Nei tempi andati, tutti i membri della famiglia cooperavano equamente, indipendentemente dal sesso di appartenenza. Il marito sgobbava fuori casa, la moglie sgobbava in casa e i figli aiutavano.
La moglie sgobbava anche fuori casa, nei campi.
Cioè, che cazzo te ne fai di una donna se dopo aver fatto uno o due figli si vive in casa come perfetti estranei? Trovo tutto questo orribile, e soprattutto insensato!
È chiaro che la società di oggi ha perso i giusti motivi. Si pensa sempre al denaro, come arrivare a fine mese, pagare le bollette, comprare questo e quello ai figli. E le cose più importanti, dove le mettiamo?
E allora, o si trova una persona con un'anima con cui condividere tutto
La nostra è una società in cui ‘l’anima’, ovvero valori e comunità, elementi costitutivi della natura umana, sono stati sostituiti dallo svago, dalla cultura del benessere fisico e (quando c’è) materiale.
In tale contesto il matrimonio non può che essere visto come una sorta di passatempo, una pratica di benessere come lo yoga o le vacanze, da accantonare quando si trovano altre distrazioni. Pretendere responsabilità e costanza nell’asilo globale è irrealistico.
Provate a chiedere a una donna come vede la vita familiare: molte di loro lo considerano un complemento della ‘carriera’ per rendere la vita più interessante e non parleranno di vita quotidiana e figli, ma di viaggi e brindisi sulla spiaggia. Che vanno benissimo, quando si è capaci onorare i propri doveri di moglie. Altre hanno un disinteresse di fatto per gli uomini e la famiglia, basta loro passare il tempo con le amiche e in attività futili.