Fatevi due risate, vedetevi i commenti di una certa Filomena (evidenziate in rosso)...
Angelo
20 settembre 2014 alle 18:02
Signora/signorina Filomena, gradirei che mi facesse un solo esempio di legge che discrimini le donne. Le feci già in passato tale domanda ma lei non riuscì a trovarne neanche una. Se vuole gliene illustro altre, io ho prove a sostegno delle mie affermazioni, lei che cosa ha a sostegno delle sue?
Per quanto riguarda le riserve indiane, non servono solo per parlarsi “addosso” ma in quei libri c’è una “giustificazione” alle teorie di genere che non potendo esser smentite da altri che non siano “istruiti” diventano poi “legge” mistificando o esacerbando fenomeni presenti ai fini di imporre leggi restrittive e funzionali ai soliti noti.
Giusto per citare un’altra discriminazione nei confronti degli uomini, mi spiega in base a quale diritto le donne soldato sono esentate dalla prima linea di fuoco, possono tenersi i capelli lunghi e percepire lo stesso stipendio dei loro colleghi che invece tali privilegi non li hanno? Mi spiega perchè devono sostenere test fisici agevolati e altezze diverse? Mi spiega perchè l’Italia a partire dal 1970 si è dovuta adeguare ? Chi premeva per l’adeguamento?
Poi se vuole le cito altre leggi. Aspetto che mi citi una legge a sostegno della sua tesi.
http://www.difesa.it/Approfondimenti/ArchivioApprofondimenti/Libro_Bianco/Pagine/Parte_V.aspxpunto 5.2.8
Le prendo solo una citazione :
” Si può, infatti, affermare che le donne hanno visto aprirsi le porte delle FF.AA. per volontà del potere politico. È stato il Parlamento, e con esso il Governo, a scegliere, indipendentemente anche dalla stessa volontà popolare, che non si è mai espressa chiaramente sulla questione né ha mai esercitato pressioni.”
http://archiviostorico.corriere.it/1999/ottobre/02/Soldatesse_ecco_misure_per_arruolarsi_co_0_9910022950.shtmlPer quanto riguarda l’opuscolo, vedo che per lei quelle immagini contano poco. E’ molto interessante come risposta. Quindi, delle immagini dal chiaro contenuto depravato e pedopornografico, messe in un libro che doveva esser tenuto nascosto ai genitori francesi, e sottoposte all’attenzione di un pubblico scolastico fatto di bimbi preadolescenti (nella migliore delle ipotesi) non le suscita orrore. Farò tesoro delle sue parole. Perchè pesano come pietre.
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@Signorino/Signor Angelo
Voleva un esempio di discriminazione nei confronti delle donne? Ecco un dei tanti esempi che tutti,compreso lei hanno sotto gli occhi ma non vogliono vedere.
Un parroco a Lerici non ha trovato di meglio da fare che appendere fuori dalla sua chiesa un manifesto in cui si accusano le donne vittime di femminicidio perché coi loro atteggiamenti “provocherebbero” gli uomini che le uccidono.
Oltre 120 donne sono state uccise quest’anno in Italia da uomini con cui avevano o avevano avuto una relazione familiare o sentimentale. Con la campagna “Mai più complici”, le donne hanno fatto una battaglia perché questi omicidi siano chiamati con un nuovo nome: femminicidi, e combattuti dalle leggi e nella cultura. I femminicidi sono diversi dagli assassinii, di donne e di uomini, causati da criminalità comune, rapina, mafia. Per combatterli bisogna scardinare attidudini profonde e profondamente sbagliate che hanno segnato la relazione fra uomini e donne nei secoli.
Di fronte alla gravità di questo fenomeno non possiamo consentire che persone, per quanto confuse e disinformate, che occupano una posizione di prestigio e responsabilità verso la comunità, come un parroco, possano con colpevole superficialità e leggerezza capovolgere la verità e rendersi complici dei femminicidi. Colpevoli dei femminicidi sono solo gli assassini che li perpetrano. La pietà cristiana che anche a loro si estende non può trasformarsi in giustificazione e incitamento. La memoria di donne che hanno cercato invano di sfuggire a relazioni malsane e hanno trovato la morte non merita di essere insultata pubblicamente sulle mura di una chiesa.
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