Autore Topic: Memorie di Cristoforo Steravi : il femminismo e l'ipocrisia .  (Letto 863 volte)

0 Utenti e 1 Visitatore stanno visualizzando questo topic.

Offline Stendardo

  • Veterano
  • ***
  • Post: 3501
Fonte : http://ilvarco.net/memorie-cristoforo-steravi-femminismo-ipocrisia/#.U9jk6fl_sVc

Memorie di Cristoforo Steravi: il Femminismo e l’ipocrisia
394  Critica   , Filosofica   2 mesi fa Stefano Perletta  3
 1
Memoria numero quattro di Cristoforo Steravi, l’ultimo politico della Storia

#IODECIDO sul mio corpo. Critica al femminismo.

My mind, my body, my choice: così poche parole e tante contraddizioni. Pochi giorni orsono mi sono imbattuto in questo meraviglioso esempio di contraddizione:
1898283_10202138484401790_1403641458_n
Ebbene si, care femministe, spero che prima di leggere questa critica mettiate da parte il pregiudizio ideologico e la suscettibilità. Non voglio ritrovarmi dietro un paio di rayban e un quotidiano quando vado in un bar a prendere un caffè o peggio ancora barricato in casa, perchè siete Voi a decidere. Bazzeccole a parte, il nocciolo della questione è davvero importante e necessita di un’analisi che abbia dei fondamenti, e che non si arrampichi sugli specchi stridulanti del «io penso che, al giorno d’oggi…» oppure del «Guarda, secondo me…» molto spesso evitando anche con un pochino di presunzione e saccenza le molto oneste ed umili premesse ideologiche. L’hashtag #autodeterminazione non so se debba farmi sorridere o piangere, quasi peggio #iodecido. I social network, le piazze e i salotti radical chic brulicano di discussioni portate avanti con la pancia, piuttosto che con la ratio. Tornando al nodo della matassa, la decisione. Solo su questo verbo, decidere, ci sarebbe da dimostrare se realmente esista il libero arbitrio, e dare risposte grossolane rischierebbe di insultare un pochino 2500 anni di filosofia occidentale. Perciò, con buona pace di tutti (spero), salterei a piè pari il nodo della volontà per dedicarmi alla più ben facile seconda parte della proposizione «Io decido sul mio corpo». È inutile sottolineare che il tema di cui si tratta è l’interruzione volontaria della gravidanza, aborto o omicidio che dir si voglia. Mia nonna, persona molto saggia (a tratti), per spiegare questo strafalcione direbbe che le femministe si danno letteralmente “la zappa sui piedi”. E’ evidente che con l’aborto, si decidono le sorti di un corpo, certo, ma non di quello della madre, che ha il privilegio, in quanto femmina, di accogliere per 9 mesi nel suo grembo una nuova vita, una persona. Etica e morale a parte, lo slogan è ignorante. È stato ignorato il semplice fatto che il corpo della nuova creatura è semplicemente all’interno del grembo materno, ma non è il grembo materno. La femmina, intesa nel suo genere, è stata serva dell’uomo-padrone. Il sovvertimento di hegeliana memoria è perciò inevitabile: donne manager, uomini foto-modelli, pratiche sado-maso di femminizzazione dell’uomo e chi più ne ha più ne metta. Si parla sempre di più di uguaglianza di genere, quando anche un bambino capirebbe che uomo e donna sono diversi. Tutta questa collera, tutto questo desiderio di emanciparsi, di rendersi autonome va compreso storicamente, non v’è dubbio. Però occorre distinguere tra diritti e prerogative, tra uguaglianza e parità giuridica. Perciò, mie carissime femministe, quando si parla di aborto, risultereste meno patetiche se ammettereste che decidete per qualcun altro. Prendendovi la vostra libertà, e negandola a qualcun altro, a una persona come Voi. Negando a questo individuo l’esistenza, l’identità, la possibilità di contribuire con un verso.

Perchè il potente spettacolo continua e tu puoi contribuire con un verso

cit. Prof. Keating, L’attimo fuggente
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius