Autore Topic: Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre  (Letto 14172 volte)

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Offline Vicus

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #30 il: Aprile 05, 2019, 00:29:49 am »
Questo è sicuro.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline itacel

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #31 il: Agosto 29, 2019, 15:53:57 pm »
Guarda, di una cosa son certo, ed è quella relativa al fatto che agli uomini le donne piacciono sicuramente molto di più di quanto alle donne piacciono gli uomini.
Si, è assodato. Le donne sono più selettive nella scelta dei compagni e variano di meno nella loro tendenza ad essere selettive rispetto agli uomini. Quindi, per quello che ho scritto prima, noterai meno "eccezioni" per le donne di quante "eccezioni" ci possano essere per gli uomini.

Online Frank

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #32 il: Agosto 30, 2019, 20:33:06 pm »
Si, è assodato. Le donne sono più selettive nella scelta dei compagni e variano di meno nella loro tendenza ad essere selettive rispetto agli uomini. Quindi, per quello che ho scritto prima, noterai meno "eccezioni" per le donne di quante "eccezioni" ci possano essere per gli uomini.

Non solo: le femmine sono anche molto più ballerine dei maschi, per quanto riguarda l'orientamento sessuale.
In questo la pensavo (e la penso) come l'ex moderatore Alberto (eclissatosi non so dove), che definiva le femmine tendenzialmente bisessuali, diciamo pure molto più... fluide.
E non perché indotte dalla società; no, perché la loro sessualità è "quella lì".
Casomai le società del passato contenevano molto queste loro tendenze.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #33 il: Agosto 31, 2019, 00:21:19 am »
Sono sicuramente ballerine nel saltare da un maschio all'altro.
Non avendo statistiche non possiamo affermare con certezza che il loro orientamento sessuale sia più fluido. Ma non mi stupirebbe visto che assorbono come spugne l'ideologia dominante qualunque essa sia.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Jason

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #34 il: Agosto 31, 2019, 01:29:51 am »
Mai creduto alla cd. "bisessualità innata" femminile, peraltro mai dimostrata . Di contro esistono diversi studi che dimostrano una certa ipergamia della femmina , la quale era davvero contenuta nelle società del passato .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #35 il: Agosto 31, 2019, 01:44:54 am »
L'ipergamia è una certezza, la vediamo ogni giorno.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #36 il: Agosto 31, 2019, 08:39:29 am »
Mai creduto alla cd. "bisessualità innata" femminile, peraltro mai dimostrata .

Il fatto che tu non ci creda non significa che non esista.
Poi, figurati...

Del resto nemmeno io credo alla favola maschile secondo la quale le femmine penserebbero al cazzo tutto il giorno.
Gli uomini sono eccezionali nell'attribuire alle femmine, pensieri, pulsioni, fantasie, voglie che generalmente albergano... nelle menti maschili e non in quelle femminili.
Diciamo pure che i nostri simili sono veri e propri maestri nell'autoinganno.
Alcuni sono anche da premio Nobel...
« Ultima modifica: Agosto 31, 2019, 08:51:21 am da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #37 il: Agosto 31, 2019, 08:47:16 am »
Sono sicuramente ballerine nel saltare da un maschio all'altro.
Non avendo statistiche non possiamo affermare con certezza che il loro orientamento sessuale sia più fluido. Ma non mi stupirebbe visto che assorbono come spugne l'ideologia dominante qualunque essa sia.

Ma guarda che quelli più promiscui sono i maschi e non le femmine...
Solo che per i primi è decisamente più difficile arrivare al dunque rispetto alle seconde, per tutta una serie di motivi di cui abbiamo parlato innumerevoli volte e che ora non ho voglia di tornare a ripetere.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #38 il: Agosto 31, 2019, 08:53:23 am »
Attendo le prove. Del resto secondo un ragionamento elementare le tendenze contro natura, tanto più nella sfera riproduttiva, non possono essere innate.
Che poi gli istinti riproduttivi femminili siano palesemente alterati (niente figli, aborti, scelta di compagni violenti o mancanza di attrazione verso gli uomini reali) è un altro discorso. Ma nonostante la proverbiale deboscia delle donne della mia città (prostituti, promiscuità, africani, ubriachezza per le strade) le lesbiche rimangono una frazione minima.
Citazione
Ma guarda che quelli più promiscui sono i maschi e non le femmine...
Oggi nel matrimonio sono le femmine a fare il salto del ramo e non viceversa.
Citazione
Solo che per i primi è decisamente più difficile arrivare al dunque rispetto alle seconde,
Mai detto il contrario.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #39 il: Agosto 31, 2019, 11:41:30 am »
Citazione
Il fatto che tu non ci creda non significa che non esista.

Di femmine bisessuali ne ho conosciute , non intendevo quello, non credo semplicemente alla "bisessualità innata" femminile teorizzata da qualcuno qui dentro .

Citazione
Del resto nemmeno io credo alla favola maschile secondo la quale le femmine penserebbero al cazzo tutto il giorno.
Gli uomini sono eccezionali nell'attribuire alle femmine, pensieri, pulsioni, fantasie, voglie che generalmente albergano... nelle menti maschili e non in quelle femminili.
Diciamo pure che i nostri simili sono veri e propri maestri nell'autoinganno.
Alcuni sono anche da premio Nobel...


Ma questo è appurato, almeno per noi . Ma non significa che dobbiamo credere ad altre favolette .

Citazione
Che poi gli istinti riproduttivi femminili siano palesemente alterati (niente figli, aborti, scelta di compagni violenti o mancanza di attrazione verso gli uomini reali) è un altro discorso. Ma nonostante la proverbiale deboscia delle donne della mia città (prostituti, promiscuità, africani, ubriachezza per le strade) le lesbiche rimangono una frazione minima.

Più che alterati, il termine corretto è "tendenti al comportamento giunglesco" , l'ipergamia femminile aumentata ne è il sintomo principale .
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #40 il: Agosto 31, 2019, 11:51:30 am »
Alterati perché non raggiungono il loro fine naturale, cioè riprodursi.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #41 il: Agosto 31, 2019, 11:56:48 am »
Attendo le prove. Del resto secondo un ragionamento elementare le tendenze contro natura, tanto più nella sfera riproduttiva, non possono essere innate.

Vicus, premesso che io non sono un esperto in materia (come non lo sei tu), ti rammento che la stessa omosessualità esiste in natura, per cui non è "contro natura".
Poi che tu non condivida lo so già da un lustro... ma vabbe', non dobbiamo per forza pensarla nella stessa maniera.

@@

PS: ora vado a fare una ricerca su uomini3000, dove anni fa lessi qualcosa al riguardo.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #42 il: Agosto 31, 2019, 12:00:16 pm »
Vicus


Citazione
Oggi nel matrimonio sono le femmine a fare il salto del ramo e non viceversa.

A parte il fatto che non stavo parlando di matrimoni, resta il fatto che il motivo che spinge le appartenenti alla "specie superiore" a fare "il salto del ramo", non sono gli stessi che spingono gli uomini a fare altrettanto.
Di certo il motivo principale (femminile) non è il sesso.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #43 il: Agosto 31, 2019, 12:22:59 pm »
PS: ora vado a fare una ricerca su uomini3000, dove anni fa lessi qualcosa al riguardo.


Citazione
L'omosessualità è diffusa tra molti animali, dagli insetti ai cani.
Giorgio Celli, direttore dell'istituto di entomologia agraria dell'Università di Bologna, ha anzi dimostrato che viene ampiamente usata per tenere sotto controllo la crescita demografica.
E che esistono meccanismi automatici che la fanno aumentare e diminuire.
Traduco: se mancano cibo e spazio e le popolazioni devono ridursi, l'aumento dell'omosessualità,cioè di attività sessuale non riproduttiva, è un buon modo per fare calare le nascite.
Questo succede ad esempio tra i topi.
Per molti mammiferi l'omosessualità è anche un sistema di comunicazione sociali.
Le mucche, per esempio, si "montano" tra loro per sincronizzare il ciclo produttivo.
Le femmine di scimmia Rhesus per stabilire la gerarchia del gruppo.
E qualcosa di simile succede quando due babbuini maschi si incontrano: uno dei due saluta l'altro mostrandogli il fondoschiena.
Si tratta di un'offerta sessuale, fatta dall'individuo di rango inferiore a quello di rango superiore per ingraziarselo.
Un comportamento tipico anche dei cani.
Atteggiamenti a vario livello omosessuali riguardano anche insetti e molluschi.
Tra le cimici Afrocimex, ad esempio, un maschio inocula i suoi spermatozoi in un altro maschio, che poi li userà, insieme ai suoi, per fecondare una femmina.
La scoperta più sorprendente è però quella fatta nel 1995 da un gruppo di biologi canadesi, che hanno filmato, a 2512 m di profondità nell'oceano Atlantico, 16 minuti di amplessi "a luci rosse" tra due polpi maschi di specie diverse.

E per quanto riguarda l'uomo?
Dal 1980 gli psichiatri americani l'hanno cancellata dall'elenco delle "malattie mentali".
E dal 1991 anche l'Organizzazione mondiale della sanità l'ha depennata dalla lista delle "manifestazioni morbose".

Alla ricerca di una risposta su che cosa sia veramente l'omosessualità la scienza ha negli ultimi anni studiato le varie fasi in cui si sviluppano i caratteri sessuali.
Partendo da quello che sta alla base di tutto, il cosiddetto sesso cromosomico.
Nella parte più interna di ogni cellula umana in 23 coppie di cromosomi sono conservate le istruzioni per costruire l'intero organismo.
Due di queste coppie sono diverse secondo il sesso: nei maschi hanno forma di XY e nella femmina di XX.
Il cromosoma Y contiene il gene della mascolinità.
Il cromosoma X contiene il gene della femminilità, che si chiama Dss ed è potentissimo.
Infatti è in grado da solo di far diventare femmina un moscerino con sesso cromosomico maschile.
Le possibilità di variazioni dalla "normalità" iniziano già qui.
Un maschio ogni 20 mila nasce con i due cromosomi sessuali femminili XX; e ogni 100 mila femmine ne nasce una con i cromosomi sessuali maschili, XY.
Ogni 30 mila nascite, poi, un individuo XX ha genitali interni sia maschili, sia femminili: un ermafrodita sterile.
E un maschio ogni 700 ha due X e un Y.
Alcune di queste varianti possono portare all'omosessualità? No. Almeno gli studi finora effettuati non l'hanno scoperto.
Ma è molto probabile che possano avere un'influenza sulla sessualità, anche se ancora non si sa quale.
Molti studi d'altronde dimostrano che i geni possono essere responsabili dell'omosessualità.
Ralph Greenspan, un genetista della New York University, ha creato (negli anni '90) in laboratorio un moscerino bisessuale inserendo geni femminili in alcune zone del cervello dei maschi che governano l'odorato (molto importante nella sessualità animale).
Certo, nell'uomo l'odorato svolge un ruolo meno importante.
Ma se questo carattere sessuale ha una causa genetica è probabile che anche altri la abbiano.
E infatti Dean Hamer, del laboratorio del National cancer institute, di Betheseda, negli Stati Uniti e uno psicologo dell'Illinois, Mike Bailey, studiando i gemelli omozigoti omosessuali e ricostruendo la presenza di altri omosessuali nella famiglia d'origine, hanno scoperto che c'è sicuramente un'origine genetica dell'omosessualità maschile.
Ci sono cioè dei geni, che si trasmettono per via materna (perché sono nel cromosoma sessuale X delle femmine, probabilmente in una regione chiamata Hq28), che fanno salire le probabilità di avere figli omosessuali dal 2-4% (media normale) al 13,5%.
Il che significa che se nella famiglia materna l'omosessualità è più diffusa della media è probabile che sia presente il gene che la provoca.

Anche l'omosessualità femminile, secondo i ricercatori della Northwestern University, ha una componente genetica: il 48% delle gemelle omozigote figlie di donne lesbiche sono lesbiche a loro volta.
Ma i cromosomi non sono tutto.
Se i geni contenuti in essi danno gli ordini, a eseguirli o, meglio, a portare alle proteine gli ordini per eseguirli,sono gli ormoni.
Sono testosterone e estradiolo, verso la settima settimana di gravidanza, a trasformare un feto ancora con identità sessuale non riconoscibile in un individuo con organi sessuali.
Non solo danno il via alla costruzione dei genitali esterni,ma anche di quelli interni: ovaie, utero e tube nelle femmine; testicoli, vescicole seminali e prostata nell'uomo.
Sebbene svolgano un ruolo così importante nel determinare il sesso non ci sono però ancora prove che un diverso dosaggio di ormoni durante la gravidanza possa essere alla base di qualche forma di omosessualità.
C'è un caso però in cui un incidente embriologico provoca un sovrafunzionamento delle ghiandole surrenali: l'iperplasia surrenalica congenita.
Le femmine con questa caratteristica nascono con genitali femminili.
Ma l'eccessiva secrezione di ormone maschile delle ghiandole surrenali le mascolinizza: giocano agli indiani e non sanno cosa farsene di gonne e bambole.
Da adulte possono diventare atlete di alto livello, con bicipiti eccezionali*(*per una femmina...).
Il corteggiamento maschile le angoscia, faticano a vivere armoniosamente desideri di femmina, anche se sono attirate dagli uomini.
Per aiutarle ci vuole in questi casi una terapia farmacologica con un anti-ormone maschile.

Durante il corso dell'adolescenza, gli ormoni sono responsabili della formazione di una serie di caratteri secondari tanto ampia che finiscono per avere una grande influenza sulla formazione dell'identità sessuale della persona.
Dall'azione degli ormoni dipendono infatti: la distribuzione dei peli e del grasso nelle varie parti del corpo,lo sviluppo del seno, la forma dei muscoli, la lunghezza dei capelli, il timbro della voce, le linee del viso, l'odore del corpo e l'aggressività.
Hanno anche influenza sul cervello e possono conferirgli capacità maschili (come le abilità spaziali) o femminili (le abilità linguistiche).
C'è chi ipotizza, perciò, che possano quindi predisporre, in alcuni casi, al sorgere di identità sessuali di fatto in contraddizione con il sesso così come sarebbe determinato dalla forma degli organi genitali.
Con ormoni si possono allora "curare" forme di omosessualità?
E' più frequente l'inverso.
Ovvero che persone con identità femminile dentro un corpo maschile cerchino con gli ormoni di acquistare caratteri sessuali femminili.
Come fanno molti transessuali.
Il caso dei trans è molto importante per capire un altro aspetto della sessualità: il cosiddetto orientamento sessuale.
Ci sono cioè individui perfettamente conformati sessualmente e sani di mente che sono convinti di far parte dell'altro sesso: hanno cioè una rappresentazione interna del proprio sesso diversa dal loro sesso biologico.
Questo disagio aumenta, finché chiedono aiuto al medico; alcuni prendono ormoni femminilizzanti per far crescere il seno, altri si sottopongono a interventi chirurgici ai genitali.

Negli ultimi anni molti scienziati sono andati alla ricerca di differenze biologiche che distinguono gli omosessuali e i transessuali dalle persone dello stesso sesso anagrafico.
E della base biologica dell'orientamento sessuale.
Sulla base di studi effettuati dapprima sui topi e poi ripresi anche sugli uomini, Simon Le Vay, un neurobiologo del Salk institute di San Diego, sostiene oggi che in una zona del cervello, l'ipotalamo, c'è un nucleo di neuroni, chiamato Inah 3, che ha molta importanza nel determinare i comportamenti sessuali.
E che questo nucleo è, negli omosessuali, più piccolo che negli eterosessuali, appena più grande di quello delle femmine...
E Dick Swaab dell'Istituto olandese di ricerche del cervello, ha scoperto che un altro nucleo dell'ipotalamo, chiamato BSTc, potrebbe avere un ruolo nel transessualismo.
Sono queste differenze nel cervello a determinare l'orientamento sessuale diverso degli omosessuali e dei transessuali?
E se è così, che ruolo rimane alle cosiddette cause psicologiche?
Prima che se ne identificassero le basi biologiche, si dava spesso la "colpa" dell'omosessualità alla famiglia.
Per esempio, a una madre opprimente o "castrante" e a un padre assente e ostile.
Ma se così fosse, dovrebbe potersi anche "curare" con la psicanalisi.
E invece, lo stesso Sigmund Freud riconosceva che la terapia della psiche non "cura" l'omosessualità.
Ora numerosi studi hanno dimostrato che la famiglia, se ha responsabilità, è solo uno dei tanti tasselli, non il principale.
"Il carattere dei genitori non basta a causare l'omosessualità", sostiene Richard Friedman, psichiatra di New York, uno dei maggiori esperti in questo campo.
E aggiunge:"Possiamo solo dire che la sessualità non nasce una volta per tutte da un meccanismo unico. I nostri studi sui gemelli mostrano che nel 70% dei casi l'omosessualità non è ereditaria. Ci sono anche altre cause, biologiche o psicosociali".

In sostanza: l'omosessualità (piaccia o meno) è una variante tra le tante possibili nel sesso, con una legittimità naturale, quanto quella dei capelli rossi tra quelli albini e quelli neri. E che può avere origini molto diverse.


Per saperne di più:

LeVAY SIMON, A Difference in Hypothalamic Structure between Heterosexual and Homosexual Men
in "Science", 253, 30 agosto 1991.
HAMER DEAN H., HU STELLA, MAGNUSON VICTORIA L., HU NAN e PATTATUCCI ANGELA M.,
A Linkage between DNA Markers on the X Chromosome and Male Sexual Orientation
in "Science", 261, pp.321-327, 16 luglio 1993.
MACKE JENNIFER P., HU NAN, HU STELLA,BAILEY J. MICHAEL,KING VAN L. e BROWN TERRY P.,
Sequence Variation in the Androgen Receptor Gene Is Not a Common Determinant of Male
Sexual Orientation in "American Journal of Human Genetics",53,n.4,ottobre 1993.
LeVAY SIMON, The Sexual Brain, MIT Press, 1993.
LEWONTIN R.C., ROSE STEVEN e KAMIN LEON J., Il gene e la sua mente,
Mondadori, Milano, 1983.
STOLLER ROBERT J., e HERDT GILBERT H., Theories of Origins of Male Homosexuality: A Cross-Cultural
Look in "Archives of General Psychiatry", 42, n.4, aprile 1985.
FAUSTO-STERLING ANNE, Myths of Gender: Biological Theories about Women and Men,
Basic Books, 1992.
BYNE WILLIAM e PARSONS BRUCE, Human Sexual Orientation: The Biologic Theories
Reappraised in "Archives of General Psychiatry", 50, n.3, marzo 1993.
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Re:Devastanti conseguenze della promiscuità femminile. Parlano le cifre
« Risposta #44 il: Agosto 31, 2019, 13:28:44 pm »
Vicus, premesso che io non sono un esperto in materia (come non lo sei tu), ti rammento che la stessa omosessualità esiste in natura, per cui non è "contro natura".
Poi che tu non condivida lo so già da un lustro... ma vabbe', non dobbiamo per forza pensarla nella stessa maniera.

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PS: ora vado a fare una ricerca su uomini3000, dove anni fa lessi qualcosa al riguardo.
Frank quali che siano le recentissime pseudoteorie di parte per giustificare comportamenti innaturali, ti rammento che certe parti anatomiche non sono fatte per essere penetrate, e infatti i gay puntualmente si ammalano e in alcuni casi i rapporti contro natura possono mandare dritti all'ospedale per lesioni o emorragia.
Inoltre l'omosessualità è sconosciuta in moltissime culture (ma anche sottoculture occidentali) dove non viene "repressa" in alcun modo.
Citazione
Di certo il motivo principale (femminile) non è il sesso.
E' pieno di donne che si mettono con uomini di modesta condizione, o che tradiscono con uomini non necessariamente più ricchi.
Ricordo un'estate in un centro sportivo dove eravamo almeno 100 uomini e altrettante donne: ebbene, queste ultime ignoravano TUTTI gli uomini presenti eccetto DUE per i quali tutte quante sbavavano. La libido femminile è cosa diversa da quella percepita nei nostri confronti.

Per chi non fosse ancora convinto:

L’omosessualità è davvero naturale ?

Secondo la definizione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), l’omosessualità è “una variante naturale del comportamento sessuale umano“.

Per affermare ciò si fa continuamente ricorso ad un collegamento all’omosessualità presente nel mondo animale, come se tra uomo e animale non ci possa essere differenza.

Ma la natura dell’uomo, più incline alla ragione, è diversa da quella animale, più incline all’istinto. Quando si parla di caratteristica naturale o non dell’omosessualità si riferisce alla natura dell’uomo e non alla natura in genere. Altrimenti dovremmo pensare alla naturalità dell’incesto, della coprofagia o del cannibalismo.

Per cui il primo passo da fare è distinguere la natura dell’uomo da quella dell'animale.

È convinzione molto diffusa nel mondo LGBT che l’omosessualità sia innata (“born this way“) quasi a voler accentuare la sua naturalità.

Numerosi studi provano a confermare tale tesi senza prove confutabili, ma la ricerca più approfondita e più completa afferma il contrario:

https://www.thenewatlantis.com/docLib/20160819_TNA50SexualityandGender.pdf

Vale la pena ricordare che tale ricerca è stata poi molto contestata dalle associazione di parte.


Proviamo ad analizzare passo dopo passo basandoci su dati certi.

1. il sesso biologico

Innanzitutto è scontato che si nasca maschi o femmine, salvo i rarissimi casi di ermafroditismo dove un individuo presenta caratteristiche anatomico-fisiologiche sia maschili che femminili.
Il sesso biologico è definitivo e rimane tale per tutta la vita dell’individuo, anche nei casi di disforia di genere ove un individuo non si riconosce psicologicamente nel sesso biologico. In questi casi, pur facendo ricorso agli interventi di chirurgia estetica, i cromosomi non subiscono una variazione. Per cui chi nasce maschio, muore maschio; chi nasce femmina, muore femmina.

2. le differenze tra uomo e donna

Partendo da questa prima certezza possiamo ricavarne un’altra altrettanto importante: le differenze biologiche e psicologiche tra l’uomo e la donna.

Tralasciando le note differenze ormonali e genitali, le differenze più importanti sono quelle presenti nel cervello, che vanno ad influenzare l’aspetto comportamentale dell’individuo.

Secondo l’Almanacco della Scienza, il cervello maschile presenta più neuroni (materia grigia), mentre quello femminile presenta più connessioni (materia bianca). Ciò rende l’uomo più logico e razionale e la donna più intuitiva ed emotiva. No, non sono generalizzazioni ma risultati scientifici.

Tali caratteristiche sono confermate in due situazioni ben distinte(la reazione allo stress e la genitorialità) dove l’uomo e la donna assumono un comportamento diverso.

Nella fase di genitorialità, il ruolo di padre e madre tendono a distinguersi seguendo proprio le differenze cerebrali dell’uomo e della donna. Lo descrive Giovanni Bollea, il padre della moderna neuropsichiatria infantile. Secondo lo psichiatra italiano, la caratteristica fondamentale della funzione paterna è proprio quella di favorire il processo di separazione dalla madre e introdurre il figlio, attraverso il linguaggio logico, al pensiero razionale e al rispetto delle regole, nell’universo delle relazioni sociali. D’altro canto, la madre, in quanto figura portatrice di affetto e fiducia, è fondamentale per favorire il dialogo e la stima di sé. Queste caratteristiche hanno un ruolo fondamentale per l’equilibrio psicologico del figlio, soprattutto nella fase infantile e adolescenziale.

3. l’unione tra due individui

Dopo aver compreso le due citate certezze scientifiche, passiamo ad analizzare il rapporto di coppia tra due individui per capire se davvero l’omosessualità sia una variante naturale.

La coppia eterosessuale si fonda alla complementarietà dei sessi:

complementarietà anatomica, che la rende l’unica coppia potenzialmente aperta alla procreazione. Badi che si parla della natura umana e non va collegata alla sterilità e la fertilità, che sono condizioni fisiche (permanenti e non) che non rendono possibile il concepimento.

complementarietà psicologica, per le sopra evidenziate differenze tra l’uomo e la donna.

Diversamente, la coppia omosessuale non può fare affidamento alla complementarietà dei sessi, sicché deve trovare valide alternative, proprio perché la natura non prevede questo tipo di unione.

La conferma si ha da due dati statistici che evidenziano un’alta incidenza di malattie sessualmente trasmissibili nel mondo omosessuale.

Uno dei più grandi studi sulle lesbiche ha dimostrato che la quasi totalità (93%) dei partecipanti aveva rapporti sessuali anche con uomini e che la probabilità di prendere la clamidia è molto più elevata tra le lesbiche che tra le etero.
Per quello che riguarda invece i gay, le nuove linee guida dell’OMS affermano che il rischio di contagio del virus HIV per i gay è molto elevato (19 volte rispetto al resto della popolazione). Un’incidenza talmente elevata da spingere l’OMS a consigliare l’uso preventivo di pillole antiretrovirali e di preservativi.

Questo risulterebbe abbastanza logico considerato l’utilizzo di un organo umano per finalità diverse rispetto a quelle per cui è predisposto.

Dall’analisi effettuata si desume che l’omosessualità non può essere innata e quindi naturale; altrimenti non ci sarebbero rischi elevati sulla salute. Piuttosto è altamente probabile, seppur impopolare, che sia dovuto ad una serie di fattori psicosociali (educazione ricevuta, cultura acquisita, esperienze di vita, scelte di vita, ambiente circostante) che portano ad un indebolimento del sesso biologico e ad conseguente condizionamento dell’orientamento sessuale.

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« Ultima modifica: Agosto 31, 2019, 13:48:02 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.