Diritto di famiglia con annessi e connessi riconducibili alla legge sul divorzio.
Secondo me, il problema del divorzio ingiusto nasce perché le leggi seguono logiche diverse.
Uno si aspetterebbe che, stante il divorzio, anche il matrimonio sia modulato in modo da considerare il divorzio come una possibilità.
Il matrimonio prevede l'onere di sussistenza che stranamente può non decadere con separazione e divorzio.
Già questo è, di per se, sbagliato.
La conseguenza è che l'uomo deve passare gli alimenti alla donna anche se questa è stata la causa della separazione.
(Ossia è lei che per prima ha messo la firma su un documento per la separazione).
Il matrimonio è un'istituzione nata in epoca (diciamo così, anche se il termine è detestabile) patriarcale.
Matri-monium, ossia impianto normativo a tutela della madre.
La logica patriarcale era:
La società ha bisogno di ricambio => La madre può morire di parto => il rischio di parto è compensato con l'esonero dall'onere della partecipazione attiva alla sussistenza della famiglia => la madre diviene pertanto debole economicamente => la madre va tutelata.
Ma nella nostra epoca "femminista" con un matrimonio "scindibile" i conti non tornano.
Oggi la madre ha perso il privilegio di non lavorare quindi non si può più parlare di soggetto economicamente più debole.
Si è forti o deboli per scelta oltre che per sventura.
Se la donna chiede di separarsi, è giusto che badi a se stessa anche se, per ipotesi fosse stata casalinga.
Chi si licenzia, non viene più pagato dal vecchio datore di lavoro.
C'è un rapporto di simbiosi che s'interrompe, devono cessare i rispettivi oneri.
Tu non lavi più le mie camicie io non appendo più i tuoi lampadari e, tantomeno, devo contribuire a mantenerti.