La Rete delle Reti Femminili

Capita che ci siano uomini  accusati falsamente di stupro, ed è successo anche recentemente ad un povero barbone a Napoli .
Capita che talvolta si arrivi al processo e che l’accusato venga assolto.
Capita anche che l’accusato venga condannato in primo grado e talvolta anche in secondo per ottenere giustizia solo dopo molto tempo .
Ma capita anche che venga condannato in ogni grado di giudizio ma sia comunque inequivocabilmente innocente .
In ogni caso in Italia dovrebbe vigere il principio per il quale ogni cittadino è innocente fino a condanna definitiva e comunque anche dopo tale condanna egli resta libero di proclamarsi innocente e i mezzi di informazione hanno il diritto di darne notizia.

Errore.
Esistono reati, in Italia, per i quali l’accusato è colpevole prima di essere accusato, per i quali si pretendono misure cautelari prima che vengano commessi e pene aumentate rispetto a reati simili.
Esistono reati per i quali la libertà di stampa è abolita e per i quali i giornalisti e i dirigenti (? sic) devono presentare scuse formali.
Per quanto incredibile è la realtà ed è successo ancora in occasione della trasmissione delle Iene del 2 Giugno 2013 .

In seguito a tale trasmissione abbiamo assistito ad una indignazione generalizzata (una delle poche eccezioni: il nostro forum che ha inviato una nota di solidarietà )

Prendiamo ad esempio uno dei tanti proclami indignati: quello della Rete-delle-Reti Femminili (?) .
L’autrice: la “rete-delle-reti-femminili“! In questa epoca grigia e triste dobbiamo ringraziare queste donne per la ventata di umorismo. Se avessero scritto “il-fantasma-dei-fantasmi” sarebbe stato più scontato.

Il presupposto del proclama: le Iene avrebbero sposato

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l’idea, sostenuta da alcuni, che le denunce presentate dalle donne contro violenze sessuali e domestiche, o atti di pedofilia, sia in gran parte “falsa”, addirittura indotta da un presunto malcostume femminile di denunciare “falsi abusi” al puro scopo di fare dispetti a persone di sesso maschile o di ricattare i rispettivi compagni.

L’autrice del pezzo come giunge a siffatta conclusione? dalla trasmissione del 2 Giugno di cui sopra.

Perché è un circolo vizioso: la prova che tu sei a favore della violenza sessuale è che dai voce a persone che si proclamano innocenti. L’assioma è evidente: gli accusati sono colpevoli a priori e nel caso specifico la libertà di stampa e il diritto all’informazione sono aboliti. Il solo fatto di dar voce agli accusati significa sposarne le tesi e negarne la colpevolezza!

Ma le chicche più saporite le troviamo in fondo: la rete protesta la propria

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fiducia verso la magistratura, che non pensiamo metta in atto strategie persecutorie verso il genere maschile

Oibò: mi spiegasse miss “rete-delle-reti”, ma il Femminismo Rivoluzionario non fa parte delle sue reti? Quindi lei non è d’accordo quando questo raggruppamento femminista attacca a trecentosessanta gradi la magistratura sul caso Cucchi? Ho preso solo un esempio tra mille, ma che una femminista esponente di una fantomatica “rete-delle-reti” femministe affermi di avere fiducia nella magistratura mi commuove tanto quanto il lupo che guarda con amore Cappuccetto Rosso.

Per chiudere miss “due-neuroni-sconnessi”  afferma che

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Ultimo, e non meno importante: i processi si devono fare solo nelle aule di giustizia, dove sono valutati gli elementi reali per farli. Non in tv

Se non l’avessi letto non ci crederei: una femminista/donnista che attribuisce alle aule di giustizia il loro compito specifico e si appella (forse, se non ho capito male) al diritto alla riservatezza! Ma allora tutte le notizie trapelate circa il processo Ruby sono state una grave, gravissima violazione (se confrontiamo le trasmissioni e i servizi a questo dedicati rispetto all’episodio di cui discutiamo). O dobbiamo credere che mai nessuna femminista della rete femminista abbia mai espresso un giudizio su quel processo?
Di sfuggita: ma allora i processi non si devono fare nelle aule di giustizia laddove non vengano valutati gli elementi reali per farli (i processi)? E chi decide quali sono gli elementi reali necessari per un processo? Vabbè, non mi attendo risposta, miss paucineuronica.

Infine la richiesta che segue merita di essere riportata solo per fare un appello alla signorina: please, torni a scuola, miss, a ripassare l’italiano:

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Noi, invitando a una maggiore vigilanza nella qualità dei messaggi, e negli esiti che possono avere, chiediamo le scuse formali del programma e dei responsabili di rete.

Noi invece, “rete della rete delle associazioni maschili”, invitando ad una maggiore ponderatezza e riflessione sulla fondatezza delle proprie stravaganze, chiediamo che si obblighino per legge le femministe/donniste a connettere i neuroni prima di digitare astrusità.

PS leggi anche Fabio Nestola su Adiantum