Parere mio:
la castità ci aiuta sulla strada verso la spiritualità perché ci allontana dalla vita. (Il mondo dello spirito non è sempre tranquillità, è anche il mondo della morte e della follia)
Il sesso, e l'amore invece ci fanno dimenticare che la vita è un inganno e si porta avvanti grazie all'inganno cosmico, ci fanno immedesimare proprio con questo inganno.
Ma quando la soferenza causata dai desideri incompiuti è troppo grande non è male ritrovarsi in se stesso quall livello di essere dove le vicende della vita non contano, dove tutto è uguale.
Secondo me c'è bisogno di farsi ingannare dal velo di Maya, come c'è bisogno anche di ritirarsi quando vuoi, quando hai preso le cose mortalmente sul serio.
Per esempio quando Shiva è riuscito stare troppo distacato in preghiera, tutti i dei si sono mossi per smuoverlo, perché il mondo rischiava che si fermasse. Hanno provato a desiderare la vita in ogni modo ma non sono riusciti, fino quando Maya (l'inganno cosmico che ci fa credere reali ed eterni le cose sfugenti) si è incarnata in Sakti.
Si sono amati, lei è morta (che brutto, dovevano smuoverlo dal suo calmo per fargli uno scherzo del genere) Shiva è impazzito.
Poi non so cosa successe, ma come esempio che anche nella filosofia indu, serve un po ritirarsi dalla vita ma serve anche vivere.