Autore Topic: Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli  (Letto 8955 volte)

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #30 il: Novembre 05, 2017, 15:53:10 pm »
I politici sono stati eletti dagli italiani per adempiere un mandato che hanno tradito (è un copione che si ripete all'infinito).
E proprio nella Costituzione c'è l'opportuno divieto di mandato imperativo :rolleyes:

mandato tradito ?
se continuano a eleggerli direi che l'elettorato è solidale con i politici.
E' proprio l' obbligo di mandato imperativo ( ossia il libero mandato ) che permette all' eletto di non seguire le direttive degli elettori

Offline Vicus

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #31 il: Novembre 05, 2017, 16:09:22 pm »
Ma se cambiano nome e leader ogni cinque minuti per restare a galla!
Sul mandato imperativo forse non hai capito bene, la Costituzione lo vieta, ossia permette ai parlamentari di tradire gli elettori persino cambiando partito, come spesso accade.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #32 il: Novembre 05, 2017, 16:20:48 pm »
Ma se cambiano nome e leader ogni cinque minuti per restare a galla!
Sul mandato imperativo forse non hai capito bene, la Costituzione lo vieta, ossia permette ai parlamentari di tradire gli elettori persino cambiando partito, come spesso accade.

il mandato imperativo è vietato dalla costituzione e permette al rappresentante di cambiare schieramento

http://www.rivistaaic.it/il-divieto-di-mandato-imperativo-da-prerogativa-regia-a-garanzia-della-sovranit-assembleare.html

http://www.costituzionalismo.it/download/Costituzionalismo_201702_637.pdf

c'è da dire che non è facile risolvere la questione : il rischio è quello di limitare la libertà del rappresentante. Così però si permette la trasmigrazione delle anime :D :cry:


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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #33 il: Novembre 05, 2017, 17:04:47 pm »
il mandato imperativo è vietato dalla costituzione e permette al rappresentante di cambiare schieramento
Appunto!
Citazione
c'è da dire che non è facile risolvere la questione : il rischio è quello di limitare la libertà del rappresentante. Così però si permette la trasmigrazione delle anime :D :cry:
:unknown: :unknown: Boh, anche se non transmigra un parlamentare mi va bene lo stesso, purché rispetti il suo mandato.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #34 il: Novembre 05, 2017, 17:28:59 pm »
Appunto!:unknown: :unknown: Boh, anche se non transmigra un parlamentare mi va bene lo stesso, purché rispetti il suo mandato.

si, ma è il rovescio della medaglia. così possono cambiare idea e schieramento
l' unica arma è non rivotarli, però per più di 20 anni abbiamo avuto PDL e PD - L , insomma i ladri di Pisa.
Vedremo  cosa hanno votato in Sicilia

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #35 il: Novembre 05, 2017, 17:51:09 pm »
Il cambio di schieramento* serve proprio a eseguire i diktat europei (austerità in primis) contro la volontà del popolo.

* O i rimpasti: v. Monti.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #36 il: Novembre 20, 2017, 09:04:41 am »
https://www.maurizioblondet.it/la-ue-fosse-recessione-del-3/

E SE LA UE FOSSE IN RECESSIONE DEL -3%?

“La   crescita accelera, ha raddoppiato le previsioni: erano dell’0,8%, la realtà sarà di una Italia che crescerà probabilmente dell’1,8%  non siamo  più il fanalino di coda della UE”, sta ripetendo in questi giorni Gentiloni come da istruzioni.  I loro ministri Padoan  e Yoram Gutgeld, commissario alla Spending review e deputato Pd, sono tutti impegnati a  rimbeccare il finlandese Katainen, vicepresidente   della Kommissjia Evropeski  che gli ha dato  dei bugiardi: “La situazione in Italia non migliora. Tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica in Italia” ossia che i conti pubblici non migliorano…. in Paesi dove ci sono le elezioni i cittadini meritano di sapere qual è la situazione in modo da poter scegliere liberamente”. In attesa che ci dica  Katainen chi dobbiamo votare, notiamo che probabilmente  anche lui non dice la verità. Non lui, non la UE, non la Banca Centrale, non Berlino,   che ci dicono che l’Europa è in ripresa,  che la Germania cresce del 2,2%, eccetera eccetera.

Ma quale crescita dell’1,8 e o del 2,2!  L’Europa sta calando del 3,2 % almeno. Ciò, secondo l’economista Charles Sannat.  Ha   letto un documento della banca centrale europea che  vanta  di aver aumentato – a forza di “stampa”  – la massa monetaria M1 (le banconote circolanti e i depositi a vista)  del 9%   all’anno, e  la massa monetaria M3 (oltre M1,  tutto ciò che la speculazione  crede “monetabile”)  del 5% annuo.

Ora, c’è un  rapporto diretto fra massa monetaria immessa nel sistema, e crescita di quel sistema.  “Quando si fa 1,8% di crescita mentre la  massa monetaria aumenta del 5%, equivale a dire che si è in recessione del 3,2”

Non so fino a che punto si possa stabilire una relazione così meccanica, ma certo Sannat coglie un punto e la sua uscita spiega molte cose. Spiega come mai,  nel  pieno della “rigogliosa crescita tedesca”,   il gigante Siemens sta tagliando 6900  posti di lavoro, di cui 6100 nella divisione elettrica, e 2600 in Germania – nonostante  un “anno record, 6,2 miliardi di profitti, in aumento dell’11 per cento, e 83 miliardi di euro di cifre d’affari”.  Spiega come mai in Francia, nonostante la crescita dell’1,8 per cento, il tasso di disoccupazione cresciuto anche il terzo trimestre, in  Lombardia –  Lombardia! –  portano i libri in tribunale aziende  leader di mercato mondiale in produzioni d’alto livello tecnologico

http://www.cesare-bonetti.it/

http://www.portalecreditori.it/procedura.php?id=206852

“il crollo della materie prime scuote le borse asiatiche per via dalla domanda cinese che si sta indebolendo” (così il Deutsche Wirtschaft  Nachrichten ….  E soprattutto mentre  Wall Street sale e sale in trionfo (alimentato dai padroni che con il denaro prestato dalla Federal Reserve comprano le proprie azioni), però  le azioni General Electric crollano. “E storicamente quando General Electric collassa, è   il preludio a  un crollo generale” dell’economia reale.

Chissà perché, con tutta questa ripresa, con tutta questa massa monetari iniettata da Draghi nel sistema. Una massa monetaria che poi le imprese, in Italia, mica vedono. Le banche non la mettono in circolo. Sarà che, come dice Sannat, “la natura stessa del capitalismo è deflazionista”. Sarà che quando diciamo che la BCE  crea liquidità “stampando”, usiamo una  vecchia  metafora che,  come sapete, non vale più: la moneta oggi si crea “indebitando”  qualcuno, che paga gli interessi.   E  questo è oggi “il prezzo reale della crescita: 1 euro  di crescita costa  oggi 3,57 euro di debiti”.

Magari c’entra un pochettino anche il fallimento dell’euro:  prometteva crescita aggiuntiva  (ricordate Prodi?) e invece ha apportato agli europei miseria e in  più,asservimento.

Un curioso servizio della AFP spiega come negli anni  ’90 ci fossero  nel mondo molti progetti di moneta unica: in Sudamerica stavano per farla i paesi del Mercosur,  in Asia quelli dell’Asean, ci  pensavano diversi paesi africani, la volevano ad ogni costo le sei monarchie del Consiglio di Cooperazione del Golfo  (pensate: Arabia Saudita e Qatar…). Piccole nazioni intendevano così acquistare importanza geopolitica, darsi una  politica monetaria indipendente e  non agganciata al dollaro –  guardavano con caldo interesse all’Europa, che stava lanciando   la prima unione monetaria del dopoguerra:  una delle zone più ricche del mondo,  la  più colta e civile,  con la classe politica più evoluta, gli economisti più intelligenti  e i tecnocrati più brillanti – un modello da seguire.

Ebbene: visti i risultati del “modello”,  tutti i progetti monetari di cui sopra  sono stati messi in frigorifero.  Hanno visto in corpore vili (il nostro) che “le unioni monetarie  sono complicate da costruire, ma anche da mantenere”,  che esse richiedono il totale abbandono della sovranità monetaria, ossia l’abbandono di un margine di manovra, di possibilità d’azione, in una parola di libertà di cogliere congiunture economiche.  Hanno visto che il prezzo  di questo sacrificio è stato  che “da un decennio gli europei hanno sofferto di difficoltà economiche e, con certi paesi che hanno sofferto di  terribile recessione e disoccupazione molto elevata”, ed hanno rinunciato alla moneta unica. Beati loro.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #37 il: Novembre 20, 2017, 09:56:40 am »
L' € , anche secondo la teoria di Mundell sulle aree valutarie ottimali, presenta delle difficoltà .
Però il fronte anti€ non mi convince perchè troppo spesso è incarnato in persone che si rifanno al partito della spesa clientelare che a suo tempo i debiti li ha fatti.
E' un argomento invece molto valido quello della non entrata nell'€ da parte di nazioni che economicamente vanno bene : NOrvegia, ecc .
Però quelle nazioni hanno monete ancora più forti dell' € .
IUl problema , più dell' € , è la UE che non è ne federazione, ne unione.
Non dimentichiamo però i 25000 forestali in Sicilia, gli statuti speciali, gli stipendi faraonici e le scelte politiche assurde dei nostri governanti.
2 esempi :
limiti di velocità : in Germania non esistono e , guarda caso, il settore delle auto di alta gamma è in mano a loro.
Noi, con i ridicoli 130km/h , abbiamo distrutto il nostro settore che primeggiava nel mondo
altro es ancora più importante : la limitazione del contate .
Ce lo impone la UE, dicono i moralisti anti evasione, anti prostituzione, anti buonsenso.
Falso . in Germania e in Austria NON esiste limitazione al contante ( e guarda caso queste nazioni vanno bene )
Del resto, l' Italia oggi , da sola dove andrebbe ?
Io dico Sud America, ma non mi stupirei che fosse Nord Africa
p.s. 3 esempio che stavo dimentiando : immigrazione. siamo noi italiani  a volerla , v. Boldrini

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #38 il: Novembre 20, 2017, 15:51:15 pm »
Lasciare l'Euro non è la fine del mondo, ci sarebbe un periodo di adattamento ma poi verrebbe la ripresa invece della morte lenta sotto il tallone della BCE.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #39 il: Novembre 20, 2017, 17:44:48 pm »
Lasciare l'Euro non è la fine del mondo, ci sarebbe un periodo di adattamento ma poi verrebbe la ripresa invece della morte lenta sotto il tallone della BCE.

questo sinceramente non lo so, ma se l'idea ( non la tua )  è spendere e poi si vedrà, il finale sudamericano è assicurato.
Anche perchè le cose stanno cambiando, vedasi Germania

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #40 il: Novembre 20, 2017, 18:23:57 pm »
Ma quale spendere, qui ci chiedono austerità su austerità, e prestano carta straccia (Euro) a interessi rovinosi. L'Italia deve smettere di indebitarsi e STAMPARE GRATIS la propria moneta (anche se c'è inflazione, sempre meglio che pagare interessi su interessi).
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #41 il: Novembre 21, 2017, 18:28:32 pm »
p.s. 3 esempio che stavo dimentiando : immigrazione. siamo noi italiani  a volerla , v. Boldrini

Perdonami; ma non siamo "noi" italiani a volerla.
Casomai i politici (e le politichesse), soprattutto di una ben precisa area politica, nonché una parte degli italiani.
« Ultima modifica: Novembre 21, 2017, 18:40:43 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #42 il: Dicembre 03, 2017, 01:22:36 am »
Questo è un brano tratto dal libro "OMAGGIO AGLI ITALIANI - Una storia per tradimenti", pagine 21-22, anno 2005 - di Ida Magli.


Citazione
4. Eliminare i diversi

Giunti a questo punto, dobbiamo tirare una conclusione evidente: i Tedeschi hanno portato a termine lo scopo che si era prefisso Hitler: eliminare i diversi.
Soltanto il modo non è lo stesso, e tende a far dimenticare quello che i Tedeschi stessi hanno fatto: se si è tutti uguali, senza Nazioni, senza monete, senza bandiere, senza caratteri, non esisteranno più neanche i Tedeschi e il ricordo della loro politica di sterminio.
Certo, è un ragionamento aberrante; ma non riusciamo ad individuarne un altro.
Per due motivi principali. Il primo è che, almeno alla luce del sole, è stata la Germania
a volere e a condurre a tutti i costi il processo di unificazione europea, anche contro i
suoi stessi interessi economici dovuti alla perdita di potere e dell'immagine forte del
"marco". Il secondo è quello che un antropologo non può e non deve dimenticare
mai e che viene messo in luce, sia pure in ambiti diversi, in questo libro: la
persistenza della forma mentis di ogni popolo.
Da questo punto di vista è evidente che i Tedeschi perseguono, per mezzo
dell'unione europea, tre loro antichi e costanti scopi: fare della Germania il "centro
territoriale e politico dell'Europa spostando i confini il più possibile verso l'Oriente;
instaurare la Germania come fulcro del potere politico in Europa imponendolo anche
alla Francia, sua eterna rivale; realizzare il sogno di Hitler, andando ben più in là di
quanto Hitler aveva pensato: invece che faticosamente eliminare qualche milione di "diversi", cancellare mischiando tutte le varianti l'esistenza e il concetto stesso di "diversità", lasciando tuttavia alla Germania il compito di realizzare, verificare e giudicare la messa in atto di questa operazione. Non si vedrà scorrere il sangue, ma la distruttività di una simile politica è immensamente superiore (bisognerebbe che se ne convincessero prima di tutto gli Ebrei) a quella dell'uccisione fisica.
Inutile dire che l'Italia è, come sempre è successo, indispensabile in questa strategia.
Non si può istituire l'Europa come un unico Stato senza il territorio italiano che ne
segni i confini nel Mediterraneo; non si può imporre al mondo la grandezza dell'Unione Europea senza includervi Roma e la Sede di San Pietro come segnale, ancora simbolicamente importante, del rinnovato Impero esteso all'Europa d'Oriente. Infine: non si può realizzare l'uguaglianza in Europa senza eliminare i diversi per eccellenza, gli Italiani.
Per quanto possa sembrare assurdo, tutta la storia dell'Italia, dai primi secoli del cristianesimo in poi, testimonia la continuità di questo sforzo: distruggere la "forma" Italia, la bellezza della forma Italia, la straordinaria "eccezione" dell'intelligenza degli Italiani, con il suo primato in tutte le arti. Si può anzi supporre che sia riposto qui, in questa inesauribile capacità degli Italiani di ribellarsi con l'Arte (nel pensiero creativo italiano la Scienza è inclusa nell'Arte) a ogni forma di sudditanza, il motivo più profondo, perfino non consapevole, dell'odio loro riservato da tutti i Capi, italiani e non italiani. Questa è infatti la grandezza degli Italiani: aver continuato a pensare sempre, a creare sempre, perché soltanto l'intelligenza sa di essere libera, quali che siano le coercizioni esteriori. Sa che la grandezza dell'Uomo è nel pensiero; e sa che c'è sempre almeno un altro uomo che lo afferra e lo trasmette.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Unione Europea, la prigione genderfemminista dei popoli
« Risposta #43 il: Giugno 21, 2018, 23:23:20 pm »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.