Qui parliamo di leggi morali, mettendo in discussione la legge scritta.
Se parliamo delle leggi scritte l'aborto non è un reato in quanto io lo sappia.
Se dal punto di vista morale l'aborto è un crimine allora è altrettanto colpevole la madre e il padre del feto ucciso.
E uomini che si lavano le mani e spariscono quando sanno di una gravidanza non desiderata ci sono tanti, e fanno pure i moralisti.
La problematica aborto può essere analizzata in molti modi: religioso, morale, legale...
In teoria le gli approcci sono indipendenti ma, di fatto, si intersecano e si influenzano l'uno con l'altro.
Io come uomo posso avere una responsabilità morale nell'aborto che la donna con la quale ho avuto un rapporto sessuale sta commettendo.
Ma se dal punto di vista legale, io non ho alcuno strumento per convincerla a non abortire, la mia responsabilità morale è davvero minima.
In sostanza, l'uomo può dire alla donna: "pensavo che prendessi la pillola, invece sei rimasta incinta... Non avresti potuto avvisarmi? Mi piaci molto ma non credo che potremmo mai avere una relazione duratura. Mi spiace che tu voglia abortire."
In pratica, dopo il "vaffanculo" che la donna dirà all'uomo, la responsabilità maschile si annulla del tutto.