Autore Topic: UE usa l’arma finale per chiudere i siti  (Letto 120 volte)

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UE usa l’arma finale per chiudere i siti
« il: Aprile 19, 2024, 23:21:34 pm »
L’EU DISINFO LAB PROPONE DI INCARICARE L’ICANN PER PRENDERE DI MIRA I SITI DI DISINFORMAZIONE E DI CHIUDERLI
Di Stefano Becciolini / 17/04/2024 /

EU DisinfoLab propone di utilizzare il sistema di sicurezza dell’ICANN contro la “disinformazione”, sollevando interrogativi sulla governance di Internet e sui limiti della libertà di parola.

NOTE DELLA REDAZIONE

L’EU DisinfoLab è un’organizzazione del Sistema  che si concentra sulla ricerca e sull’analisi della cosiddetta “disinformazione” e delle campagne di propaganda, specialmente nell’ambito dell’Unione Europea. La loro missione è quella di combattere la disinformazione e promuovere la trasparenza e l’accuratezza nell’informazione. I suoi fondatori sono Alexandre Alaphilippe e Nicolas Vanderbiest. Riceve finanziamenti dalla Open Society Foundations di George Soros, oltre che da fondazioni, organizzazioni non governative e istituzioni pubbliche europee.
ICANN sta per Internet Corporation for Assigned Names and Numbers. È un’organizzazione non profit responsabile della gestione e della supervisione dei nomi di dominio di primo livello, degli indirizzi IP e di altri aspetti critici dell’infrastruttura di Internet. In poche parole quando registriamo un dominio  è l’ICANN che autorizza la sua registrazione e proprietà, ed è quella che può oscurare i siti internet su richiesta dell’Autorità Giudiziaria per gravi reati.
EU DisinfoLab, un’organizzazione no-profit che opera ufficialmente in modo indipendente ma che fornisce regolarmente raccomandazioni politiche all’UE e agli stati membri, sta ora spingendo affinché una struttura di sicurezza creata da ICANN (la Internet Corporation for Assigned Names and Numbers) venga utilizzata nella “guerra sulla disinformazione”.
EU DisinfoLab, che riceve sovvenzioni dalla controversa Open Society Foundations di George Soros, sta ora sondando il terreno per quanto riguarda il “riprogrammazione” di un’operazione di sicurezza dell’ICANN istituita per combattere malware, spam, phishing, ecc., e trasformarla in uno strumento contro ” siti di disinformazione”.

Tentare di arruolare direttamente l’ICANN sarebbe molto controverso, per usare un eufemismo, almeno in questa fase. Data la sua importanza nell’infrastruttura Internet – ICANN gestisce i nomi di dominio a livello globale – e il fatto che il controllo dei contenuti non è tra i suoi compiti (DisinfoLab afferma che ICANN “si rifiuta” di farlo) – ciò rappresenterebbe un enorme allontanamento dal ruolo dell’organizzazione come lo intendiamo noi Oggi.

Ma ora DisinfoLab propone di utilizzare “la struttura già creata dall’ICANN” contro le legittime minacce alla sicurezza, per sorvegliare Internet alla ricerca di contenuti che qualcuno decide di trattare come “disinformazione”. Richiederebbe “una quantità minima di diligenza e cooperazione” da parte dei registri, afferma un post sul blog, per accettare rapporti in stile ICANN e revocare il nome di dominio di un sito.

La giustificazione di tutto ciò è che i presunti siti “doppelganger della disinformazione” utilizzano nomi di dominio ingannevolmente simili a “siti di notizie attendibili”.
E, secondo il gruppo, chi meglio di un registrar DNS potrebbe cancellare qualsiasi nome di dominio ritenuto appartenente a un “sito di disinformazione” – e ICANN è la massima autorità per tutti loro.
Durante la pandemia, il Domain Name System Threat Information Collection and Reporting (DNSTICR) dell’ICANN è stato utilizzato per identificare i nomi di dominio che contenevano termini correlati a Covid, ma l’obiettivo era scoprire se i siti abusavano delle parole chiave per mascherare phishing o malware operazioni di proliferazione, piuttosto che “moderare” qualsiasi tipo di contenuto correlato al Covid.

Ora DisinfoLab vuole utilizzare un sistema basato su DNSTICR per consentire la segnalazione di “casi di disinformazione veramente aperti e chiusi” ai registrar per la rimozione.
Ma quale autorità deciderebbe cos’è un “caso veramente aperto e chiuso”?
L’idea di DisinfoLab: i registri o i registrar potrebbero “garantire alle associazioni di categoria dei media lo status di ‘notificatore fidato’.”
Nessuna parola sulla metodologia che questi “notificatori fidati” utilizzerebbero per svolgere il loro ruolo di “arbitro della verità”.

MB – Se faranno così, un sito sgradito al Potere viene chiuso senza che gli utenti lo sappiano. Scompare semplicemente.

Ecco che il progetto avanza come un lampo:
https://twitter.com/QLexPipiens/status/1780836607819427856

https://www.maurizioblondet.it/ue-usa-larma-finale-per-chiudere-i-siti/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:UE usa l’arma finale per chiudere i siti
« Risposta #1 il: Aprile 22, 2024, 16:13:02 pm »
L'apparente libertà di internet e del WEB erano in realtà una trappola.
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Re:UE usa l’arma finale per chiudere i siti
« Risposta #2 il: Aprile 22, 2024, 22:09:33 pm »
Già ma trappola per chi? Non si può centralizzare e controllare l'intera rete
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Re:UE usa l’arma finale per chiudere i siti
« Risposta #3 il: Aprile 22, 2024, 23:04:31 pm »
Già ma trappola per chi? Non si può centralizzare e controllare l'intera rete
Per chi non si adegua, o diffonde idee e informazioni sgradite o proibite. Non credo che sia troppo difficile per governi e organizzazioni di spionaggio filtrare quello che passa per i server e se necessario far convergere tutte le comunicazioni di un territorio solo verso nodi controllati.
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Re:UE usa l’arma finale per chiudere i siti
« Risposta #4 il: Aprile 22, 2024, 23:26:36 pm »
Ci sono le VPN, il dark web... la rete non si può centralizzare. Sono stati fatti studi seri al riguardo
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