lezione da oltreoceano

clinton defeated

Il mostro ha perso.

Nonostante il sostegno di tutti i media collusi col potere, nonostante la pubblicità di uno star system sfiatato e sempre meno di qualità, nonostante sopratutto il sessismo alla base della sua campagna elettorale, che vaticinava l’avvento di una nuova età dell’ oro grazie alla “ Presidenta “ ( così direbbe una nota squilibrata ), il mostro guerrafondaio ha perso. Continua a leggere “lezione da oltreoceano”

Sul diritto di voto alle donne

Prima di affrontare l’argomento devo fare una premessa:l’argomento è stato per anni uno dei cavalli di battaglia del femminismo,se non IL CAVALLO DI BATTAGLIA DEL FEMMINISMO:LA QUESTIONE DEL DIRITTO DI VOTO ALLE DONNE.

Quale prova più inoppugnabile della presenza della supposta ”società patriarcale” del fatto che i maschi cattivi abbiano negato fino all’ultimo questo DIRITTO a lorsignore quando noi sappiamo che questo è un diritto universale
Per fortuna che ci sono state le suffragette beatificate nell’empireo del femminismo come eroine che hanno ”strappato” con ”dure lotte” il diritto più elementare,quello che anche i sussidiari delle medie ci insegnano come fondamentale il ”diritto di voto”.
Questa la narrazione che noi bravi scolaretti maschi abbiamo recitato in ginocchio a piedi nudi,cospargendoci il capo di cenere durante la scuola dell’obbligo, è tristemente la versione che molti uomini adulti continuano a recitare.
Nietzsche sebbene non sia il mio filosofo preferito soleva dire che ”non esistono fatti solo opinioni” io modestamente a differenza del femminismo che pretende di parlare anche a nome di chi tace (gli uomini,ma anche le donne non femministe) io parlo a nome mio e non di tutti gli uomini(i quali al 90% sono degli emeriti coglioni che meritano di essere spiumati dalla troia di turno.)
Purtroppo tutte le questioni storiche vengono affrontate dalla prospettiva storica attuale, per cui non possono essere comprese e interpretate in modo obbiettivo.
Vi siete mai chiesti perchè le suffragette sono arrivate a rivendicare i loro ”diritti” solo nell’era delle macchine (che sono le uniche vere ”emancipatrici” delle donne e sono creazioni al 99% maschili fra l’altro) e non che ne so,nell’era delle piramidi,nell’impero romano,o che ne so fra i vichinghi dell’anno 1000?
Ovviamente no,perchè a scuola non ti insegnano a pensare,ma a non pensare.
Cioè ti fanno studiare a compartimenti stagni,per cui tu studi le materie separate recitando le litanie che corrispondono ai tic e le manie dei professori, ti insegnano la dialettica servo-padrone di Hegel in filosofia e contemporaneamente ti fanno il pippone femminista in educazione civica.
Forse sarò semplicistico perchè i miei studi post-laurea non sono umanistici (grazie al cielo) ma la dialettica servo-padrone funziona cosil signore è colui che mette a repentaglio la propria vita per difendere la comunità,il servo è colui che essendo più attaccato alla vita preferisce chinare la testa e subire pur di tenersi cara la pelle,perchè la morte è un babau che effettivamente fa molta paura.
Io non sono un seguace di Hegel e nemmeno un suo esperto però è evidente che alcune sue riflessioni collimano con le mie.
Per comprendere il problema bisogna capire PERCHE’ E’ NATA LA SOCIETA’ UMANA E PERCHE’ I PRIMI GRUPPUSCOLI DI UMANI DI UMANI HANNO SCELTO ANZICHE’ DI VIVERE UNA VITA AUTONOMA E ANARCHICA,DI VIVERE INVECE IN UNA SOCIETA’ GERARCHICA E COLLETTIVA.
IL PERCHE’ E’ PRESTO DETTO:PER PRESERVARE IL BENE PIU’ PREZIOSO,LA VITA,IN TERMINI DI QUANTITA’ DI ANNI VISSUTI,IN TERMINI DI QUALITA’ OVVERO DI SICUREZZA E BENESSERE.
ORA VA DA SE’ CHE SE IL SOMMO BENE E’ LA VITA,CHI SI FA CARICO DEI RISCHI DELLA COMUNITA’ A BENEFICIO DI TUTTI ABBIA DIRITTO (questa volta non lo metto fra virgolette) A DELLE COMPENSAZIONI IN TERMINI DI RISPETTO E IN TERMINI DI POTERE DECISIONALE RISPETTO ALLA COMUNITA’.
Ora care lettrici donne,se siete già sul piede di guerra perchè quanto vi ho detto non era esattamente ciò che finora vi hanno raccontato,vi invito a fare uno sforzo a calarvi VERAMENTE storicamente parlando in varie situazioni storiche,calarvi realmente senza il filtro degli occhiali della modernità nelle circostanze storiche che vi mostrerò.
Prima situazione:
impero romano,nell’impero romano la cittadinanza aveva un valore di tutto rispetto (rispetto a quello di oggi) e dunque,tranne che nelle fasi della decadenza tardo-imperiale non veniva acquisita GRATIS.
Quello che i moderni stentano a capire è CHE A OGNI DIRITTO,CORRISPONDE UN PRECISO DOVERE,DIVERSAMENTE IL DETENTORE DEL DIRITTO NON SARA’ PIU’ TITOLARE DI UN DIRITTO,MA DI UN PRIVILEGIO.
Nell’antica Roma se tu volevi acquisire la cittadinanza e non eri figlio di cittadini romani la cittadinanza te la conquistavi a prezzo di una militanza pluridecennale nell’esercito romano,se sopravvivevi potevi dire a pieno titolo ”civis romanus sum” se non sopravvivevi e morivi in una landa desolata aldilà del reno sacrificato ad un dio germanico,bhe scomparivi e basta.
Questa è storia.
A quei tempi nessuna donna chiedeva il diritto di voto e facevano le ”suffragette” ora cominciate a capire il perchè?
Perchè forse era meglio stare a casa.
Secondo caso ci spostiamo di mille anni e di 2000 kilometri.
Ti chiedo gentilmente di immedesimarti in una donna del medioevo,più precisamente una donna vichinga islandese nell’anno 1020.
Se vi fosse sfuggito il primo parlamento d’europa l’Althing con sede nella remoto borgo di Thingervill si trova in Islanda,e sebbene questa nazione sia come tutte quelle dell’Europa del nord terribilmente prone al femminismo,bisogna far notare che le donne allora nell’Althing non avevano diritto di voto,perchè?
Calati nella condizione storica NON GIUDICARE A STOMACO PIENO COME UNA DONNA DEL 2016,calati in una donna islandese dell’anno 1020.
Fame,fame,fame.
Freddo,freddo,freddo.
Stagione infausta,inizia la piccola glaciazione europea,i vichinghi che si erano spinti a colonizzare le terre più a nord si trovano ad aver a che fare con magri raccolti.
Si riunisce l’Althing per decidere del destino della comunità,lo si affida a quei valorosi che si lanceranno a saccheggiare manieri scozzesi rischiando innanzitutto le onde del mare del nord,onde alte anche più di 20 metri e poi l’olio bollente e le frecce dei monasteri irlandesi e scozzesi che si accingono ad invadere.
Metodo di navigazione:
un drakkar ridicolo,praticamente una tomba galleggiante,molti,non torneranno più indietro,ma chi tornerà con un ricco bottino dovrà avere gli stessi ”diritti” di chi è rimasto?
O gli spetta un trattamento diverso rispetto agli altri?
Se la comunità si è formata per preservare la vita umana come sommo bene,chi mette in pericolo il somo bene merita lo stesso trattamento degli altri?
Ma voi come serpi direte:gli uomini difendevano dal pericolo dell’invasione di altri uomini (o forse non lo penserete nemmeno perchè siete talmente abituate a blaterare senza mai essere contraddette olte alla vostra rabbia,per essere contraddette,non vi vengono in mente degli argomenti,perchè non siete abituate a un reale dibattito vis a vis) ,ma io vi invito a un terzo caso e poi a un quarto.
Terzo caso:Umbria del 1200 Gubbio,microscopico borgo in mezzo a una foresta preponderante e invasiva.
Qui i maschi cattivi guerrafondai non centrano.
Vi ricordate della storia agiografica di San Francesco che placa il lupo di Gubbio che terrorizzava la comunità di Gubbio?
Bhe io non vi chiedo di credere all’agiografia di San Francesco ma a focalizzarsi sul contesto in cui è calata l’agiografia del santo,ci dice molto sulla situazione di allora:
PAURA,FORESTA,PICCOLO BORGO ASSEDIATO DA UNA NATURA SELVAGGIA,QUI GLI UOMINI I MASCHI NON CENTRANO,E’ PROPRIO L’AMBIENTE AD ESSERE OSTILE.
Le donne hanno rinfacciato agli uomini di averle recluse in casa,mentre solo gli uomini potevano uscire per andare a lavorare.
Ma voi a Gubbio nel 1200 sareste stati contenti di dover uscire di casa e allontanarvi con il rischio di essere sbranati?
Forse era meglio stare a casa.
Bene,questa è la storia fino alla rivoluzione industriale.
Con la rivoluzione industriale cambia tutto:
La natura non è più ostile perchè viene sconfitta e relegata in aree protette,la sussistenza minima è garantita tanto che c’è un’esplosione demografica,gli agglomerati urbani crescono a dismisura,le navi diventano a vapore e la navigazione piu’ sicura,le donne incominciano a uscire di casa.
Le macchine si sostituiscono agli uomini e rendono progressivamente la vita più sicura.
Tutto questo GRAZIE A INVENZIONI MASCHILI,ma si sa sono pochi i cuori sublimi che si elevano alle altezze della gratitudine,come insegna la parabola evangelica dei lebbrosi guariti dal Cristo.
Nonostante questo le regole del gioco non cambiano.
Un ultimo tuffo nel tempo: nave titanic,la storia la conoscono tutti.
Però non si soffermano sui dati:nel Titanic si salvano il 74% delle donne e solo il 18% degli uomini.
Nonostante ciò le suffragette continuano imperterrite la loro battaglia per i loro ”diritti” facendo finta che non esistano corrispondenti doveri.
Nel 1918 nonostante ciò viene CONCESSO, e sottolineo CONCESSO,il diritto di voto alle donne inglesi.
Arriviamo fino ai nostri giorni:urli e strepiti per le quote rosa in parlamento,ma chiederanno quote rosa per andare in miniera,o quote rosa nei cantieri edili?
E non nascondetevi dietro a un dito con la storia della minore forza fisica perchè le miniere sono sempre state piene di bambini,al 99,9% maschi.
E con questo ho concluso,le conclusioni se siete capaci di intendere e di volere traetele voi.

Stalking

Sono uscito vincente da una FALSA accusa di “stalking”: per una modifica dell’art. 612 bis c.p.

o-VIOLENZA-DONNE-facebookSpero che la mia esperienza
 
possa essere utile ai tantissimi uomini falsamente accusati di molestie, di cui all’art. 612 bis cp, in base a una norma scritta malissimo (infatti non mi meraviglia che l’autrice sia una grande giurista come la signora Mara Carfagna, e “ho detto tutto” come direbbe Peppino De Filippo!), che porta a focalizzare prima di tutto sulla sola percezione soggettiva della molestia da parte della presunta vittima e sulla sua ipotetica “grave ansia” il verificarsi del reato.

Continua a leggere “Stalking”

Femminismo: giocattolo distruttivo della finta rivoluzione borghese

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Uno degli aspetti più rivoltanti, ma anche più comici, del femminismo è la sua perfetta compatibilità col capitalismo terminale, che a parole avversa.
Il femminismo da decenni tuona contro ogni struttura sociale tradizionale; il capitalismo globale dissolve discretamente, con la persuasione morbida del marketing, la compagine civile sostituendo ogni ruolo umano con categorie socioeconomiche.
Il femminismo è il megafono servile del mercato, che per allevare docili consumatori ha bisogno di sbarazzarsi del passato, veicolando l’idea che non ci sia nulla da trasmettere.
Le femministe e gli uomini che le sostengono sono gli esemplari umani più idonei a questo modo di vivere.
Anche il debole dibattito sull’utero in affitto, estrema commercializzazione di processi naturali gratuiti come il brevetto delle sementi, sfocerà inevitabilmente nella sua promozione: col pretesto della libertà della donna.
E’ ora di scuoterci di dosso la pregiudiziale femminista e comprendere il femminismo per quello che è: un sistema ideologico puramente distruttivo, progettato per l’affondamento di società avanzate.

Femminismo

Il femminismo non produce civiltà in grado di durare, è sempre in opposizione a qualcosa. Senza un avversario, vero o immaginario, cessa di esistere.
Afferma di essere contro il mercato e lo sfruttamento, che attribuisce a valori patriarcali, dimenticando che nulla è più liquido e aperto del capitalismo multinazionale. Il femminismo è un lusso della società dei consumi di cui la donna detta emancipata, ma in realtà integrata nel circuito del commercio globale, è un’icona.

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Noi uomini, discriminati dal supermercato mondiale, siamo in realtà una posizione di vantaggio sulle femministe e tutti gli altri soggetti che abbracciano questo periodo di transizione come fosse la sostanza e la realtà.
Il femminismo va preso per quello che è, un giocattolo distruttivo della finta rivoluzione borghese. In realtà, l’unica rivoluzione possibile nel mondo liquido è quella della stabilità: tutto ciò che è stabile è sovversivo per il potere con la sua semplice esistenza.
Alla logica femminea del consumo di merci e persone bisogna rispondere con costanti antropologiche senza tempo; alle emozioni facili necessarie a vendere con la ragione; alla società liquida con la creazione di realtà stabili; alla distruttività con lo spirito costruttivo.
Il femminismo, regno dell’isterismo emozionale, si dissolverà da solo, come un’onda sulla roccia di ritrovati principi maschili.

Il lupo e l’agnello 2.0.

Il lupo e l’agnello 2.0
di Enrico Fiorini
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Una volta il lupo mangiava l’agnello è questa era indubbiamente un’ingiustizia.

Poi venne qualcuno, un uomo molto civile e offrì al lupo di poter mangiare tutta la carne di agnello che voleva…

Il lupo era come sempre molto affamato e guardò il recinto dell’uomo…

“Tutti questi sono per te” disse l’uomo, “ma ad una condizione, tu non potrai sbranarteli, sarò io a macellarli e a darteli belli e cotti, perché sono tuoi ma anche miei, per sigillare questo patto dovrai indossare un collare e un guinzaglio, di modo che tu non possa arrivare a mangiarli“

Il lupo era molto affamato e in vita sua non aveva mai visto tutti quei begli agnelli in un solo recinto e quando si ha fame non arriva glucosio al cervello, così perse la testa e accettò le condizioni dell’uomo.

Inutile dire che una volta incatenato, l’uomo gli dava sì da mangiare, ma sempre gli agnelli più sbilenchi e malaticci, le carogne, quelli morti di peste o di vaiolo, agnelli che una volta lui pure affamato, avrebbe lasciato lì a marcire.

Quelli migliori ovviamente se li pappava lui, e il lupo ben presto diventò ancora più affamato di prima.

Gli agnelli quando videro che il lupo era alla catena decisero subito di canzonarlo, poi immediatamente anche loro si misero a fare promesse da marinaio al lupo.

“Se mi regali questo o quello ti farò assaggiare una coscia“

E il lupo tentava pur essendo alla catena di portare l’oggetto desiderato, a volte essendo la sua catena corta non ci riusciva, a volte riusciva a dare ciò che l’agnello desiderava, ma l’agnello preso l’oggetto si allontanava prima che il lupo riuscisse ad addentarlo.

La maggior parte degli agnelli si faceva beffe di lui e diceva: “non sei più un lupo, ma un semplice  cane“

Altri si montavano la testa credendo che siccome il lupo era canzonato loro avrebbero potuto trattare il lupo come un cane e così gli si avvicinavano troppo dicendogli arroganti: “dai mangiami che sei solo un cocker” e finivano male sbranati dal lupo.

Quando il padrone vide che alcuni belli agnelloni finivano mangiati dal lupo, gli accorciò la catena, ma gli agnelli arroganti scambiavano la catena corta del lupo per un suo indebolimento e finivano regolarmente sbranati mentre si atteggiavano ad essere ”più lupo del lupo”.

Visto che i provvedimenti non sortivano nessun effetto il padrone che voleva tutti gli agnelli per sé inventò un nuovo reato, l’agnellicidio.

Per questo reato il cane doveva essere bastonato con violenza e punito, era pasqua e non c’erano agnelli da destinare a lui.

A un certo punto il lupo così conciato, ridotto a un cane, e totalmente privo di cibo, pensò:

“Ahimè sono stato pazzo! Con ingegno l’uomo mi ha fatto vedere il suo recinto pieno di agnelli a me che me ne capitava sotto il naso uno ogni morte di papa, facendo leva sulla mia fame. Ma quando mi capitava, era un bell’agnello, grasso e succulento, invece adesso il padrone mi nutre con le carogne e gli agnelli morti di vaiolo“

“Ho ancora più fame di prima e ho perso la mia libertà e la mia dignità“

Tornò dentro la sua cuccia, lasciò il cibo rancido del padrone a marcire, chiuse gli occhi e con ultimo atto di dignità, morì.

A quel punto un branco di lupi giovani e affamati fecero irruzione nel recinto, gli agnelli arroganti e sicuri di sé pensarono di poterli affrontare solo perché avevano fatto esperienza del lupo solo al guinzaglio, ma i lupi senza alcun problema se li mangiavano a quattro palmenti.

A quel punto un agnello, vedendo che la sua sorta di fronte al lupo era tornata a essere quella di prima gridò al lupo: “non mi sbranare è un’ingiustizia che il lupo mangi l’agnello e l’agnello muoia!“

A quel punto un lupo più vecchio che guidava gli altri più giovani fermò tutti si mise al centro e con fare di chi è saggio e rispettato da tutti si mise a parlare.

Mentre lui faceva questo i lupi in cuor loro pensarono: “bene adesso il nostro capo ci dice che la festa è finita e dobbiamo tornare nella tana, maledetto l’agnello e le sue lagne“

Mentre gli agnelli abituati a essere sempre difesi dal padrone pensarono: “bene, abbiamo mostrato le nostre ragioni e adesso il lupo vecchio e saggio fermerà i lupi e li manderà tutti a casa“

Ma il lupo vecchio e saggio sentenziò: “Tu agnello parli di ingiustizia perché non vuoi morire, ma non vedi forse che il mio simile è morto di fame alla catena?“

“E’ ingiusto che gli agnelli muoiano perché mangiati dai lupi, ma è anche ingiusto che i lupi muoiano di fame con gli agnelli che gli sculettano davanti, per cui ora faremo a turno, ieri è morto un lupo, oggi morirà un agnello“

E detto questo se lo mangiò, e tutti gli altri lupi, che conoscevano solo la fame, impararono la lezione.

Finirono tutti sbranati, tranne le carogne morte di vaiolo.

Compravendite moderne

neonata-cucchiaio.v02

Osserviamo i fatti.
La “madre” Vendola utilizza lo spermatozoo del compagno .
Tale spermatozoo, fuso con l’ovocita di una californiana , quindi BIANCA , come embrione viene impiantato nell’ utero di una donna indonesiana , che funge da incubatrice.
Quindi i 2 ” uniti civili ”  non vogliono adottare un bambino già vivo, ma averne uno che ha almeno il 50% dei geni di uno dei 2 .
Ma come, gli LTGB , femministi e progressivi/liberali ecc non erano quelli che dicevano che la genetica non conta, che conta l’ammore di chi cresce, ecc ecc ? Continua a leggere “Compravendite moderne”