Autore Topic: fini e le donne  (Letto 10505 volte)

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Offline ilmarmocchio

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Re: fini e le donne
« Risposta #45 il: Giugno 27, 2010, 13:58:10 pm »
sto fini ci ha un modo di dire le cose troppo stucchevole e nostalgi-romantico...mah...i gusti son giusti...
o sarà che i sessantottini pentiti mi hanno un po' rotto...boh


Fini e' vanitoso. Sa di scrivere bene e talvolta eccede, diventando troppo lezioso. Ma l'importante e' che il sasso sia stato gettato

Offline Zoltan2

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Re: fini e le donne
« Risposta #46 il: Giugno 27, 2010, 14:15:32 pm »
Due al prezzo di uno

di Massimo Fini

Le donne oggi lavorano in casa e in ufficio, mentre gli uomini faticano ad avere un ruolo e a dare senso di protezione alle proprie partner

Fino a non molti anni fa in famiglia lavorava uno solo, quasi sempre l'uomo, e bastava per mantenerla. Adesso devono lavorare tutti e due. Dal punto di vista dei "padroni delle ferriere" la cosa si presenta così: paghi due al prezzo di uno. Per cui viene il sospetto che l'emancipazione della donna e il femminismo siano stati un'invenzione di costoro. La donna è vittima di un'ulteriore fregatura. Perché deve fare un doppio lavoro, quello d'ufficio e quello di casa. Perché l'accudimento dei figli, nei primi mesi e anni, tocca pur sempre a lei, se li ha (l'Italia ha il più basso tasso di natalità al mondo). Così detta la Natura. Il bambino, nei primi mesi e anni, ha come punto di riferimento assoluto la madre nel cui corpo è restato per nove mesi e dal cui corpo è uscito. Per quanto si vada sempre più verso un mondo unisex, non si è ancora visto un uomo allattare al seno (che, sia detto di passata, è una delle immagini più poetiche e commoventi che possa offrire la Natura). Il momento del padre verrà più avanti, durante e dopo l'adolescenza.

Anche nel mondo preindustriale la donna lavorava. Si occupava prevalentemente delle faccende di casa ma in alcuni momenti topici della vita agricola, come la vendemmia, dava anche lei una mano sui campi. Ma non aveva l'angoscioso problema che ulcera ogni madre di oggi: a chi lascio i bambini mentre sono in ufficio? Le donne (e gli uomini) oggi lavorano lontano dalle loro abitazioni. Per cui sono costrette a ricorrere ad asili e babysitter, spendendo quanto guadagnano. Una partita di giro a ricavo zero. Ma sono contente di essere inserite anche loro, finalmente, nel meccanismo "produci, consuma, crepa". Gli uomini e le donne preindustriali lavoravano dove abitavano, i bambini, che ruzzavan sull'aia, erano sempre sotto controllo. E se una sera avevano voglia di uscire e andare a vedere una "compagnia di giro" (perché allora la gente del popolo andava a teatro, oh yes, a vedere spettacoli carnascialeschi ma anche Eschilo, Euripide, Sofocle, Aristofane che sono un po' meglio di "X Factor") c'era sempre una zia zitella o una domestica perché non c'era famiglia, per quanto modesta, che non avesse dei domestici in essa integrati.

Certo, oggi, anche l'uomo può dare una mano in casa. Ma questa faccenda di averci messo il grembiale non si è rivelata molto producente. La femmina un ruolo ce l'ha, gliel'ha dato Madre Natura. L'uomo no, ha dovuto costruirselo. Ma oggi non ha più occasioni per esercitarlo. Non c'è più la guerra dove provare il proprio coraggio (la guerra d'antan, dico, non quella odierna dei robot, tanto che vi partecipano anche le tipe, robb de matt), non c'è più il duello. La forza fisica, sostituita dalla tecnologia, non conta più nulla eccetera. E, senza ruolo, l'uomo non esiste. Così le ragazze, che sognano pur sempre il vir, il "principe azzurro" (lo si vede ai matrimoni dove tutte, non solo la sposa, versano fiumi di lacrime: la cosa le emoziona ancora) si trovano davanti un bambino (“Ricordati che in ogni uomo c'è un bambino che vuole giocare” scrive Nietzsche).

E ne rimangono deluse. Conosco molte trentenni, spesso belle, colte, eleganti (fini no, la ragazza "fine" è scomparsa dall'Occidente) che fan una fatica boia a trovare un partner. Non per una scopata (anche per quella, gli uomini, di fronte all'aggressività femminile, stan diventando tutti finocchi), ma un uomo che dia loro la sicurezza e il senso di protezione di cui hanno bisogno. Consiglio uno stage in Afghanistan. Troveranno degli uomini che le faranno rigar dritto, come meritano e come, nel fondo del cuore, desiderano.

Da il Fatto Quotidiano del 19 giugno

http://antefatto.ilcannocchiale.it/glamware/blogs/blog.aspx?id_blog=96578&id_blogdoc=2501059&yy=2010&mm=06&dd=19&title=due_al_prezzo_di_uno

Grande articolo.

Complimenti.
La donna media sogna 10, pretende 10 e ottiene solitamente 8.
L'uomo medio sogna 8, chiede 4, e, se gli va bene, ottiene 1.

Offline 2414

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Re: fini e le donne
« Risposta #47 il: Luglio 14, 2010, 15:24:53 pm »
Per me Fini ha mille volte ragione. Ha descritto in maniera completa il più grosso problema che ha l' Occidente oggi.

Offline 2414

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Re: fini e le donne
« Risposta #48 il: Luglio 14, 2010, 17:27:20 pm »
Ma perche' la societa' occidentale dovrebbe essere salvata?

Tutto scorre, anche la societa' occidentale e' un fatto umano con un inizio ed una fine.

Io credo che si modifichera', per forza, perche' il femminismo e' una forzatura sterile che ne determina il declino, ma al suo posto nascera' una nuova societa' mondiale in cui alcune cose buone della societa' occidentale rimarranno o spariranno per poi tornare di nuovo, come i moti dell'evoluzione spesso fanno.

Si epurera' delle sue aberrazioni, come quella della femminilizzazione dell'uomo.

Saranno le donne stesse ad emarginare gli uomini femminilizzati, e sceglieranno quelli provenienti da altre culture, i quali per forza di cose si occidentalizzeranno un po', perpetuando i valori buoni della societa' occidentale e scremando quelli cattivi.

Dire buoni e cattivi e' sempre relativo perche' bisogna vedere rispetto a che cosa.

La natura umana vuole perpetuare se stessa e quindi buono e' cio' che fa perpetuare l'umanita', cattivo e cio' che la fa estinguere.


Lo penso anch'io... Se le cose non vanno (argomento a noi noto), si dovranno per forza  abbandonare quelle ideologie che oggi si reputano così positive.

Offline Fazer

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Re: fini e le donne
« Risposta #49 il: Luglio 15, 2010, 20:53:43 pm »
A me sa tanto di bombardamento di Dresda: tatticamente ineccepibile, risultato raggiunto, città spazzata via, ma...strategicamente? sarà pure un grosso sasso gettato (come dice IlMarmocchio), ma l'articolo e' così facilmente strumentalizzabile che se fossi anche la piu' sprovveduta tra le femministe riuscirei a demolire articolo e autore in un attimo. Mi sembra tanto un "porgere l'altra guancia", un mezzo autogoal insomma... ;) Certo, letto senza "secondi fini" e' fantastico....

Offline beta

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Re: fini e le donne
« Risposta #50 il: Luglio 22, 2010, 16:46:19 pm »
A me sa tanto di bombardamento di Dresda: tatticamente ineccepibile, risultato raggiunto, città spazzata via, ma...strategicamente? sarà pure un grosso sasso gettato (come dice IlMarmocchio), ma l'articolo e' così facilmente strumentalizzabile che se fossi anche la piu' sprovveduta tra le femministe riuscirei a demolire articolo e autore in un attimo. Mi sembra tanto un "porgere l'altra guancia", un mezzo autogoal insomma... ;) Certo, letto senza "secondi fini" e' fantastico....
temo che sia cosi.
daltronde pero ogni tanto bisognerà pur lasciarsi andare, e far sentire che cè un altra forza che spinge e dice: scordati il matrimonio,ci sono le siepi,le escort,le lavastoviglie,ti cambi le gomme da sola sotto la pioggia e le neocrocessine non ti serviranno,non si tornera indietro.
inoltre difficilmente puoi spiegare la qm commentando un articolo (dovresti scrivere un libro). per cui ogni soluzione ha dei pro e dei contro.

Offline ilmarmocchio

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Re: fini e le donne
« Risposta #51 il: Luglio 22, 2010, 16:52:42 pm »
A me sa tanto di bombardamento di Dresda: tatticamente ineccepibile, risultato raggiunto, città spazzata via, ma...strategicamente? sarà pure un grosso sasso gettato (come dice IlMarmocchio), ma l'articolo e' così facilmente strumentalizzabile che se fossi anche la piu' sprovveduta tra le femministe riuscirei a demolire articolo e autore in un attimo. Mi sembra tanto un "porgere l'altra guancia", un mezzo autogoal insomma... ;) Certo, letto senza "secondi fini" e' fantastico....

Dresda una bella spinta alla caduta dei tedeschi l'ha data, cosi' come Hiroshima per i giapponesi.
DOpo, critiche a non finire, ma riusultato raggiunto.
E' ora che si parli, la q.m. deve essere conosciuta.
SAe ci sara' rumore, meglio
Cio' che conta, e' il risultato

Offline Fazer

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Re: fini e le donne
« Risposta #52 il: Luglio 22, 2010, 21:46:29 pm »
Dresda una bella spinta alla caduta dei tedeschi l'ha data, cosi' come Hiroshima per i giapponesi.
DOpo, critiche a non finire, ma risultato raggiunto.

Dresda ha fatto imbestialire anche quei reparti nazisti che non ricorrevano a sistematiche atrocità nei confronti dei civili. Se il fine era giusto, il mezzo era sbagliato. Così ha fatto Fini, ha gettato il sasso nello stagno, e noi maschi ci siamo presi gli spruzzi in faccia.
La propaganda, quella seria, quella che colpisce davvero, e' un altra cosa, e noi, non potendo in questo mondo di idioti e menzogneri ricorrere alla verità ( i cui scarsi risultati sono sotto gli occhi di tutti), abbiamo bisogno di messaggi....come dire...inattaccabili, non di queste pisciate controvento...Certo, alla fine si tratta di dire le stesse cose che dice Fini, ma in maniera meno sprovveduta, altrimenti ci pigliano per il culo anche i bonobo... :doh:

Offline Archiloco

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Re: fini e le donne
« Risposta #53 il: Luglio 23, 2010, 00:39:38 am »
Ho finito di leggere l'ultimo romanzo di Fini "Il dio Toth" lo consiglierei a tutti come lettura estiva.

Nello sfondo dell'alienazione del protagonista si possono scorgere aspetti della Qm, a mio avviso.