Breve psicoanalisi di una malattia

femministe

“Mettono ben in mostra il proprio corpo ma fornendo un simbolico cartello con la scritta “vietato toccare”.
Tormentatrici sessuali di questo tipo si incontrano dovunque: La ragazza che si presenta in bikini ridottissimi, la signora con provocanti scollature, la ragazzina che per strada cammina ancheggiando in pantaloni aderentissimi o con “minigonne” che lasciano vedere più della metà delle cosce e che desidera essere guardata ma non toccata, e che tutte sono capaci di indignarsi”.
L.T. Woodward (citazione di J.Evola in Metafisica del sesso)

Cinquant’anni fa facevano la lotta per spogliarsi, minigonna, reggiseni bruciati, sedere e poppe al vento.
Oggi fanno le crociate pe’ rivestirse, tranne per le musulmane, prima … vanno spogliate.

Però se glielo dici te che si devono vestire, ti attaccano, se invece gli dici che si devono spogliare,  si arrabbiano … ‘nsomma gli va bene nulla, e tu, comunque parli, sbagli.Sanno manco loro cosa vogliono, o forse, il problema è che tu non devi parlare..devi sta’ zitto.

Sono le figlie di quella generazione di donne che si lagnavano di essere nate per soffrire,  con la novità rispetto alle loro ave che queste non si limitano solo ad un perenne lamento, ma si sono organizzate per presentati un conto insaldabile della loro condizione di martiri e lo fanno pagare tutto a te.

Ah, dimenticavo, un’altra differenza rispetto alle mamme/nonne, dove le pagavi comunque, è che non te la danno nemmeno.
Devi pagare … e basta.

Infatti loro sanno solo che:

  1. Sono state sempre represse – della possibilità di esternare il loro ri-sentimento, ovvio.
  2. Sono vittime del processo storico – da 7/10.000 anni a questa parte, cioè dalla presa di coscienza maschile che il “pipino” non serviva solo per fare la pipì, ponendo così fine all’età matriarcale/pre-storica.

Per ciò che riguarda i “nuovi sentimenti” femminili, superata la fase “underground”, iniziano oggi, in realtà per chi ha occhi e orecchie per intendere e ha dato importanza ai “discorsi da donne” – da tempo,  a manifestarsi in tutta la loro chiarezza.

Perchè questi nuovi sentimenti, non sono affatto recenti, l’unica differenza è che prima – della liberazione – erano appunto sentimenti oppressi in quanto repressi, semplicemente vietati…Taboo.
Era il tempo delle … timorate di Dio.

Ecco rivelato il significato dell’oppressione storica del genere femminile: l’oppressione dei propri sentimenti, che solo noi maschietti di questa generazione, e per la prima volta nella storia, abbiamo la fortuna di beneficiarne pienamente.

Per quanto concerne il “pipino” invece, diciamoci la verità, questa caduta originale,  questa perdita del monopolio sulla riproduzione e con esso, dello status di Dea Mono-lita, è una caduta che le donne, in cuor loro, nel profondo, non hanno mai accettato.

Hanno rosicato e risicato in secula seculorum, pienamente supportate dalla morale del ressentiment, dove dietro la finzione del progresso, dell’Avvenire, hanno riportato in auge – l’età dell’oro – il più retrogrado dei regressi, quello di riesumare il cadavere multimillenario del matriarcato.

Era solo questo il fine di abolire il patriarcato, era tutto qui, ripassare dal Signore alla Domina?
Pare di sì, infatti, sotto il cono d’ombra della Grande Madre tutti i diritti femminili/omosessuali , trovano la loro perfetta sintesi.

Ci troviamo da tempo dinnanzi ad una straordinaria inversione di morale, che fa passare per progresso … il più reazionario dei regressi.

L’eterno ritorno.

Animus