Autore Topic: CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX  (Letto 42034 volte)

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Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #90 il: Aprile 20, 2017, 00:14:47 am »
Gli italiani hanno quest'atteggiamento per motivi storici (per come è stata fatta l'unificazione del Paese, vissuta da molti come un'occupazione, specie al Sud) o a causa di una classe politica da sempre troppo opportunista e poco attenta ai bisogni del Paese.
Inoltre l'Italia è stata mantenuta sotto influenza straniera con metodi a dir poco sudamericani (corruzioni, stragi, abusi d'autorità sui cittadini comuni, finte opposizioni se non crimini da parte di una sinistra collusa col potere, Gladio con tanto di colpi di Stato ritirati all'ultimo minuto, Pasolini, Moro, giornali sfottò come OP legati ai servizi segreti; e prima ancora mafia e autoritarismo al Sud, governo lontano dal popolo al Nord, indebitamento della classe dirigente ecc.)
In tale contesto un po' di disincanto (diverso però dall'autolesionismo italico) si può comprendere, è una strategia di sopravvivenza.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #91 il: Aprile 20, 2017, 01:05:13 am »
Il fatto è che l'atteggiamento dell'italiano medio va ben oltre il disincanto.
L'italiano medio, nella stragrande maggioranza dei casi, è uno strastosferico disfattista malato di esterofilia; al tempo stesso quasi compiaciuto di una certa situazione.

Come ho già avuto modo di scrivere, io sono un nazionalista, ma ho ben poco a che spartire con l'italiano medio, che anzi, tolta una minoranza di individui, non amo affatto.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #92 il: Aprile 20, 2017, 01:18:48 am »
al tempo stesso quasi compiaciuto di una certa situazione.
Proprio così. E' una forma di corruzione morale (non a caso identica a quella presente in zone dove lo Stato è poco presente, in Sudamerica ecc.)
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ReYkY

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #93 il: Aprile 20, 2017, 02:02:23 am »
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato, poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.  :hmm:


*tutti tranne il sottoscritto ovviamente.  :doh:


Offline Jason

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #94 il: Aprile 20, 2017, 15:08:43 pm »
Proprio così. E' una forma di corruzione morale (non a caso identica a quella presente in zone dove lo Stato è poco presente, in Sudamerica ecc.)

In Italia questa assenza ha generato paradossalmente un altro effetto : la crescita dei movimenti indipendentisti, che stanno cominciando ad avere peso anche al sud .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Alberto1986

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #95 il: Aprile 20, 2017, 15:37:17 pm »
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato....

 :huh: :huh: :huh:

Online Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #96 il: Aprile 20, 2017, 19:36:32 pm »
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato, poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.  :hmm:


*tutti tranne il sottoscritto ovviamente.  :doh:

Ascolta, non sono nato ieri, perciò conosco bene gli intrallazzi di cui parli.
Ma a quanto pare non riesco a farmi capire.
Dunque, io non "difendo" i suddetti intrallazzi.
No, affatto.

Nei miei numerosi post cerco semplicemente di far notare che certi difetti, certi intrallazzi, non sono affatto una "prerogativa" italiana.
Anzi, in gran parte del mondo è pure peggio (ok, c'è pure di meglio).


Citazione
poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.

ReYkY, sei mai stato in paesi come l'Albania o la Romania di qualche anno fa ?
Io sì, per cui posso dirti che all' epoca "vidi cose che voi umani..."
Cose che uno come me, nato in Emilia e vissuto per molti anni nelle Marche, mai aveva visto.
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #97 il: Aprile 20, 2017, 20:11:49 pm »
Ok, questi non sono certamente "paesi del primo mondo", ma fanno parte del pianeta Terra e visto e considerato che il mondo non inizia né finisce ad ovest, mi pare giusto ed ovvio evidenziare quanto segue, poiché l' italiano medio è convinto che certi intrallazzi esistano "solo in Italia".

http://www.asianews.it/notizie-it/La-corruzione-rischia-di-soffocare-le-universit%C3%A0-dell%E2%80%99Asia-centrale-16012.html

Citazione
10/08/2009, 00.00 ASIA CENTRALE
La corruzione rischia di soffocare le università dell’Asia centrale

Studenti e famiglie denunciano la pratica diffusa in Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan di chiedere “bustarelle” anche elevate per l’accesso all’università, o per passare gli esami. Così molti giovani meritevoli, ma poveri rimangono esclusi, mentre si deprime il valore della laurea. Il parere di esperti.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Nei Paesi in via di sviluppo dell’Asia centrale, andare all’università e laurearsi può spesso assicurare un ottimo lavoro. Ma sono frequenti le denuncie di episodi di corruzione per ottenere l’accesso ai corsi o il superamento di un esame. Diversi professori sono finiti sotto accusa, ma analisti commentano che qualche processo e condanna non basterà a debellare il fenomeno.

A luglio sono stati accusati di corruzione il capo della facoltà di Lingue dell’Università di Ashgabat (Turkmenistan), un capo dipartimento della facoltà di Medicina all’università di Khujand (Tagikistan) e due professori universitari a Bishkek e a Osh (Kirghizistan), tutti per avere accettato “bustarelle” dagli studenti.

In questi tre Paesi gli studenti e le loro famiglie hanno denunciato a Radio Free Asia che occorre pagare per essere ammessi all’università. Per esempio, un giovane ha dovuto pagare 1.000 dollari Usa per avere la certezza di superare l’esame di ammissione al corso di studi fiscali dell’università delle Finanze, in Tagikistan.

Costo peraltro contenuto, se si pensa che in Turkmenistan il costo di “accesso” per le facoltà più ambite, come quelle di diritto, può arrivare a 40mila dollari. Nel Paese il fenomeno è talmente diffuso da avere un particolare soprannome: elaklyk, che vuol dire “dare in ringraziamento”.

In Kirghizistan molti denunciano che ci sono vere e proprie tariffe per superare esami senza studiare.

Il sistema rischia di avere effetti disastrosi sul futuro di questi Paesi. Oltre ad impedire l’accesso all’istruzione superiore a giovani capaci, ma poveri (i quali spesso possono solo cercare lavoro all’estero come migranti), la corruzione rischia di consentire la laurea a tanti ragazzi ricchi che non studiano, con evidente detrimento del valore del titolo di studio.

L’analista tagiko Faridun Rahnavard commenta che il problema non potrà risolversi solo con alcuni processi, perché è troppo diffuso. Egli osserva che professori di scuole superiori e università in questi Paesi hanno paghe basse, da 70 a 400 dollari al mese, e ritiene che sarebbe anzitutto opportuno aumentarle.
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Offline ReYkY

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #98 il: Aprile 21, 2017, 01:06:01 am »
Non sono andato all'estero ma ti assicuro che già se ti sposti dal sud al centro o al nord la situazione cambia radicalmente...
Per questo immagino che in Germania o in UK la situazione sia decisamente migliore della nostra.


Sono usciti dei dati secondo cui il 55% dei giovani trova lavoro grazie a parenti e amici, con un tasso di disoccupazione del 42/43%. Vuol dire che senza raccomandazione è praticamente IMPOSSIBILE trovare lavoro, anche se hai 5 lauree.

Vi chiederete cosa c'entri con la corruzione... Beh io lo ritengo l'apice della corruzione. Perché la corruzione non è solo politica.



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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #99 il: Aprile 21, 2017, 07:18:54 am »
ReYkY

Citazione
ma ti assicuro che già se ti sposti dal sud al centro o al nord la situazione cambia radicalmente...

Stai dicendo cose ovvie, che conoscono un po' tutti.

Ad esempio, lo sanno tutti che la realtà dell' Emilia Romagna è ben diversa da quella della Calabria o della Sicilia.


Citazione
Per questo immagino che in Germania o in UK la situazione sia decisamente migliore della nostra

Ovvio, ma il mondo non è solo UK o Germania.
Il mondo è pure "altro".

Citazione
Vi chiederete cosa c'entri con la corruzione... Beh io lo ritengo l'apice della corruzione. Perché la corruzione non è solo politica.

Ovvio anche questo, ma sappi che "altrove" non è diverso.
Anzi, è pure peggio.


http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm
Citazione
Transparency International è un'organizzazione non governativa che cerca di combattere la corruzione su scala mondiale, creando le basi per un cambiamento globale che costituisca un mondo veramente libero da ogni corruzione. Nel 2013 ha pubblicato rapporto in cui venivano classificati i paesi del mondo secondo un "indice di corruzione".
I risultati dello studio non sono stati molto consolanti... La maggior parte dei paesi analizzati presentavano un coefficiente di corruzione parecchio elevato.
I paesi migliori sono quelli del Nord Europa: Danimarca, Finlandia e Svezia su tutti. La nostra nazione si è aggiudicata la 69° posizione. America e Regno Unito si sono posizionati rispettivamente al 19° e 14° posto. Ecco i 10 paesi più corrotti del mondo.

10 - Siria
La Siria occupa la decima posizione della classifica e purtroppo nell'ultimo anno la situazione è ulteriormente peggiorata a causa della guerra nonostante il governo di Damasco abbia manifestato, seppur con poca decisione, la volonta di lanciare un'operazione anti-corruzione.

9 - Turkmenistan
Al nono posto troviamo il Turkmenistan stato dell'Asia centrale, tra le probabili cause di questo alto indice di corruzione vi è sicuramente il regime dittatoriale monopartitico che governa il paese.

8 - Uzbekistan
Immediatamente al di sopra dello stato confinante del Turkmenistan troviamo l'Uzbekistan con un punteggio di 19. Gli stati dell'Asia si confermano tra i più corrotti del mondo.

7 - Iraq
Al settimo posto troviamo l'Iraq, un' altra nazione che in passato è stata devastata dalle guerre. In questo paese la corruzione delle cariche governative ed istituzionali è purtroppo una costante.

6 - Libia
Lo stato della Libia si piazza al sesto posto. Questa nazione del nord-africa è stata al centro dei riflettori mediatici nel 2011 per via dell'operato del militare politico Gheddafi, assassinato durante la guerra civile.

5 - Sud Sudan
Il Sud-Sudan si classifica quinto. Si tratta di uno dei paesi più poveri del mondo, il governo ha manifestato l'intenzione di voler lottare contro la dissolutezza di valori presente nelle cariche pubbliche.

4 - Sudan
Il Nord-Sudan si trova al quarto posto della classifica, a ridosso del podio. Nel 2014 è nato un gruppo parlamentare volto alla lotta contro la corruzione e le bande mafiose che operano tra le istituzioni.

3 - Afghanistan
L'Afghanistan si trova sul terzo gradino del podio. In passato l'organizzazione Wikileaks pubblicò le accuse della diplomazia USA nei confronti della capitale Kabul considerata come il "regno della corruzione".

2 - Corea del Nord
La Corea del Nord si piazza al secondo posto della classifica di Transparency International. Secondo alcuni, in questo paese la corruzione è un costume radicato nella società.

1 - Somalia
La Repubblica federale di Somalia si conferma lo stato più corrotto del mondo piazzandosi sul gradino più alto del podio. In questo paese del Corno d'Africa la corruzione è una realtà tangibile, vera e propria piaga sociale.
« Ultima modifica: Aprile 21, 2017, 07:29:12 am da Frank »
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Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #100 il: Aprile 21, 2017, 12:12:40 pm »
In Italia questa assenza ha generato paradossalmente un altro effetto : la crescita dei movimenti indipendentisti, che stanno cominciando ad avere peso anche al sud .

Già, le varie leghe a Nord e i neoborbonici a Sud. Poi ci sono le minoranze linguistiche e Sardegna e in parte Sicilia che sono casi a parte. Ma anche in questo caso l'Italia non è l'unico Paese in cui avvengono queste cose, succedono in quasi tutti i Paesi dell'Europa occidentale, solo per restare in un ambito vicino al nostro.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #101 il: Aprile 21, 2017, 12:33:40 pm »
La balcanizzazione etnico-identitaria è un effetto inevitabile dell'epoca presente, MA un conto è la divisione (auspicabile per noi) di USA e Cina, altro conto di un Paese relativamente piccolo come il nostro (poco più grande di Cuba...) situato vicino a Francia e Germania che non si sognano nemmeno di dividersi e hanno già distrutto il 25% della nostra economia (per procura UE a suon di direttive e austerità).
La nazione è un importante cuscinetto intermedio per salvaguardare le realtà locali dal mondialismo (ricordate Sigonella? E l'Eni, che in qualche modo tutela da settant'anni tutti gli italiani dalla colonizzazione politica ed conomica del loro territorio e fa politica estera meglio del governo?)
Non ho tempo per spiegare in dettaglio, ma ci sono ampi indizi che gli indipendentismi in Italia sono sostenuti da Paesi esteri.
« Ultima modifica: Aprile 21, 2017, 12:53:23 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #102 il: Aprile 21, 2017, 15:12:15 pm »
La balcanizzazione etnico-identitaria è un effetto inevitabile dell'epoca presente, MA un conto è la divisione (auspicabile per noi) di USA e Cina, altro conto di un Paese relativamente piccolo come il nostro (poco più grande di Cuba...) situato vicino a Francia e Germania che non si sognano nemmeno di dividersi e hanno già distrutto il 25% della nostra economia (per procura UE a suon di direttive e austerità).
La nazione è un importante cuscinetto intermedio per salvaguardare le realtà locali dal mondialismo (ricordate Sigonella? E l'Eni, che in qualche modo tutela da settant'anni tutti gli italiani dalla colonizzazione politica ed conomica del loro territorio e fa politica estera meglio del governo?)
Non ho tempo per spiegare in dettaglio, ma ci sono ampi indizi che gli indipendentismi in Italia sono sostenuti da Paesi esteri.

Sull'ultimo assunto da te enunciato è stato scritto pure un libro che ho visto da poco nel Mondadori Store di piazza del Duomo a Milano (e che ho valutato anche di comprare); sull'Eni che tutela l'Italia era vero quando c'era Mattei alla presidenza, già Cefis fece comunella con le sette sorelle; anche in Francia ci sono movimenti indipendentisti o federalisti  (in testa la Corsica, ma anche Bretagna e regione basca). Alcuni movimenti indipendentisti come quello sardo son troppo variegati e antichi di decenni per essere ascritti in toto ad interessi stranieri.
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #103 il: Aprile 27, 2017, 00:12:07 am »
Com'è che dice l'italiano medio, specie se di sesso maschile?
Ah già, "certe cose succedono solo in Italia".

http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/26-04-2017/inghilterra-maxi-frode-fiscale-arresti-perquisite-sedi-newcastle-west-ham-190995588763.shtml
Citazione
Maxi frode fiscale: arresti. Si indaga su trasferimenti di Payet e Diarra
Operazione congiunta con polizia francese. Sotto inchiesta anche il Marsiglia, fermato l’amministratore delegato del Newcastle Lee Charnley

26 aprile 2017 - Milano
Un nuovo scandalo sta travolgendo il calcio inglese, già segnato alla fine del 2016 da oltre 800 casi di violenza sessuale risalenti agli anni Settanta, Ottanta e Novanta: stavolta il reato contestato è quello di frode fiscale e assicurativa, per una somma di 5 milioni di sterline, quasi 6 milioni di euro. Sono state arrestate diverse persone nel Nord-Est e Sud-Est del paese. Perquisite le sedi di West Ham, Chelsea (secondo quanto riportato dal Daily Mail) e Newcastle, risalito in Premier appena due giorni fa, dove è stato fermato l’amministratore delegato Lee Charnley, 39 anni, originario di Blackpool e una vita nei Magpies, di cui è stato segretario e direttore. Ben 180 gli agenti in azione nel Regno Unito e in Francia, dove il club sotto inchiesta è il Marsiglia, negli ultimi anni coinvolto in diverse operazioni di mercato con West Ham e Newcastle. Un nome su tutti: Dimitri Payet, ceduto dal Marsiglia al West Ham nel 2015 e tornato al club francese nel gennaio 2017. Sulla rotta Marsiglia-Newcastle hanno invece viaggiato Florian Thauvin e Remy Cabella, ma nel mirino ci sarebbe anche il passaggio di Alou Diarra dal Marsiglia al West Ham nell’estate 2012.

Sequestri — Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati documenti aziendali e finanziari, computer e telefoni cellulari. Il West Ham, che ha ricevuto la visita degli agenti negli uffici dello stadio Olimpico alle 8 del mattino, ha diramato un comunicato per spiegare “di cooperare pienamente con gli inquirenti per aiutarli nell’indagine”. In una dichiarazione delle autorità, si parla di “arresti di diversi uomini che lavorano nel calcio professionistico per una sospetta frode relativa alle imposte sul reddito e assicurative”. Questo nuovo scandalo inglese è destinato in ogni caso ad allargarsi. Sarebbero coinvolti altri club: si parla di 12 squadre di calcio in totale.
perquisizione al chelsea — Secondo quanto riportato dall'edizione online del Daily Mail, gli agenti hanno perquisito anche la sede del Chelsea: gli agenti avrebbero ispezionato documenti legati a trasferimenti che coinvolgono Newcaslte e West Ham. Un portavoce del club londinese fa sapere: "In relazione a un'indagine più ampia ci hanno chiesto alcune informazioni che il club fornirà".

Dal nostro corrispondente Stefano Boldrini

@

Ogni tanto c'è pure qualche italiano pensante.

Citazione
Andy best 14:41, 26 Aprile 2017
Alla fine a livello mondiale ha pagato solo la juve, e per me giuntamente, ma non per quello che pensate voi, ma perché una società che fa anche una minima cosa che non deve fare quando ha come giocatori Buffon, Thuram, Cannavaro, Zambrotta, Viera, Emerson, Camoranesi, Nedved ( piango ancora se penso a che giocatore era Nedved, soprattutto nelle partite di cartello, non ne sbagliava una), Ibra, Trezegol, Del Piero, Mutu, deve essere punita per stupidità. Detto ciò, gli altri non erano santi, basta vedere il Patron del Parma chi era, etc etc..cmq in Portogallo il Porto di Mou fu penalizzato di sei punti per aver comprato partite, un Porto che vinceva i campionati con tipo 50 punti di vantaggio. In Germania gli arbitri si vendevano le partite, i calciatori anche, ma tutto fu messo a tacere nel periodo pre mondiale 2006 e post, in Spagna sorvoliamo, in Inghilterra non c'è anno che non scoppiano scandali, ma dopo una settimana tutto tace...In Italia si fa solo giustizia sommaria e si enfatizzano all'ennesima potenza cose di poco conto. Intendiamoci, io sono per le punizioni giuste, ma le cose devono essere fatte come si deve. Gli altri Paesi, cosidetti emancipati, sono peggio di noi, però non fanno tanto casino, tendono a minimizzare.

@@

Tanto per cambiare anche ieri pomeriggio mi è capitato di ascoltare un uomo sui 65 anni, che nel commentare la questione di "Mafia Capitale" e le parole del procuratore aggiunto Paolo Ielo, che ha definito l'insieme delle prove raccolte dalla procura di Roma un "karaoke della corruzione", se ne è uscito fuori con la solita scontatissima frase che ascolto da decenni:
"La corruzione che esiste in Italia non esiste in nessun'altra parte del mondo".
E vabbè... questo è l'ignorantissimo italiano medio.
« Ultima modifica: Aprile 27, 2017, 00:25:28 am da Frank »
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #104 il: Maggio 07, 2017, 00:16:56 am »
http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/morire-di-fame-in-mezzo-al-petrolio-crisi-venezuela-63719/

Citazione
Morire di fame in mezzo al petrolio: Venezuela, storia di una rivoluzione naufragata
Aggiunto da Filippo Burla il 6 maggio 2017.

Si può morire di fame in un paese che ha riserve petrolifere accertate pari o addirittura superiori rispetto al paese che è il produttore di oro nero per definizione, vale a dire l’Arabia Saudita? Si può, se ti chiami Venezuela e se la rivoluzione promessa da Chavez quasi vent’anni fa è ormai finita, più che nel petrolio, nel sangue dei tanti morti in mezzo alle strade. Quasi 40 venezuelani uccisi, 717 i feriti e centinaia di arresti: sono questi i numeri delle numerose proteste di piazza che, in questi giorni, stanno mettendo a dura prova il governo di Maduro, subentrato al defunto presidente a partire dal 2013.

Al netto dei dubbi – più o meno legittimi – sulla reale natura della forte contestazione all’esecutivo, l’innesco della rabbia popolare nasce, più che da spinte straniere, da una devastante situazione interna, con una nazione sull’orlo del baratro economico e sociale. Non serve infatti scomodare gli Stati Uniti (comunque da sempre interessati a conservare il loro ‘cortile di casa’ sudamericano) per rendersi conto che la rivoluzione chavista partita nel 1999 si è risolta in un pressoché totale fallimento.

Parliamo di numeri. Dati alla mano, il Venezuela siede su qualcosa come 300 miliardi di riserve. Tanto? Poco? L’Arabia Saudita – sia pur con valori solo stimati, dato che quelli reali sono coperti da segreto di Stato – è seconda in classifica, staccata di misura di un abbondante 30%, mentre il Canada (sul terzo gradino del podio) ne ha circa la metà. Caracas può dunque contare su quasi il 20% delle riserve mondiali accertate, riserve che però non riesce in alcun modo a mettere a frutto. Buona parte dei guai legati al petrolio vanno fatti risalire al 2006, quando Chavez decise d’imperio di nazionalizzare l’intero settore. Mossa non sbagliata in teoria, visto che le sorti del Venezuela dipendono dal greggio, ma inopportuna dato che il governo si è ritrovato da un giorno all’altro senza le competenze necessarie per gestire la propria ricchezza. La manutenzione ha così cominciato a scarseggiare, non tutti gli impianti sono in funzione, il fruttuoso bacino dell’Orinoco sconta gravi ritardi nell’esplorazione sotterranea, gli operai sono pagati male e lavorano in condizione precarie. Il risultato? Rispetto ai massimi del 2005, la produzione è collassata da 3,6 a poco più di 2 milioni di barili al giorno. Il calo ha inciso sui conti nazionali doppiamente, trascinato dal ribasso nei corsi del Brent e Wti. Tanto che in certi momenti, complice anche la non sempre eccelsa qualità di tutto il greggio locale, il paese si è trovato costretto addirittura a…importarlo, per di più dagli Stati Uniti.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/05/venezuela-supermercato-300x188.jpg
supermercato venezuela

Scaffali vuoti al supermercato: un’immagine emblematica della crisi Venezuelana, dove anche il cibo è razionato

I controsensi non finiscono qui. Perché i proventi dalla vendita dei barili, che valgono il 95% delle esportazioni, finiscono poco e male alla popolazione venezuelana, dato che i conti pubblici sono da anni in condizioni precarie. La conseguenza è che oltre al petrolio il Venezuela non ha mai seriamente intrapreso un solido sentiero di crescita ed investimenti industriali e di creazione di un indotto che lo mettesse al riparto dalle fluttuazioni sui mercati. Come ad esempio ha fatto l’Iran, dove nonostante le sanzioni l’economia ha tutto sommato tenuto. Invece in Venezuela, che sconterà quest’anno il terzo consecutivo di recessione (il 2016 si è chiuso con un -16% che nemmeno in una nazione in guerra), l’inflazione dopo aver toccato il 550% nel 2015 l’anno scorso ha raggiunto il 720%, la disoccupazione è quasi triplicata e oltre il 30% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà assoluta mentre quella a rischio supera il 60%. Inoltre negli ospedali mancano il 70% medicinali di base e molti cittadini si curano con farmaci inviati da parenti residenti all’estero (per chi ha la fortuna di averne, mentre gli altri devono dar fondo ai risparmi per acquistarli al mercato nero), il cibo è spesso razionato, l’energia non sempre disponibile e negli ultimi mesi ha iniziato a scarseggiare anche l’acqua potabile.

Filippo Burla
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