Autore Topic: Santiago è contro la paternità e la civiltà?  (Letto 13058 volte)

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Offline Vicus

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #75 il: Maggio 30, 2020, 22:24:20 pm »
Prima di rispondere una nota: i grassetti e altra formattazione servono unicamente a facilitare la lettura specialmente nel caso di lunghi post. Le citazioni di Santiago sono esatte alla virgola, senza commenti e interpolazioni.
Vorrei innanzitutto porre un paio di domande che considero dirimenti:
1. La civiltà e le sue istituzioni (leggi, valori morali ed eventualmente spirituali, matrimonio ecc.) sono benefiche, ovvero inutili o dannose per l'uomo?
2. L'attivismo maschile implica difendere la civiltà distrutta (anche) dal femminismo, in quanto creata essenzialmente dagli uomini e connaturata all'identità e dignità maschile, oppure la suddetta civiltà (es. matrimonio, monogamia, valori ecc.) è una creazione femminile per incatenare l'uomo?
Comincio dalle citazioni per poi passare ai commenti:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).
Qui dici che la cultura, la civiltà o comunque le istituzioni che ne sono alla base (norme civili, valori morali o religiosi) sono state create dalle donne, per di più al solo scopo di ottenere un semplice vantaggio materiale.
E' semplicistico affermare che l'edificio civile, con tutte le sue elaborate espressioni, sia stato costruito dalle donne col fine di ottenere un vantaggio a scapito dell'uomo, sia pure con una presunta "influenza".  Hammurabi o Giustiniano sono stati influenzati da una donna? C'erano donne tra i senatori, nell'esercito, nella classe dirigente?
E' semplicistico affermare che l'uomo si sposi unicamente perché irretito da una donna senza averne alcun vantaggio personale:.
Citazione da: Santiago
HO DETTO “Dal punto di vista biologico la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne.”
ho ipotizzato che il coito coercitivo “è la normale espressione sessuale maschile della maggior parte delle specie, e così lo è stato a lungo per l'umanità.”
Io credo che sia più appropriato sostenere che la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo.” Quando è stato messo questo primo mattone della civiltà (per Levi-Strauss o per me)? Ipotizzo che possa essere stato messo vicino all'epoca che parli dell'uomo delle caverne, con le loro pitture, ecc, forse anche un po' prima tra 30.000 e 100.000 a.C., dunque “per la maggior parte del tempo della Storia dell'Umanità” sarebbe esistito il coito coercitivo. Solo quando il sesso è moralizzato, il coito coercitivo si tramuta in stupro (giudizio morale), prima di allora è sbagliato scambiare i due termini, definire stupro ciò che era un coito coercitivo e giudicare la natura con gli occhi attuali,
Perché l'uomo ha smesso di imporre un coito e la donna si è rifiutata di accettarlo passivamente? Perché, e a beneficio prevalente di chi dei due, dell'uomo o della donna? Questa domanda, molto importante, possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio).
In queste frasi è evidente la connotazione negativa di civiltà e cultura.
In sintesi:
Citazione da: Santiago
la nascita della Cultura coincide con la proibizione del coito coercitivo, primo mattone della civiltà
la civiltà ha moralizzato molti dei comportamenti della natura
la "moralizzazione" del sesso non ha portato alcun vantaggio all'uomo e tutti alle donne
[Questa considerazione] possiamo estenderla a tutte le norme e alla moralità sessuale (compreso il matrimonio)
Dunque per te la civiltà nasce con la moralizzazione del sesso, specificamente con la proibizione dello stupro (comunque lo si voglia chiamare: ratto, coito coercitivo, notte di passione senza invito a cena). Tale moralizzazione (ovvero la civiltà, incluso matrimonio, sanzione dell'adulterio ecc.) per te non ha portato alcun vantaggio all'uomo.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, la civiltà (o quantomeno le sue istituzioni-chiave, senza le quali non può esistere) è un'invenzione femminile per imporre un fardello all'uomo.
A questo obietti:
Citazione da: Santiago
Analizzare, criticare o segnalare gli aspetti negativi di qualcosa (ad esempio le religioni) non vuole dire che non esistano aspetti positivi, e che chi lo fa deva voler decostruire,
Si dà però il caso che criticare il matrimonio arrivando a dire che non dovrebbe esistere giuridicamente non è criticare un "aspetto negativo" della società ma significa demolire l'intero edificio civile, in quanto nessuna civiltà neppure primitiva può produrre e trasmettere sapere, tecnologia e arte senza coppie stabili e prole certa, cresciuta in un contesto favorevole alla trasmissione del sapere.
Se il matrimonio non reca alcun vantaggio all'uomo, necessariamente ne consegue che l'uomo può ben fare a meno di questo fardello, e darsi al "coito coercitivo" ovvero a "relazioni temporanee" che se praticate in massa sono disgregatrici dell'edificio civile e su cui hai manifestato parere favorevole su Stalker Sarai Tu:
Citazione da: Santiago
Per quale motivo l’uomo si dovrebbe vincolare a vita in un rapporto monogamico? Amore o affetto possono essere ottenuti da amici e parenti, o da rapporti occasionali e temporanei.
Quindi: l'uomo non ha motivo di sposarsi e il matrimonio serve solo per fornire affetto. Nessun cenno (anche le omissioni contano) alla paternità, alla possibilità di avere una prole certa e di educarla in un contesto stabile, con l'aiuto determinante della moglie: fare il padre single è sicuramente più gravoso. Ovviamente mi riferisco a un matrimonio non femminista, in cui l'uomo sia adeguatamente tutelato.
Hai detto inoltre che il matrimonio non dovrebbe essere legalmente riconosciuto (quindi non dovrebbe esistere, perché un negozio giuridico non riconosciuto dall'ordinamento è inesistente).
Questo passaggio conferma che per te il matrimonio, in una visione che ha ben poco di civile, è solo una specie di laccio per intrappolare l'uomo sulla base di motivazioni unicamente sentimentali:
Citazione da: Santiago
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.
Quindi: non c'è ragione di sposarsi, è solo una scelta assurda che l'uomo fa per motivi sentimentali e irrazionali, irretito dalla donna. Per chi avesse ancora dubbi:
Citazione da: Santiago
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!
Se queste non sono parole contro il matrimonio non so quali potrebbero esserlo. Simili discorsi sull'inutilità e l'abolizione del matrimonio si sentono di solito in comunità di marginali promiscui come i figli dei fiori, o in "Amici Miei" di Monicelli, non tra chi vuole costruire una società funzionante e non individualistica in cui il PADRE conti qualcosa.

Sulla paternità affermi:
Citazione da: Santiago
La paternità non è così ovvia né sembra innata come per le donne, il legame affettivo bisogna costruirlo.
Al contrario della maternità, la paternità tra i mammiferi (cosa diversa tra i pesci) non sembra un dato innato nella natura maschile, ma costruito (dalle femmine!).
Ci sono diversi esempi di animali che in ambienti ostili, le femmine si comportano gelosamente e incoraggiano il maschio a badare alla prole, sembra che il sentimento “familiare” e “paterno” venga coltivato dalle femmine per ottenere mantenimento e protezione. Inoltre esistono culture anche recenti dove il senso di paternità è sconosciuto o ignorato.
Accostando come sempre il mondo animale alla specie umana, dici che la paternità (come altri il genere) è un costrutto sociale, "costruito dalle femmine". Per chi avesse dubbi, ribadisci che in alcune culture (quali?) il senso di paternità è sconosciuto.
Basta un minimo di logica per dedurne che per te, se matrimonio monogamico e paternità sono un'invenzione delle femmine a loro essenziale vantaggio, gli uomini potrebbero e molto probabilmente dovrebbero fare a meno di matrimonio, monogamia e paternità.
Confrontando queste con altre tue affermazioni in favore di relazioni casuali, del desiderio sessuale di donne altrui (presumibilmente consumato: critichi la monogamia ma mai l'adulterio, anzi ne critichi la sanzione legale/morale) il tipo umano che ne emerge inevitabilmente è quello dell'avventuriero, dello "zingaro", che può sembrare avvincente in un film ma nella realtà si traduce in un'umanità marginale, allo sbando e senza futuro.

Inoltre:
1. Mai nei tuoi articoli c'è una sola chiara e motivata affermazione in favore della nostra civiltà, del ruolo dell'uomo nel crearla  e preservarla, della stabilità di coppia, della paternità.
2. Mai dici che l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà comunque intesa, e conseguenti istituzioni e leggi, in cui l'uomo possa avere un ruolo significante e riconosciuto che non sia quello di un nomade selvaggio.
In compenso, critichi valori etici, sociali, civili, spirituali che hanno fatto grande l'umanità e in primis gli uomini, attribuendo loro una negativa connotazione femminile, se non femminista ("cristianesimo e femminismo si sono ritrovati alleati") e facendo della civiltà tramandataci dai nostri padri il capro espiatorio di un presente che non sembri vedere: non ti ho mai sentito parlare spontaneamente di gender, di Bibbiano, di attacco al maschile da parte dei gruppi LGBT che anzi persino in questo topic ti sei sentito in dovere di difendere appoggiando la loro agenda unionista (necessario preludio al matrimonio) le cui ripercussioni sui giovani maschi saranno incalcolabili.
Mai ho letto una tua parola contro utopie scientiste come la procreazione artificiale/utero in affitto che stanno disumanizzando la società (anche da un punto di vista esclusivamente maschile) e perfino la biologia umana.
Continui ad associare le mie opinioni a un attacco all'"omosessualità contro natura", descrivendo come povere vittime gli omosessuali che fanno rimuovere (loro o le femministe che li sostengono) cartelloni e commettono gravi atti vandalici, che varano leggi-bavaglio, che ci sottraggono (Bibbiano) e rovinano i figli (lezioni gender tenute con soldi pubblici), che ci impediscono di manifestare con aggressioni anche fisiche: abbasso Ro$a No$tra ma LGBT No$tra va bene. Evochi pure "garbatamente" scuole religiose per mettere le mie opinioni in una luce negativa ma mai ho parlato dell'omosessualità in quanto tale, ho sempre detto che l'agenda politica omosessuale era contro natura.

Hai talmente ribaltato la narrativa femminista sull'oppressione patriarcale, che sei tornato al punto di partenza: il passato, la civiltà sono un'oppressione (=inutile fardello) femminile anziché patriarcale quindi necessariamente possiamo farne a meno, proprio come afferma il progressismo femminista.

Esponi come una certezza che la paternità non sarebbe connaturata alla specie umana (questo topic non riguarda gli animali). Esiste un consenso scientifico sull'argomento? Esistono pubblicazioni scientifiche a parte la tua ipotesi, che scientifica non è, non essendo stata mai pubblicata su una rivista accademica?
Comunque se anche fosse come dici, ossia che la paternità non è nella natura maschile e il matrimonio una sovrastruttura femminista svantaggiosa per l'uomo, che ragioni ha un uomo per diventare padre ed educare i propri figli? Che ragioni ha per non darli alla donna come vogliono le femministe? Solo il condizionamento sociale (femminile) e ragioni sentimentali? Chiaro che con queste premesse (e la tua menzione della paternità di gruppo) è proprio difficile dire che hai un atteggiamento favorevole verso la paternità.

Un punto fondamentale è: l'attivismo maschile non consiste tanto in ipotesi scientifiche discutibili e comunque non dimostrate, ma come dice la stessa parola in azioni ed obiettivi.
Ora se il matrimonio è svantaggioso e inutile per l'uomo (singolo), la paternità è un costrutto sociale che obiettivi per gli uomini emergono da queste ipotesi? Che dobbiamo chiedere l'affido condiviso solo perché la società e le femmine ci hanno condizionato ad essere padri? Per il bene della "specie"?
« Ultima modifica: Maggio 31, 2020, 13:48:33 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #76 il: Maggio 31, 2020, 00:23:21 am »
Veniamo adesso alla socializzazione del sesso e della paternità, questione non di poco conto considerato che è nell'agenda del globalismo disumanizzante, che sta rendendo la paternità sempre più un lusso per i pochi selezionati dal sistema.
Nel post precedente abbiamo visto che dai al matrimonio e alla paternità una connotazione fondamentalmente negativa, di istituzioni gravose e inutili all'uomo almeno come singolo.
Ora come è possibile liberare l'uomo dal fardello del matrimonio e della paternità? Ce lo dice Aldous Huxley nella sua distopia socialista, Il Mondo Nuovo che presenta soprendenti affinità con non poche tue affermazioni e preferenze:

"Il romanzo si apre a Londra, nell’anno Ford 632, ovvero il 2540.
La Terra è soggetta al controllo di un governo unico. Tutti i riferimenti al passato ["le istituzioni civili, morali e religiose create dalle femmine"], compresi i libri, sono stati distrutti. L’obiettivo del governo mondiale è quello di assicurare a tutti ordine ed pace, secondo il motto: "Comunità, Identità, Stabilità”. Il nuovo ordine mondiale si basa su principi eugenetici, che regolano strettamente la nascita dei bambini in laboratorio per via extrauterina, avendo cancellato gravidanze e parti."

In tal modo, come hanno sottolineato utenti a favore della riproduzione artificiale e in dichiarata sintonia con le tue idee, che non ritengo casuale, l'uomo è libero del fardello del matrimonio e del mantenimento dei figli. E' quantomeno difficile che il tuo sfavore verso queste istituzioni si traduca in uno sfavore verso la riproduzione artificiale, che infatti in un tuo post recente non consideri negativamente.

"La società del “mondo nuovo” è fortemente comunitaria, anteponendo l’appartenenza ad una classe ai legami privati o familiari. Secondo lo slogan “Ognuno appartiene a tutti”, la famiglia tradizionale è stata abolita, così come il matrimonio o i rapporti di parentela."

Il tuo aperto sfavore verso il matrimonio che ritieni da abolire nella sua stessa base legale, e la paternità considerata una creazione culturale femminile (v. post sopra!) mi sembrano perfettamente compatibili con la visione (o meglio: l'incubo) di Huxley.

"Sempre con finalità di controllo e di ordine, il Governo promuove i comportamenti socievoli e la costante ricerca di divertimenti di tipo consumistico; anche la sessualità, controllata dai contraccettivi, è fortemente incoraggiata [senza nessuna "moralizzazione voluta dalle femmine per loro vantaggio"], per sviare in essa qualunque impulso di ribellione e tensione nei confronti della società. Le persone sono così portate alla poligamia [che "non porta alcun vantaggio all'uomo"] e a legami assolutamente instabili e superficiali [i "legami temporanei" che vedi con aperto favore], mentre chi ama passare il proprio tempo da solo ed è incline alla monogamia non è visto di buon occhio."

Anche qui per quanto mi sforzi non riesco a trovare una contraddizione tra la distopia di Huxley e la tua visione della società. Sostieni che le tue sono affermazioni obiettive e scientifiche, ma se anche fosse non vedo per quale ragione l'incubo di Huxley non dovrebbe essere, sulla base di queste tue premesse, la società "scientificamente" migliore.

Per quanto riguarda la femminista-comunista Kollontaj, anche lei ha una visione in molti punti non secondari, sorprendentemente simile alla tua:

1. Abolizione del matrimonio: hai detto esplicitamente (v. post sopra!) che non c'è alcun motivo per cui l'uomo debba avere un rapporto monogamico e che il matrimonio non dovrebbe legalmente esistere. Per quanto mi sforzi non riesco a vedere contraddizione con la proposta della Kollontaj, né vedo come ciò si possa considerare un "attacco personale"
2. "Per un comunista l'atto sessuale deve essere semplice come bere un bicchier d'acqua": anche qui un'abbondate ridda di citazioni (moralizzazione del sesso solo svantaggiosa per l'uomo, coito coercitivo praticato per milioni di anni e abolito dalle femmine, vantaggi di relazioni temporanee su quelle monogamiche a vita) dimostra oltre ogni ragionevole dubbio che c'è identità di vedute
3. I comunisti devono avere "relazioni libere e multiple": idem come sopra. En passant, nel comunismo è logico che si mettano in comune anche i corpi
4. "La maternità è una funzione sociale": in sintesi, spiegava il citato documentario sulla Kollontaj dell'emittente femminista ARTE, la donna deve essere libera di concepire col primo che passa (l'alfa) e dare la prole allo Stato per liberare lei (e di riflesso anche l'uomo) dai gravami della genitorialità.
Se è vero che non hai mai proposto esplicitamente un simile modello, è anche vero che è la perfetta realizzazione delle "relazioni temporanee" che vedi con palese favore e della "paternità collettiva" ("gli uomini del villaggio condividono la paternità") che consideri più vicina alla natura che non prevede "istinto paterno"
5. "La collettività deve liberare la donna dalle sue costrizioni familiari": come detto sopra, ciò libera di riflesso l'uomo da costrizioni che ritieni imposte nei secoli dalle femmine
6. "Bisogna collettivizzare le faccende di casa": idem
E naturalmente non potevano mancare nelle proposte della Kollontaj (ma sono questioni secondarie in questa discussione):
7. Diritto all'aborto (qui non ti sei pronunciato ma dubito che tu sia antiabortista; comunque non è argomento centrale qui)
8. Congedi affinché "la donna faccia quello che faccia l'uomo": per esempio anche l'artigliere se "supera gli stessi standard maschili"
9. Asili nido per permettere alle donne di fare quello che fanno gli uomini

Si dà il caso che la Kollontaj, oltre che femminista, fosse un alto funzionario del regime sovietico. Sto dicendo che simpatizzi segretamente per Stalin? Assolutamente no, ma è l'esito cui può condurre la messa in pratica di alcuni aspetti del tuo pensiero: abolizione del matrimonio, relazioni temporanee, socializzazione di sesso e genitorialità ecc.
Non è "attribuire opinioni false a scopo di attacchi personali" affermare che, come aveva ben capito la Kollontaj, quando si dissolvono i legami e le istituzioni familiari in nome del sesso casuale, di rapporti temporanei, dell'abolizione della monogamia subentra la genitorialità di Stato, cioè il gulag.
Lo stesso vale per il capofamiglia (questione non sollevata da te), per cui un altro utente si è iscritto appositamente per farmi il processo politico: quando l'uomo non è più a capo della famiglia, gli subentra lo Stato in una socializzazione dei rapporti e delle decisioni familiari che non promette nulla di buono.

La Kollontaj vagheggiava un inferno comunista per liberarsi dall'"oppressione patriarcale". A cosa possono condurre (sia pure inconsapevolmente) idee simili, per liberarsi da una (del tutto ipotetica se riferita al passato) oppressione matriarcale? Come scriveva Vico, è l'eterogenesi dei fini.*

Ho letto con attenzione i tuoi post, che ho anche citato in abbondanza commentandoli sulla base di conclusioni esclusivamente logiche.
Dalle molte citazioni che ho letto, hai scritto un libro pregevole nello smontare molte menzogne del femminismo.
Ho ritenuto necessario intervenire perché dare una connotazione negativa alle leggi civili e ai valori morali (almeno quelli che citi) e a istituzioni fondamentali come le relazioni stabili, presenti in tutte le culture dall'alba dell'uomo non può che essere dannoso per l'umanità e in primo luogo per il movimento maschile.
Il presente è un incubo per gli uomini non perché "le donne hanno inventato il matrimonio" ma perché il femminismo lo ha distrutto.
Spero vorrai prenderla come una critica costruttiva (come pare abbia fatto Stasi ripensandoci sul femminismo buono) e dedicarti a smontare il femminismo, contando sul mio pieno e incondizionato appoggio.

* La concezione dell'eterogenesi dei fini fu teorizzata per la prima volta da Giambattista Vico, secondo cui la storia umana contiene in sé potenzialmente la realizzazione di certe finalità. In questo senso dunque ben si comprende che il percorso evolutivo dell'uomo è mirato al raggiungimento, tappa dopo tappa, di un qualche fine. Tale percorso non è però da intendersi come lineare. Può accadere che, mentre ci si propone di raggiungere alti e nobili obiettivi, la storia arrivi a conclusioni opposte.

«Pur gli uomini hanno essi fatto questo mondo di nazioni [...] ma egli è questo mondo, senza dubbio, uscito da una mente spesso diversa ed alle volte tutta contraria e sempre superiore ad essi fini particolari ch'essi uomini si avevan proposti

Talvolta infatti l'umanità corre il rischio del "ricorso", ossia rischia di tornare indietro nel prestabilito percorso di auto-miglioramento a causa di errori di natura sociale e/o politica (inaridimento del sapere, perdita di memoria storica). Ma il "ricorso" è soltanto temporaneo. Con forza, coraggio, fatica e sofferenza ogni volta l'umanità ha saputo e saprà sempre riprendere il suo cammino progressivo.
« Ultima modifica: Maggio 31, 2020, 14:05:49 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #77 il: Maggio 31, 2020, 23:40:00 pm »
Trascrivo qui l'eccellente commento di un utente, che ritengo significativo. Tengo a sottolineare che, come nei miei due post precedenti, non ci sono sarcasmi né epiteti riferiti a Santiago o altri attacchi alla persona, ma solo commenti alle sue idee, che siano "provate scientificamente" come dice o meno. Commenti che, per definizione, non possono essere la "copia" di frasi di Santiago, da me già abbondantemente citate.
Come sempre chi ha fretta può andare ai grassetti che sono essenziali.

[Santiago, nei suoi post in rete] ci presenta un sunto del passato dell'uomo come se fosse uno studio sulle dinamiche comportamentali interne a un branco di primati. Lascia intendere che al netto di millenni di civiltà a muovere l'uomo (soprattutto maschio) siano di fatto ancora le sue pulsioni sessuali e quindi per questo assegnargli un organigramma valoriale che mette sopra a tutto l'importanza della propria “economia sessuale” cioè il puntuale consuntivo dei vantaggi e degli svantaggi che nelle varie circostanze storiche riesce a strappare o a rimetterci nel suo rapporto/scontro con le femmine.
E' quanto meno minimalista e riduttivo livellare e spiaccicare tutta la materia umana su questo piano valutativo mischiando mondo umano e mondo animale.
Non a caso sono speculazioni “accademiche” che non passano nemmeno per l'anticamera del cervello di qualunque maschio abbia deciso o decida di unirsi in matrimonio, come a dire che il sesso conta ma non può essere inteso come il fine che riassume ogni aspetto del rapporto tra un maschio e una femmina.
A fronte di un prevedibile tsunami di obiezioni a base di "fatti specifici" o "testimonianze", dico che se è vero che trattando la ”materia” umana le eccezioni non mancano mai e riguardano ogni suo aspetto, è anche vero che in un quadro dove nella stragrande maggioranza delle culture un dato fenomeno continua a replicarsi praticamente invariato (matrimonio monogamico, famiglia tradizionale di maschio + femmina e figli) questo dato diventa sostanza e regola oggettiva con cui fare i conti e le eccezioni ne diventano una conferma indiretta.
Ridurre sostanzialmente la figura del maschio come un soggetto il cui cervello è un'appendice dei suoi testicoli e che tutto il suo essere si spiega e si risolve nell'assecondare le “necessità” che di là provengono è quantomeno offensivo per la dignità del mondo maschile, arrivare addirittura a contorcere le complesse e sofisticate dinamiche culturali che hanno portato alla codificazione nel tempo di modelli sempre più complessi di società, a un volgarissimo “braccio di ferro” che i due sessi avrebbero ingaggiato per strapparsi a vicenda il maggior numero di vantaggi dall'intreccio dei loro rapporti sessuali è quantomeno dozzinale.
Come è risibile e ridicolo intestare al mondo femminile una capacità di pianificazione e costruzione dei fondamentali di civiltà quasi "divina" e tutto per fini strettamente utilitaristici legati alla propria condizione di vita?!
La civiltà non senza contraddizioni e a volte involuzioni è stata quasi completamente realizzata dai maschi (io ne vado fiero....e Santiago??)
proprio quando hanno cominciato a capire che il vivere a questo mondo ha un senso molto più alto e nobile che andare a caccia di femmine facendosi guidare dal proprio membro perennemente in “tiro”.
Sono dell'avviso che via via che l'uomo ha preso coscienza della sua unicità e della sua specificità la questione del sesso è diventata lentamente sempre più collaterale a molte altre cose invece subentravano in ordine di importanza, interessi che lo gratificavano di piaceri diversi ma altrettanto intensi e appaganti di quanto possa dare il copulare compulsivo più o meno selvaggio (inventare, costruire, conquistare, credere) in una parola civilizzare e civilizzarsi.
« Ultima modifica: Giugno 01, 2020, 18:09:54 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #78 il: Giugno 01, 2020, 00:16:13 am »
Vicus, premesso che non sono l'avvocato difensore di Santiago, vorrei semplicemente far notare che costui non ha usato esattamente questi termini.

Citazione
Ridurre sostanzialmente la figura del maschio come un soggetto il cui cervello è un'appendice dei suoi testicoli e che tutto il suo essere si spiega e si risolve nell'assecondare le “necessità” che di là provengono è quantomeno offensivo per la dignità del mondo maschile,

Questa è una forzatura bella e buona.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #79 il: Giugno 01, 2020, 00:34:51 am »
Non direi: Santiago parla delle relazioni uomo-donna, e degli stessi valori civili, esclusivamente in termini di sesso e di scambio di favori contro sesso, argomento preminente se non esclusivo dei suoi post e chiave di volta della sua storia e della civiltà, che descrive come una sequela di catene aggiunte dalle donne per asservire l'uomo.
Queste citazioni provano che non è una forzatura:
Citazione da: Santiago
È dunque naturale che la donna abbia lavorato fin dagli inizi dei tempi per creare le condizioni culturali, attraverso i valori morali e religiosi e le normative civili (ad es. sancendo la peccaminosità del sesso al di fuori del matrimonio, o il riconoscimento della progenie o l’obbligo di perpetuazione della stirpe all’interno del matrimonio), per poter usufruire del contributo dell’uomo e trattenerlo all’interno di una relazione dopo che era stato “acchiappato” con l’arma della bellezza (il sesso).

Citazione da: Santiago
Sinceramente non riesco a trovare nessuna ragione logica che ipotizzi un vantaggio “materiale” della creazione dell'istituzione del matrimonio per l'uomo. Ma come avevo già scritto “il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce”, gli uomini continuerano a sposarsi e a votare leggi assurde sul divorzio o sull'aborto.

E soprattutto:

Citazione da: Santiago
L’uomo ha la forza, la donna invece un’arma molto più potente: quella capacità di ipnotizzare e rendere l’uomo stupido.Gli uomini si sposano per lo stesso motivo per il quale tutti i Parlamenti (di uomini) del mondo hanno votato le leggi sull’aborto e la procreazione, conferendo alle donne tutto il potere e sottraendo se stessi qualsiasi diritto sulla propria paternità. Idiozia allo stato puro. Noi uomini continueremo a sposarci, continueremo a proteggere e a cercare di rendere le nostre principesse felici, perché amiamo le donne, perché il cuore ha le sue ragioni che la ragione non conosce. E come al solito, continueremo a fare la marcia nuziale… vestiti di nero!

Non è questione di difensore, perché Santiago non è un imputato, è solo una critica ad alcune (non tutte) sue affermazioni che spero consideri costruttiva.
« Ultima modifica: Giugno 01, 2020, 15:54:27 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #80 il: Giugno 01, 2020, 15:32:43 pm »
Una parola sulla recensione che Santiago ritiene falsa perché postata da uno che non ha letto il libro, al solo scopo di danneggiarne le vendite:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni
E' un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà".

L'acquisto è verificato, quindi è certo che l'utente ha acquistato il libro.
Il punteggio è medio, non "zero" e non c'è nessuna stroncatura né linguaggio polemico, che possa suggerire idee politicamente corrette o un intento nocivo. Non penso che due righe su "un impero comunista femminile" possano davvero danneggiare il libro.
Come si può vedere dal profilo, l'utente è sicuramente un uomo, iscritto dal 2014, che compra articoli maschili (elettronica, ecc.):
https://www.amazon.it/gp/profile/amzn1.account.AFLFDHD6OLDWHJBH27AMVQ6SHNFQ/ref=cm_cr_srp_d_gw_btm?ie=UTF8
Nessun acquisto o recensione che suggerisca idee femministe o politicamente corrette, da quel che compra mi pare un "geek" sulla ventina che non s'interessa di femminismo e di politica.
Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata.

Comunque si confronti il titolo del recensore:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni"

con un'altra recensione a 5 stelle che dice cose simili:

"Ottimo libro, scrittura pulita e non complessa, l'autore è molto appassionato ed emotivamente coinvolto dall'argomento trattato"

Questa secondo me è la prova che il primo recensore, oltre ad averlo certamente acquistato, ha anche letto il libro.

Comunque, sia chiaro, è una questione del tutto secondaria.
« Ultima modifica: Giugno 02, 2020, 03:12:35 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #81 il: Giugno 01, 2020, 19:05:56 pm »
Scrivo di seguito i miei argomenti, così da avere un quadro d'insieme e chi vuole eventualmente replicare almeno non deve andarseli a cercare.

Per quanto riguarda il coito coercitivo (questione comunque non centrale nel topic) un fatto troppo documentato e con molti riscontri nelle varie culture occidentali per non essere vero almeno nela sostanza: il ratto delle Sabine.

Notiamo innanzitutto che è un evento arcaico, la civiltà latina era ai suoi albori, si potrebbe quasi dire che, culturalmente parlando, usciva dalla sua preistoria.

Roma era stata appena fondata da uomini senza nessuna "influenza" femminile. La popolazione era costituita da soli maschi.

Ora cosa fanno questi uomini? Se ne vanno in giro per la Sabina a sfogare le loro pulsioni, evitando seccature femminili come australopitechi qualsiasi? No: si cercano le sabine per avere figli e popolare la loro nuova città. Secondo lo storico Tito Livio non vi fu neppure violenza.
Le femmine li hanno forse obbligati a questa paternità "non innata"? Assolutamente no, anzi è vero l'opposto.

Secondo la teoria del coito coercitivo (e anche "paternità collettiva", utero artificiale, in "affitto" ecc.) potevano benissimo tenersi i figli e mandare le donne a quel paese. Invece cosa fanno? Le sposano, causando pure una guerra che non ci sarebe stata se le avessero "restituite". Chi li ha obbligati? Nessuno. Sono stati "irretiti e intrappolati" dalle sabine? Nemmeno, perché la "legge" erano loro, potevano benissimo mollare le sabine e continuare a dilettarsi in una pratica di supremo "vantaggio" maschile, la copula sparsa nella campagna romana.

In tutte le culture del mondo, latine, germaniche, africane, indiana, dell'Estremo Oriente, ci sono prove che il coito coercitivo viene praticato esclusivamente in brevi momenti, da barbari verticali, come li definisce Ortega y Gasset, una gioventù di personalità informe perché per età è non-civilizzata, espulsa dai patres perché in sovrannumero.
Già nei Veda un dio-teppista, Rudra, comanda una banda di semidei adolescenti scatenati al saccheggio gratuito, alle imprese guerresche, che si eccitano col soma: una bevanda di cui sappiamo solo che era uno stupefacente. La storia di Romolo e dei suoi primi romani, tutti maschi giovani che rapiscono per bravata le Sabine, è la più dettagliata: la scoperta del sesso come fatto di gruppo, fra risate masnadiere e ribalderie.
È infatti dalla banda giovanile che ha origine il primo gruppo umano organizzato, la prima forma di Stato. I nomi delle più antiche formazioni politiche, in Grecia e a Roma, tradiscono quell’origine: eterìe o fratrìe, gruppi di “eguali” o di “fratelli”, rigorosamente maschili; la curia, o co-viria, drappello di giovani maschi armati. I coetanei formano un gruppo solido e pericoloso, appartato dalle altre generazioni, segregato dai suoi rituali “segreti” che servono a saldare l’identità di ciascuno con quella del collettivo: a Sparta, il pasto comune degli Spartiati; nelle società dell’Africa o dell’Asia, la “casa degli uomini” riservata ai maschi prima delle nozze, club, tempio e covo della banda giovanile, luogo di riti che le donne della tribù non devono vedere, pena la morte.
Nel mondo italico restano tracce incerte di un rito antichissimo e tremendo, il ver sacrum. Quando la popolazione di un gruppo arcaico diventa eccessiva sulla sua terra, le messi vengono lasciate sui campi; e la verde messe dell’uomo, i maschi adolescenti, viene ugualmente mandata a perire. Il grano biondo è consacrato agli dei inferi; la bionda gioventù espulsa ritualmente, come morta, con il divieto di tornare indietro: dovrà conquistarsi una propria terra nelle tenebre esteriori, nell’ignoto infestato da fiere e da nemici mostruosi. La civiltà indoeuropea si sparse quasi certamente così, con espulsioni periodiche di eterie, tra l’Asia e l’Europa. La fiaba di Pollicino e dei suoi “fratelli”, mandati a perdere nella foresta primordiale dai genitori incapaci di nutrirli, conserva il ricordo angoscioso di questa dura usanza.
I vecchi, i patres che così la espellevano, sapevano bene che cosa avrebbe sostenuto la banda dei ragazzi esposta alle violenze e alle magie delle terre selvagge: precisamente l’ardimento scervellato, il gregarismo che, crudele verso gli “estranei”, si fa disciplina militare; l’esagerata baldanza di tutti che copre la paura di ognuno, l’essere “tutti per uno e uno per tutti”: personalità incipienti, ancora senza identità, e perciò fungibili. È l’età in cui la vitalità accetta alla leggera il rischio mortale (quale è il saccheggio, il coito coercitivo ecc.: altro che "vantaggio", se vi prendete una donna con la forza la sua tribù vi seppellisce), in cui capita di perire per eccesso di voglia di vivere, di farsi uccidere per gioco. O per sport.
È facile manipolare la vitale stoltezza giovanile. Per millenni, i patres l’hanno sfruttata solo per esigenze estreme e superiori, con pia mancanza di scrupoli. I patres hanno sempre saputo che la banda giovanile, pericolosa nella tribù, “serviva” nelle durezze della guerra: dove la morte degli amici, l’ascesi atletica e militare, avrebbero infine fatto delle giovani belve - quelle sopravvissute - degli uomini adulti.
Questo è il modello che il neo-primitivismo di oggi, la nostra società immatura e barbarica considera "normale" quando normale non è mai stato: l'uomo informe, il teppista adolescente che vede tutto in termini di sesso e ribalderie, come vediamo all'uscita delle discoteche il sabato sera.
E' davvero semplicistico e riduttivo pensare che la saggezza dei patres sia soggetta alla petulante influenza femminile e che elaborate e complesse civiltà siano il frutto della maliarda idiozia di oche giulive.
« Ultima modifica: Giugno 02, 2020, 03:10:27 am da Vicus »
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #82 il: Giugno 01, 2020, 19:17:13 pm »
Non direi: Santiago parla delle relazioni uomo-donna, e degli stessi valori civili, esclusivamente in termini di sesso e di scambio di favori contro sesso, argomento preminente se non esclusivo dei suoi post e chiave di volta della sua storia e della civiltà, che descrive come una sequela di catene aggiunte dalle donne per asservire l'uomo.
Queste citazioni provano che non è una forzatura:
E soprattutto:

Non è questione di difensore, perché Santiago non è un imputato, è solo una critica ad alcune (non tutte) sue affermazioni che spero consideri costruttiva.

Vedi, il fatto è che nelle parole di Santiago c'è una parte di verità.
Non è forse vero che parlamenti quasi esclusivamente maschili si son calati le braghe di fronte alle femmine ?
Prendiamo la legge Merlin: un parlamento composto quasi esclusivamente da uomini che però danno retta a una femmina e in un' epoca in cui il femminismo non era certamente diffuso e incistato come lo è oggi.
Un motivo ci sarà.

Poi su altri punti son d'accordo con te.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #83 il: Giugno 01, 2020, 19:54:13 pm »
Vedi, il fatto è che nelle parole di Santiago c'è una parte di verità.
Non è forse vero che parlamenti quasi esclusivamente maschili si son calati le braghe di fronte alle femmine ?
Prendiamo la legge Merlin: un parlamento composto quasi esclusivamente da uomini che però danno retta a una femmina e in un' epoca in cui il femminismo non era certamente diffuso e incistato come lo è oggi.
Un motivo ci sarà.

Poi su altri punti son d'accordo con te.
Certo ma sicuramente non è avvenuto per incantesimi femminili.
Una cosa che la teoria di Santiago non spiega è che mai nel mondo antico e perfino contemporaneo le donne sono state accettate in Parlamento o istituzioni dello stesso livello. Se mai ci sono state eccezioni in qualche tribù della Nuova Guinea, confermano la regola. Quindi è un fenomeno essenzialmente moderno, che spiego così: il femminismo, creato in determinati "laboratori sociali" fin dall''800, è un'dea moderna e di elite maschili, un'arma per indebolire le nazioni* dove viene diffusa. Già ai tempi della Merlin c'era questo clima culturale, di cui allora si facevano portavoce i comunisti.
Stranamente però, ed è un fatto incontestabile, Santiago (sempre nei suoi pezzi in rete) non nomina mai queste centrali di potere (ONG, fondazioni miliardarie, ecc.) ma si sofferma sempre, ammantandosi di scientificità senza aver mai pubblicato come prevedono i protocolli scientifici, su un remoto passato e specificamente su leggi civili, valori etici, morali, spirituali insomma sui mattoni essenziali di ogni civiltà.
Ormai anche le pietre dicono che il consumismo mercantile, globale e arcobaleno, ci vuole umani informi, senza identità neppure sessuale, senza genitori definiti (affittati, clonati e bioingegnerizzati), fluidi, "meticci" e "non binari", intenti solo a soddisfare pulsioni immediate come poppanti nell'asilo globale, perché favoriscono i consumi.
Non accuso Santiago di nulla ma nei fatti sono indubbie convergenze.

* Fonte e prova, ovviamente non l'unica, un testo di Richard Hooker addirittura del 16° secolo su come fare una rivoluzione rovesciando i valori costituiti:
Citazione
Scegliere un agitatore tra i nostri adepti e strumentalizzare le donne [altro che "influenza femminile nei secoli"]

Una funzione importante sarà affidata alle donne nella formazione di queste società, in ragione della debolezza del loro giudizio [di nuovo: altro che influenza "sessuale"], della loro maggiore emotività, e dal fatto che sono più inclini degli uomini a svolgere il ruolo di servizio di informazioni sugli umori della loro cerchia familaire, più liberali, infine, sul piano finanziario.
« Ultima modifica: Giugno 01, 2020, 20:21:51 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #84 il: Giugno 01, 2020, 21:04:01 pm »
Vicus

Citazione
Una cosa che la teoria di Santiago non spiega è che mai nel mondo antico e perfino contemporaneo le donne sono state accettate in Parlamento o istituzioni dello stesso livello.

Lo so, infatti ho già scritto "Poi su altri punti son d'accordo con te."
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #85 il: Giugno 02, 2020, 21:09:59 pm »
Una parola sulla recensione che Santiago ritiene falsa perché postata da uno che non ha letto il libro, al solo scopo di danneggiarne le vendite:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni
E' un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà".

L'acquisto è verificato, quindi è certo che l'utente ha acquistato il libro.
Il punteggio è medio, non "zero" e non c'è nessuna stroncatura né linguaggio polemico, che possa suggerire idee politicamente corrette o un intento nocivo. Non penso che due righe su "un impero comunista femminile" possano davvero danneggiare il libro.
Come si può vedere dal profilo, l'utente è sicuramente un uomo, iscritto dal 2014, che compra articoli maschili (elettronica, ecc.):
https://www.amazon.it/gp/profile/amzn1.account.AFLFDHD6OLDWHJBH27AMVQ6SHNFQ/ref=cm_cr_srp_d_gw_btm?ie=UTF8
Nessun acquisto o recensione che suggerisca idee femministe o politicamente corrette, da quel che compra mi pare un "geek" sulla ventina che non s'interessa di femminismo e di politica.
Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata.

Comunque si confronti il titolo del recensore:

"Bello ma Cavalcato dalle emozioni"

con un'altra recensione a 5 stelle che dice cose simili:

"Ottimo libro, scrittura pulita e non complessa, l'autore è molto appassionato ed emotivamente coinvolto dall'argomento trattato"

Questa secondo me è la prova che il primo recensore, oltre ad averlo certamente acquistato, ha anche letto il libro.

Comunque, sia chiaro, è una questione del tutto secondaria.

Vicus, sei impossibile. Mi arrendo. Ho chiesto per favore di parlare su un unico e singolo argomento che interessava te perché me lo avevi contestato: la Paternità.
Ho chiesto per favore di non iniziare centinaia di altri argomenti. Ho chiesto di elencare degli argomenti sulla paternità refutando la mia posizione per poter controbattere. Eccoci qua, papiro dietro papiro. Contesti tutto e su tutto. Mi dispiace non riesco a starti dietro non ho tanto tempo.
Tra l'altro ho letto i tuoi messaggi, malgrado l'estensione di quanto hai scritto, non ho trovato nessun argomento, come avevo per favore chiesto, che sostenga la tua tesi della paternità innata nella natura maschile. Nessun argomento! Critichi e critichi e critichi, perché non ti piace (ecco il tuo argomento) ma non offri nessun argomento logico o scientifico che refuti la mia posizione. Così è impossibile dibattere, senza argomenti. Se vuoi parlare di paternità innata nella natura maschile devi legittimare quanto sostieni, altrimenti non si può refutare nulla perché non argomenti nulla.

Invece mi ritrovo qui la recensione di Amazon, (nuovamente!) che non c'entra nulla con l'argomento (nuovamente!), suggerendo che io sto mentendo (!): "Santiago dice che nel primo volume affronta solo argomenti storici, ma mi pare impossibile che la questione dei tribunali non l'abbia almeno accennata."

Io ti ho contestato di aver fatto copia e incolla di una recensione (che verosimilmente è falsa, ma questo tu non lo potevi sapere, come avevo esplicitamente scritto) non perché è presumibilmente falsa, ma perché l'hai usata come argomento ad hominem, cioè per non sentirti troppo solo nelle tue critiche. Infatti il contenuto della recensione non c'entra e continua a non c'entrare nulla con qualsiasi argomento che ho trattato in questo forum!

Non solo la riporti di nuovo, anche se il contenuto continua a non c'entrare niente con l'argomento, ma non contento ti metti a fare l'avvocato del "recensionista", suggerendo tra l'altro che sto mentendo.

Di nuovo, ripeto, il libro non "spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene" perché il libro appena accenna l'attualità, che è trattata nel secondo volume.
Di nuovo, ripeto, il libro non spiega che gli uomini stanno male "specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione", è assolutamente falso, questo è trattato nel secondo volume.
Nell'introduzione del libro spiego che il libro nasce da un'esperienza personale di separazione, cioè "probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione", cioè "emotivamente coinvolto" è plausibile, e ci si arriva leggendo due pagine di introduzione.
Come avevo già scritto (!) "al massimo ha letto l'introduzione" perché nel resto della recensione parla di cose che non sono affatto nel libro (cioè nel primo volume al quale è riferita la recensione). La recensione è verosimilmente falsa.

Se domani ritrovo la forza e il tempo, cerco di mettere giù qualche riflessione su quello che dici e sulla paternità.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #86 il: Giugno 02, 2020, 21:22:02 pm »
Santiago se per te va bene cancelliamo gli ultimi 2 post e chiudiamo una volta per sempre con la storia della recensione.
Non ho mai scritto che stai mentendo!
Sei anche tu a dover provare che la paternità non è connaturata al'uomo.
Dici che le tue sono certezze scientifiche: che qualifiche hai? Hai pubblicato? Dove?
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #87 il: Giugno 02, 2020, 22:17:24 pm »
Sul tema australopiteco rispondo qui per non sparpagliare i post. Dice Santiago:
Citazione da: Santiago
Immagino che come tutte le popolazioni di mammiferi che vivono in gruppo, tra cui i nostri parenti più stretti, le scimmie. Non vedono che per loro sia stato un problema. Tu ancora fai fatica a capire che quando si parla della Storia dell'uomo si inizia dall'australopiteco 4 milioni circa di anni fa. Non so a quali bisonti stavi pensando, ma se pensavi probabilmente a quelli americani, le popolazione nomade arrivano in America tra i 16.000 e 12.000 a.C. Ancora non riesci a concepire il tempo nella sua estensione. Anche il processo, semmai è esistito, che ho definito il primo mattone della civiltà, il divieto del coito coercitivo, non avviene in una data precisa, è un processo lunghissimo che arriva talvolta nei periodi storici (di scrittura) in momenti di guerre e conquiste ad esempio. Ti sei impegnato anche a mettere una data.
L'australopiteco era quasi una scimmia col 60% in meno di cervello. Sto parlando della specie umana (sapiens sapiens) comparsa decine di migliaia di anni fa. E per la specie umana ci sono prove che aveva sin dai suoi albori un'organizzazione complessa del tutto incompatibile con un modello animale, in cui il maschio si limita a fecondare la femmina e quest'ultima porta avanti gravidanze, parti e per di più nel periodo interessante deve cacciare il bisonte per sopravvivere. E' impossibile! Una società così "animale" non ha l'organizzazione per produrre Altamira. Poi come riescono queste donne "tuttofare" a crescere dei cacciatori maschi? A inventare e trasmettere leggi e rituali complessi, tra una copula coatta e una caccia al rinoceronte, con dieci pargoli "coercitivi" al seguito di cui due in allattamento? :D
L’uomo non è mai stato “selvaggio”: sappiamo che dalla notte dei tempi ha vissuto nella cultura, non nello “stato di natura”. Fin da principio, l’ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza o la volontà di potenza, ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico.
La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica: la captazione di una essentia; i “primitivi” sapevano pure, a Lascaux, dipingere vivissime scene naturalistiche, quando volevano suscitare la simpatia magica. La conoscenza di popoli diversi ci ha reso impossibile ridurre gli uomini “primitivi”, etnologici o tribali, a barbari: non è mai la vitalità nativa che li spinge, ma una cultura e una storia. Ogni convivenza umana - tranne la nostra “di massa” - è l’emergenza attuale di un passato consegnato.
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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #88 il: Giugno 03, 2020, 12:21:28 pm »
l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà

Si dà però il caso che criticare il matrimonio arrivando a dire che non dovrebbe esistere giuridicamente non è criticare un "aspetto negativo" della società ma significa demolire l'intero edificio civile, in quanto nessuna civiltà neppure primitiva può produrre e trasmettere sapere, tecnologia e arte senza coppie stabili e prole certa,

“l'attivismo maschile deve tendere a ristabilire la civiltà”
Qui ci addentriamo su discorsi filosofici. Hai fatto bene a nominare lo storicismo di Vico. L’idea di Vico della Storia come continuo rinnovarsi di cicli secondo un ordine progressivo (età primitiva, età poetica ed età civile) è ripresa dagli Illuministi che concepiscono la Storia come un costante progresso dell’uomo (la teoria del progresso di Condorcet) , ovvero come un suo allontanarsi sempre di più dai vincoli naturali e sovrannaturali grazie al prevalere della ragione sulle passioni e sui sentimenti. Questo percorso lineare sembra smentito da certi momenti o episodi storici (ad esempio bomba nucleare oppure campi di concentramento), eccezioni di passaggio che secondo gli accoliti di questo pensiero non inficerebbero il raggiungimento ultimo (a tutti gli effetti, una “teoria vaccinata”, come li definiva Karl Popper). Non necessariamente tutti dunque la pensano così (la più nota concezione del tempo diversa è quella dell'eterno ritorno).
Dunque l'obiettivo che fissi per l'attivismo maschile, il ristabilimento della civiltà (quale civiltà?) è legittimo, però mi sembra del tutto personale, una discussione che cade più nell'ambito della filosofia che delle questioni maschili.

Nessuno ha parlato di “demolire” il matrimonio. Ho detto che lo Stato non si deve immischiare, né legiferare il modo in cui le persone decidono di vivere in coppia, in gruppo o come piace a loro, secondo le loro convinzioni morali o religiose.
Lo Stato non legifera la preghiera. E non mi pare che la preghiera non esista in questo mondo. Ognuno prega secondo le proprie convinzioni. Non è un compito dello Stato occuparsi della preghiera, è un compito delle religioni e delle convinzioni personali.

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Re:Santiago è contro la paternità e la civiltà?
« Risposta #89 il: Giugno 03, 2020, 12:24:10 pm »
Non ho mai scritto che stai mentendo!

Le parole! Le parole sono importanti, perché si rischia di capovolgere il significato delle cose. Ecco anche il rischio di “indovinare” o “interpretare le intenzioni” nelle parole degli altri. Un avvertimento che vale per tutti, me compreso.
Non è lo stesso “dire” che stai mentendo che “suggerire” che stai mentendo. Io ho scritto:
“suggerendo che io sto mentendo” “suggerendo tra l'altro che sto mentendo”

Ti faccio un esempio. In un post hai scritto: “Fino a prova contraria l'estimatore di fantasie e stupri sei tu, facendo addirittura del mai dimostrato coito coercitivo il perno di tutta la civiltà.” Semmai io affermo esattamente il contrario. E come affermare che Levi-Strauss “ha fatto dell'incesto il perno di tutta la civiltà”. No! È il contrario semmai, “ha fatto del DIVIETO di incesto il perno di tutta la civiltà” e io “avrei fatto del DIVIETO di coito coercitivo il perno di tutta la civiltà”. E ancora, il termine perno non vuole dire “punto di partenza” o, come l'ho definito io “primo mattone”.
Il “perno” è (dizionario) “elemento principale”.
Lo ripeto per l'ennesima volta, la moralizzazione del sesso fa parte della civiltà, ma non è tutta la civiltà (moltissimi altri valori e progressi spirituali e scientifici non hanno a che fare con il sesso). Infatti, io ho contestato nel mio libro, e anche in questo forum, la posizione centrale che la scuola di Francoforte, Freud o Simone de Beauvoir concedono al sesso nella costruzione del mondo. È un aspetto molto importante ma non è l'unico.
Sei tu che lo rendi il “perno”, il centro del mondo quando lanci i tuoi avvertimenti apocalittici  quando parli esplicitamente di distruzione della Civiltà se modifichiamo la moralizzazione del sesso (compreso l'istituzione del matrimonio), e suggerisci che sia al centro del mio pensiero e della mia opera. I due volume che ho scritto contengono complessivamente 1180 pagine, quelle riferite alla moralizzazione del sesso, al sesso e alla nascita della civiltà complessivamente riguardano 68 pagine.

Evoluzione umana: Austrolopitecus – Homo habilis – Homo erectus – Homo neardenthal – Homo sapiens – Homo sapiens sapiens.
Nei milioni di anni dell'evoluzione umana, il primato del sesso come preoccupazione del singolo è una proiezione che facciamo gli esseri umani oggi (e che fai anche tu), ma che a mio avviso non si corrisponde con la realtà d'allora. Come succede per altri specie,  l'homo maschio che prendeva una femmina lo faceva come prendeva una mela dall'albero, o beveva acqua da un ruscello, e la femmina di solito si lasciava prendere senza conseguenze né fisiche (escluse gravidanze) né, ancor meno, psichiche.
Siamo noi, con la nostra moralizzazione introiettata attuale, che giudichiamo e riteniamo intollerabili certi comportamenti.

Tu hai scritto: “L’uomo non è mai stato “selvaggio”: sappiamo che dalla notte dei tempi ha vissuto nella cultura, non nello “stato di natura”. Fin da principio, l’ha ossessionato non la fame, la sopravvivenza o la volontà di potenza, ma la ricerca di significato, il sacro, il metafisico. La stilizzazione arcaica non fu mai rozzezza infantile, ma intenzione metafisica: la captazione di una essentia; i “primitivi” sapevano pure, a Lascaux, dipingere vivissime scene naturalistiche, quando volevano suscitare la simpatia magica.”  Sono in disaccordo. Prima perché di nuovo ridimensioni il tempo dell'umanità a un tempo molto ravvicinato. Le pitture parietali nelle grotte (Altamira o Lascaux) risalgono a circa 30.000 anni a. C., fino ad oggi, un periodo molto piccolo del tempo complessivo dell'evoluzione dell'uomo. Secondo, perché non c'è un distacco netto tra natura e civiltà, ancora oggi molti dei nostri comportamenti, che riusciamo a fatica a controllare, sono da addebitare alla natura. La nascita della cultura (o civiltà) e la sua evoluzione, fa parte di un progresso lunghissimo dove natura e civiltà si intersecano continuamente. La scoperta e il controllo del fuoco, ad esempio, fa parte della civiltà. Terzo, proietti i tuoi valori e le tue aspettative agli esseri umani di altre epoche che, al contrario di quello che affermi, erano ossessionati dalla sopravvivenza in un ambiente ostile (come succede con gli animali delle altre specie). Il sesso, o il sacro, forse rientrano nel secondo gradino della piramide di Maslow, ma al primo posto si trovano i bisogni fisiologici. Tanto è vero, e proprio parlando dagli esseri umani in epoche più strutturate (dove esiste collaborazione di gruppo che agevola la sopravvivenza), che nelle pitture parietali che nomini, ovunque, c'è ricorrente un tema e solo un tema: la caccia, cioè il cibo, cioè la fame (l'argomento era quello e sempre quello, al di là delle intenzioni magiche attribuite successivamente) Dove sono le rappresentazioni ricorrenti del sesso, o delle danze, o dei riti magici in queste pitture? Il sesso non è la loro preoccupazione.