Forum sulla Questione Maschile

In rilievo => L'universo della Questione Maschile => Topic aperto da: Vicus - Maggio 15, 2020, 12:07:55 pm

Titolo: Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 15, 2020, 12:07:55 pm
Se fosse qui oggi il suo connazionale Ortega y Gasset chissà cosa direbbe di Santiago Gasco Altaba, che sembra avere una visione zoomorfa dell'uomo, il cui unico scopo pare essere per lui lo sfogo selvaggio degli impulsi come Tarzan nella giungla. Comincio a pensare che Santiago si batta per instaurare una zoocrazia, in cui tutti possano dare libero sfogo a fantasie allucinatorie e, naturalmente, praticare il coito coercitivo a volontà.
Scriveva Ortega y Gasset che il neoselvaggio vede la civiltà (il benessere, la medicina, la tecnologia) come una giungla primigenia che non ha bisogno della cura dell'uomo. Santiago si spinge oltre, arrivando a considerare la civiltà come il nemico, in quanto (clamoroso autogol) creata dalla donne, in una visione anarcoide delle cui conseguenze per il nostro livello di vita non sembra rendersi conto.
Il neo-selvaggio (sempre secondo la definizione di Ortega) non arriva a comprendere la funzione sociale del matrimonio, che vede solo come un accordo privato quasi commerciale, finalizzato alla soddisfazione del piacere personale:
Citazione
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali [sic].
Tralascio il tipo di affetto che si può "ottenere" (come una qualunque merce) da rapporti occasionali.
Secondo lui, l'uomo sarebbe sempre stato riluttante a sposarsi (sono sicuro che ha dedicato al tema un corredo di note "storiche") e lo avrebbe fatto esclusivamente perché irretito da donne ammaliatrici. Non gli viene in mente che avere una compagna, una famiglia e una discendenza ha sempre fatto parte dei desideri e dei piani dell'uomo, come testimoniano molti libri antichi che probabilmente considererebbe menzogne scritte da donne.
Qui siamo però di fronte a una teoria delirante e completamente fuori dal mondo:
Citazione
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi a creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).
La donna ha creato le religioni e le normative civili, ma scherziamo? Per lui quindi Mosè, Gesù, Buddha, Maometto e Giustiniano erano donne, o magari Giustiniano ha compilato il Corpus Iuris Civilis irretito da Poppea e Messalina redivive.
Ancora una volta Santiago ci propone una visione della civiltà come un incubo matriarcale, in cui non solo religione, ma anche leggi, valori etici e tutto quanto ha fatto grande l'umanità distinguendola dalle bestie sarebbe solo una trappola inventata dalle donne, ai danni di uomini desiderosi unicamente di copulare nella savana.
Per Santiago le donne devono "accalappiare" i suoi uomini-scimmia, che altrimenti non vorrebbero saperne di loro se non per il famoso coito coercitivo. Secondo la sua visione zoomorfa, gli uomini scelgono di sposarsi solo perché irretiti dalla bellezza femminile come un animale dai feromoni.
Non so a quanti verrà in mente quanto questa lettura sia falsa, barbarica e stupida. In pratica Santiago vede la civiltà come il nemico in quanto (fatto assolutamente discutibile) sarebbe stata creata dalle donne. Un ennesimo autogol per la causa maschile e per l'immagine degli uomini già in macerie, descritti come scimmie della giungla in lotta contro il vivere civile incarnato dalle donne!
Tutte le grandi religioni che hanno forgiato l'umanità, e le leggi che hanno permesso il fiorire di grandi civiltà sono state create da UOMINI (non però dalle scimmie di Santiago), non certo per fare un favore alle donne come pensa il neoselvaggio di oggi, ma per costruire qualcosa di bello e nobile su questa Terra e trasmetterlo ai loro figli.
Se oggi queste istituzioni civili non funzionano è precisamente perché sono in mano a menti immature e barbariche, dalla moglie che sfascia la famiglia passando per le femministe, fino al più alto livello istituzionale.
Altro che storia, siamo alle favole della buonanotte: alla consapevolezza e alla credibilità dell'attivismo maschile.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Massimo - Maggio 15, 2020, 12:11:42 pm
Non bastavano le femministe. Adesso ci mancavano anche i difensori dei diritti maschili a modo loro.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 15, 2020, 12:46:58 pm
i difensori dei diritti maschili a modo loro.
Intendi Santiago?
Sarò tardo di comprendonio, ma non vedo differenza tra il coito coercitivo di Santiago e il coito come stupro delle femministe. Come non vedo differenza tra l'ostilità all'istituzione del matrimonio (non la truffa di oggi, ovviamente) di Santiago e quella delle femministe lesbiche.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Massimo - Maggio 15, 2020, 13:25:20 pm
Intendi Santiago?
Sarò tardo di comprendonio, ma non vedo differenza tra il coito coercitivo di Santiago e il coito come stupro delle femministe. Come non vedo differenza tra l'ostilità all'istituzione del matrimonio (non la truffa di oggi, ovviamente) di Santiago e quella delle femministe lesbiche.

Finiscono poi per andare nella stessa direzione....
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: COSMOS1 - Maggio 16, 2020, 09:15:15 am
non si può discutere senza comprendere il punto di vista dell'avversario

anche ammesso che tu abbia ragione, per ipotesi, non dimostri che Santiago ha torto se dimostri di non capire quello che dice
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 16, 2020, 10:37:02 am
Hai mai pensato di essere tu a non capire quello che dico, né quello che dice Santiago? :D
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 16, 2020, 12:18:07 pm
Vicus, non so a quale articolo di Santiago ti riferisci, però quella del coito coercitivo
Citazione
Sarò tardo di comprendonio, ma non vedo differenza tra il coito coercitivo di Santiago e il coito come stupro delle femministe.
non è una tesi del professore spagnolo.
Non sono un esperto in materia, però so che il c.d. "coito coercitivo" esiste in natura e non è un' invenzione di Santiago.
Poi, che possa piacere o meno, è un altro paio di maniche.
Del resto nemmeno a me piace questo assurdo mondo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 16, 2020, 13:04:06 pm
Santiago è professore? Di cosa?
Non ho mai contestato che il coito coercitivo esista in alcune specie. Ma Santiago arriva a dire che è stato "la norma per la gran parte della storia dell'umanità". Alle mie repliche che anche l'umanità primitiva aveva un grado di organizzazione e condivisione simbolica palesemente incompatibile con il coito coercitivo e casuale, Santiago lo ha relegato alla preistoria, poi alle specie ominidi (australopiteco): appunto alle scimmie...

Una delle caratteristiche vincenti dell'homo sapiens è la sua capacità di organizzarsi in gruppi. Attività e realizzazioni come caccia (collettiva), villaggi, pitture rupestri, tessitura, rituali collettivi complessi presuppongono necessariamente famiglie stabili (al limite poligamiche ma stabili). Rapporti casuali avrebbero portato alla guerra civile permanente e avrebbero impedito, non essendo certo il padre, la trasmissione del sapere e delle responsabilità ai figli. Sono concetti OVVI.
Inoltre dire che le donne hanno forgiato la civiltà (leggi civili, valori etici, grandi religioni, famiglia monogamica ecc.) in danno di uomini desiderosi solo di copulare a casaccio nella giungla è fare un grave torto agli uomini e alla questione maschile.
Spiace dirlo ma quella di Santiago non è storia, ma un sogno picaresco e zoocratico che non è mai esistito.
Che abbia il merito di aver smontato (spero) il mito dell'oppressione patriarcale non lo metto in dubbio, ma poi vanifica i suoi sforzi con uscite come quella di ieri.
Lo hanno detto anche altri, pure bendisposti, nelle recensioni:

Bello ma Cavalcato dalle emozioni
Recensito in Italia il 7 agosto 2019
è un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà

Il femminismo e tutte le altre ideologie pseudoprogressiste che anche diversi attivisti maschili supportano hanno distrutto la civiltà costruita dagli uomini. In un momento come questo, per il bene degli uomini e di tutti è urgente ricostruire una civiltà, non dargli altre picconate dicendo apertamente che la civiltà è un'invenzione femminile da abbattere per vivere come zingari:

Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 16, 2020, 13:19:47 pm
Ti ringrazio Vicus per la tua puntuale attenzione. In questi ultimi due anni ho scritto una quarantina di articoli, principalmente sui siti Stalker sarai tu e su Uomini Beta, che hanno come argomento la critica al femminismo. Di questi articoli tu hai criticato due o tre (compreso questo). Visto che la tua critica è arrivata sempre puntualmente, devo dedurre che su tutti gli altri (la stragrande maggioranza) sei stato sostanzialmente d'accordo, e questo mi rincuora.

Prima di fare qualche osservazione sulle tue critiche, ti faccio notare quanto sia difficile ridurre in due pagine (di articolo) il pensiero su concetti che meriterebbero più sviluppo, tanto è vero che, come puoi vedere alla fine dell'articolo, rimando di solito per approfondimenti alla lettura del mio libro (che mi risulta che non hai letto). Ciò non vuole dire naturalmente che le persone debbano concordare con tutto quello che affermo.
Inoltre è sempre conveniente leggere tutto l'articolo e non singole frasi. Ho già criticato la tua abitudine di rielaborare il pensiero degli altri e farli dire cose che non hanno detto, almeno così hai fatto ogni volta con me.

Ecco alcune premesse, che spero che anche tu condivida:

1. Quando parliamo di “matrimonio” entrambi abbiamo in mente il matrimonio monogamico a vita (cristiano/occidentale). Questo matrimonio, l'idea che a un uomo corrisponde una donna e viceversa, oggi è predominante nel mondo (principalmente per diffusione della cultura occidentale e del cristianesimo). Invece nell'insieme delle culture/religioni il matrimonio monogamico è stato la forma di matrimonio minoritaria. Faccio notare questo aspetto per far inquadrare meglio la situazione; comunque a noi, come occidentali, interessa in questa discussione il matrimonio monogamico (un uomo/una donna).

2. In nessuna parte dell'articolo affermo che uomini e donne non si debbano sposare, anzi dico che lo continuano e lo continuerano a fare. Cosa voglio decostruire?

3. La funzione sociale dell'istituzione del matrimonio, almeno la principale, malgrado pese al femminismo, è specificata testuale nell'articolo: “In sostanza, il matrimonio è stata l'istituzione storica che ha permesso la sopravvivenza delle donne e della loro prole – e dunque della specie umana.” Ti è sfuggita.
Infatti la TESI FEMMINISTA è questa: il matrimonio è un'istituzione creata dal Patriarcato (gli uomini) a vantaggio loro e a svantaggio delle donne. La realtà storica e un'analisi logica di quella situazione storica offre l'immagine proprio contraria. Ho semplicemente capovolto il ragionamento femminista, mediante l'uso di testimonianze storiche e della logica.

4. Non capisco la critica alla mia frase: “Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali.” Sto dicendo che la ricerca di amore o affetto da sola non può giustificare la “necessità” di sposarsi, perché amore o affetto possono ottenersi altrove. Il contrario significherebbe ad esempio ammettere che Gesù, che non si è sposato, non è riuscito in vita ad ottenere amore o affetto da parenti, amici e discepoli. Forse ti ha dato fastidio l'espressione “rapporti temporali”; per farti un semplice esempio, anche se immagino che già lo conosci, nell'Islam, seconda religione al mondo, esiste il “matrimonio a tempo” denominato “mut'a”, matrimonio temporaneo che legittima i rapporti occasionali. Sono convinto che qualsiasi degli oltre un miliardo di musulmani che ci sono nel mondo riesce a spiegarti meglio di me in che modo questa temporaneità riesca ad offrire amore o affetto, visto che l'hanno codificato nella propria religione.

5. Le fonte storiche di uomini che criticano il matrimonio sono molto più numerose (fino all'avvento del femminismo) di quelle femminili. È un dato, mi dispiace che non ti piaccia.

6. Arriviamo sul “delirio”. Effettivamente ci sono anche molti uomini che hanno codificato l'istituzione del matrimonio, cosa che io non ho né accennato né tanto meno negato. TESI FEMMINISTA: viviamo in un mondo androcentrico, tutte le norme, le leggi, le religioni, la morale sono stati creati da uomini a proprio vantaggio per sottomettere le donne. Ora, non so se te ne sei accorto, ma la tua posizione è identica a quella del femminismo, sono gli uomini che hanno codificato l'istituzione del matrimonio (e per estensione, qualsiasi istituzione e morale, e per quel che ci interessa ora, anche la morale sessuale). Devo riconoscere che questo è uno degli argomenti di maggior peso della teoria femminista, l'accusa è innegabile, la redazione di normative e di norme morali codificate sono firmate da uomini. Questo argomento, basato su un'evidenza inoppugnabile, l'ho contesto (nell'opera “La grande menzogna del femminismo”) principalmente in due modi: 1) mettendo in evidenza il potere indiretto delle donne (importantissima l'educazione dell'uomo nella prima infanzia, ma non solo) con numerosi esempi storici, oltre che elencando alcuni esempi al di fuori della questione maschile/femminile, in strutture gerarchiche dove chi commandava non aveva alcun ruolo istituzionale. 2) adoperando la logica, chiedendomi chi è il maggiore beneficiario, stesso modo di ragionare che si adopera nei processi di mafia tra mandanti ed esecutori. Chi è il maggior beneficiario storico dell'istituzione del matrimonio? Secondo il femminismo gli uomini. Secondo te? Stessa domanda può essere estesa per l'universo della sessualità. A chi beneficiano in maggior misura tutte quelle normative e istituzioni (positive e negative che riguardano la relazione di entrambi i sessi) create dalla civiltà? Emanare o codificare le norme dell'istituzione del matrimonio non vuol dire in automatico che questa istituzione sia o lavori a nostro (maschile) vantaggio, e questo argomento vale per qualsiasi altra norma o religione. Proprio nell'articolo ho nominato un esempio eclatante: sono i Parlamenti occidentali maggioritariamente maschili (o addirittura talvolta completamente maschili) ad aver codificato le norme sull'aborto e sulla procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sotraendo se stessi qualsiasi diritto sulla procreazione, paternità e sui propri figli. In questo modo, a mio avviso, ha funzionato spesso il potere codificatore maschile, a vantaggio delle “principesse da salvare”. Se tu riesci a spiegarmi in maniera ragionevole questo “delirio” emanato da “tutti i Parlamenti occidentali”, io cercherò di rivedere la mia posizione sull'importanza della natura e il potere indiretto delle donne.

7. Evidentemente il tuo ultimo paragrafo è frutto della tua mente e delle tue conclusioni, a mio avviso parecchio assurde. Non so che problema hai con la “natura” e l'importanza della sua influenza su di noi, trattata anche da molti pensatori, il più noto è Schopenhauer. Che da sempre le donne tendano a “fermare” gli uomini in rapporti affettivi (e sessuali) più lunghi mentre gli uomini tendano a svincolarsi in maggior misura, è un dato di fatto difficilmente contestabile, ammesso a malincuore dalle femministe stesse. La civiltà ha permesso l'umanità di progredire, alcune volte in maniera positiva altre in maniera negativa (per fare un semplice esempio, l'istituzione della schiavitù). La civiltà in sé e per sé non è necessariamente tutta positiva. La civiltà è un'opera comune di uomini e donne (anche le donne hanno partecipano, principalmente nella retroscena, il loro contributo è immenso, come quello maschile). Per quanto riguarda la relazione tra i sessi, il femminismo ha fatto una lettura di questa civiltà, io l'ho capovolta nell'opera “La grande menzogna del femminismo”. Il matrimonio o il sesso sono alcuni tra i molti argomenti.

8. La maternità è bellissima, ma non capirei se si censurassero le problematiche immense che comporta: momenti difficile di gravidanza e di parto. Il matrimonio oggi può essere bellissimo per l'uomo, ma non capirei se si censurasse il rischio che corre l'uomo per una separazione. Il matrimonio storicamente è stato importante per l'uomo, ma non capisco perché non bisogna far notare i vantaggi e gli svantaggi che comportavano, e gli evidenti vantaggi soprattutto per le donne.

Ho visto che ti è piaciuto il termine “coito coercitivo”, lo adoperi volentieri. Non è mio, devi ringraziare gli etologi. Il termine stupro appartiene alla civiltà (assieme alla connotazione negativa che porta). Coito coercitivo è un termine (tecnico?) senza connotazioni adoperato nel regno animale (da dove proveniamo), perché la natura è amorale. È sbagliato confonderli e intercambiarli. Il coito coercitivo, che è un modo non insolito di ottenere sesso da una femmina in natura, serve a smontare l'ennesima tesi femminista sbagliata: lo stupro è una creazione del patriarcato che non esiste in nessun altra specie del regno animale.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 16, 2020, 14:09:18 pm
Citazione
Ti ringrazio Vicus per la tua puntuale attenzione. In questi ultimi due anni ho scritto una quarantina di articoli, principalmente sui siti Stalker sarai tu e su Uomini Beta, che hanno come argomento la critica al femminismo. Di questi articoli tu hai criticato due o tre (compreso questo). Visto che la tua critica è arrivata sempre puntualmente, devo dedurre che su tutti gli altri (la stragrande maggioranza) sei stato sostanzialmente d'accordo, e questo mi rincuora.
Non li ho letti tutti, ma è così: sugli altri articoli ero sostanzialmente d'accordo. Solo di recente, mi pare, hai cominciato a criticare istituzioni necessarie al vivere civile e alla stessa continuazione della cultura europea. Non penso sia opportuno contribuire anche da parte maschile, al collasso pilotato dell'Occidente che il femminismo già realizza così bene.
Poiché tendi a diluire questo semplice argomento con digressioni, risponderò solo alle osservazioni che ritengo pertinenti con esso.

2) Non cambiare le carte in tavola, le tue parole sono chiare:
"Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei."

3) Il matrimonio non è a vantaggio di un sesso rispetto a un altro. E' un'istituzione della specie umana, che quando non è sperequata a causa del femminismo reca vantaggio ad entrambi i sessi. Per gli uomini (ripeto non parlo del matrimonio-farsa di oggi): sesso garantito a volontà (proprio grazie ai valori religiosi e civili che critichi), discendenza certa, cura della prole, stabilità ecc.

4) Sia l'Italia che la Spagna vengono attualmente ricolonizzate da musulmani. Forse riusciranno loro a spiegarti con quale matrimonio non "a tempo" ci faranno sparire.

5) Non si può fare collezione di Giovenali e Cecchiangiolieri per affermare che gli uomini detestano il matrimonio e si sposano quasi per costrizione. Inoltre come hai detto sopra: chi tace acconsente.

6) Sono sempre stati gli uomini a creare le leggi, fino ad oggi. La tesi femminista è sbagliata in quanto dice che queste leggi sono create ad esclusivo vantaggio di un genere, cosa che ogni serio antropologo non avrebbe difficoltà a confutare, perché la cultura di un popolo si basa su un equilibrio e tende all'omeostasi oppure quel popolo scompare come noi oggi col femminismo.
E' davvero semplicistico affermare che i parlamentari deliberano su temi come divorzio e aborto, su suggerimento delle mogli acide o delle olgettine di turno. Dietro ci sono note strutture di potere per indebolire o far implodere determinate nazioni. Ma c'è anche chi spontaneamente partecipa, più o meno consapevolmente. :D

7) Tesi non sufficientemente dimostrata, i rifiuti delle donne sono noti e innumerevoli. Ma se anche fosse, non vale certo a dimostrare che il matrimonio è una trappola anti-uomo.
La civiltà come dicevo non è uno strumento di sopraffazione ma di equilibrio ma resto dell'idea che sia una creazione essenzialmente maschile. A meno di non dimostrare che Giulio Cesare o Alessandro Magno fossero marionette manovrate da Cornelia o Rossane cui sicuramente dedicavano ben poco tempo.

8) La separazione di stampo femminista di oggi non è uno svantaggio del matrimonio, ne è la negazione.

L'espressione coito coercitivo sembra piacere più a te. Non so se ti rendi conto che affermare che è comune in natura ed "è stato comune per la gran parte della storia umana" equivale ad avvalorare la tesi femminista del coito come stupro.

Come sempre quando replichi qui smussi i concetti e ti perdi in cavilli: hai detto che la moralizzazione del sesso è solo dannosa per l'uomo, che (v. sopra) l'uomo non dovrebbe sposarsi e che il matrimonio monogamico è un'invenzione femminile a danno dell'uomo. Tanto basta.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 16, 2020, 17:25:19 pm
Santiago è professore? Di cosa?

Non so di cosa, ma per vie traverse mi risulta che lo sia.
Come mi risulta che questa roba appartenga a lui.

http://primacausamortedonne.blogspot.com/p/blog-page_19.html
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 16, 2020, 19:01:31 pm
Benissimo, se torna a occuparsi di femminismo invece di dire che i fondamenti del vivere civile sono un inganno creato dalle femmine sarò lieto di passare ad altro.

Se siamo qui è grazie al famigerato matrimonio monogamico. Quanti farebbero figli con una donna in una relazione casuale, sapendo che (come accade adesso) domani si metterà con un altro uomo, eventualmente portandosi via i propri figli?

Citazione
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi a creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio)
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali [sic].

Santiago dice apertamente che il riconoscimento della prole è un'invenzione e una fregatura delle femmine, come anche i "valori morali". E lui che valori propone, lo scambismo e i figli senza padre?
Questo è il pensiero di Santiago, chiaro e semplice, e non valgono a negarlo cavilli interminabili e ingiunzioni maoiste sul fatto che non avrei "capito".
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 16, 2020, 19:49:03 pm
Vicus, sei molto veloce e contesti puntualmente ogni punto, e quasi impossibile chiudere un argomento. Sarebbe bello poter discutere a voce, ma per scritto diventa un impegno molto gravoso. Come l'altra volta, cerco di rispondere i diversi punti in maniera sintetica (e per gli esempi e ulteriori approfondimenti rimando alla lettura del mio libro!, se non mi tocca scrivere qui un altro libro), e questo sarà in principio il mio ultimo messaggio.


NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “l'uomo non dovrebbe sposarsi”
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “il matrimonio monogamico è un'invenzione femminile a danno dell'uomo”
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “le donne hanno forgiato la civiltà in danno di uomini desiderosi solo di copulare a casaccio nella giungla”
NON MI RISULTA DI AVER MAI FISSATO un periodo storico quando ho parlato di coito coercitivo tra gli esseri umani. Sei tu nei tuoi commenti precedenti e attuali che parli di Ortega y Gasset e il Ratto delle Sabine (ne parlo anch'io nel mio libro) degli uomini delle caverne, con le loro elaborate pitture, manufatti e rituali, ecc. Io ho sempre parlato della Storia dell'uomo o della Storia dell'umanità, che per tutti gli storici e per tutti i libri di scuola elementare, e la serie di cartoni animati C'era una volta… l'uomo, inizia con l'Australopithecus circa 5 milioni di anni fa e dopo con il genere Homo circa 2,3 milioni di anni fa. Cerca in Wikipedia “Storia dell'uomo”, non della scimmia, come suggerisci in maniera sarcastica. Ho scritto: “Non esiste nessuna ragione obiettiva per credere che questo (il coito coercitivo) non fosse il modus operandi per ottenere dei rapporti sessuali anche tra gli esseri umani prima dell'arrivo della Cultura.” Cioè “prima dell'arrivo della Cultura” e ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Ho scritto inoltre “Lévi-Strauss ha sostenuto che “la nascita della Cultura coincide con la proibizione dell’incesto”. Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? 1 milione di anni fa? 100Mila anni fa? O il 24 a.C.? Non lo so e non credo che importi molto. Ma ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali, “i galli stuprano le galline”, come scrivevo nel mio primo articolo sull'argomento.

Perché la mia ipotesi dell'esistenza del coito coercitivo tra gli esseri umani è logica e plausibile:
1) Prima e la più importante: sono molte le specie che presentano questo comportamento, anche le specie imparentate a noi più vicine. Non si capisce perché l'homo avrebbe dovuto agire diversamente.
2) Anatomia: tutte queste specie presentano una serie di caratteristiche asimmetriche che incoraggiano questo comportamento, caratteristiche asimmetriche presenti anche nell'uomo: grandezza, forza fisica, godimento e piacere, posizione sessuale, dolore e malattie sessuali, fecondazione al di là della volontà,... In più, per gli esseri umani, ho già scritto “l'esistenza di un anello circolare alla base del glande che permette di ritirare sperma altrui dopo aver eiaculato rafforza quest'ipotesi.”
3) Strascichi storici e comportamento attuale: oltre a certi racconti (qui rientra  il Ratto delle Sabine) e esempi della mitologia, comportamenti ed esempi che nel tempo storico si fanno sempre più tenui, anche il comportamento maschile in certe situazioni, gli stupri di gruppo e, più importante, gli stupri di guerra, rendono l'ipotesi veritiera in quanto fattibili.

Ora, quali sono stati i tuoi argomenti per smentire l'ipotesi dell'esistenza del coito coercitivo? Se ho capito bene, nessuno, tranne il tuo giudizio (disgusto) morale, gli autogol di non so quale partita, confondendo consciamente stupro con coito coercito, giudicando la realtà (ipotetica) tra bene/male invece di vero/falso. Chi “avvalora la tesi femminista del coito come stupro”, oltre che affermare una stupidaggine, sta esprimendo un giudizio morale, non sta valorando un tesi scientificamente. Per analogia, pari ai religiosi che denigravano Darwin perché era loro inconcepibile provenire da una scimmia. Non mi interessa se questa ipotesi è moralmente riprovevole, perché da un punto di vista analitico-scientifico non ha alcuna importanza. A me interessa sapere se risulta plausibile e, semmai, gli argomenti analitici contrari.

Se accettiamo la plausibilità di quest'ipotesi, la domanda successiva, molto importante, è “perché?”, non “quando?” (tra l'altro in un processo che si ipotizza molto lungo nella storia dell'uomo). Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutta le norme e la moralità sessuale (compreso il matrimonio). Nel mio libro ho spiegato come la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura, molti dei quali colpivano parimenti entrambi i sessi (omicidio, furti, scoreggiare,...) e dunque interessano parimenti a entrambi i sessi. I comportamenti sessuali, i peccati che sono oggi i reati sessuali, colpiscono predominantemente un sesso e tutelano predominantemente l'altro. Un esempio soft e semplice sono i complimenti per strada (codificate come molestie) che nessun uomo ha mai richiesto né preteso di far rientrare nel codice penale.

Dunque, la moralizzazione del sesso a beneficio di chi? Poiché la discussione è nata con il matrimonio, riduco le ragioni a questa istituzione (rapporto monogamico), anche se potrebbe essere stesso a tutto.
Ecco alcuni benefici storici “obiettivi”, “tangibili” e notevoli per la donna che mi vengono in mente:
1) In un mondo ostile la donna, anche senza figli, fa molta più fatica dell'uomo a sopravvivere, ha bisogno di un contributo maschile durevole.
2) Se ci sono gravidanze (che non riesce a evitare) e figli, la situazione diventa disperata senza un contributo maschile durevole.
3) Alla pari delle altre specie di mammiferi, le cure materne dei figli sembrano innate nella natura femminile, dunque la madre non abbandona tendenzialmente i figli per sopravvivere, ha bisogno di un contributo maschile durevole.
4) La tutela di un uomo riduce il rischio di violenze e di rapporti sessuali indesiderati
5) Il rapporto monogamico riduce il numero di gravidanze nella donna

Ecco cosa succede con l'uomo, provo a controbattere i tuoi punti (naturalmente prima delle attuali convenzioni create dalla cultura per incoraggiarlo al matrimonio, ad esempio, “sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l'obbligo di perpetuazione della stirpe all'interno del matrimonio”)
1) “sesso garantito a volontà”, pensavo che quello era già garantito nel coito coercitivo. Non ho capito, stai suggerendo che l'istituzione del matrimonio, una “costruzione” della civiltà, sarebbe stata “creata” per suggerire agli uomini di poter accedere al sesso, lo stesso sesso (con molte altre femmine) che prima di questa istituzione già potevano godere mediante il coito coercitivo (oppure, più soft, prostituzione). In pratica su questo punto mi stai dando ragione, il sesso maschile è stato regolato (e limitato!) spacciandolo come un beneficio maschile (!?). Se non si può fare sesso al di fuori del matrimonio è perché esiste la moralizzazione del sesso, perché esiste il matrimonio.
2) “discendenza certa, cura della prole”, in poche parole, paternità.  Il sentimento di paternità è innato nella natura maschile o è costruito culturalmente dalle femmine per la loro sopravvivenza e quella della prole? Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!). Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato (la prole è cresciuta da tutto il gruppo maschile). Trovi esempi nel libro pp. 908-935. Mentre la maternità è ovvia e sembra naturale tra i mammiferi (9 mesi gravidanza più allattamento), c'è una continuità innegabile che crea un legame affettivo, la paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo. Il matrimonio sarebbe una istituzione “creata” per garantire la “paternità” che a sua volta sarebbe stata fatta sbocciare per giustificare il “matrimonio”, mi sembra un ragionamento circolare, tautologico.
Prima che incominci a scaldarti nuovamente ti faccio notare che non c'è nulla di sbagliato nel riconoscere il matrimonio o la paternità o la cultura dell'antistupro, come una convenzione sociale, costruita socialmente, piuttosto che come qualcosa di naturale. Essere consapevoli di quello che siamo e della realtà nella quale viviamo, non vuol dire che riusciamo a svincolarci emotivamente dall'oggi al domani. Fin da quando sono piccolo ho visto gli adulti intorno a me come si comportavano, quali valori avessero, queste persone, la società, la scuola mi hanno lasciato un'impronta profonda sull'importanza della paternità o di non stuprare le donne, che non può essere modificata da un giorno all'altro perché ora sono consapevole. Io parlo spagnolo, non cinese, eppur sapendo che si tratta di una convenzione, una costruzione sociale, domani continuerò a parlare spagnolo e non cinese. Lo spagnolo continuerà ad essere un'impronta indellebile nella mia vita. Il fatto che la paternità possa essere una creazione sociale non naturale non giustifica le madri di sottrarre i figli ai padri, perché la nostra consapevolezza, il fatto che invece di naturale sia forse un costrutto (ipotesi!), non diminuisce il nostro dolore o il nostro amore per i figli, valori con i quali siamo già cresciuti. Sentimento che può essere esteso a tutti i valori convenzionali, il mio amore per la patria (costrutto sociale) non dà permesso a qualcun altro a sputtanarla, perché magari la mia consapevolezza mi farà male lo stesso. Anche se sono consapevole della convenzione sociale del matrimonio, ciò non elimina in me il valore che concedono alla fedeltà sessuale di mia moglie. E così all'infinito.

3) “stabilità”, (!?) in popolazioni che all'epoca avevano un'aspettativa di vita inferiore ai 30 anni, cosa se ne fanno della stabilità? “maggiori possibilità di sopravvivenza”, sì in gruppi maschili,....

Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto. NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO, il tuo commento “E' davvero semplicistico affermare che i parlamentari deliberano su temi come divorzio e aborto, su suggerimento delle mogli acide o delle olgettine di turno.”

In conclusione, se un uomo decide di sposarsi o di bere, è giusto che sappia che l'istituzione del matrimonio, anche quella storica, non è come la presentano le femministe, né le bibite è come le presentano le compagnie produttrici d'alcool, dopo sarà lui, consapevolmente, a decidere quanto, come e dove.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 16, 2020, 19:52:07 pm
Vicus, non so a quale articolo di Santiago ti riferisci,

Ecco l'articolo
https://stalkersaraitu.com/il-matrimonio-e-la-carovana-di-donne/

Una lettura completa non fa male, e secondo me fa meno paura di quanto prospettato da Vicus.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 16, 2020, 20:42:46 pm
Ecco l'articolo
https://stalkersaraitu.com/il-matrimonio-e-la-carovana-di-donne/

Una lettura completa non fa male, e secondo me fa meno paura di quanto prospettato da Vicus.

Grazie.

Citazione
Una lettura completa non fa male, e secondo me fa meno paura di quanto prospettato da Vicus.

A me non fanno assolutamente paura questo genere di cose.  ;)
Casomai può spaventarmi il cancro o qualche altro male incurabile, questo sì.
Aggiungo che ho una fortissima idiosincrasia verso tribunali, giudici, avvocati, i mille cavilli giudiziari e quant' altro, ma non certamente nei confronti di questi argomenti.
Figurati.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 16, 2020, 21:17:34 pm
Bello ma Cavalcato dalle emozioni
Recensito in Italia il 7 agosto 2019
è un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà

Effettivamente questa recensione, ormai vecchia (7 agosto 2019) si trova in Amazon. Unica recensione non positiva, anzi piuttosto negativa, asserisce che il libro “spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà”. Peccato che il libro parli di tutt'altro, di altre epoche storiche. Tranne che per qualche pagina, il libro non parla d'attualità né di “questo periodo storico”, e alla separazioni dedica due pagine circa nell'introduzione. L'attualità (e le separazioni e divorzi) è trattata nel secondo volume, uscito a metà dicembre, quasi cinque mesi dopo questa recensione. Tra l'altro, dalle impressioni che mi arrivano dai lettori, il secondo volume è piaciuto di più del primo (probabilmente perché tratta proprio le problematiche attuali, separazioni, violenza, lavoro, e perché include le conclusioni)

Comunque, a mio avviso questo è un fake, secondo quanto è stato scritto nella recensione, al massimo ha letto l'introduzione. Sinceramente mi dà fastidio che quello che sembra un falso mi sia lanciato contro. Capisco, Vicus, che non lo potevi sapere e non l'hai fatto di proposito.
Se vuoi una recensione più veritiera e attendibile, forse bastava chiedere a qualche lettore dell'opera anche di questo forum, Rino della Vecchia, oppure Frank, che in passato ha postato delle citazioni dell'opera su questo forum, o ad altri che so di certo che l'hanno letto o lo stanno leggendo.

Sarei sinceramente grato se quanto ho scritto rispetto alla recensione soprastante ricevesse conferma da qualche lettore per il nostro amico Vicus.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 16, 2020, 23:25:17 pm
Santiago ancora una volta qui non è in discussione il tuo libro, né la recensione che dici essere falsa, né la "paura" ma quello che scrivi in rete:
Citazione
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi a creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio)
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali [sic].
Questa è roba da centri sociali: "la legge è male" (anzi: è donna), i valori morali sono una prigione, roba che neanche i figli dei fiori a Woodstock. Da un professore (a proposito: cosa insegni?) è lecito aspettarsi altro.
Citazione
Sarei sinceramente grato se quanto ho scritto rispetto alla recensione soprastante ricevesse conferma da qualche lettore per il nostro amico Vicus.
Santiago non hai bisogno di cani da riporto, o dell'aiuto degli admin dei siti dove scrivi per dimostrare che il tuo primo volume tratta di questioni storiche. Il punto è, se te ne sei accorto, che non stiamo discutendo del tuo libro.
Continua pure a scrivere contro leggi, valori e civiltà, sono davvero curioso di vedere a che risultato porterà tutto questo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 18, 2020, 03:49:43 am
Volevo tralasciare la muraglia di osservazioni (per lo più fuori argomento) scritta da Santiago, ma poiché temo che la discussione ricorrerà ancora, chiarisco la questione spero una volta per tutte, citando le stesse sue parole onde evitare accuse di manipolazione.
L'argomento della discussione non è il libro di Santiago, né l'australopiteco o altre questioni secondarie, ma le sue affermazioni in rete sulla civiltà e sulle istituzioni che ne costituiscono il fondamento.
Il tutto si riduce a due semplici domande. Secondo Santiago:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2. L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Ecco cosa scrive Santiago:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).
Qui Santiago dice che la cultura, la civiltà e le istituzioni che ne sono alla base sono state create dalle donne (direttamente o indirettamente qui non ci importa) per ottenere un semplice vantaggio materiale, a seguito della cattura dell'uomo, quasi fosse un animale selvaggio ("acchiappato"), con "l'arma della bellezza".
Per chi avesse dubbi:
Citazione da: Santiago
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio). Nel mio libro ho spiegato come la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura, molti dei quali colpivano parimenti entrambi i sessi (omicidio, furti, scoreggiare,...) e dunque interessano parimenti a entrambi i sessi. I comportamenti sessuali, i peccati che sono oggi i reati sessuali, colpiscono predominantemente un sesso e tutelano predominantemente l'altro. Dunque, la moralizzazione del sesso a beneficio di chi?
In queste frasi è palese la connotazione negativa di civiltà e cultura. Per chi ancora lo negasse:
Citazione da: Santiago
la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per Santiago la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per lui non ha portato alcun vantaggio all'uomo.
Non serve la malafede che mi attribuisce Santiago ma il minimo sindacale di logica per dedurne che per lui, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
Dal che necessariamente consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello della civiltà, e tornare allegramente nella savana a darsi al coito coercitivo e più in generale allo stato (mai esistito in realtà nella specie umana) di "buon selvaggio".

Veniamo alla questione del matrimonio come isitituzione fondamentale di ogni popolo civilizzato. Santiago afferma in questo topic:
Citazione da: Santiago
NON MI RISULTA DI AVER MAI DETTO “l'uomo non dovrebbe sposarsi”
Ma su Stalker Sarai Tu:
Citazione da: Santiago
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi: l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto. Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente (e spero non sia necessario ripeterlo) mi riferisco a un matrimonio, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Ricordo inoltre che Santiago ha detto che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).
Santiago dice:
Citazione da: Santiago
In nessuna parte dell'articolo affermo che uomini e donne non si debbano sposare, anzi dico che lo continuano e lo continuerano a fare. Cosa voglio decostruire?
Ma poi dice:
Citazione da: Santiago
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi se le parole hanno un senso: non c'è ragione di sposarsi, è una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna.
Per chi avesse ancora dubbi:
Citazione da: Santiago
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Capisco l'amarezza della separazione, ma sono discorsi da centro sociale, o da "Amici Miei" di Monicelli, non da attivista serio (quale credo sia Santiago) che vuole costruire una società funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.
Ma che dice Santiago della paternità?
Citazione da: Santiago
La paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana, Santiago dice che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisce che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per Santiago, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.
Non sono certo io che "gli faccio dire cose che non ha detto" ma lui che, nel migliore dei casi, non si rende conto di quello che dice. Nel peggiore, che cerca di nasconderlo negando l'evidenza in un diluvio di divagazioni su argomenti secondari.
Confrontando questo con le altre affermazioni di Santiago in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: Santiago critica la monogamia ma non l'adulterio) il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, del picaro, dello "zingaro", che può sembrare avvincente come Casanova o Barry Lyndon ma che nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.
Infine (e spero di non doverci tornare sopra con storie sull'australopiteco):
1. Mai negli articoli di Santiago c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla  e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità (a partire dal riconoscimento della prole).
2. Mai Santiago dice che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso, critica valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non vede: non l'ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi considera discriminati, di utopie pseudoprogressiste che stanno disumanizzando la società e perfino la biologia umana.
Ha talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che è tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale ma dobbiamo comunque disfarcene, proprio come afferma il progressismo femminista.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 19, 2020, 23:34:09 pm
Ciascun vivente è mosso da pulsioni che potrà soddisfare o meno a seconda dell'ambiente in cui vive. Se l'ambiente muta (anche a causa della tecnica), il vivente si adatterà, iniziando a o cessando di soddisfare pulsioni, a seconda che il mutamento gli sia favorevole o sfavorevole. Ovviamente l'adattamento sarà facile nel primo caso, difficile nel secondo.
Quindi
Esistono, sono esistite ed esisteranno variè "civiltà" che si basano su regole frutto di un accordo, anche tacito. Le regole degli accordi sono più favorevoli ad una o ad un'altra parte a seconda del potere (di soddisfare le pulsioni) di ciascuna di esse. Gli accordi (meglio: le loro regole) mutano col mutare del potere (di soddisfare le pulsioni) delle parti.
Tutto il resto (morale/etica, diritto, religione, etc) è sovrastruttura.
Quindi
Il femminismo e il maschilismo non esistono. Tutte le femmine spingono affinchè le loro pulsioni siano soddisfatte quanto più possibile e tutti i maschi fanno lo stesso. I limiti del possibile dipendono dall'ambiente e mutano al mutare dell'ambiente (che può mutare anche a causa della tecnica).
Prego di non fraintendere.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2020, 03:17:42 am
Una sola civiltà si fonda sulla soddisfazione delle pulsioni: quella che nega l'uomo, quella femminista. Che non incidentalmente,è anche la civiltà dei consumi.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 20, 2020, 18:51:09 pm
La "civiltà" delle femmine è causata da un ambiente che dà alle femmine la possibilità di soddisfare pienamente le loro pulsioni.
La "civiltà" dei maschi è causata da un ambiente che dà ai maschi la possibilità di soddisfare pienamente le loro pulsioni.
L'ambiente muta, quindi le possibilità mutano.

I consumi sono irrilevanti.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2020, 19:36:45 pm
 :flag1: Va bene, una civiltà si fonda sulle pulsioni e il suo scopo primario è soddisfarle. Ora capite perché apro topic sul Santiago-pensiero?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 20, 2020, 19:46:34 pm
Tutte le "civiltà" preuppongono le pulsioni semplicemente perchè le pulsioni le preesistono. A cambiare è solo chi può soddisfarle e chi no.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2020, 20:16:02 pm
Nell'articolo di oggi Santiago smonta ancora una volta le pretese censorie femministe sul presunto sessismo dei libri di scuola. Non mi può trovare più d'accordo. Tuttavia, scrive anche:
Citazione da: Santiago
Va bene, concordiamo [con le femministe]. Eliminiamo dai testi scolastici, a tutela delle ragazzine, immagini e riferimenti, semmai ce ne sono, di donne con il grembiule che rimangono a casa a cucinare.
Perché, diciamoci la verità, il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso
Non è una provocazione, Santiago concorda davvero con la femminista dell'articolo: fare la casalinga è vergognoso per una donna.
Ma allora chi deve sobbarcarsi queste mansioni vergognose? Evidentemente l'uomo, che almeno al 50% diventa un "mammo". Davide Stasi, che come ha detto lui stesso serve la moglie "con lo strofinaccio sul braccio" sarà senz'altro entusiasta.
Per Santiago, pare, per l'uomo sono molto più indicate queste mansioni vergognose, riservate alla donna in un passato ignobile di cui dobbiamo disfarci, che fare il soldato o lavorare nei cantieri:
Citazione da: Santiago
E i ragazzini? Come la mettiamo con il pervasivo condizionamento sull'eterno mascolino? Come la mettiamo con le immagini e i riferimenti di decorazioni militari, battaglie, bandiere e arringhe, che pullulano sui testi scolastici, come l'esempio sopraccitato, e infondono nei giovani quel ruolo di eroe-soldato che molto spesso li porta alla tomba? Perché, diciamoci la verità, il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso, ma la bellezza o i lavori domestici non ti portano alla tomba. Non ci sono cimiteri di casalinghe. Al contrario ci sono numerosi cimiteri di soldati, frutto di una “vergognosa” educazione già dalla prima infanzia. E dato che ci siamo, approfittiamo e destrutturiamo il ruolo maschile completamente: eliminiamo immagini e riferimenti di protezione e mantenimento delle donne da parte degli uomini. Dei lavori pericolosi pure, iniziando da quella fotografia degli anni '30 che mostra gli operai seduti mentre stanno mangiando sulla trave di un grattacielo in costruzione a New York, che ogni volta che la vedo mi vengono le vertigini.
"Destrutturiamo il ruolo maschile": poi qualcuno dice che non ho capito il pensiero di Santiago che, se scherza, non lo dà per nulla a vedere in quanto propone seriamente ("diciamoci la verità") di espungere le casalinghe dai libri di scuola.
Anche qui poniamo la domanda: se gli uomini non devono fare il soldato così non si fanno la bua, chi deve farlo, le donne? Sarebbe interessante sapere da Santiago se è favorevole alle donne nelle forze armate che, come hanno detto militari di carriera, ne fanno crollare il livello operativo ma non importa perché almeno ci sono più casalinghi a svolgere i compiti vergognosi che le loro maestà donne non devono fare.
A questo punto qualcuno sicuramente esulterà: evviva le donne al lavoro, così non dobbiamo mantenerle. Eppure, mai come in quest'epoca di carriere femminili le donne hanno più sfruttato economicamente gli uomini, al punto da farli dormire per strada.
Si è chiesto Santiago che beneficio portano alla società e soprattutto agli uomini donne favorite negli studi e nel lavoro in ogni modo, con quote rosa legalizzate ma più spesso di fatto, a partire da lauree e carriere regalate a capre, dopo averle sottratte a uomini meritevoli?
E non siamo in pochi a dirlo. Ecco una testimonianza di un nuovo utente, fresca di giornata:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,16971.msg194608.html#msg194608
Citazione da: Fritz
Oggigiorno, il decadimento morale, intellettuale e scientifico (non si fanno più grandi scoperte da quasi un secolo ormai) è da attribuire alla bassa produzione offerta dalla donna, che penalizza quella degli uomini con quote rosa e raccomandazioni che raggiungono vette di vergogna inarrivabili soprattutto nelle università (ricordate il caso Strumia al CERN qualche anno fa?)
Le donne dirigono centri di ricerca che sistematicamente producono aria fritta, fuffa e sciocchezze. Danneggiano il sistema dei punti a merito nelle scuole e università perché sono palesemente raccomandate (un esame scolastico, per una donna, è completamente diverso da quello fatto da un uomo sullo stesso argomento: solo gli allocchi non se ne sono mai accorti) e non fanno praticamente mai un caxxo. Dove non fanno un caxxo, riescono quasi sempre ad essere anche dannose rallentando lavori, abortendo programmi in corso, creando squilibri relazionali all'interno dei team di lavoro.
Le donne non dovrebbero mai poter prendere la decisione finale su qualcosa, qualunque essa sia.
Laddove questo principio suddetto non è stato rispettato, si è assistito alla distruzione e sfacelo più totale dell'ordine delle cose. Famiglie distrutte, economie devastate. Fateci caso.
Credo che se moltissime donne, invece di fare le "laureate", le "ricercatrici" ma anche le sindachE che credono che orinare per strada sia fare politica se ne stessero a casa a cucinare e badare ai pargoli sarebbe un gran beneficio per l'umanità. Non sei d'accordo Santiago?

(https://static.nexilia.it/analfabetifunzionali/2018/07/Copertina-1-750x391.png)

Si cercano colf per pulire la casa e badare ai bambini di una donna "dirigente", in "missione" a Bruxelles. Qualcuno si candida?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 20, 2020, 21:03:33 pm
Perchè critichi l'eccellente articolo di Santiago?
Perchè non inserisci il link?
Perchè gli attribuisci frasi che non ha mai scritto?

Perchè non lasci che a "badare alla casa" siano gli elettrodomestici? Li sai usare? Non è difficile. Basta un'ora per imparare ad usarli tutti. Vivi forse in una reggia?
Lo sai che ai militari hanno sempre insegnato innanzitutto a badare a sè stessi?
Tu badi a te e lei bada a sè. Così nessuno ha da recriminare.

Quanto alla guerra: i muscoli sono pressocchè inutili.

In sintesi, Santiago ha scritto che le femmine chiedono:
di essere liberate da un peso minimo, che già non grava più su di loro (ognuno fa da sè) ;
di far gravare sui maschi un peso enorme che non ha più ragione di esistere (quindi domandati perchè vogliono che sussista).
Null'altro.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2020, 21:11:03 pm
Perchè critichi l'eccellente articolo di Santiago?
Perchè non inserisci il link?
Perchè gli attribuisci frasi che non ha mai scritto?

Perchè non lasci che a "badare alla casa" siano gli elettrodomestici? Li sai usare? Non è difficile. Basta un'ora per imparare ad usarli tutti. Vivi forse in una reggia?
Lo sai che ai militari hanno sempre insegnato innanzitutto a badare a sè stessi?
Tu badi a te e lei bada a sè. Così nessuno ha da recriminare.

Quanto alla guerra: i muscoli sono pressocchè inutili.

In sintesi, Santiago ha scritto che le femmine chiedono:
di essere liberate da un peso minimo, che già non grava più su di loro (ognuno fa da sè) ;
di far gravare sui maschi un peso enorme che non ha più ragione di esistere (quindi domandati perchè vogliono che sussista).
Null'altro.
Non rispondo nemmeno perché palesemente non hai letto il mio post.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 20, 2020, 23:53:53 pm
Quanto alla guerra: i muscoli sono pressocchè inutili.

Non è esattamente così.
Non contano più come un tempo, questo sì, ma non sono affatto inutili.
Non scherziamo.

https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,13785.0.html
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: fritz - Maggio 21, 2020, 02:20:32 am
Le donne militari sono una delle espressioni più grottesche del nazifemminismo. Sono palesemente UN PESO per l'esercito: meno forti, meno abili, lente. Sono spesso rilegate in luoghi dove non possono far danni. Inoltre: che senso ha fare prove d'addestramento diverse tra donne e uomini?

Ma poi: ma davvero qualcuno crede che in una missione di guerra, avere in squadra persone che ogni 30 giorni devono fermarsi, perdono sangue e hanno alterazioni ormonali e psichiche non comporti svantaggi?

Una donna col ciclo, in determinati ambienti di guerra, muore solo per le infezioni che prenderebbe. Non pigliamoci in giro, per favore. Non deliriamo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 05:00:13 am
Sono spesso rilegate in luoghi dove non possono far danni.
Non direi, gli fanno comandare le navi
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: fritz - Maggio 21, 2020, 05:11:46 am
A parte le varie carola-nonmilavo-rackete, penso che le donne a comando di navi non facciano danni semplicemente perché i vari comandanti in seconda le correggono continuamente.

È una cosa evidente, e non si tratta di misoginia: la donna nei ruoli di comando commette inevitabilemente errori gravissimi e porta alla sconfitta. Ed è proprio perché si viola il sacro principio che è il seguente: "non dovete mai lasciare che la donna possa decidere cosa fare".

Chiunque violi quel principio, marito o colonnello o manager, vede inevitabilmente la rovina all'orizzonte.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 05:13:53 am
Parlavo anche della Marina Militare, ma in tempo di pace e di parate forse i loro errori non si notano troppo per trarne le debite conclusioni
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: fritz - Maggio 21, 2020, 05:15:45 am
Il punto cruciale delle mie critiche è che non lo faccio da misogino. Sono un uomo eterosessuale, e se da un lato ho avuto sfortuna cronica con le donne, dall'altro riservo ancora flebili desideri di una relazione stabile. È la parte di me fanciullesca probabilmente, ma tant'è.

Scusate l'OT.

P.S.

Scusa Vicus, non avevo letto la risposta.

Sì, penso anche io che in tempi di pace i loro erroracci non si notino più di tanto. Ma d'altra parte dubito fortemente che lo Stato Maggiore mandi navi da guerra al comando di donne in battaglia perché nella guerra l'economia, fossero solo armi, soldi, munizioni o semplicemente uomini da sacrificare, conta tantissimo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 05:23:02 am
Nesuno ti ha dato del misogino. Quanto alle speranze di una relazione stabile, non serve neppure fare gli zerbini:

(https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/61xx%2B-PMkiL.jpg)

Per ora qualche brillante mente maschile ha messo donne al comando delle FRIMM. Tanto la Marina, in tempo di pace serve a fare le parate e ad andare a prendere i migranti sulle coste libiche.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 21, 2020, 09:08:59 am
Ciao Vicus, per favore dammi una tregua
Quello che commenti nel tuo ultimo post del mio ultimo articolo è IRONICO. Se lo leggi completamente ti rendi conto che è TUTTO IRONICO!!
Forse non sono stato abbastanza chiaro, prometto di cercare di esserlo la prossima volta, di essere più esplicito quando si afferma ironicamente il contrario di quello che si intende. Ma mi chiedo, è possibile che il mio articolo, pubblicato sul sito più letto oggi in Italia per quanto riguarda il femminismo e le problematiche maschili, con numerose commenti sotto l'articolo, sia stato capito bene da tutti tranne che da te?
Ti ho già detto una volta che ho l'impressione che non commenti quello che è scritto, ma quello che vorresti che fosse scritto, mettendo parole e pensieri che non sono stati detti nell'interlocutore.

Ti prego la prossima volta di pubblicare il link, così chi vuole può leggersi l'articolo completo, è questo è un esercizio a mio avviso conveniente, non solo per i miei articoli ma per qualsiasi articolo. Staccare singole parole o frammenti può alterare o snaturare il significato di quanto detto. Il link:

https://stalkersaraitu.com/la-polemica-a-senso-unico-sui-libri-di-scuola/

Il paragrafo incriminato:
“Ha dovuto intervenire persino la ministro dell’Istruzione, Lucia Azzolina: “Quelle frasi sono semplicemente vergognose”. Va bene, concordiamo. Eliminiamo dai testi scolastici a tutela delle ragazzine immagini e riferimenti, semmai ce ne sono, di donne con il grembiule che rimangono a casa a cucinare. E i ragazzini? Come la mettiamo con il pervasivo condizionamento sull'eterno mascolino? Come la mettiamo con le immagini e i riferimenti di decorazioni militari, battaglie, bandiere e arringhe, che pullulano sui testi scolastici, come l'esempio sopraccitato, e infondono nei giovani quel ruolo di eroe-soldato che molto spesso li porta alla tomba? Perché, diciamoci la verità, il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso, ma la bellezza o i lavori domestici non ti portano alla tomba. Non ci sono cimiteri di casalinghe, al contrario dei numerosi cimiteri di soldati, frutto di una “vergognosa” educazione già dalla prima infanzia. E poiché ci siamo, approfittiamo e destrutturiamo il ruolo maschile completamente: eliminiamo immagini e riferimenti di protezione e mantenimento delle donne da parte degli uomini. Dei lavori pericolosi pure, iniziando da quella fotografia degli anni '30 che mostra gli operai seduti mentre stanno mangiando sulla trave di un grattacielo in costruzione a New York, che ogni volta che la vedo mi vengono le vertigini.”

IRONIA: “...persino...” (denota stupare, può denotare anche stanchezza)  “Va bene” (dopo il persino precedente, denota stanchezza, essere stuffi, altra forma di dire “Ok, mi hai rotto i c..ni”) “semmai ce ne sono” (cioè quella femminista è una lagna strumentale) “di donne con il grembiule” (il termine grembiule è un'aggiunta innecessaria, rende ancora più assurda la critica, quando è stata l'ultima volta che hai visto un'immagine di una donna in grembiule in un libro scolastico?) “diciamoci la verità” (non sta per il condizionamento sulle bambine che finora è trattato in maniera ironica, come tu stesso hai erroneamente suggerito nel tuo post, ma sta a evidenziare che facendo la casalinga non si muore), “il condizionamento sulle bambine è qualcosa di vergognoso” (il termine vergognoso l'ho ripreso beffardamente dalle parole dalla ministro: vergognose. Mimo sarcasticamente le sue parole). “E poiché ci siamo, approfittiamo e destrutturiamo il ruolo maschile completamente” (ora qui, sinceramente, non riesco a capire come hai potuto capire qualcosa di diverso; l'ironia dell'espressione “E poiché ci siamo” si capisce a mio avviso anche tirata fuori da un contesto; il senso voleva essere “E poiché ci siamo, approfittiamo e destruggiamo tutto”, cioè “completamente”) “iniziando da quella fotografia” (è tutto ironico, perché dobbiamo “iniziare” da una foto, da quella?, tra l'altro di una foto che a mio parere è molto bella – la foto “Pranzo sul grattacielo” è molto nota, scattata il 20 settembre 1932 ) “che la vedo mi vengono le vertigini” (è naturalmente falso, il pensiero, ispirato proprio dalla mia compagna che ogni volta che guardiamo un film con un uomo esposto su un cornicione, si alza e se ne va perché non sopporta l'altezza, mi ha fatto sorridere è lo scritto) Ma l'ironia si capisce anche dal senso compiuto, perché è impossibile fare quello che chiedo. Se eliminiamo e destrutturiamo tutto, fotografie e riferimenti, quanto  richiedono le femministe per la donna (le cure, materne e domestiche, la moda, il richiamo al corpo femminile, il trucco, le pettinature, ecc.) e quanto richiedo ironicamente io per l'uomo (guerre, lavori pericolosi,ecc.), come si fanno i libri? Cosa scrivono e mostrano i libri? La vita, la storia, la società sono impregnate da ruoli di genere.

Ormai che sono stato costretto a chiarire, approfitto per farti notare quanto riferito prima, come tendi a cambiare il senso di parole e significati, anche perché sinceramente mi ha dato fastidio quanto riferirò. (e mi dispiace vestirmi nei panni dell'educatore morale, non credo sia molto corretto). Senza acredine.

Ho scritto un post molto lungo sulle questioni in discussione che voleva essere conclusivo da parte mia.
Dopodiché ho scritto un breve post su un altro argomento completamente diverso, su una recensione del mio libro che tu avevi copiato e incollato sul tuo post, per spiegare a te che lo avevi “usato” contro di me, e a tutti quelli che l'hanno letto che si tratta a mio avviso di un falso piazzato sul sito di Amazon dal primo giorno per abbassare le vendite. Infatti, la recensione parla del libro su argomenti che nel libro non ci sono affatto. Chi ha scritto quella recensione di sicuro non ha letto il libro.

Come risposta (sinceramente non l'attendevo) mi ritrovo che scrivi
“Santiago ancora una volta qui non è in discussione il tuo libro,” e ancora
“L'argomento della discussione non è il libro di Santiago, né l'australopiteco o altre questioni secondarie,”
Scusa, ma in quale parte del mondo ho scritto che la discussione riguardava il mio libro. NON HO MAI AFFERMATO che “l'argomento della discussione” fosse il mio libro. Ma così come hai scritto è quello che hai suggerito.
Renditi conto: Sei tu che vai a pescare ad Amazon una recensione negativa (tra l'altro l'unica) sul mio libro e la piazzi sul tuo post a sostegno della tua posizione con queste parole “Lo hanno detto anche altri, pure bendisposti, nelle recensioni”, anche se la recensione parla di tutt'altro e non sui punti in discussione (in pratica non rafforza le tue idee, ma rafforza che qualcun altro mi critica, insomma ti senti meno solo). Io non entro in merito e in un post successivo separato spiego che questa recensione è probabilmente fake, post chiarificatore. Mi ritrovo invece accusato da te di non capire la discussione perché porto al centro della discussione il mio libro, quando sei stato proprio tu (!!) a portare qui una recensione che parla sul mio libro, secondo me in malafede, non perché tu sapessi che la recensione era un fake, che non lo potevi sapere, ma perché la recensione non c'entrava nulla nel contenuto con quello che stavamo discutendo!!
Un'operazione simile hai fatto sulla determinazione del tempo quando si parlava del coito coercitivo. Ho affermato che il coito coercitivo sia stato una pratica dominante per lungo tempo nella Storia dell'Uomo, non ho mai definito il tempo, ho detto unicamente che è prima della Civiltà, perché la proibizione del coito coercitivo sarebbe secondo me il primo mattone di Civiltà. All'inizio hai criticato il punto  (parlo a memoria) parlando di conquiste e popoli e civiltà che conquistano e soltanto in guerra ci sono talvolta gli stupri... Ti ho segnalato che intendevo molto prima. Allora mi hai criticato perché avrei in qualche modo rinculato il mio tempo, hai parlato del ratto delle Sabine e dell'uomo delle caverne con le sue pitture, e comenti sarcasticamente in diversi punti che parlo delle “scimmie”. Nuovamente ti segnalo che per la Storia dell'uomo, ovunque, nei libri storici, scolastici e nei cartoni animati dei bambini si intende dall'austrolopiteco e dall'homo in poi. Infine mi ritrovo questo “L'argomento della discussione non è il libro di Santiago, né l'australopiteco o altre questioni secondarie,” dopo che sei stato tu (!!) ad aprire l'argomento, a criticare in diversi punti il coito coercitivo da un punto di vista temporale, parlando sarcasticamente di scimmie, io mi sono limitato a risponderti ogni volta, con piacere, e ora suggerisce come è scritto che sono io che non capisco che non è importante l'argomento temporale (australopiteco), argomento che sei stato tu (!!) a far nascere ( a mio avviso immotivatamente) e a portare avanti nella discussione.

Post lunghissimo, mi prendo un pò di tempo, e in giornata cerco di mandare un ultimo post per chiarire (per l'ennesima volta) la mia posizione sulla nostra discussione e sui commenti recenti fatti da altri su coito coercitivo, moralizzazione della sessualità, pulsioni, servizio militari,... che sono gli argomenti che ci dovrebbero veramente interessare.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 11:01:21 am
Santiago la tregua dammela tu, cosa mi tocca leggere sul "primo sito maschile", inclusi gli strofinacci sul braccio di Stasi. Almeno lui pare stia riconoscendo l'errore sulle femministe "buone", magari vuoi rivedere anche tu alcune cose?
Citazione
Ti ho già detto una volta che ho l'impressione che non commenti quello che è scritto, ma quello che vorresti che fosse scritto, mettendo parole e pensieri che non sono stati detti nell'interlocutore.
La mia impressione invece è, che a fronte di chiare citazioni eludi la questione principale del topic e nei tuoi chiarimenti neghi quanto tu stesso hai scritto, come evidenziato qui:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1893.msg6893.html#msg6893
Se sei così chiaro perché hai bisogno di attardarti in spiegazioni così lunghe? Anche i più duri di comprendonio capiscono una prosa semplice ed esplicita.

Sono lieto che l'articolo sia ironico, anche se con quel "diciamoci la verità" non è affatto chiaro e probabilmente altri hanno frainteso. In effetti, non hai mai scritto nulla (se non mi è sfuggito) in favore della suddivisione dei ruoli e delle casalinghe. Comunque se è davvero ironico, inutile continuare a discuterci sopra, forse sarai più chiaro la prossima volta.

Ancora una volta, e mi dispiace doverlo ripetere per di più con l'accusa di manipolare le tue parole che riporto sempre puntualmente, l'oggetto di questo topic è che dai tuoi interventi in rete traspare una visione negativa della civiltà, dei valori morali e civili e della spiritualità che hanno fatto grande l'umanità e di cui l'uomo è il principale artefice.
Del resto non c'è mai una parola (anche le omissioni contano) nei tuoi interventi in favore della civiltà e dei suoi fondamenti come ad esempio il matrimonio che dici non dovrebbe neppure esistere legalmente.


Spero sia finalmente chiaro. E non dirmi che sei "scientifico" e "obiettivo" perché, a parte il fatto che le tue sono ipotesi mai pubblicate su una rivista scientifica, a leggerti chiunque ricava l'impressione di un forte pregiudizio nei confronti dell'umanità civilizzata, come ho ampiamente spiegato qui con abbondanti citazioni: https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?action=post;topic=16966.30;last_msg=194640

Che questo genere di pensiero appaia "sul primo sito maschile" (che però non pubblica le statistiche delle visite) è particolarmente grave e indice della decadenza del genere maschile, che non ha più nulla da dire al mondo se non che la civiltà tramandataci dai nostri padri, la moralità sono un'invenzione femminile (bell'immagine che diamo dei diritti maschili) e che in sostanza vuole solo essere libero di soddisfare le sue pulsioni e le sue "fantasie" (spero non risponderai con un trattato sulle fantasie e sull'homo erectus altrimenti mi cascano le braccia).
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 21, 2020, 15:56:29 pm
Ribadisco: non esiste la civiltà ma le civiltà. Ogni civiltà (e così etica/morale, diritto , religione) si fonda su un accordo, che è il risultato dei rapporti di potere tra le parti, rapporti che mutano al mutare delle circostanze. Tutti i viventi (maschi o femmine che siano) soddisfano le proprie pulsioni finchè l'ambiente lo rende possibile. E' appunto una questione di possibilità.

La "civiltà" tramandatami da mio padre è esattamente quella fondata su un accordo formalizzato nel 1975 e quell'accordo aveva sostituito il precedente semplicemente perchè la tecnica aveva reso i muscoli irrilevanti ai fini della sopravvivenza e quindi le femmine non dipendenti dai (muscoli dei) maschi.

Nessun uomo, potendo, stipulerebbe l'accordo chiamato matrimonio. Che ha questo contenuto e non quello di 50 anni fa perchè i rapporti di potere sono cambiati a causa della tecnica, la quale, però, li ha cambiati di nuovo. Tu sei bloccato nel passato, che non ritorna. Io sono proiettato verso il futuro, che è migliore del passato.

Il sesso maschile ha molto da dire al mondo. Sei tu che non vuoi ascoltarlo.

PS: moralità deriva da mos (comportamento) ed indica il comportamento che dev'essere tenuto. Qualunque esso sia. Tu ti stai facendo imporre un comportamento che non ha più ragione di esistere, perchè già oggi potresti tenerne un altro. Detto in altre parole: non ti stai adattando ad un mutamento dell'ambiente a te favorevole, che , in quanto tale, rende l'adattamento agevole. Perchè non ti adatti?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 17:37:34 pm
Sei l'utente ideale di Santiago
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 21, 2020, 20:32:23 pm
TESI FEMMINISTA: la civiltà è stata creata dagli uomini a danno delle donne. (Questa tesi si trova esplicita in qualsiasi libro storico femminista, incomminciando da Il secondo sesso; l'hanno chiamato mondo androcentico).

Nella mia opera, “La grande menzogna del femminismo”, cerco di capovolgere questa visione. Penso che molti dei valori costitutivi della società rappresentano un beneficio tangibili per le donne, ma non lo sono per gli uomini.

Molto sinteticamente: La Natura è amorale; moltissimi comportamenti in natura sono assimilabili a dei comportamenti che in civiltà giudichiamo in negativo (omicidio, furto, prostituzione, stupro, stalking, bullismo,...). In questa Natura dove la forza è un valore dominante, il maschio è vincente, la femmina perdente.
La civiltà ha moralizzato molti di questi comportamenti: la cultura dell'anti-omicidio, la cultura dell'anti-furto, la cultura dell'anti-stupro... La moralizzazione del sesso è una parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà. Dunque è un errore identificare tutta la civiltà con la moralizzazione del sesso e la pulsione sessuale, come fanno ad esempio la Scuola di Francoforte, Freud, Simone de Beauvoir, Schopenhauer,..., anche se la pulsione sessuale è molto importante, forse la più importante. A mio parere, ci sono altre forze che spingono la costruzione della civiltà, per fare un semplice esempio, l'amore filiale. Stessa critica può essere fatta al materialismo storico di Marx, che racchiude qualsiasi spiegazione della costruzione della civiltà nel materialismo, escludendo qualsiasi altra forza (lo stesso esempio, l'amore filiale)
Dunque chi critica la moralizzazione del sesso critica la moralizzazione del sesso, non tutta la civiltà. Molti dei valori della civiltà (antiomicidio, antifurto,...) possono essere ragionevolmente vantagiosi per entrambi i sessi, ma alcuni valori/convenzioni sociali (soprattutto quelli che riguardano i rapporti tra i sessi, tra cui la sessualità, beneficiano chiaramente il sesso femminile).

Dalla moralizzazione del sesso, che vantaggi sessuali obiettivi e tangibili ottiene il maschio dalla sua forma primitiva in natura? Non mi viene in mente nessuno. Che vantaggi sessuali può ottenere l'uomo dei rapporti monogamici che prima non avesse? E dell'istituzione del matrimonio (cristiano monogamico, fino le 4 mogli per il mondo islamico, o le centinaia di altre varianti che esistono nel mondo)? Alcuni vantaggi obiettivi per le donne le ho elencate in un post precedente.
Stesse domande possono essere fatte ad altri valori/convenzioni al di là del sesso. Che vantaggio ottiene il singolo individuo della difesa della collettività? Il valore della difesa del gruppo, la difesa della patria, la coscrizione obbligatoria per i maschi, è un valore antico che si perde negli origini della Storia. Che vantaggio materiale trae l'uomo singolo della norma che stabilisce l'allontanamento in luogo sicuro di donne e bambini mentre lui è sollecitato a una difesa che lo porta alla morte? Nei primordi della civiltà, che vantaggio potevano trarre i maschi della difesa delle femmine quando venivano attaccati da animali selvaggi? Bastava che iniziavano a correre per sfuggire l'attacco, tanto le femmine corrono meno, e se erano incinta ancora meno, gli animali selvaggi avrebbero cacciato loro, e i maschi avrebbero avuto salva la vita, invece di rischiarla con gracili lance di legno. In questo valore della difesa non c'è alcun vantaggio materiale per l'uomo, è tutto dalla parte delle donne.
Infatti altri valori/convenzioni sociali possibili non sono mai esistite. Ad esempio, non è mai esistito in nessuna civiltà il coito obbligatorio femminile (a rendersi conto Simone de Beauvoir), o in maniera più soft il obbligo di tutte le donne di fare minimo un figlio a testa. Eppure l'obbligo di difesa maschile è un obbligo esistito da sempre (preteso da tutte le donne!!) che ha portato milioni di uomini alla morte e nessun vantaggio personale tangibile all'uomo.

Evidentemente il discorso è più complesso di così, è più sviluppato (con numerosi esempi) nel mio libro. La conclusioni:
La moralizzazione del sesso e anche altri valori della civiltà hanno rappresentato per la donna un vantaggio obiettivo, tangibile e innegabile rispetto alla sua condizione primitiva in natura. Al contrario per il singolo uomo molti di questi valori non rappresentavano un miglioramento della sua condizione in natura, al contrario hanno rappresentato una limitazione.
Invece, questi valori presentano vantaggi obiettivi, tangibili per la conservazione della specie. In conclusione: la singola donna ci guadagna, il singolo uomo ci rimette, la specie nel suo insieme ci guadagna.

Capire non vuol dire stravolgere tutto. Come ho già detto, molti valori/convenzioni sono profondamente radicati in noi, nella società che ci ha cresciuti, e non si possono cambiare dal giorno alla notte. Capisco che la lingua che parlo è una convenzione sociale, ma non la riesco a eliminare, ormai l'ho introiettata.

In conclusione, se una femminista asserisce che la morale, i valori, le convenzioni “patriarcali” hanno lavorato contro le donne, fatevi quattro risate perché è successo proprio il contrario.

Giuseppe, sono d'accordo che esistono molte “civiltà”, molte “religioni”, molte “etiche” lungo tutta la Storia, ognuna degna di studio e riflessione, ma è anche vero che certi valori e convenzioni sembrano universali in tutte (difesa della donna da parte dell'uomo, cura dei figli da parte delle donne, divieto di incesto o di coito coercitivo, divieto di omicidio, rispetto proprietà privata, ...anche per quello non detto esplicitamente, come menzionato sopra, nessuna esistenza di coito obbligatorio per le donne, ecc...), e questi valori universali possono definire il termine Civiltà per tutti. Ad esempio, l'istituzione del matrimonio, esistono nel mondo numerose varianti, ma alcuni elementi sembrano universali a tutti (ad esempio, esplicitamente dichiarato in ogni codice e religione: il marito deve proteggere e mantenere la moglie). Dunque, a mio parere, è lecito parlare di Civiltà per l'Umanità, pur consapevoli che molte (non tutte) delle normative, credenze e valori che la integrano diventano nel tempo relative.

A proposito delle donne e l'esercito, la forza fisica è sempre un plus che può rendersi necessaria in un avvenimento imprevisto, e questo vale tanto per l'esercito quanto per il lavoro.
In quanto le donne al comando, da giovane ho giocato a lungo a pallamano. Se devo essere allenato da una donna (vale anche per un uomo, non importa il sesso) esigo che l'allenatore abbia a sua volta giocato, cioè che conosca la realtà del gioco dal di dentro. La conoscenza semplicemente teorica di un'attività d'azione è una grande stupidaggine.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2020, 20:44:23 pm
Santiago continuo ad avere l'impressione che eludi l'argomento principale del topic con lunghe divagazioni anziché spiegazioni, peraltro confermando la tua idea negativa della civiltà, della cultura e del matrimonio che piaccia o no ne è alla base essendo non a caso presente, in varie forme, in ogni cultura sotto il sole.

Che poi ritieni con ferma convinzione le tue ipotesi "scientifiche" (a proposito, cosa insegni? Su quale rivista scientifica le hai pubblicate?) è un altro discorso che conferma peraltro l'idea tecnocratica oggi dominante, secondo cui alla civiltà bisogna sostituire la "scienza".

Basta raccogliere qualche citazione a caso:
Citazione
In questa Natura dove la forza è un valore dominante, il maschio è vincente, la femmina perdente.
La femmina perde cosa e contro chi? Hai mai visto una leonessa o una tigre "perdere"?
Citazione
ma alcuni valori/convenzioni sociali (soprattutto quelli che riguardano i rapporti tra i sessi, tra cui la sessualità, beneficiano chiaramente il sesso femminile).
Citazione
Dalla moralizzazione del sesso, che vantaggi sessuali obiettivi e tangibili ottiene il maschio dalla sua forma primitiva in natura? Non mi viene in mente nessuno. Che vantaggi sessuali può ottenere l'uomo dei rapporti monogamici che prima non avesse?
In un'umanità di scambisti, che considerano il sesso fine a se stesso l'obiettivo primario forse. Ma la certezza della paternità, e la possibilità di educare i propri figli coadiuvati dalla moglie, è uno dei fondamenti del vivere civile. Poi si possono prendere dalle bestie tutti gli esempi che si vogliono.
Citazione
Che vantaggio ottiene il singolo individuo della difesa della collettività? Il valore della difesa del gruppo, la difesa della patria, la coscrizione obbligatoria per i maschi, è un valore antico che si perde negli origini della Storia. Che vantaggio materiale trae l'uomo singolo della norma che stabilisce l'allontanamento in luogo sicuro di donne e bambini mentre lui è sollecitato a una difesa che lo porta alla morte?
La chiave di questa citazione è "il singolo", l'individualismo postulato dal liberismo economico che non riconosce (come ad es. Ortega y Gasset) un tessuto sociale, una cultura e una collettività. Quindi quando parlo di uomini ridotti a bestie nella savana non invento nulla, non faccio che riprendere i tuoi stessi concetti.
Non ti viene in mente che l'uomo combatte perché è biologicamente più adatto e che non fa la guerra per difendere "le femmine" ma la cultura che ha costruito e a cui appartiene.
Per te la civiltà ha un valore puramente convenzionale e sentimentale (la patria, la lingua; v. tuoi post precedenti) che serve a garantire un certo ordine pubblico, esattamente come certo progressismo radicale (e femminista) oggi in voga: promiscuità, famiglie contronatura e altre porcherie (dal punto di vista della natura non morale) vanno benissimo finché si mantiene l'ordine pubblico.
Oltre ai tuoi post precedenti, basta leggere questo:
Citazione
Come ho già detto, molti valori/convenzioni sono profondamente radicati in noi, nella società che ci ha cresciuti, e non si possono cambiare dal giorno alla notte. Capisco che la lingua che parlo è una convenzione sociale, ma non la riesco a eliminare, ormai l'ho introiettata.
Quindi le convenzioni civili non si devono preservare perché hanno un valore per gli uomini, ma solo perché non è facile cambiarle.
Citazione
Ad esempio, non è mai esistito in nessuna civiltà il coito obbligatorio femminile (a rendersi conto Simone de Beauvoir), o in maniera più soft il obbligo di tutte le donne di fare minimo un figlio a testa.
Hai mai sentito parlare di doveri coniugali (validi per entrambi i sessi) e dovere di procreare? Meno male che ci hai scritto due volumi di note sopra...
Citazione
La moralizzazione del sesso e anche altri valori della civiltà hanno rappresentato per la donna un vantaggio obiettivo, tangibile e innegabile rispetto alla sua condizione primitiva in natura.
Molti studiosi mettono fortemente in dubbio, oggi, che questa "condizione primitiva" sia mai esistita per la specie umana. Tutte le prove dimostrano il contrario. L'unica cosa che è stata sufficientemente dimostrata, è che l'umanità attraversa fasi temporanee di barbarie (guerre, espulsione di parte della popolazione dal territorio) che però creano rapidamente e spontaneamente nuclei di civiltà. Ho già citato Ortega y Gasset. Molti rituali nuziali sono una stilizzazione dello stupro che spontaneamente e non certo su pressione delle femmine si cristallizza in istituzioni di coppia stabili.
Citazione
In conclusione, se una femminista asserisce che la morale, i valori, le convenzioni “patriarcali” hanno lavorato contro le donne, fatevi quattro risate perché è successo proprio il contrario.
E' un nobile intento voler dimostrare (e su questo concordo con te) che la donna non è stata oppressa nei secoli, ma a voler ribaltare questa tesi si finisce al punto di partenza: svalutare il passato (anche se in nome del patriarcato) come fanno le femministe.
Citazione
A proposito delle donne e l'esercito, la forza fisica è sempre un plus che può rendersi necessaria in un avvenimento imprevisto, e questo vale tanto per l'esercito quanto per il lavoro.
In quanto le donne al comando, da giovane ho giocato a lungo a pallamano. Se devo essere allenato da una donna (vale anche per un uomo, non importa il sesso) esigo che l'allenatore abbia a sua volta giocato, cioè che conosca la realtà del gioco dal di dentro. La conoscenza semplicemente teorica di un'attività d'azione è una grande stupidaggine.
In guerra la forza fisica non è un "plus". Come sempre rispondi per lunghe ed elusive perifrasi, da cui deduco che:
1. La forza fisica in guerra per te è un plus, quindi le donne nell'esercito ci possono stare mandando però gli uomini a combattere almeno nei teatri operativi più rischiosi
2. Le donne possono anche comandare gli uomini a patto che siano state in guerra.
Se non ho capito come dici sempre, puoi rispondere con un sì o un no a queste semplicissime domande:
1. Sei favorevole alle donne nell'esercito
(con o senza eventuali limitazioni)?
2. Sei favorevole al fatto che una donna militare comandi un uomo (eventualmente a condizione che sia stata in guerra ecc.)?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 21, 2020, 23:03:17 pm
Io facevo considerazioni diverse da quelle di Santiago.
La congiunzione dei sessi è solo un mezzo per generare, ciò che oggi può essere ottenuto anche in altro modo. Ciò comporta necessariamente una svalutazione della femmina, il cui supervalore biologico risiede al di là del sesso. I limiti del possibile sono già mutati in un modo che non ha precedenti di cui conserviamo il ricordo.
Ciò, Vicus, garantisce la certezza della paternità e la possibilità di educare i figli, ma non la collaborazione de la madre (che non c'è), la quale però oggi non sembra molto intenzionata a collaborare.

Io sono d'accordo sul fatto che ci siano stati dei limiti "costanti" ( perchè più funzionali al successo di quel gruppo umano) ma:
sono stati veramente costanti all'interno del gruppo?
a partire da quando?
sono ancora attuali (e quindi, Vicus, c'è ancora qualcosa da difendere)?

Non sminuirei mai l'importanza del corpo a corpo, ma quanto conta ormai rispetto alla strategia e al genio?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 22, 2020, 00:42:36 am
Santiago

Citazione
Molto sinteticamente: La Natura è amorale; moltissimi comportamenti in natura sono assimilabili a dei comportamenti che in civiltà giudichiamo in negativo (omicidio, furto, prostituzione, stupro, stalking, bullismo,...). In questa Natura dove la forza è un valore dominante, il maschio è vincente, la femmina perdente.
La civiltà ha moralizzato molti di questi comportamenti: la cultura dell'anti-omicidio, la cultura dell'anti-furto, la cultura dell'anti-stupro... La moralizzazione del sesso è una parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà.

Concordo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 22, 2020, 02:19:55 am
Santiago

Concordo.
Questa parte non è in discusione. Forse bisognerebbe dire "L'homo sapiens ha moralizzato ecc." perché la civiltà è connaturata alla specie umana e un homo sapiens allo stato "naturale", di buon selvaggio non è mai esistito.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 22, 2020, 10:23:41 am
La femmina perde cosa e contro chi? Hai mai visto una leonessa o una tigre "perdere"?

La chiave di questa citazione è "il singolo", l'individualismo postulato dal liberismo economico che non riconosce (come ad es. Ortega y Gasset) un tessuto sociale, una cultura e una collettività. Non ti viene in mente che l'uomo combatte perché è biologicamente più adatto e che non fa la guerra per difendere "le femmine" ma la cultura che ha costruito e a cui appartiene.

Quindi le convenzioni civili non si devono preservare perché hanno un valore per gli uomini, ma solo perché non è facile cambiarle.

Hai mai sentito parlare di doveri coniugali (validi per entrambi i sessi) e dovere di procreare? Meno male che ci hai scritto due volumi di note sopra…

1. Sei favorevole alle donne nell'esercito[/b] (con o senza eventuali limitazioni)?
2. Sei favorevole al fatto che una donna militare comandi un uomo (eventualmente a condizione che sia stata in guerra ecc.)?[/size]

In Natura nessuno perde o vince. “Perdente/vincente” sono termini che adoperiamo gli esseri umani per esprimere un giudizio con gli occhi d'oggi su fatti naturali che in natura sono amorali, e ti faccio notare che questo giudizio l'hai espresso anche tu contestando in diversi post il concetto del coito coercitivo, non per ragioni analittiche, ma perché ti “disgustava” moralmente, associandolo di continuo al termine di “stupro”. In pratica, per noi una femmina che è costretta a sottoporsi a un rapporto sessuale contro la sua volontà è “perdente”, una femmina che fatica a sopravvivere e non è aiutata dalla collettività (di maschi) è “perdente”, una femmina costretta ad allevare da sola la prole in una natura ostile è “perdente”. Sono tutti calcoli e giudizi morali nostri, che per la Natura non hanno alcun senso, sono però i valori e i parametri che ci permettono agli esseri umani di redigere le nostre teorie e idee. Il fatto che migliaia di persone muoiano di coronavirus per la natura non ha alcun valore morale, ma noi come umanità lo giudichiamo negativamente, siamo “perdenti”.

Sono contento che siamo d'accordo. In pratica stai dicendo la stessa cosa di me con altre parole. Non c'è alcun beneficio per il singolo maschio, ma per la collettività, cioè la specie, i benefici sono tangibili, “la specie nel suo insieme ci guadagna”. Invece per la singola donna i benefici sono da subito tagibili.

Nei tuoi post precedenti hai continuamente criticato le mie intenzioni di voler stravolgere i valori. L'esempio della lingua doveva servire a rassicurarti, anche se ci rendiamo conto della  nocività di certi valori (ad esempio la difesa della patria) che ci recano a livello singolo soltanto un danno, gli uomini continuerano a difendere la collettività. Di nuovo, metti nella mia bocca parole che non ho detto, non mi sembra di aver giudicato sotto il giudizio di buono/cattivo, ma vantagioso/svantagioso, e dunque mai detto perché dovrebbero o meno essere preservate i valori (anche perché bisognerebbe giudicare singolarmente ogni valore). Anche una norma morale che beneficia la specie può essere forse ritenuta degna di conservazione, anche se non beneficia il singolo. Il mio punto è sempre lo stesso: molti valori, soprattutto e in maniera eclatante quelli che riguardano la moralizzazione del sesso, vanno a vantaggio delle donne e limitano invece l'uomo.

I doveri coniugali sono esistiti, riguardavano solo i coniugi e solo per quel che riguardava la procreazione, in nessun caso il piacere sessuale (il marito non soddisfatto prendeva la via della prostituzione). Il valore della castità, soprattutto per le donne, è stato un valore molto riconosciuto in tutte le civiltà, religiose, monache e molte sante sono vergini. C'era una promozione attiva anche in questo senso per le donne. Dunque, ripeto: non è mai esistito l'obbligo di coito obbligatorio per le donne o ad esempio l'obbligo di fare almeno un figlio per tutte le donne.

Infine, le tue domande a proposito dell'esercito sono viziate dallo stesso virus che ormai esiste in società. Non mi frega un tubo si sono biondi, mori, omosessuali, eterosessuali, uomini, donne o elefanti. La parola magica è “meritocrazia”: riescono a fare il lavoro che devono fare (giudicato con gli stessi parametri per tutti)? E questo vale per l'esercito e per qualsiasi altro lavoro. Si chiama “pari opportunità”. Purtroppo oggi molto spesso si definisce pari opportunità quello che in realtà hanno trasformato in “pari risultato”. Credo che ti ho risposto, io non guardo il sesso del candidato ma il risultato.
Per la seconda domanda vale quanto già detto, ma avevo già fatto un altra considerazione sul comando: l'esperienza d'azione senza una conoscenza teorica è sbagliata, ma a mio avviso è ancora più sbagliato la conoscenza unicamente teorica senza alcuna esperienza pratica. È ridicolo che la presidente Merkel sia anche capo delle forze militari quando non sa dove sparare, né può conoscere lo stato d'animo delle truppe e la risposta che queste truppe riescono a dare in certe situazioni, ecc. Per tutte le attività d'azione (avevo usato l'esempio dello sport) ci vuole esperienza, la conoscenza teorica non basta.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 22, 2020, 10:30:00 am
Quindi le convenzioni civili non si devono preservare perché hanno un valore per gli uomini, ma solo perché non è facile cambiarle.

Scusa, Risposta non passata, errore di copiatura (!?)

Nei tuoi post precedenti hai continuamente criticato le mie intenzioni di voler stravolgere i valori. L'esempio della lingua doveva servire a rassicurarti, anche se ci rendiamo conto della  nocività di certi valori (ad esempio la difesa della patria) che ci recano a livello singolo soltanto un danno, gli uomini continueranno a difendere la collettività. Di nuovo, metti nella mia bocca parole che non ho detto, non mi sembra di aver giudicato sotto il giudizio di buono/cattivo, ma vantaggioso/svantaggioso, e dunque mai detto perché dovrebbero o meno essere preservate i valori (anche perché bisognerebbe giudicare singolarmente ogni valore). Anche una norma morale che beneficia la specie può essere forse ritenuta degna di conservazione, anche se non beneficia il singolo. Il mio punto è sempre lo stesso: molti valori, soprattutto e in maniera eclatante quelli che riguardano la moralizzazione del sesso, vanno a vantaggio delle donne e limitano invece l'uomo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 22, 2020, 11:02:33 am
Ti avevo cortesemente chiesto di rispondere con un sì o un no, e invece:
Citazione da: Santiago
Infine, le tue domande a proposito dell'esercito sono viziate dallo stesso virus che ormai esiste in società. Non mi frega un tubo si sono biondi, mori, omosessuali, eterosessuali, uomini, donne o elefanti. La parola magica è “meritocrazia”: riescono a fare il lavoro che devono fare (giudicato con gli stessi parametri per tutti)? E questo vale per l'esercito e per qualsiasi altro lavoro. Si chiama “pari opportunità”. Purtroppo oggi molto spesso si definisce pari opportunità quello che in realtà hanno trasformato in “pari risultato”. Credo che ti ho risposto, io non guardo il sesso del candidato ma il risultato.
Per la seconda domanda vale quanto già detto, ma avevo già fatto un altra considerazione sul comando: l'esperienza d'azione senza una conoscenza teorica è sbagliata, ma a mio avviso è ancora più sbagliato la conoscenza unicamente teorica senza alcuna esperienza pratica. È ridicolo che la presidente Merkel sia anche capo delle forze militari quando non sa dove sparare, né può conoscere lo stato d'animo delle truppe e la risposta che queste truppe riescono a dare in certe situazioni, ecc. Per tutte le attività d'azione (avevo usato l'esempio dello sport) ci vuole esperienza, la conoscenza teorica non basta.
Da queste lunghe perifrasi risulta comunque chiaro che sei favorevole alle donne nell'esercito; e, pare di capire, più o meno alle condizioni di oggi: donne dietro alla scrivania (là non serve forza fisica) e uomini a morire in battaglia. Ci sono infatti mansioni che non richiedono doti fisiche, per cui ci sarebbero al 100% le "pari opportunità" (scusa ma il termine mi fa venire l'orticaria) di cui parli.
Anche per quel che riguarda il comando, ad esempio di una nave, non servono doti fisiche, come del resto per moltissime mansioni, anche di ufficiale, su una nave dove si sta dietro a una console: radarista, marconista, coordinamento con le ONG (c'è anche quello) ecc.
Quindi, secondo i tuoi criteri, ben vengano le comandanti di una nave (si può fare esperienza di guerra in mare senza requisiti fisici particolari).
Infine, visto che infili di striscio i "poveri omosessuali discriminati", ben vengano anche loro sulle navi (con buona pace di quel che inevitabilmente succederebbe in spazi condivisi coi maschi), anzi se sono lesbiche trans pompate con ormoni è possibile che si avvicinino alle prestazioni fisiche maschili quindi evviva le pari opportunità.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 22, 2020, 12:08:39 pm
Per quel che riguarda l'oggetto di questo topic, che cioè diffondi una visione anti-civile se non bestiale dei diritti maschili e degli uomini, la domanda cui ogni lettore può facilmente rispondere è:
Esiste in rete un tuo intervento chiaramente a favore della civiltà, del sapere e delle migliori istituzioni tramandateci dai nostri padri?
Evidentemente no. Anzi, dici che sue istituzioni-chiave come il matrimonio, non dovrebbero esistere (ti ricordo che un negozio giuridico, quale è il matrimonio, non legalmente riconosciuto è inesistente).
Al massimo, e solo perché qui sollecitato, dici che la civiltà serve alla continuità della specie.
Trovo rivelatore che attribuisci un carattere morale alle mie affermazioni, come se per te la civiltà servisse solo a dare un giudizio morale sulle azioni umane, sulla base di criteri sperequati a vantaggio delle femmine:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi a creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio)
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporali [sic].
Molti valori, soprattutto e in maniera eclatante quelli che riguardano la moralizzazione del sesso, vanno a vantaggio delle donne e limitano invece l'uomo.
Da nessuna parte dici che la civiltà beneficia la collettività come il singolo, uomo o donna che sia, realizzando più facilmente il potenziale umano.
A chi avesse ancora due neuroni connessi non dovrebbe essere difficile capire come in un mondo senza matrimonio, coppie stabili e prole certa, non sarebbe possibile avere né paternità, né organizzazione sociale complessa, quindi niente benessere, tecnologia e ordine pubblico; al massimo un inferno socialista-tecnocratico, probabimente irrealizzabile, alla Aldous Huxley, o alla Matrix, dove gli esseri umani sono allevati come polli in batteria (a proposito, cosa ne pensi delle tecniche di clonazione e procreazione artificiale? Sarebbe interessante conoscere il tuo parere).
Tu stesso hai detto che la paternità è una sovrastruttura che le femmine avrebbero inculcato all'uomo:
Citazione da: Santiago
La paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato
.
Se la paternità è una sovrastruttura, non innata nell'uomo, hanno ragione le femministe a voler impedire agli uomini di esercitarla chiedendo l'affido esclusivo, dico bene?
I vantaggi del matrimonio per l'uomo (non mi riferisco alla truffa legalizzata di oggi) li ho già detti ma giova ripeterli:
- Sesso a volontà (il coito coercitivo è molto più incerto e rischioso, chi non ci crede faccia la prova)
- Prole certa che si può educare in un contesto stabile coadiuvati dalla moglie
- La moglie spesso lavora anche, per esempio nei campi. Lo so bene avendolo visto con i miei occhi
- Se l'uomo viene ferito o si ammala, oppure c'è una carestia, gli altri membri del clan familiare possono supplire. Ne riparleremo quando saremo vecchi e soli, probabilmente non più interessati al coito più o meno coercitivo ed eventualmente tra le grinfie di qualche badante.
Infine, per quanto riguarda l'annoso argomento degli uomini che muoiono in guerra mentre le donne stanno al calduccio (eventualmente sotto le bombe), ricordo che anche le donne morivano spesso di parto e si spaccavano la schiena nei campi. Oggi non più, come del resto gli uomini non muoiono quasi più in guerra, anzi a rimetterci è soprattutto la popolazione civile.
Questo non certo per difendere le donne, le sfaticate e decivilizzate battone di oggi suscitano tutta la mia indignazione. Però certa narrativa decostruzionista della civiltà rischia di essere un autogol per la causa maschile.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 22, 2020, 16:17:09 pm
gli uomini continueranno a difendere la collettività.

Nei limiti in cui sono programmati a fare ciò. Si ricorre alla disperata programmazione che citi nel tuo articolo perchè diventa sempre più difficile motivarli
Quale uomo ha interesse a difendere una società misandrica? Questa è forse la causa più importante della fine repentina delle società misandriche che noi ricordiamo.
Chi difenderesti? Lei non ti appartiene neanche in forma minima dal 1975 (ed io sono cresciuto con questa consapevolezza). Difenderesti i tuoi figli (sempre che siano tuoi). Chi non ha figli non ha nessuno da difendere. E se i figli ti sono stati sottratti da tempo (magari da subito) e magari non sai neanche dove si trovano, saranno ancora "tuoi" o li avrai rimossi dalla mente (anche per non soffrire)?
Tu, Vicus, che cosa difenderesti?

Anzi, dici che sue istituzioni-chiave come il matrimonio, non dovrebbero esistere
A chi avesse ancora due neuroni connessi non dovrebbe essere difficile capire come in un mondo senza matrimonio, coppie stabili e prole certa, non sarebbe possibile avere né paternità, né organizzazione sociale complessa, quindi niente benessere, tecnologia e ordine pubblico;

I vantaggi del matrimonio per l'uomo (non mi riferisco alla truffa legalizzata di oggi) li ho già detti ma giova ripeterli:
- Sesso a volontà
- Prole certa che si può educare in un contesto stabile coadiuvati dalla moglie
- La moglie spesso lavora anche, per esempio nei campi. Lo so bene avendolo visto con i miei occhi
- Se l'uomo viene ferito o si ammala, oppure c'è una carestia, gli altri membri del clan familiare possono supplire. Ne riparleremo quando saremo vecchi e soli, probabilmente non più interessati al coito più o meno coercitivo ed eventualmente tra le grinfie di qualche badante.

gli uomini non muoiono quasi più in guerra, anzi a rimetterci è soprattutto la popolazione civile.

1. Falso. Mai come oggi è possibile avere prole certa. Ed è lei che si oppone all'esercizio della paternità nonchè alle conseguenze dell'accertamento di fatto della non paternità. Quindi lei è il problema.

2. Non è esistita una sola società coniugale, ma varie, con vantaggi e svantaggi diversi. Mi limito ai vantaggi citati da te (che hai in mente una specifica unione coniugale): sul sesso a volontà avrei dei forti dubbi, altrimenti la prostituzione non sarebbe esistita; la certezza della prole, che oggi è garantita (in modo assoluto) dalla tecnica, te la dovevi garantire (in modo relativo) da solo,  reprimendo fortemente tua moglie; l'educazione era prevalentemente femminile in tenera età, soltanto dopo diventava prevalentemente maschile (per i maschi); la moglie lavorava a casa o nei pressi di casa (ma oggi non c'è più bisogno di questo lavoro); i clan familiari scomparivano con l'avanzare dell'industrializzazione.
Passando alle società coniugali previste dalla legge qui ed ora (quindi le uniche rilevanti) - e non a caso parlo al plurale, perchè, come sai, ne è prevista persino una fondata sulla semplice convivenza -  tu stesso le avversi, tant'è che non ne hai formata nessuna. O sbaglio? E se non sbaglio, perchè ti sei astenuto?

3. Quindi ti domando: perchè, come emerge dall'articolo di Santiago, gli uomini vengono programmati per morire (in guerra)?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 22, 2020, 17:05:54 pm
Avevo previsto, e anche scritto, che sarebbe spuntato qualcuno a intasare questo topic, facendomi dire che difendo il matrimonio-truffa di oggi. Quel qualcuno sei tu Giuseppe83

Rinnovo la mia domanda a Santiago: è favorevole a procreazione artificiale/per procura, clonazione ecc.? Gradirei, prima della motivazione, di eventuali condizioni ecc. che rispondesse con un semplice SI' o NO.

Ricordo anche che Santiago, alla semplice domanda se fosse favorevole al matrimonio omosex, ha come sempre eluso la risposta dicendo, con lunghe circonlocuzioni (sulle sigle GBLT e altre variabili matematiche), che per lui il matrimonio non dovrebbe avere riconoscimento legale. Se è un no, voterebbe contro il matrimonio omosex? Personalmente ne dubito.

In genere chi non ha nulla da dissimulare risponde in modo semplice ed esplicito, dando di seguito eventuali motivazioni.

Se ho sbagliato a fare l'esegesi (ché non risponde mai chiaramente) delle sue lunghe risposte su donne militari e al comando, matrimonio omosex e procreazione tecnologica (ancora non pervenuta), c'è un modo semplice per dirimere la questione: basta rispondere SI' o NO.

Proudhon diceva che la famiglia, cellula essenziale di ogni società costa troppo e bisogna abolirla, sostituendola con falansteri socialisti per allevare gli uomini come fossero bestie.
Il femminismo, non lontano ideologicamente da Proudhon, sta smantellando la famiglia a colpi di sentenze e di Bibbiano (che dà i figli di coppie sposate alle lesbiche, ma Santiago per ora non sembra preoccuparsi troppo della questione).
Il femminismo si pronuncia sistematicamente contro la paternità, arrivando addirittura a negarla in favore di una pseudo-civiltà della madre:
https://rampini.blogautore.repubblica.it/2011/06/23/il-femminismo-ha-ucciso-la-paternita/
Santiago dal canto suo ci dice che famiglia e paternità non esistono in "natura", non sono necessarie, ecc. ma sono un'invenzione femminile per garantire vantaggi alle femmine, e che l'uomo non ha "alcun motivo per sposarsi" (non solo oggi, ma da sempre).
Secondo voi Santiago difende la famiglia, o gli dà ulteriori picconate come già fanno le femministe?
Non sto dicendo che Santiago sia "femminista", mi riferisco all'effetto che si propone e comunque ottiene con quel che scrive.
E ancora una volta non mi riferisco a "giudizi morali", se anche Bergoglio dicesse che bisogna abolire la famiglia (cosa che potrebbe anche fare...) le domande da porsi sarebbero:
- Una società di sole relazioni temporanee sarebbe più prospera, più sicura, più umana e con una qualità della vita migliore?
- Sopravviverebbe o andrebbe in crollo demografico?
- Risolverebbe o aggraverebbe il noto fenomeno dell'ipergamia? (=Scopano sempre meno uomini)
- Se la paternità non è innata ed è una zavorra inventata dalle femmine, chi dovrebbe crescere i figli, le donne? Qualche falansterio socialista gestito dallo Stato?
- I figli come verrebbero su? Sarebbero validi cittadini? E' scientifico (per davvero, non le ipotesi di Santiago) che i figli di separati hanno una marea di problemi, tra i quali ridotte difese immunitarie sulle quali non si può "barare" essendo scientificamente misurabili
- Con le sue ipotesi sull'abolizione del matrimonio, al civiltà inventata dalle femmine ecc. fa avanzare i diritti maschili presso il pubblico più vasto? O li ostacola?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 22, 2020, 20:45:23 pm
Infine, le tue domande a proposito dell'esercito sono viziate dallo stesso virus che ormai esiste in società. Non mi frega un tubo si sono biondi, mori, omosessuali, eterosessuali, uomini, donne o elefanti. La parola magica è “meritocrazia”: riescono a fare il lavoro che devono fare (giudicato con gli stessi parametri per tutti)? E questo vale per l'esercito e per qualsiasi altro lavoro. Si chiama “pari opportunità”. Purtroppo oggi molto spesso si definisce pari opportunità quello che in realtà hanno trasformato in “pari risultato”. Credo che ti ho risposto, io non guardo il sesso del candidato ma il risultato.
Per la seconda domanda vale quanto già detto, ma avevo già fatto un altra considerazione sul comando: l'esperienza d'azione senza una conoscenza teorica è sbagliata, ma a mio avviso è ancora più sbagliato la conoscenza unicamente teorica senza alcuna esperienza pratica. È ridicolo che la presidente Merkel sia anche capo delle forze militari quando non sa dove sparare, né può conoscere lo stato d'animo delle truppe e la risposta che queste truppe riescono a dare in certe situazioni, ecc. Per tutte le attività d'azione (avevo usato l'esempio dello sport) ci vuole esperienza, la conoscenza teorica non basta.

Riguardo alle femmine nell' esercito io la vedo diversamente.
In merito riporto un eccellente commento di un vecchio della q.m.
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=15054166&st=30

Citazione
ventiluglio
view post Inviato il 12/3/2007, 19:08

Le cose non stanno proprio così.

Negli USA (come in UK) le soldatesse sono esplicitamente escluse dai ruoli cosiddetti di "close combat" (cioè in pratica di "combattimento").
C'è stato e c'é in atto un tentativo di eliminare questi vincoli con escamotage (ridisegnando ad esempio l'architettura delle brigate di combattimento ed aggregandovi - in situazioni di basso rischio operativo - plotoni "logistici"), ma al momento tali vincoli sono ben rispettati.
Nessuna, dico nessuna di quelle soldatesse (meno del 2% del totale) morte in Iraq è morta in azioni di combattimento.

http://www.cmrlink.org/womenincombat.asp
http://www.cmrlink.org/

Ma l'esclusione femminile, anche ipotizzando una eguale prestanza ed efficienza bellica di una donna (tutta da verificare dal momento che le "soldato Jane" sono delle favole che risultano improbabili anche se raccontate dai migliori registi di Hollywood), è motivata da almeno altri due aspetti:
- la presenza di donne in situazioni di rischio distrae e disarticola i cosiddetti "male bond" (legami maschili) che sono alla base della compattezza e saldezza morale dei reparti sottoposti allo stress di combattimento. L'istinto cavalleresco maschile (che essendo un istinto e ben poco razionalizzabile) porta inevitabilmente il soldato maschio a sacrificarsi per la soldatessa femmina, anche a detrimento del risultato operativo complessivo che si vorrebbe raggiungere.

- la possibilità che delle soldatesse cadano nelle mani di un nemico VERAMENTE cattivo e spietato, getterebbe nel panico la pubblica opinione, con risultati devastanti. Si pensi alla cagnara mediatica originatasi in Occidente ai tempi della cattura della maestrina dell'Illinois, Jessica Lynch, finita per sbaglio fuori strada, in mano al nemico: Per liberarla sono state impegnate forze, soldi ed energie assolutamente spropositate.
Un "esercito di Jessica Lynch" rappresenterebbe una sicura rovina per qualunque nazione.

E' altresì vero che eserciti solo maschili sono sempre esistiti, hanno funzionato e funzionano benissimo per quello che devon fare.
Eserciti solo femminili non sono mai esistiti, sono semplicemente improponibili perché non funzionerebbero.
E' così difficile capire che questa asimmetria ha dei validi fondamenti antropologici e che - tecnologia o meno - è folle non tenerne in debito conto?

Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 22, 2020, 20:49:21 pm
Questo, invece, è un eccellente commento di Rino Barnart.
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,13785.45.html

Citazione
Se alle femmine interessasse il servizio militare avrebbero chiesto (e quindi ottenuto) la costituzione di due diverse sezioni dell'esercito, perfettamente separate dalla base al vertice. Ipotesi però mai ventilata in nessun paese dell’Occidente. Come mai?

Hanno preteso di entrare negli eserciti esistenti imponendo la promiscuità per ragioni che hanno a che vedere direttamente con il loro potere sugli uomini (sessuale ed etico/legale), in questo caso per procedere anche là all’erosione dell'autonomia maschile con la demolizione della loro separazione psicoemotiva.

Lo scopo – esplicitato nella letteratura femminista ma non ancora annunciato alle grandi masse, per evidenti ragioni – consiste nella distruzione dei c.d. “ambiti riservati maschili”, quei luoghi nei quali la relazione tra gli uomini è limpida e pulita, nella quale godono della libertà morale (e perciò interiore ed esteriore) in quanto liberi dalla seduzione femminile e dall’intimidazione che deriva dalla paura dei ricatti e delle denunce.

Quella promiscuità (voluta) è esattamente il terreno sul quale germinano non solo discriminazioni, molestie e stupri veri (ma, elevata la denuncia, come possono esservene di falsi?), ma soprattutto quelli inventati.  Quelle offese, previste e scontate,  non sono effetti collaterali, sbavature inattese, ma uno degli scopi di quella imposizione.  Rappresentano infatti una fonte insostituibile (e inesauribile) di carburante per il men-pushing e costituiscono (insieme a quelli scolastici e nel mondo del lavoro) una minaccia contro la pulsione maschile al mantenimento della propria autonomia emotiva e perciò morale sul piano universale.

Servono per schiacciare l’intero genere maschile con la colpa, la vergogna e la paura.

"Discriminazioni", "molestie" e "stupri" in ambito militare fanno parte del bottino che il femminismo raccoglie da quella promiscuità voluta precisamente con questo scopo. Una razzia praticata tanto in guerra che in pace, indifferentemente.

Quei delitti “accadranno” anche nel neo-promiscuo esercito Italiano. Basta attendere.

Perché tutto questo? Perché anche le donne sono cattive.

Certo, c’è chi la pensa diversamente.

R. B.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 22, 2020, 20:55:59 pm
Altro interessante articolo pubblicato parecchi anni fa su uomini3000.
http://www.uomini3000.it/75.htm

Citazione
DONNE IN PRIMA LINEA   
 

Una bugia che si incrina

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Citazione
Rapporto delle FFAA della Gran Bretagna - Maggio 2002

Raccolto, tradotto e presentato da L. Raveggi

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Qui di seguito la traduzione di un documento ("Le Donne nelle Forze Armate") che ritengo decisamente assai interessante ed importante.

Si tratta del rapporto delle Forze Armate britanniche del Maggio 2002 presentato a conclusione di un ciclo di esperimenti e simulazioni fatte per valutare la possibilità di schierare le donne in servizio in ruoli di combattimento (qui il termine "close combat" viene tradotto "combattimento ravvicinato" - non si tratta tuttavia evidentemente di combattimento "corpo a corpo" ma di "combattimento" in senso lato).

Con questo rapporto è definitivamente tramontata nelle Forze Armate un'epoca - durata un paio di decenni - in cui sembrava che l'inclusione delle donne in tutti i ruoli (in modo indistinto con gli uomini) potesse essere solo una questione di abitudine culturale e quindi di tempo.

Il rapporto ha dovuto quindi introdurre - per confermare il bando antifemminile ai ruoli di combattimento - l'esito di esami e valutazioni dettagliate, che portano a conclusioni tanto ovvie quanto finalmente chiare ed inconfutabili.

Essi interessano dinamiche di interrelazione tra i generi i cui esiti scientifici hanno un impatto assai più ampio di quello - qui considerato - relativo alla sola vita militare.

Per quanto "cauto" nella forma (rispettosa della correttezza politica in auge) il documento dice per la prima volta senza mezzi termini che l'efficacia operativa (e dunque la sicurezza della nazione) non può essere compromessa per considerazioni ideologiche pro-feminist.

Da quanto mi risulta, anche l'amministrazione Bush sta (pur se in modo meno esplicito e "scientificamente" supportato da studi) facendo marcia indietro in merito all'impiego delle donne nelle FFAA in modo promiscuo con gli uomini (non solo il famigerato co-ed-training).

L. R.
____


LE DONNE NELLE FORZE ARMATE

 

INTRODUZIONE

 

1. Nel 1997, l'allora Ministro della Difesa annunciò che era in procinto di estendere le possibilità d'impiego per le donne all'interno delle Forze Armate in linea con il loro più ampio impegno di massimizzare le opportunità di carriera per le donne.

Di conseguenza dal 1998 le donne hanno potuto servire nel 73% dei posti in Marina, il 70% dei posti nell'Esercito e nel 96% dei posti nella RAF, ed esse ora costituiscono più dell'8% delle Forze Armate.

Le donne hanno continuato ad essere escluse soltanto dai ruoli di combattimento sul terreno, dai sommergibili e da alcuni ruoli subacquei. È stato deciso che le rimanenti restrizioni avrebbero dovuto essere riconsiderate in un tempo di circa due - tre anni.

2. Per facilitare quella riconsiderazione, è stato deciso che il MOD avrebbe dovuto effettuare un dettagliato studio delle prestazioni e dell'idoneità delle donne in ruoli di combattimento ravvicinato.

Questo ora è stata completato ed il rapporto intitolato Le Donne nelle Forze Armate reso pubblico.

3. Considerando i risultati dello studio, il Ministro della Difesa ha annunciato il 22 maggio 2002 che il processo per la rimozione delle attuali limitazioni per le donne nei ruoli di combattimento ravvicinato non veniva attuato. Il presente documento precisa i presupposti ed i ragionamenti per quella decisione.

 

RUOLO STORICO DELLE DONNE NELLE FORZE ARMATE DEL REGNO UNITO.

4. Le donne hanno svolto un ruolo vitale nelle Forze Armate per molti anni. Durante la Seconda Guerra Mondiale, per esempio, le donne sono state impiegate in un'ampia varietà di ruoli, compresi molti che le esposero a pericolo estremo. Dopo la guerra, fu riconosciuto che le donne continuavano ad avere un ruolo importante da giocare all'interno delle Forze Armate e sono stati stabiliti permanentemente i Servizi Femminili. L'inizio degli anni '90, tuttavia, ha visto i cambiamenti più drammatici in tempo di pace nei loro impieghi, con donne che servivano sulle navi di superficie, come equipaggio di aerei per la prima volta, ed in una gamma di impieghi molto più grande nell'Esercito. I ruoli delle donne inoltre sono stati completamente integrati ed i Servizi Femminili separati nell'Esercito ed in Marina sono stati aboliti (il WRAF non è mai stato un servizio separato, anche se l'uso del termine è stato interrotto).

 

LE DONNE NELLE FORZE ARMATE DI OGGI

5. Questi cambiamenti hanno fatto un ulteriore passo avanti nel 1998, e le donne oggi possono trovarsi in prima fila nelle adunate sulle navi, come piloti di velivoli da combattimento, ed in una varietà di ruoli nell'Esercito compresi i ruoli di supporto al combattimento nell'Artiglieria e nel Genio. Oggi svolgono molte mansioni che sono state un tempo considerate come appropriate solo per gli uomini ed hanno fatto ciò con grande successo. In tal modo, le donne danno un contributo assolutamente essenziale alle abilità, agli atteggiamenti ed all'efficacia delle nostre forze. Noi siamo impegnati ad assicurare che più e più donne approfittino dell'ampia gamma di carriere militari aperte a loro.

Le donne non possono servire sui sommergibili o come sminatrici subacquee per motivi medici. Queste restrizioni furono argomento di una separata revisione e non sono considerate ulteriormente qui.

 

LA DOTTRINA MILITARE BRITANNICA

 

6. Le Forze Armate sono mantenute, strutturate ed equipaggiate principalmente per combattere.

Esse esistono per essere in grado di intervenire efficacemente quasi senza preavviso in qualunque tipo di conflitto fino ad una guerra generale. Esse sono addestrate quindi per guerra ad alta intensità, benché adatte ad operazioni a più bassi livelli. È stata l'esperienza negli anni recenti delle Forze Armate Britanniche il fatto che unità schierate per operazioni diverse da quelle di guerra possano anche dover ingaggiare un combattimento diretto senza preavviso. C'è quindi un sempre presente rischio di coinvolgimento in combattimento ad alta intensità.

ESCLUSIONI ATTUALI

7. Le aree principali da cui le donne sono escluse oggi - e che erano ciò di cui si occupa questo riesame - sono quelle che per le quali è richiesto di entrare deliberatamente a contatto ravvicinato ed uccidere il nemico faccia-a-faccia, cioè, i Fanti di Marina, la Cavalleria, i Corpi Corazzati, la Fanteria e il Reggimento dell'Aeronautica. Benché ci siano differenze fra le forze, tutte operano in piccole squadre delle quali la componente base è spesso la squadra "di fuoco" composta da quattro persone, che può dover affrontare il nemico a distanza ravvicinata. Questo ambiente pone esigenze straordinarie nei confronti degli individui e successo o fallimento - e sopravvivenza - dipendono dalla coesione della squadra nelle circostanze estreme rispetto alle quali non ci sono paragoni diretti nella vita civile o persino nella vita militare.

 

ESPERIENZE IN ALTRI PAESI

 

8. Nel considerare se cambiare l'attuale posizione, è stato tenuto conto dell'esperienza di altri paesi. Nella storia recente soltanto l'ex Unione Sovietica (nella Seconda Guerra Mondiale) e Israele (guerra del 1948) hanno usato le donne in ruoli di combattimento ravvicinato. Entrambi hanno abbandonato la pratica dopo la conclusione della guerra in questione. Attualmente, alcuni paesi permettono alle donne di applicarsi per servire in tali ruoli, ma non le hanno mai verificate in combattimento. Quei paesi, quali il Regno Unito e gli Stati Uniti, che ottimizzano le loro Forze per guerra ad alta intensità, generalmente non hanno aperto i ruoli di combattimento ravvicinato alle donne, o hanno disposto limitazioni su come possano essere schierate.

 

LE CONSIDERAZIONI CHIAVE

9. Lo studio Le Donne nelle Forze Armate è stato condotto per avere una migliore comprensione dell'effetto di impiegare le donne nei più esigenti ruoli di combattimento ravvicinato. Esso ha incluso un'indagine della letteratura scientifica disponibile, una revisione degli standard di selezione per le reclute, un'indagine di opinione condotta fra le Forze Armate e le loro famiglie ed i risultati di un esercitazione sul campo per esplorare l'effetto di squadre miste sulla coesione e sulle prestazioni militari. Attenta considerazione è stata data alla disponibile prova dell'effetto di includere donne in unità di prima linea. I dati esistenti e la nuova ricerca sulle prestazioni fisiche comparate di uomini e donne in un contesto militare, le differenze psicologiche che hanno effetto sulle prestazioni nel combattimento ravvicinato, le dinamiche di squadre miste e di quelle di un solo sesso e le questioni legali ed etiche che circondano l'uguaglianza e la diversità nelle Forze Armate, sono stato fra i fattori considerati.

Fattori Fisiologici

10. Le capacità fisiche richieste al personale che serve in ruoli di combattimento ravvicinato sono necessariamente alte. Qualsiasi riduzione degli standard comporterebbe rischi inaccettabili per l'efficacia operativa delle nostre forze e deve quindi essere evitata. I test fisici a cui sono sottoposte le potenziali reclute misurano la loro capacità di effettuare le mansioni che sarà loro richiesto di effettuare dopo addestramento specifico. La difficoltà dei test stabiliti sono giustificate dalle difficoltà dell'impiego.

11. Il rapporto Le Donne nelle Forze Armate ha esaminato le differenze di uomini e donne nelle abilità fisiche che sono rilevanti per le prestazioni militari ed ha osservato, non sorprendentemente, che differiscono in modo significativo. Le differenze fra donne ed uomini nella loro capacità di sviluppare forza muscolare e la forma fisica aerobica sono tali che solo circa l'1% delle donne possono eguagliare le prestazioni dell'uomo medio. Nel sollevare, trasportare e simili mansioni effettuate ordinariamente dall'esercito britannico, questo significa che, in media, le donne hanno capacità di lavoro più basse degli uomini e, quando esposte alla stessa quota di lavoro fisico degli uomini, devono lavorare più duro di un 50-80% per realizzare gli stessi risultati. Ciò le mette a maggior rischio di ferite. Nella marcia con carichi, un'altra fondamentale mansione militare, ed in tutte le altre mansioni simulate di combattimento, è stato riscontrato che le donne hanno prestazioni peggiori degli uomini e più grande il carico, più grande la discrepanza. Lo studio ha concluso che circa lo 0.1% dei candidati femminili e l'1% delle donne soldato addestrate raggiungerebbero gli standard richiesti per rispondere alle esigenze di questi ruoli.

Fattori Psicologici

12. Il rapporto ha trovato che poche delle differenze psicologiche fra uomini e donne potrebbero dirsi avere un significativo rapporto con le loro rispettive idoneità per ruoli di combattimento ravvicinato. La capacità di aggressione, tuttavia, era generalmente più bassa per le donne, che hanno richiesto più provocazione ed erano più probabili temere le conseguenze di un comportamento aggressivo. Vi era prova comunque che questo divario potrebbe essere colmato data una sufficiente libertà sociale e provocazione.

Efficacia di Combattimento

13. Elemento critico per l'efficacia di combattimento è la capacità di un'unità, formazione, nave o sistema d'arma di effettuare la missione assegnata. La fanteria e le unità corazzate operano primariamente in piccole unità così come le squadre d'assalto o gli equipaggi dei singoli carri armati ed il mantenimento della coesione fra i membri della squadra è una componente vitale nel sostenere l'efficacia di combattimento. Vi è una certa evidenza nella letteratura scientifica che l'inclusione di piccoli numeri di donne aumenta la difficoltà di creare il necessario grado di coesione. E' stato trovato che gli atteggiamenti dei membri del gruppo, specialmente gli atteggiamenti positivi e negativi nei confronti del genere sessuale e degli stereotipi sessuali, potrebbero interessare le dinamiche di gruppo e in ultima analisi l'efficacia del gruppo. Il rapporto Le Donne nelle Forze Armate ha osservato che può essere più facile da realizzare e mantenere la coesione in una squadra di un singolo sesso.

14. Un altra prova tuttavia suggerisce che, nelle circostanze normali (cioè le difficili e ardue condizioni operative, diverse dalla guerra ma non di combattimento) e dati adeguati amministrazione e addestramento, la presenza di donne in piccole unità non ha un effetto nocivo sulle prestazioni. Tuttavia, gli studi rivisti non erano basati su situazioni di combattimento e non vi è prova per mostrare se questo rimane vero sottoposti alle condizioni estreme di un combattimento ravvicinato ad alta intensità. La realtà della battaglia è che la squadra di combattimento deve funzionare efficacemente per un periodo prolungato in condizioni caratterizzate da pericolo, confusione, affaticamento e rumore estremi. Non c'è modo di sapere se le squadre miste possano funzionare così bene come le squadre tutte-maschili in un ambiente di combattimento ravvicinato. La prova empirica a questo proposito non può essere ottenuta, poiché non c'è modo di replicare le condizioni di combattimento ravvicinato con alcun mezzo senza mettere a rischio le nostre forze in battaglia.

Posizione Legale

15. La Legge sulla Discriminazione in base al Sesso (1975) permette alle Forze Armate di escludere le donne da quei posti laddove il giudizio dei militari sia che l'impiego di donne insidierebbe e degraderebbe l'efficacia di combattimento. Questa politica è stata fatta propria dalla Corte di Giustizia Europea nel mese di Ottobre del 1999, che ha stabilito nella causa Sirdar contro i l'Alto Comando dell'Esercito ed il Ministro che la Direttiva per la Parità di Trattamento non preclude l'esclusione delle donne da determinati posti nelle Forze Armate, laddove tali esclusioni siano necessarie ed adatte ad assicurare l'efficacia operativa, ma vi era un impegno di valutare periodicamente le attività interessate in modo da decidere se, alla luce delle evoluzioni sociali, la deroga dallo schema generale della Direttiva può ancora essere mantenuta.

 

MOTIVI PER LA DECISIONE

16. Il Ministro è convinto che poiché alcune donne saranno certamente in grado di soddisfare lo standard di prestazioni richiesto al personale in ruoli di combattimento ravvicinato, l'evidenza di una capacità fisica delle donne più bassa non dovrebbe, in sé, essere un motivo per mantenere le limitazioni. Né le differenze psicologiche identificate tra uomini e donne, o il divario nella capacità di aggressione, sono costringente prova che le donne avrebbero prestazioni meno buone in combattimento.

17. L'argomento chiave è il potenziale effetto di mischiare i sessi nelle piccole squadre essenziali per il successo in un ambiente di combattimento ravvicinato. La piccola dimensione dell'unità base di combattimento sul campo, accoppiata con l'inesorabile pressione mentale e fisica che si prolunga per giorni o settimane, li pone al di fuori degli altri ruoli militari. Anche piccoli fallimenti in un ambiente di combattimento ravvicinato ad alta intensità possono condurre a perdita di vita o fallimento della squadra nel conseguire i propri obiettivi. Nessuno dei lavori sia che è stato, sia che potrebbe essere fatto può illuminare la domanda chiave dell'effetto di mescolare i sessi nella squadra di combattimento nelle condizioni di combattimento ravvicinato.

18. Data la mancanza di riscontro diretto, sia derivante da esercitazioni condotte sul campo o da esperienze di altri paesi, il Ministro ha concluso che il giudizio dei militari deve costituire la base di qualsiasi decisione. Il punto di vista militare era che sottoposti alle condizioni di una battaglia senza quartiere ad alta intensità, la coesione del gruppo diventa di importanza molto più grande per le prestazioni di squadra e, in un tale ambiente, le conseguenze di un fallimento possono avere conseguenze ampie e gravi. Ammettere le donne, quindi, implicherebbe un rischio senza alcun guadagno in termini di efficacia di combattimento a compensarlo.

19. I suddetti argomenti sono stati considerati rispetto a ciascuna delle unità e dei ruoli in questione - i Fanti di Marina, la Cavalleria e i Corpi Corazzati, la Fanteria ed il Reggimento dell'Aeronautica - per decidere se essi si applicavano ugualmente a tutti loro o meno. Poiché tutti i ruoli necessitano di individui che lavorano insieme in piccole squadre che devono affrontare ed impegnare il nemico a distanza ravvicinata, il Ministro della Difesa ha concluso che il caso della rimozione delle attuale limitazioni per le donne nel prestare servizio in ruoli di combattimento non è stata dimostrata per alcuna delle unità in questione. Prendere il rischio che l'inclusione delle donne nelle squadre di combattimento ravvicinato possa avere un effetto negativo su quelle unità nelle circostanze extra-ordinarie del combattimento ravvicinato ad alta intensità non può essere giustificato.
 

SVILUPPI FUTURI

 

20. Il governo si impegna a promuovere l'uguaglianza di opportunità. Il Ministro della Difesa e le Forze Armate continueranno a lavorare a stretto contatto con la Commissione per le Pari Opportunità e a condividere con loro i risultati di ulteriore lavoro per esaminare i più ampli argomenti sollevati da questo studio. Le donne devono avere le opportunità di fare carriera fino ai più alti gradi, e se faranno così devono essere trovati i modi per tenere più donne più a lungo. continueranno ad essere esaminate le modalità con le quali possono essere meglio riconciliate le uniche ed esigenti condizioni della vita militare, compresa l'illimitata responsabilità di schierarsi quasi senza preavviso, con le esigenze di vita familiare. Queste esigenze contrastanti interessano anche gli uomini, ma molto più spesso gravano sproporzionatamente sulle donne. Le forze armate continueranno a sviluppare regimi di addestramento che schiuderanno il potenziale di ciascun individuo tenendo tuttavia in considerazione le differenti capacità fisiologiche degli uomini e delle donne che il rapporto evidenzia. Si cercherà una migliore comprensione dell'effetto sulla coesione di squadra in quei ruoli in cui uomini e donne lavorano insieme. Per concludere, saranno esaminate le condizioni di servizio militare che offrano la più grande flessibilità di impiego ma senza compromettere i livelli generali di efficacia operativa.

Questo documento riflette la politica per il personale in servizio del Ministero della Difesa così come nel Maggio 2002. Qualsiasi richiesta di informazione sulla politica per il personale in servizio qui contenuta deve essere indirizzata a: Direzione per la Politica delle Condizioni del Personale in Servizio (Directorate of Service Personnel Policy Service Conditions).

Ministero della Difesa - Stanza 673 - St. Giles Court - Maggio 2002

1-13 St. Giles High Street - Londra - WC2H 8LD

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Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 22, 2020, 22:07:26 pm
Avevo previsto, e anche scritto, che sarebbe spuntato qualcuno a intasare questo topic, facendomi dire che difendo il matrimonio-truffa di oggi. Quel qualcuno sei tu Giuseppe83

Io non sono spuntato. Già partecipavo a questo topic.

Le regole rilevanti sono quelle che vigono qui ed ora e non riguardano solo il matrimonio ma persino la semplice convivenza (i cui effetti sono modificati in peggio e retroattivamente dalla cassazione).
Do per scontanto che tu non difenda quelle regole, infatti ti sei sottratto alla loro applicazione.

Nel messaggio precedente io avevo scritto che mai come oggi è possibile avere prole certa e che sono le donne ad opporsi alle conseguenze dell'accertamento di fatto della non paternità nonchè all'esercizio della stessa (e gli studi e ancor prima l'evidenza dimostrano che i bambini crescono meglio col padre che con la madre). Tu dici che si oppongono anche a scopare (a tal proposito: mi dici qual'è la percentuale di uomini che scopa? esistono studi sul punto? ti assicuro che non è una provocazione).

Alla luce delle regole vigenti qui ed ora e dell'opposizione femminile all'accertamento ed esercizio della paternità, nonchè alla congiunzione,  tu cosa proponi di fare?


Considerazioni di secondaria importanza:

- la procreazione già oggi in molti casi è artificiale e serve ad aiutare le coppie che non riescono ad avere figli. L'unica novità (che tanto novità non è) è la possibilità di avvalersi del lavoro di una donna che porta avanti la gravidanza  di un bambino che non le appartiene. Ci sono anche donne che si avvalgono di questa possibilità. In più ci sono donne che si inseminano da sole e si arriva al punto che tu paghi l'inseminazione, la gravidanza ed il mantenimento (reddito di maternità, citato anche da chi tu sai) di un bambino che non ti appartiene.

- posso sapere perchè ce l'hai tanto con le/gli omosessuali che convivono. A me non può fregarmene di meno. Inoltre non si parla mai, nè in caso di maschi potrebbe parlarsi (se le parole hanno un senso) di matrimonio.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 23, 2020, 00:35:26 am
Comunque a me fanno sempre sorridere gli uomini italiani convinti che l'erba del vicino sia sempre più verde...
https://stalkersaraitu.com/perche-il-femminismo-ha-trionfato/

Citazione
Ora, prima di immergermi in realtà estere non occidentali,pensavo che la fogna relazionale nostrana, ma forse occidentale in genere( benchè dell’Occidente conosca direttamente solo la misera realtà italiana e non sto parlando solo dei penosi rapporti uomo-donna) fosse presente anche altrove, invece mi sono dovuto molto felicemente ricredere.

22 Maggio 2020   Sasha

Eh già, infatti nel cosiddetto estero i rapporti tra i due sessi funzionano a meraviglia...

http://www.metallirari.com/matrimoni-10-paesi-alto-tasso-divorzi/
Citazione
Belgio: 2 coppie su 3 divorziano
Attualmente, è il Belgio il paese dove si verifica il maggior numero di divorzi nel mondo: il 71% delle coppie divorzia (circa 32.000 persone ogni anno). In pratica, solo un matrimonio su tre dura con successo.

Abbastanza sorprendente che il secondo paese in cima a questa graduatoria vanti una consolidata eredità cattolica. Si tratta del Portogallo dove, secondo l’OCSE, i tassi di matrimonio sono elevati, così come i tassi di divorzio (68%).

Un po’ come la Spagna, paese con un radicato patrimonio religioso ma che ha un tasso di divorzi del 63% (quinto posto in graduatoria). Nel paese, dal 2005, esiste anche il cosiddetto divorzio express, che può essere invocato trascorsi tre mesi dal matrimonio, senza dover passare per la separazione.

Qui troverete una fotografia dei paesi nei quali si registra il più alto tasso di divorzio, stando agli ultimi dati disponibili nel 2019.

I 10 paesi con il tasso di divorzi più alto del mondo
BELGIO (tasso di divorzio: 71%)
PORTOGALLO (tasso di divorzio: 68%)
UNGHERIA (tasso di divorzio: 67%)
REPUBBLICA CECA (tasso di divorzio: 66%)
SPAGNA (tasso di divorzio: 63%)
LUSSEMBURGO (tasso di divorzio: 60%)
ESTONIA (tasso di divorzio: 58%)
CUBA (tasso di divorzio: 56%)
FRANCIA (tasso di divorzio: 55%)

STATI UNITI (tasso di divorzio: 53%)

Ma tanto l'italiano medio, specie se di sesso maschile, è talmente malato di esterofilia che puoi pure tentare di spiegarglielo in ostrogoto o in aramaico antico: non servirà a nulla.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 23, 2020, 00:44:21 am
Io non sono spuntato. Già partecipavo a questo topic.

Le regole rilevanti sono quelle che vigono qui ed ora e non riguardano solo il matrimonio ma persino la semplice convivenza (i cui effetti sono modificati in peggio e retroattivamente dalla cassazione).
Do per scontanto che tu non difenda quelle regole, infatti ti sei sottratto alla loro applicazione.

Nel messaggio precedente io avevo scritto che mai come oggi è possibile avere prole certa e che sono le donne ad opporsi alle conseguenze dell'accertamento di fatto della non paternità nonchè all'esercizio della stessa (e gli studi e ancor prima l'evidenza dimostrano che i bambini crescono meglio col padre che con la madre). Tu dici che si oppongono anche a scopare (a tal proposito: mi dici qual'è la percentuale di uomini che scopa? esistono studi sul punto? ti assicuro che non è una provocazione).

Alla luce delle regole vigenti qui ed ora e dell'opposizione femminile all'accertamento ed esercizio della paternità, nonchè alla congiunzione,  tu cosa proponi di fare?


Considerazioni di secondaria importanza:

- la procreazione già oggi in molti casi è artificiale e serve ad aiutare le coppie che non riescono ad avere figli. L'unica novità (che tanto novità non è) è la possibilità di avvalersi del lavoro di una donna che porta avanti la gravidanza  di un bambino che non le appartiene. Ci sono anche donne che si avvalgono di questa possibilità. In più ci sono donne che si inseminano da sole e si arriva al punto che tu paghi l'inseminazione, la gravidanza ed il mantenimento (reddito di maternità, citato anche da chi tu sai) di un bambino che non ti appartiene.

- posso sapere perchè ce l'hai tanto con le/gli omosessuali che convivono. A me non può fregarmene di meno. Inoltre non si parla mai, nè in caso di maschi potrebbe parlarsi (se le parole hanno un senso) di matrimonio.

Giuseppe ti propongo di discuterne con Santiago, così vediamo anche cosa ne pensa lui. Forse sarete d'accordo su molte cose.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 23, 2020, 00:51:37 am
Comunque a me fanno sempre sorridere gli uomini italiani convinti che l'erba del vicino sia sempre più verde...
https://stalkersaraitu.com/perche-il-femminismo-ha-trionfato/

Eh già, infatti nel cosiddetto estero i rapporti tra i due sessi funzionano a meraviglia...

http://www.metallirari.com/matrimoni-10-paesi-alto-tasso-divorzi/
Ma tanto l'italiano medio, specie se di sesso maschile, è talmente malato di esterofilia che puoi pure tentare di spiegarglielo in ostrogoto o in aramaico antico: non servirà a nulla.
Quasi tutti Paesi EUROPEI, fateci caso. In Francia a chiedere il divorzio è la donna non nel 70% dei casi come da noi, ma nell'85% dei casi. Le riviste femminili ESULTANO per questo dato, dicendo che la donna ha il "coraggio" e la "maturità" di metter fine a una relazione che la "opprime"... e le galline seguono l'esempio.
Il matrimonio è diventato una trappola (ma non lo era ai tempi dei nostri nonni) e ormai si sposa solo gente particolarmente privilegiata e, di conseguenza, conformista: professori o assistenti universitari, professionisti, medici, parastatali di lusso (Rai e dintorni), quadri di grandi aziende oppure gente molto benestante come imprenditori e commercianti, senza contare i delinquenti che impalmano anche ragazze di "buona famiglia" (si fa per dire). Queste categorie, per loro stessa ammissione, credono di avere una situazione molto stabile e si sentono al sicuro, quindi si incaprettano volentieri col matrimonio.
Molti di loro ovviamente si separano e finiscono male, gli altri semplicemente si attaccano, e sono i più fortunati. Gli unici che se la cavano col divorzio sono gli straricchi perché pagano, e i delinquenti perché le donne e le loro rapaci famiglie hanno paura di loro.
Castrogiovanni e altri separati, hanno scritto un libro eccezionale (e completamente ingnorato dagli spazi maschili ormai mainstream) su come sopravvivere al divorzio, frutto di anni di battaglie legali. C'è anche un capitolo, che l'autore ritiene molto utile, su come non farsi ammazzare dalla moglie...
E' un modello sociale del tutto insostenibile e da riformare da cima a fondo.

Voglio congratularmi con Santiago per l'ottimo articolo di stasera, in cui anziché perdersi in ricostruzioni preistoriche e nozze di Cana, ha magnificamente smontato il femminismo che è il vero nemico degli uomini e dell'umanità qui ed oggi.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 24, 2020, 07:56:59 am
Riguardo alle femmine nell' esercito io la vedo diversamente.

Ho scritto: “riescono a fare il lavoro che devono fare (giudicato con gli stessi parametri per tutti)?” Questo è il punto fondamentale. Sono e continuo ad essere delle opinione che tutti dobbiamo avere il diritto di candidarci parimente a qualsiasi postazione, tutti: donne, zoppi, ciechi, biondi, neri, omosessuali, norvegesi,... sottoposti agli stessi parametri di giudizio e alle stesse condizioni. Purtroppo questo non avviene, le donne non sono sottoposte alle stesse condizioni come suggeriscono i post che alleghi:
“Negli USA (come in UK) le soldatesse sono esplicitamente escluse dai ruoli cosiddetti di "close combat" (cioè in pratica di "combattimento").”
Conclusioni documento ("Le Donne nelle Forze Armate"):
“Le donne devono avere le opportunità di fare carriera fino ai più alti gradi, e se faranno così devono essere trovati i modi per tenere più donne più a lungo. continueranno ad essere esaminate le modalità con le quali possono essere meglio riconciliate le uniche ed esigenti condizioni della vita militare, compresa l'illimitata responsabilità di schierarsi quasi senza preavviso, con le esigenze di vita familiare. Queste esigenze contrastanti interessano anche gli uomini, ma molto più spesso gravano sproporzionatamente sulle donne. Le forze armate continueranno a sviluppare regimi di addestramento che schiuderanno il potenziale di ciascun individuo tenendo tuttavia in considerazione le differenti capacità fisiologiche degli uomini e delle donne che il rapporto evidenzia.”

“Lo studio ha concluso che circa lo 0.1% dei candidati femminili e l'1% delle donne soldato addestrate raggiungerebbero gli standard richiesti per rispondere alle esigenze di questi ruoli.” Su quale base discriminereste il 0.1% di candidati femminile che riescono a raggiungere lo standard, se passano lo standard fisico, psicologico e mostrano stessa capacità di aggressione?

Il problema della coesione del gruppo nelle piccole squadre in un ambiente di combattimento ravvicinato, si risolve formando squadre non miste. (Il problema forse sarebbe capire se raggiungono il numero per poterle formare)

Infatti parliamo di numeri talmente irrisori, le donne non riescono a superare gli standard maschile. Semmai c'è un aspetto positivo in quella nefasta ideologia che è l'ideologia di genere, è il continuo bagno di realtà al quale sono sottoposte quotidianamente le femministe ogni volta che un mediocre sportivo maschio decide di diventare donna e competere nelle competizioni femminili, diventando in poco tempo il numero uno indiscusso in quelle discipline.

L'eccellente Rino Barnart ha scritto: “Se alle femmine interessasse il servizio militare avrebbero chiesto (e quindi ottenuto) la costituzione di due diverse sezioni dell'esercito, perfettamente separate dalla base al vertice.” Verissimo, è successo non solo all'esercito, le donne hanno richiesto di entrare in tutti i club sportivi e intellettuale esclusivamente maschili mentre loro formano Commissioni di Pari Opportunità formate esclusivamente da donne. Invece di creare gare di tennis femminile, con i propri premi e ricavati, hanno voluto essere integrate in quelli organizzati dai maschi ed esigere gli stessi premi ricavati dai maschi. Come ho già detto, non ho nulla in contrario se le donne riescono a formare (con gli stessi standard) un esercito, o gruppi d'assalto prettamente femminili. Al di là di desideri e miti femministe, nella Storia c'è soltanto una testimonianza storica di un esercito formata da unità prettamente femminili: l'esercito femminile delle popolazioni fon del Dahomey, l'attuale Benin, lottarono contro i colonizzatori europei.

Frank, l'unica obiezione che mi sembra rilevante, e che sinceramente non avevo riflettuto, è questa, non a livello di piccole squadre (che potrebbero essere non miste), ma a livello proprio generale di tutto l'esercito: “la presenza di donne in situazioni di rischio distrae e disarticola i cosiddetti "male bond" (legami maschili) che sono alla base della compattezza e saldezza morale dei reparti sottoposti allo stress di combattimento. L'istinto cavalleresco maschile (che essendo un istinto e ben poco razionalizzabile) porta inevitabilmente il soldato maschio a sacrificarsi per la soldatessa femmina, anche a detrimento del risultato operativo complessivo che si vorrebbe raggiungere.” Vero. Il problema di questa obiezione è che fa fatica a giustificarsi da un punto di vista di giustizia. Cioè, il problema non sono le donne soldato ma siamo noi uomini soldato. Possiamo fare un simile: un soldato supera senza problemi gli standard, questo soldato è colpito da una deformità sul viso; i commilitoni si lamentano perché dicono che quando lo vedono si deconcentrano e le loro prestazioni calano. In che modo risolviamo il problema? Puniamo il soldato con il viso deforme, che non ha alcuna colpa? Puniamo il resto dei soldati, e così rimaniamo senza esercito?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 24, 2020, 08:51:53 am
Uno dei capisaldi dell'ideologia femminista, e più in generale dell'utopia progressista globale, è che a parte alcune differenze anatomiche uomini e donne sono identici. Per inverare questo assurdo postulato ideologico si forza la natura in mille modi, con enorme dispendio di risorse umane ed economiche:
- Si stravolgono collaudate istituzioni, vitali per la difesa del Paese come l'esercito: anche i reparti femminili (non misti) rapresentano un problema logistico, di infrastrutture e di impiego operativo, tenuto conto delle inevitabili differenze dei reparti femminili. Un esercito esclusivamente maschile può essere gestito facilmente e rapidamente, un esercito misto no. E' dubbio che un reparto femminile, anche con gli stessi standard, possa eguagliare sul campo un reparto maschile (cameratismo, ciclo mestruale, minore sviluppo della parte superiore del corpo ecc.)
- Si creano costose e inefficienti strutture, come gli asili nido e si affidano i figli allo Stato solo per far lavorare le donne, in una voluta concorrenza economica con l'uomo (fonte: The Art of Being Ruled di W. Lewis) che aumenta la disoccupazione maschile e impedisce la formazione di coppie creando un'emergenza denatalità
- Si moltiplica la già elefantiaca burocrazia con commissioni per le pari opportunità, ministeri, servizi sociali e tutte le altre strutture di supporto alle donne
- Si stravolgono scuola e luoghi di lavoro nel vano tentativo di creare un ambiente a misura di donna (v. recente caso Strumia). Emblematica è la proposta di un sito un tempo maschile poi diventato omosessualista e colato a picco, di creare un approccio di tipo "collaborativo-femminile" (leggi trasformare il luogo di lavoro in un gineceo) per invogliare le donne a diventare programmatrici
- Si spinge per i congedi di paternità onde permettere una più agevole carriera alla madre, con inevitabile calo di rispetto del "mammo" sia verso se stesso che da parte della moglie
- Questa forzatura della natura sta già producendo e sempre più produrrà nel futuro esseri ibridi trattati con ormoni nel futile tentativo di eguagliare gli standard maschili, a partire dal combattimento e dallo sport

Sembrerebbe che il femminismo progressista globale tenda a creare una società simile a quella delle api: a procreare è un numero sempre più ristretto di privilegiati, selezionati dal sistema per il loro conformismo (fonte: Dark Age Ahead di J. Jacobs) mentre il resto della popolazione è costituito da un sesso "neutro" (es. donne in carriera), sterile, sfruttato e "spendibile".
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 24, 2020, 10:24:11 am
Frank, l'unica obiezione che mi sembra rilevante, e che sinceramente non avevo riflettuto, è questa, non a livello di piccole squadre (che potrebbero essere non miste), ma a livello proprio generale di tutto l'esercito: “la presenza di donne in situazioni di rischio distrae e disarticola i cosiddetti "male bond" (legami maschili) che sono alla base della compattezza e saldezza morale dei reparti sottoposti allo stress di combattimento. L'istinto cavalleresco maschile (che essendo un istinto e ben poco razionalizzabile) porta inevitabilmente il soldato maschio a sacrificarsi per la soldatessa femmina, anche a detrimento del risultato operativo complessivo che si vorrebbe raggiungere.” Vero. Il problema di questa obiezione è che fa fatica a giustificarsi da un punto di vista di giustizia. Cioè, il problema non sono le donne soldato ma siamo noi uomini soldato. Possiamo fare un simile: un soldato supera senza problemi gli standard, questo soldato è colpito da una deformità sul viso; i commilitoni si lamentano perché dicono che quando lo vedono si deconcentrano e le loro prestazioni calano. In che modo risolviamo il problema? Puniamo il soldato con il viso deforme, che non ha alcuna colpa? Puniamo il resto dei soldati, e così rimaniamo senza esercito?

Santiago, premesso che in un mondo ideale non dovrebbero esistere né gli eserciti, né le guerre (ma questa è solo utopia, giacché il mondo è quello che è, ovvero una merda), il problema sono proprio le soldatesse e non i soldati.
Il paragone con il soldato dal viso deformato è una forzatura e non regge minimamente.
E' la fica che distrae i soldati, non le deformità maschili altrui.
Resta un fatto: le femmine non sanno creare eserciti, corpi di polizia e quant' altro, ma solo parassitare ogni ambito maschile.
Questo è un fatto che va sempre evidenziato con forza.


http://www.uomini3000.it/401.htm
Citazione
MARTIN VAN CREVELD   

vancreveld.jpg

 

GERUSALEMME - Un insolito miscuglio di attestati militari e libri sulle donne distingue il piccolo studio quadrato di Martin van Creveld, 56 anni, olandese di nascita ed israeliano per scelta da oltre trent'anni. Docente di Storia militare all'Università di Gerusalemme ed esperto di strategia di fama internazionale, van Creveld dalla sua casa di Mevasseret Zion, guida una solitaria battaglia contro il suo nemico giurato: le donne. E´uno dei pochi temi che in queste settimane riesce a distogliere Israele assediata dal terrorismo dei kamikaze palestinesi. Con alle spalle i diplomi ricevuti a Quantico, in Virginia, dalla Scuola del Corpo dei Marines e sulla scrivania una bandiera del Sol Levante dipinta a mano, van Creveld svela i motivi della sua crociata contro le donne, illustrando il contenuto del prossimo libro (uscirà in francese) dal titolo chiaro e provocatorio: Il Sesso Privilegiato.

Professore come si sente ad essere definito il nemico pubblico del sesso femminile?

«Sono il più grande maschilista di Israele. Le mie tesi danno fastidio, perché sfidano tabù radicati in tutto l'Occidente. Hanno provato ad accusarmi di molestie sessuali, a spiarmi con microfoni durante le mie lezioni. Ma non hanno trovato niente, solo le mie idee».

Perché un esperto di strategia militare come lei ha dichiarato guerra alle donne?

«Sono uno studioso di Storia militare dall'inizio degli anni Settanta. E´una materia che ha poco a che fare con le donne: Clausewitz nelle 863 pagine della sua "bibbia" non le menziona mai. Dieci anni fa iniziai a interrogarmi su questo. Mi chiesi come era possibile discutere della guerra senza tener presente metà dell´umanità».

Che rapporto c'è fra le donne e la guerra?

«Le donne non hanno mai avuto un ruolo nelle guerre: dopo secoli di assenza dagli eserciti, negli ultimi decenni le italiane o le americane hanno cominciato ad arruolarsi. Solo quando si passa dalla guerra convenzionale alla guerriglia, sia nel caso della Seconda Guerra Mondiale che delle kamikaze palestinesi, il loro numero cresce sensibilmente. Per la guerra le donne non esistono. Nessuno nella tradizione militare si è mai posto tali domande, io l'ho fatto. Ho iniziato a studiare, fare ricerche, ho scritto Uomini e Donne in Guerra. La risposta all'assenza delle donne dalla guerra mi è venuta dallo studio del rapporto fra sessi, di cui parlerà il mio libro, "Il sesso privilegiato"».

Perché considera le donne il sesso privilegiato?

«Le donne sono più deboli nel fisico e nella capacità di competere e, al contrario di quanto afferma la propaganda femminista, l'intero meccanismo della nostra società è un tentativo di compensarle per la loro debolezza: se dovessero cimentarsi con gli uomini infatti soccomberebbero e l'umanità avrebbe fine». ….

Teoria a parte, può fare degli esempi concreti di privilegi femminili nella società?

«Gli esempi sono infiniti. Tanto per cominciare, dalle donne si esige meno che dagli uomini. Lo stesso comportamento che porta alla punizione per un bimbo diventa abbraccio di consolazione per una bambina. Il matrimonio è una forma di protezione per le donne, perché geneticamente una lei può avere solo un numero limitato di figli, mentre lui può avere molti figli da più donne. Sul lavoro la musica non cambia: dall'inizio della Storia, l'uomo ha lavorato più duramente e intensamente delle donne, per il motivo che se si richiedono ad una donna i ritmi di un uomo, va incontro ad un collasso. Poiché le donne non lavorano quanto gli uomini, l'intera società può essere letta come un sistema di trasferimento di risorse dagli uomini alle donne. Il novanta per cento di quanto accumulato dagli uomini viene speso dalle donne, basta guardarsi in casa per averne la prova. Altro esempio, la beneficenza: se guardiamo la Storia di Paesi come l'Italia e la Francia, ci accorgiamo che è sempre stato più facile per le donne anziché per gli uomini ricevere della beneficenza. Specialmente se chiedono le elemosina con i figli. Lo stesso è vero per lo Stato Sociale dei nostri tempi:  gli uomini pagano le tasse, le donne ricevono i benefici. Per natura le donne sono il sesso debole, dunque l'intera storia dell'umanità è un tentativo di compensarle. Le donne hanno sempre ricevuto più aiuti economici degli uomini, perché altrimenti sarebbero morte di fame e l'umanità sarebbe scomparsa. Le donne sono trattate con favore anche dalla giustizia: per un reato simile, l'uomo riceve una pena maggiore della donna; ad ogni stadio del processo giudiziario, gli uomini sono penalizzati. Il numero delle donne in prigione è inferiore a quello degli uomini, non perché commettono meno reati, ma perché ricevono pene più lievi».

Torniamo al rapporto con la guerra. Perché Clausewitz ignorò le donne?

«Clausewitz riteneva la guerra un'arte razionale e dunque non c'è spazio per le donne, che sono emotive ed intuitive».

Ma madri, figlie e mogli pagano comunque un prezzo alto quando si entra in guerra...

«Una singola donna che aspetta a casa il marito, o che bada ai suoi figli è più importante in guerra di mille segretarie in uniforme. Le donne sono molto importanti nelle guerre, ma non combatteranno mai come gli uomini».

Se fosse una donna non si sentirebbe umiliato dalle sue teorie?

«Sì, ma non sono una donna, dunque la questione non mi tocca. In guerra gli uomini muoiono per far vivere le donne. A volte mi piacerebbe avvenisse il contrario. Se fossero andate in Afganistan, sarebbero morte tutte. L'unico Paese nella Storia che ha imposto la coscrizione per le donne è Israele, ma neanche qui combattono, creano solo grane».

A questo punto non resta che chiederle perché le donne vivono più a lungo...

«I medici dicono che è a causa degli estrogeni, ma fino a due secoli fa gli uomini vivevano di più. Non sono gli estrogeni, ma la civilizzazione ad aver modificato l'equilibrio. Il cambiamento è iniziato con la rivoluzione industriale, quando gli uomini hanno cominciato a fare i lavori pesanti all'aperto. E´stato un fenomeno progressivo. In Europa, l'ultimo Paese dove la vita delle donne ha superato quella degli uomini è stato l'Irlanda, nel 1850. In Paesi come India ed Egitto, il sorpasso è avvenuto negli ultimi 50 anni.  Oggi restano dieci Paesi dove gli uomini vivono ancora di più e si tratta di posti molto poveri, come il Bangladesh».

Il fatto che le donne siano il sesso privilegiato è una cosa buona?

«Sono un uomo, dunque credo sia una cosa buona, se fosse al contrario mi sentirei colpevole, mi vergognerei davvero molto».

L'intervista è finita, il professore più maschilista d'Israele non fa a tempo ad alzarsi, che arriva la sua seconda moglie a dargli manforte: ha una rivista della mutua in mano: «Vedete, mettono in copertina la salute della donna, non certo i problemi della prostata...».

 da "La Stampa" del 20/3/2002 Sezione Cultura Pag. 27: "ISRAELIANO, INSEGNA STORIA MILITARE, È IL PIÙ GRANDE MISOGINO DEL MONDO: LE SUE TESI PROVOCATORIE SFIDANO «I TABÙ DELL´OCCIDENTE»" di Maurizio Molinari
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 24, 2020, 19:08:56 pm
Giuseppe ti propongo di discuterne con Santiago, così vediamo anche cosa ne pensa lui. Forse sarete d'accordo su molte cose.

Non evidenziare solo una parte:
- la procreazione già oggi in molti casi è artificiale e serve ad aiutare le coppie che non riescono ad avere figli. L'unica novità (che tanto novità non è) è la possibilità di avvalersi del lavoro di una donna che porta avanti la gravidanza  di un bambino che non le appartiene. Ci sono anche donne che si avvalgono di questa possibilità. In più ci sono donne che si inseminano da sole e si arriva al punto che tu paghi l'inseminazione, la gravidanza ed il mantenimento (reddito di maternità, citato anche da chi tu sai) di un bambino che non ti appartiene.

Inoltre ti chiedo nuovamente:
Alla luce delle regole vigenti qui ed ora e dell'opposizione femminile all'accertamento ed esercizio della paternità, nonchè alla congiunzione,  tu cosa proponi di fare?

Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 24, 2020, 21:25:52 pm
In questo forum e in tutti gli spazi maschili ci sono mille alla decima post che spiegano come un bambino debba crescere con due genitori, un uomo e una donna. Persino i figli di separati hanno problemi anche fisici (sistema immunitario), quindi queste teorie sull'utero artificiale e compagnia sono completamente fuori dal mondo e in genere vengono da gay per cui i figli sono un giocattolo, o gente che vive in un mondo virtuale di cinema e videogiochi Marvel e magari non ha mai visto una donna se non da dietro uno schermo.
Quindi mi scuserai se non discuto per la millesima volta su teorie più degne di una sceneggiatura che del mondo reale.
Citazione
Alla luce delle regole vigenti qui ed ora e dell'opposizione femminile all'accertamento ed esercizio della paternità, nonchè alla congiunzione,  tu cosa proponi di fare?
Qui la domanda ha un senso. Non faccio che ripetere che l'umanità, anche solo per sopravvivere deve ristabilire relazioni soddisfacenti e durevoli tra i sessi, adeguatamente tutelate dall'ordinamento. Questo è un modello che ha sempre funzionato, tutte le altre utopie ideologiche (v. falansteri con bambini cresciuti dallo Stato) sono miseramente fallite.
Quali che siano le loro convinzioni filosofiche, politiche o religiose questo deve essere l'obiettivo di lungo termine di attivisti maschili seri, non teorie campate in aria come il coito stradale (o comesichiama) e l'abolizione del matrimonio.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 06:38:02 am
Trascrivo qui un intervento di un utente, scritto di getto sul cellulare ma di livello non comune, che dice parecchio sia sull'oggetto di questo topic che su molte altre cose. Un condensato di questione maschile:

In tutto questo sfasciume più di qualcuno sembra convinto che il mondo femminile sia coeso e unito nelle sue battaglie [intende la capacità di organizzarsi dell'intero mondo femminile, non la solidarietà tra amiche],  ma ammesso che sia vero è solo l'illusione data dall'inerzia irrefrenabile della frana generale in cui lo stesso mondo femminile è mandante artefice e vittima. Non soppravalutiamolo credendolo capace di una “governance”  dei processi sociali anche quelli che lo riguardano da vicino.
Smettiamola quindi di millantare le sue potenzialità: non siamo di fronte a nessuna “macchinazione” epocale sottilmente pianificata e programmata dalle femmine contro i maschi  semplicemente abbiamo a che fare con lo scatenarsi del coacervo di tutte quelle forze (tra cui il femminismo) disgregatrici e caotiche che si liberano  in una societa' quando di proposito gli demolisci e abbatti quella specie di costituzione senza tempo rappresentata dai dettami della legge naturale.
La legge naturale custodisce il concetto di natura umana e dei suoi principi morali inscritti nel profondo di ogni essere umano  diversamente dagli animali questa cosa conferisce all'uomo tra l'altro lo status di individuo razionale che attraverso l'uso della ragione conosce la sua legge ovvero il fine a cui la natura tende. La legge naturale dell'uomo non e' altro che una legge razionale  seguirla significa seguire il frutto della propria ragione e non degli istinti come fanno gli animali o "l'inumanita' ideologizzata post 68"
Quando in un dato contesto sociale viene meno l'uso della ragione, il principio di non contraddizione e quello di identita oggettiva delle cose se ne vanno a farsi “benedire” e si scatena il caos portato dal neutralismo e dall'indifferentismo laicista con il suo corollario di relativismo ideale e morale che produce a sua volta il tipico menefreghismo di massa che caratterizza la societa attuale [tradotto: dare addosso alle leggi civili e morali produce molluschi menefreghisti, che sono l'opposto dell'attivista maschile motivato. Capito Stasi e compagni che cercate da sempre invano di radunare le masse?]   
Questo e' appunto il quadro  dove rimettere la questione del femminismo anzi di tutto il mondo femminile senza distinzione di sorta visto che a differenza di quello maschile (che non senza difficolta e contraddizioni almeno cerca di interrogarsi su quanto gli succede intorno) quello femminile appare fossilizzato in una sostanziale apatia esistenziale incapace di esprimere al suo interno dei sia pur flebili distinguo o un'accenno di critica all'andazzo generale che lo coinvolge [tradotto: il mondo femminile non ha la sia pur minima capacità e iniziativa per influenzare uomini, leggi e società nel loro complesso]. Penso che il migliore approccio allo scontro con il femminismo debba passare  attraverso una feroce critica allo stesso mondo femminile per metterlo innanzi allo specchio di quello che e' e  di quello che e' sempre stato.
Le femmine in forza della loro ignavia e della loro incapacita' di assumere decisioni  sono sempre vissute PASSIVAMENTE all'ombra degli statuti sociali via via codificati nel corso della storia dai maschi e in questo c'e' pure la spiegazione del loro connaturao ruolo “domestico”  ruolo che hanno sempre ricoperto molto volentieri se non altro per sottrarsi all'usura spietata che la vita comportava "fuori" dalle mura di casa.
Quindi e' un errore grave scambiare la loro condizione come il frutto di una serie di imposizioni coercitive dei maschi  e non vedo perche proprio adesso dobbiamo considerarle diversamente da come dalla notte dei tempi sono sempre state: e cioe' un combinato pernicioso di  opportunismo irresponsabile e sbarazzinaggio comportamentale tipico della condizione di una persona che anche da adulta su certe cose per pura prassi "estorsiva" nei confronti dei maschi decide di continuare a servirsi di atteggiamenti infantili     
Latitanti incallite sul fronte dell'impegno fattivo per dare un ordinamento e un valore civile alla convivenza delle prime comunità umane senza mai farsi carico di piu alti ideali  le femmine hanno da sempre strutturato il proprio essere intorno alla propria sfera  istintiva sessuale  e ben conscie dell'influenza pervasiva  anzi del ricatto che questo ha sempre avuto nei maschi ci hanno costruito sopra una specie di rendita di posizione antropologica che dura praticamente da sempre  (con buona pace di quello che sostiene certa gente circa fantomatiche donne edificatrici di civiltà) come non bastasse la cosa la si puo notare anche dalle frivolezza con cui considerano se stesse.
In questo senso si spiega anche come oggi l'avanzamanto e lo sviluppo delle societa moderne rispetto alle sfide che devono affrontare sembra prossimo allo stallo  questo si deve al sempre piu massiccio ingresso di femmine nei gangli del sistema  le femminile per come sono obbligano il sistema a riconfigurarsi in base alle loro limitazioni e attitudini funzionali   queste attitudini non sono altro che varianti sul genere dello spirito "domestico" che non va oltre la gestione il management la contabilita' di una situazione precostituita.  Più femmine entrano e piu il sistema si sclerotizza e perde la capacita di essere reattivo alle esigenze della societa  perche impegnato a stratificare lavori inutili su lavori inutili solo per dare una poltrona a torme di femmine che lo ricattano con la retorica dell'emancipazione delle pari opportunita.
Basta! con dialoghi e tavoli mai richiesti. Basta! con complessi di colpa senza giustificazione solo per "galanteria" d'altri tempi nei loro riguardi.
Se una societa non riconosce e non  valorizza la sola risorsa  capace di operare "sfondamenti" nel campo delle conoscenze e delle applicazioni tecnologiche umane cioe quella maschile  muore di burocratedio femminile ricordiamoci che "tolte" le femmine ai maschi rimane l'intero mondo civilizzato che hanno saputo ideare e costruire  alle femmine "tolti" i maschi cosa rimarebbe se non riecono a fregarci il merito di quello che abbiamo saputo fare?  attenzione uomini perche questo concetto piu di altri rimanda al succo della questione maschile
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2020, 10:18:09 am
Citazione
In tutto questo sfasciume più di qualcuno sembra convinto che il mondo femminile sia coeso e unito nelle sue battaglie [intende la capacità di organizzarsi dell'intero mondo femminile, non la solidarietà tra amiche],  ma ammesso che sia vero è solo l'illusione data dall'inerzia irrefrenabile della frana generale in cui lo stesso mondo femminile è mandante artefice e vittima. Non soppravalutiamolo credendolo capace di una “governance”  dei processi sociali anche quelli che lo riguardano da vicino.

Vicus, ma dove sarebbe la novità ?
Guarda che io stesso, in passato, ho scritto più volte che da parte maschile c'è la tendenza a sopravvalutare il sesso femminile, ed anche alcuni vecchi della qm che ci han preceduti scrivevano roba simile.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 12:44:19 pm
Se non è una novità come si può anche solo concepire che le donne siano in grado di metter su un'organizzazione complessa come la civiltà con leggi, rituali, organizzazione sociale e militare ecc.? O anche di poterla "influenzare" facendo le smorfiose sciacquine con uomini del calibro di Solone, Giulio Cesare o Giustiniano?
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 13:28:48 pm
Questa è una lettura di ben altro livello della società femminista. Dal Paesaggio Interiore di H.M. McLuhan:

Un postulato primario del mondo di Henry James è che esso gode di un'enorme supremazia materiale con la sua conseguente euforia. In correlazione con la sensibilità elaborata e tenue del mondo da lui creato vi è una ancor più elaborata struttura di una finanza astratta, e la tecnologia eterea creata da quella finanza. Non è per caso, senza dubbio, che in questo campo la vita femminile debba essere dominante e lussureggiante, e gli esseri maschili timidi e miseri. E una grande e sicura stanza dei bambini, vista nel suo lato materiale. Non vi sono preoccupazioni finanziarie.

Altro che moralizzazione. Troppi ancora vanno a prendersela con un remoto passato per non vedere (e non far vedere) il presente.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 25, 2020, 14:31:20 pm
Santiago, premesso che in un mondo ideale non dovrebbero esistere né gli eserciti, né le guerre (ma questa è solo utopia, giacché il mondo è quello che è, ovvero una merda), il problema sono proprio le soldatesse e non i soldati.
Sono d'accordo… né gli eserciti, né le guerre, né i lupi…
Comunque io non limiterei il discorso soltanto all'esercito. Secondo me, è un discorso che va ampliato a qualsiasi ambito lavorativo.


Martin van Creveld ha detto:

“Le donne non hanno mai avuto un ruolo nelle guerre: dopo secoli di assenza dagli eserciti, negli ultimi decenni le italiane o le americane hanno cominciato ad arruolarsi. Solo quando si passa dalla guerra convenzionale alla guerriglia, sia nel caso della Seconda Guerra Mondiale che delle kamikaze palestinesi, il loro numero cresce sensibilmente. Per la guerra le donne non esistono.”

Devo dissentire (tra l'altro da un esperto nell'arte bellica)
Sulla guerra le femministe hanno proclamato due tesi (naturalmente in contraddizione, come succede spesso):
1. Le donne non esistono nelle guerre, non le proclamano, non intervengono, non partecipano attivamente (non hanno dunque alcuna responsabilità). Tesi molto simile a quella di Martin van Creveld
2. Le donne hanno partecipano attivamente nella guerra nella difesa e costruzione delle nazioni, nella difesa dei valori, hanno partecipato attivamente ai combattimenti assieme agli uomini, e compito del femminismo e dissotterrare tutte queste donne che sono state invisibilizzate nella storia dovuto ai pregiudizi misogini.

Su questo secondo punto le femministe hanno scritto non solo in maniera generica (come ne Il secondo sesso, riportando degli esempi), anche libri specifici che riportano questi esempi di donne combattenti e soldatesse, di questi plotoni di donne, di donne vestite in costumi maschili per poter combattere, ... Evidentemente non sono in grande numero ( l'argomento, con degli esempi specifici, si trovano citati nell'opera “La grande menzogna del femminismo” pp. 990-1002, 1029-034), ma l'affermazione troppo assoluta di Van Creveld è senza dubbio sbagliata (in pratica, non ha letto i libri femministi che trattano l'argomento)

Invece su un altro punto, che ritengo molto importante, quando gli viene chiesto “perché le donne vivono più a lungo”,  mi trova assolutamente d'accordo, un punto che ho trattato a lungo nell'opera “La grande menzogna del femminismo”, con numerose tabelle e approcci diversi, perché la premorienza maschile è un argomento molto importante e significativo.
Ho scritto a proposito su L'Interferenza e anche su Uomini Beta:

http://www.linterferenza.info/in-evidenza/elisir-lunga-vita-ricche-bianche-occidentali/

 http://www.uominibeta.org/articoli/la-premorienza-maschile-e-la-bugia-del-vantaggio-biologico-femminile/
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2020, 16:43:14 pm
Se non è una novità come si può anche solo concepire che le donne siano in grado di metter su un'organizzazione complessa come la civiltà con leggi, rituali, organizzazione sociale e militare ecc.? O anche di poterla "influenzare" facendo le smorfiose sciacquine con uomini del calibro di Solone, Giulio Cesare o Giustiniano?
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.

E dove avrei mai scritto che le donne avrebbero fondato la civiltà ?
Ti riferisci sempre a Santiago, vero ?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 16:50:46 pm
E dove avrei mai scritto che le donne avrebbero fondato la civiltà ?
Ti riferisci sempre a Santiago, vero ?
Sì certo. Quel post l'avevo riferito alla sua teoria.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 17:37:34 pm
Il nocciolo della questione comunque è che non si può risolvere, o presentare la questione maschile come un semplice problema di parità: basta che uomini e donne siano trattati in modo identico e che facciano le stesse identiche cose perché si risolva la questione. In pratica è il programma femminista. E' come dire che il femminismo ha ragione solo è stato male applicato. Questa è quella che chiamo subordinazione ideologica dei movimenti maschili specialmente anglosassoni.

Uno dei capisaldi del sistema globalista e femminista è la deregulation sessuale. Anche qui molti attivisti accettano questo sistema, perché secondo loro basta che ci sia il consenso e tutto si può, anzi si deve fare. Certe teorie che considerano normali o "scientifiche" sembrano il diario di Casati Stampa.
A pochi viene in mente che questo modello, a prescindere da quanto possa essere o meno morale è socialmente insostenibile. La società può assorbire un certo numero di stravaganti, invertiti e scambisti ma quando diventa fenomeno di massa l'intero edificio sociale crolla. Nessuno dice che l'adulterio anche oggi sfascia le coppie o che la dipendenza da porno in una coppia sposata è devastante.
Ogni tanto però arriva qualcuno a dire che l'attuale frustrazione maschile (e ce n'è un bel po') è colpa dei valori civili, della cultura, delle norme, della Chiesa che esistono solo per fregare l'uomo. L'uomo medio (men che medio) legge quelle k. e si illude cha sfasciando ancora di più il mondo otterrà la sua "liberazione".
Stranamente però questi teorici della parità a tavolino ("le donne possono fare le soldatesse se superano i test") e di una sessualità "preumana" à la carte (adulteri, scambisti, froci, ormoni e tra poco pedofilia e incesto purché ci sia il magico consenso che rende tutto lecito come ci dicono da anni i radicali) non accennano MAI alle ONG dietro al femminismo, al globalismo, alle lobby LGBT e a tutte le ideologie e gruppi di pressione che stanno riducendo i maschi e le stesse culture umane in poltiglia.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 20:48:18 pm
Stavo guardando il video di un'emittente femminista sul programma politico della comunista Alexandra Kollontai, che mi ha ricordato in più di un punto quello di Santiago:

1. Abolizione del matrimonio (qui Santiago è stato per una volta esplicito ed adamantino)
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": siamo proprio in sintonia con la "demoralizzazione del sesso" di Santiago
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": anche qui Santiago è stato esplicito, vedi teorie sulla monogamia come laccio femminile. Nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": piena concordanza con la teoria del "senso di paternità inesistente in natura" e delle relazioni libere senza matrimonio
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": lascio a voi decidere, alla luce di quanto sopra, se Santiago possa o meno concordare
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare:
7. Diritto all'aborto
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo"
9. Asili nido per la stessa ragione
Curiose coincidenze.


Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: fritz - Maggio 25, 2020, 21:23:49 pm
Il caso di Roma è emblematico: è una città fondata esclusivamente da maschi con un rituale complesso (come possono averlo inventato le donne se neanche c'erano) che poi si vanno a prendere le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore senza tanto discutere.
Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo? Senza contare l'Islam e tantissime altre culture.

E diciamo pure che uno dei motivi della caduta di Roma fu l'imbarbarimento del popolo, la perdita dei mos maiorum.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2020, 22:49:14 pm
E diciamo pure che uno dei motivi della caduta di Roma fu l'imbarbarimento del popolo, la perdita dei mos maiorum.
Come oggi :D
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 26, 2020, 21:54:36 pm
Rispondo a Vicus:

- In questo forum e in tutti gli spazi maschili ci sono mille alla decima post che spiegano come un bambino debba crescere con due genitori, un uomo e una donna.
- Il fatto è che la donna non vuole. E che i bambini crescono meglio col padre he con la madre.

- queste teorie sull'utero artificiale e compagnia sono completamente fuori dal mondo e in genere vengono da gay per cui i figli sono un giocattolo, o gente che vive in un mondo virtuale di cinema e videogiochi Marvel e magari non ha mai visto una donna se non da dietro uno schermo. Quindi mi scuserai se non discuto per la millesima volta su teorie più degne di una sceneggiatura che del mondo reale.
- Queste considerazioni:
1 rigurdano la gpa, non l'utero artificiale, giacchè esso  non esiste ancora, ma è distante un millimetro in termini evolutivi, sicchè bisognerebbe gestire la transizione
2 vengono da maschi di ogni orientamento e quelli interessati alle femmine  possono vederle o no, ma è più probabile che le vedano, altrimenti non cercherebbero di risolvere i problemi derivanti dalle regole vigenti. Cristiano Ronaldo è uno di questi: col ricorso alla gpa nessuna criminale può sottrargli i figli o il denaro.
3 continui ad attaccare i maschi (qui omosessuali) facendo finta di ignorare che i figli sono considerati giocattoli tipicamente dalle femmine (etero, omo, bi)
4. Non ti scuso. Ignori ciò che già è realta (non teoria o sceneggiatura). E per la millesima volta ti rifiuti di discutere della realtà

- questo deve essere l'obiettivo di lungo termine di attivisti maschili seri
- L'obiettivo dei maschi dev' essere il persegumento dell'interesse  dei maschi

- legge naturale.
- Quale legge naturale? Comunicare in tempo reale a distanza di chilometri è naturale?

- La legge naturale ... post 68
- Quindi dal 68 la legge non è più naturale?

- dare addosso alle leggi civili e morali
- Tu stai dando addosso alle leggi civili e morali. Non è per contraddirti ma per fartelo notare.

- il mondo femminile non ha la sia pur minima capacità e iniziativa per influenzare uomini leggi e società nel loro complesso
- Davvero?

- loro connaturato ruolo “domestico”  ruolo che hanno sempre ricoperto molto volentieri se non altro per sottrarsi all'usura spietata che la vita comportava "fuori" dalle mura di casa
- Quindi il ruolo domestico (ormai obsoleto grazie agli elettrodomestici) non era connaturato ma voluto finchè la vita extradomestica era usurante

- una persona che anche da adulta su certe cose per pura prassi "estorsiva" nei confronti dei maschi decide di continuare a servirsi di atteggiamenti infantili
- Continuerà a servirsene finchè riuscirà ad estorcere.

- rendita di posizione antropologica che dura praticamente da sempre 
- Si chiama rendita da utero e sta per terminare.

- Basta! con dialoghi e tavoli mai richiesti
- Esatto.

- "tolte" le femmine ai maschi rimane l'intero mondo civilizzato che hanno saputo ideare e costruire  alle femmine "tolti" i maschi cosa rimarebbe se non riecono a fregarci il merito di quello che abbiamo saputo fare
- Quindi ai maschi non resta niente, alle femmine resta ciò che i maschi hanno costruito.

- le sabine (più volenti che nolenti), che come da prassi si gettano tra le braccia del vincitore
Tu stai vincendo?

- Gli uomini non scherzavano a quei tempi: la donna non aveva piena capacità di agire (quella che hanno gli adulti) ma era soggetta a un regime di semi-tutela, da quella del padre passava a quella del marito senza soluzione di continuità. Sono state le donne a volere questo?
- Forse conveniva ad entrambi?

- Troppi ancora vanno a prendersela con un remoto passato per non vedere (e non far vedere) il presente.
- Esatto, ma io ignorerei anche il passato prossimo.

- parità: basta che uomini e donne siano trattati in modo identico e che facciano le stesse identiche cose perché si risolva la questione. In pratica è il programma femminista
- Falso.

- Uno dei capisaldi del sistema globalista e femminista è la deregulation sessuale
- Falso. Le regole esistono.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 26, 2020, 22:16:34 pm
Messaggio di moderazione: Giuseppe non intasare il forum copiando cose che hai già scritto, chi vuole ti legge e risponde. A norma dell'art. 2.3.1 del regolamento ho soppresso il post duplicato.
Ricordo che i provvedimenti di moderazione si discutono con messaggio privato e che commentarli qui comporta, come si è sempre fatto, il ban temporaneo in base all'art. 3.1.1
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Giuseppe83 - Maggio 27, 2020, 09:04:03 am
Avevo solo evidenziato un punto che tu hai letto, ma non hai voluto (o potuto) rispondere.
Come detto nell'altra discussione, riunisco tutte le considerazioni essenziali in una discussione (SINTESI), che apro nella sezione dialoghi.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Maggio 30, 2020, 19:11:41 pm
Molti degli ultimi post del forum hanno portato avanti una discussione scaturita da alcune mie posizioni che riguardavano il sesso, il matrimonio, la paternità. Alcuni messaggi per incomprensione, forse per colpa mia per non essere stato abbastanza chiaro, altri semplicemente tergiversando o affermando cose che io non ho mai detto, ho trascorso più tempo a smentire quello che non dico che ha riaffermare quello che dico. Naturalmente, nessuno pretende che tutti siano d'accordo con quanto si afferma, ma sari molto grato se non dovesse smentire ogni volta quello che non ho detto. Dunque, in questo post prima di tutto vorrei spiegare molto sinteticamente la mia posizione su diversi punti controversi (ho già spiegato che le mie idee sono naturalmente molto più sviluppate e supportate da numerosi esempi nel libro che ho scritto “La grande menzogna del femminismo”, ma è evidente che non posso scrivere il libro qui); dopo vorrei lanciare una sfida su uno degli argomenti che è stato contestato: la paternità (e soltanto su questo argomento non su centomila altri che si aprono di continuo).

Prima premessa: TESI FEMMINISTA. La civiltà è stata creata dagli uomini a danno delle donne e a beneficio loro. Il compito che mi sono assunto è quello di smentire questa tesi.

Seconda premessa: La moralizzazione del sesso forma parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà!!

Terza premessa: Analizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire, distruggere o stia proponendo la costruzioni di altri sistemi o paradisi. Analizzare non è sinonimo di distruggere.

Coito coercitivo. In natura nella stragrande maggioranza delle specie la femmina è “perdente”, il maschio è “vincente” (perdente e vincente sono giudizi di valori che facciamo noi esseri umani: i maschi hanno la forza, si possono difendere meglio, possono cacciare e raggiungere grazie al fisico più nutrimento, non hanno gravidenze, mestruazioni che difficoltano la sopravvivenza...) Il sesso rientra all'interno di questo ragionamente che si deduce della semplice osservazione della natura. È un'ipotesi molto plausibile che il coito coercitivo sia stato un modo di copulare anche tra gli Homo per molti anni, e in un post precedente ho segnalate tre argomenti logici e osservabili per sostenere questa idea (che stranamente nessuno ha contestato finora). Coito coercitivo non vuol dire che la femmina opponga necessariamente resistenza fisica, come succede in molte specie le femmine si lasciano prendere per sono ormai così “programmate”, sanno il pericolo delle conseguenze di opporsi fisicamente; ferite si compromette la sopravvivenza.
Per quanto riguarda il sesso, la civiltà ha capovolto questo rapporto, la donna grazie alla moralizzazione del sesso e la sacralizzazione dell'amore si posiziona “vincente”, di fronte all'uomo che si posiziona “perdente”.


Moralizzazione del sesso. “La sessualità maschile è attiva, volente, non ha bisogno di freni né inibizioni, e può essere esercitata continuamente; qualsiasi limitazione è una forzatura.” (La grande menzogna del femminismo, p. 542) La moralizzazione del sesso non comporta alcun vantaggio evidente e obiettivo per l'uomo, al contrario per la donna il vantaggio è evidente, non solo rispetto al sesso (limita rapporti e gravidanza indesiderate, e danni che possono sempre scaturire da questi rapporti) ma anche per quanto riguarda la sopravvivenza (si garantisce il contributo maschile mediante valori che lo impegnano). Per analogia: i valori di difesa della comunità che spettavano al maschio (mentre portava al sicuro la donna) non comportano per il singolo uomo alcun vantaggio obiettivo, al contrario, rischia la vita e l'incolumità. In caso di fuga, ad esempio di una bestia selvaggia, poteva non difendere la femmina e avrebbe molte più possibilità di sfuggire di lei. Qual è il vantaggio obiettivo per il maschio? Nessuno Per la femmina (e la prole)? Tutti. Il discorso invece ha la sua logica se lo consideriamo non rispetto al vantaggio del singolo ma della specie. Molti valori e istituzioni (ad esempio il matrimonio) hanno servito a proteggere e mantenere le singole donne e la specie, ma non portavano alcun vantaggio al singolo individuo maschio.

Istituzione del matrimonio. Quale? Intanto sono molte le forme e varianti. Ad esempio, può andar bene la poliandria fraterna dei Nyinba del Nepal, l'unione di un gruppo di fratelli con una sola moglie? E poi, argomento molto importante, matrimonio monogamico o poligamico? Nelle diverse culture il matrimonio poligamico è stato molto gettonato. E ancora, matrimonio per tutta la vita o possibilità di divorzio, che lo rende di fatto non monogamico? Il matrimonio cristiano- occidentale (con divieto di divorzio) è sempre stata un'eccezione nel mondo, la possibilità di separarsi è stata quasi sempre permessa in tutte le civiltà (proprio il divieto di divorzio sorgeva per tutelare le donne, come i matrimonio poligamici, ecc.). Al di là della diversità tutte queste istituzioni hanno un punto in comune. Tutti mirano alla protezione e mantenimento della donna.
Naturalmente, come ho già scritto in altri post, il matrimonio non è affatto garanzia di sesso a volontà e soddisfacente per l'uomo né lo è stato quasi mai per molti uomini negli anni passati, e non è vero che esiste un vincolo naturale tra matrimonio e poter crescere i propri figli (basta cambiare le regole), come si può vedere oggigiorno in molti casi, basta fare un test di DNA e crescere i propri figli senza il vincolo di vivere con la madre.

Diritto e matrimonio. La mia posizione è che diritti e doveri devono essere sempre individuali, i diritti e doveri collettivi o di gruppo discriminano chi ne rimane fuori. Ad esempio, il diritto di decidere o di fare visita al coniuge in ospedale in momenti molto gravi (uno dei motivi denunciate sempre dalle coppie omosessuali) non si capisce perché non devono possederlo tutti gli esseri umani, ogni individuo dovrebbe poter menzionare la persona che vuole accanto in questi momenti, anche due frati religiosi che hanno trascorso l'intera vita assieme in monastero. L'istituzione del matrimonio (e la vita sessuale privata) non ha bisogno di essere regolata dallo Stato (tranne quando raca danno altrui), ricade nelle credenze di ogni individuo. Ogni individuo può regolare la propria vita come vuole secondo la propria fede. La polemica sul matrimonio civile omosessuale è artificiale, perché dal mio punto di vista il matrimonio appunto non dovrebbe esistere per lo stato (oltre il fatto che etimologicamente definire “matrimonio” l'unione di due persone dello stesso sesso è un obbrobio)

Omosessualità. Quando studiavo a scuola (religiosa) c'era scritto sul mio libro che che era “contro-natura”. Era proprio scritto così. Io mi divertivo a polemizzare con il prof. perché in natura si trova di tutto, anche l'omosessualità. Dunque, per conto mio, la vita sessuale privata è privata. Ma risulta curioso il fatto si attribuire talvolta alla Natura, talvolta alla Civiltà (a seconda di come gira il vento), tutto quello che è buono e positivo. La Natura o la Civiltà non sono in sé o per sé positivi. Non c'è un primato delle leggi naturali o delle leggi civili. In Natura c'è tutto, l'omicidio di membri della stessa specie, il cannibalismo, la prostituzione, il coito obbligatorio violento (stupro), il furto,... Nella Civiltà c'è la bomba nucleare e i campi di sterminio.
Infanzia e diritti individuali. Poiché i diritti sono individuali, io sono dell'opinione che ogni individuo ha il diritto umano a essere cresciuto dai padri biologici (o semmai non esistono, da un forte modello di riferimento maschile e da un forte modello di riferimento femminile) Tra l'altro, contempato esplicitamente nella Carta dei diritti del Bambino. Penso sia sbagliato far crescere un bambino da persone dello stesso sesso, perché viene a mancare a quel bambino in maniera “programmata” una delle due polarità esistenti nel mondo. Ciò non vuol dire che gli omosessuali non possano avere dei figli (di rapporti precedenti, ad esempio) finché si mantiene per il bambino il diritto ad aver un padre e una madre. Anche qui ci sarebbe molto da dire, ma qui mi fermo.


Sfida all'OK Corral: PATERNITÀ (principalmente per Vicus ma aperta a tutti)

La mia posizione: La Paternità non è innata, è un'istituzione nata, coltivata e cresciuta con la civiltà.

Vicus ha scritto: “Se la paternità è una sovrastruttura, non innata nell'uomo, hanno ragione le femministe a voler impedire agli uomini di esercitarla chiedendo l'affido esclusivo, dico bene?”
Questo non è un argomento di grande peso, per la verità, primo perché come ho già il fatto che qualcosa sia naturale o civile non comporta nulla, né negativo né positivo, ne deduci che se qualcosa non è naturale ti può essere tolto (da dove l'hai dedotto?). In pratica, le nazioni sono una convenzione sociale, ergo ti togliamo la cittadinanza (!?). Secondo, tu deduci che la maternità sia qualcosa di naturale (e dunque positivo), malgrado proprio sulla maternità all'interno del femminismo è sorta e c'è ancora un dibattito molto acceso su questo argomento due fronti tra quelli che la rigettano (femminismo ugualitario, tra cui Simone de Beauvoir) e quelli che la rivendicano (femminismo della differenza). Comunque qui a noi la maternità non ci interessa, a noi interessa la paternità.

La paternità è innata, l'abbiamo ereditata dalla Natura o è un'istituzione?
Se la risposta è la seconda, siamo d'accordo e la conversazione finisce qui

Se la risposta è la prima, come mi sembra di aver capito dai post precedenti di Vicus criticando la mia affermazione, chiedo per favore di motivarlo elencando gli argomenti logici e possibilmente scientifici (etologici, biologici, etnologi, psicologici, anatomici,...)
dopodiché io ribetterò adoperando i miei e la mia logica.
Grazie
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 30, 2020, 22:24:20 pm
Prima di rispondere una nota: i grassetti e altra formattazione servono unicamente a facilitare la lettura specialmente nel caso di lunghi post. Le citazioni di Santiago sono esatte alla virgola, senza commenti e interpolazioni.
Vorrei innanzitutto porre un paio di domande che considero dirimenti:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2. L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Comincio dalle citazioni per poi passare ai commenti:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).
Qui dici che la cultura, la civiltà o comunque le istituzioni che ne sono alla base (norme civili, valori morali o religiosi) sono state create dalle donne, per di più al solo scopo di ottenere un semplice vantaggio materiale.
E' semplicistico affermare che l'edificio civile, con tutte le sue elaborate espressioni, sia stato costruito dalle donne col fine di ottenere un vantaggio a scapito dell'uomo, sia pure con una presunta "influenza".  Hammurabi o Giustiniano sono stati influenzati da una donna? C'erano donne tra i senatori, nell'esercito, nella classe dirigente?
E' semplicistico affermare che l'uomo si sposi unicamente perché irretito da una donna senza averne alcun vantaggio personale:.
Citazione da: Santiago
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio).
In queste frasi è evidente la connotazione negativa di civiltà e cultura.
In sintesi:
Citazione da: Santiago
la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per te la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo si voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per te non ha portato alcun vantaggio all'uomo.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
A questo obietti:
Citazione da: Santiago
Analizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire,
Si dà però il caso che criticare il matrimonio arrivando a dire che non dovrebbe esistere giuridicamente non è criticare un "aspetto negativo" della società ma significa demolire l'intero edificio civile, in quanto nessuna civiltà neppure primitiva può produrre e trasmettere sapere, tecnologia e arte senza coppie stabili e prole certa, cresciuta in un contesto favorevole alla trasmissione del sapere.
Se il matrimonio non reca alcun vantaggio all'uomo, necessariamente ne consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello, e darsi al "coito coercitivo" ovvero a "relazioni temporanee" che se praticate in massa sono disgregatrici dell'edificio civile e su cui hai manifestato parere favorevole su Stalker Sarai Tu:
Citazione da: Santiago
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi: l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto. Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente mi riferisco a un matrimonio non femminista, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Hai detto inoltre che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).
Questo passaggio conferma che per te il matrimonio, in una visione che ha ben poco di civile, è solo una specie di laccio per intrappolare l'uomo sulla base di motivazioni unicamente sentimentali:
Citazione da: Santiago
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi: non c'è ragione di sposarsi, è solo una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna. Per chi avesse ancora dubbi:
Citazione da: Santiago
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Simili discorsi sull'inutilità e l'abolizione del matrimonio si sentono di solito in comunità di marginali promiscui come i figli dei fiori, o in "Amici Miei" di Monicelli, non tra chi vuole costruire una società funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.

Sulla paternità affermi:
Citazione da: Santiago
La paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana, dici che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisci che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.
Confrontando queste con altre tue affermazioni in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: critichi la monogamia ma mai l'adulterio, anzi ne critichi la sanzione legale/morale) il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, dello "zingaro", che può sembrare avvincente in un film ma nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.

Inoltre:
1. Mai nei tuoi articoli c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla  e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità.
2. Mai dici che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà comunque intesa, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso, critichi valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non sembri vedere: non ti ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi persino in questo topic ti sei sentito in dovere di difendere appoggiando la loro agenda unionista (necessario preludio al matrimonio) le cui ripercussioni sui giovani maschi saranno incalcolabili.
Mai ho letto una tua parola contro utopie scientiste come la procreazione artificiale/utero in affitto che stanno disumanizzando la società (anche da un punto di vista esclusivamente maschile) e perfino la biologia umana.
Continui ad associare le mie opinioni a un attacco all'"omosessualità contro natura", descrivendo come povere vittime gli omosessuali che fanno rimuovere (loro o le femministe che li sostengono) cartelloni e commettono gravi atti vandalici, che varano leggi-bavaglio, che ci sottraggono (Bibbiano) e rovinano i figli (lezioni gender tenute con soldi pubblici), che ci impediscono di manifestare con aggressioni anche fisiche: abbasso Ro$a No$tra ma LGBT No$tra va bene. Evochi pure "garbatamente" scuole religiose per mettere le mie opinioni in una luce negativa ma mai ho parlato dell'omosessualità in quanto tale, ho sempre detto che l'agenda politica omosessuale era contro natura.

Hai talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che sei tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale quindi necessariamente possiamo farne a meno, proprio come afferma il progressismo femminista.

Esponi come una certezza che la paternità non sarebbe connaturata alla specie umana (questo topic non riguarda gli animali). Esiste un consenso scientifico sull'argomento? Esistono pubblicazioni scientifiche a parte la tua ipotesi, che scientifica non è, non essendo stata mai pubblicata su una rivista accademica?
Comunque se anche fosse come dici, ossia che la paternità non è nella natura maschile e il matrimonio una sovrastruttura femminista svantaggiosa per l'uomo, che ragioni ha un uomo per diventare padre ed educare i propri figli? Che ragioni ha per non darli alla donna come vogliono le femministe? Solo il condizionamento sociale (femminile) e ragioni sentimentali? Chiaro che con queste premesse (e la tua menzione della paternità di gruppo) è proprio difficile dire che hai un atteggiamento favorevole verso la paternità.

Un punto fondamentale è: l'attivismo maschile non consiste tanto in ipotesi scientifiche discutibili e comunque non dimostrate, ma come dice la stessa parola in azioni ed obiettivi.
Ora se il matrimonio è svantaggioso e inutile per l'uomo (singolo), la paternità è un costrutto sociale che obiettivi per gli uomini emergono da queste ipotesi? Che dobbiamo chiedere l'affido condiviso solo perché la società e le femmine ci hanno condizionato ad essere padri? Per il bene della "specie"?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 31, 2020, 00:23:21 am
Veniamo adesso alla socializzazione del sesso e della paternità, questione non di poco conto considerato che è nell'agenda del globalismo disumanizzante, che sta rendendo la paternità sempre più un lusso per i pochi selezionati dal sistema.
Nel post precedente abbiamo visto che dai al matrimonio e alla paternità una connotazione fondamentalmente negativa, di istituzioni gravose e inutili all'uomo almeno come singolo.
Ora come è possibile liberare l'uomo dal fardello del matrimonio e della paternità? Ce lo dice Aldous Huxley nella sua distopia socialista, Il Mondo Nuovo che presenta soprendenti affinità con non poche tue affermazioni e preferenze:

"Il romanzo si apre a Londra, nell’anno Ford 632, ovvero il 2540.
La Terra è soggetta al controllo di un governo unico. Tutti i riferimenti al passato ["le istituzioni civili, morali e religiose create dalle femmine"], compresi i libri, sono stati distrutti. L’obiettivo del governo mondiale è quello di assicurare a tutti ordine ed pace, secondo il motto: "Comunità, Identità, Stabilità”. Il nuovo ordine mondiale si basa su principi eugenetici, che regolano strettamente la nascita dei bambini in laboratorio per via extrauterina, avendo cancellato gravidanze e parti."

In tal modo, come hanno sottolineato utenti a favore della riproduzione artificiale e in dichiarata sintonia con le tue idee, che non ritengo casuale, l'uomo è libero del fardello del matrimonio e del mantenimento dei figli. E' quantomeno difficile che il tuo sfavore verso queste istituzioni si traduca in uno sfavore verso la riproduzione artificiale, che infatti in un tuo post recente non consideri negativamente.

"La società del “mondo nuovo” è fortemente comunitaria, anteponendo l’appartenenza ad una classe ai legami privati o familiari. Secondo lo slogan “Ognuno appartiene a tutti”, la famiglia tradizionale è stata abolita, così come il matrimonio o i rapporti di parentela."

Il tuo aperto sfavore verso il matrimonio che ritieni da abolire nella sua stessa base legale, e la paternità considerata una creazione culturale femminile (v. post sopra!) mi sembrano perfettamente compatibili con la visione (o meglio: l'incubo) di Huxley.

"Sempre con finalità di controllo e di ordine, il Governo promuove i comportamenti socievoli e la costante ricerca di divertimenti di tipo consumistico; anche la sessualità, controllata dai contraccettivi, è fortemente incoraggiata [senza nessuna "moralizzazione voluta dalle femmine per loro vantaggio"], per sviare in essa qualunque impulso di ribellione e tensione nei confronti della società. Le persone sono così portate alla poligamia [che "non porta alcun vantaggio all'uomo"] e a legami assolutamente instabili e superficiali [i "legami temporanei" che vedi con aperto favore], mentre chi ama passare il proprio tempo da solo ed è incline alla monogamia non è visto di buon occhio."

Anche qui per quanto mi sforzi non riesco a trovare una contraddizione tra la distopia di Huxley e la tua visione della società. Sostieni che le tue sono affermazioni obiettive e scientifiche, ma se anche fosse non vedo per quale ragione l'incubo di Huxley non dovrebbe essere, sulla base di queste tue premesse, la società "scientificamente" migliore.

Per quanto riguarda la femminista-comunista Kollontaj, anche lei ha una visione in molti punti non secondari, sorprendentemente simile alla tua:

1. Abolizione del matrimonio: hai detto esplicitamente (v. post sopra!) che non c'è alcun motivo per cui l'uomo debba avere un rapporto monogamico e che il matrimonio non dovrebbe legalmente esistere. Per quanto mi sforzi non riesco a vedere contraddizione con la proposta della Kollontaj, né vedo come ciò si possa considerare un "attacco personale"
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": anche qui un'abbondate ridda di citazioni (moralizzazione del sesso solo svantaggiosa per l'uomo, coito coercitivo praticato per milioni di anni e abolito dalle femmine, vantaggi di relazioni temporanee su quelle monogamiche a vita) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che c'è identità di vedute
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": idem come sopra. En passant, nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": in sintesi, spiegava il citato documentario sulla Kollontaj dell'emittente femminista ARTE, la donna deve essere libera di concepire col primo che passa (l'alfa) e dare la prole allo Stato per liberare lei (e di riflesso anche l'uomo) dai gravami della genitorialità.
Se è vero che non hai mai proposto esplicitamente un simile modello, è anche vero che è la perfetta realizzazione delle "relazioni temporanee" che vedi con palese favore e della "paternità collettiva" ("gli uomini del villaggio condividono la paternità") che consideri più vicina alla natura che non prevede "istinto paterno"
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": come detto sopra, ciò libera di riflesso l'uomo da costrizioni che ritieni imposte nei secoli dalle femmine
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare nelle proposte della Kollontaj (ma sono questioni secondarie in questa discussione):
7. Diritto all'aborto (qui non ti sei pronunciato ma dubito che tu sia antiabortista; comunque non è argomento centrale qui)
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo": per esempio anche l'artigliere se "supera gli stessi standard maschili"
9. Asili nido per permettere alle donne di fare quello che fanno gli uomini

Si dà il caso che la Kollontaj, oltre che femminista, fosse un alto funzionario del regime sovietico. Sto dicendo che simpatizzi segretamente per Stalin? Assolutamente no, ma è l'esito cui può condurre la messa in pratica di alcuni aspetti del tuo pensiero: abolizione del matrimonio, relazioni temporanee, socializzazione di sesso e genitorialità ecc.
Non è "attribuire opinioni false a scopo di attacchi personali" affermare che, come aveva ben capito la Kollontaj, quando si dissolvono i legami e le istituzioni familiari in nome del sesso casuale, di rapporti temporanei, dell'abolizione della monogamia subentra la genitorialità di Stato, cioè il gulag.
Lo stesso vale per il capofamiglia (questione non sollevata da te), per cui un altro utente si è iscritto appositamente per farmi il processo politico: quando l'uomo non è più a capo della famiglia, gli subentra lo Stato in una socializzazione dei rapporti e delle decisioni familiari che non promette nulla di buono.

La Kollontaj vagheggiava un inferno comunista per liberarsi dall'"oppressione patriarcale". A cosa possono condurre (sia pure inconsapevolmente) idee simili, per liberarsi da una (del tutto ipotetica se riferita al passato) oppressione matriarcale? Come scriveva Vico, è l'eterogenesi dei fini.*

Ho letto con attenzione i tuoi post, che ho anche citato in abbondanza commentandoli sulla base di conclusioni esclusivamente logiche.
Dalle molte citazioni che ho letto, hai scritto un libro pregevole nello smontare molte menzogne del femminismo.
Ho ritenuto necessario intervenire perché dare una connotazione negativa alle leggi civili e ai valori morali (almeno quelli che citi) e a istituzioni fondamentali come le relazioni stabili, presenti in tutte le culture dall'alba dell'uomo non può che essere dannoso per l'umanità e in primo luogo per il movimento maschile.
Il presente è un incubo per gli uomini non perché "le donne hanno inventato il matrimonio" ma perché il femminismo lo ha distrutto.
Spero vorrai prenderla come una critica costruttiva (come pare abbia fatto Stasi ripensandoci sul femminismo buono) e dedicarti a smontare il femminismo, contando sul mio pieno e incondizionato appoggio.

* La concezione dell'eterogenesi dei fini fu teorizzata per la prima volta da Giambattista Vico, secondo cui la storia umana contiene in sé potenzialmente la realizzazione di certe finalità. In questo senso dunque ben si comprende che il percorso evolutivo dell'uomo è mirato al raggiungimento, tappa dopo tappa, di un qualche fine. Tale percorso non è però da intendersi come lineare. Può accadere che, mentre ci si propone di raggiungere alti e nobili obiettivi, la storia arrivi a conclusioni opposte.

«Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni [...] ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch'essi uomini si avevan proposti

Talvolta infatti l'umanità corre il rischio del "ricorso", ossia rischia di tornare indietro nel prestabilito percorso di auto-miglioramento a causa di errori di natura sociale e/o politica (inaridimento del sapere, perdita di memoria storica). Ma il "ricorso" è soltanto temporaneo. Con forza, coraggio, fatica e sofferenza ogni volta l'umanità ha saputo e saprà sempre riprendere il suo cammino progressivo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Maggio 31, 2020, 23:40:00 pm
Trascrivo qui l'eccellente commento di un utente, che ritengo significativo. Tengo a sottolineare che, come nei miei due post precedenti, non ci sono sarcasmi né epiteti riferiti a Santiago o altri attacchi alla persona, ma solo commenti alle sue idee, che siano "provate scientificamente" come dice o meno. Commenti che, per definizione, non possono essere la "copia" di frasi di Santiago, da me già abbondantemente citate.
Come sempre chi ha fretta può andare ai grassetti che sono essenziali.

[Santiago, nei suoi post in rete] ci presenta un sunto del passato dell'uomo come se fosse uno studio sulle dinamiche comportamentali interne a un branco di primati. Lascia intendere che al netto di millenni di civiltà a muovere l'uomo (soprattutto maschio) siano di fatto ancora le sue pulsioni sessuali e quindi per questo assegnargli un organigramma valoriale che mette sopra a tutto l'importanza della propria “economia sessuale” cioè il puntuale consuntivo dei vantaggi e degli svantaggi che nelle varie circostanze storiche riesce a strappare o a rimetterci nel suo rapporto/scontro con le femmine.
E' quanto meno minimalista e riduttivo livellare e spiaccicare tutta la materia umana su questo piano valutativo mischiando mondo umano e mondo animale.
Non a caso sono speculazioni “accademiche” che non passano nemmeno per l'anticamera del cervello di qualunque maschio abbia deciso o decida di unirsi in matrimonio, come a dire che il sesso conta ma non può essere inteso come il fine che riassume ogni aspetto del rapporto tra un maschio e una femmina.
A fronte di un prevedibile tsunami di obiezioni a base di "fatti specifici" o "testimonianze", dico che se è vero che trattando la ”materia” umana le eccezioni non mancano mai e riguardano ogni suo aspetto, è anche vero che in un quadro dove nella stragrande maggioranza delle culture un dato fenomeno continua a replicarsi praticamente invariato (matrimonio monogamico, famiglia tradizionale di maschio + femmina e figli) questo dato diventa sostanza e regola oggettiva con cui fare i conti e le eccezioni ne diventano una conferma indiretta.
Ridurre sostanzialmente la figura del maschio come un soggetto il cui cervello è un'appendice dei suoi testicoli e che tutto il suo essere si spiega e si risolve nell'assecondare le “necessità” che di là provengono è quantomeno offensivo per la dignità del mondo maschile, arrivare addirittura a contorcere le complesse e sofisticate dinamiche culturali che hanno portato alla codificazione nel tempo di modelli sempre più complessi di società, a un volgarissimo “braccio di ferro” che i due sessi avrebbero ingaggiato per strapparsi a vicenda il maggior numero di vantaggi dall'intreccio dei loro rapporti sessuali è quantomeno dozzinale.
Come è risibile e ridicolo intestare al mondo femminile una capacità di pianificazione e costruzione dei fondamentali di civiltà quasi "divina" e tutto per fini strettamente utilitaristici legati alla propria condizione di vita?!
La civiltà non senza contraddizioni e a volte involuzioni è stata quasi completamente realizzata dai maschi (io ne vado fiero....e Santiago??) proprio quando hanno cominciato a capire che il vivere a questo mondo ha un senso molto più alto e nobile che andare a caccia di femmine facendosi guidare dal proprio membro perennemente in “tiro”.
Sono dell'avviso che via via che l'uomo ha preso coscienza della sua unicità e della sua specificità la questione del sesso è diventata lentamente sempre più collaterale a molte altre cose invece subentravano in ordine di importanza, interessi che lo gratificavano di piaceri diversi ma altrettanto intensi e appaganti di quanto possa dare il copulare compulsivo più o meno selvaggio (inventare, costruire, conquistare, credere) in una parola civilizzare e civilizzarsi.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Giugno 01, 2020, 00:16:13 am
Vicus, premesso che non sono l'avvocato difensore di Santiago, vorrei semplicemente far notare che costui non ha usato esattamente questi termini.

Citazione
Ridurre sostanzialmente la figura del maschio come un soggetto il cui cervello è un'appendice dei suoi testicoli e che tutto il suo essere si spiega e si risolve nell'assecondare le “necessità” che di là provengono è quantomeno offensivo per la dignità del mondo maschile,

Questa è una forzatura bella e buona.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 01, 2020, 00:34:51 am
Non direi: Santiago parla delle relazioni uomo-donna, e degli stessi valori civili, esclusivamente in termini di sesso e di scambio di favori contro sesso, argomento preminente se non esclusivo dei suoi post e chiave di volta della sua storia e della civiltà, che descrive come una sequela di catene aggiunte dalle donne per asservire l'uomo.
Queste citazioni provano che non è una forzatura:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).

Citazione da: Santiago
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.

E soprattutto:

Citazione da: Santiago
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!

Non è questione di difensore, perché Santiago non è un imputato, è solo una critica ad alcune (non tutte) sue affermazioni che spero consideri costruttiva.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 01, 2020, 15:32:43 pm
Una parola sulla recensione che Santiago ritiene falsa perché postata da uno che non ha letto il libro, al solo scopo di danneggiarne le vendite:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni
E' un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà".

L'acquisto è verificato, quindi è certo che l'utente ha acquistato il libro.
Il punteggio è medio, non "zero" e non c'è nessuna stroncatura né linguaggio polemico, che possa suggerire idee politicamente corrette o un intento nocivo. Non penso che due righe su "un impero comunista femminile" possano davvero danneggiare il libro.
Come si può vedere dal profilo, l'utente è sicuramente un uomo, iscritto dal 2014, che compra articoli maschili (elettronica, ecc.):
https://www.amazon.it/gp/profile/amzn1.account.AFLFDHD6OLDWHJBH27AMVQ6SHNFQ/ref=cm_cr_srp_d_gw_btm?ie=UTF8
Nessun acquisto o recensione che suggerisca idee femministe o politicamente corrette, da quel che compra mi pare un "geek" sulla ventina che non s'interessa di femminismo e di politica.
Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata.

Comunque si confronti il titolo del recensore:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni"

con un'altra recensione a 5 stelle che dice cose simili:

"Ottimo libro, scrittura pulita e non complessa, l'autore è molto appassionato ed emotivamente coinvolto dall'argomento trattato"

Questa secondo me è la prova che il primo recensore, oltre ad averlo certamente acquistato, ha anche letto il libro.

Comunque, sia chiaro, è una questione del tutto secondaria.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 01, 2020, 19:05:56 pm
Scrivo di seguito i miei argomenti, così da avere un quadro d'insieme e chi vuole eventualmente replicare almeno non deve andarseli a cercare.

Per quanto riguarda il coito coercitivo (questione comunque non centrale nel topic) un fatto troppo documentato e con molti riscontri nelle varie culture occidentali per non essere vero almeno nela sostanza: il ratto delle Sabine.

Notiamo innanzitutto che è un evento arcaico, la civiltà latina era ai suoi albori, si potrebbe quasi dire che, culturalmente parlando, usciva dalla sua preistoria.

Roma era stata appena fondata da uomini senza nessuna "influenza" femminile. La popolazione era costituita da soli maschi.

Ora cosa fanno questi uomini? Se ne vanno in giro per la Sabina a sfogare le loro pulsioni, evitando seccature femminili come australopitechi qualsiasi? No: si cercano le sabine per avere figli e popolare la loro nuova città. Secondo lo storico Tito Livio non vi fu neppure violenza.
Le femmine li hanno forse obbligati a questa paternità "non innata"? Assolutamente no, anzi è vero l'opposto.

Secondo la teoria del coito coercitivo (e anche "paternità collettiva", utero artificiale, in "affitto" ecc.) potevano benissimo tenersi i figli e mandare le donne a quel paese. Invece cosa fanno? Le sposano, causando pure una guerra che non ci sarebe stata se le avessero "restituite". Chi li ha obbligati? Nessuno. Sono stati "irretiti e intrappolati" dalle sabine? Nemmeno, perché la "legge" erano loro, potevano benissimo mollare le sabine e continuare a dilettarsi in una pratica di supremo "vantaggio" maschile, la copula sparsa nella campagna romana.

In tutte le culture del mondo, latine, germaniche, africane, indiana, dell'Estremo Oriente, ci sono prove che il coito coercitivo viene praticato esclusivamente in brevi momenti, da barbari verticali, come li definisce Ortega y Gasset, una gioventù di personalità informe perché per età è non-civilizzata, espulsa dai patres perché in sovrannumero.
Già nei Veda un dio-teppista, Rudra, comanda una banda di semidei adolescenti scatenati al saccheggio gratuito, alle imprese guerresche, che si eccitano col soma: una bevanda di cui sappiamo solo che era uno stupefacente. La storia di Romolo e dei suoi primi romani, tutti maschi giovani che rapiscono per bravata le Sabine, è la più dettagliata: la scoperta del sesso come fatto di gruppo, fra risate masnadiere e ribalderie.
È infatti dalla banda giovanile che ha origine il primo gruppo umano organizzato, la prima forma di Stato. I nomi delle più antiche formazioni politiche, in Grecia e a Roma, tradiscono quell’origine: eterìe o fratrìe, gruppi di “eguali” o di “fratelli”, rigorosamente maschili; la curia, o co-viria, drappello di giovani maschi armati. I coetanei formano un gruppo solido e pericoloso, appartato dalle altre generazioni, segregato dai suoi rituali “segreti” che servono a saldare l’identità di ciascuno con quella del collettivo: a Sparta, il pasto comune degli Spartiati; nelle società dell’Africa o dell’Asia, la “casa degli uomini” riservata ai maschi prima delle nozze, club, tempio e covo della banda giovanile, luogo di riti che le donne della tribù non devono vedere, pena la morte.
Nel mondo italico restano tracce incerte di un rito antichissimo e tremendo, il ver sacrum. Quando la popolazione di un gruppo arcaico diventa eccessiva sulla sua terra, le messi vengono lasciate sui campi; e la verde messe dell’uomo, i maschi adolescenti, viene ugualmente mandata a perire. Il grano biondo è consacrato agli dei inferi; la bionda gioventù espulsa ritualmente, come morta, con il divieto di tornare indietro: dovrà conquistarsi una propria terra nelle tenebre esteriori, nell’ignoto infestato da fiere e da nemici mostruosi. La civiltà indoeuropea si sparse quasi certamente così, con espulsioni periodiche di eterie, tra l’Asia e l’Europa. La fiaba di Pollicino e dei suoi “fratelli”, mandati a perdere nella foresta primordiale dai genitori incapaci di nutrirli, conserva il ricordo angoscioso di questa dura usanza.
I vecchi, i patres che così la espellevano, sapevano bene che cosa avrebbe sostenuto la banda dei ragazzi esposta alle violenze e alle magie delle terre selvagge: precisamente l’ardimento scervellato, il gregarismo che, crudele verso gli “estranei”, si fa disciplina militare; l’esagerata baldanza di tutti che copre la paura di ognuno, l’essere “tutti per uno e uno per tutti”: personalità incipienti, ancora senza identità, e perciò fungibili. È l’età in cui la vitalità accetta alla leggera il rischio mortale (quale è il saccheggio, il coito coercitivo ecc.: altro che "vantaggio", se vi prendete una donna con la forza la sua tribù vi seppellisce), in cui capita di perire per eccesso di voglia di vivere, di farsi uccidere per gioco. O per sport.
È facile manipolare la vitale stoltezza giovanile. Per millenni, i patres l’hanno sfruttata solo per esigenze estreme e superiori, con pia mancanza di scrupoli. I patres hanno sempre saputo che la banda giovanile, pericolosa nella tribù, “serviva” nelle durezze della guerra: dove la morte degli amici, l’ascesi atletica e militare, avrebbero infine fatto delle giovani belve - quelle sopravvissute - degli uomini adulti.
Questo è il modello che il neo-primitivismo di oggi, la nostra società immatura e barbarica considera "normale" quando normale non è mai stato: l'uomo informe, il teppista adolescente che vede tutto in termini di sesso e ribalderie, come vediamo all'uscita delle discoteche il sabato sera.
E' davvero semplicistico e riduttivo pensare che la saggezza dei patres sia soggetta alla petulante influenza femminile e che elaborate e complesse civiltà siano il frutto della maliarda idiozia di oche giulive.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Giugno 01, 2020, 19:17:13 pm
Non direi: Santiago parla delle relazioni uomo-donna, e degli stessi valori civili, esclusivamente in termini di sesso e di scambio di favori contro sesso, argomento preminente se non esclusivo dei suoi post e chiave di volta della sua storia e della civiltà, che descrive come una sequela di catene aggiunte dalle donne per asservire l'uomo.
Queste citazioni provano che non è una forzatura:
E soprattutto:

Non è questione di difensore, perché Santiago non è un imputato, è solo una critica ad alcune (non tutte) sue affermazioni che spero consideri costruttiva.

Vedi, il fatto è che nelle parole di Santiago c'è una parte di verità.
Non è forse vero che parlamenti quasi esclusivamente maschili si son calati le braghe di fronte alle femmine ?
Prendiamo la legge Merlin: un parlamento composto quasi esclusivamente da uomini che però danno retta a una femmina e in un' epoca in cui il femminismo non era certamente diffuso e incistato come lo è oggi.
Un motivo ci sarà.

Poi su altri punti son d'accordo con te.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 01, 2020, 19:54:13 pm
Vedi, il fatto è che nelle parole di Santiago c'è una parte di verità.
Non è forse vero che parlamenti quasi esclusivamente maschili si son calati le braghe di fronte alle femmine ?
Prendiamo la legge Merlin: un parlamento composto quasi esclusivamente da uomini che però danno retta a una femmina e in un' epoca in cui il femminismo non era certamente diffuso e incistato come lo è oggi.
Un motivo ci sarà.

Poi su altri punti son d'accordo con te.
Certo ma sicuramente non è avvenuto per incantesimi femminili.
Una cosa che la teoria di Santiago non spiega è che mai nel mondo antico e perfino contemporaneo le donne sono state accettate in Parlamento o istituzioni dello stesso livello. Se mai ci sono state eccezioni in qualche tribù della Nuova Guinea, confermano la regola. Quindi è un fenomeno essenzialmente moderno, che spiego così: il femminismo, creato in determinati "laboratori sociali" fin dall''800, è un'dea moderna e di elite maschili, un'arma per indebolire le nazioni* dove viene diffusa. Già ai tempi della Merlin c'era questo clima culturale, di cui allora si facevano portavoce i comunisti.
Stranamente però, ed è un fatto incontestabile, Santiago (sempre nei suoi pezzi in rete) non nomina mai queste centrali di potere (ONG, fondazioni miliardarie, ecc.) ma si sofferma sempre, ammantandosi di scientificità senza aver mai pubblicato come prevedono i protocolli scientifici, su un remoto passato e specificamente su leggi civili, valori etici, morali, spirituali insomma sui mattoni essenziali di ogni civiltà.
Ormai anche le pietre dicono che il consumismo mercantile, globale e arcobaleno, ci vuole umani informi, senza identità neppure sessuale, senza genitori definiti (affittati, clonati e bioingegnerizzati), fluidi, "meticci" e "non binari", intenti solo a soddisfare pulsioni immediate come poppanti nell'asilo globale, perché favoriscono i consumi.
Non accuso Santiago di nulla ma nei fatti sono indubbie convergenze.

* Fonte e prova, ovviamente non l'unica, un testo di Richard Hooker addirittura del 16° secolo su come fare una rivoluzione rovesciando i valori costituiti:
Citazione
Scegliere un agitatore tra i nostri adepti e strumentalizzare le donne [altro che "influenza femminile nei secoli"]

Una funzione importante sarà affidata alle donne nella formazione di queste società, in ragione della debolezza del loro giudizio [di nuovo: altro che influenza "sessuale"], della loro maggiore emotività, e dal fatto che sono più inclini degli uomini a svolgere il ruolo di servizio di informazioni sugli umori della loro cerchia familaire, più liberali, infine, sul piano finanziario.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Giugno 01, 2020, 21:04:01 pm
Vicus

Citazione
Una cosa che la teoria di Santiago non spiega è che mai nel mondo antico e perfino contemporaneo le donne sono state accettate in Parlamento o istituzioni dello stesso livello.

Lo so, infatti ho già scritto "Poi su altri punti son d'accordo con te."
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 02, 2020, 21:09:59 pm
Una parola sulla recensione che Santiago ritiene falsa perché postata da uno che non ha letto il libro, al solo scopo di danneggiarne le vendite:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni
E' un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà".

L'acquisto è verificato, quindi è certo che l'utente ha acquistato il libro.
Il punteggio è medio, non "zero" e non c'è nessuna stroncatura né linguaggio polemico, che possa suggerire idee politicamente corrette o un intento nocivo. Non penso che due righe su "un impero comunista femminile" possano davvero danneggiare il libro.
Come si può vedere dal profilo, l'utente è sicuramente un uomo, iscritto dal 2014, che compra articoli maschili (elettronica, ecc.):
https://www.amazon.it/gp/profile/amzn1.account.AFLFDHD6OLDWHJBH27AMVQ6SHNFQ/ref=cm_cr_srp_d_gw_btm?ie=UTF8
Nessun acquisto o recensione che suggerisca idee femministe o politicamente corrette, da quel che compra mi pare un "geek" sulla ventina che non s'interessa di femminismo e di politica.
Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata.

Comunque si confronti il titolo del recensore:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni"

con un'altra recensione a 5 stelle che dice cose simili:

"Ottimo libro, scrittura pulita e non complessa, l'autore è molto appassionato ed emotivamente coinvolto dall'argomento trattato"

Questa secondo me è la prova che il primo recensore, oltre ad averlo certamente acquistato, ha anche letto il libro.

Comunque, sia chiaro, è una questione del tutto secondaria.

Vicus, sei impossibile. Mi arrendo. Ho chiesto per favore di parlare su un unico e singolo argomento che interessava te perché me lo avevi contestato: la Paternità.
Ho chiesto per favore di non iniziare centinaia di altri argomenti. Ho chiesto di elencare degli argomenti sulla paternità refutando la mia posizione per poter controbattere. Eccoci qua, papiro dietro papiro. Contesti tutto e su tutto. Mi dispiace non riesco a starti dietro non ho tanto tempo.
Tra l'altro ho letto i tuoi messaggi, malgrado l'estensione di quanto hai scritto, non ho trovato nessun argomento, come avevo per favore chiesto, che sostenga la tua tesi della paternità innata nella natura maschile. Nessun argomento! Critichi e critichi e critichi, perché non ti piace (ecco il tuo argomento) ma non offri nessun argomento logico o scientifico che refuti la mia posizione. Così è impossibile dibattere, senza argomenti. Se vuoi parlare di paternità innata nella natura maschile devi legittimare quanto sostieni, altrimenti non si può refutare nulla perché non argomenti nulla.

Invece mi ritrovo qui la recensione di Amazon, (nuovamente!) che non c'entra nulla con l'argomento (nuovamente!), suggerendo che io sto mentendo (!): "Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata."

Io ti ho contestato di aver fatto copia e incolla di una recensione (che verosimilmente è falsa, ma questo tu non lo potevi sapere, come avevo esplicitamente scritto) non perché è presumibilmente falsa, ma perché l'hai usata come argomento ad hominem, cioè per non sentirti troppo solo nelle tue critiche. Infatti il contenuto della recensione non c'entra e continua a non c'entrare nulla con qualsiasi argomento che ho trattato in questo forum!

Non solo la riporti di nuovo, anche se il contenuto continua a non c'entrare niente con l'argomento, ma non contento ti metti a fare l'avvocato del "recensionista", suggerendo tra l'altro che sto mentendo.

Di nuovo, ripeto, il libro non "spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene" perché il libro appena accenna l'attualità, che è trattata nel secondo volume.
Di nuovo, ripeto, il libro non spiega che gli uomini stanno male "specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione", è assolutamente falso, questo è trattato nel secondo volume.
Nell'introduzione del libro spiego che il libro nasce da un'esperienza personale di separazione, cioè "probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione", cioè "emotivamente coinvolto" è plausibile, e ci si arriva leggendo due pagine di introduzione.
Come avevo già scritto (!) "al massimo ha letto l'introduzione" perché nel resto della recensione parla di cose che non sono affatto nel libro (cioè nel primo volume al quale è riferita la recensione). La recensione è verosimilmente falsa.

Se domani ritrovo la forza e il tempo, cerco di mettere giù qualche riflessione su quello che dici e sulla paternità.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 02, 2020, 21:22:02 pm
Santiago se per te va bene cancelliamo gli ultimi 2 post e chiudiamo una volta per sempre con la storia della recensione.
Non ho mai scritto che stai mentendo!
Sei anche tu a dover provare che la paternità non è connaturata al'uomo.
Dici che le tue sono certezze scientifiche: che qualifiche hai? Hai pubblicato? Dove?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 02, 2020, 22:17:24 pm
Sul tema australopiteco rispondo qui per non sparpagliare i post. Dice Santiago:
Citazione da: Santiago
Immagino che come tutte le popolazioni di mammiferi che vivono in gruppo, tra cui i nostri parenti più stretti, le scimmie. Non vedono che per loro sia stato un problema. Tu ancora fai fatica a capire che quando si parla della Storia dell'uomo si inizia dall'australopiteco 4 milioni circa di anni fa. Non so a quali bisonti stavi pensando, ma se pensavi probabilmente a quelli americani, le popolazione nomade arrivano in America tra i 16.000 e 12.000 a.C. Ancora non riesci a concepire il tempo nella sua estensione. Anche il processo, semmai è esistito, che ho definito il primo mattone della civiltà, il divieto del coito coercitivo, non avviene in una data precisa, è un processo lunghissimo che arriva talvolta nei periodi storici (di scrittura) in momenti di guerre e conquiste ad esempio. Ti sei impegnato anche a mettere una data.
L'australopiteco era quasi una scimmia col 60% in meno di cervello. Sto parlando della specie umana (sapiens sapiens) comparsa decine di migliaia di anni fa. E per la specie umana ci sono prove che aveva sin dai suoi albori un'organizzazione complessa del tutto incompatibile con un modello animale, in cui il maschio si limita a fecondare la femmina e quest'ultima porta avanti gravidanze, parti e per di più nel periodo interessante deve cacciare il bisonte per sopravvivere. E' impossibile! Una società così "animale" non ha l'organizzazione per produrre Altamira. Poi come riescono queste donne "tuttofare" a crescere dei cacciatori maschi? A inventare e trasmettere leggi e rituali complessi, tra una copula coatta e una caccia al rinoceronte, con dieci pargoli "coercitivi" al seguito di cui due in allattamento? :D
L’uomo non è mai stato “selvaggio”: sappiamo che dalla notte dei tempi ha vissuto nella cultura, non nello “stato di natura”. Fin da principio, l’ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza o la volontà di potenza, ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico.
La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica: la captazione di una essentia; i “primitivi” sapevano pure, a Lascaux, dipingere vivissime scene naturalistiche, quando volevano suscitare la simpatia magica. La conoscenza di popoli diversi ci ha reso impossibile ridurre gli uomini “primitivi”, etnologici o tribali, a barbari: non è mai la vitalità nativa che li spinge, ma una cultura e una storia. Ogni convivenza umana - tranne la nostra “di massa” - è l’emergenza attuale di un passato consegnato.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 03, 2020, 12:21:28 pm
l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà

Si dà però il caso che criticare il matrimonio arrivando a dire che non dovrebbe esistere giuridicamente non è criticare un "aspetto negativo" della società ma significa demolire l'intero edificio civile, in quanto nessuna civiltà neppure primitiva può produrre e trasmettere sapere, tecnologia e arte senza coppie stabili e prole certa,

“l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà”
Qui ci addentriamo su discorsi filosofici. Hai fatto bene a nominare lo storicismo di Vico. L’idea di Vico della Storia come continuo rinnovarsi di cicli secondo un ordine progressivo (età primitiva, età poetica ed età civile) è ripresa dagli Illuministi che concepiscono la Storia come un costante progresso dell’uomo (la teoria del progresso di Condorcet) , ovvero come un suo allontanarsi sempre di più dai vincoli naturali e sovrannaturali grazie al prevalere della ragione sulle passioni e sui sentimenti. Questo percorso lineare sembra smentito da certi momenti o episodi storici (ad esempio bomba nucleare oppure campi di concentramento), eccezioni di passaggio che secondo gli accoliti di questo pensiero non inficerebbero il raggiungimento ultimo (a tutti gli effetti, una “teoria vaccinata”, come li definiva Karl Popper). Non necessariamente tutti dunque la pensano così (la più nota concezione del tempo diversa è quella dell'eterno ritorno).
Dunque l'obiettivo che fissi per l'attivismo maschile, il ristabilimento della civiltà (quale civiltà?) è legittimo, però mi sembra del tutto personale, una discussione che cade più nell'ambito della filosofia che delle questioni maschili.

Nessuno ha parlato di “demolire” il matrimonio. Ho detto che lo Stato non si deve immischiare, né legiferare il modo in cui le persone decidono di vivere in coppia, in gruppo o come piace a loro, secondo le loro convinzioni morali o religiose.
Lo Stato non legifera la preghiera. E non mi pare che la preghiera non esista in questo mondo. Ognuno prega secondo le proprie convinzioni. Non è un compito dello Stato occuparsi della preghiera, è un compito delle religioni e delle convinzioni personali.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 03, 2020, 12:24:10 pm
Non ho mai scritto che stai mentendo!

Le parole! Le parole sono importanti, perché si rischia di capovolgere il significato delle cose. Ecco anche il rischio di “indovinare” o “interpretare le intenzioni” nelle parole degli altri. Un avvertimento che vale per tutti, me compreso.
Non è lo stesso “dire” che stai mentendo che “suggerire” che stai mentendo. Io ho scritto:
“suggerendo che io sto mentendo” “suggerendo tra l'altro che sto mentendo”

Ti faccio un esempio. In un post hai scritto: “Fino a prova contraria l'estimatore di fantasie e stupri sei tu, facendo addirittura del mai dimostrato coito coercitivo il perno di tutta la civiltà.” Semmai io affermo esattamente il contrario. E come affermare che Levi-Strauss “ha fatto dell'incesto il perno di tutta la civiltà”. No! È il contrario semmai, “ha fatto del DIVIETO di incesto il perno di tutta la civiltà” e io “avrei fatto del DIVIETO di coito coercitivo il perno di tutta la civiltà”. E ancora, il termine perno non vuole dire “punto di partenza” o, come l'ho definito io “primo mattone”.
Il “perno” è (dizionario) “elemento principale”.
Lo ripeto per l'ennesima volta, la moralizzazione del sesso fa parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà (moltissimi altri valori e progressi spirituali e scientifici non hanno a che fare con il sesso). Infatti, io ho contestato nel mio libro, e anche in questo forum, la posizione centrale che la scuola di Francoforte, Freud o Simone de Beauvoir concedono al sesso nella costruzione del mondo. È un aspetto molto importante ma non è l'unico.
Sei tu che lo rendi il “perno”, il centro del mondo quando lanci i tuoi avvertimenti apocalittici  quando parli esplicitamente di distruzione della Civiltà se modifichiamo la moralizzazione del sesso (compreso l'istituzione del matrimonio), e suggerisci che sia al centro del mio pensiero e della mia opera. I due volume che ho scritto contengono complessivamente 1180 pagine, quelle riferite alla moralizzazione del sesso, al sesso e alla nascita della civiltà complessivamente riguardano 68 pagine.

Evoluzione umana: Austrolopitecus – Homo habilis – Homo erectus – Homo neardenthal – Homo sapiens – Homo sapiens sapiens.
Nei milioni di anni dell'evoluzione umana, il primato del sesso come preoccupazione del singolo è una proiezione che facciamo gli esseri umani oggi (e che fai anche tu), ma che a mio avviso non si corrisponde con la realtà d'allora. Come succede per altri specie,  l'homo maschio che prendeva una femmina lo faceva come prendeva una mela dall'albero, o beveva acqua da un ruscello, e la femmina di solito si lasciava prendere senza conseguenze né fisiche (escluse gravidanze) né, ancor meno, psichiche.
Siamo noi, con la nostra moralizzazione introiettata attuale, che giudichiamo e riteniamo intollerabili certi comportamenti.

Tu hai scritto: “L’uomo non è mai stato “selvaggio”: sappiamo che dalla notte dei tempi ha vissuto nella cultura, non nello “stato di natura”. Fin da principio, l’ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza o la volontà di potenza, ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico. La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica: la captazione di una essentia; i “primitivi” sapevano pure, a Lascaux, dipingere vivissime scene naturalistiche, quando volevano suscitare la simpatia magica.”  Sono in disaccordo. Prima perché di nuovo ridimensioni il tempo dell'umanità a un tempo molto ravvicinato. Le pitture parietali nelle grotte (Altamira o Lascaux) risalgono a circa 30.000 anni a. C., fino ad oggi, un periodo molto piccolo del tempo complessivo dell'evoluzione dell'uomo. Secondo, perché non c'è un distacco netto tra natura e civiltà, ancora oggi molti dei nostri comportamenti, che riusciamo a fatica a controllare, sono da addebitare alla natura. La nascita della cultura (o civiltà) e la sua evoluzione, fa parte di un progresso lunghissimo dove natura e civiltà si intersecano continuamente. La scoperta e il controllo del fuoco, ad esempio, fa parte della civiltà. Terzo, proietti i tuoi valori e le tue aspettative agli esseri umani di altre epoche che, al contrario di quello che affermi, erano ossessionati dalla sopravvivenza in un ambiente ostile (come succede con gli animali delle altre specie). Il sesso, o il sacro, forse rientrano nel secondo gradino della piramide di Maslow, ma al primo posto si trovano i bisogni fisiologici. Tanto è vero, e proprio parlando dagli esseri umani in epoche più strutturate (dove esiste collaborazione di gruppo che agevola la sopravvivenza), che nelle pitture parietali che nomini, ovunque, c'è ricorrente un tema e solo un tema: la caccia, cioè il cibo, cioè la fame (l'argomento era quello e sempre quello, al di là delle intenzioni magiche attribuite successivamente) Dove sono le rappresentazioni ricorrenti del sesso, o delle danze, o dei riti magici in queste pitture? Il sesso non è la loro preoccupazione.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 03, 2020, 12:26:49 pm
Sei anche tu a dover provare che la paternità non è connaturata al'uomo.

Paternità. Facile. “Ci sono molte isolate società pretecnologiche in cui la paternità non è chiara” (Kristen Hawkes, antropologa Università dello Utah). Como puoi capire logicamente basta un semplice esempio di società esistita in questa maniera per smontare l'universalità del concetto di paternità innata nella natura maschile. Eccone uno: tra i Bari della Colombia e del Venezuela la “paternità divisibile”, l'idea che un bambino possa avere vari padri (cioè paternità di gruppo), è opinione comune: si ritiene che il 24% dei bambini Bari e il 63% dei bambini Aché (Paraguay) abbiano padri multipli.

Comunque la stessa narrazione femminista, che presuppone la nascita della schiavitù delle donne nel matrimonio al momento della scoperta della paternità da parte dell'uomo, motivo per cui l'avrebbe “schiavizzata”, per garantirsi una paternità certa (al contrario di quello che succedeva prima nel favoloso Matriarcato, figli che crescevano senza padri), sta di fatto negando la paternità innata nella natura maschile (è stato un sentimento successivo, nato da una scoperta).

A proposito di questo, approfitto per farti notare che in qualche post precedente hai criticato il fatto che io parli di discorsi teorici ed epoche perse nel tempo senza importanza, di “ipotesi scientifiche discutibili” invece di concentrarmi sulle problematiche attuali. Il motivo è semplice. La mia opera è un lavoro di smentita di testi e teorie di storiche femministe. Dunque, anche su questi argomenti. Sono le femministe per prime che creano le loro narrazioni maschio-colpevolizzanti che parlano della creazione della civiltà, della paternità possessiva (Engels, Bachofen, Kate Millet, Steinem, Phyllis Chesler, J. Mitchell...), sono le femministe che parlano di “cultura dello stupro” (quando è vero proprio il contrario) e della costruzione  culturale dello “stupratore” tra gli esseri umani che non esistono nelle altre specie di animali (Brownmiller, cosa che è assolutamente falso). Io mi limito a ribattere, là dove penso che non hanno ragione. Se oggi siamo qui e perché le femministe hanno creato una “narrazione storica del mondo”.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 03, 2020, 16:01:06 pm
Citazione da: Santiago
Dunque l'obiettivo che fissi per l'attivismo maschile, il ristabilimento della civiltà (quale civiltà?) è legittimo, però mi sembra del tutto personale, una discussione che cade più nell'ambito della filosofia che delle questioni maschili.
E' eloquente il fatto che consideri la civiltà addirittura un fatto personale, irrilevante nell'attivismo maschile.
Per civiltà non intendo Platone, o Mozart, di cui il genere umano pur regredendo potrebbe fare a meno.
Mi riferisco a istituzioni civili e valori etici senza le quali la società non può sussistere e infatti si sta disintegrando rapidamente: tra pochi decenni la popolazione occidentale probabilmente sparirà.
Ora dire che queste leggi civili e valori morali sono state inventate dalle femmine (facendo dell'uomo una bestia, e infatti continui a far risalire la "storia dell'umanità" a esseri scimmieschi), che non sono di alcun vantaggio all'uomo, significa non solo far torto all'uomo e al suo genio ma, come ho già detto, suggerisce che di queste leggi e valori inutili, creati dalle femmine a loro vantaggio, il maschio può e verosimilmente deve disfarsi. Non ripeto le inequivocabili citazioni riportate all'inizio.
Ciò è pienamente confermato dalla tua visione del matrimonio, considerato superfluo e ridotto ad affare privato, a convinzione personale non indispensabile alla sussistenza della società, come la "preghiera":
Citazione da: Santiago
Nessuno ha parlato di “demolire” il matrimonio. Ho detto che lo Stato non si deve immischiare, né legiferare il modo in cui le persone decidono di vivere in coppia, in gruppo o come piace a loro, secondo le loro convinzioni morali o religiose.
Lo Stato non legifera la preghiera. E non mi pare che la preghiera non esista in questo mondo. Ognuno prega secondo le proprie convinzioni. Non è un compito dello Stato occuparsi della preghiera, è un compito delle religioni e delle convinzioni personali.
Come ho già detto molte volte, un matrimonio non riconosciuto legalmente è inesistente: per esempio un musulmano può prendere la moglie ad un sikh perché il matrimonio sikh non è valido per i musulmani…
Poi non si tratta solo di donne ma di vero e proprio ordine pubblico: opponibilità ai terzi del matrimonio (che siano musulmani, cattolici, atei o indù), paternità (quella che secondo te "non esiste in natura") educazione dei figli ecc.
Da notare che in quanto dici riaffiora nuovamente l'idea di socializzazione del sesso e della genitorialità ("decidono di vivere in gruppo") già della femminista-comunista Kollontaj e del socialista Huxley. Da quel che scrivi consideri questa, come minimo, un'opzione possibile.
Citazione da: Santiago
"facendo addirittura del mai dimostrato coito coercitivo il perno di tutta la civiltà.” Semmai io affermo esattamente il contrario. E come affermare che Levi-Strauss “ha fatto dell'incesto il perno di tutta la civiltà”. No! È il contrario semmai, “ha fatto del DIVIETO di incesto il perno di tutta la civiltà” e io “avrei fatto del DIVIETO di coito coercitivo il perno di tutta la civiltà”.
Dizionario:
Perno: centro di riferimento di capitale importanza.
E' evidente che parli del divieto di coito coercitivo non solo in senso cronologico, ma come di elemento chiave della civiltà, sicuramente il più importante altrimenti avresti detto: la civiltà comincia con le pitture rupestri, i riti sacri, i manufatti.
Del resto fai del sesso il perno della civiltà quando dici che le donne hanno inventato matrimonio, leggi civili, valori morali e religiosi (praticamente c'è tutto quanto costituisce la civiltà!) per sfruttare la sessualità dell'uomo per vantaggio personale.
Citazione da: Santiago
Nei milioni di anni dell'evoluzione umana, il primato del sesso come preoccupazione del singolo è una proiezione che facciamo gli esseri umani oggi (e che fai anche tu), ma che a mio avviso non si corrisponde con la realtà d'allora. Come succede per altri specie,  l'homo maschio che prendeva una femmina lo faceva come prendeva una mela dall'albero, o beveva acqua da un ruscello, e la femmina di solito si lasciava prendere senza conseguenze né fisiche (escluse gravidanze) né, ancor meno, psichiche.
Siamo noi, con la nostra moralizzazione introiettata attuale, che giudichiamo e riteniamo intollerabili certi comportamenti.
Per l'ennesima volta, sto parlando della specie umana sapiens, non di esseri scimmieschi col 65% di cervello in meno (sempre posto che l'australopiteco praticasse il famigerato coito coercitivo).
Ora la femmina umana non è in grado di provvedere a sé con dieci figli al seguito avuti da padri ignoti. Succede solo con i sussidi della società barbarica a femminista di oggi.
Citazione da: Santiago
Tu hai scritto: “L’uomo non è mai stato “selvaggio”: sappiamo che dalla notte dei tempi ha vissuto nella cultura, non nello “stato di natura”. Fin da principio, l’ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza o la volontà di potenza, ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico. La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica: la captazione di una essentia; i “primitivi” sapevano pure, a Lascaux, dipingere vivissime scene naturalistiche, quando volevano suscitare la simpatia magica.”  Sono in disaccordo. […] Nelle pitture parietali che nomini, ovunque, c'è ricorrente un tema e solo un tema: la caccia, cioè il cibo, cioè la fame
E' un po' come paragonare l'arte preistorica al noto cartoon in cui un uomo con un piatto vuoto, cerca di ingannare la fame mettendo a tavola un'immagine come questa:

(https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcRkFSIUB5Yy3i7DIeBHU5Rm_3QQSDuP6gP3VdE3f3-p83SfbJ-Flw&s)

Tra le pitture rupestri troviamo anche animali, che non erano bistecche ma avevano valore sacro, e persino impronte umane, che avevano altrettanto valore sacro e iniziatico:

(https://www.focus.it/site_stored/imgs/0001/047/eye_0913664_web.630x360.jpg)

Come spieghi questa pittura, col fatto che erano cannibali?
Citazione da: Santiago
Paternità. Facile. […] Tra i Bari della Colombia e del Venezuela la “paternità divisibile”, l'idea che un bambino possa avere vari padri (cioè paternità di gruppo), è opinione comune: si ritiene che il 24% dei bambini Bari e il 63% dei bambini Aché (Paraguay) abbiano padri multipli.
Sono esempi, oltre che non pertinenti (una qualche paternità c'è), di gran lunga minoritari ed estremi, di cui ometti di dire che secondo alcuni studiosi, emergerebbero problemi di gelosia (per la paternità incerta) come nel resto del pianeta. Allora si potrebbe anche dire:
"Maternità. Facile. Basta un solo esempio per dire che la maternità non è innata. Nelle primitive culture balcaniche insediate nella penisola italica, le donne lasciano spesso i figli appena partoriti in appositi contenitori, detti cassonetti. Ciò prova scientificamente l'esistenza della "maternità coercitiva", inventata dagli uomini per garantirsi con sovrastrutture morali e religiose (come diceva Marx) lavoratori nei campi, cacciatori e soldati a spese delle femmine."
Non mancano altri esempi nelle società anche recenti, che hanno cercato di attenuare se non eliminare (anche) la maternità allevando i figli in falansteri: dall'idea esplicita di "maternità sociale" della stessa Kollontaj (quindi voluta proprio da una donna), a varie comuni per esempio in America Latina (Colonia Dignidad), ai kibbutz oggi quasi scomparsi o riformati, senza contare i molti esempi succedutisi nei secoli, mai realizzati o abbandonati.
Poiché dici che le parole hanno importanza, io ho detto che la paternità è "connaturata alla specie umana" (dizionario: profondamente radicato), per cui non esiste società umana, neppure quelle che citi, in cui gli uomini hanno rapporti sessuali casuali del tutto slegati dalle conseguenze, e lasciano alle femmine la prole rinunciando alla paternità. Ci sono singoli uomini che lo fanno (le donne abortiscono o buttano nella spazzatura) ma questi "singoli esempi" non valgono a dimostrare il tutto.
C'è una ragione per cui la poliandria (in cui la paternità comunque sussiste) che descrivi è rarissima, probabilmente perché non è possibile risalire con certezza al padre, il che la rende un'usanza contro natura.
Citazione da: Santiago
Comunque la stessa narrazione femminista, che presuppone la nascita della schiavitù delle donne nel matrimonio al momento della scoperta della paternità da parte dell'uomo, motivo per cui l'avrebbe “schiavizzata”, per garantirsi una paternità certa (al contrario di quello che succedeva prima nel favoloso Matriarcato, figli che crescevano senza padri), sta di fatto negando la paternità innata nella natura maschile (è stato un sentimento successivo, nato da una scoperta).
Non ti sei accorto che nelle tue ipotesi avalli proprio il "favoloso matriarcato" senza padri delle femministe. Ma noi dovremmo fare di meglio che seguire le loro favole.
Citazione da: Santiago
A proposito di questo, approfitto per farti notare che in qualche post precedente hai criticato il fatto che io parli di discorsi teorici ed epoche perse nel tempo senza importanza, di “ipotesi scientifiche discutibili” invece di concentrarmi sulle problematiche attuali. Il motivo è semplice. La mia opera è un lavoro di smentita di testi e teorie di storiche femministe.
Ma non parli solo di fatti passati, bensì di ipotesi che consideri scientifiche e insite nella natura umana quindi valide per ogni epoca!
La confutazione di una tesi non consiste necessariamente nel suo contrario: se le femministe dicono che il matrimonio è un'imposizione della paternità, non è necessario dimostrare che la paternità l'hanno inventata le femmine!
Comunque da quello che scrivi (o non scrivi: anche le omissioni contano) emerge un indubbio sfavore verso le leggi civili, i valori morali e spirituali, l'istituzione del matrimonio ("che vantaggio ha un uomo a sposarsi", lo Stato non dovrebbe riconoscerlo ecc.) e la stessa paternità (evidente apertura alla paternità di gruppo, idea che ripugna al 99% degli uomini del pianeta, sicuramente perché condizionati dalle femmine).
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 03, 2020, 18:26:01 pm
E ora veniamo a esaminare che tipo di soggetti si interessano attivamente alla paternità di gruppo: naturalmente gli omosessuali, perché l'idea di paternità condivisa va in direzione della gestazione "affittata" o artificiale che sia, ma anche le donne che così possono divertirsi a loro libito con gli alfa e scaricare il mantenimento su più uomini. Ecco le prove:

La prima è un libro di grande successo, letto molto in ambito omosessuale (l'ho visto la prima volta sul banco di lavoro di un sarto appunto :censored: ops! neanche qui si può più dire): Quattro uomini, quattro papà... perché no? scritto da una donna, Sylvie Benoit.

(https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/414w4QzZKeL._SX312_BO1,204,203,200_.jpg)

Ed ecco come questa femminista esalta la convenienza per le femmine della paternità di gruppo svalutando monogamia e matrimonio come Santiago:

"Ci sono due modi per avere molti figli: o da un solo padre - e quindi dobbiamo sperare che "assicurerà" - o da diversi, e in questo caso gli obblighi saranno divisi. Semplice, dici. E un po 'inverosimile? In ogni caso, lontano dallo schema tradizionale! Senza voler passare per un pioniere, ho l'impressione di essere in anticipo sui tempi. Molte persone intorno a me, ferventi monogame, non condividono il mio modo di vivere o il mio modo di comprendere le situazioni, e allo stesso tempo mi ammirano e mi trovano coraggiosa. Per altri, sembro un alieno! "Con la sua educazione piuttosto convenzionale, Sylvie Benoit avrebbe potuto accettare i codici di una società ancora dominata da valori fallocratici senza battere ciglio troppo. Ma, troppo libera, la giovane donna ha scelto di dare un calcio vigoroso al formicaio patriarcale, adottando uno stile di vita atipico. Ardente testimonianza delle gioie e dei dolori della riorganizzazione familiare e dell'inno alla femminilità e all'amore, in particolare a quello che porta ai suoi quattro figli concepiti con quattro uomini diversi: il lavoro di Sylvie Benoit è anche un manifesto per la maternità liberata."

https://www.amazon.it/Quatre-enfants-quatre-p%C3%A8res-pourquoi/dp/2841863093

Per quanto mi sforzi non vedo in che modo Santiago, con la teoria della paternità come "sovrastruttura" culturale e di gruppo si discosti da questo modello e alla fine della paternità (già in macerie con gli affidi di fatto ad altri uomini, i nuovi compagni che si stabiliscono in casa dell'ex) e all'agenda LGBT che il suddetto modello sdogana.

Il secondo libro, In principio era il sesso scritto anche questo da una donna, Cacilda Jethá, si propone anch'esso di smontare il matrimonio e la monogamia. E' recensito con entusiasmo, manco a dirlo, su un sito LGBT che dice:

"Bestseller del New York Times e già tradotto in 15 lingue, In principio era il Sesso (Sex at Dawn) è il più potente attacco al concetto di matrimonio vibrato tramite un volume. Per quanto le spiegazioni di antropologi e filosofi si siano affannate a ricondurre il matrimonio alle prime forme sociali e addirittura alle relazioni nei gruppi di scimmie antropomorfe, le loro conclusioni restano basate su fraintendimenti di fondo piuttosto grossolani. Ryan e Jethà decostruiscono le teorie di Darwin, Hobbes, Malthus, Hrdy, S. Goldberg, Morgan, Pinker, Chagnon e altri con l’arma dell’ironia e con argomentazioni ineccepibili.
Non contenti della “narrazione standard” (di Sarah Blaffer Hrdy) che prevede la coppia esclusiva basata sullo scambio: la donna in cambio di carne (cibo) e di protezione per i figli dà all’uomo la certezza (con la fedeltà) che i figli siano suoi, [come Santiago] i due autori mettono in campo un vero e proprio armamentario di dati su tribù del presente e del passato la cui sessualità non ripercorre lo schema predetto.
L’unico difetto [suggerisce il nostro LGBT] del libro a mio avviso è l’eccessivo focus sull’eterosessualità, soprattutto una volta stabilito che il sesso non ha la riproduzione come scopo principale [nooo, la natura l'ha inventato per i queer] (ta-dah!): magari mi cercherò un libro più queer sull’argomento (se esiste). Sentitevi liberə di offrire suggerimenti!"

Link: https://lasiepedimore.com/2019/08/19/in-principio-era-il-sesso-di-christopher-ryan-e-cacilda-jetha/

Ecco dimostrato chi favorisce realmente la paternità di gruppo: donne (più mantenitori, nessun padre a interferire con l'educazione materna del figlio) e LGBT (figli adottati o "fabbricati" per coppie lesbiche e "famiglie" di soli uomini, eventualmente più di due).
Non posso non notare che in base alle suddette prove, le teorie di Santiago, che si presume dovrebbero smontare tesi femministe, in realtà coincidono e/o aprono la porta nell'opinione pubblica a istanze portate avanti da femministe e LGBT.
Sarà involontario, per carità. Ma se posso darti un consiglio, leggiti questi libri prima di scriverne un altro. :P
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 03, 2020, 23:10:49 pm
Sul sito DONNA.fanpage.it pare di leggere Santiago:

"Sesso libero e selvaggio: ecco perché la monogamia è contro natura
Trovate che il sesso libero e selvaggio sia più soddisfacente? E’ perché la monogamia è contro natura, tanto che i nostri antenati preistorici non l’hanno mai considerata una fonte di gioia e piacere.

Il sesso è uno dei piaceri della vita ed è risaputo che, quando diventa così passionale da essere selvaggio, è anche più coinvolgente rispetto al solito. A differenza di quanto abbiamo sempre pensato, l'idea che il rapporto sessuale ai limiti dell’aggressività risvegli il proprio desiderio primitivo è assolutamente sbagliata. Christopher Ryan e Cacilda Jethà, nel saggio “In principio era il sesso. Come ci accoppiamo, ci lasciamo e viviamo l’amore oggi”, hanno spiegato in che modo i nostri antenati cacciatori vivevano realmente la loro vita sessuale.

Innanzitutto, all’epoca i due sessi convivevano in totale armonia, senza gelosie, ossessioni ed imposizioni [come no. Il mito del Buon Selvaggio corrotto dalla civiltà, creata dalle femmine], tanto che il matrimonio monogamico non era considerato come una fonte di gioia e piacere. Addirittura, la cura dei bambini era responsabilità di intere tribù, senza che nessuno si preoccupasse della loro possibile paternità. Questa dura realtà spiegherebbe per quale motivo sono moltissimi i rapporti che oggi finiscono per collassare dopo pochi anni. L’essere umano in una relazione monogama vive naturalmente un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale che uccide la libido e che porta a dei tradimenti impulsivi.

Coloro che resistono si limitano semplicemente a sacrificare l’erotismo e la passione in nome della stabilità familiare. Insomma, sembra proprio che gli uomini primitivi riuscissero a vivere la loro vita sessuale con più libertà e meno pudicizia rispetto ai giorni nostri, dove invece nelle relazioni regnano la repressione e il voyerismo. L’unico modo per essere sereni in una coppia è dunque accettare adulterio e libertà sessuale con serenità, lasciandosi andare ai rapporti liberi, frequenti e selvaggi."

Non sei d'accordo Santiago? :D


fonte: https://donna.fanpage.it/sesso-libero-e-selvaggio-ecco-perche-la-monogamia-e-contro-natura/
https://donna.fanpage.it/

Dal giornale l'Espresso, espressione della sinistra femminista

Sesso libero, gioioso e adultero. Per essere felici fatelo come i primitivi

I nostri antenati avevano una sessualità libera e aperta, proprio come le scimmie da cui discendiamo. Un saggio sostiene che è a loro che dobbiamo guardare per andare oltre la nostra infelicità sessuale, senza divorzi, separazioni e gelosie omicide

di Elisabetta Ambrosi [altra donna che non vuole "moralizzare" il sesso: sei in buona compagnia :) ]

Con tutta probabilità i nostri antenati cacciatori, per intenderci gli ominidi precedenti alla rivoluzione agricola, vivevano in un mondo di collaborazione reciproca e armonia, dove le donne contavano come gli uomini e dove soprattutto la sessualità era libera e aperta, senza gelosia né alcuna ossessione verso l’accertamento della paternità dei nuovi arrivati, tanto che la cura dei bambini era responsabilità di tutti.

IL SESSO (CON TUTTI) HA FINI SOCIALI
[Ma guarda, proprio la socializzazione del sesso prevista da Huxley e dalla Kollontaj]

Oltre a quella che i due autori chiamano “flinstonizzazione” del mondo preistorico, l’altra immagine che il libro invita a rottamare è quella del matrimonio monogamico come fonte di gioia e pace. In questo caso basta guardare il presente: la metà dei matrimoni collassa sotto “un inarrestabile flusso di vorticosa frustrazione sessuale, di noia che uccide la libido, di tradimenti impulsivi, disfunzionalità, confusione e vergogna”.

Le coppie che resistono sacrificano l’erotismo in nome della stabilità familiare e dell’intimità emotiva. E non bastano “un po’ di candele qui e là, un po’ di lingerie sexy, una manciata di petali sparsi sul letto” a far tornare il desiderio, tanto è vero che l’adulterio esiste in tutti i paesi, compresi quelli che lo puniscono con la lapidazione.

Ma cosa fare contro questo scenario tragico? La soluzione passa per l’osservazione degli animali da cui discendiamo, le scimmie, in particolare scimpanzé e bonobo, a cui siamo geneticamente più vicini. Ebbene, in tutti i primati che vivono in gruppo la monogamia è sconosciuta e il sesso libero e frequente, in particolare per i bonobo, è usato per allentare la tensione, stimolare la condivisione durante i pasti, riaffermare l’amicizia.

Allo stesso modo vivevano il sesso i nostri progenitori preistorici, tra i quali la promiscuità sessuale – intesa etimologicamente come “miscela” e senza alcuno stigma morale negativo – era legata al bene comune e all’identità di gruppo. Tutto cambia, secondo i due studiosi, con l’avvento della rivoluzione agricola. Nelle popolazioni stanziali la femmina perde il suo ruolo e mano mano si afferma una sessualità “voyeristica, repressiva, omofobica e incentrata sulla riproduzione.

SCHIAVI DEI GENI, FRUSTRATI E BUGIARDI?

Questa visione della preistoria è molto diversa da ciò che le moderne teorie evoluzionistiche sostengono. E infatti buona parte del libro è finalizzata a confutare quella che i due autori chiamano “narrazione standard delle origini e dello sviluppo della sessualità umana”, vicina alla visione darwiniana della vita.

Oltre ad essere infelicemente deterministica questa teoria sostiene che le donne scambino i propri servizi sessuali con l’accesso a determinate risorse (“In estrema sintesi ciò significa che vostra madre è una prostituta”), e il sesso si faccia solo in vista della riproduzione (questo sì, dunque, scrivono i due, è un sesso animalesco).

Si tratta di una teoria che, inoltre, fornisce un’immagine femminile non realistica: vista la quantità di modi in cui gli uomini hanno tentato nei secoli di reprimere la sessualità femminile – dalle cinture di castità ai roghi fino alle diagnosi di ninfomania o isteria all’insegna del paternalismo - forse la sessualità femminile non è come quella descritta dalla vittoriana e pudica visione di Darwin.

VIA LA MONOGAMIA, VIA LA PAURA E LA GELOSIA

Ma come mettere in pratica il cambiamento? A ogni coppia spetta scoprire come, secondo le proprie inclinazioni. Un aiuto può venire dal guardare quelle piccole e rare comunità che ancora oggi vivono i rapporti di forza tra generi e l’approccio alla sessualità in maniera diversa.

Come quei Mosuo della Cina, una delle ultime comunità matriarcali rimaste, dove le ragazze e le donne hanno relazioni libere (e il potere economico) e quando nasce un bambino a nessuno interessa sapere di chi è figlio perché la cura è affidata alla famiglia di lei (tanto che la parola “wu” traduce sia zio che padre).

Fonte: https://espresso.repubblica.it/attualita/2015/12/21/news/la-monogamia-e-contro-natura-1.244262

E ora veniamo alle teorie opposte e di gran lunga maggioritarie:

La monogamia viene dalla preistoria: scelta dall'uomo per prevenire le infezioni sessuali
https://www.leggo.it/societa/scienze/monogamia_preistoria_uomo_infezioni_sessuali-1665469.html

Monogamia nata nella preistoria per preservare la fertilità
https://www.ok-salute.it/notizie/monogamia-nata-nella-preistoria-per-preservare-la-fertilita/

Questo articolo parte dal mondo animale, argomento che mi sembra apprezzato: :lol:

La formula genetica della monogamia: così siamo diventati fedeli
http://www.healthdesk.it/ricerca/formula-genetica-monogamia-cos-siamo-diventati-fedeli

Scelgono un partner e vi restano legati a lungo. Lo fanno i criceti, alcune specie di uccelli canori, di rane e di pesci. Lo fanno, per lo più, gli esseri umani. Perché alcuni animali scelgono rapporti di coppia stabili e altri no?

Se lo sono chiesto i ricercatori dell’Università del Texas ad Austin che hanno ricostruito le origini evolutive della monogamia studiando 10 specie di vertebrati con abitudini coniugali differenti.  L’indagine descritta su Pnas, che ha coperto 450 milioni di storia evolutiva risalendo all’antenato comune delle 10 specie osservate,  si è conclusa con un risultato inaspettato: esiste una formula universale che ha determinato, nel corso dell’evoluzione, la trasformazione di specie non monogame in monogame. La fedeltà al partner scatta quando nel cervello degli animali vengono attivati alcuni geni e ne vengono disattivati altri. La monogamia di cui parlano gli scienziati è la cosiddetta “monogamia sociale”: i membri della coppia scelgono di restare uniti per svolgere le funzioni genitoriali e proteggere la prole dagli assalti dei predatori.

I ricercatori hanno selezionato cinque coppie di alcune specie strettamente imparentate, alcune delle quali monogame altre non monogame. Per la precisione: due specie di roditori (Peromyscus e Microtus), due di uccelli, due specie di rane e due specie di pesci.

Le cinque coppie sono rappresentative di cinque momenti evolutivi precisi durante i quali la monogamia è apparsa indipendentemente introducendo differenze sostanziali tra le specie.  In una di queste tappe dell’evoluzione, per esempio, i roditori delle praterie non monogami e quelli monogami sono finiti per diventare due specie separate.

I ricercatori, avvalendosi di supercomputer per il sequenziamento del genoma,  hanno messo a confronto l’espressione dei geni nel cervello degli individui maschili di tutte le 10 specie per individuare i cambiamenti avvenuti nei periodi di transizione evolutiva alla monogamia. Scoprendo che ogni volta che animali strettamente imparentati abbandonavano la “poligamia”, nel cervello dei maschi avvenivano gli stessi cambiamenti a livello di espressione genica.  Le abitudini sociali delle coppie deriverebbero quindi dal modo in cui i geni sono espressi nel cervello.

Sorprendentemente la formula evolutiva della monogamia è rimasta intatta per un lunghissimo periodo di tempo.

«La maggior parte delle persone non si aspetta che in 450 milioni di anni, il passaggio a comportamenti così complessi accade ogni volta allo stesso modo», commentano i ricercatori.

Gli evoluzionisti si interrogano da tempo sul significato e sull’origine della monogamia. Il vantaggio evolutivo di una coppia stabile non è difficile da comprendere: il compito di proteggere la prole viene diviso tra maschi e femmine diventando così più efficace. Se ci si dedica in due, invece che da soli, ad allevare i figli le probabilità che questi ultimi sopravvivano e crescano sani per poi potersi riprodurre a lora volta aumentano.

La maggior parte degli studi sulle origini evolutive della monogamia si sono però fermati a un passato molto più recente, arrivando al massimo a una decina di milioni di anni fa. Questo studio invece copre un arco di tempo evolutivo che non ha precedenti.

E infine:
https://www.secoloditalia.it/2016/04/studio-rivela-tribu-preistoriche-imponevano-monogamia/
Uno studio rivela: anche le tribù preistoriche imponevano la monogamia

Nessun grande amore appassionato o un intimo convincimento religioso: a spingere l’uomo a scegliere la monogamia al posto della più godereccia poligamia sarebbe stata la paura di ammalarsi di sifilide e altre malattie a trasmissione sessuale. Una transizione avvenuta nella preistoria, ai tempi delle tribù di cacciatori-raccoglitori, come hanno dimostrato i ricercatori guidati da Chris Bauch, dell’università canadese di Waterloo, riproducendo al computer i modelli di comportamento di queste popolazioni.

Da notare che questi studi parlano al massimo di poligamia, non di "paternità di gruppo".
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 04, 2020, 18:18:06 pm
Inoltro un interessante commento sull'approccio metodologico di Santiago:

Giudicare l'homo sapiens sapiens limitando l'analisi alla algida freddezza di un “foglio di calcolo”, con il sunto di benefici e svantaggi della sua sola sfera “animale” è fargli un torto: si merita un ben altro metro di giudizio, quello culturale che non ha una sua “unità di misura” che non si interpreta per distaccate e fredde formule o equazioni ma con un immersivo studio della natura della condizione umana.
In altre parole non si tratta questa materia pretendendo di rimanere intellettualmente in disparte o al di sopra di ciò che si argomenta. A un certo punto bisogna pur prendere le parti di ciò che si fa supporre e dedurre dalle proprie stesse opinioni: forse se i maschi oggi sono inguaiati come sono è anche per il fatto che di loro si discetta un po' troppo per “sfoggio” intellettual-letterario senza mai “scendere in campo” e prenderne le parti in modo chiaro.
E adesso chiarito il VERO contesto in cui “evolve” l'essere umano chiediamoci se in questa prospettiva sia più conveniente per l'uomo che una certa cosa come la famiglia lo ripaghi per l'insieme di tutta la sua persona (corpo intelletto anima ) o semplicemente limitarsi al bilancio entrate e uscite dei propri istinti e delle proprie pulsioni in special modo sessuali?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 08, 2020, 12:33:21 pm
Sono esempi, oltre che non pertinenti (una qualche paternità c'è), di gran lunga minoritari ed estremi, di cui ometti di dire che secondo alcuni studiosi, emergerebbero problemi di gelosia (per la paternità incerta) come nel resto del pianeta. Allora si potrebbe anche dire:
"Maternità. Facile. Basta un solo esempio per dire che la maternità non è innata. Nelle primitive culture balcaniche insediate nella penisola italica, le donne lasciano spesso i figli appena partoriti in appositi contenitori, detti cassonetti. Ciò prova scientificamente l'esistenza della "maternità coercitiva", inventata dagli uomini per garantirsi con sovrastrutture morali e religiose (come diceva Marx) lavoratori nei campi, cacciatori e soldati a spese delle femmine."

Grazie per la tua estesa risposta. Sono contento che ti sei accorto che nel mondo accademico c'è un ampio dibattito a proposito della nascita della moralizzazione della sessualità e della presunta natura monogamica degli esseri umani, che risalgano agli inizi dei tempi che tu ironicamente continui a definire “delle scimmie”. Come tu stesso hai rilevato, la questione è ampiamente dibattuta, e malgrado alcune posizioni, come quelle che segnali tu, la posizione predominante nel mondo accademico e filosofico è quella di concepire la “moralizzazione storica del sesso” come una “repressione”, dunque innaturale, dunque prodotta dalla civiltà, e la difesa della natura monogamica dell'essere umana è una posizione accademica in netta minoranza, essendo così evidente, dalla quantità di esempi storici del comportamento umano (e anche a livello collettivo di molte civiltà) che la decisione di mantenere un rapporto monogamico è una decisione che nulla c'entra con la natura. Per quanto riguarda l'interesse di questo forum (il femminismo e la questione maschile) le femministe hanno sostenuto che la moralizzazione del sesso è stata “creata” a danno delle donne. Nei miei ragionamenti e nel mio libro ho cercato di provare, mediante numerosi esempi fattuali e logici, che è vero proprio il contrario. Tutto qui.

Comunque l'argomento doveva essere la paternità, cerco di ricondurlo a questo punto.
La questione contestata è la mia affermazione che la paternità non sia innata nella natura dell'uomo, sia una creazione sociale, nata con la civiltà, che implica la creazione di una consapevolezza e un legame affettivo, che in natura senza la coltivazione di questa consapevolezza e di questo legame affettivo, non esiste. Tu hai contestato questa tesi, indignato hai denunciato che se la paternità non è “naturale” allora le femministe.... Hai chiesto quando mai, chiesto gli esempi. Ho nominato un esempio dell'esistenza di una cultura (anzi erano due) che si trasmette da generazione senza la figura paterna (biologica e non biologica). Per assurdo, anche tu nei tuoi scritti hai citato un altro esempio (mosuo della Cina) che conferma quanto dico. Molti altri esempi, di civiltà pretecnologiche, possono essere citati. Ma non è importante il numero, perché basta una cultura trasmessa per generazioni a dimostrare che ciò è possibile, e nulla c'entra dunque la natura.

Ti faccio notare che la questione a dibattito non c'entrava né con la diffusione né con la funzionalità, riguardava il carattere naturale o sociale della paternità. Non ho mai parlato della diffusione di questa o quella cultura né se sia così più o meno funzionale, argomenti che tu ora adoperi per screditare gli esempi.
É come sostenere che una lingua, ad esempio l'inglese, sia la lingua “naturale” senza la quale “naturalmente” l'umanità non riesce a progredire, e io ti nomino un esempio che prova la falsità della tua tesi, la lingua ainu, che la parlano quattro gatti, ma che si trasmette con successo da generazioni senza aver mai avuto necessità dell'inglese. E tu mi contesti che è poco diffusa, al contrario dell'inglese che è universale, e che in più sarebbe meno funzionale. Può anche essere, ma questo è un altro argomento, il mio esempio smentisce la tua tesi di condizione naturale dell'inglese, e dunque della paternità.

La domanda è: se tu sei d'accordo con quello che dico (hai fornito anche un esempio!!) perché lo contesti?
Mi rinfacci il fatto che i miei argomenti logici che contestano la paternità naturale potrebbero essere adoperati anche per la maternità. Infatti, l'avevo già scritto, c'è persino all'interno del femminismo un ampio dibattito su questo punto tra il femminismo egualitario e il femminismo della differenza, e nuovamente sei tu nei tuoi scritti a nominare degli esempi di questo dibattito sulla maternità. Dunque se siamo d'accordo che c'è un dibattito anche per la maternità (fornisce anche degli esempi!!) per quale motivo me lo rinfacci?

Visto che continui a nominare l'URSS associandolo alle mie idee, ti faccio notare che c'è una sostanziale differenza. L'URSS ha imposto un modello sessuale di convivenza per legge, con la forza della forza, e sinceramente, da quanto scrivi, sembra che anche tu voglia imporre il tuo modo di concepire la sessualità alla stessa maniera, per la forza della legge e sulla base di divieti (mi è sembrato di capire, forse sbaglio, matrimonio monogamici per legge, punizione dell'adulterio, divieto di rapporti omosessuali,...). La mia posizione l'ho già esplicitata, per quanto riguarda la sessualità, ognuno viva la propria vita (finché non danneggia qualcun altro), non è il compito dello Stato definire in che modo le persone decidono di vivere, convivere o vivere la propria sessualità. Ognuno si regoli secondo la propria fede e coscienza. Ciò non vuol dire che le persone non abbiamo preferenze morali né dobbiamo smetter di predicarle e di condividerle collettivamente, ma rientra nell'ambito spirituale e morale di ognuno.

Dalla sessualità tu fai sempre un salto concettuale alla crescita dei figli, salto che è ingiustificato. Mi sono già espresso sulla crescita dei figli, e l'idoneità di crescere con un padre e una madre riguarda il diritto del bambino, il suo benessere e arricchimento.
La libertà sessuale non è la logica conseguenza di una violazione di questo diritto del bambino, dov'è scritto? Le persone possono avere rapporti diversi lungo la loro vita riuscendo a far conservare un referente modello forte per entrambi i sessi (un padre e una madre) per i figli che hanno, invece tu subito ne deduci che la conseguenza ovvia è l'eliminazione dell'altro genitore (per esattezza, del padre). Questo può capitare, ma dov'è scritto che è sempre così, e ancora più importante, che deva per forza essere così?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 08, 2020, 23:39:34 pm
C'è una varietà di affermazioni false e tendenziose già dalle prime frasi, riguardo a quanto ho detto. Ma prima di parlarne vorrei tornare all'essenziale del topic: le idee di Santiago vanno contro la civiltà e/o le istituzioni civili?
Questo, che non sono il solo a dire, è bene scriverlo a caratteri cubitali:
Il sistema globalista e femminista non ha bisogno di maschi, né di cittadini ma di docili consumatori. Per questo ci vuole:
- Senza radici e senza identità culturale, civile e persino sessuale
- Isolati e senza legami familiari (matrimonio, paternità, maternità) e sociali
Questo progetto è oggettivamente dannoso per gli uomini, a prescindere da convinzioni "morali" o di qualsiasi altro tipo, per cui: chiunque per una malintesa neutralità non si schiera contro questa agenda politica, o addirittura la appoggia ne è complice (che lo voglia o no).
Il punto del topic è vedere in quale campo si situa il pensiero di Santiago.


1. Santiago non ha mai scritto una parola su questo disegno globale, né in difesa della civiltà, dell'identità culturale e sessuale. Per lui tutto si risolve in con la parità e i "diritti", per cui le donne possono entrare nell'esercito se superano gli standard maschili, la procreazione può essere artificiale perché non "discrimina" nessuno e il suo discorso sugli LGBT consiste sempre nel "tutelare" con più "diritti" una minoranza presunta discriminata.

2. In compenso Santiago, ammantandosi di neutralità "scientifica", pur non avendo mai dimostrato né pubblicato nulla, diffonde una visione apertamente sfavorevole della civiltà, dell'etica, e dello stesso matrimonio e paternità.
Come si può leggere da sue frasi ampiamente citate, è sfavorevole al matrimonio, considerato cosa da "idioti" (non solo oggi: sempre) e che giuridicamente non dovrebbe neppure esistere;
Considera la paternità un costrutto sociale femminile per incatenare l'uomo;
Considera fondamenti della società civile (matrimonio monogamico, leggi civili, valori morali e spirituali) come un'invenzione femminile per sfruttare l'uomo a proprio vantaggio;
Addirittura considera con favore la socializzazione della paternità (paternità di gruppo), o comunque la ritiene più vicina ad una presunta condizione naturale e primigenia dell'umanità (il che presume comunque un implicito favore verso questa aberrazione sociale).
Questa sua visione coincide al 100% con la più recente teoria femminista e conseguente disegno politico (v. anche Bibbiano) di "socializzazione della paternità". Tale visione è talmente consolidata in ambito feminista che ci hanno anche scritto un libro. Ho fornito ampie prove qui:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,17005.msg195033.html#msg195033
e qui:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,17005.msg195040.html#msg195040
Come si vede, tutti testi apertamente sfavorevoli a matrimonio, monogamia e paternità.
E' l'anticamera del falansterio socialista-comunista teorizzato dalla femminista sovietica Kollontaj e da Aldous Huxley. La dittatura "indolore" del prossimo futuro.
Conclusione inevitabile: Santiago, pur partendo da premesse differenti traghetta in ambito maschile questa visione femminista-globalista, che lo sappia o no. Anche se a mio avviso, c'è un preciso riferimento ideologico in quel che scrive.
Nessuno se ne rende conto, distratto com'è da affermazioni antifemministe che però non valgono ad avallare il resto.

E ora veniamo alle opinioni, che a torto mi attribuisce Santiago in un "garbato" tentativo di screditare le mie opinioni ammantandole di moralismo:
- Non ho mai detto, per esempio, che i rapporti omosessuali dovrebbero essere vietati. Ho sempre detto che per il bene della società, l'omosessualità non dovrebbe essere imposta a scuola o propagandata, né si dovrebbero parificare le coppie omosessuali alla famiglia naturale.
Quello che fa la gente in camera da letto non mi interessa.
- Non ho mai detto che la monogamia sia scritta nella natura umana; ma poiché esistono culture che ammettono comportamenti devianti, spesso residui di epoche in cui quella cultura si formava dal caos sociale, e poiché la monogamia è nettamente prevalente ormai persino nei Paesi islamici, non vedo motivo per cui si dovrebbe scartare questo modello, o introdurre usanze barbariche nella nostra società perché ritenute più "naturali".
- Ho detto invece che la paternità è connaturata alla specie umana: non esiste società in cui non vi sia almeno una qualche idea di paternità. Ancora una volta, il fatto che esistano gruppi nettamente minoritari in cui esistono pratiche contro natura (poliandria, omosessualità, paternità "di gruppo") non vale a normalizzare e parificare queste pratiche ai costumi della grandissima parte dell'umanità.
Citazione
Sono contento che ti sei accorto che nel mondo accademico c'è un ampio dibattito a proposito della nascita della moralizzazione della sessualità
Accorto di cosa? Dai ritrovamenti archeologici, non c'è alcuna prova che la specie umana dei primordi vivesse allo stato selvaggio, scimmiesco, senza regole civili, arte e spiritualità. Tutto il contrario: sin dai suoi inizi la specie umana (Homo sapiens, non le scimie che paragoni agli umani) aveva un'organizzazione sociale complessa e strutturata, rituali evoluti ed elaborate opere d'arte.
Citazione
Per quanto riguarda l'interesse di questo forum (il femminismo e la questione maschile) le femministe hanno sostenuto che la moralizzazione del sesso è stata “creata” a danno delle donne. Nei miei ragionamenti e nel mio libro ho cercato di provare, mediante numerosi esempi fattuali e logici, che è vero proprio il contrario. Tutto qui.
No, non è tutto qui perché come ho PROVATO sopra, partendo da premesse opposte giungi alle stesse conclusioni delle femministe. Una tesi non si confuta necessariamente con una tesi contraria: l'idea di una storica oppressione patriarcale non si confuta necessariamente con quella che la civiltà sia uno storico mezzo di oppressione matriarcale. Sono tutte tesi che un antropologo (serio) qualunque non avrebbe difficoltà a confutare perché ogni civiltà di lunga durata non si basa sull'oppressione ma su equilibri che si consolidano nel tempo.
Equilibri distrutti non dalle nozze di Cana né dalle Tavole di Mosé, ma dal femminismo, che è una porcheria moderna sulle cui origini da ben precise centrali di potere non ti soffermi mai.
L'esempio dell'inglese non regge, perché una cosa è un mezzo di espressione, che varia secondo le regioni, altra cosa un'istituzione presente nel 99% delle società umane sul pianeta.
Citazione
L'URSS ha imposto un modello sessuale di convivenza per legge, con la forza della forza, e sinceramente, da quanto scrivi, sembra che anche tu voglia imporre il tuo modo di concepire la sessualità alla stessa maniera, per la forza della legge e sulla base di divieti (mi è sembrato di capire, forse sbaglio, matrimonio monogamici per legge, punizione dell'adulterio, divieto di rapporti omosessuali,...). La mia posizione l'ho già esplicitata, per quanto riguarda la sessualità, ognuno viva la propria vita (finché non danneggia qualcun altro), non è il compito dello Stato definire in che modo le persone decidono di vivere, convivere o vivere la propria sessualità. Ognuno si regoli secondo la propria fede e coscienza.
Allora perché non depenalizzare l'omicidio e già che ci siamo il famoso coito coercitivo? Che ognuno si regoli secondo coscienza dico bene? Beatà ingenuità (di chi si beve queste cose, perché ingenuo non sei).
Come sempre nel tentativo di attribuirmi un moralismo autoritario, pretendi che io voglia sanzionare la sessualità. Non ho mai detto nulla del genere. Ripeto, quel che due adulti consenzienti fanno in camera da letto non riguarda la legge civile. Ma contrariamente a quanto vai dicendo, il matrimonio non è un fatto privato, di coscienza e "d'ammore": ha una valenza pubblica, sociale perché fonda una famiglia, e quasi sempre mette al mondo i futuri cittadini di un Paese.
Ragion per cui comportamenti come l'adulterio andrebbero sanzionati (proposta anche del blog LAICO MGTOW) per esempio facendo decadere da qualunque diritto agli alimenti (a mio parere gli alimenti non dovrebbero esistere in ogni caso).
Per quanto riguarda stramberie come paternità di gruppo, poliandria (e anche poligamia in via di progressiva abolizione nel mondo), per ragioni di ordine pubblico e in una società occidentale come la nostra non penso dovrebbero essere consentite.
Citazione
Dalla sessualità tu fai sempre un salto concettuale alla crescita dei figli, salto che è ingiustificato. Mi sono già espresso sulla crescita dei figli, e l'idoneità di crescere con un padre e una madre riguarda il diritto del bambino, il suo benessere e arricchimento.
La libertà sessuale non è la logica conseguenza di una violazione di questo diritto del bambino, dov'è scritto? Le persone possono avere rapporti diversi lungo la loro vita riuscendo a far conservare un referente modello forte per entrambi i sessi (un padre e una madre) per i figli che hanno, invece tu subito ne deduci che la conseguenza ovvia è l'eliminazione dell'altro genitore (per esattezza, del padre).
Qui sta la differenza tra la realtà e l'utopia.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 09, 2020, 07:56:33 am
Già che ci siamo, sta passando la legge sull'omofobia, che vieterà, per esempio, di dire al proprio figlio che nasciamo maschi e di opporsi all'adozione lesbo/gay e alla tecnicizzazione della procreazione. Cosa ne pensi Santiago? Ne hai parlato tra un attacco "scientifico" alla civiltà e alla paternità e l'altro? Cosa hanno detto gli altri "campioni" della questione maschile?
Ma questa legge degna di una dittatura a Santiago probabilmente non interessa, è "Vicus che ce l'ha con i poveri gay e gli vuole vietare i rapporti sessuali." :rolleyes:

Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 09, 2020, 12:41:10 pm
Già che ci siamo, sta passando la legge sull'omofobia, che vieterà, per esempio, di dire al proprio figlio che nasciamo maschi e di opporsi all'adozione lesbo/gay e alla tecnicizzazione della procreazione. Cosa ne pensi Santiago? Ne hai parlato tra un attacco "scientifico" alla civiltà e alla paternità e l'altro? Cosa hanno detto gli altri "campioni" della questione maschile?
Ma questa legge degna di una dittatura a Santiago probabilmente non interessa, è "Vicus che ce l'ha con i poveri gay e gli vuole vietare i rapporti sessuali." :rolleyes:

Quante volte bisogna scrivere la stessa cosa perché si riesca a trasmettere il messaggio. Ho scritto (ovunque!) che il bambino ha il diritto di crescere con un modello maschile di riferimento (padre) e un modello femminile di riferimento (madre), eliminare in maniera programmata una di queste due figure dalla vita del bambino è una violazione dei suoi diritti, si reca un danno alla crescita del minore, s'impoverisce perché cresce senza un rapporto continuo e forte con una delle due polarità che esistono nel mondo. Scritto, riscritto e scritto esplicitamente nella mia opera.

Paternità. Tesi femminista. Né L'origine della famiglia, della proprietà privata e dello stato del 1884, Engels spiega, sulle basi anche delle teorie di Bachofen, che l'uomo quando scoprì la paternità, per poter trasmettere i propri beni ai figli, schiavizzò la sessualità della donna per garantire una paternità sicura. Dunque la donna fu la prima schiava della Storia prima del proletariato, nell'ambito domestico. Detto dal comunista Engels. Le femministe successive (Phyllis Chesler, Steinem,...) svilupparono e confermarono questo concetto. In pratica la tesi femminista dà per scontato che esista nel maschio l'innata necessità di garantire la propria paternità. Questa premessa, sulla quale poggia la tesi femminista, è falsa: non esiste in natura questa identificazione e necessità immediata tra il maschio e la paternità, di conseguenza non esiste l'innata necessità di trasmettere qualcosa alla prole, né l'innata necessità di controllare la sessualità femminile.  Tesi femminista che ho confutato nella mia opera (La grande menzogna del femminismo, pp. 908-935) mediante numerosi esempi etologici e etnologici, e che hai dimostrato anche tu di condividere fornendo addirittura un altro esempio a conferma di quanto dico (mosuo della Cina)!
Dunque la paternità non è un concetto innato, ma derivato dalla società, dalla consapevolezza e dalla coltivazione di un legame affettivo.
Da questa idea tu deduci idee che non ci sono, che sono tue e solo tue, fai salti concettuali che non sono evidenti né detti. Il fatto di capire meglio in che modo nasce la paternità non vuol dire rinnegare alla paternità, in nessun momento ho rinnegato alla paternità. Né vuol dire che se la paternità non è innata nell'uomo allora le femministe o le donne hanno l'argomento per sottrarre i figli ai padre (non è vero che ciò che è naturale abbia primazia su quello che è prodotto dalla civiltà o viceversa, è un concetto fallace) né da nessuna parte è scritto che la maternità sia innata (cosa che tu dai aprioristicamente per scontato, cosa che secondo te motiverebbe che le donne sottraessero i figli ai padri) o sociale. Infatti, tu stesso hai fornito numerosi esempi del dibattito in corso nel femminismo stesso sulla natura della maternità come innata o sociale.
Non riesco a essere più chiaro di così, ma temo che tu continuerai a non essere d'accordo. Dunque io chiudo questo argomento con questo post.

E temo che continuerai a non essere d'accordo non solo per il contenuto (legittimo) dei tuoi post ma per il modo.
In passato ti ho già segnalato un paio di comportamenti inappropriati ,a mio avviso, in modo che potessi riflettere e magari migliorare. Non credo che sia successo.
So che non sono richieste queste mie “perle di saggezza” (scherzo) ma non perdo la speranza che possano servire. Basta applicare semplicemente un po' di psicologia, puoi chiedere conferma a qualsiasi psicologo se vuoi di quanto ti dirò.
Noi abbiamo iniziato un dialogo nel quale dissentiamo, cosa che gradisco sempre quando avviene, con chiunque possa capitare (anche se questo disaccordo si prolunga da tanti post, e mi richiede un considerevole impegno di tempo, tanto è vero che già qualcuno mi aveva detto di lasciar perdere). Ho letto con attenzione i tuoi commenti e segnalazioni, talvolta interessanti talvolta meno, e ho cercato di mantenere il dialogo attraverso lo scambio di idee mediante una comunicazione diretta, come avviene in qualsiasi dialogo, dove l'interlocutore del dialogo sei “tu” (altre persone, magari anche presenti come pubblico, non hanno finora partecipato). Se vedi il mio post è rivolto sempre alla seconda persona singolare, a te, come avviene in ogni dialogo.
In risposta i tuoi post (tranne per qualche frase), non sono rivolti a me, ma a un pubblico dal quale cerchi l'approvazione. Non vuoi dialogare con me, non te ne frega niente, non è nelle tue intenzioni cercare di convincermi, il tuo soggetto non è la seconda persona, cioè io, ma la terza, qualcuno di cui si parla ( o sparla), tu vuoi “screditarmi” di fronte ad altri (quello che colloquialmente si chiama “sputtanare”): guardate cosa dice Santiago qui, guardate cosa ha affermato là,... Il tuo soggetto è “Santiago” e la tua comunicazione è una denuncia, un pamphlet di denuncia rivolto ad altri. Il dialogo con me non ti interessa affatto.
“le idee di Santiago”, “il pensiero di Santiago”, “Santiago non ha mai scritto”, “Per lui tutto si risolve”, “Santiago, ammantandosi di neutralità scientifica,” “si può leggere da sue frasi” “Santiago, pur partendo da premesse”, “mi attribuisce Santiago”, e via così.

Immagina che siamo in un folto gruppo seduti in cerchio e (solo) noi due abbiamo un dialogo-discussione mentre gli altri (forse) ascoltano. Io ogni volta guardo te e mi rivolgo a te cercando di spiegare la mia posizione (il mio soggetto del dialogo sei tu), tu invece ogni volta che mi devi rispondere, invece di farlo guardandomi e parlandomi direttamente, mi ignori, e ti rivolgi, indignato, agli altri per “denunciare” quello che io dico. Evidentemente l'intenzione non è dialogare, ma “screditare” l'interlocutore cercando l'empatia e l'approvazione degli altri.
Leggi i post, quello che ho scritto io e quelli che hai scritto tu. Rifletti sull'interlocutore e il modo di dialogo. Nell'esempio che te ho fatto, tu, sinceramente, continueresti il dialogo con una persona che si comporta in quel modo?
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 09, 2020, 14:39:42 pm
Se decido di aprire un topic di critica non è per "sputtanare" ma per un serio motivo: non vedo come possa giovare alla causa maschile considerare la civiltà (o suoi pilastri fondamentali come la paternità) una trovata femminile nemica dell'uomo.
Certamente è una denuncia, sei tu che hai arbitrariamente duplicato il topic cambiando il titolo e "insabbiandolo" in una conversazione da tè delle cinque. Non vedo per quale ragione si dovrebbero disciogliere in toni distaccati e conviviali questioni così gravi.
Ho risposto ai tuoi post (alla 2° singolare inizialmente), ma dialogo non c'è perché non rispondi mai nel merito, ti nascondi dietro una presunta neutralità scientifica (pur trattandosi di ipotesi personali mai pubblicate) da cui però risulta evidente un disfavore verso istituzioni civili, valori morali, spirituali, gli stessi matrimonio e paternità che sono i fondamenti di tutte le civiltà umane da sempre.
Parli di queste istituzioni, al massimo, come di qualcosa più da tollerare che da tutelare (e solo "pungolato", in questa discussione), ma più spesso da eliminare come una gravosa catena per gli uomini.
C'è una bella differenza tra "screditare" una persona (per esempio parlando del suo carattere, della sua reputazione ecc.) e criticare affermazioni che davvero rischiano di screditare la causa maschile e la stessa immagine degli uomini.

Ho dimostrato, citazioni alla mano, come questa tua visione coincida con le tendenze del femminismo più "avanzato", che sia per caso o per convergenza ideologica di fondo.
Questo non è "sputtanare", è far luce su una visione dell'uomo e della società dannosa e antiumana. Ma già che siamo in argomento: ti sei mai posto il problema dello "sputtanamento" della causa maschile?
Non vedo come potrei convincerti di qualcosa. Questo topic era stato aperto per illustare a lettori terzi certi aspetti del tuo pensiero. Hai esposto le tue repliche, chi legge si farà liberamente un'idea se quanto affermi, faccia avanzare o regredire la causa maschile.
Citazione
tanto è vero che già qualcuno mi aveva detto di lasciar perdere
Non mi sorprende che ci siano conciliaboli, in cui verità e libertà di espressione passano in secondo piano.

Le risposte che fornisci sono evasive rispetto all'argomento del topic (da te arbitrariamente modificato) e su diversi punti non rispondi affatto.
Ecco un esempio di risposta evasiva, considerando solo il tuo ultimo post:

Citazione da: Santiago
Già che ci siamo, sta passando la legge sull'omofobia, che vieterà, per esempio, di dire al proprio figlio che nasciamo maschi e di opporsi all'adozione lesbo/gay e alla tecnicizzazione della procreazione. Cosa ne pensi Santiago? Ne hai parlato tra un attacco "scientifico" alla civiltà e alla paternità e l'altro? Cosa hanno detto gli altri "campioni" della questione maschile?
Ma questa legge degna di una dittatura a Santiago probabilmente non interessa, è "Vicus che ce l'ha con i poveri gay e gli vuole vietare i rapporti sessuali." :rolleyes:

Quante volte bisogna scrivere la stessa cosa perché si riesca a trasmettere il messaggio. Ho scritto (ovunque!) che il bambino ha il diritto di crescere con un modello maschile di riferimento (padre) e un modello femminile di riferimento (madre), eliminare in maniera programmata una di queste due figure dalla vita del bambino è una violazione dei suoi diritti, si reca un danno alla crescita del minore, s'impoverisce perché cresce senza un rapporto continuo e forte con una delle due polarità che esistono nel mondo. Scritto, riscritto e scritto esplicitamente nella mia opera.

La domanda era: hai mai scritto nulla contro la legge sull'omofobia?
Hai risposto di aver scritto che un bambino ha bisogno di genitori di sesso opposto, peraltro sempre all'interno di discussioni con me e mai di tua iniziativa. Quindi la vera risposta alla mia domanda è: no.

Un esempio di risposta tendenziosa, che cerca di spiegare in modo forzato quanto hai detto allo scopo di negare le critiche:
Citazione da: Santiago
Da questa idea tu deduci idee che non ci sono, che sono tue e solo tue, fai salti concettuali che non sono evidenti né detti. Il fatto di capire meglio in che modo nasce la paternità non vuol dire rinnegare alla paternità, in nessun momento ho rinnegato alla paternità. Né vuol dire che se la paternità non è innata nell'uomo allora le femministe o le donne hanno l'argomento per sottrarre i figli ai padre (non è vero che ciò che è naturale abbia primazia su quello che è prodotto dalla civiltà o viceversa, è un concetto fallace)
Hai anche detto che la paternità è un costrutto sociale femminile per incatenare l'uomo e assicurarsi il mantenimento (se vuoi la citazione esatta te la trovo).
"Interpretare" i propri argomenti secondo necessità, omettendo proprie affermazioni che semtiscono tali spiegazioni, mi pare poco corretto.
Inoltre, ogni costrutto sociale, si può cambiare se considerato sbagliato: e non vedo come presentare la paternità come una palla al piede possa suggerire che è necessario preservarla.

Su una cosa però mi pare concordiamo: non abbiamo interesse a proseguire questa discussione. Per parte mia sarei lieto di chiuderla qui, almeno fino alla prossima (temo inevitabile) uscita sui valori civili nemici dell'uomo e inventati dalle femmine.

Una delle caratteristiche del maschio moderno è l'odio di sé, della propria cultura e del proprio passato, abbondantemente diffuso in vari spazi maschili. Se dedico tempo a scrivere queste righe è perché considero prioritario per la Questione Maschile ribaltare questo atteggiamento.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Giugno 13, 2020, 02:44:53 am
Santiago, rispondo "qui" perché io non scrivo mai "di là".

https://stalkersaraitu.com/luomo-e-indegno-di-essere-preservato/

Citazione
Concetti che possono essere racchiusi nel sintagma: mascolinità tossica. Neosintagma di nuovo conio, ma ormai di ampia diffusione, provate a chiedere in giro e vedrete che tutti, in primis i più giovani, l’hanno già sentito.

Per quanto mi riguarda posso dire che quasi nessuno degli uomini e dei ragazzi che conosco ha mai sentito parlare di "mascolinità tossica", non fosse altro per il fatto che agli uomini queste tematiche non interessano.
E quei pochi che arrivano a prender coscienza di tutto ciò, nella grandissima maggioranza dei casi ci riescono solo quando sbattono il grugno, (separazioni, divorzi, ex mogli da mantenere, ecc) perché altrimenti puoi pure tentare di spiegarglielo in arabo o in aramaico antico, che non servirà ugualmente a nulla.

Citazione
“The social problem of men (Il problema sociale degli uomini): così, senza mezzi termini, è intitolata la relazione commissionata dalla Commissione Europea, gli uomini sono un problema sociale.

Per questa gentaglia gli uomini bianchi, etero e occidentali sono "un problema".
Puoi star certo che quelle caccole mai intitoleranno così una relazione:
"Gi uomini africani sono un problema, perché il loro Q.I. medio è più basso di quello dei bianchi".
Oppure:
"I musulmani sono un problema, perché oltre a discriminare le donne,* spesso e volentieri sono terroristi".

*
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=7758834
Citazione
*STRIDER*
view post Inviato il 19/4/2006, 00:26 
Utente cancellato

Nel Corano si legge:"Gli uomini hanno autorità sulle donne perché Allah ha fatto gli uni superiori alle altre" (versetto 4, 34).
Un antico commentatore del Corano, Ibn Katir, ribadisce:"Gli uomini sono superiori alle donne, e un uomo è meglio di una donna".
Un altro commentatore, Razi, sostiene: "L'uomo è più perfetto della donna nella creazione, nell'intelligenza e nella sfera religiosa, così come nella capacità di giudicare e di guidare il lavoro. Inoltre, la testimonianza di un uomo vale doppio di quella di una donna. Per questo, a una maggiore responsabilità devono corrispondere maggiori privilegi. Poiché la donna è deficiente di intelligenza e molto libidinosa; se le si dà troppo denaro, ne risulterà una maggiore corruzione", e aggiunge:"Se nel Corano l'uomo è menzionato per primo, significa che l'uomo è meglio della donna".
Anche Ahmad Zaky Tuffaha nel 1985 scriveva:"Dio ha stabilito la superiorità dell'uomo sulla donna nel versetto 4, 34, che nega l'uguaglianza di uomo e donna. L'uomo viene posto sopra la donna in virtù della sua superiorità intellettuale e della sua capacità di amministrare e di spendere per lei".




Citazione
Perché il femminismo, come è già stato riferito, consiste in un binomio che determina la vittima (donna) e il colpevole (uomo), che stabilisce che le donne “lottano per i diritti” che gli uomini “hanno sottratto loro”. In altri termini, gli uomini non hanno diritto a lottare per i propri diritti perché non ne hanno la necessità, le donne non hanno sottratto alcun diritto agli uomini perché le donne non sono colpevoli, sono le vittime. Dunque questa nuova posizione all’interno del femminismo nomina il primo termine del binomio, ma elimina il secondo, cardine e punto basilare di tutta la teoria femminista (il Patriarcato).

E' vero, però credo bisognerebbe anche iniziare a colpevolizzare le donne e non solo le femministe dichiarate, che spaccano quotidianamente i maroni agli uomini, (bianchi, etero e occidentali...) ma che nei fatti sono quattro gatte.
Senza la complicità della massa femminile il femminismo conterebbe poco più di zero...
Un' altra idea sballata, ampiamente diffusa tra gli uomini che si occupano della questione maschile, è quella secondo la quale le donne sarebbero "vittime" del femminismo.
No, le donne non sono affatto vittime di tale ideologia, che se ha potuto attecchire così in profondità è proprio perché ha trovato un terreno (femminile) fertilissimo.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Vicus - Giugno 13, 2020, 05:53:19 am
Credo che se gli uomini e in particolare coloro che orbitano intorno all'attivismo maschile non prendono coscienza della specificità culturale della discriminazione antimaschile non se ne esce.
I musulmani e gli immigrati sono del tutto esenti da questa discriminazione, anche se la vostra ideologia vi impedisce di ammetterlo. Anzi, sotto più di un aspetto beneficiano di privilegi già accordati alle femmine, ad esempio l'impunità persino se aggrediscono un poliziotto.
Questo perché il femminismo come l'immigrazionismo hanno da sempre come bersaglio l'uomo occidentale, custode della civiltà occidentale (quel che ne resta).
L'uomo non esiste in un vuoto, ma si incarna sempre in una cultura. Per questo tutte le astrazioni (politicamente alquanto corrette) come "gli uomini", "i proletari di tutto il mondo" ecc. non mobilitano le persone e falliscono invariabilmente.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: santiago - Giugno 15, 2020, 19:23:01 pm
Per quanto mi riguarda posso dire che quasi nessuno degli uomini e dei ragazzi che conosco ha mai sentito parlare di "mascolinità tossica", non fosse altro per il fatto che agli uomini queste tematiche non interessano.

La nota pubblicità di Gillette che parlava di mascolinità tossica accese le reti, fu trending topic a lungo negli Stati Uniti e in Spagna, probabilmente anche in Italia. Come è risaputo, sono "i più giovani" (il mio testo parlava dei più giovani) quelli che si muovono in prevalenza con la tecnologia.
In Spagna le affollate manifestazione dell'8 marzo hanno una preminenza incontestabile di ragazze giovani, basta un semplice visione delle immagini. La situazione è tremenda, vengono indottrinate già dalla scuola, da circa una quindicina di anni.
In Italia la situazione non è così estrema, ma dice molto il trend quando ragazzine si mettono a ballare lo stupratore sei tu nelle vie principali delle città più importanti di Italia. Malgrado l'indottrinamento sia meno feroce, anche qui vengono fuori con il marchio dalla scuola, in un fenomeno a dir la verità più recente, direi da non più di dieci anni.

La tua osservazione però solleva un aspetto assolutamente vero. Al contrario delle femmine, le ragazzine giovani che sono pienamente coinvolte (e indottrinate), i ragazzi maschi lasciano perdere, sono molto più menefreghiste, è qualcosa che per molti di loro non riguarda loro. Sono convinto, con te, che la "mascolinità tossica" è molto più nota e denunciata tra le ragazze che tra i ragazzi.
Titolo: Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
Inserito da: Frank - Giugno 16, 2020, 01:16:03 am
La nota pubblicità di Gillette che parlava di mascolinità tossica accese le reti, fu trending topic a lungo negli Stati Uniti e in Spagna, probabilmente anche in Italia. Come è risaputo, sono "i più giovani" (il mio testo parlava dei più giovani) quelli che si muovono in prevalenza con la tecnologia.
In Spagna le affollate manifestazione dell'8 marzo hanno una preminenza incontestabile di ragazze giovani, basta un semplice visione delle immagini. La situazione è tremenda, vengono indottrinate già dalla scuola, da circa una quindicina di anni.
In Italia la situazione non è così estrema, ma dice molto il trend quando ragazzine si mettono a ballare lo stupratore sei tu nelle vie principali delle città più importanti di Italia. Malgrado l'indottrinamento sia meno feroce, anche qui vengono fuori con il marchio dalla scuola, in un fenomeno a dir la verità più recente, direi da non più di dieci anni.

Mi fa piacere che tu evidenzi questo, perché così anche quegli antifemministi (italiani) malati di esterofilia, vengono a conoscenza del fatto che in Spagna (ma non solo) la situazione è peggiore rispetto a quella italiana.
E se a dirlo è uno spagnolo, anziché un italiano anti-esterofili come me, è ancora meglio.


Citazione
La tua osservazione però solleva un aspetto assolutamente vero. Al contrario delle femmine, le ragazzine giovani che sono pienamente coinvolte (e indottrinate), i ragazzi maschi lasciano perdere, sono molto più menefreghiste, è qualcosa che per molti di loro non riguarda loro. Sono convinto, con te, che la "mascolinità tossica" è molto più nota e denunciata tra le ragazze che tra i ragazzi.

Assolutamente sì.
Quando si tratta di questi argomenti le femmine sono un "corpo unico", diciamo pure una sorta di monolite unito contro il sesso maschile, specie se autoctono, mentre i maschi brancolano nel buio e non hanno la minima "consapevolezza di genere".
Detesto il termine "genere", ma è tanto per rendere l'idea.