Per esempio se un datore di lavoro a parità di titoli tra vari candidati assume sempre gli uomini e scarta sempre le donne si può assumere che esso abbia un atteggiamento maschilista.Si può assumere che non vuole casini in azienda.
Molte mie amiche ritengono che se uno sconosciuto per strada ti dice "Ciao Bella" allora c'è del maschilismo di fondoPerò se gli uomini non le cagano si deprimono.
(le donne tendono a parlare molto di più, con i suoi pro e i suoi contro)Non vedo pro nell'usare duemila parole quando ne basterebbero venti.
Comunque spero di imparare di più all'interno di questo forum!Benvenuta. ;)
Marina
Ciao Fritz,
ho usato le virgolette apposta perchè la questione maschilismo è molto articolata. Da definizione è la presunta superiorità dell'uomo rispetto alla donna, e con "atteggiamenti maschilisti" non penso che esista un elenco univocamente condiviso di azioni da ritenersi tali, anche perchè ciò che li rende maschilisti spesso è il contesto (non l'azione in sè).
Per esempio se un datore di lavoro a parità di titoli tra vari candidati assume sempre gli uomini e scarta sempre le donne si può assumere che esso abbia un atteggiamento maschilista. Poi ci sono quelli che secondo me non sono atteggiamenti maschilisti ma vengono ritenuti tali. Molte mie amiche ritengono che se uno sconosciuto per strada ti dice "Ciao Bella" allora c'è del maschilismo di fondo, io dico sempre che è solo un pessimo approccio (che difficilmente ti farà ottenere qualcosa) ma che non è offensivo nè lascia intendere che tu sia inferiore.
Uomini e donne sono biologicamente diversi. L'uguaglianza dei sessi è solo una questione morale.
Attitudini diverse? E' difficile capire quali attitudini sono diverse perchè ci viene insegnato/proposto così e quali invece sono diverse perchè la nostra biologia ci spinge in direzioni diverse. Senza dubbio l'interazione con gli altri è diversa (le donne tendono a parlare molto di più, con i suoi pro e i suoi contro) così come l'approccio alla sessualità.
Comunque spero di imparare di più all'interno di questo forum!
Marina
sono finita praticamente per caso su una vecchia versione del forum sulla QM e l'ho trovato davvero interessante (specialmente i post di silverblack).
iulbrinner
Utente bannato
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Messaggi: 303
Cos'e' veramente Il maschilismo?
Del tutto in linea con un certo tipo di cultura dominante, anche in questo forum si osserva, con allarmante frequenza, il ricorso al termine "maschilismo" per connotare alcune convinzioni individuali espresse (da pochissimi, per la verità) nel contesto delle varie discussioni.
Che cosa si intenda con questo termine è, tuttavia, in larga misura, indeterminato - così come nella realtà ordinaria - anche all'interno di queste conversazioni.
Una definizione dizionaristica identifica il maschilismo come " atteggiamento psicologico e culturale fondato sulla presunta superiorità dell'uomo sulla donna ed il comportamento conseguente a tale atteggiamento".
E' altrettanto noto e pacifico che il c.d. maschilismo, inteso in questa accezione, non è oggetto di alcuna teorizzazione strutturata, ossia, non deriva da alcun sistema di pensiero definito ed oggi accreditato (tranne i fascismi storici del novecento), da alcuna ideologia conosciuta ed oggi praticata (tranne i nostalgici dei fascismi storici del novecento) e non si lega ad alcun personaggio della vita politica, culturale e morale dei nostri tempi che ne abbia dato una giustificazione teorica e lo abbia posto a base del proprio impegno intellettuale o di movimenti d’opinione esistenti.
In altri termini, il maschilismo è, secondo la definizione corrente, un connotato comportamentale individuale che prescinde, ai nostri giorni, da qualunque sistema di convinzioni collettivamente condiviso.
Ciò premesso, tanto nella realtà comune quanto all'interno di queste pagine, questo termine viene usato (o, meglio, abusato) per qualificare ogni posizione che non sia di perfetta aderenza al “pensiero unico”, con segnato riferimento alla dinamica del rapporto tra i sessi.
Se si sostiene di non voler sostituire la donna nel suo ruolo materno si è maschilisti.
Se si denuncia la falsa informazione e la gonfiatura propagandistica praticata intorno al fenomeno della violenza sulle donne, si è maschilisti.
Se si sostiene che il mondo femminile è più irrazionale di quello maschile, si è maschilisti.
Immagino che se anche si contestassero le quote rosa si sarebbe maschilisti….e via discorrendo.
Benché in nessuna di queste posizioni sia teorizzata, implicitamente o esplicitamente, una superiorità maschile, la bollatura è, immancabilmente, quella del “maschilismo”.
L'interrogativo di fondo di questo 3d vuole essere, allora, questo:
quale accezione si deve, quindi, dare al termine “maschilismo” e di quali nuovi significati impliciti è portatore?
è maschilismo tutto ciò che non compiace ed asseconda il mondo femminile?
Attitudini diverse? E' difficile capire quali attitudini sono diverse perchè ci viene insegnato/proposto così e quali invece sono diverse perchè la nostra biologia ci spinge in direzioni diverse.
16-01-2008, 03.21.54 #93
misterxy
Ospite abituale
Data registrazione: 15-01-2008
Messaggi: 200
Riferimento: Cos'e' veramente Il maschilismo?
Nel 2001 una riunione dei rettori di nove università americane d'élite chiese "cambiamenti significativi", come destinare sovvenzioni e borse al personale docente femminile, riservare ad esso i parcheggi migliori nel campus e garantire che la percentuale di donne nel corpo docente corrisponda a quella delle studentesse.
Ma in queste storie di messaggi negativi, barriere invisibili e pregiudizi sessuali c'è qualcosa di strano. Il metodo scientifico consiste nell'avanzare ogni ipotesi che possa rendere conto di un fenomeno ed escluderle una dopo l'altra conservando soltanto quella giusta. Gli scienziati apprezzano chi è capace di elaborare spiegazioni alternative e da chi sostiene un' ipotesi ci si aspetta che confuti le altre, anche le più improbabili. Eppure, nei dibattiti in ambito scientifico è raro persino che si menzioni un'alternativa alla teoria delle barriere e dei pregiudizi. Una delle eccezioni è una scheda che accompagnava nel 2000 un servizio di "Science", in cui veniva citata una relazione presentata alla National Academy of Engineering da Patti Hausman, studiosa di scienze sociali:
La domanda sul perché le carriere nel campo dell'ingegneria non vengano scelte da un maggior numero di donne ha una risposta piuttosto ovvia: perché a loro non piacciono. Ovunque si guardi, si troveranno molte meno donne che uomini affascinate da ohm, carburatori e quark. Rifare i programmi di studi non mi renderà più interessata a imparare come funziona la mia lavapiatti.
Una eminente ingegnere, seduta fra il pubblico, denunciò immediatamente quest'analisi come "pseudoscientifica". Ma Linda Gottfredson, esperta di letteratura sulle preferenze vocazionali, fece notare che Hausman aveva i dati dalla sua parte:"In media, le donne sono più interessate a trattare con le persone e gli uomini con le cose".
I test vocazionali indicano anche che i ragazzi sono più interessati a occupazioni "realistiche", "teoriche" e "investigative"; le ragazze a occupazioni "artistiche" e "sociali".
Quelle di Hausman e Gottfredson, però, sono voci isolate. Il gap fra i sessi è quasi sempre analizzato nel modo seguente: ogni squilibrio fra uomini e donne in materia di occupazioni e retribuzioni è prova diretta di pregiudizi sessuali, se non nella forma di aperte discriminazioni, in quella di messaggi scoraggianti e barriere invisibili. La possibilità che fra uomini e donne vi possano essere differenze che influiscono sui lavori che svolgono e su quanto guadagnano non può essere menzionata in pubblico, perché danneggerebbe la causa della parità sul lavoro e gli interessi delle donne.
E' questa convinzione che ha fatto sostenere a Friedan e Clinton, per esempio, che non avremo raggiunto la parità fra i sessi finché donne e uomini non saranno ugualmente rappresentati e pagati in "tutte le attività professionali" (quindi anche in miniera...).
Nel 1998 Gloria Steinem e Bella Abzug, membro del Congresso, in un' intervista televisiva definirono l'idea stessa di differenze fra i sessi una "scemenza", una "sciocchezza antiamericana" e quando ad Abzug fu chiesto se parità fra i sessi significasse numeri uguali in ogni campo (quindi anche in fonderia e nei cantieri...), la sua risposta fu:"Cinquanta e cinquanta, assolutamente".
Quest'analisi del gap fra i sessi è diventata anche la posizione ufficiale delle università. Che i rettori degli atenei d'élite degli Stati Uniti siano pronti ad accusare i colleghi di odiosi pregiudizi senza nemmeno prendere in considerazione spiegazioni alternative (per accettarle o rifiutarle, non importa), dimostra quanto il tabù sia profondamente radicato.
Il problema di quest'analisi è che l'ineguaglianza negli esiti non può essere portata come prova di un'ineguaglianza di opportunità, a meno che i gruppi comparati non siano identici in ogni tratto psicologico, cosa che potrebbe avvenire solo se fossimo tabulae rasae (non lo siamo...).
Ma accennare alla possibilità che il gap fra i sessi sia dovuto, almeno in parte, a differenze fra i sessi rischia di far scoppiare la guerra, specie se a dirlo è un uomo bianco occidentale (il discorso cambia un po' se lo fa un musulmano; sapete, la paura dell'islam...).
Chi osa farlo deve aspettarsi di venir accusato di "volere tenere le donne al loro posto" o di "giustificare lo status quo". Il che non è meno insensato che accusare uno scienziato che studi i motivi per cui le donne vivono mediamente più a lungo (salvo in Paesi come l'Afghanistan, il Nepal e pochissimi altri) di "volere che i vecchi di sesso maschile muoiano". Lungi dall'essere una manovra architettata dagli uomini per difendere i loro interessi, le analisi che mettono in luce le pecche della teoria della barriera invisibile vengono in larga misura da donne, come Hausman, Gottfredson, Judith Kleinfeld, Karen Lehrman, Cathy Young e Camille Benbow, le economiste Jennifer Roback, Felice Schwartz, Diana Furchtgott-Roth e Christine Stolba, la studiosa di diritto Jennifer Braceras e, con maggiori riserve, l'economista Claudia Goldin e la studiosa di diritto Susan Estrich.
Per esempio se un datore di lavoro a parità di titoli tra vari candidati assume sempre gli uomini e scarta sempre le donne si può assumere che esso abbia un atteggiamento maschilista.
Molte mie amiche ritengono che se uno sconosciuto per strada ti dice "Ciao Bella" allora c'è del maschilismo di fondo,
io dico sempre che è solo un pessimo approccio (che difficilmente ti farà ottenere qualcosa) ma che non è offensivo nè lascia intendere che tu sia inferiore.
Marina
Vedi, i motivi per cui un datore di lavoro potrebbe assumere più uomini che donne (in quale ambito?) non hanno nulla a che fare con il c.d. maschilismo, bensì col portafoglio.
A un imprenditore interessa guadagnare non discriminare le donne...
Dire "ciao bella" a una ragazza sconosciuta per strada sarebbe sinonimo di maschilismo ?
Ascolta, non lamentatevi poi se oggigiorno gli uomini non vi corteggiano più come un tempo...
Dunque, se un uomo ci prova è maschilista e oppressore, ma se non ci prova è frocio e "non esistono più gli uomini di una volta".
Eccezionale, veramente eccezionale.
Mah...
Ciao, Marina
Come mai frequenti un Forum Maschile? Ti interessa il punto di vista dell'altro sesso?
In questa vecchia discussione - a mio parere di alto livello - scrissero alcuni degli uomini che hai citato poc' anzi.
Marina
Vedi, i motivi per cui un datore di lavoro può assumere più uomini che donne (in quale ambito?) non hanno nulla a che fare con il c.d. maschilismo, bensì col portafoglio.
A un imprenditore interessa guadagnare non discriminare le donne...
Tra l' altro, in alcuni settori, ci sono imprenditori che assumono esclusivamente o prevalentemente femmine.
Marina
Perché sarebbe un pessimo approccio ?
Quand' ero ragazzo io approcci del genere erano la norma, anche perché se un ragazzo aspettava l' iniziativa femminile restava (e resta) vergine per tutta la vita.
Avendo studiato fisica so che (oggi) non c'è nessun ostacolo per le donne ad accedere a materie scientifiche e anche secondo me c'è/ci può essere una differenza di interessi biologica che non deve essere necessariamente "corretta".
Non è utile per la collettività favorire soggetti non meritevoli (uomini o donne che siano). Se sono donne c'è l'ulteriore danno di favorire il collasso demografico e sottrarre lavoro (e quindi anche possibilità di metter su famiglia) agli uomini.Non voglio che le donne siano favorite... assolutamante, ma non capisco perchè favorirle aumenterebbe il collasso demografico. I motivi per cui la gente non fa figli o li fa tardi sono:
Sono stati uomini a rivoluzionare la fisica (Einstein, Fermi, Majorana).Uomini e persone fantastiche, nessuno lo mette in dubbio! Ma devi anche considerare che all'epoca pochissime donne studiavano. Forse non era vietato o ostacolato nei termini che intendiamo noi oggi, ma senz'altro ce ne erano meno di oggi (per esempio la moglie di Einstein, fu la prima donna ad aver studiato Fisica al Politecnico di Zurigo https://it.wikipedia.org/wiki/Mileva_Mari%C4%87). Non voglio togliere nulla a queste personalità che hai citato, ma quando hai due insiemi sproporzionati: tanti uomini che hanno studiato e pochissime donne che hanno studiato, è molto improbabile che a fare delle scoperte sia una donna.
Non voglio che le donne siano favorite... assolutamante, ma non capisco perchè favorirle aumenterebbe il collasso demografico. I motivi per cui la gente non fa figli o li fa tardi sono:
- perchè sappiamo controllare le nascite e oggi interessa a meno persone fare figli
- perchè i giovani non riescono a trovare una stabilità economica nell'età in cui vorrebbero fare figli
Per il primo punto non c'è nulla fare... ho tanti amici che non vogliono fare figli indipendentemente dal loro lavoro.
Per il secondo punto, se le donne ottenessero un lavoro stabile prima forse sarebbero anche più propense a fare figli.
E' vero che il nesso figli-precarietà interessa sia gli uomini che le donne, ma in genere le donne stanno con uomini con qualche anno in più quindi per loro questo problema è più sentito.
Caro Vicus,L'essenziale è Strumia che non è "infiammato", ha avuto il coraggio di mettere a repentaglio la sua carriera per denunciare una situazione di disparità che altri colleghi, anche per interessi personali negano.
ho scorso rapidamente la discussione su Strumia perchè davvero lunga e anche un po' infiammata!
è che quando uno scienziato presenta una tesi controcorrente deve essere pronto a discuterne tutti gli aspetti, non può limitarsi a dire "i miei dati e le mie analisi dicono questo".Infatti ha detto di più, ma come hai giustamente affermato discuti di tesi che non conosci.
E' inverosimile che tutti gli esperti del campo in passato abbiano trovato cose diverse, a meno che non abbiano indagato un fenomeno leggermente diverso. Ci sono moltissimi studi sul gender bias che sfavorisce le donne, se si vuole prendere seriamente la QM bisogna analizzarla per davvero, senza negare che anche le donne hanno subito/subiscano svantaggi,Non ci dovrebbe essere bisogno di ricordare che chi mette in discussione la narrativa del "gender bias", come lo chiami, mette a repentaglio la sua carriera. Esattamente come Strumia. E come scienziata dovresti sapere che le più grandi scoperte sono state fatte spesso da persone al di fuori del mondo accademico, e comunque nell'opposizione generale della comunità scientifica. Come scrisse un tale: "L'accademia è sterile".
Non voglio che le donne siano favorite... assolutamante, ma non capisco perchè favorirle aumenterebbe il collasso demografico. I motivi per cui la gente non fa figli o li fa tardi sono:Sono gli argomenti che sentiamo tutti i giorni sui media, parola per parola. Nessuno, e soprattutto nessuna si pone le domande:
- perchè sappiamo controllare le nascite e oggi interessa a meno persone fare figli
- perchè i giovani non riescono a trovare una stabilità economica nell'età in cui vorrebbero fare figli
Per il primo punto non c'è nulla fare... ho tanti amici che non vogliono fare figli indipendentemente dal loro lavoro.
Per il secondo punto, se le donne ottenessero un lavoro stabile prima forse sarebbero anche più propense a fare figli.
E' vero che il nesso figli-precarietà interessa sia gli uomini che le donne, ma in genere le donne stanno con uomini con qualche anno in più quindi per loro questo problema è più sentito.
Uomini e persone fantastiche, nessuno lo mette in dubbio! Ma devi anche considerare che all'epoca pochissime donne studiavano.Altro argomento mediatico: oggi studiano più donne che uomini ma non si fanno grandi scoperte almeno dagli anni '80.
Te ne aggiungo un terzo e un quarto di cui non parla nessuno. Nè i giornali, nè le TV, nè i media online.Mi hai anticipato su questi ed altri punti, qui abbiamo idee anche diverse ma concordiamo sempre sui fatti.
- perchè gli uomini non riescono a trovare una donna con cui mettere su famiglia, visto che loro coetanee quando cercano un fidanzato pretendono qualcosa che non esiste, o se esiste è troppo fuori dalla loro portata
- perchè sempre più uomini iniziano a comprendere la labilità degli "amori" contemporanei e quanto sarebbero svantaggiati in caso di divorzio, quindi preferiscono rimanere single e al massimo intrattenere relazioni saltuarie con le donne. Una stretta di mano e ognuno a casa propria.
Le situazioni che hai descritto sono senz'altro realistiche, questo non esclude che ci siano stati o che ci siano ancora casi in cui nel processo di selezione entrino in gioco fenomeni di gender bias:
https://www.nature.com/articles/s41562-019-0686-3?fbclid=IwAR1-JVDyAR8OIqoOL-0fOMO60As3jDM2MGa4FrglS9qEyNMMmcLb_hJkTRs
A Oxford gli studenti hanno risultati migliori delle studentesse. Le ragazze accusano: “Impostazione troppo maschilista”
Di Maria Russo
a oxford studenti maschi migliori delle femmine
Da anni le classifiche sul rendimento scolastico e accademico segnalano come le studentesse siano mediamente più brave dei coetanei maschi. Non è così, però, a Oxford. Nella prestigiosa università britannica, infatti, i ragazzi surclassano letteralmente le ragazze e l’associazione delle studentesse parla di un’impostazione troppo maschilista dell’ateneo, che penalizza il gentil sesso.
Il “First class degree“, il voto di laurea più alto nel sistema universitario britannico è molto più difficile da ottenere per le femmine che non per i maschi. Nel 2013, secondo le statistiche dell’ateneo, nelle tre divisioni accademiche – humanities; mathematical, physical and life sciences; medical sciences – le ragazze che ce l’hanno fatta sono state il 5 per cento in meno dei ragazzi nelle discipline umanistiche, il 10 per cento in meno in scienze matematiche, fisiche e umane, e l’8 per cento in meno nelle scienze mediche.
Non ci sarebbe nulla di strano se gli studenti maschi fossero più bravi anche a livello nazionale, ma i dati generali segnalano, invece, che tra i due sessi non ci sono differenze degne di nota: nel 2013 nel complesso degli atenei britannici hanno ottenuto il “First class degree” il 18,3 per cento delle femmine e il 18,5 per cento dei ragazzi.
La discrepanza interessa solo Oxford ed è ancor più grave perché si tratta di un’istituzione d’eccellenza, alla quale solo gli studenti migliori riescono ad accedere. Considerando che da anni le statistiche relative al rendimento scolastico alle superiori mostrano un prevalere delle ragazze tra coloro che ottengono voti “A-level“ (il massimo), non si spiega il perché a Oxford le studentesse, nonostante l’impegno, non riescano ad emergere.
O forse sì. L’associazione delle studentesse di Oxford sostiene che l’impostazione dell’ateneo sia troppo maschilista. Durante gli esami e nelle tesi di laurea viene premiata maggiormente l’audacia e chi è più propenso a confutare teorie o a proporre una propria visione ottiene risultati migliori. L’essere “combattivi”, accusano le studentesse, è una caratteristica propria dei maschi, che Oxford incoraggia, valutando meno l’impegno delle femmine che, per natura, tendono a essere più scrupolose e rigorose e ad attenersi maggiormente a ciò che è scritto sui libri.
Hahah forse è passato di moda. Io lo troverei un po' sempliciotto.
Con te funziona ancora?
IMO 2020 – Sesto posto per l’Italia
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La sessantunesima Olimpiade Internazionale di Matematica ha avuto luogo in questi giorni in un formato inedito: programmata a luglio a San Pietroburgo, in Russia, e in un primo momento posticipata a settembre, di fronte al fatto che sarebbe stato molto difficile per molti concorrenti raggiungere la sede prevista, è stata trasformata in gara distribuita in tutto il mondo, in modo che potessero partecipare il maggior numero possibile di ragazze e ragazzi. A parte la sede, la competizione ha mantenuto la sua struttura canonica: due giorni di gara, tre problemi per giorno, sette punti in palio per ciascuno dei sei esercizi, quarantadue punti per un punteggio pieno.
L’Italia ha partecipato per la quarantunesima volta, presentando una squadra composta da:
ITA1: Matteo Damiano da Torino
ITA2: Massimiliano Foschi da Civitavecchia (Roma)
ITA3: Giovanni Mecenero da Arzignano (Vicenza)
ITA4: Romeo Passaro da Milano
ITA5: Davide Pierrat da Padova
ITA6: Matteo Poletto da Bassano del Grappa (Vicenza),
accompagnati virtualmente dal Team Leader Massimo Gobbino e dalla Deputy Leader Francesca Rizzo, nonchè dagli Observer A Roberto Dvornicich e Ludovico Pernazza. Dei sei, Massimiliano e Matteo P. erano alla loro seconda partecipazione dopo l’argento dello scorso anno a Bath, nel Regno Unito.
I risultati, dopo i due giorni di gara, le correzioni e le coordination tra Leader e Deputy e i responsabili dei problemi, sono stati eccellenti: Matteo Damiano e Massimiliano Foschi hanno vinto una medaglia d’oro, con 33 e 32 punti rispettivamente, Matteo Poletto, Romeo Passaro e Davide Pierrat una medaglia d’argento, con 28 punti per i primi due e 27 per il terzo, e Giovanni Mecenero una medaglia di bronzo con 23 punti (e un po’ di rammarico per il singolo punto che lo ha separato dall’argento). Tutti ottimi piazzamenti, che messi assieme danno all’Italia il miglior risultato della storia nella classifica per nazioni: sesto posto assoluto (su 105 nazioni partecipanti) a parimerito con la Polonia e alle spalle solo di Cina, Russia, Stati Uniti, Corea del Sud e Thailandia.
Finora l’Italia, nonostante ottimi risultati individuali, non si era mai classificata più in alto del decimo posto (nel 1967, alla primissima partecipazione, però con sole 13 nazioni partecipanti) o, più recentemente, dell’undicesimo posto (nel 2010 e nel 2011, con 95 e 101 nazioni partecipanti, rispettivamente).
La squadra Italiana prima della gara, nell’Aula Dini della Scuola Normale Superiore a Pisa
Il risultato di squadra è promettente anche per il futuro, perché nella squadra Massimilano e Matteo D., le due medaglie d’oro, hanno appena iniziato il quarto anno di scuola superiore e quindi hanno due altri anni olimpici davanti a loro, mentre Romeo, Davide e Matteo P. sono ora in quinta, e potranno puntare ad un’altra Olimpiade alla fine dell’anno olimpico appena iniziato.
Un momento della gara
Complimenti ancora a tutta la squadra e anche ai docenti, ai responsabili e ai collaboratori delle Olimpiadi della Matematica italiane, e in particolare a coloro che si occupano del Settore Internazionale, che sono riusciti nonostante le difficoltà a preparare e selezionare un ottimo sestetto.
Il Progetto Olimpiadi della Matematica è promosso dal Ministero dell’Istruzione e attuato dall’Unione Matematica Italiana mediante la Commissione Olimpiadi.
(Una versione di questo articolo è stata pubblicata anche su MaddMaths!)
Albo d'oro gara individuale
Il vincitore della finale nazionale di Cesenatico si può fregiare del titolo di campione italiano delle Olimpiadi di matematica. Ecco un elenco degli ultimi olimpionici:[10]
Anno Risultato Vincitore Città Anno di corso
1986 Oro Oro Emanuele Callegari Rovigo 5
1987 Oro Oro Massimo Gobbino Asti 5
1988 Oro Oro Andrea Maffei Pisa 4
1989 Oro Oro Carlo Mantegazza Milano 5
1990 Oro Oro Sergio Conti Pisa 5
1991 Oro Oro Emanuele Paolini Udine 4
1992 Oro Oro Alberto Canonaco Crema 5
1993 Oro Oro Davide Pagnin Pordenone 5
1994 Oro Oro Francesco Morandin Treviso 5
1995 Oro Oro Saverio Trioni Milano 5
1996 Oro Oro Davide Gaiotto Torino 5
1997 Oro Oro Diego Conti Pisa 5
1998 Oro Oro Gregorio Guidi Cesena 5
1999 Oro Oro Marcello Mamino Asti 5
2000 Oro Oro Dario Saccavino Milano 5
2001 Oro Oro Emanuele Spadaro Catania 4
2002 Oro Oro Emanuele Spadaro Catania 5
2003 Oro Oro Giulio Tiozzo Torino 5
2004 Oro Oro Luca Barbieri Milano 4
2005 Oro Oro Gabriele Negro Udine 5
2006 Oro Oro Simone Di Marino Pescara 5
2007 Oro Oro Pietro Vertechi Roma 3
2008 Oro Oro Andrea Fogari Gorizia 3
2009 Oro Oro Andrea Bianchi
Luca Ghidelli
Latina
Bergamo
3
4
2010 Oro Oro Luca Ghidelli Bergamo 5
2011 Oro Oro Federico Borghese Roma 5
2012 Oro Oro Gioacchino Antonelli
Dario Ascari
Federico Glaudo
Fabio Ferri
Julian Demeio
Terlizzi
Reggio Emilia
Roma
Trento
Castelfidardo
4
3
4
4
5
2013 Oro Oro Federico Glaudo[11] Roma 5
2014 Oro Oro Dario Ascari[12] Reggio Emilia 5
2015 Oro Oro Francesco Ballini Brescia 5
2016 Oro Oro Andrea Ulliana
Federico Viola
Padova
Roma
4
3
2017 Oro Oro Jacopo Guoyi Chen Roma 5
2018 Oro Oro Andrea Ciprietti Giulianova 5
2019 Oro Oro Massimiliano Foschi Civitavecchia 2
Albo d'oro gara a squadre femminile
Anno Risultato Liceo Città
2018 Oro Oro Liceo scientifico Camillo Golgi Breno Italia Italia
2019 Oro Oro Liceo scientifico Camillo Golgi Breno Italia Italia
2020 Oro Oro Liceo Guglielmo Marconi CarraraItalia Italia[/color]
Da lustri non faccio più approcci stradali, anche perché di questi tempi rischierei di beccarmi una denuncia per molestie-violenza sessuale.
E poi non ho più 20-30 anni.
Avere idee proprie ed essere audaci non è forse un merito ?Non mi far parlare...
E invece no.
L' ipotesi che i ragazzi possano essere più bravi delle femmine non sfiora nemmeno queste menti eccelse.
Uomini e donne sono biologicamente diversi.E su questo siamo tutti d'accordo.
L'uguaglianza dei sessi è solo una questione morale.No, perché uomo e donna sono fisicamente diversi e con funzioni diverse. Se unvece mi parli di stessi diritti allora è diverso. Ma uomo e donna non saranno mai uguali.
Attitudini diverse? E' difficile capire quali attitudini sono diverseBasta la semplice osservazione, o anche studiare l'anatomia umana, sia maschile che femminile.
L'uomo essendo fisicamente più forte della donna, è fatto per svolgere lavori manuali, anche pesanti. La donna, essendo più debole è invece fatta per lavori che richiedono intelletto.Non esageriamo, che l'intelletto abbonda anche tra i maschi (anzi sovrabbonda). Altrimenti abbiamo solo panettieri da una parte e ricercatrici di "scienze del clima" dall'altra (come avviene appunto oggi).
La donna, essendo più debole è invece fatta per lavori che richiedono intelletto.Assolutamente no, difatti le insegnanti rispetto ai colleghi uomini fanno mediamente pietà.