Autore Topic: Arti Marziali  (Letto 281857 volte)

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Offline Hector Hammond

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Re:Arti Marziali
« Risposta #300 il: Aprile 27, 2016, 02:55:06 am »
Dunque, gli europei di judo si sono conclusi e  l’Italia ha vinto due medaglie di bronzo con Elios Manzi (60 kg) e Fabio Basile (66 kg).

http://www.oasport.it/2016/04/judo-europei-2016-il-medagliere-finale-della-rassegna-continentale/rio-2016/
Fossero state le judoka italiane a vincere due medaglie, ora diversi giornali avrebbero titolato
"Il judo è donna"...

Così il judo è ... uno sport di second'ordine  :huh: quindi da maschi .
Peccato , sembra che l'importante sia togliere virilità e quindi inselvatichire gli sport.
Consoliamoci con la prima parte di un tutorial su una non moltissimo conosciuta arte marziale interna , il Baji Quan!


Offline Hector Hammond

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Re:Arti Marziali
« Risposta #301 il: Aprile 27, 2016, 02:56:01 am »

Offline Frank

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Re:Arti Marziali
« Risposta #302 il: Aprile 30, 2016, 18:52:02 pm »
https://www.facebook.com/notes/alex-dandi/i-dal-brasile-con-furore-come-inventarono-il-gracie-jiu-jitsu/10154035535691280

Citazione
I - Dal Brasile con Furore: come inventarono il Gracie Jiu Jitsu
Alex Dandi·Venerdì 29 aprile 2016
La sera del 12 Novembre 1993 quando le quasi duemila persone assiepate alla McNichols Sports Arena di Denver videro dirigersi verso la gabbia ottagonale un uomo minuto in kimono bianco qualcuno si lasciò scappare un sorriso sarcastico e malizioso. Come avrebbe potuto quell'uomo di corporatura esile, dall'aspetto insignificante, cavarsela in un combattimento senza regole contro avversari molto più possenti e minacciosi già visti in azione quella sera?
Tra effluvi di birra ed hot dog gli yankee presenti erano convinti di assistere ad una serie di brutali e sanguinose risse in gabbia. Erano lì per concedersi qualche ora di svago, per passare un sabato sera diverso, per sbraitare un po' a casaccio, assistere a qualche discreta scazzottata e possibilmente avere qualcosa di diverso da raccontare il lunedì mattina ai colleghi di lavoro.
Non potevano certo immaginare che sarebbero diventati testimoni oculari di un capitolo cruciale dell'evoluzione della storia delle arti marziali. Non potevano certo immaginare che ciò a cui stavano per assistere era parte di una storia iniziata più di un secolo prima, con la fine del feudalesimo in Giappone. Una storia iniziata in un periodo di transizione tra il diciottesimo ed il diciannovesimo secolo, quando il Giappone provava ad aprirsi verso l'esterno stanziando alcune colonie in altri paesi. La prima guerra sino giapponese tra il 1894-1895 e la seguente guerra russo giapponese del 1904-1905 avevano avuto effetti devastanti per l'economia della terra del Sol Levante, ed  in particolare per la popolazione rurale. Così molti giapponesi, soprattutto contadini, partivano alla ricerca di fortuna verso altre terre ed in particolare verso il Brasile in cui l'industria del caffè si stava velocemente sviluppando. Nel 1907 il governo giapponese ed il governo brasiliano trovarono un accordo per un flusso migratorio controllato. Nel 1908 attraccò sulle coste brasiliane la prima nave giapponese, la Kasato Maru, con a bordo 790 persone, perlopiù contadini. Molti di loro destinati a lavorare nelle piantagioni di caffè. Nei sette anni successivi 3.434 famiglie giapponesi, per un totale di 14.983 persone arrivò in Brasile alla ricerca di una svolta vitale. Fu però con l'inizio della prima guerra mondiale nel 1914 che ci fu un vero e proprio boom migratorio giapponese verso il Brasile. Si stima che tra il 1917 ed 1940 ben 164.000 brasiliani siano sbarcati in Brasile, soprattutto nella zona di San Paolo, per lavorare a vario titolo nelle piantagioni di caffè.
Tra questi nel 1914 c'è anche il trentaseienne giapponese Mitsuyo Maeda.
Mitsuyo non è un giapponese qualsiasi, è un personaggio carismatico, misterioso ed elegante che si fa chiamare talvolta anche con l'altolocato soprannome di "Conde Coma" (Conte del combattimento) per rafforzare la sua immagine di combattente già nota nel mondo. Maeda ha infatti studiato il Kodokan Judo con il leggendario Maestro Jigoro Kano, da cui è stato inviato negli Stati Uniti per diffonderne lo stile agli inizi del '900. È negli States che combatte molti incontri e prova ad insegnare lo stile ma infastidito dal diffuso razzismo verso gli asiatici decide presto di salpare verso altre rotte. Tenendo fede alla sua natura da giramondo viaggia tra l'America Centrale e l'Europa, dove accetta numerosi combattimenti con premi in denaro disobbedendo così alla natura ortodossa dei fondamenti del Kodokan Judo impartitigli dal Maestro Kano. Maeda Inizia ad imbastardire il suo stile mescolando tecniche di catch wrestling apprese in Europa con i fondamentali del jiu jitsu tradizionali, appresi prima della sua formazione nel judo. Per questo motivo si presenterà generalmente come combattente di jiu jitsu piuttosto che di judo.
Nel 1914 Maeda di trova in stato di pesante sofferenza economica ed approfitta della proposta da parte di alcuni politici giapponesi di guidare il progetto di sviluppo di una colonia nello stato di Para, nel Nord Est del Brasile. Sbarcato in Brasile si presenta ai locali come come politico con il nome di Esai Maeda, che cambierà poi più tardi in Octavio Esai Maeda.
Alla disperata ricerca di appoggi politici per sviluppare il suo progetto di insediamento nello Stato di Para, nel Brasile del Nord, conosce un un uomo d'affari locale di origine scozzese che risponde al nome di Gastao Gracie. Tra i due nasce un'amicizia coadiuvata dal comune interesse per il combattimento. Gastao mette in contatto Maeda con numerosi politici locali. Ciononostante il progetto coloniale fallisce e Maeda riprendere il suo girovagare. Due anni più tardi i due tornano però inaspettatamente in contatto: Maeda ha trovato lavoro nel circo americano dei fratelli Queirolo e Gastao, non avendo sopito la sua passione per gli sport da combattimento, è manager di un pugile italiano che lavora nello stesso circo. Maeda, ancora estremamente grato con quanto Gastao per quanto fatto per lui in precedenza, intende sdebitarsi. Si offre così di insegnare la sua tecnica lottatoria a Carlos, il diciasettenne figlio maggiore di Gastao.
Carlos apprende così le tecniche del Maestro Maeda, quelle che lui chiama jiu jitsu ma che in realtà sono già distanti anni luce dal jiu jitsu tradizionale giapponese. Carlos tramanda poi quanto appreso ai suoi fratelli più giovani: Oswaldo, George e Gastao jr.
Quest'ultimo, nel 1927, all'età di diciotto anni inizia ad insegnare jiu jitsu con i suoi fratelli nella casa dove vivono a Botafogo, un sobborgo di Rio de Janeiro. Tutti i fratelli insegnano tranne Helio, il più giovane degli otto.
Hélio ha quattordici anni, vive con gli zii siccome i genitori si sono trovati in grave difficoltà economica. Ha una costituzione fisica molto gracile, gravata da diversi problemi di salute, per cui il medico gli ha consigliato di evitare qualunque tipo di attività fisica. Hélio gironzola per casa ed osserva costantemente i fratelli mentre si allenano nel jiu-jitsu e sogna di potersi un giorno unire a loro. Il ragazzino memorizza ogni singola tecnica e fantastica di combattimenti epici con avversari immaginari che non potrà mai incontrare.
Due anni dopo, un giorno come tanti che non si rivelerà tale, Mario Brandt, direttore della Banca del Brasile ed uno degli studenti più facoltosi del fratello maggiore Carlos, ha prenotato una lezione privata a casa dei Gracie. Si presenta in orario ma Carlos non c'è: si è completamente dimenticato dell'appuntamento. Ad aprire la porta di casa al Signor Brand c'è il giovane Hélio, l'unico in casa. Per riparare alla mancanza di Carlos ed evitare così una figuraccia con una persona influente, Hélio si improvvisa istruttore e si offre di dargli lezione. Un paio d'ore più tardi Carlos torna a casa trafelato ma il Signor Brandt sta già andando via. Lo ferma sull'uscio e scusandosi ripetutamente per la dimenticanza si offre di dargli immediatamente lezione privata gratuita ma il facoltoso allievo sorride, minimizza l'accaduto e pronuncia le parole che cambieranno per sempre il corso degli eventi della storia: "Nessun problema. Mi sono così tanto goduto la lezione di Hélio che se non le dispiace vorrei proseguire ad allenarmi con lui."
È così che Hélio diventa a pieno titolo istruttore di Gracie Jiu Jitsu.
Tuttavia presto Hélio si accorge le tecniche insegnate da Carlos richiedono una certa prestanza fisica che lui non possiede. Decide quindi di adattarle a se stesso, ad una corporatura gracile. Per fare questo studia il modo di sfruttare al massimo la forza degli avversari a proprio favore: ammorbidisce e leviga le tecniche con la precisione di uno scienziato per renderle ugualmente efficaci nell'autodifesa contro avversari più forti ed imponenti utilizzando il minor uso di forza fisica possibile. Nasce così l'"arte suave" che pone le basi per gli sviluppi futuri.

Più per necessità che per volontà Hélio dette così vita all'essenza stessa del Gracie Jiu Jitsu, un nuovo stile di combattimento che si rivelerà rivoluzionario per la storia delle arti marziali. Hélio diventerà combattente temuto, rispettato e famoso in tutto il Brasile grazie a diciannove  combattimenti spettacolari e crudi di "vale tudo" che lo vedranno protagonista tra il 1932 ed il 1967 contro pugili, judoka e lottatori provenienti da tutto il mondo. Nel suo momento di massima popolarità affrontò nel 1951 allo Stadio Maracanã di Rio de Janeiro, davanti a 20.000 persone davanti a 20.000 persone compreso l'allora Presidente del Brasile Getúlio Vargas, il riverito judoka giapponese di fama mondiale Masahiko Kimura. In quell'occasione Hélio pesava diversi chilogrammi in meno del suo avversario ed aveva qualche anno in più. Intrappolato in una leva articolare nota nel judo come gyaku ude-garami, si rifiutò di cedere al dolore e lasciò che Kimura gli spezzasse il braccio sinistro. Da allora in avanti nel Gracie Jiu Jitsu quella particolare leva venne rinominata come Kimura, come tributo onorevole al judoka artefice di quella storica e dolorosa  sconfitta per la Famiglia Gracie. Sconfitta che nei titoloni di giornale dell'orgogliosa stampa locale brasiliana venne commutata in vittoria morale per il fatto che comunque Hélio si rifiutò testardamente di cedere aspettando di fatto che fosse il suo angolo a gettare la spugna.

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Offline Frank

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« Risposta #303 il: Maggio 01, 2016, 17:23:07 pm »
Così il judo è ... uno sport di second'ordine  :huh: quindi da maschi .
Peccato , sembra che l'importante sia togliere virilità e quindi inselvatichire gli sport.
Consoliamoci con la prima parte di un tutorial su una non moltissimo conosciuta arte marziale interna , il Baji Quan!


Hector, gli ippon più spettacolari son quasi sempre quelli dei judoka di sesso maschile.  :cool2:


Il motivo è ovvio: i maschi son più forti ed esplosivi delle femmine.
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« Risposta #304 il: Maggio 01, 2016, 23:38:18 pm »
Hector, gli ippon più spettacolari son quasi sempre quelli dei judoka di sesso maschile.  :cool2:


Il motivo è ovvio: i maschi son più forti ed esplosivi delle femmine.
Azz ... In effetti questo è un lato del problema . C'è una differenza a livello fisico , la cosa diventa più profonda a livello di arti marziali interne .Pratico la forma di Ba Gua Zhang di Sun Lutang , il quale ha avuto una figlia , Sun Jiayun e nei video che lei ha fatto come di altre donne nelle arti marziali interne c'è sempre qualcosa che mi provoca una sensazione di disturbo .
Il senso di pulizia e leggerezza che ti dà un'uomo , quello non traspare mai in una donna  :huh: , il bello delle arti interne è proprio tirare fuori la personalità del praticante , a volte è il corpo stesso che prende il controllo e ti metti a fare una forma ad una velocità impensata .

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« Risposta #305 il: Maggio 02, 2016, 00:44:10 am »
Azz ... In effetti questo è un lato del problema . C'è una differenza a livello fisico , la cosa diventa più profonda a livello di arti marziali interne .Pratico la forma di Ba Gua Zhang di Sun Lutang , il quale ha avuto una figlia , Sun Jiayun e nei video che lei ha fatto come di altre donne nelle arti marziali interne c'è sempre qualcosa che mi provoca una sensazione di disturbo .

Idem, per me è lo stesso.


Citazione
Il senso di pulizia e leggerezza che ti dà un'uomo , quello non traspare mai in una donna

Vero.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Vicus

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Re:Arti Marziali
« Risposta #306 il: Maggio 02, 2016, 03:50:30 am »
Idem, per me è lo stesso.


Vero.
Vale anche in altri campi, per le musiciste per esempio.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Arti Marziali
« Risposta #307 il: Maggio 03, 2016, 19:24:32 pm »
Di questa cosa ne ho avuto conferma quando mi sono dovuto arrangiare nei miei campi di ricerca ,  video guardando e riguardando le movenze delle persone , le differenze uomo donna sono venute fuori ben evidenti .Nelle donne c'è sempre quel movimento stile danza tribale che veramente lo trovo insopportabile , potete rifletterci guardando questi video .

Wrestling tra donne di una tribù amazzonica ,

Yawalapiti , dal minuto 10


Wrestling femminile 

.





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« Risposta #308 il: Maggio 03, 2016, 19:40:51 pm »
Hector, anche questo è un altro di quei video che denotano l'idiozia e i complessi di inferiorità della femmina media, nonché l'assoluta stupidità dei maschietti moderni che si prestano a simili puttanate.
Quella ragazza peserà 56-58 kg, sostanzialmente sa poco o nulla di lotta a terra, ma nel video si vuol far credere che lei sarebbe una tipa "tosta" che mette "in difficoltà" il lui di turno, impegnato a leccarle il deretano e sicuramente desideroso di scoparsela.
Mah... son sempre più sconcertato da questi deficienti privi di dignità e orgoglio maschile.

@@

Per inciso: tralasciando il fatto che io peso 95 kg (non di ciccia), solo con la tecnica, un tipa come quella la sottometto in un paio di secondi.
Ma ti dirò di più: contro una "fichetta" come quella, mi basterebbe una mano.
Uno schiaffone e vai a nanna, cretina.
Non è presunzione la mia, bensì semplice consapevolezza di quel che potrei fare a certe stronzette moderne, se solo lo volessi.
« Ultima modifica: Maggio 03, 2016, 19:51:22 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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« Risposta #309 il: Maggio 07, 2016, 16:47:35 pm »
http://www.oasport.it/2016/05/judo-grand-slam-baku-2016-marconcini-bronzo-tra-gli-81-kg-vince-nagase/rio-2016/
Citazione
La seconda giornata del Grand Slam di Baku, terzultimo appuntamento valido per le qualificazioni olimpiche ai Giochi di Rio 2016, prevedeva i combattimenti di quattro categorie di peso, due femminili (63 kg e 70 kg) ed altrettante maschili (73 kg ed 81 kg). Nella capitale dell’Azerbaijan sono in palio ben 500 punti per i medagliati d’oro di ciascuna categoria, con i secondi classificati che ne otterranno 300 ed i medagliati di bronzo che se ne vedranno attribuiti 200. Successivamente saranno in programma solamente altri due tornei, Grand Prix Almaty , in Kazakistan, dal 13 al 15 maggio, ed il World Masters di Guadalajara, in Messico, riservato ai migliori sedici di ciascuna categoria (salvo defezioni).
81 KG UOMINI

Matteo Marconcini è stato l’unico italiano presente nella sessione pomeridiana della seconda giornata del torneo azero. Il ventiseienne della categoria 81 kg, che quest’anno si era già distinto con due medaglie nei Continental Open, ha realizzato una grande prestazione sin dai primi incontri, mettendo a segno quattro ippon per qualificarsi alle semifinali: nell’ordine, sono caduti sotto i suoi colpi il kirghizo Vladimir Zoloev, l’uzbeko Yakhyo Imamov, numero sei del tabellone, il montenegrino Srđan Mrvaljević ed il cubano Iván Felipe Silva Morales. L’unico ad arrestare la corsa di Marconcini è stato il bulgaro Ivaylo Ivanov, numero due del seeding, che si è imposto per waza-ari, relegando l’azzurro al match per il bronzo. Opposto al portoghese Carlos Luz, l’italiano ha subito messo a segno un waza-ari, chiudendo poi la pratica per ippon in meno di un minuto.

Ivanov, invece, ha combattuto per l’oro contro il giapponese Takanori Nagase, testa di serie numero uno. Il nipponico, che sarà tra i pretendenti alle medaglie in occasione dei prossimi Giochi Olimpici, si è imposto per ippon in soli 46″. L’altro bronzo, invece, è andato proprio al cubano Silva Morales, battuto da Marconcini ai quarti, che ha saputo batter con uno yuko ed un ippon l’olandese Frank de Wit.

Nella stessa categoria, il capitano azzurro Antonio Ciano ha invece visto forse sfumare le ultime chance di qualificazione olimpica, perdendo sin dal primo turno contro il moldavo Dorin Gotonoaga a causa dei quattro shido accumulati dal campano (hansoku-make).
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Re:Arti Marziali
« Risposta #310 il: Maggio 07, 2016, 16:54:45 pm »
Hector, anche questo è un altro di quei video che denotano l'idiozia e i complessi di inferiorità della femmina media, nonché l'assoluta stupidità dei maschietti moderni che si prestano a simili puttanate.
Quella ragazza peserà 56-58 kg, sostanzialmente sa poco o nulla di lotta a terra, ma nel video si vuol far credere che lei sarebbe una tipa "tosta" che mette "in difficoltà" il lui di turno, impegnato a leccarle il deretano e sicuramente desideroso di scoparsela.
Mah... son sempre più sconcertato da questi deficienti privi di dignità e orgoglio maschile.

@@

Per inciso: tralasciando il fatto che io peso 95 kg (non di ciccia), solo con la tecnica, un tipa come quella la sottometto in un paio di secondi.
Ma ti dirò di più: contro una "fichetta" come quella, mi basterebbe una mano.
Uno schiaffone e vai a nanna, cretina.
Non è presunzione la mia, bensì semplice consapevolezza di quel che potrei fare a certe stronzette moderne, se solo lo volessi.
Qui andiamo su un terreno dove sono nascosti molti segreti mali , perché è appunto l'essere succubi del femminino che permette che si vedano questa caghate  :unsure: , per non esserlo , almeno parzialmente occorre passare da uomo a guerriero , non nel senso di maestro di arti marziali , ma proprio di lotta interiore e questo è straziante .Specie per un'intellettuale 0 fascino come me  :dry: , che del non avere accesso a certe cose ne sente il peso ed il rimbombo dentro tutti i santi giorni .

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Re:Arti Marziali
« Risposta #311 il: Maggio 08, 2016, 15:48:23 pm »
http://www.oasport.it/2016/05/judo-cadetti-tre-ori-e-tre-argenti-azzurri-in-romania/

Citazione
Judo, cadetti: tre ori e tre argenti azzurri in Romania
Pubblicato il 8 maggio 2016 da Giulio Chinappi alle ore 04:00 in Combattimento, Judo

Gli azzurrini della categoria cadetti stanno affrontando, in questo fine settimana, l’European Cup di Cluj Napoca, in Romania. Nella prima giornata di combattimenti, dedicato alle otto categorie di peso più basse, l’Italia ha ottenuto tre medaglie d’oro e tre d’argento, portandosi provvisoriamente al comando del medagliere davanti alla squadra di casa.

La categoria 55 kg ha visto il successo del napoletano Biagio D’Angelo, che ha così ottenuto la sua terza medaglia d’oro sul circuito dopo quelle conquistate nel 2015 a Follonica e Coimbra. L’azzurrino ha iniziato il proprio cammino battendo alle penalità il moldavo Adrian Costru, per poi sconfiggere per waza-ari il britannico Joshua Giles. Ancora gli shido lo hanno premiato nel confronto con il serbo Danilo Počuča, mentre in semifinale è stato uno yuko a permettergli di superare il turco Buhari Yildirim. Nella finale tutta italiana, poi, D’Angelo ha impiegato solamente cinque secondi per sconfiggere Alessandro Aramu.

Scenario simile nella categoria 60 kg, ove ad imporsi è stato a sorpresa il sedicenne Patrick Cala Lesina. Il suo torneo è iniziato con due ippon sul rumeno Metin Can e sull’israeliano Amit Sahar, per poi procedere con un waza-ari sull’ungherese Sándor Ócsai ed ancora un ippon sul moldavo Adrian Crijanovschii. In semifinale, Cala Lesina ha subito un waza-ari dal serbo Lazar Vlaović, prima di ribaltare la situazione con un ippon. L’altra finale tutta azzurra lo ha invece visto prevalere per tre penalità ad una su Luca Rubeca.

Se nel settore maschile è arrivato anche l’argento di Alessandro Magnani, battuto in finale della categoria 66 kg da un waza-ari del finlandese Valtteri Olin, la terza medaglia d’oro è stata conquistata da Giulia Santini (48 kg). La diciassettenne, già due volte seconda sul circuito della categoria cadetti, ha superato grazie agli shido l’ungherese Szandra Tamási e per ippon la macedone Arbresha Rexhepi, prima di incrociare la strada di Martina Castagnola, battuta per una sola penalità. La finale contro la serba Andrea Stojadinov l’ha invece vista mettere a segno uno yuko.

Martina Castagnola, invece, sarebbe arrivata quinta, come Francesca Viola (40 kg), Anna De Luca (48 kg) e Ludovica Lentini (52 kg). Settima posizione, invece, per Mattia Martelloni (50 kg), Daniele Scarcella (55 kg), Luca Carlino (60 kg), Gaia Bottiglieri (40 kg), Martina De Blasio (44 kg) e Federica Silveri (52 kg).
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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« Risposta #312 il: Maggio 08, 2016, 15:56:50 pm »
Qui andiamo su un terreno dove sono nascosti molti segreti mali , perché è appunto l'essere succubi del femminino che permette che si vedano questa caghate  :unsure: , per non esserlo , almeno parzialmente occorre passare da uomo a guerriero , non nel senso di maestro di arti marziali , ma proprio di lotta interiore e questo è straziante .Specie per un'intellettuale 0 fascino come me  :dry: , che del non avere accesso a certe cose ne sente il peso ed il rimbombo dentro tutti i santi giorni .

Hector, a proposito di "messaggi subliminali", guarda questa foto.
http://previews.123rf.com/images/aptypkok/aptypkok1108/aptypkok110800038/10217509-Karate-Giovane-ragazza-e-un-uomo-in-un-kimono-con-uno-sfondo-bianco-Sportiva-Battaglia-cattura-Archivio-Fotografico.jpg


Be', sul web è difficilissimo trovarne una (di foto) in cui si vede un un uomo che "colpisce" una donna.
Chissà perché è quasi sempre il contrario... :zzz:
Altro particolare da evidenziare: gli uomini in questione son quasi sempre bianchi e occidentali.
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« Risposta #313 il: Maggio 10, 2016, 01:00:41 am »
Hector, a proposito di "messaggi subliminali", guarda questa foto.
http://previews.123rf.com/images/aptypkok/aptypkok1108/aptypkok110800038/10217509-Karate-Giovane-ragazza-e-un-uomo-in-un-kimono-con-uno-sfondo-bianco-Sportiva-Battaglia-cattura-Archivio-Fotografico.jpg


Be', sul web è difficilissimo trovarne una (di foto) in cui si vede un un uomo che "colpisce" una donna.
Chissà perché è quasi sempre il contrario... :zzz:
Altro particolare da evidenziare: gli uomini in questione son quasi sempre bianchi e occidentali.
Di questa regia dietro le quinte ce ne sarebbe da dire  :hmm: , viene colpito ciò che dà fastidio, si oppone o intralcia certi piani, la donna no , ritengo che per sua natura sia prona ai voleri dei poteri forti .Ma l'uomo un qualcosa di speciale c'è l'ha , uno scatto creativo , un qualcosa di luminoso e per questo deve essere mazziato .

Offline Hector Hammond

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Re:Arti Marziali
« Risposta #314 il: Maggio 10, 2016, 01:01:29 am »
Citazione
Con ciò si
intende dire che tutti possono avere un orgasmo ma solo il maschio
eiacula, cioè solo il maschio è in grado di PROIETTARE IN ASTRALE la
volontà. Qui entra in questione il discorso della chimica occulta
kremmerziana (alchimia) la quale afferma che solo lo sperma ha capacità
recettoria e impressionabile, come una pellicola fotografica, di contenere
la volontà ideata dal cervello e ad esso trasmessagli lungo l’asse cerebrospinale.

http://www.esolibri.it/testi/magia%20ita/magia%20sexualis.pdf