Autore Topic: La donna emancipata è felice?  (Letto 44535 volte)

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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #90 il: Novembre 13, 2014, 13:54:20 pm »
La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.

la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline ilmarmocchio

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #91 il: Novembre 13, 2014, 13:56:20 pm »
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #92 il: Novembre 13, 2014, 13:59:42 pm »
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:

porca miseria .. qui sembra che sia l'unica a domandarmelo  :lol:

L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #93 il: Novembre 13, 2014, 14:16:50 pm »
porca miseria .. qui sembra che sia l'unica a domandarmelo  :lol:
Se ti riferisci a lavorare in un'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.
Cosa c'è di attraente in una donna che lavora dalle 9 alle 18 (o alle 21, talvolta) e torna a casa distrutta e col muso? Ve lo immaginate il quadretto, con lei che prepara i pasti al microonde e a tavola non spiccica parola?
Pongo di nuovo la domanda: perché è così interessante per una donna lavorare 8 ore in un ufficio? Una mia conoscente ha lasciato il fidanzato (dopo 5 anni) e si è messa a fare "l'avvocato". Il titolare dello studio (avvocato per davvero) le fa fare la galoppina, obbligandola a quotidiane trasferte di 4 ore. Non le paga neppure il salario pattuito (ma non ci sono tutele per il lavoro parasubordinato), e ai contributi ci pensa mammà. E' diventata alquanto nevrotica per questi ritmi da schiava, eppure dice di essere contenta perché "fa l'avvocato". Con questi specchietti per le allodole hanno infinocchiato le donne proprio per bene.
Citazione da: Vicus
sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Infatti gli uomini vi rinuncerebbero molto volentieri (ne hai la prova nello studio dove lavori ;) ), salvo rari "Alfa plus"che del resto sono pessimi mariti.

Ribadisco che per quel che mi riguarda il lavoro femminile non è un tabù (come ho detto in vari post). Però meritano una riflessione alcune opinioni femminili molto diffuse in Italia (essendo qui la carriera delle donne alquanto recente, e vista ancora come un'attraente novità):
1. Fare la casalinga è una scocciatura e sminuisce la donna, specie di fronte all'uomo che lavora e quindi avrebbe maggiore importanza sociale;
2. L'aspetto umano e relazionale del ruolo di casalinga non viene neppure in mente. E' la 'Sposa meccanica' di cui parla McLuhan, che ha interiorizzato il totem tecnologico e vede se stessa come una lavatrice o un biberon.

La donna è un essere più 'intero' e organico rispetto all'uomo, e dovrebbe essere la prima a criticare mansioni specializzate in declino: se la casalinga è obsoleta perché c'è la lavatrice, si può dire con maggior ragione che il lavoro femminile è obsoleto perché PaperPort lo svolge meglio. Invece di valorizzare la nostra umanità, siamo diventati i servomeccanismi delle nostre stesse tecnologie.
In paesi come l'Irlanda e la laicissima Francia, dove la carriera femminile non ha mai avuto questo fascino mitologico, molte donne (quadri aziendali, professoresse di liceo ecc.) decidono liberamente e senza rimpianti di dedicarsi esclusivamente alla famiglia. E in Francia la natalità è quasi doppia, mentre in Italia si cerca ancorala quadratura del cerchio.
« Ultima modifica: Novembre 13, 2014, 15:04:55 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #94 il: Novembre 13, 2014, 14:19:41 pm »
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:

io si, e io penso che starebbe meglio stare acasa a sferuzzare, penso sempre che sarbbe tanto felice e sereno.

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #95 il: Novembre 13, 2014, 14:20:11 pm »
Se ti riferisci a cose come lavorare in uin'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.

Infatti. Sebbene io faccia il lavoro che volevo fare da grande e per il quale ho studiato e la mia professione mi soddisfi, posso affermare senza esitazione che i motivi per cui mi piace vivere sono altri.
E che si pagassero per stare a casa, io mollerei tutto senza pensarci due volte.
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Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #96 il: Novembre 13, 2014, 14:21:38 pm »
Infatti. Sebbene io faccia il lavoro che volevo fare da grande e per il quale ho studiato e la mia professione mi soddisfi, posso affermare senza esitazione che i motivi per cui mi piace vivere sono altri.
E che si pagassero per stare a casa, io mollerei tutto senza pensarci due volte.

E non oso immaginare cosa risponderebbero un minatore, l'  operaio di una fonderia o anche solo quello che frigge le patatine al McDonald.
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Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #97 il: Novembre 13, 2014, 14:24:01 pm »
la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.

Questo è indubbio.
Non credo che il capo della tribù primitiva si preoccupasse dei vantaggi biologici.
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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #98 il: Novembre 13, 2014, 15:06:25 pm »
Se ti riferisci a cose come lavorare in uin'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.

Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Magari una soluzione in cui lei continuava a lavorare  part time per esempio e lui avesse rinunciato alla scalata dei vertici dello studio per consentire ad entrambi di godere maggiormente dei figli sarebbe stata una cosa più saggia e più equilibrata per entrambi o no?

E ovviamente però in quel caso l'ausilio di un asilo per qualche ora sarebbe stato necessario.

Guarda che anche nei tempi della donna tradizionale non è che la mamma stava sempre appiccicata al figlio fino a che non andava a scuola, sovente e volentieri erano lasciati in cortile sotto l'occhio di un adulto che poteva anche essere un nonno o una zia. In fondo, la concezione è uguale, alla fine il risultato non cambia se si vive ponendo attenzione ai cambiamenti dell'ambiente.
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Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #99 il: Novembre 13, 2014, 15:11:14 pm »
io si, e io penso che starebbe meglio stare acasa a sferuzzare, penso sempre che sarbbe tanto felice e sereno.
Lavoro in parte a casa e ne sono felicissimo. Orari flessibili, libertà, più tempo per leggere. L'idea che la donna debba sferruzzare rientra negli stereotipi da Mulino Bianco ancora associati al ruolo di casalinga, come pure la convinzione che sia più interessante passare il tempo tra faldoni e scaffali, o alla cassa di un supermercato.
« Ultima modifica: Novembre 13, 2014, 15:27:32 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #100 il: Novembre 13, 2014, 15:26:29 pm »
Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline zagaro

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #101 il: Novembre 13, 2014, 15:31:20 pm »
Lucia...

Il figlio... Beh... Comprendo.
Ma un conto è vivere l'assurdità della guerra in prima persona. Al freddo, nell'acqua, sotto i colpi del nemico... affamati e feriti...
Un conto e restare "a preoccuparsi" a casa, al caldo, dormendo in un letto, mangiando.

Su amante e marito preferisco soprassedere...



La mattina del cinque di_agosto,
Si muovevano le truppe italiane
Per Gorizia, le terre lontane.
E dolente ognun si parti.

Sotto l'acqua che cadeva_al rovescio,
Grandinavano le palle neniche;
Su quei monti, colline e gran valli,
Si moriva dicendo cosi :

O Gorizia, tu sei maledetta,
Per ogni cuore che sente conscenza;
Dolorosa ci fu la partenza
E_il ritorno per molti non fu.

O vigliacchi che voi ve ne state,
Con le mogli sui letti di lana,

Schernitori di noi carne_umana,
Questa guerra ci_insegna_a punir.

Voi chiamate il campo d'onore,
Questa terra di la dei confini
Qui si muore gridando "Assassini !
Maledetti sarete un di.

Cara moglie, che tu non mi senti
Raccomando ai compagni vicini
Di tenermi da conto i bambini,
Che io muoio col suo nome nel cuor.


O Gorizia, tu sei maledetta,
Per ogni cuore che sente conscenza;
Dolorosa ci fu la partenza
E_il ritorno per tutti non fu.

N:B. questa canzone fu proibita fino agli anni '50 avanzati

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #102 il: Novembre 13, 2014, 15:33:11 pm »
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?

Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.
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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #103 il: Novembre 13, 2014, 15:36:01 pm »
Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.
Quoto alla lettera. Gli uomini lo stanno imparando, quando lo capiranno le donne?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #104 il: Novembre 13, 2014, 15:43:18 pm »
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?

uhmm.. allora non ho capito cosa vuoi dire.

Io ti dico che ho visto invidia nell'uomo che faceva carriera, un velo di invidia (che sono convinta non avrebbe mai esternato a sua moglie) per il fatto che la sua carriera gli impediva un contatto continuo con i bambini.

In sostanza il meccanismo è stato questo per consentirle di fare la donna tradizionale lui si è dovuto alienare una parte di realizzazione (i figli).

Tu mi riporti sempre il discorso "alle donne che non vogliono asili nidi, alle donne che stanno benissimo a casa, alle donne che non si annoiano a casa". Dell'uomo, di quel che vorrebbe realmente l'uomo te ne frega qualcosa?

Io ho risposto alla domanda de IlMarmocchio. Chi si chiede se l'uomo emancipato è felice?

Secondo me non certo chi continua a porsi interrogativi sul fatto che la donna è felice quando si occupa dei bambini continuando ad alimentare quel binomio donna/bambini inscindibile per cui la felicità della donna e la felicità dei minori sono un tutt'uno.

Se puta caso un uomo stesse bene a casa ad occuparsi dei figli e a fare un lavoro da casa mentre la donna lavora? Ce ne sono eh..

Questo per esempio è il caso di Ettore Panella che sostiene il MFPG. Il suo caso è così e la modernità gli ha consentito di non dover fare un lavoro alienante per poter portare a casa il necessario per far studiare i figli, perché la moglie collabora a questi oneri economici.

Ma comunque non sono i soli.

Il lavoro oggi è necessario. Ha ragione Lucia quando dice che servono i soldi, non puoi più produrre direttamente il necessario per i tuoi figli, anche perché spesso sono beni immateriali, studi, libri, sport, et similia.

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