Autore Topic: donne politico e donne elettrici  (Letto 1803 volte)

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donne politico e donne elettrici
« il: Marzo 01, 2010, 02:32:57 am »
è una mia impressione  o le elettrici tendono a considerare intelligente quella donna politico(della propria parte) che urla e ripete litanie ?

cioè tendono a confondere l'arroganza con l'indipendenza
e i discorsi a memoria con  la capacità di analisi?

l'ho visto fare sia su donne politico di sinistra che di destra .
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline Ethans

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Re: donne politico e donne elettrici
« Risposta #1 il: Marzo 01, 2010, 04:02:42 am »
è una mia impressione  o le elettrici tendono a considerare intelligente quella donna politico(della propria parte) che urla e ripete litanie ?

cioè tendono a confondere l'arroganza con l'indipendenza
e i discorsi a memoria con  la capacità di analisi?

l'ho visto fare sia su donne politico di sinistra che di destra .

Beh la tattica dello slogan è una peculiarità della politica... indipendentemente da uomo e donna... è un pò come la pubblicità... ripeti fino allo sfinimento il messaggio relativo al prodotto che vuoi vendere... e vedrai che andrai a segno... concorrenza permettendo, sia chiaro...

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Re: donne politico e donne elettrici
« Risposta #2 il: Marzo 03, 2010, 00:30:27 am »
e ti pareva….
se si mettono insieme la fighettina liberal-femminista Bonino e quel covo di vetero tutto che è SEL ,
chi possono pensare di candidare al comune di Roma nel listino Bonino?

un ingegnere(donna od uomo) con competenze sulla viabilità?
un gastronomo(donna od uomo) che metta mano alle mense?

no, una femminista!!

fashion Emma

ecco l'articolo:
http://www.radicali.it/view.php?id=153756


(l'ennesima poltrona, ed in seguito probabilmente fondo, alle sanguisughe femministe)
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Re: donne politico e donne elettrici
« Risposta #3 il: Marzo 03, 2010, 00:31:48 am »
dell'assurda legge regionale campana in questo forum è stato già discusso.

ecco un esito:




http://www.repubblica.it/politica/2010/03/02/news/preferenze-mogli-2477330/

"Stravolta" la legge di genere: e ne approfitta il centrodestra che votò contro
Tra le "mogli di" c'è Annalisa Vessella, consorte dell' Udc Michele Pisacane
Napoli, ecco la carica di mogli e figlie
il centrodestra raddoppia le preferenze
di CONCHITA SANNINO

Napoli, ecco la carica di mogli e figlie il centrodestra raddoppia le preferenze
NAPOLI - Più che liste elettorali, sembrano stati di famiglia. Una sfilata di
mogli, sorelle, nipoti e figlie che si può sintetizzare così: voti lui, eleggi
lei. E rafforzi lui. Se i lievi imbarazzi del centrodestra campano non fossero
già assorbiti dalle "predilette" del premier o dalla scelta di candidare ex
amministratori condannati per peculato o camorra, risalterebbero ancora meglio i
numerosi "presepi" familiari nelle liste del candidato governatore del Pdl,
Stefano Caldoro.

Si candidano infatti alle regionali, con i colori di famiglia: la compagna
dell'europarlamentare Pdl Enzo Rivellini, Bianca D'Angelo; Monica Paolino,
moglie del sindaco di Scafati del Pdl, Pasquale Aliberti; Flora Beneduce,
consorte dell'ex assessore dc e poi consigliere Pdl, Armando De Rosa, che
divenne famoso per aver consegnato una tangente non adeguata ("pampuglie")
all'allora ministro Gava; la figlia del consigliere comunale Pdl di Napoli Enzo
Moretto, Salvatorina; la sorella dell'ex sottosegretario del Mpa Andrea
Annunziata, Maria; la nipote del sindaco Pdl di Melito, Antonio Amente, Mafalda;
la nipote del consigliere uscente Udeur Tiberio Insigne, Marianna; la sorella
dell'amministratore dell'ente turismo di Capri, Luigi Raia, Paola. E la consorte
di un altro "campione" del doppio incarico, che adesso punta alla tripletta
familiare, il parlamentare dell'Udc Michele Pisacane.
Un lungo album di famiglia. E il merito, o la colpa, è della nuova legge
elettorale della Campania, che sarà applicata per la prima volta il 28 e 29
marzo ed è l'unica nell'ordinamento italiano a prevedere la cosiddetta regola di
genere: cioè l'obbligo, nel caso si esprimano due preferenze, di riservare la
seconda ad un candidato consigliere di sesso femminile. Per chi aveva puntato
sullo spirito rivoluzionario dell'obbligo, la beffa è bruciante. La norma
finisce per essere capovolta e relegare le donne a mero "segnaposto" di poltrone
maschili.


Il capolavoro? Sta di casa ad Agerola, paese dei Monti Lattari, noto per i suoi
latticini. Basta inoltrarsi sulla collina per scoprire che a Pisacane, 51 anni,
non bastava essere sindaco di Agerola e deputato da migliaia di voti. Così ha
fatto stampare migliaia di manifesti, con il simbolo dell'Udc e il suo cognome.
Ma Pisacane non si candida, i voti vanno alla moglie che sulle liste elettorali
si è fatta registrare Annalisa Vessella "in Pisacane". La signora, estranea
all'agone politico, resta a casa: oltretutto aspetta una bimba, ottavo mese.
"Ero vedovo, poi ho incontrato Annalisa. Mia moglie è in dolce attesa e io
l'aiuto in campagna elettorale", spiega il sindaco-parlamentare. Voti il cognome
di lui ed eleggi lei. Va da sé che il congiunto non ci trovi nulla di strano:
"Mia moglie si impegnerà al telefono". Una "truffa"? Macché. Pisacane replica
come un agente commerciale. "Se c'è un lavoro da fare e uno fa il salumiere, non
credo sia giusto privilegiare la salumeria degli altri", teorizza.

D'altro canto, la tradizione delle consorti "nominate" nelle istituzioni non è
aliena al centrosinistra di prima generazione, che ha avuto precedenti
nell'avventura di Sandra Lonardo in Mastella (oggi capolista Udeur in due
circoscrizioni campane), e nell'elezione a senatrice di Anna Maria Carloni,
moglie (ancorché impegnata in politica fin da ragazza) dell'allora potentissimo
governatore Bassolino. Sta di fatto che la legge chiamata, con il placet della
Consulta, a promuovere la "democrazia paritaria" si trasforma nel collocamento
delle mogli "guardiane". Da angeli del focolare a custodi del familismo
elettorale. E pensare che contro quella legge votarono proprio Forza Italia ed
An. Privilegi che potrebbero pesare, nella Campania con la disoccupazione al
12,2 per cento, la crisi che ha tagliato 20mila posti e la diaspora dei giovani
laureati. Ferite per le quali non basterà inviare in aula l'esercito delle
mogli. Né l'entusiasmo, che suona involontariamente sarcastico, del coordinatore
regionale: "Avevamo promesso candidature all'altezza e ci siamo riusciti. Ecco,
la Campania che volevamo comincia dunque a prendere forma".

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