mamma, sempre o quasi sempre

noi (QM) abbiamo sempre sostenuto la diversità mm/ff, i diversi ruoli, le diverse naturali propensioni, etc etc
ma per quanto riguarda le separazioni (ma anche altri campi, si potrebbe discutere) probabilmente l'unica via d'uscita è reclamare la parità assoluta: il giudice dovrebbe sentenziare senza sapere se il coniuge A è maschio o femmina e viceversa per il coniuge B.

Bisognerebbe arrivare ad una situazione del tipo: alla separazione si divide a metà tutto ciò che si è fatto durante il matrimonio (escludendo quindi tutto ciò che si è ricevuto in eredità), si dividono a metà i figli (nel senso: 6 mesi con A, 6 mesi con B) che ciascuno mantiene direttamente, basta. Chiuso. Si torna due estranei. Punto a capo.


e no.
questa è la visione della corrente conservatrice della qm non è  la qm. 
e infatti poi si trova nella doppia morale di voler la parità su alcune cose e la diversità su altre  ;)
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Offline ilmarmocchio

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #7 il: Ottobre 30, 2016, 09:04:09 am »
Citazione
Cosmos1: Bisognerebbe arrivare ad una situazione del tipo: alla separazione si divide a metà tutto ciò che si è fatto durante il matrimonio (escludendo quindi tutto ciò che si è ricevuto in eredità), si dividono a metà i figli (nel senso: 6 mesi con A, 6 mesi con B) che ciascuno mantiene direttamente, basta. Chiuso. Si torna due estranei. Punto a capo.

Infatti. Lo scopo del divorzio è di eliminare ogni legame tra i 2 ex coniugi, non di mantenere situazioni ambigue.
Da notare comunque che la sentenza di cui parliamo è del tribunale di Milano.
Bisognerà vedere cosa stabilirà la CC :cool:

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #8 il: Novembre 02, 2016, 20:48:29 pm »

e no.
questa è la visione della corrente conservatrice della qm non è  la qm. 
e infatti poi si trova nella doppia morale di voler la parità su alcune cose e la diversità su altre  ;)

non credo che le posizioni siano del tutto fisse. Non conosco esponenti di questa o quella corrente con un minimo di seguaci e di credibilità perchè si possa dire che c'è un gruppo uniforme con un numero dispari superiore o uguale a tre.
E' vero che i cattolici tendono a sottolineare le differenze, ma di fatto il problema principale non è l'analisi ma le proposte, le vie d'uscita. L'analisi cattolica o marxista o socialista o liberista che sia, ha un qualche valore se sa identificare una soluzione percorribile a breve. Mi sbaglio se dico che nessuno di coloro che io conosco e che si occupano di QM hanno una soluzione in tasca?
Se non hanno (abbiamo) una soluzione pronta, la conseguenza prima è che dovranno (dovremo) ripensare la propria teoria
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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #9 il: Novembre 02, 2016, 22:13:22 pm »
non credo che le posizioni siano del tutto fisse. Non conosco esponenti di questa o quella corrente con un minimo di seguaci e di credibilità perchè si possa dire che c'è un gruppo uniforme con un numero dispari superiore o uguale a tre.
E' vero che i cattolici tendono a sottolineare le differenze, ma di fatto il problema principale non è l'analisi ma le proposte, le vie d'uscita. L'analisi cattolica o marxista o socialista o liberista che sia, ha un qualche valore se sa identificare una soluzione percorribile a breve. Mi sbaglio se dico che nessuno di coloro che io conosco e che si occupano di QM hanno una soluzione in tasca?
Se non hanno (abbiamo) una soluzione pronta, la conseguenza prima è che dovranno (dovremo) ripensare la propria teoria
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Amor ricordare che una soluzione concreta e messa in pratica con successo c'è già in alcuni ambiti cattolici, e che sono modelli validi per tutti, anche per persone di diverse convinzioni, perché fanno tesoro di secoli di civilizzazione di cui la hybris moderna ha cercato di sbarazzarsi.
« Ultima modifica: Novembre 03, 2016, 08:57:54 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #10 il: Novembre 03, 2016, 15:29:59 pm »
io apprezzo queste posizioni, anche se non mi convincono del tutto

io sono sulle posizioni di Lanza del Vasto, il che purtroppo non equivale alle posizioni dell'ordine da lui fondato, l'Arca, che ha tradito spudoratamente il pensiero del fondatore, fino al punto che l'attuale capo dell'Arca è ... una donna  :cry:

ad ogni modo rispetto ai gruppi cui accenna Vicus, il pregio del pensiero di Lanza del Vasto a mio parere è l'impostazione "laica", non nel senso in cui viene usato oggi come posizione anti-religiosa o perlomeno non-religiosa, ma nel senso di non clericale. Il laico è colui che lavora nel mondo, produce, investe, guadagna, costruisce, distrugge, etc. I gruppi di Vicus a mio parere sono troppo centrati sull'aspetto cultuale: io credo che la cosa più importante in un laico è che sia onesto e che faccia un lavoro onesto (semplice da dire, meno da fare) non a quale liturgia partecipa.

Rispetto a quei gruppi però a mio modo il nodo della QM è irrisolto. Cosa dobbiamo fare? Ci inquadriamo nella visione della donna di San Paolo e dei padri della chiesa? OK, certo, ma questo vale solo per i cattolici e non tutti. Ma la società non può essere fatta solo di cattolici e ha bisogno di leggi che valgono anche per i non cattolici. Per i quali quindi cosa proponiamo?
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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #11 il: Novembre 03, 2016, 15:58:50 pm »
In queste comunità il clero si limita a celebrare la Messa: non ci sono "guru", riunioni, dirigismo nella vita privata.
Sono i laici ad essere protagonisti di iniziative a livello sociale e civile: manifestazioni, conferenze (per chi vuole), scuole parentali (coi genitori come insegnanti), libri e reinformazione, offerte di lavoro o aiuto (consulenza giuridica gratuita, ecc.) tramite annunci nelle parrocchie o reti Intranet.

A cosa può servire questo modello ai non credenti?
- I ruoli dell'uomo e della donna consolidati in secoli di civilizzazione da tutte le culture del mondo, anche non cristiane
- L'organizzazione e la collaborazione reciproca (in luogo dell'isolamento individualista che perpetua l'oppressione maschile)
- Un efficace e coordinato impegno civile
- Un'efficace azione di sensibilizzazione e reinformazione con semplici mezzi
« Ultima modifica: Novembre 03, 2016, 17:14:53 pm da Vicus »
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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #12 il: Novembre 03, 2016, 19:26:06 pm »
Vicus, intendiamoci: ho una grande stima per queste comunità
per capire le mie perplessità bisognerebbe vedere una comunità dell'Arca, le differenze rispetto al modello di cui parli tu
dove si può vedere questa comunità? suppongo che si debba dire la stessa cosa che disse Simone Weil a Lanza del Vasto quando lui le espose il suo progetto: voi avete un magnifico diamante Lanza. Lui: ha un solo difetto, che non esiste!
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Offline Vicus

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Re: Separazioni, verso la fine della «madre prevalente»?
« Risposta #13 il: Novembre 03, 2016, 20:10:42 pm »
Non sono concentrate in luoghi particolari come l'Arca o Nomadelfia, vivono come tutti gli altri cittadini ma condividono gli stessi valori e si aiutano l'un l'altro.
Sono anche aperte ad altre realtà, per esempio un conoscente ha messo a disposizione alloggi per rifugiati cristiani del Medio Oriente.
I luoghi di aggregazione principali, oltre alle parrocchie tradizionali (come S. Simon Piccolo a Venezia), sono "università estive" (soggiorni di scambio culturale) tenute essenzialmente da laici presso conventi ed agriturismi (si veda ad es. la Fondazione Lepanto), associazioni culturali o di impegno civile (sempre fondate e gestite da laici), conferenze se temi vari, case editrici (per es. Lindau e Cantagalli) e saloni del libro, per chi vuole pellegrinaggi e processioni come tutti i cristiani.
Il sito Corrispondenza Romana, tra gli altri, fornisce ampie informazioni.
In Francia dove lo Stato è storicamente ostile al cristianesimo sono ancor più organizzati, perché lì l'alternativa è tra agire o sparire. La Manif' per esempio viene da lì è ha avuto picchi di partecipazione di 1500000 persone vicine a queste realtà, oltre alla costante presenza delle Femen :lol:
Magari sono dietro l'angolo, ma i media e gli altri cattolici non ne parlano e per questo sembra che non esistano (del resto, quanti conoscono l'Arca?)
Tessore è sulle stesse posizioni nostre.

Alcuni esempi concreti di quel che facciamo sono riportati qui (insieme a iniziative di altri):
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=13861.0
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.