Autore Topic: Cinema, uomini, solitudini, e rabbia: "Vigilato speciale"(Straight Time)(Usa 197  (Letto 2911 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Cinema, uomini, solitudini, e rabbia:
"Vigilato speciale"
[Straight Time], Drammatico, azione, Ulu Grosbard, 1978 [Usa]

"Per favore Dio, non lasciare che si faccia prendere."

"E' un ex detenuto. Sta cercando un lavoro. . .di mantenere la sua dignità. . . e anche di rigare dritto"! [Uscita cinematografica australiana
]
"Riuscira' ad andare diritto o tornera' subito dentro?

Frasi di lancio originali del film

Max Dembo/Dustin Hoffman  :- "Sai cosa mi piacerebbe fare ... Perché non controllare intanto da fuori quell'hotel...."

Mickey/Edward Bunker :- "Sì, beh io vi guidero' là, ma non ho intenzione di rubare per voi, dovete farlo da soli. Ho avuto problemi di stomaco ... No, al'intestino."

Jerry Shue :- [Max, Jerry e Carol stanno godendosi un barbecue in giardino. Carol lascia i due per andare a prendere delle bevande]" Vogio uscire fuori da qui. Fuori di qui. Mi stanno uccidendo. Non posso più fare questa scena, devo trarmi fuori di qui ... Hai qualcosa, so che hai qualcosa ..."

Max Dembo :- Sì, ho per le mani qualcosa."

 Jerry Shue/Harry Dean Stanton :- "Bene, facciamolo."
Max Dembo :- "Non vuoi sapere di cosa si tratta?"

Jerry Shue :- "Non me ne frega un accidente di quello che è, diciamo solo che lo facciamo ... Che cosa è?"

Max Dembo :- "Un grupppo di vecchi ragazzi giocano a poker in un motel nella valle. Hanno circa ventimila dollari sul tavolo. Arriviamo appena in punta di piedi, in punta di piedi da fuori ed è tutto nostro. Non ci sono poliziotti perché non possono chiamarli."

Jerry Shue :- "Grande. Hai le armi?"

Max Dembo :- "Già."

Jerry Shue :- [Jerry nota Carol tornare. Sussurra a Max] "Ho bisogno di un fucile da caccia."

[Carol entra in scena con birre e una chitarra]

 Carol Shue/Rita Taggart :- "Qui c'è il miele."

[Carol porge la chitarra di Jerry]



"Straight Time" in italiano "Vigilato speciale" è un avvincente dramma fortemente realistico che descrive l'esistenza di un detenuto liberato sulla parola, Max Dembo (Dustin Hoffman in una delle sue interpretazioni più grandi in assoluto). Rilasciato dalla prigione e non riuscendo a stare lontano dal fascino del crimine, nonostante i suoi immani sforzi iniziali. Il film è basato sul magnifico romanzo anch'esso qui precedentemente recensito "Come una belva feroce" (No Beast So Fierce) di Edward Bunker. Bunker stesso era come detto stato un criminale di carriera il quale era rimasto tra dentro e fuori dal carcere per tutto il ventennio 1955-1975,  ed era riuscito a trasformare finalmente la sua vita quando questo suo primo romanzo che aveva scritto durante la detenzione incominciò a girare, e le offerte per molti dei suoi scritti fioccarono, tanto che vennero poi tutti successivamente pubblicati. Bunker ha anche co-scritto la sceneggiatura e compare in una piccola parte interpretando un personaggio dalla pessima pettinatura cotonata con il nome di Mickey.

"Straight time"  è un film molto avvincente e infinitamente affascinante, anche più di quanto appaia ad una prima visione e di come sia stato comunemente percepito. E' un film che dà una nuova prospettiva sulle cose, per come si è costretti a vedere la vita e l'esistenza dal punto di vista del criminale, e come un outsider quale il protagonista guardi dentro ad ogni aspetto della storia e dei personaggi. E' credibile e svolge eccellentemente la sua trama dura e bruciante senza essere mai un film d'exploitation o calcante apertamente la mano sugli aspetti più scioccanti. Non so se alcuni di voi siano entrati mai in una vera prigione anche solo come visitatori. Certo, le carceri italiane sono ben diverse da quelle americane, ma quando visitai il carcere di massima sicurezza di Sollicciano la volta che mi è stato aperto per la prima occasione che vi entrai in occasione del processo Pacciani e prima che l'ala nuova ospitasse tutti i detenuti, mi ricordo l'ufficiale di polizia penitenziaria che descriveva le procedure abbastanza degradanti attraverso le quali tutti i detenuti dovevano passare appena tradotti nel penitenziario. Compreso l'essere spogliati, perquisiti di nuovo e costretti a fare la doccia nudi, mentre in piedi una guardia completamente vestita ti guarda. La scena in cui Max e altri criminali sono "accolti'' al carcere della contea di Los Angeles ha funzionato esattamente così. E' innanzitutto così autentica e sincera che pare quasi documentaristica

L'essenza della storia ruota attorno a Max e al suo rapporto con il giudice di sorveglianza Earl Frank che è meravigliosamente interpretato da celebre attore caratterista M. Emmet Walsh. Earl svolge il suo lavoro in forma a dir poco troppo moralista e zelante. Egli mostra una diffidenza costante verso Max e non gli mostra alcun rispetto, mentre il suo stargli constantemente con il fiato addosso ad ogni suo movimento e il seguirlo in ogni sua mossa alla fine costringe finalmente Max a scattare come egli ha da sempre imparato, e sa fare al suo meglio. Si tratta di un atto d'accusa formidabile alle imperfezioni del sistema in quanto esamina quanto sia difficile per un ex criminale cercare di intraprendere una via retta e di mantenerla, anche se con tutta la sua volontà. Ci espone anche come il contesto sociale sembra quasi destinato a spingere la persona a tornare nel crimine in reazione al suo rifiuto di trattare mai l'ex detenuto come un essere umano. La parte in cui Max ne ha finalmente abbastanza e sopraffa' facilmente Earl incatenandolo senza più mutande nè pantaloni a una recinzione ed in pieno giorno su di una affollata autostrada losangelina, mentre centinaia di auto gli sfrecciano intorno dovrebbe lasciare un'immagine indelebile nelle menti di chi la vede.

Il restante cast di supporto è ugualmente grandioso. Theresa Russell è sorprendentemente efficace come la fidanzata di Max, Jenny Mercer. Di solito la Russell ha quasi sempre impersonato personaggi ben più glamour ma qui è perfetta come una donna molto normale che inavvertitamente viene coinvolta nell'eventuale auto- distruzione di Max fino a quando egli non si divide da ella per salvarla. E' anche apprezzabile il fatto di non farle portare trucco, così che la macchina da presa e' in grado di raccogliere la sua naturale bellezza attraverso l'illuminazione naturalistica. L'unico problema che ho avuto con il suo personaggio è che non è mai - se possibile- chiarito perché una tipa come lei sarebbe mai potuta rimanere innamorata di uno come Max, e in più così rapidamente, nonostante egli le mostri chiaramente fin dall'inizio quelle che dimostra come alcune tendenze distruttive, chiare fin dall'inizio. Purtroppo questo elemento visto sovrappiù con gli occhi della consapevolezza di uno qualunque qui di noi altri, è l'unico elemento che viene fuori come un po' forzato e falso, ma già presente allo stesso modo nel libro, certamente quindi concernente un personaggio femminile poco realistico e non molto ben calibrato. Che il nostro protagonista la incontri in un ufficio di collocamento come impiegata, ottenendone addirittura subito un appuntamento(!), ed ella infatuata di lui dopo appena un'uscita assieme accetti subito di andare a vivere con lui, fargli visita in carcere, e anche lasciare il suo lavoro sul posto e andarsene in fuga sempre con lui.... So bene quanto sia da sempre una pratica standard in un film di Hollywood per l'anti-eroe avere sempre 'la sua ragazza' che possa essere utilizzata per umanizzarlo e complimentarsi con esso, ma ci deve ancora essere un poco più di una spiegazione, e illustrare meglio il suo personaggio in modo da convalidare un minimo il loro  rapporto.

Harry Dean Stanton offre qui un'altra grande prestazione nella parte di Jerry Shue. Ovvero un socio di lunga data di Max durante le rapine realizzate prima di finire in carcere. Jerry è riuscito davvero a trasformare la sua vita intorno a se'. Ha una bella casa in periferia, un lavoro onesto e una bella moglie. Tuttavia, quando Max viene a visitarlo, e la moglie lascia per un minuto la stanza, Jerry lo implora per un nuovo grosso colpo da fare assieme, poiche' ha bisogno disperatamente di trovare una gran quantita' di denaro di cui necessita la moglie per le sue cure, malata di leucemia, oltre comunque a trovare di fondo la sua nuova vita come ineludibilmente noiosa. Ho sempre pensato che questa dichiarazione, fatta in maniera impareggiabile da Stanton grazie anche ad un grande dialogo scritto dallo stesso Bunker, sia un grande momento esplicativo di come una sterile esistenza borgese di periferia non sia il sogno americano per tutti e come non necessariamente ''addomesticare'' coloro che ancora custodiscono un impulso sconsiderato dentro di sè, per le convenzioni e csstrzini della societa' borghese,sia giusto. Ho anche trovato sempre molto interessante come Jerry veda l'arte della rapina quale una professione effettiva e che richiede una grande quantità di orgoglio e cura prima di tutto per se' stessi, ad esempio quando uno dei complici lo sciagurato Gary Busey/Willy, anch'egli come sempre bravissimo, si presenta in ritardo per una rapina pianificata in quel che Jerry chiama, il metodo ''professionale''.

Le scene di rapina sono realizzate in maniera eccezinale. Nella maggior parte dei film l'occhio della cinepresa è realmente vicino all'azione, al fine di aumentare la tensione. L'azione è catturata da una lunga, memorabile sequenza di un geniale colpo ad una gioielleria di Beverly Hills, che permette allo spettatore di vedere quanto caotica e frenetica una rapina possa essere davvero, così come mostrando quanto le persone intimamente più nervose sul posto non possano essere che i ladri stessi.

Se mai una "critica" possa essere mossa ad un film eccellente dei settanta come questo, è nel fatto che la seconda ora diventa piuttosto difficile da vedere in quanto molto dolorosa e lancinante, poiche' si concentra unicamente sulla spirale discendente e auto-distruttiva del personaggio principale. Max ha alcune indubbie buone qualità, che la rendono ancor più dolorosa da seguire. Sì, moltissima della sua rabbia è giustificata, ma la sua insistenza a regolare i conti con tutti coloro che gli hanno comportato davvero del male finisce solo per arrecargli ancora piu' male. Hoffman è come detto eccezionale,e quasi piu' solito. E' interessante confrontare il suo ruolo qui interpretato di un personaggio per forza di cose molto violento con quello pacifista e poi costretto alla violenza che era stato interpretato solo sette anni prima nel classico "Cane di paglia" di Sam Peckinpah, anche qui precedentemente affrontato.

Se si è dunque alla ricerca di un dramma lancinante e intelligente che ancora oggi sia rilevante, allora questo studio di un personaggio che non riesce a mantenere la retta via, è altamente raccomandato.

Splendido tema e colonna sonora di David Shire, quanto mai appropriata e che resta nella memoria.

Suicide Is Painless

"Two of Us"
Musica di David Shire
Testo della canzone Nora Helms

"Doin' Belle"
Musica di David Shire
Testo della canzone Nora Helms

"Hand Me Down My Walkin' Dog"
(Non accreditata)
Tradizionale
Cantata da Harry Dean Stanton


Originariamente, Dustin Hoffman doveva essere l'esordiente regista del film. Ma cambio' idea dopo pochi giorni di riprese e assunse Ulu Grosbard.
 
Michael Mann è stato uno dei tre sceneggiatori che hanno lavorato sulla sceneggiatura deel film. Mann ha scritto la bozza originale con Edward Bunker, che era un ex detenuto ed è stato il consulente tecnico del film. Mann ha lavorato con Bunker per tre mesi, durante i quali ha visitato il carcere di Folsom e intervistato un certo numero di detenuti che avevano conosciuto Bunker durante il suo tempo trascorso lì.

La bozza della sceneggiatura di Mann venne scritta quando Dustin Hoffman era previsto anche come regista del film. Quando Ulu Grosbard assunse i compiti della regia, assunse anche Alvin Sargent e Jeffrey Boam per riscrivere la sceneggiatura di Mann.
Sargent, Boam e Bunker hanno tutti ricevuto il proprio nome accreditato per la sceneggiatura, ma Mann non lo ha avuto.

Accreditato, Michael Mann ha lavorato sull'adattamento del romanzo fonte del film "No Beast So Fierce"(Come una bestia feroce) di Edward Bunker per lo script. Il libro più tardi ha fornito un altro punto di riferimento per Mann e per il personaggio di Neil McCauley (interpretato da Robert De Niro), quando Mann ha poi fatto il film "Heat - La Sfida" (1995).

Un progetto di Dustin Hoffman, il quale era originariamente previsto che dirigesse se stesso. Negato il montaggio finale dallo studio, finì citando in giudizio la Warner Brothers per il suo trattamento del film.

Edward Bunker contribui' a co-scrivere la sceneggiatura con Alvin Sargent quando quest'ultimo venne a fargli visita alla prigione di San Quintino. Il film era in pre-produzione, quando Bunker venne rilasciato.

Il debutto cinematografico di Jake Busey, che è il figlio del co-protagonista Gary Busey .

Dustin Hoffman ingaggio' personalmente il compositore David Shire per il film. Shire ricevette una telefonata da Hoffman una notte a casa sua e per la sorpresa Shire accettò subito l'incarico.

Ulu Grosbard era la persona che aveva dato a Dustin Hoffman il romanzo "No Beast So Fierce"(Come una bestia feroce) di Edward Bunker, da leggere. Hoffman rimase affascinato per il progetto da quando ha preso in mano il libro.

Il secondo di due film che Hoffman ha realizzato con il regista Ulu Grosbard. Il primo era stato "Chi è Harry Kellerman e Perche' Parla male di me?" (1971) di circa sette anni prima.

Dustin Hoffman aquisto' i diritti cinematografici del romanzo "No Beast So Fierce" di Edward Bunker per la sua compagnia Sweetwall Productions.

Hoffman si era preparato per il suo ruolo di Max Dembo visitando la prigione di Folsom. Anche se il film è prevalentemente ambientato al di fuori della prigione, Hoffman ha voluto l'esperienza del "condizionamento" della vita penitenziaria e coglierne l'atmosfera al fine di caratterizzare un uomo che era appena stato rilasciato da un carcere dopo aver scontato una condanna a sei anni.

Il film è stato realizzato e distribuito circa cinque anni dopo il suo romanzo-fonte "No Beast So Fierce" di Edward Bunker, che era stato pubblicato per la prima volta nel 1973.

Il film è stato quasi interamente girato in location in giro per Los Angeles, California.

La pellicola rappresenta un ruolo cinematografico in anticipo per entrambe le attrici con il nome Kathy.

Quando Hoffman decise di non dirigere la pellicola, affido' il lavoro ad un amico, Ulu Grosbard, al fine di dedicare tutto il suo tempo e l'attenzione per l'interpretazione del complesso ruolo principale di Max Dembo.

Il significato del titolo originale "Straight Time" del film si riferisce alle attività post-carcerarie di un ex detenuto che non sta piu' eseguendo azioni criminose, come utilizzando la simile espressione"rigando diritto", ed essendo anche il titolo di una serie di altri film per la TV.

Secondo le note di copertina del dvd, "Prima e durante riprese del film, [Dustin] Hoffman ha seguito i suggerimenti di Edward Bunker, l'ex detenuto il cui libro ''No Beast So Fierce'' ha ispirato il film ".

Hoffman ha visitato l'autore del romanzo originale, Edward Bunker, in carcere per manifestargli l'interesse nel rendere il romanzo un film. L'entusiasmo di Hoffman, così come le ottime recensioni ai suoi scritti hanno aiutato a indurre le autorità a rilasciare Bunker prima del previsto.

Cameo
Edward Bunker: ha scritto il romanzo da cui il film è tratto, dopo aver trascorso del tempo in prigione per rapina a mano armata.

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Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.