Autore Topic: "Donne Vittoriose"  (Letto 167242 volte)

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Offline Sardus_Pater

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #120 il: Aprile 19, 2017, 20:42:23 pm »
Povere cretine, il giorno in cui la gente si interesserà di più del calcio femminile rispetto a quello maschile cominceranno a piovere pietre :lol: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Alberto1986

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #121 il: Aprile 19, 2017, 22:23:41 pm »
Eccone un'altra.
Come entrano (anzi, vengono fatte entrare...) in un ambito maschile, subito iniziano a scassare la minchia con le loro vaginate da eterne complessate.

http://27esimaora.corriere.it/17_aprile_18/inspiring-girls-regole-passione-ora-calcio-impari-ragazze-71800c24-246c-11e7-9ccc-1412672da04e.shtml

Naturalmente da parte maschile non vola una mosca.
Come sempre tutto tace e le complessate si espandono sempre di più.

Inquinano e distruggono tutto quello che infettano. Ma la colpa è sempre loro, di quei coglioni di maschi di potere che ancora abboccano al loro eterno e falso vittimismo.

Offline ilmarmocchio

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #122 il: Aprile 20, 2017, 10:42:37 am »
Citazione
Alberto86 : Inquinano e distruggono tutto quello che infettano

perfetto

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #123 il: Aprile 20, 2017, 19:52:01 pm »
Inquinano e distruggono tutto quello che infettano.

E' un articolo di un anno fa e al riguardo già scrissi dei post lo scorso agosto; ma è sempre bene rammentare ed evidenziare la povertà mentale di queste mentecatte moderne.

https://www.vanityfair.it/news/sport/16/04/20/irma-testa-rio-boxe-femmina-olimpiade

Citazione
Sport Storie
Irma Testa vola a Rio: «Perché la boxe è (anche) femmina»
20 Apr, 2016 di Nicola Bambini
Irma Testa vola a Rio: «Perché la boxe è (anche) femmina» Sfoglia gallery
Diciotto anni e idee chiare, è la prima pugile italiana della storia a qualificarsi per un'Olimpiade, schivando pugni e pregiudizi. E marinando la scuola per andare in palestra...


«Boxe: sostantivo femminile». Il dizionario parla chiaro, Irma Testa pure. Diciotto anni compiuti a dicembre, una mensola già stracolma di trofei e l’animo leggero di chi scrive la storia: la «farfalla» è la prima pugile donna dello sport italiano a qualificarsi per un’Olimpiade. Lo ha fatto a Samsun, un cittadina turca affacciata sul Mar Nero, dove si è andata a prendere il pass per Rio 2016 battendo in semifinale la bulgara Staneva, nella categoria pesi leggeri.

Alta, bella, atleta delle Fiamme Oro, il fisico più da indossatrice che da boxeuse, nata e cresciuta a Torre Annunziata ma «rapita» giovanissima dal pugilato. Il primo titolo mondiale juniores nel 2013, quando qualcuno già strabuzzava gli occhi. L’anno successivo l’argento olimpico ai Giochi giovanili, poi il bis iridato nella categoria youth. Volteggia sul ring, poi scarica la sua rabbia agonistica: «Come un treno che va, va, va… ora però ho preso la botta».
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Oltre a scrivere una pagina di storia dello sport italiano, possiamo dire che ha sfatato il tabù donne e boxe.
«Per me la boxe è uno sport femminile. Noi donne abbiamo una marcia in più, maggiore determinazione e sopportiamo meglio il dolore. L’ho già detto più volte e sono stata sommersa di critiche».

In effetti è un po’ strana come affermazione.
«Io non sto sminuendo i miei colleghi uomini, ci mancherebbe. Dico solo che se una donna vuole emergere in uno sport come questo deve per forza avere più fame. Per i maschi è più normale».


Questione di pregiudizi?
«Come un uomo che fa danza. Molti pensano che noi pugili ci diamo le carezze. Ma non è così, noi donne siamo capaci di fare questo sport».

E la passione dov’è nata?
«Da mia sorella, l’ho sempre seguita in tutto. Anche quando ha iniziato a fare pugilato».

Poi lei ha smesso e tu hai continuato.
«Dopo pochi mesi di allenamento iniziai a smettere di uscire con gli amici per andare a correre. Marinavo la scuola per la palestra: lì mi accorsi che la boxe mi aveva ‘rapita’».

Una dipendenza.
«Esatto, la boxe per me è dipendenza. Se un giorno non vado in palestra mi manca l’aria, ho bisogno di allenarmi. Non dico che è tutto nella mia vita, perché c’è anche la famiglia, però sicuramente conta tantissimo».

Appunto, la Irma Testa extra-boxe?
«Tempo libero ne ho poco. Da tre anni vivo nel centro nazionale ad Assisi e torno a Torre Annunziata tre giorni al mese. Mi manca casa, ma non è un peso. Sono all’ultimo anno di ragioneria e adoro leggere biografie».

Quindi quest’estate maturità e poi Olimpiade. Come vedi il tuo futuro?
«Un domani mi piacerebbe continuare la carriera da poliziotta».

Intanto c’è da pensare a Rio. Sensazioni?
«Ottime, sto lavorano bene e sono seguita dai tecnici fantastici come Emanuele Renzini. L’esperienza al preolimpico di Samsun mi ha dato consapevolezza: ora so che ai Giochi posso e devo puntare alla medaglia d’oro. Medaglia: sostantivo femminile».


Citazione
Noi donne abbiamo una marcia in più, maggiore determinazione e sopportiamo meglio il dolore.

No, dico, ma come si fa a fare dichiarazioni del genere ?
Irma Testa "più resistente" al dolore di un Mike Tyson o di un Rocky Marciano ?
Ma che puttanata è ?
Queste poveracce, oltre ad essere complessate all' ennesima potenza, non hanno proprio il senso del limite.
Sono stupide, banali, fastidiose, irritanti, irrispettose e spocchiose.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Alberto1986

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #124 il: Aprile 21, 2017, 22:14:40 pm »
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«Per me la boxe è uno sport femminile. Noi donne abbiamo una marcia in più, maggiore determinazione e sopportiamo meglio il dolore. L’ho già detto più volte e sono stata sommersa di critiche».

Queste sparate totalmente irreali derivano da isteria cronica provocata da una vita passata a complessarsi e provare profonda inferiorità nel confrontarsi col sesso maschile. Io l'ho sempre sostenuto: molte donne non accettano di essere nate femmine ed arrivano a convincersi di essere addirittura superiori pur di sopravvivere ai loro profondi complessi d'inferiorità. E' un meccanismo di sopravvivenza di menti molto malate. Queste dovrebbero affrontare un corso psico-terapeutico serio ed adeguato, invece vengono assecondate, permettendo che la loro patologia peggiori.

Online Frank

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #125 il: Aprile 22, 2017, 00:18:17 am »
Alberto86
Citazione
Queste dovrebbero affrontare un corso psico-terapeutico serio ed adeguato, invece vengono assecondate, permettendo che la loro patologia peggiori.

Non solo: ci sono anche pseudo maestri che incensano le pugilesse e denigrano i pugili.

https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=13706.msg158337#msg158337
Citazione
Athena Bylon
    Le donne sono più determinate degli uomini, più tenaci
    e non mollano mai, dice Athena Bylon, 27enne pugilessa panamense, campionessa
    del mondo nella categoria 69 kg e in gara nei 75 kg alle Olimpiadi di Rio.
    Ad allenare questa potenziale "Million Dollar Baby" c'è un tecnico italiano.
    Nino Fracasso, foggiano e veterano della preparazione pugilistica a livello
    nazionale e internazionale. E' lui che definisce le donne sul ring "migliori degli uomini".
    Il motivo, spiega, è soprattutto di testa. Le ragazze si allenano con un'intensità diversa.
    Gli uomini sono più scansafatiche"
.


http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Boxe/22-07-2015/boxe-arthur-abraham-re-dolore-titolo-mondiale-la-mandibola-rotta-120656762117.shtml
Citazione
Boxe: Arthur Abraham "re di dolore", titolo mondiale con la mandibola rotta
Nuova impresa del supermedio tedesco, che ha letteralmente stretto i denti e sabato notte ha messo al tappeto il connazionale Stieglitz nella sfida per la cintura Wbo

22 luglio 2015 - Milano
"King of pain", re di dolore, cantavano i Police. Uno stoico "re di dolore" si è confermato Arthur Abraham, 35 anni, King Arthur per gli appassionati di pugilato. Il supermedio tedesco di origini armene, 43 vittorie (29 per ko, il 67%) e 4 sconfitte in 12 anni di carriera professionistica che l'ha visto battersi 21 volte per una cintura iridata, ha difeso sabato notte ad Halle (Germania) il titolo Wbo dall'assalto del connazionale Robert Stieglitz (47-5-1) mettendolo ko al 6° round, vincendo la terza sfida su quattro della loro saga teutonica e tenendo incollati alla tivù in seconda serata 3,61 milioni di spettatori tedeschi.

stringere i denti — Un netto successo divenuto epico ora che, dopo le analisi mediche fatte nelle 48 ore successive la match, si è saputo che King Arthur ha vinto con la mandibola sinistra fratturata. Evidentemente la sua soglia di dolore è così alta che dal quarto round, quando ha iniziato a sentire male, gli ha permesso comunque di stringere letteralmente i denti, incassare i colpi dell'avversario e accentuare l'efficacia della sua azione per trovare al più presto possibile il k.o. decisivo. Abraham non è nuovo a simili imprese. Una ancora più stoica l'aveva portata a termine nel 2006, quando contro Edison Miranda il mondiale Ibf la mascella si era rotta al 5° round e lui aveva continuato imperterrito fino al 12° vincendo il match ai punti. Un vero King of pain.
 Ivan Malfatto
© riproduzione riservata

Mi risulta che di casi del genere ce ne sono stati tanti nella lunga storia del pugilato maschile.
Mentre non mi risulta altrettanto nella recente storia del pugilato femminile.

@@

https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=13706.msg159062#msg159062
Citazione
Comunque, tanto per non smentirsi, un paio di giorni fa la judoka romana che risponde al nome di Odette Giuffrida - medaglia d'argento a Rio, nei 52 kg femminili -, ad una domanda posta dal mensile di salute, nutrizione e sport dell'Università Nicolò Cusano,


Citazione
Quest'anno è stato record di qualificazione fra donne


ha risposto così:


 
Citazione
Odette Giuffrida

    Diciamo la verità, noi donne siamo più combattive. Piano piano stiamo prendendo sempre più spazio, come è giusto che sia.


Questo nonostante i paragoni tra uomini e donne nello sport siano un nonsenso, perché se la gare fossero miste anziché divise in base al sesso, dello sport al femminile resterebbero solo le macerie.
Il motivo è ovvio: la superiorità fisica maschile.
Esempio: quale donna potrebbe sfidare Teddy Riner nel judo, Usain Bolt nell'atletica o Michael Phelps nel nuoto...?
Ovviamente nessuna.

Non solo: alle recenti Olimpiadi di Rio si sono qualificati 170 atleti italiani e 144 atlete italiane, ragion per cui, usando il suo metro, chi è stato più combattivo...?

Di più: alle Olimpiadi di Rio gli uomini italiani hanno vinto diciotto medaglie, di cui ben sette (su otto) d'oro, mentre le donne si sono aggiudicate dieci medaglie, di cui solo una d'oro.
Perciò chi si è comportato meglio? Chi è stato più combattivo, più determinato, più grintoso? Ovviamente gli uomini.

Non c'è niente da fare: il problema di Odette Giuffrida, così come quello di Irma Testa e di tante altre giovani donne di oggi - atlete o meno che siano -, è la presunzione e parimenti la mancanza di umiltà, nonché l'incapacità di riconoscere i meriti altrui.
E nello specifico i meriti della controparte maschile.
Viceversa gli uomini non hanno alcun problema a riconoscere i meriti femminili.
Non solo: nessun atleta di sesso maschile (italiano e non) fa mai sparate "anti-donna", mentre il contrario è la norma; e i motivi sono da ricercare negli insopprimibili complessi di inferiorità di cui le donne sono affette e afflitte.

@@

Per inciso: Fabio Basile, che ha vinto la medaglia d'oro nei 66 kg maschili, non ha fatto minimamente sparate del genere verso le donne.
E lui, se solo lo volesse, potrebbe farle certe sparate.
« Ultima modifica: Aprile 22, 2017, 00:28:18 am da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #126 il: Aprile 22, 2017, 00:52:09 am »
Mi risulta che di casi del genere ce ne sono stati tanti nella lunga storia del pugilato maschile.
Mentre non mi risulta altrettanto nella recente storia del pugilato femminile.

http://www.datasport.it/boxe-addio-ken-norton-ali-mandingo.htm
Citazione
Venerdì, 20 Settembre 2013 - 10:04
Boxe: addio a Ken Norton, fratturò la mascella di Ali

Muhammad Ali combatté per sette round con la mascella fratturata.


http://www.repubblica.it/sport/vari/2017/03/01/news/winnie_pazienza_storia-159451820/
Citazione
L'uomo che visse due volte. Ko inflitti e subiti, sul ring e nella vita. Un terrificante incidente stradale, viti di ferro conficcate nel cranio, l'uso delle gambe pregiudicato, una rinascita al limite dell'impossibile, i 'soliti' problemini con la giustizia, il ritorno sul ring. Di uno come Vincenzo Pazienza, in arte Vinny, non poteva non accorgersi il mondo dello spettacolo. Prima chiamandocelo direttamente, guest star nella serie Police Academy e ospite nello show di Jay Leno, molto seguito negli Stati Uniti. Ora con un film sulla sua storia firmato dal regista Ben Younger:  'Bleed - Più forte del destino", che uscirà nelle sale italiane il prossimo 8 marzo. Una vicenda drammaticamente vera, che ha affascinato anche Martin Scorsese, del quale è inutile sottolineare il legame con la boxe ('Toro scatenato') e che del film è produttore esecutivo.

Di origini italiane, Pazienza è stato campione di buon livello, non eccelso, ma il tipo di amore che gli americani gli hanno riservato e gli riservano, è di quelli tributati ai fuoriclasse. Non un caso, perché quel tipo con la faccia da schiaffi venuto dal Rhode Island, una volta sul ring è sempre stato un amico della gente. Nessuna tattica, nessuna prudenza: solo per lo spettacolo, solo per chi pagava il biglietto. Attacchi a viso aperto, poco spazio alla difesa, rischio perenne per gli altri e se stesso. Figlio dell'America del pugilato esagerato, quella pazza per Ray Boom Boom Mancini e le sue esibizioni oltre la razionalità. In una di queste si spezzò la vita del coreano Duk Koo Kim e il paisà, ma forse tutto il mondo del pugilato, non fu mai più lo stesso.

«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #127 il: Luglio 31, 2017, 20:18:10 pm »
Dunque, ai mondiali di nuoto di Budapest, terminati proprio ieri, Federica Pellegrini ha vinto una medaglia d'oro sui 200 stile libero, Gregorio Paltrinieri un oro e un bronzo (rispettivamente sui 1500 e 800 stile libero) e Gabriele Detti un oro e un bronzo (800 e 1500 stile libero).
Bene, cosa ti fa il solito giornalista di turno ?
Dà un 10 a quest'ultimi e un 10 e lode alla cosiddetta "Divina". (?)

http://www.corriere.it/sport/cards/mondiali-nuoto-pagelle-italia-promossa-pieni-voti-pellegrini-lode-paltrinieri-detti-10-solo-pallanuoto-rimandata/italia-8_principale.shtml

Citazione
di Alessandro Pasini, inviato a Budapest

Mondiali di nuoto, le pagelle. Italia promossa a pieni voti: Pellegrini con lode, Paltrinieri e Detti con 10. Solo la pallanuoto è rimandata

Eccezionale.

Citazione
Federica Pellegrini: 10 e lode

Divina. Regina. Infinita. Leggenda. Il suo storico oro - il terzo mondiale nei 200 stile, la settima medaglia consecutiva nella specialità (record assoluto) - ha scatenato tutti i cercatori di aggettivi. Che però, naturalmente, sono ormai finiti. Forse allora la descrizione migliore è quella di Giovanni Malagò, il suo antico padre sportivo: la più grande atleta italiana di sempre. Lo pensavamo da tempo. Ora non ci sono più dubbi (qui le foto e il video dell'impresa costruite in un albergo in stile «Shining»)

@@

Già i paragoni tra i risultati maschili e femminili fanno ridere, a causa del fatto che se le gare di nuoto (e non) fossero miste anziché divise in base al sesso, non esisterebbe alcuna Pellegrini.
« Ultima modifica: Luglio 31, 2017, 20:30:39 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #128 il: Settembre 09, 2017, 08:39:35 am »
Tanto per evidenziare una volta di più gli infiniti complessi di inferiorità femminili, misti a idiozia cronica.

http://www.manintown.com/calcio-femminile-escludiamo-pregiudizi/2016/11/17/

Citazione
CALCIO FEMMINILE: ESCLUDIAMO I PREGIUDIZI
ILENIA MENALE

Uno sport intramontabile quello del calcio. Eppure la maggior parte di noi associa a questa disciplina sportiva il sesso maschile: il calcio è una attività per uomini. Ed ora smentiremo queste credenze meramente popolari perché non solo il calcio femminile esiste ma è anche uno sport che vede la partecipazione di professioniste di ottimo livello. Nulla da invidiare agli uomini, insomma. Anzi, finirà che saranno gli uomini ad invidiare la prestazione sportiva delle donne.
No, non si tratta di una polemica di gender o dell’essere femminista o meno, diciamo solo che le donne smentiscono le credenze ed hanno delle capacità agonistiche davvero sorprendenti, come testimonia la Roma Calcio femminile che, nata ufficialmente nel 1965, dal 1971 è affiliata alla Federcalcio.
Vincitrice di uno scudetto nel 1969 e una Coppa Italia nel 1971 nel 2007 ottiene un Premio Roma Coni come miglior società sportiva del Lazio per gli eccellenti risultati. La Roma Calcio Femminile è inoltre una delle migliori società di calciatrici femminile per la Scuola Calcio. Presieduta da Marco Palagiano, la società ha oltre 100 ragazze tesserate e nella scorsa stagione ha vinto la Coppa Disciplina e numerosi tornei di prestigio. Il Calcio a 11 gioca presso il Danilo Vittiglio del Pro Roma in zona Largo Preneste. Intervistiamo una delle calciatrice il giorno 13 novembre, poche ore dopo il derby di Serie B Roma Femminile – Lazio Women 2015. La vittoria della squadra introduce il clima di entusiasmo con il quale Noemi Visentin, classe 2000 e quindi davvero giovanissima, affronta le domande. Il calcio femminile è davvero da sempre percepito come una disciplina tipicamente maschile. Forse si tratta di un ingenuo sessismo che è tipico degli italiani, donne e uomini di ogni età.
Eppure Noemi, nonostante la sua giovane età afferma convinta: “Ho scelto questo disciplina perché è una rivincita per le donne. Noi sappiamo dimostrare che possiamo essere anche più forti degli uomini”.
Anche Fabrizio Pantanè, preparatore atletico della Roma Calcio Femminile, sembra darle ragione, anche se in modo differente. Sostiene infatti Pantanè che nella sua vita professionale allena anche uomini: “Le differenze di genere a livello strutturale sono soprattutto di natura fisica ma la determinazione delle donne è davvero molto più forte, insuperabile. Le trovo più predisposte al lavoro già a 14, 15 anni. Chi denigra il calcio femminile non sa di cosa parla.” Eppure Noemi parla di una differenza di concezione del calcio femminile che si concretizza proprio attorno a lei, tra i suoi amici, tra i suoi conoscenti. Afferma la calciatrice: “I miei amici maschi non sono d’accordo con questa mia scelta: loro credono che il calcio sia uno sport solo per uomini”. E allora viene spontaneo domandare del rapporto con la famiglia, con il padre in particolare: “Mio padre mi ha sempre sostenuta, da quando avevo 8 anni e già giocavo a calcio. Anche mia madre mi ha sempre supportata ed è sempre stata disponibile con me. Ho anche un fratello che gioca a calcio ed una sorella che, anche se non è giocatrice, mi sostiene e viene sempre a vedere tutte le mie partite”. E’ così entusiasmante sentire parlare Noemi che suona davvero strano pensare che in Italia esistono poche squadre di calcio femminile ed anche pochi investimenti relativi a questa attività sportiva. Forse anche per colpa dei pregiudizi e delle dicerie. Però è curioso pensare che sebbene il calcio sia sport da uomini, Pantanè sostiene: “I numeri che nel nostro Paese riguardano il calcio femminile sono un fenomeno tutto italiano. All’estero la concezione di questa disciplina è completamente diversa.” Che la Roma Calcio Femminile sia una squadra forte e coesa lo conferma anche Noemi eppure se proviamo a fare “l’avvocato del diavolo” e a chiedere se esiste un difetto che si possa associare ad una squadra femminile lei esita e poi risponde ingenuamente: “forse un difetto potrebbe essere la presunzione che a volte domina tra noi”.
Non dovremmo contraddirla ma nello sport la presunzione, a volte è lecita. Però come diceva un grande del calcio, Arrigo Sacchi: “A pallone ci possono giocare tutti. A calcio soltanto in pochi.”
E non ha distinto uomini da donne.



Citazione
“I numeri che nel nostro Paese riguardano il calcio femminile sono un fenomeno tutto italiano. All’estero la concezione di questa disciplina è completamente diversa.”

Quale "estero" ?
Forse l'Algeria o la Corea del Nord...?  :cool2:


Citazione
“Le differenze di genere a livello strutturale sono soprattutto di natura fisica ma la determinazione delle donne è davvero molto più forte, insuperabile. Le trovo più predisposte al lavoro già a 14, 15 anni. Chi denigra il calcio femminile non sa di cosa parla.

Anche questo tizio confonde i complessi di inferiorità femminili con una presunta "superiore determinazione".
Ergo, chi è complessato vuol sempre dimostrare di esser migliore di chi non è complessato.


Citazione
il calcio è una attività per uomini. Ed ora smentiremo queste credenze meramente popolari perché non solo il calcio femminile esiste ma è anche uno sport che vede la partecipazione di professioniste di ottimo livello. Nulla da invidiare agli uomini, insomma. Anzi, finirà che saranno gli uomini ad invidiare la prestazione sportiva delle donne.


Sì, certamente.

http://www.corriere.it/sport/16_maggio_27/calcio-femminile-l-australia-battuta-7-0-ragazzini-under-15-cf073d78-2417-11e6-b229-67fb25338505.shtml
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #129 il: Settembre 09, 2017, 09:02:41 am »
Anzi, finirà che saranno gli uomini ad invidiare la prestazione sportiva delle donne.


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Offline Sardus_Pater

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #130 il: Settembre 09, 2017, 11:05:49 am »
Sinora l'unica fuoriclasse di sesso femminile proveniente dall'ambiente calcistico tricolore è Carolina Morace (grazie a lei, la Torres femminile di Sassari ha vinto il suo primo scudetto, quindi sono di parte, per quanto la compagine "rosa" sia andato a vederla nel corso degli anni poche volte contrariamente a quella maschile), troppo poco per parlare di rivincita o surclassamento.
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« Risposta #131 il: Settembre 09, 2017, 11:55:45 am »
Sinora l'unica fuoriclasse di sesso femminile proveniente dall'ambiente calcistico tricolore è Carolina Morace (grazie a lei, la Torres femminile di Sassari ha vinto il suo primo scudetto, quindi sono di parte, per quanto la compagine "rosa" sia andato a vederla nel corso degli anni poche volte contrariamente a quella maschile), troppo poco per parlare di rivincita o surclassamento.

Sardus, nel calcio una fuoriclasse femmina tra le femmine è una schiappa tra i maschi.
Poi sì, può esser brava tecnicamente; ma le differenze di forza, potenza, velocità e resistenza a vantaggio di quest'ultimi sono indiscutibili.

Resta un fatto: in questa epoca bisogna discutere di ciò che un tempo era ovvio.
Ma non perché lo asserivano degli "sporchi maschilisti": no, perché certe differenze strutturali fanno sì che un atleta di sesso maschile sia fisicamente e muscolarmente superiore ad una atleta di sesso femminile.
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Offline Sardus_Pater

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« Risposta #132 il: Settembre 09, 2017, 12:03:01 pm »
Ma è ovvio. Una con la preparazione tecnica della Morace dei tempi d'oro non avrebbe comunque potuto resistere più di dieci minuti contro avversari uomini.
Intendevo che il calcio femminile italiano ha dato solo un'atleta degna di essere ricordata. Da qui a parlare di invidia per le prestazioni femminili quindi ce ne corre.
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Offline bluerosso

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #133 il: Settembre 09, 2017, 13:04:17 pm »
Grande calciatrice la Morace. Nulla da eccepire (sono serio).
Ma è la prova provata che il travaso dal femminile al maschile è vano e fatale per chi lo affronta.
Una scommessa inutile. Un ramo secco.

Nel ‘99 le fu affidata la guida tecnica della Viterbese maschile. Mediocre squadra di terza serie (C1) e guidata al tempo da quel funambolo presidente che risponde al nome di Luciano Gaucci.
Unico ovvio motivo: far parlare della società tramite grancassa mediatica. Vecchio vizietto di Gaucci.
Obiettivo più che raggiunto.
L’avventura però si concluse assai rapidamente: due giornate due.
Senza neanche l’onta dell’esonero: dimissioni!...strano vero?

La Morace ha poi guidato come allenatrice nell’ordine:*
l’Italia F., senza nessuna particolare performance (un disastro)
il Canada F., con qualche prestazione più brillante
la nazionale F. di Trinidad e Tobago: 45º posto del ranking mondiale

Non l’è mancata neanche la panchina della “Nazionale Italiana Parlamentari”.
I parlamentari!...si proprio loro. I parlamentari!!
E chi scelgono?...la Morace! Mourinho aveva già scelto il Real.

Ora io mi chiedo: è questo il contributo che lo sport maschile abbisogna dall’innesto del femminile?
Al di fuori di (ovvie) motivazioni politiche, si può sapere quale concreta ed imprescindibile necessità sta in questo mescolamento?

Sembra di rivedere anche qui un desiderio atavico: depotenziare il maschile per potercisi finalmente confrontare.
E magari battere.
Per poi dire: siamo più forti noi!

*fonte wikipedia

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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #134 il: Settembre 09, 2017, 13:14:12 pm »
Gustosi retroscena del femmineo calcio….  :blink:


https://www.tuttojuve.com/primo-piano/esclusiva-tj-torino-calcio-femminile-la-replica-del-presidente-salerno-dichiarazioni-morace-impari-a-contare-fino-a-dieci-379624

ESCLUSIVA TJ - Torino Calcio Femminile, la replica del presidente Salerno: "Dichiarazioni Morace? Impari a contare fino a dieci"

15.07.2017



Ha creato non poco rumore l'intervista rilasciata dalla leggenda del calcio femminile Carolina Morace a Tuttojuve.com.
L'ex attaccante della Nazionale italiana, nel corso della sua lunga chiacchierata con il nostro Mirko Di Natale (LEGGI QUI), ha attaccato il presidente del Torino Calcio Femminile, il dottor Roberto Salerno, che nei giorni scorsi aveva criticato aspramente l'operato della Juventus (LEGGI QUI).
"Presidente del Torino? Non commento, per quanto ha infangato in questi anni il calcio femminile mi sorprendo di vederlo ancora alla guida di una squadra femminile. Difficile non vederci interessi personali"
Lla dura critica della Morace, che non è sfuggita al numero uno della società granata.
Il Dottor Roberto Salerno ha contattato la redazione di Tuttojuve.com e ha invocato il diritto di replica.

Ecco la sua risposta a Carolina Morace:

"Sulle dichiarazioni della signora Morace sorprende il suo grave difetto di memoria, molto 'corta', per cui vale la pena di precisare alcune cose e mettere ognuna di queste al suo posto.

Comincio dal 2002, anni in cui ero Senatore della Repubblica e Morace era CT della Nazionale Femminile, nel pieno della bufera e prossima all’esonero come aveva disposto l’allora Presidentessa dell’allora Divisione Calcio Femminile, Natalina Levati.
Morace mi chiese aiuto e io non esitai a intervenire inviando una lettera (è agli atti) ai vertici della FIGC per difendere la sua posizione e riuscendo nell’impresa di evitare il suo esonero immediato.
L’intervento fece scalpore e fui chiamato e rimproverato dai vertici del femminile ma tirai dritto convinto di quello che facevo, stavo difendendo una 'amica' (smemorata).

Poi venne il 2005 ed io ero responsabile della Nazionale Parlamentari di calcio quando ricevemmo l’invito del Parlamento Canadese per una tournee in Canada e decisi (ero Capitano della squadra), per simpatia e per darle sostegno, di invitare proprio Carolina Morace a far parte del nostro Gruppo, spesandole anche l’intera trasferta.
Nell’occasione dell’incontro con le massime istituzioni Canadesi e delle partite amichevoli con i nostri colleghi canadesi, la 'smemorata', Morace allacciò i rapporti che la portarono, poi, ad essere CT della Nazionale Canadese.
Infine, è agli atti l’emendamento che firmai nel 2005 (allego il testo) che portò soldi e risorse nel calcio femminile e che costituì nella storia di questo Paese, l’unico tangibile e concreto aiuto, che arrivò direttamente dal Parlamento alle società italiane di calcio femminile.

Nel raccontare questi fatti oggettivi (sono agli atti) mi sono limitato a dare della 'smemorata' anche se qualche altra considerazione la signora Morace la meriterebbe (ingrata? scorretta?) ma lascio a chi avrà bontà di leggere queste righe ogni deduzione in merito.

Tutto ciò premesso rimane lo sconsolante quadro umano di coloro che si reputano paladine e protagoniste del calcio femminile e, forse, farebbero meglio, Morace e socie, a contare fino a dieci prima di dire sciocchezze e stupidaggini e a dare un’occhiata alle ricche carriere personali di tante CT femminili, Sindacaliste, commentatrici TV etc. costruite sul nulla 'sportivo' ma su tanto tangibile sudore e sangue di tantissimi Presidenti di società mie colleghi.

Particolare precisione, infine, dovrebbe osservare quando cita i miei presunti 'interessi personali', senza peraltro fare delle ipotesi al riguardo, dal momento che in questi anni ho finanziato di tasca mia per centinaia di migliaia di euro la società che presiedo ma, su questo, mi riservo di farle pervenire, da un legale, mie notizie in merito.


Dott. Roberto SALERNO
Presidente TCF