Si sono infranti l'altra notte i sogni di gloria di Federica Pellegrini: da tutti additata come l'emblema della donna onnivincente e femminile la quale nuota e conquista trofei con la stessa disinvoltura con la quale porta scarpette eleganti con i tacchi alti non è riuscita nemmeno ad
ottenere un volgarissimo bronzo: è arrivata quarta e sul podio non c'è salita. Peccato. Per lei. Ma mi frego le mani di gusto pensando a come si sia arenata la macchina mediatica costruita tutta intorno a lei, come la Banca Mediolanum attorno al cliente (si presume). Dopo il
successo parziale di Tania Cagnotto e compagna (medaglia d'argento), mai ottenuto in un'Olimpiade, la medaglia d'oro per la Pellegrini non
poteva e non doveva mancare, tenuto conto dell'incensamento che ne hanno fatto i me(r)dia nazionali. A lei e a nessun'altra (soprattutto a
nessun ALTRO) doveva spettare l'onore di portare all'Italia la duecentesima medaglia d'oro. Invece la "divina" cosa fa? Fallisce. Nemmeno
la soddisfazione di portare a casa uno schifosissimo bronzo, toccato a qualcun'altra, a quanto pare battibilissima. Forse la Pellegrini aveva
risentito della pressione mediatica su di lei. Forse le aspettative, eccessive, l'hanno scaricata, invece di motivarla. Sta di fatto che a portare
a casa la 200 medaglia d'oro è stato Fabio Basile. Impresa stupenda? Macchè: in quanto maschio ha fatto solo "quello che doveva fare".
Nuoto: 1’55” è davvero la dimensione in tessuto di Federica Pellegrini
Pubblicato il 10 agosto 2016 da Francesco Caligaris alle ore 04:53 in Acquaticità, Nuoto
E’ andata così: quarto posto in 1’55”18 con il bronzo a 1’54”92. E’ andata malissimo: delusione per una medaglia che, cronometro alla mano, continua a sembrare più che alla portata. Del resto lo ha dichiarato a caldo Federica Pellegrini stessa: “Podio fattibilissimo“. E allora cosa può essere successo alla fuoriclasse azzurra nella finale dei 200 stile libero a Rio 2016?
E’ successo che, probabilmente, la sua vera dimensione in tessuto è l’1’55”. Quel muro, quello per scendere a 1’54”, negli ultimi mesi ha rappresentato più un’ossessione che un sogno, per parafrasare José Mourinho, probabilmente perché punzecchiata nell’orgoglio vedendo i super tempi di Katie Ledecky e Sarah Sjoestroem. Quel muro l’ha anche frantumato, volando a 1’54”55 al Trofeo Settecolli di fine giugno, ma ora ciò che resta di quella (inutile) prestazione è solo l’eccezione, non la regola.
Perché la regola senza costumoni (in poliuretano, quasi un altro sport, è ancora suo il record del mondo in 1’52”98), infatti, dice: oro ai Mondiali di Shanghai 2011 in 1’55”58, argento ai Mondiali di Barcellona 2013 in 1’55”14, argento ai Mondiali di Kazan 2015 in 1’55”32, oro agli Europei di Budapest 2010 in 1’55”45, oro agli Europei di Debrecen 2012 in 1’56”76, oro agli Europei di Berlino 2014 in 1’56”01, oro agli Europei di Londra 2016 in 1’55”93. E anche agli ultimi Assoluti di Riccione, nel tentativo di spaccare il mondo, si era fermata a 1’55”30.
Ecco: il palmarès non di discute, anzi. Ma la dimensione cronometrica, da stanotte ce n’è la conferma, non vale la medaglia olimpica. Questione di numeri, prima di tutto.
3'51"56 Brian Goodell Stati Uniti Stati Uniti 27 agosto 1977
3'51"40 Vladimir Sal'nikov URSS 19 agosto 1979
4'08"91 Petra Thümer Germania Est Germania Est 17 agosto 1977
4'06"28 Tracey Wickham Australia Australia 24 agosto 1978
3'40"07 Paul Biedermann Germania 26 luglio 2009
3'56"46 Katie Ledecky Stati Uniti 7 agosto 2016
3'40"08 Ian Thorpe Australia Australia 30 luglio 2002
4'03"85 Janet Evans Stati Uniti Stati Uniti
Massimo, premesso che condivido le tue parole, va detto che in realtà la sopravvalutata Federica Pellegrini non ha affatto risentito della pressione mediatica su di lei, tantomeno ha "fallito".
La verità vera è che quelli sono i suoi tempi limite, oggi come in passato.
In merito riporto questo articolo pubblicato su OA.
http://www.oasport.it/2016/08/nuoto-155-e-davvero-la-dimensione-in-tessuto-di-federica-pellegrini/rio-2016/
Riguardo alle solite puttanate dei giornalisti (e delle giornaliste), va sottolineato che i suddetti hanno definito la statunitense Katie Ledecky, l' "anello di congiunzione tra il nuoto maschile e quello femminile"... :doh:
Questo a causa delle sue prestazione decisamente superiori a quelle delle colleghe; prestazioni che alcuni definiscono "da uomo".
Il che è ridicolo, innanzitutto perché le prestazione dei nuotatori di sesso maschile sono ben superiori alle sue; poi perché il divario esistente oggi tra i due sessi, ad esempio sulla distanza dei 400 stile libero, è più o meno lo stesso che c'era verso la fine degli anni Settanta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_del_record_mondiale_dei_400_m_stile_libero
Record maschile negli anni 1977-1979
Record femminile negli anni 1978-1980
Record maschile odierno.
Record femminile odierno.
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Tra laltro, verso la fine degli anni Novanta e i primi anni del XXI secolo, il divario tra i due sessi era tornato ad aumentare in favore degli uomini.
Il record mondiale femminile restò imbattuto per 18 anni, dal 1988 al 2006.
Diciamo pure che tra i due sessi esiste un "effetto elatico".
Un giorno arriverà un nuotatore maschio capace di nuotare i 400 stile libero in meno di 3'40 e secondo alcuni esperti si potrà scendere anche a 3'38-3'37.
Tempo al tempo.
7'46"00 Kieren Perkins Australia 24 agosto 1994
8'16"22 Janet Evans Stati Uniti 20 agosto 1989
7'32"12 Zhang Lin Cina 29 luglio 2009
8'14"10 Rebecca Adlington Regno Unito 16 agosto 2008
8'06"68 Katie Ledecky Stati Uniti 17 gennaio 2016
Quando avevo 15-16 anni, 1' 55'' ai 200 stile libero lo si faceva fra maschi coetanei senza nemmeno primeggiare sul piano regionale.
1'47"10 Maxime Rooney Stati Uniti 7 agosto 2015
In effetti l'intervento di Frank era prevedibile e, come sempre, si è rivelato puntuale. Ma mi sarei aspettato che avesse aperto lui il thread
visto che lo sport è in effetti la sua materia. Ma visto che per l'ora di pranzo nessuno aveva ancora commentato il flop della Pellegrini ci ho
pensato io ad aprire le danze.
Come dice spesso una mia conoscenza:Eh, già :D Una mia vecchia conoscenza diceva: "Ogni abitudine rende più ingegnosa la mano e meno agile l'ingegno". Abituarsi alle ovvietà le sottopone all'occultamento degli individui malintenzionati.
"Ormai viviamo in un'epoca in cui bisogna discutere dell'ovvio".
Ti capisco, eccome se ti capisco. Tuttavia se vogliamo combattere e contrastare lo schifo allo schifo dobbiamo purtroppo abituarci.
Massimo, il fatto è che a volte sono talmente nauseato dalle assurdità che leggo sul web, da non avere neppure la voglia di aprire certe discussioni.
Sta di fatto che a portare
a casa la 200 medaglia d'oro è stato Fabio Basile. Impresa stupenda? Macchè: in quanto maschio ha fatto solo "quello che doveva fare".
Eh, già :D Una mia vecchia conoscenza diceva: "Ogni abitudine rende più ingegnosa la mano e meno agile l'ingegno". Abituarsi alle ovvietà le sottopone all'occultamento degli individui malintenzionati.
Calcola che la prima a dover portare a casa la 200 medaglia d'oro, avrebbe dovuto essere la judoka Odette Giuffrida, che invece le ha buscate in finale contro la kosovara Majlinda Kelmendi.
Fosse accaduto ciò, non ne saremmo più usciti dall'incensamento mediatico delle donne, notoriamente "più brave, più coraggiose, più determinate degli uomini" e chi più ne ha più ne metta.
la loro maggior capacità di soffrire e di resistere al dolore"Talmente capaci di soffrire e resistere al dolore che hanno fatto macello in piazza per poter non partorire più.
30 maggio 2016
Rio-67: I senzamedaglie
di Mario Salvini
Sempre molto affascinante, il medagliere dell’Olimpiade. Si resta incantati a vedere quante medaglie ha questo paese e quante ne ha quello, e in quali sport le hanno vinte. E poi dalla conta dei Paesi che non ci sono. O da quando qualcuno ci entra per la prima volta e diventa come una specie di festa nazionale, perché si parla di quella Paese in tutto il resto del mondo, ed è un orgoglio. Anche perché di solito la maggior parte della gente non li saprebbe trovare sulla cartina.
Tipo a Londra ci fu il primo oro di Grenada, con Kirani James nei 400. E poi le prime medaglie per il Botswana (Nijel Amos, argento negli 800), per Cipro (argento di Pablos Kontides nei Laser della vela), per il Guatemala (argento di Erick Barrondo nei 20 km di marcia), per il Montenegro (argento della squadra di pallamano femminile), per il Gabon (argento di Anthony Obame negli 80+ del taekwondo, battuto in finale dal nostro Carlo Molfetta) e per il Bahrain (bronzo di Maryam Yusuf Jamal nei 1500).
Fa impressione pensare che il Pakistan, sesto Paese più popoloso al Mondo, se non ci fosse l’hockey prato non avrebbe nemmeno una medaglia d’oro (ne ha 3 in tutto). E che comunque non va su un podio olimpico da Barcellona 1992. O che il Bangladesh, ottavo per popolazione, non ha mai visto una medaglia, di nessun metallo. O che le Filippine sono quasi in lutto, perché Manny Pacquiao, nonostante l’apertura ai professionisti, ha annunciato che non andrà a Rio. E le Filippine, 12° Paese più popoloso al Mondo, alle Olimpiadi non hanno mai conquistato una medaglia d’oro.
Su 206 Paesi che parteciperanno all’Olimpiade di Rio, 69 non sono mai entrati nel medagliere olimpico. Se non ci fossero la boxe e gli altri sport di combattimento (lotta, taekwondo e judo), sarebbero molti di più, la grande maggioranza.
Samoa Americane
Antigua e Barbuda
Aruba
Albania
Andorra
Angola
Belize
Bhutan
Benin
Bolivia
Burkina Faso
Bangladesh
Bosnia
Isole Vergini Britanniche
Cambogia
Capo Verde
Ciad
Isole Cook
Isole Cayman
Comore
Rep. Centrafricana
Congo
Rep. Congo
Dominica
Guinea
Guinea Bissau
Guinea Equatoriale
El Salvador
Micronesia
Figi
Guam
Honduras
Giordania
Laos
Lesotho
Libia
Lichtenstein
Madagascar
Maldive
Isole Marshall
Malawi
Mali
Mauritania
Montenegro
Myanmar (Birmania)
Malta
Monaco
Nepal
Nicaragua
Oman
Palau
Papua Nuova Guinea
Palestina
Ruanda
St.Kitts & Nevis
San Marino
Sierra Leone
St. Vincent & Grenadines
Swaziland
St.Lucia
Sao Tome & Principe
Isole Salomone
Samoa
Seychelles
Tuvalu
Gambia
Timor
Turkmenistan
Vanuatu
Yemen
PAESI CHE NON HANNO MAI VINTO UN ORO OLIMPICO
Namibia 0 – 4 – 0
Filippine 0 – 2 – 7
Moldavia 0 – 2 – 3
Islanda 0 -2 – 2
Libano 0 -2 – 2
Malesia 0 – 2 – 2
Singapore 0 – 2 – 0
Sri Lanka 0 – 2 -0
Tanzania 0 – 2 – 0
Vietnam 0 – 2 – 0
Portorico 0 – 1 – 5
Ghana 0 – 1 -3
Kirgizistan 0 – 1 – 2
Arabia Saudita 0 – 1 – 1
Haiti 0 -1 -1
Tagikistan 0 – 1 – 1
Zambia 0 -1 -1
Botwana 0-1-0
Cipro 0-1-0
Costa d’Avorio 0 – 1 – 0
Gabon 0-1-0
Guatemala 0-1-0
Isole Vergini 0 – 1 – 0
Montenegro 0-1-0
Paraguay 0 – 1 – 0
Senegal 0 – 1 – 0
Sudan 0- 1 – 0
Tonga 0 – 1 – 0
Qatar 0 – 0 – 2
Bahrain 0-0-1
Barbados 0 – 0 – 1
Bermuda 0 – 0 – 1
Gibuti 0 – 0 – 1
Eritrea 0 – 0 – 1
Guyana 0 – 0 – 1
Iraq 0 – 0 – 1
Kuwait 0 – 0 – 1
Mauritius 0 – 0 – 1
Niger 0 – 0 – 1
Macedonia 0 – 0 – 1
Togo 0 – 0 – 1
Fa impressione pensare che il Pakistan, sesto Paese più popoloso al Mondo, se non ci fosse l’hockey prato non avrebbe nemmeno una medaglia d’oro (ne ha 3 in tutto). E che comunque non va su un podio olimpico da Barcellona 1992. O che il Bangladesh, ottavo per popolazione, non ha mai visto una medaglia, di nessun metallo. O che le Filippine sono quasi in lutto, perché Manny Pacquiao, nonostante l’apertura ai professionisti, ha annunciato che non andrà a Rio. E le Filippine, 12° Paese più popoloso al Mondo, alle Olimpiadi non hanno mai conquistato una medaglia d’oro.
Su 206 Paesi che parteciperanno all’Olimpiade di Rio, 69 non sono mai entrati nel medagliere olimpico. Se non ci fossero la boxe e gli altri sport di combattimento (lotta, taekwondo e judo), sarebbero molti di più, la grande maggioranza.
Ah, dimenticavo: la grandissima maggioranza delle medaglie vinte dagli atleti italiani è arrivata dal settore maschile.Quasi non me n'ero accorto: non si sente parlare che di atlete donne.
Quasi non me n'ero accorto: non si sente parlare che di atlete donne.
Gli uomini non hanno la determinazione, l'aggressività, la capacità di sopportare il dolore e la fatica che abbiamo noi donne. Il futuro è nostro, anche qui".
Posso avere il beneficio del dubbio , visto che secondo me nemmeno lei ci crede a quello che dice ?
Come fa a dire che lei come pugilessa ha maggiore forza e resistenza (aggeressività in certi casi posso pure lasciarlo passare) di un pugile uomo ?
Storia
Il pugilato è una delle discipline da combattimento più antiche che si conoscano. Nei graffiti preistorici, risalenti al III millennio avanti Cristo, è possibile riconoscere le figure di persone che combattono con i pugni chiusi. Le prime sfide competitive nella storia umana sono testimoniate dagli inni e leggende delle civiltà della Mesopotamia e dell’antico Egitto. Parecchie citazioni si possono trovare anche nei poemi omerici.
Ovviamente a quei tempi i combattimenti erano dei duelli selvaggi e brutali e terminavano spesso con serie ferite o anche con la morte di uno dei contendenti. Furono i greci che iniziarono a proteggersi le mani con una sorta di “guanti” che inizialmente erano formati da semplici strisce di cuoio arrotolate attorno ai polsi e alle nocche, con cui si cercava di evitare danni eccessivi alle proprie mani ed al volto dei contendenti. Più avanti le strisce di cuoio vennero sostituite da vimini usati per fare i cesti, con borchie di ferro, oppure da cuoio trattato apposta per essere tagliente (i cosiddetti “cesti” romani).
Nel pugilato greco antico si usavano anche le gambe, mentre il solo uso dei pugni fu tipico del pugilato romano ed etrusco. Non esistevano categorie di peso e gli incontri non avevano un termine prefissato, proseguivano cioè fino a che uno dei due sfidanti non si arrendeva.
Nel Medioevo questa disciplina attraversa una fase di profondo declino. Fu solo nel 1700 che, soprattutto per merito degli inglesi, nel pugilato cominciarono a svilupparsi le prime tecniche e regolamenti che fecero diventare questa forma di combattimento uno sport vero e proprio e non solo uno scontro cruento. Nel 1743 il pugile inglese Jack Broughton definì nel libro “London Prize Ring Rules” le prime regole per la boxe e da allora gli incontri furono organizzati secondo questi princìpi.
Nel 1865 John Sholto Douglas scrisse, insieme all’atleta John Graham Chambers le “Regole del marchese di Queensberry”, ovvero il codice della boxe scientifica che contiene i fondamenti principali della boxe così come è praticata anche ai giorni nostri: uso obbligatorio dei guantoni, round, knock out (KO), categorie di peso.
Nei primi anni del Novecento si fissarono altre categorie di peso e, per limitare la durata degli incontri, si stabilì che il numero massimo di riprese doveva essere 15 per gli incontri validi per titoli europei e mondiali e 12 per i titoli nazionali. Limitando la durata dell’incontro, nacque la necessità di individuare dei criteri per la vittoria ai punti, il problema fu risolto con l’istituzione dei giudici di gara. Era nata la boxe moderna.
Ovviamente a quei tempi i combattimenti erano dei duelli selvaggi e brutali e terminavano spesso con serie ferite o anche con la morte di uno dei contendenti. Furono i greci che iniziarono a proteggersi le mani con una sorta di “guanti” che inizialmente erano formati da semplici strisce di cuoio arrotolate attorno ai polsi e alle nocche, con cui si cercava di evitare danni eccessivi alle proprie mani ed al volto dei contendenti. Più avanti le strisce di cuoio vennero sostituite da vimini usati per fare i cesti, con borchie di ferro, oppure da cuoio trattato apposta per essere tagliente (i cosiddetti “cesti” romani).
Comunque, domani sera combatterà la pugilessa Irma Testa, che, non dimentichiamolo, alcuni mesi fa dichiarò quanto segue:Arrogante e presuntuosa.
Capito con che razza di cretine complessate abbiamo a che fare ?
Poi come si fa a tifare per stronze del genere ?
Voglio dire: una Irma Testa avrebbe una maggiore determinazione, aggressività e capacità di sopportare il dolore e la fatica di un Tyson o un Foreman ?
Quindi questa ragazzotta e le sue colleghe sarebbero migliori di un Roberto Cammarelle, che ha vinto tre medaglie olimpiche ? (una d'oro, una d'argento e una di bronzo).
Dico solo una cosa: il pugilato, così come qualsiasi altra disciplina da combattimento, è stato inventato dagli uomini.
Tuttavia, il fatto sconcertante è il perenne silenzio dei pugili, incapaci di rispondere a tono a questa povera complessata.
Tra l'altro, al contrario sarebbe già scoppiato il finimondo mediatico, tipo quello relativo alle "cicciottelle".
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Irma Testa
http://images2.gazzettaobjects.it/methode_image/2016/04/15/Varie/Foto%20Varie%20-%20Trattate/testa-U202073402018QM-U150246038681ZpH-350x524@Gazzetta-Web_zoom.jpg?v=201604160006
Mike Tyson
http://miketysonbitcoin.com/wp-content/themes/mt/img/mike.png
George Foreman
http://1.bp.blogspot.com/-WNoxfRcEOU8/VIrldetGJrI/AAAAAAAADwM/VyT3rDB5lXc/s1600/pugile%2Bgeorge%2Bforeman.jpg
Roberto Cammarelle
http://www.sportfair.it/wp-content/uploads/2016/01/small_120807-093604_to070812spo_0048.jpg
Come si fa a non ridere?
ti accorgeresti di quanto presuntuose siano le femmineLa prima parte può bastare.quando si danno a certi sport e soprattutto quando arrivano a certi livelli.
Campionati Italiani Cadetti.”
Chicca:”Nel judo c’è differenza tra i combattimenti maschili e quelli femminili?”
E.P.:”Noi facciamo 4 minuti di combattimento a differenza degli uomini che ne
fanno 5. Dovrebbero togliere anche agli uomini il minuto in più perchè ormai
abbiamo lo stesso allenamento e le stesse prestazioni. Noi donne sfruttiamo di
più quelli che sono i movimenti di mobilità e rotatori perchè siamo più elastiche e
più fluide mentre gli uomini sono più forti; hanno un judo più spettacolare come
esplosività, come espressione di forza, però indubbiamente più rigido, meno
flessuoso.
Altro tipico esempio di presunzione femminile mista a malafede.Quest'altra oltre alle corbellerie che tu hai ben evidenziato dimentica un bel po' di cose,non solo l'uomo è più FORTE, ma è anche più VELOCE,più RESISTENTE,ha RIFLESSI MIGLIORI,ha una struttura più SOLIDA E MENO SOGGETTA AGLI INFORTUNI...e non solo,nonostante molte femministe come quest'idiota ogni tanto se ne escano con "uomini tutti muscoli e niente cervello" la verità è che gli uomini sono anche più CREATIVI,sto' ancora aspettando che le donne inventino delle nuove tecniche efficaci da usare in una competizione sportiva...tutte e ripeto TUTTE le nuove tecniche (come quelle vecchie) sono state elaborate e perfezionate da uomini...questo è vero nel Judo,nelle MMA,nel BJJ ,nel grappling etc...sto' ancora aspettando che queste emancipate e invincibili galline creino qualcosa,ma niente,strano eh?
Emanuela Pierantozzi è stata campionessa del mondo di judo, nonché vice campionessa olimpica, per cui parliamo di una atleta di alto livello, che dovrebbe conoscere bene le differenze esistenti tra i due sessi.
Bene, in una vecchia intervista la suddetta dichiarò quanto segue.
http://www.profilodonna.com/sofa/archivio-pdf/Emanuela%20Pierantozzi.pdf
1- le donne non hanno le stesse prestazioni degli uomini.
2- le donne non sono "più elastiche", bensì più flessibili, ché non è affatto la stessa cosa.
La c.d. elasticità è quella capacità del muscolo che, una volta stirato durante la fase eccentrica di un movimento, consente di ritornare nella sua naturale posizione fisiologica in tempi più o meno brevi.
Mentre la flessibilità del muscolo si riferisce alla sua possibilità di essere allungato passivamente, ed è quindi collegato alla capacità di mobilità delle articolazioni.
E questo una ex olimpionica non può non saperlo.
tutte e ripeto TUTTE le nuove tecniche (come quelle vecchie) sono state elaborate e perfezionate da uomini...questo è vero nel Judo,nelle MMA,nel BJJ ,nel grappling etc.
Comunque, domani sera combatterà la pugilessa Irma Testa, che, non dimentichiamolo, alcuni mesi fa dichiarò quanto segue:
Capito con che razza di cretine complessate abbiamo a che fare ?
Poi come si fa a tifare per stronze del genere ?
Voglio dire: una Irma Testa avrebbe una maggiore determinazione, aggressività e capacità di sopportare il dolore e la fatica di un Tyson o un Foreman ?
Quindi questa ragazzotta e le sue colleghe sarebbero migliori di un Roberto Cammarelle, che ha vinto tre medaglie olimpiche ? (una d'oro, una d'argento e una di bronzo).
Per me è un orgoglio, combatterò per tutte le donne
indistintamente. E' una bella rivincita per tutte loro, perché non so quanti
avrebbero creduto che una donna potesse arrivare a tanto.
Sin da bambina ho sempre avuto delle ambizioni molto grandi, cercavo sempre
di prendere il meglio da tutto e di puntare più in alto possibile.
Per fortuna, ora in Italia ci sono tante ragazze che fanno boxe, anche se c'è
sempre qualche ignorante che non capisce che il mondo è cambiato.
E' una bella rivincita per tutte loro, perché non so quanti
avrebbero creduto che una donna potesse arrivare a tanto.
Le donne sono più determinate degli uomini, più tenaci
e non mollano mai, dice Athena Bylon, 27enne pugilessa panamense, campionessa
del mondo nella categoria 69 kg e in gara nei 75 kg alle Olimpiadi di Rio.
Ad allenare questa potenziale "Million Dollar Baby" c'è un tecnico italiano.
Nino Fracasso, foggiano e veterano della preparazione pugilistica a livello
nazionale e internazionale. E' lui che definisce le donne sul ring "migliori degli uomini".
Il motivo, spiega, è soprattutto di testa. Le ragazze si allenano con un'intensità diversa.
Gli uomini sono più scansafatiche".
Che dire? Speriamo che anche la Testa faccia FLOP. Tanto la Testa ha già dimostrato di essere una testa.........Magari gli invieremo a mò di
copricapo un preservativo come premio di consolazione per la mancata medaglia (anche di bronzo). E poi magari andrà a fare compagnia
alla Pellegrini per consolarla e consolarsi reciprocamente ed inveire così contro il mondo maschile crudele che non sa valorizzare le donne. Tanto meno riconoscerne la "superiorità".
Magari sarà capace di dire che "solo una donna può battere una donna". Il ridicolo è uno dei tanti confini che il femminino non conosce.
Tutte dobbiamo essere orgogliose di ciò che facciamo, soprattutto in questi momenti in cui la violenza di genere sembra inarrestabile. Io voglio essere un esempio anche per quello".
Le donne sono più determinate degli uomini, più tenaci
e non mollano mai, dice Athena Bylon, 27enne pugilessa panamense, campionessa
del mondo nella categoria 69 kg e in gara nei 75 kg alle Olimpiadi di Rio.
Ad allenare questa potenziale "Million Dollar Baby" c'è un tecnico italiano.
Nino Fracasso, foggiano e veterano della preparazione pugilistica a livello
nazionale e internazionale. E' lui che definisce le donne sul ring "migliori degli uomini".
Il motivo, spiega, è soprattutto di testa. Le ragazze si allenano con un'intensità diversa.
Gli uomini sono più scansafatiche".
Boxe: Arthur Abraham "re di dolore", titolo mondiale con la mandibola rotta
Nuova impresa del supermedio tedesco, che ha letteralmente stretto i denti e sabato notte ha messo al tappeto il connazionale Stieglitz nella sfida per la cintura Wbo
22 luglio 2015 - Milano
"King of pain", re di dolore, cantavano i Police. Uno stoico "re di dolore" si è confermato Arthur Abraham, 35 anni, King Arthur per gli appassionati di pugilato. Il supermedio tedesco di origini armene, 43 vittorie (29 per ko, il 67%) e 4 sconfitte in 12 anni di carriera professionistica che l'ha visto battersi 21 volte per una cintura iridata, ha difeso sabato notte ad Halle (Germania) il titolo Wbo dall'assalto del connazionale Robert Stieglitz (47-5-1) mettendolo ko al 6° round, vincendo la terza sfida su quattro della loro saga teutonica e tenendo incollati alla tivù in seconda serata 3,61 milioni di spettatori tedeschi.
stringere i denti — Un netto successo divenuto epico ora che, dopo le analisi mediche fatte nelle 48 ore successive la match, si è saputo che King Arthur ha vinto con la mandibola sinistra fratturata. Evidentemente la sua soglia di dolore è così alta che dal quarto round, quando ha iniziato a sentire male, gli ha permesso comunque di stringere letteralmente i denti, incassare i colpi dell'avversario e accentuare l'efficacia della sua azione per trovare al più presto possibile il k.o. decisivo. Abraham non è nuovo a simili imprese. Una ancora più stoica l'aveva portata a termine nel 2006, quando contro Edison Miranda il mondiale Ibf la mascella si era rotta al 5° round e lui aveva continuato imperterrito fino al 12° vincendo il match ai punti. Un vero King of pain.
Ivan Malfatto
© riproduzione riservata
Se ci fosse una nuotatrice capace di vincere tutti gli ori di Phelps, ovviamente nel nuoto femminile, dal punto di vista atletico non si potrebbe considerare certo inferiore a Phelps.
Scusate, ma non capisco il senso di questa discussione, è chiaro che gli uomini sono mediamente più forti, inutile discuterne. Non a caso sport maschili e sport femminili sono 2 categorie diverse!Non sono assolutamente d'accordo.
Però questo non vuol dire che un oro femminile vale meno di un oro maschile, all'interno della stessa categoria sessuale per una donna primeggiare è difficile tanto quanto per un uomo. Se ci fosse una nuotatrice capace di vincere tutti gli ori di Phelps, ovviamente nel nuoto femminile, dal punto di vista atletico non si potrebbe considerare certo inferiore a Phelps.
Tornando alla Pelligrini è stata sempre sopravvalutata e pompata dai media, è stata una sorta di Emma Marrone o Francesca Michielin del nuoto, non può competere con i nuovi veri talenti del nuoto femminile, lei è a un livello nettamente inferiore. Fare confronti con i nuotatori maschili non ha senso, se dobbiamo dirla tutta nel contesto maschile il fidanzato Filippo Magnini è assai più scarso!
Scusate, ma non capisco il senso di questa discussione, è chiaro che gli uomini sono mediamente più forti, inutile discuterne. Non a caso sport maschili e sport femminili sono 2 categorie diverse!
Però questo non vuol dire che un oro femminile vale meno di un oro maschile, all'interno della stessa categoria sessuale per una donna primeggiare è difficile tanto quanto per un uomo. Se ci fosse una nuotatrice capace di vincere tutti gli ori di Phelps, ovviamente nel nuoto femminile, dal punto di vista atletico non si potrebbe considerare certo inferiore a Phelps.
Tornando alla Pelligrini è stata sempre sopravvalutata e pompata dai media, è stata una sorta di Emma Marrone o Francesca Michielin del nuoto, non può competere con i nuovi veri talenti del nuoto femminile, lei è a un livello nettamente inferiore. Fare confronti con i nuotatori maschili non ha senso, se dobbiamo dirla tutta nel contesto maschile il fidanzato Filippo Magnini è assai più scarso!
se dobbiamo dirla tutta nel contesto maschile il fidanzato Filippo Magnini è assai più scarso!
Le donne sono fisicamente svantaggiate nella maggior parte degli sport, così come può essere fisicamente svantaggiato dal punto di vista della forza un uomo che pesa solo 56kg, rispetto a uno che pesa 13kg in più, ma un oro è sempre un oro, a prescindere dai record assoluti!
Non è che le donne sono allo stesso livello perché sono in due categorie diverse...
È vero il contrario
SONO IN DUE CATEGORIE DIVERSE PERCHÉ NON SONO ALLO STESSO LIVELLO
Quanto lancerebbero le donne con i pesi usati dagli uomini?
Per conoscere meglio il fenomeno prendiamo in esame, per ambo i sessi, i primatisti assoluti delle due prove di lancio che più si prestano al confronto, peso e disco, escludendo il giavellotto per le molte modifiche che l'attrezzo ha subìto negli anni, e il martello perché d'istituzione troppo recente.
Com'è noto a chiunque si intenda un po' di queste cose, per le gare femminili vigono attrezzi più leggeri rispetto a quelli degli uomini: 4 chili anziché 7,26 nel peso, e 1 chilo anziché 2 nel disco.
Nel sistema di punteggio del portoghese Fernando Amado esiste al riguardo una tabella comparativa.
Il primato mondiale della russa Lisovskaya, 22,63 nel 1987, è equiparabile a 16,55 con l'attrezzo maschile, e quello della tedesca Reinsch nel disco, 76,80 nel 1988, vale 51,93. (**)
La diversità dello sviluppo fisico risulta assai bene dalla media altezza/peso fra i 10 migliori di sempre nei due sessi: 1,92 metri per 127 chili gli uomini del peso contro 1,78 per 90 chili delle donne, e 1,95 metri per 118 chili gli uomini del disco contro gli 1,80 metri per 90 chili delle donne.
Il che spiega molto ma non tutto, perché, in ogni caso, anche a parità di peso e di altezza le femmine le buscherebbero di brutto lo stesso.
Giovedì 27 Dicembre 2007
di CARLO SANTI
ROMA - E' stato un anno all'insegna dello sport al femminile con storie di ragazze che sanno vincere ed emozionare. Storie di successi azzurri sfiorando il sublime, accarezzando il cuore di tutti noi, elettrizzati dalle imprese spesso straordinarie delle nostre campionesse. Belle e brave, da Eleonora Lo Bianco, capitano dell'Italvolley, a Federica Pellegrini e Antonietta Di Martino, senza dimenticare nessuna delle splendide protagoniste di una stagione che le ha viste davanti ai colleghi uomini.
Il 2006 ha visto l'Italia sportiva al maschie sugli scudi grazie alla vittoria del mondiale di calcio. L'Italia sportiva del 2007, invece, è stata caratterizzata dalle imprese delle ragazze, alcune spettacolari. Parliamo della nazionale della pallavolo di Massimo Barbolini: la sua Italia, difatti, ha conquistato prima il titolo europeo a Lussemburgo (era il 30 settembre, 3-0 in finale contro la Serbia) e poi è andata in Giappone e a Nagoya (16 novembre) dopo una strepitosa cavalcata ha conquistato la Coppa del Mondo - è stata la prima delle azzurre - battendo nell'ultima sfida per 3-0 gli Stati Uniti. Ha centrato, l'Italvolley rosa, la qualificazione per le Olimpiadi di Pechino e realizzato, anche, il record delle vittorie consecutive. Adesso sono ventuno: mai nessuna nazionale italiana aveva saputo ottenere tanto, neppure lo squadrone maschile di Julio Velasco che si è fermato, all'inizio degli anni Novanta, a quota venti. Tra le pallavoliste regine del mondo c’è una storia speciale. E’ quella di Tai Aguero, la leader del gruppo che non ha mai rinnegato le sue origini. Tai si è allontanata da Cuba dopo aver vinto molto con quella nazionale e in Giappone, per la prima volta, ha affrontato il passato. Barbolini, il cittì, l’aveva lasciata libera di decidere: poteva anche rifiutarsi di scendere in campo, la Aguero. «Ma poi ho pensato che dovevo essere coerente con le mie scelte - ha spiegato - Ora sono italiana, gioco per l’Italia e voglio vincere con l’Italia. Le mie amiche cubane capiranno». Con 12 punti, Tai Aguero ha contribuito in maniera decisiva al trionfo delle azzurre.
Quello di Antonietta Di Martino è stato un 2007 strepitoso. Dopo 29 anni la ragazza di Cava de' Tirreni ha superato un primato storico, quel 2.01 nell'alto firmato da Sara Simeoni il 4 agosto 1978 a Brescia, allora record del mondo. La Di Martino, che è nata due mesi prima del balzo-record della Simeoni e ha alle spalle una carriera spesso interrotta dagli infortuni, a Torino (era l'8 giugno) nel meeting intitolato a Primo Nebiolo, è salita a 2.02. Neppure due settimane dopo (il 24) a Milano si è migliorata di un centimetro. Ma l'impresa eccezionale Antonietta l'ha realizzata in Giappone, al Mondiale di Osaka. Una gara accorta, bella, intensa, ricca di suspance che l'ha portata a ripetere il suo 2.03 consentendole, soprattutto, di conquistare la medaglia d'argento alle spalle della croata Blanka Vlasic. E' un esempio, la Di Martino, per la costanza con la quale è tornata in pedana, arrampicarsi tanto in alto superando la sua altezza di 34 centimetri, autentico primato mondiale. E un esempio è anche Federica Pellegrini con le sue compagne di piscina, da Alessia Filippi alla tuffatrice Tania Cagnotto. La Pellegrini a Melbourne, a fine marzo dove si sono svolti i Mondiali, ha ottenuto (in semifinale) il record del mondo dei 200sl con 1:56.47, record durato appena un giorno perché nella finale Laure Manaudou lo ha migliorato (1:55.52) lasciando alla nuotatrice veneziana che gareggia per l'Aniene la terza piazza, la stessa che nella finale del trampolino 3 metri ha conquistato Tania Cagnotto.
Sono bravissime le azzurre della scherma. A San Pietroburgo, dove in ottobre si sono svolti i Mondiali, Valentina Vezzali ha conquistato l'oro, Margherita Granbassi l'argento e Giovanna Trillini il bronzo in una giornata, quella del 4 ottobre, davvero indimenticabile, con un podio completamente azzurro. Storie bellissime sono quelle delle ginnaste guidate da Vanessa Ferrari, prima agli Europei nel concorso generale e nel corpo libero, e di Carlotta Giovannini, 16 anni, prima nel volteggio sempre agli Europei di Amsterdam in aprile.
E' stata la più brava di tutte Marta Bastianelli, campionessa del mondo di ciclismo su strada a Stoccarda. La ventenne di Lariano ha piazzato la fuga giusta a 17 chilometri dal traguardo dove si è presentata terza un'altra azzurra, Giorgia Bronzini
Lunedì 16 Giugno 2008
di CARLO SANTI, appartenente (?) al sesso maschile.
Sono 121, hanno lavorato duro, spesso nell’ombra. E il momento è vicino
Italia, il sesso forte
Quelle che non tradiscono: da loro ci aspettiamo medaglie e sorrisi
ROMA - Hanno mostrato il loro sorriso compiaciuto e le loro vittorie lungo i dodici mesi dello scorso anno. Le atlete azzurre nel 2007 hanno scelto lo sport per mettersi in evidenza, conquistare medaglie ed essere più brave dei colleghi uomini. Tra cinquanta giorni la storia può ripetersi, a Pechino, alle Olimpiadi dove Federica Pellegrini, Valentina Vezzali, Alessandra Sensini ma anche Vanessa Ferrari, Giovanna Trillini, la squadra del volley senza dimenticare Antonietta Di Martino e Alessia Filippi, puntano molto in alto.
Sono al vertice dello sport, le nostre ragazze, e lo sono perché interpretano il loro ruolo con grande professionalità, sono incontentabili e inseguono sempre nuovi record oltre a credere in se stesse. Tutte hanno un desiderio di vittoria fortissimo che ha portato qualcuna di loro a non arrendersi mai, a sfidare l’anagrafe alla ricerca dell’eterna giovinezza. Parliamo della regina della canoa, Josefa Idem, 44 anni il prossimo settembre, sei Olimpiadi alle spalle, la prima nell’84 a Los Angeles vestendo la maglia della natia Germania vincendo il bronzo nel K2. A Pechino, la Idem gareggerà per la settima volta ai Giochi: in Italia solo i fratelli D’Inzeo, Piero e Raimondo, la superano con otto presenze. Josefa nelle ultime tre edizioni, da Atlanta ad Atene, è sempre salita sul podio: bronzo, oro e argento nel K1 500 metri.
La scherma è la miniera dello sport azzurro. Per gli schermidori, vincere è così naturale che non ci fanno più neppure caso. Capita che Valentina Vezzali, la jesina che ha in bacheca quattro ori olimpici e dieci mondiali, tre giorni fa sia arrivata a quota 60 vittorie in coppa del mondo. Traguardo, questo, che è il record in Italia. Il secondo in classifica è Alberto Tomba, fermo a quota 50. L’Avana ha visto questo traguardo della straordinaria campionessa di fioretto che sa essere perfetta solo in pedana. In famiglia, difatti, la mamma di Pietro, quattro anni appena compiuti, dice di non essere brava quanto nello sport. «Cucino male e la mia casa non è perfetta e lucida», ammette Valentina che sogna il grande colpo a Pechino. Con lei, altrettanto formidabili sono Giovanna Trillini e Margherita Granbassi, jesina anche lei la prima, triestina di ferro la seconda. La Trillini è un’altra veterana: 38 gli anni, quattro le Olimpiadi alle spalle, da Barcellona ’92 ad Atene 2004 con 7 medaglie di cui 4 d’oro. L’attimo fuggente è il film preferito dalla Granbassi e l’attimo fuggente cercherà di non lasciarselo sfuggire in Cina proprio come ha saputo fare ai Mondiali di Torino due anni fa quando ha battuto prima in semifinale la Trillini e poi in finale la Vezzali.
Sono belle e invincibili, le nostre. Lo è Federica Pellegrini, punta della nazionale dell’acqua che insegue l’oro che le è sfuggito ad Atene, allora appena sedicenne, nei 200sl. Fede, che è la primatista del mondo dei 400sl con 4:01.35 realizzato lo scorso marzo, grintosa in piscina e gattina, come si definisce lei, fuori, nuota per l’Aniene ed è la rivale di Laure Manaudou della quale, adesso, si è presa il fidanzato Luca Marin. «Nessun paragone con lei - ha detto la Pellegrini - Mi infastidiscono i paragoni con Laure e le battutine». Si avvicina alla Cina, Federica, con ansia, pensa già al Mondiale romano dell’anno prossimo e, per distrarsi un po’, compra ancora qualche paio di scarpe con i tacchi a spillo e un abito firmato, gli oggetti che sono la sua passione.
Alessia Filippi non vuole essere da meno di Federica. Romana e romanista, ventun anni, Alessia ha appena conquistato due pesanti medaglie d’oro agli Europei di Eindhoven in marzo, nei 400 misti e negli 800sl. Ha lasciato l’amata Roma per allenarsi a Verona, la Filippi, e insegue un risultato straordinario ai Giochi con la sua energia e la sua determinazione. Cesare Butini, l’allenatore che la segue all’Aurelia, non ha dubbi: «E’ una grandissima professionista».
In piscina si esibirà, dal trampolino, Tania Cagnotto. Figlia d’arte, un’esperienza negli States per capire lo sport di laggiù, sogna una medaglia. Si è preparata per la perfezione, Tania, sa che le cinesi non staranno a guardare e ieri, nel Grand Prix a Roma, He Zi l’ha superata nel trampolino da 1 metro, ma Wu Mingxia e Guo Jingjing sono pericolissime. A Pechino, la Cagnotto giura che non si lascerà frenare dall’emozione: a lei la tensione trasmette sensazioni positive. «La freddezza, proprio come papà, è il mio miglior pregio», spiega. Cerca medaglie e gloria sportiva, Tania, niente gossip e niente popolarità per la sua love story con Francesco Dell’Uomo, tuffatore pure lui e qualificato per i Giochi.
E’ piccina con il suo metro e 43 d’altezza ma determinata, una ragazza di ferro. Parliamo di Vanessa Ferrari, la ginnasta cremonese di 21 anni diventata la prima a vincere, nel 2006, una medaglia d’oro mondiale. Un anno, questo 2008, non particolarmente fortunato per via di guai fisici, ma l’attenzione e la volontà non sono mancate. Alessandra Sensini è un’altra veterana, come la Idem, del gruppo. Per lei, che ha 38 anni, quella che disputerà a Qingdao, la sede dei Giochi della vela (un’ora di volo da Pechino), è la quinta presenza e nelle precedenti ha conquistato tre medaglie, il bronzo ad Atlanta, l’oro a Sydney e il bronzo ad Atene quando, colpa del vento che non c’era, ha perduto un’altra grande opportunità nell’ultima regata con il suo windsurf. Lei è la vela italiana, nessuna come lei ha vinto tanto, a smettere non pensa e potrebbe puntare verso Londra 2012 oppure, rimanendo nell’amato mare, salire in barca e mettersi al timone.
C’è una squadra splendida che sogna in grande: è il sestetto del volley guidato in panchina da Massimo Barbolini. Francesca Piccinini è la ragazza più conosciuta di un gruppo che ha Ortolani, Aguero e Gioli le punte per tenere testa a Brasile, Cuba e Russia.
Nell’Italia rosa che guarda con fiducia c’è Antonietta Di Martino, la ventinovenne di Cava de’ Tirreni che lo scorso anno ha cancellato dall’albo dei record italiani il mitico 2.01 di Sara Simeoni arrivando prima a 2.02 e poi, due volte, a 2.03, misura che le ha consentito di essere argento ai Mondiali di Osaka. Antonietta sa che la Vlasic, la croata che corteggia i 2.10, è imbattibile, ma lei non manca di sfidare l’asticella a quote sempre più alte.
Il coraggio per essere protagonista non manca a Deborah Gelisio, argento a Sydney nella fossa olimpica e non manca neppure alle judoke Lucia Morico, terza ad Atene (78 kg), e Ylenia Scapin che nella categoria dei 70 chili ha appena conquistato l’oro agli Europei.
Sabato 29 Dicembre 2007
«Testa e muscoli,
il futuro è donna»
ROMA - Sara è la regina dello sport. Per lei basta pronunciare il nome o solo quel numero magico, 2.01. Sara è Sara Simeoni, 2.01 è il record del salto in alto che il 4 agosto 1978, allora primato del mondo ripetuto il 31 agosto di quell’anno a Praga quando, in una gelida notte dove per scaldarsi tra un salto e l’altro rimase chiusa nel suo sacco a pelo rosso, vinse il titolo europeo. Sara è lo sport anche se, adesso, non molti al vertice, si ricordano di lei che, invece, avrebbe molto da dire e insegnare alle giovani leve.
Signora Simeoni, il 2007 ha regalato alle atlete azzurre molti successi, assai più di quelli ottenuti dagli uomini. C’è un motivo?
«Noi donne siamo arrivate in ritardo rispetto agli uomini al vertice dello sport. In questi anni lo sport, o meglio chi lo dirige, ha capito che si poteva avere di più dalle donne e, quindi, ha puntato sul rosa».
E i risultati si vedono.
«Quello che è stato vinto è chiaro. Le ragazze della pallavolo sono state bravissime, altrettanto le campionesse della scherma. Non vorrei dimenticare nessuna, ma Federica Pellegrini e Alessia Filippi vinceranno ancora tantissimo».
C’è poi Antonietta Di Martino, la ragazza che ha migliorato il suo record.
«Le faccio ancora tanti complimenti. La Di Martino ha avuto la costanza per salire a 2.03 e credo che potrà, nel 2008, aggiungere ancora qualcosa al suo record».
Torniamo al 2007. Per arrivare a questi risultati al femminile, si è investito.
«Molto sull’allenamento. Prima, in verità, si investiva di più sugli uomini che erano considerati i vincenti. Poi, studiando un po’ di più la donna, sono arrivati i cambiamenti ed ecco le grandi soddisfazioni. Siamo cresciute e siamo diventate brave, forti non solo con i muscoli ma anche psicologicamente».
Com’è cambiato lo sport da quando era lei protagonista?
«Si diceva, in quegli anni, gli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta, che eravamo tutti psicolabili. Tutti, uomini e donne. Adesso non è più così. Tutti conoscono meglio il proprio valore».
Donne comprese, anzi di più le donne, vero?
«Siamo forti, e se qualche anno fa il valore delle sportive si cercava di esaltarlo nella prove di resistenza, adesso non è più così. Adesso, come possimo vedere, siamo diventate forti ovunque, negli sport dove ci vuole forze e potenza. Prendete il volley: in una partita di fanno anche 150 salti. Questo vuol dire grande allenamento. Quella che era prerogativa degli uomini, ossia la forza, adesso lo è per le donne».
Il miglioramento è stato globale: atlete, mezzi, strutture.
«Il passo avanti fatto per raggiungere il vertice è stato importante, sia a livello tecnico che a livello di strutture. E adesso, stiamo certi, i risultati non mancheranno».
L’Olimpiade di Pechino è vicina. Cosa potranno fare le nostre azzurre in Cina?
«Dovranno mantenere il loro livello, che è alto. Senza avere paura, perché l’Olimpiade può esaltare ma, anche, dare ansia. Credo che le nostre campionesse questo rischio non lo correranno. E dovranno vincere».
C.S.
Per il momento sembra che fisicamente le donne dovranno continuare a guardare gli uomini dal basso in alto, anche se mentalmente hanno adottato un punto di vista molto diverso."Un punto di vista molto diverso, sì, ma realistico?
Desmond Morris (zoologo già autore de "la scimmia nuda") nel "l'animale donna", a mio avviso, fa un'analisi molto sottile che richiama l'ineluttabilità delle differenze fisiche e mentali, anche se mentalmente ci si "sente" o si è "fatte sentire" in grado di guardar dall'alto in basso, la verità antropologica si rivela in tutta la sua crudezza. Pezzo che, personalmente, trovo che si adatti molto al discorso dello sport, (ma anche, ampliandolo, alla questione donne nelle forze armate o in qualsiasi altro mestiere tipicamente maschile e che richieda una forte componente del principio maschile).Rita sono d'accordo col fatto che la donna nutra nei confronti dell'uomo un atteggiamento di rivalità,d'accordo anche per l'utilizzo dei tacchi(alle volte dei trampoli ridicoli)...
"Un aspetto delle spalle maschili che è difficile imitare per le donne è la loro altezza rispetto al terreno.Il maschio medio è circa 13 cm più alto della femmina media, il che significa che i maschi hanno sempre saputo offrire una spalla su cui piangere, non perché sia larga ma perché è abbastanza alta da porgere un confortevole appoggio alla guancia della femmina turbata. Una volta uscite di scena le lacrime e la vulnerabilità, la femmina moderna si trova comunque a confrontarsi con delle spalle alte. Dato che la maggior altezza del suo compagno si è evoluta attraverso il primitivo ruolo di cacciatore, appare ingiusto a molte donne che anche il maschio moderno, destinato ad una scrivania, possa comunque esibire questa medaglia di superiorità fisica. Sfortunatamente l’evoluzione lavora molto lentamente. Un altro milione di anni alla scrivania potrà forse risolvere il problema, ma nel frattempo le spalle maschili restano cocciutamente all’altezza delle teste femminili. A meno che non si taglino le gambe agli uomini, l’unica speranza di raggiungere un’uguaglianza nell’altezza sta nell’indossare scarpe con tacchi dai 10 cm in su. Il problema è che le scarpe coi tacchi molto alti portano instabilità e rendono necessario l’intervento di una solerte mano maschile, il che è l’esatto contrario di ciò che si vorrebbe ottenere. Per il momento sembra che fisicamente le donne dovranno continuare a guardare gli uomini dal basso in alto, anche se mentalmente hanno adottato un punto di vista molto diverso."
Rita sono d'accordo col fatto che la donna nutra nei confronti dell'uomo un atteggiamento di rivalità,d'accordo anche per l'utilizzo dei tacchi(alle volte dei trampoli ridicoli)...
Ma Morris prende una cantonata pazzesca nel concentrarsi esclusivamente sull'altezza...a parità di altezza l'uomo comunque è nettamente superiore fisicamente a un donna.
Un muratore di forza media di 1:60 può lavorare alla grande, una donna di 1:60 ma anche più alta dotata di forza media rallenterà la squadra...ripeto uomini e donne medie,non sto' prendendo ad esempio eccezioni genetiche come uomini rachitici o donne dalla costituzione particolarmente robusta.
L'ipocrisia è comune ma la logica è rara tuttavia è sul raziocinio che dovremmo insistere: la differenza tra gli uomini e le donne nello sport non consiste altro che in una manifestazione fisica del genere migliore in applicazione della legge della natura sulle differenze biologiche tra i due generi.Si hai perfettamente ragione.
Con quale rispettiva e migliore controparte sportiva femminile vorremmo porre sullo stesso piano speculare Maradona nel calcio o Micheal Jordan nel basket o Rocky Marciano nella boxe o Usain Bolt nella corsa o Phelps nel nuoto oppure Mozart nella musica, Shakespeare nella drammaturgia e nella poesia,Van Gogh nella pittura, Einstein nella scienza, Guderian nella tattica militare o Aristotele nella filosofia?
Dunque, non solo nello sport ma anche tutto ciò che noi possiamo ammirare come veramente grande e geniale nella cultura o nell’arte o nella scienza è il risultato esclusivo del cervello dell’uomo. Con la fine dell’uomo, è l’intera umanità a precipitare dapprima nella nequizia e poi nella baraonda.
E’ l’uomo che crea la cultura così come il risultato sportivo non il contrario come vuole farci credere l’elucubrazione di qualche femminista mentalmente instabile.
Certo molte donne fabbricano un sacco di libri e film e qualcuno potrebbe essere indotto dalla stampa a scambiare davvero per “letteratura” o per “cinematografia” scribacchiare porcherie o mostrare agli obiettivi delle telecamere la loro volgarità con la quale si sollecitano gli istinti più bassi degli uomini.
A questo punto c’è da chiedersi se effettivamente la loro tanto decantata “superiorità” consista proprio nella loro superiore capacità di intossicare il cuore e l’anima degli uomini…
Per il momento sembra che fisicamente le donne dovranno continuare a guardare gli uomini dal basso in alto, anche se mentalmente hanno adottato un punto di vista molto diverso."
E la causa di questo "punto di vista mentale" che le porta (o meglio le illude) a guardarlo dall'alto verso il basso altro non è un che il loro chiaro, palese, lampante e scientificamente dimostrato complesso d'inferiorità. Un problema che si creano loro e che pretendono, come al solito, imputare agli uomini definendoli "oppressori". Capiranno mai una buona volta che non siamo mai stati noi ad opprimerle bensì che sono sempre state loro a deprimersi? :doh:Assolutamente, la maggior parte delle donne si avvelena perche ritiene l'uomo un avversario e questo paradossalmente anche nel rapporto di coppia.
E la causa di questo "punto di vista mentale" che le porta (o meglio le illude) a guardarlo dall'alto verso il basso altro non è un che il loro chiaro, palese, lampante complesso d'inferiorità.Questo complesso d'inferiorità è essenzialmente recente e creato ad arte, convincendo le donne che sono (e possono solo essere) uomini con la vagina e facendo apparire insensati gli equilibri sociali del passato.
Un problema che si creano loro e che pretendono, come al solito, imputare agli uomini definendoli "oppressori".
Quando capiranno una buona volta che non siamo mai stati noi ad opprimerle bensì che sono sempre state loro a deprimersi (e di conseguenza a deprimerci)?
Quando impareranno ad accettare la loro naturale inferiorità una volta per tutte e la smetteranno di colpevolizzare il sesso (quello veramente) forte?
Ma Morris prende una cantonata pazzesca nel concentrarsi esclusivamente sull'altezza...a parità di altezza l'uomo comunque è nettamente superiore fisicamente a un donna.
Assolutamente, la maggior parte delle donne si avvelena perche ritiene l'uomo un avversario e questo paradossalmente anche nel rapporto di coppia.Sottoscrivo ogni virgola. Le donne oggi non sanno che competere con l'uomo, come dovessero dimostrare qualcosa, altrimenti si sentono perdute. Il loro senso di identità, oggi, si basa su questo.
Ho troncato molte relazioni perché dopo un po' iniziavano a fare uno specie di "braccio di ferro psicologico",quindi anche in un rapporto sentimentale mi sono trovato a competere..purtroppo per loro sono cascate male perché se io gioco a "braccio di ferro" miro a spezzare il braccio dell'avversario.
Quindi se ne sono uscite con la storia che sono un burbero intrattabile che non sa scendere a compromessi e quindi via alla prossima.
Sciocche,perche' in un rapporto di "complicità" e non di "rivalità" ci avrebbero guadagnato entrambe le parti,loro sarebbero state protette,considerate ed apprezzate e io avrei vissuto una relazione serena.
Ma no,sono ottuse e hanno voluto iniziare un'assurda ostilità, OK va bene ma io restituisco 7 volte quello che ricevo(sia nel bene che nel male) ,è questo il mio modo di vivere e si sono ritrovate solo calci in culo per indirizzarle all'uscita.
Ovviamente questo mi è stato possibile perché per mia fortissima convinzione non mi sono mai sposato e non ho mai avuto figli...il matrimonio moderno è una trappola e da in mano alle donne un potere enorme.
Desmond Morris non prende nessuna cantonata, anche perché questo è un semplice stralcio di un libro molto più ampio (e oltretutto il seguito di un altro libro, in cui considera ogni aspetto dell'essere umano nel suo dualismo sessuale e non solo).Rita mi spiego meglio,anche se alle volte veramente bisogna ribadire l'ovvio.
Semplicemente Desmond Morris è uno zoologo molto preparato e competente che, in uno stralcio del suo libro, nel paragrafo dedicato alle spalle, ha trovato il modo di far notare e porre l'accento su un pensiero odierno (l'antagonismo della femmina nei confronti del maschio) basato su invidie di caratteristiche naturali. E, con molta eleganza, ha colto la metafora dell'altezza per farlo notare e spiegarlo.
Rita mi spiego meglio,anche se alle volte veramente bisogna ribadire l'ovvio.
Morris dice che una delle caratteristiche più difficili da imitare per le donne è l'altezza,io sostengo di no.
Anzi l'altezza è una delle cose più semplici
Conosco miriadi di donne alte e tantissimi uomini bassi,ma quante donne forti come un uomo conosco?
Pochissime!
Morris sostiene che forse 1 milione di anni di scrivania renderanno gli uomini fisicamente pari alle donne.
Però Morris si dimentica di dire che è pur vero che molti uomini come lui stesso lavorano dietro una scrivania come le donne peccato che ai suoi tempi come oggi TUTTI i lavori fisicamente spossanti siano incombenza degli uomini.
Giudico lo stralcio dell'opera di Morris che hai postato poi può darsi che l'opera completa abbia una visione differente
Per adesso quello che alcuni di noi hanno scritto lo trovo molto più VERO del post che hai presentato.
significa che i maschi hanno sempre saputo offrire una spalla su cui piangere, non perché sia larga ma perché è abbastanza alta da porgere un confortevole appoggio alla guancia della femmina turbata.fino a che c'è stato bisogno di collaborare perché si necessitava di qualcuno che fosse forte abbastanza da fungere da supporto e appoggio la spalla maschile all'altezza giusta è stata ben accetta e invocata ma che
Una volta uscite di scena le lacrime e la vulnerabilità, la femmina moderna si trova comunque a confrontarsi con delle spalle alte.
appare ingiusto a molte donne che anche il maschio moderno, destinato ad una scrivania, possa comunque esibire questa medaglia di superiorità fisica.
A meno che non si taglino le gambe agli uomini, l’unica speranza di raggiungere un’uguaglianza nell’altezza sta nell’indossare scarpe con tacchi dai 10 cm in su. l'unica è tentare di raggiungere l'uomo con artifizi (tecnologici/culturali/tecnici) che però paiono sortire l'effetto contrario.
Il problema è che le scarpe coi tacchi molto alti portano instabilità e rendono necessario l’intervento di una solerte mano maschile, il che è l’esatto contrario di ciò che si vorrebbe ottenere.Il finale mi sembra chiaro e cristallino: anche se le donne mentalmente guardano gli uomini dall'alto in basso, fisicamente si devono accontentare di guardarli dal basso in alto
Per il momento sembra che fisicamente le donne dovranno continuare a guardare gli uomini dal basso in alto, anche se mentalmente hanno adottato un punto di vista molto diverso
ma solo io trovo ovvio che è una metafora molto ben elaborata sulla storia evolutiva umana? Sul fatto che fino a che c'è stato bisogno di collaborare perché si necessitava di qualcuno che fosse forte abbastanza da fungere da supporto e appoggio la spalla maschile all'altezza giusta è stata ben accetta e invocata ma che .Rita guarda che la citazione è chiara.
una volta che la società ha posto rimedio a molte vulnerabilità, la superiorità fisica esiste ancora, è lì, immutabile dall'epoca dei cacciatori primitivi, cosa che, appunto
.
e siccome non si possono tagliare le gambe agli uomini (anche se di questo passo mi aspetto che prima o poi qualcuno lo proponga e se lo si intende metaforicamente e non letteralmente è un tentativo continuamente esperito) . l'unica è tentare di raggiungere l'uomo con artifizi (tecnologici/culturali/tecnici) che però paiono sortire l'effetto contrario. Il finale mi sembra chiaro e cristallino: anche se le donne mentalmente guardano gli uomini dall'alto in basso, fisicamente si devono accontentare di guardarli dal basso in alto
Morris semplicemente sembra la versione sbiadita e incolore di un utente medio del forum.
Pensi che una medaglia d'oro femminile valga quanto una maschile?
credo che leggere i libri di Morris sia un'ottima base per la QM, c'è stato un tempo in cui erano parte della bibliografia essenziale della QM-Rita sulla ginnastica artistica ho sempre sostenuto che abbiano compreso molto bene come valorizzare la femminilità,tra l'altro ne ho già parlato alcuni giorni fa',ma da qui a sostenere che valgano come le medaglie d'oro della ginnastica artistica maschile ce ne passa,a voglia se ce ne passa.
lo sport è competizione in primis, quindi una caratteristica del maschile.
Ciononostante, dipende dallo sport: nel pugilato no,(un esempio fra tanti) ma per esempio nella ginnastica artistica sì, perché pur essendo la stessa specialità ci sono differenze fra le due modalità (maschile e femminile)
Bisogna rispondere si si, oppure no no.
Ogni parola in pìu è superflua.
Una volta uscite di scena le lacrime e la vulnerabilità, la femmina moderna si trova comunque a confrontarsi con delle spalle alte.
Bisogna rispondere si si, oppure no no.
Ogni parola in pìu è superflua.
Non mi risulta che le lacrime e la vulnerabilità siano uscite di scena anzi, le lacrime le donne sanno anche spremerle quando si tratta di chiagnere e fottere gli uomini. I piagnistei veri e simulati sono all'ordine del giorno.Verissimo.
Quanto alla vulnerabilità la si può notare nella "lungimiranza" che hanno nello scegliere uomini possibilmente di un ceto sociale il più alto possibile proprio per acquisire un'invulnerabilità economica nella buona e nella cattiva sorte o, in alternativa, veri avanzi di galera da cui farsi bistrattare, picchiare, stuprare ma che a primo acchito sono "machos, figos, fuertos, calientos" (lo so, non è vero spagnolo, non c'è bisogno di farmelo notare) fidandosi del loro tanto conclamato "sesto senso", perché, sai com'è, gli uomini onesti, lavoratori e con le spalle più larghe che alte dico io, sono talmente "normali" che la donna moderna li considera "banali".
Una serata da stelle, da campionissimi. Il ciclismo su pista alle Olimpiadi di Rio 2016 ha regalato ore di grandi emozioni e prestazioni mostruose, in particolar modo nelle straordinarie fasi finali dell’inseguimento a squadre maschile.
Dopo la splendida prestazione di ieri, la Gran Bretagna è riuscita a conquistare un oro sudatissimo fino all’ultimo metro in una finale destinata a passare alla storia contro una grandissima Australia. Sir Bradley Wiggins, Ed Clancy, Owain Doull e Steven Burke hanno dovuto ritoccare il record del mondo, stabilito in semifinale solo un’ora prima, fermando il cronometro su 3:50.265 per imporsi con una gara di rimonta. La selezione australiana (Alexander Edmonson, Jack Bobridge, Michael Hepburne e Sam Welsford) ha impostato una gara molto veloce sin dalle prime pedalate, atteggiamento pagato con tanta stanchezza nel finale che ne ha penalizzato l’azione. In ogni caso gli aussie hanno chiuso con un egregio 3:51.008 e la medaglia d’argento.
Apriamo una piccola parentesi per sottolineare l’ennesima impresa di Sir Bradley Wiggins, che oggi ha conquistato da protagonista assoluto andando anche ad effettuare l’ultima trenata per i suoi il quinto oro olimpico della carriera, il quarto considerando solo la pista. Corridore eclettico, è uno dei totem del ciclismo moderno per la sua capacità di vincere tanto tra i velodromi quanto su strada, dove ha conquistato il Tour de France del 2012. Per sottolineare la sua grandezza, va ricordato che detiene il record dell’ora con 54,526 chilometri percorsi.
Sul terzo gradino del podio è salita la Danimarca che con 3:53.789 ha preceduto la Nuova Zelanda nella finalina per il bronzo.
Prestazione maiuscola per il quartetto italiano, arrivato a Rio in extremis per ripescaggio a causa dell’estromissione della squadra russa. Filippo Ganna, Simone Consonni, Francesco Lamon e Liam Bertazzo hanno sfiorato l’impresa rimanendo esclusi dalla finale per il bronzo per soli 70 millesimi con una piccola recriminazione per il sorpasso che hanno dovuto effettuare ai danni della squadra cinese, avversaria diretta nel secondo turno, che li ha costretti ad abbandonare la traiettoria ideale. Gli azzurri nell’occasione hanno comunque realizzato il nuovo record italiano della specialità con il tempo di 3:55.724. In finale per il quinto posto, con Michele Scartezzini al posto di Bertazzo, il quartetto non si è ripetuto, probabilmente scarico ed esausto dopo la piccola impresa di poco prima, e ha chiuso al sesto posto dietro la Germania. In ogni caso, rassegna a Cinque Cerchi da archiviare come positiva e obiettivo medaglia (magari oro) rimandato a Tokyo 2020 con una squadra giovanissima e ricca di talento.
Due finali tutte al femminile nella giornata odierna dedicata al ciclismo su pista alle Olimpiadi di Rio 2016. A festeggiare ancora la Gran Bretagna e l’Olanda.
Le britanniche hanno conquistato l’oro nell’inseguimento a squadre, bissando il risultato dei colleghi uomini di 24 ore prima: proprio come Wiggins e compagni anche Katie Archibald, Laura Trott, Elinor Barker e Joanna Rowsell-Shand hanno fatto segnare il record del mondo con il tempo di 4’10″236. Seconda posizione, staccata di oltre 2”, per la squadra degli Stati Uniti d’America, che poteva essere considerata favorita alla vigilia della competizione. Medaglia di bronzo per il Canada che ha preceduto la Nuova Zelanda nella finalina per il bronzo.
Sesta posizione per una buona Italia con Beatrice Bartelloni, Tatiana Guderzo, Francesca Pattaro e Silvia Valsecchi che nonostante una brutta prestazione nella finale per la quinta piazza era riuscita a far segnare il nuovo record italiano nella fase precedente. Spedizione soddisfacente.
La seconda finale di giornata è stata quella del Keirin femminile: vittoria e medaglia d’oro per l’olandese Elis Ligtlee che in finale ha preceduto la britannica Rebecca James e l’australiana Anna Meares, rispettivamente argento e bronzo.
Record mondiale maschile:
3:50.265
Record mondiale femminile:
4’10″236.
Record italiano maschile:
3:55.724
Record italiano femminile:*
4'22"964
...
@@
*
http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/2016/13-08-2016/olimpiadi-ciclismo-inseguimento-recordo-azzurre-fuori-primato-160737619323.shtml
Olimpiadi, tuffi: He Zi, argento con proposta di matrimonio
La cinese, seconda nel trampolino da 3 metri in cui Tania Cagnotto ha conquistato il bronzo, è stata sorpresa dal fidanzato, la leggenda dei tuffi Qin Kai, con una spettacolare richiesta
14 agosto 2016 - Milano
L'Oro è stato, invece, Vinto dal Ragazzo.
Considerando il basso livello tecnico femminile, non è da escludere che la tal Irma Testa possa arrivare ai quarti, dove però troverà ad aspettarla una francese campionessa del mondo,
https://fr.wikipedia.org/wiki/Estelle_Mossely
ed eventualmente, qualora dovesse superare l'ostacolo, avrà molto probabilmente a che fare con questa irlandese,
https://it.wikipedia.org/wiki/Katie_Taylor
che mi auguro la gonfi come una zampogna.
Vedremo.
Olimpiadi, boxe: Irma Testa eliminata ai quarti
La diciottenne campana eliminata nei quarti alla francese Mossely, campionessa del mondo in carica. Era dal 2000 che gli azzurri non mancavano il podio
15 agosto 2016 - Rio de Janeiro (Bra)
Irma Testa. 18 anni. Bozzani
Irma Testa. 18 anni. Bozzani
Si ferma ai quarti di finale la corsa di Irma Testa, la diciottenne di Torre Annunziata impegnata nella categoria dei leggeri, lasciando l'Italia della boxe per la prima volta senza medaglie da Atlanta 1996. È la fine della generazione dei fenomeni, quella dei Cammarelle, dei Russo, dei Picardi, dei Valentino, ma proprio la poliziotta campana può diventare il faro del movimento sulla strada di Tokyo 2020.
LACRIME — La Testa è stata sconfitta dalla francese Mossely, iridata in carica, con un verdetto unanime in tutte le riprese. È ancora una volta, seppur senza le vette dell'assurdo raggiunte con Russo, almeno per il primo round l'angolo tricolore può recriminare, perché il match è in equilibrio, con la transalpina, più bassa, che viene avanti e prova a pressare e Irma a girarle attorno con gambe rapide e colpi lunghi. Purtroppo, ed è una costante con il ritorno ai giudizi dopo le macchinette conta colpi, viene più facilmente premiato chi attacca, anche in modo scomposto, e il primo round assegnato alla francese da tutti e tre i giudici cambia l'approccio, anche se nelle altre tre la Mossely sale di livello, è più continua e nonostante bei guizzi di Irma riesce con frequenza a mettere colpi precisi e ravvicinati al volto, pagando sopra il diretto della campana. Alla fine, la Testa lascia il ring in lacrime e con pochissime parole: "All'inizio, pensavo di essere davanti, chissà quando mi ricapiterà un'occasione così, sono giovane, è vero, ma chissà cosa succederà tra quattro anni, quattro anni sono lunghi. La mia Olimpiade era già questa".
bilancio — Il c.t. delle donne Emanuele Renzini, pur deluso, ha comunque parole di zucchero per la sua allieva: "Purtroppo, Irma ha avuto una lombalgia a un mese e mezzo dai Giochi e si è allenata a singhiozzo. Lo si è visto sul ring, con la Mossely aveva vinto a Samsung quattro mesi fa, ma oggi non era la stessa, non aveva quel ritmo proprio perché la preparazione non era al top., anche se il mach è stato più vicino di quanto abbiano visto i giudici. In ogni caso la Testa è un grande talento, potrà vincere le prossime tre Olimpiadi, anche se è vero che le occasioni vanno prese quando capitano e lei poteva vincere già qui una medaglia, anche perché tutte le favorite sono i sire. Peccato, ci voleva un po' più di fortuna". Per il presidente federale Brasca, "non si può nascondere che per tante ragioni il bilancio è assolutamente negativo, ma si può ricostruire", mente il c.t. Bergamasco ammette che "una grande generazione è arrivata al termine, i ricambi ci sono ma vanno stimolati, era inutile portare ragazzi che per esperienza e incontri sostenuti erano troppo lontani dal livello dei titolari. Soprattutto, bisognerà adeguarsi in fretta al nuovo tipo di pugilato che richiedono i nuovi verdetti".
dal nostro inviato Riccardo Crivelli
© riproduzione riservata
ma proprio la poliziotta campana può diventare il faro del movimento sulla strada di Tokyo 2020.perché affermare che in degli sport da combattimento il "faro" possa diventare ed essere una femmina, è una ridicolaggine che solo in questa epoca è possibile leggere ed ascoltare, così come non potevano mancare le altrettanto solite esagerazioni/esagerate (...) del c.t. Renzini, il quale ha dichiarato che Irma Testa "potrà vincere le prossime tre Olimpiadi"... :doh:
Tanto per evidenziare una volta di più perché una medaglia maschile vale più di una medaglia femminile.
Certo, è politicamente scorretto farlo notare; ma, piaccia o meno, la verità è questa e non quella propagandata dai media, intrisi di femminismo da decenni.
Assente, per le note vicende doping, la russa Tatiana Kashirina, il titolo olimpico del sollevamento pesi nella categoria +75 kg femminile è stato assegnato in una gara sulla carta aperta vista proprio la mancanza della grande e discussa dominatrice degli ultimi anni. A spuntarla alle Olimpiadi di Rio 2016 è stata la cinese Meng Suping, ventisettenne che dopo tre argenti ed un bronzo mondiale ha ottenuto la medaglia del colore più bello. Meng ha chiuso con un totale di 307 kg, ottenuto con 130 kg di strappo e 177 kg di slancio. Nella sfida asiatica con la nordcoreana Kim Kuk-Hyang, la cinese è riuscita a scavalcare la rivale di un solo chilogrammo grazie all’ultima alzata, recuperando il leggero svantaggio accumulato nella prima parte di gara.
Venendo al podio della categoria, l’oro è andato al cinese Quinquan Long che ha stabilito il nuovo record del mondo ed olimpico raggiungendo i 307 kg, precedendo il favorito numero 1 della vigilia, il nordcoreano Yun Chol Om (303 kg) ed il thailandese Sinphet Kruaithong (289 kg).
Si è comportata meglio T. Cagnotto.Tra l'altro la Cagnotto è ben più umile della Pellegrini, e pure più carina...
Er_Mito 20:55, 16 Agosto 2016
Mesi fa sono andato ai nazionali femminili di ginnastica con mia figlia di 6 anni, perché voleva vedere le ginnaste Italiane che lei tanto ammira e nulla: mai viste così tante ragazze sconosciute, altre un metro e venti, che però se la tirano manco fossero delle super modelle, oppure della campionesse olimpiche! Mia figlia è rimasta delusa in special modo della Ferlito, perché le ha chiesto un autografo e lei le ha detto che ne aveva già fatti troppi e che non le andava più di firmarne altri: ma si può fare questo ad una bimba di 6 anni? Una bimba che oltretutto si è fatta 400 km per venirti a vedere? Una bimba che è una sua super tifosa? Che delusione: queste ragazze vincono solo in Italia, fuori non le conosce nessuno, eppure si credono tutte delle piccole Comaneci!
Come volevasi dimostrare: se se la tirano in quanto donne, prima di vincere alcunchè, figuriamoci quanto se la tirano se e quando vincono.
Almeno la Ferrari ha avuto l'onestà di dire che "non poteva fare di più". Atteggiamento, questo, più unico che raro nelle femmine di oggi.
Francesca, le donne italiane del tennis negli ultimi anni hanno dimostrato di essere molto più forti degli uomini: come te lo spieghi?
"Sono certa che gli uomini sapranno tornare a farsi valere molto presto, ma noi donne siamo state molto più competitive e determinate di loro: in campo non guardiamo in faccia nessuno e vogliamo vincere. Noi atlete italiane abbiamo dimostrato di avere una marcia in più, perché siamo state competitive, grintose e determinate e abbiamo saputo lavorare con una costanza invidiabile, puntando a degli obiettivi alti".
E' un momento felice dello sport italiani femminile. Con tanti nomi e tante stelle, dalla Pellegrini alle ragazze della scherma, a Tania Cagnotto...
Le donne stanno dando lustro allo sport azzurro e il motivo è che siamo più cocciute e più determinate degli uomini: così si raccolgono risultati importanti.
Donne: il fattore X del sesso forte
By Redazione AS - In Dalla Redazione - 25 gennaio 2016
Se le malattie attecchiscono meno, è anche grazie al loro bagaglio genetico
Che l’inizio millennio avesse rovesciato cliché consolidatisi nei secoli era piuttosto evidente. Che stesse montando una marea rosa, pronta a prendere le redini del mondo economico, sociale e persino politico, anche.
Ora, però, la parola definitiva l’ha messa la scienza: il vero sesso forte sono le donne. Stando a quanto riporta uno studio pubblicato fa sulla rivista scientifica BioEssays le donne sono in grado di resistere meglio alle malattie e al cancro, e sono in possesso di un sistema di “back up” per combattere le malattie.
Insomma, sono più forti. E il segreto è custodito nel microRNA, i piccoli ceppi di RNA che contengono informazioni per la sintesi delle proteine. Gli scienziati hanno osservato il loro ruolo sul cromosoma “X”, maggiormente presente nelle donne. Le funzioni di molti tipi di micro RNA restano sconosciute, ma alcuni filamenti hanno funzioni importanti nella lotta all’immunità e al cancro. E mentre i maschi hanno un cromosoma X e uno Y, le femmine ne hanno due X. Ecco perché, secondo il dottor Claude Libert dell’Università di Gand, in Belgio, che ha condotto lo studio, se le donne sono maggiormente in grado di resistere a traumi e infezioni, vivendo più a lungo, è “grazie al cromosoma X”. L’imprinting genetico, dunque, dà un indubbio vantaggio immunologico alle donne.
E non è l’unico, se è vero che pochi mesi fa un gruppo di scienziati ha scoperto che addirittura respirano meglio ad altre quote. L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna. A documentarlo sono i dati raccolti durante una spedizione di due mesi sull’Himalaya, in cui un gruppo di camici bianchi in versione alpinista ha monitorato una cinquantina di persone a oltre 5 mila metri di altezza. Scoprendo che mentre gli uomini andavano in affanno, le donne resistevano molto meglio.
Del resto, che qualcosa fosse cambiato se ne erano accorti in molti, se è vero che molti sondaggi pubblicati negli ultimi tempi hanno tutti evidenziato la stessa tendenza: tenaci, determinate, creative, intraprendenti, le donne battono gli uomini. Una ricerca recente condotta da Telesurvey, ad esempio, ha rivelato che alla domanda su quale dei due sessi possa essere considerato il più forte, il 43 per cento del campione ha risposto scegliendo quello femminile. Soltanto il 22 per cento quello maschile, mentre per il 34 per cento dipende dalle situazioni.
Agli intervistati sono state elencate caratteristiche rilevanti, come coraggio, intelligenza e indipendenza. È stato chiesto loro se ciascuna di queste qualità fosse più attribuibile all’uomo, alla donna o a entrambi in eguale misura. Dalle riposte è emersa pertanto la figura di una donna che, rispetto all’uomo, è più forte, determinata e capace di affrontare gli imprevisti. Nonostante ciò, un’alta percentuale di intervistati (il 72 per cento) ritiene tuttavia che la società italiana sia ancora maschilista.
Eppure, altre indagini ancora segnalano che il sorpasso potrebbe non essere così lontano. E rivelano che le donne sembrano più al passo con i tempi: più tolleranti rispetto alle diversità, che si tratti di coppie di fatto o unioni omosessuali; rampanti sul lavoro, ma senza troppi isterismi e volontà sfrenata di fare carriera; perfino atletiche e animate da un nuovo spirito agonistico specie tra le nuove generazioni. Prova ne sia il fatto che lo sport italiano, ultimamente, è colorato quasi solo di rosa: da Federica Pellegrini a Valentina Vezzali, da Flavia Pennetta a Josefa Idem.
Arcidonna, l’associazione impegnata per le pari opportunità, ha fotografato il prototipo della donna: battagliere e schierate non solo per la difesa dei propri diritti ma anche contro ogni discriminazione. Addirittura trasgressive e più disinibite dei maschi. Più inclini ad accogliere senza traumi le novità. Più restie a farsi travolgere dai pregiudizi. Più pronte ad adattarsi al cambiamento. E allora, per gran parte delle donne le coppie di fatto sono famiglie come le altre, cui vanno riconosciuti gli stessi diritti. Compreso quello di adottare un bambino. Quanto all’omosessualità, per oltre il 50 è una tendenza naturale. Al contrario, la maggior parte degli uomini la giudica innaturale, addirittura una malattia.
Insomma, pochi anni sembrano aver spazzato via decenni di consuetudini e luoghi comuni. E oggi le donne sono istruite, forti, determinate, a volte pure “mascolinizzate”. Sembrano aver preso in mano le leve di comando, occupando sempre più spesso ruoli di potere che prima erano loro preclusi. Come è successo? Semplice, e sono ancora una volta gli studi e le statistiche a confortare il comune sentire: le donne sono più portate nello studio, a scuola ottengono risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi e studiano più a lungo. Il numero di laureate ha ormai superato quello dei laureati, e lo stesso vale per gli iscritti all’università.
L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna. A documentarlo sono i dati raccolti durante una spedizione di due mesi sull’Himalaya, in cui un gruppo di camici bianchi in versione alpinista ha monitorato una cinquantina di persone a oltre 5 mila metri di altezza. Scoprendo che mentre gli uomini andavano in affanno, le donne resistevano molto meglio.
Tags: atlete, battaglie, cevello, competizione, conciliazione, fisico, maternità, olimpiadi
Grintose, determinate, estremamente concrete, per nulla ossessionate dai loro obiettivi agonistici. Capaci di spiegare e convincere che lo sport è stato ed è tuttora un mezzo straordinario per conquistare una sostanziale parità.
Le campionesse olimpiche di diverse epoche che hanno partecipato in sala Buzzati ieri alla presentazione della mostra «Donna è sport» (da oggi, venerdì, al Museo del Risorgimento di Milano con ingresso gratuito) hanno dimostrato (se mai ce ne fosse stato bisogno) che erano lì non da atlete ma da donne vere, in carne e ossa, pronte a
conciliare le loro imprese con le altre tematiche femminili, dalla maternità alla discriminazione salariale, dall’organizzazione di allenamenti-figli-marito alla necessità di dover dimostrare (anche sui campi di gara) sempre più degli uomini.
E lo hanno spiegato in un talk show di grande livello con linguaggio chiaro e riflessioni profonde, con valutazione realistiche e impegni seri per continuare a cambiare le cose.
Organizzata dalla Gazzetta dello Sport e dalla Fondazione Candido Cannavò, curata da Elio Trifari, la mostra «Donna è sport» ha voluto legare alle celebrazioni per il 150 esimo anniversario dell’Italia l’irrefrenabile avanzata femminile nella pratica sportiva (tra il 1980 e il 2010 si è passati da una presenza nella squadra azzurra del 15% a quasi il 50% del totale). Un racconto che nasce in epoca deamicisiana con enormi pregiudizi (emblematico uno spezzone del film tratto dall’opera Amore e ginnastica) e che arriva al fisico, al sorriso e al carattere di una Federica Pellegrini, simbolo dell’italiana indipendente del XXI secolo.
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In mezzo, tante conquiste. La cestista Mabel Bocchi racconta le sue battaglie sindacaliste degli anni Settanta quando le atlete avevano rimborsi-spese umilianti, andavano a giocare in campi scomodissimi e una volta in raduno si vedevano tolte persino le chiavi della macchina.
La calciatrice Carolina Morace sottolinea come nonostante i suoi record di gol da giocatrice venga ricordata per aver allenato una squadra maschile di serie C.
Novella Calligaris spiega come con il cervello il suo fisico normale abbia saputo sfidare in piscina le valchirie dell’Est
“Ma non ho nulla contro la fisicità, lo sport ha sempre anticipato le nuove tendenze della società, anche nel look”
Martina Miceli rivela l’opera di scoraggiamento che lei stessa svolge nei confronti delle giovani aspiranti pallanotiste per capire chi è pronta davvero a enormi fatiche.
La schermitrice Giovanna Trillini testimonia come con la volonta e la concentrazione si possa rinascere dagli infortuni e restare ai vertici per una generazione; mentre accanto la dolce Valentina Vezzali (“che in pedana si trasforma in una belva”, scriveva Candido Cannavò) rappresenta l’incredibile storia della mamma che quattro mesi dopo il parto vince il campionato del mondo.
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Il diritto al reintegro nel proprio posto dopo la maternità è la battaglia parlamentare che sta conducendo Manuela Di Centa (“io che non ho avuto figli”) , oggi disinvolta e determinata rappresentante ai vertici dello sport italiano. Accanto a lei la “nemica” storica dello sci di fondo, Stefania Belmondo. ” Ci siamo divertite a farvi credere che ci fosse questa accesa rivalità tra noi due. Piaceva molto ai giornali… Ad ogni modo l’importante è che nella contrapposizione siamo rimaste sempre noi stesse, senza ipocrisie”. Stefania Bianchini esulta ed è orgogliosa perché finalmente alle Olimpiadi di Londra nel 2012 ci sarà anche la sua specialità, il pugilato femminile.
Paola Pezzo, che è stata regina della mountain bike, racconta invece come abbia voluto voltare pagina quando ha deciso di costruirsi una famiglia.
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Chi resiste e si prepara a battere tutti i record di sempre è la canoista Iosefa Idem, in vista della sua ottava partecipazione ai Giochi: mamma super, è stata anche assessore al comune di Ravenna (“Noi la quota rosa l’abbiamo già raggiunta”).. Paola Pigni, una vera missionaria dell’atletica, ricorda che cosa voleva dire fare mezzofondo quarant’anni fa allenandosi tra le battute e le ironie lungo viali di Milano.
La decana (elegantissima) Lea Pericoli, da sempre in prima linea nella promozione della lotta contro il cancro (che lei ha avuto al seno e ha sconfitto “quando ancora non si poteva pronunciare quella parola”), parla dei giudici di Wimbledon che le misuravano la lunghezza del gonnellino.
“Le mie mise facevano scandalo, ma io mi divertivo. Indossavo i gonnellini più eccentrici quando incontravo un’avversaria che sapevo di poter battere, altrimento la stravaganza si sarebbe trasformata in una brutta figura”.
All’altro estremo dell’anagrafe, ecco infine la pallavolista Francesca Piccinini e la ginnasta Elisa Fantoni: belle, brave, sicure:
“Vinciamo perché siamo cresciute nel gioco di squadra: siamo diventate cazzute”.
Il raduno di queste campionesse è avvenuto nel ricordo di un uomo, Candido Cannavò, mio padre, che ha saputo non solo capire ma sostenere con entusiasmo il fenomeno dell’avanzata della donna nello sport. Da direttore della Gazzetta, nel febbraio del 1994 dedicò tutta una prima pagina al potere rosa (sotto il titolone “Evviva le donne”) all’indomani dei trionfi femminili alle Olimpiadi invernali di Lillehammer.
Al di là dei numeri del fenomeno, mio padre parlava nel 2003 di un “sorpasso di qualità” avvenuto nello sport che non si è registrato in modo così imponente in nessun altro settore. E come dargli torto ascoltando le parole e i pensieri di queste donne?
Come non pensare per contrasto ai campioni maschi superpagati e supercoccolati, tenuti in campane di vetro lontani da ogni interferenza della vita vera, belli nei loro fisici scultorei e bamboccioni, che si pavoneggiano con i loro tatuaggi e passano il tempo libero con la playstation? Il confronto diventa imbarazzante.
A sentire le donne dello sport sembra di stare su un altro pianeta. Donne che sono maturate perché devono ogni giorno lottare, organizzare, decidere. Con l’intelligenza, prima che con il fisico. Donne vincenti: su tutti i fronti.
(I video sono concessi da Gazzetta.it)
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I VOSTRI COMMENTI
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12.06 | 20:28 manuppi
le atlete spesso sono un bellissimo esempio: tenaci, volitive, forti e… femminili. per questo sono d’accordo che lo sport è uno strordinario mezzo per la parità.
campionesse ma anche mogli, compagne, mamme. questa è la vera parità, poter conciliare le cose, non dover rinunciare ad essere donne per un presunto privilegio di fare cose “degli uomini”, non dover rinuciare a fare ciò che si vuole per poter essere donne. bravissime
14.06 | 15:46 Fierolocchio
sempre nel tennis:dopo 5 mesi di completa inattività torna Venus Williams e batte la top ten Andrea Petkovic..nonostante l’inattività Venus è rimasta piuttosto in alto nel ranking: 32esima nella classifica wta,mentre meglio sta la sorella Serena che nonostante non giochi una partita da giugno 2010, è al 25posto nel ranking…
Solite banalità in rete e sui giornali.
29.06 | 23:24 FLANEUR
Le medaglie, come le gare, sono divise per sessi altrimenti lo sport femminile non esisterebbe neanche. Dunque in questo caso il separatismo giova alle donne ed è ben accetto, diversamente da altri campi. Ma a parte questo, se in una nazione le donne conquistano più medaglie degli uomini in una Olimpiade, è matematico che in un’altra siano gli uomini a conquistarne di più. Ma allora che senso ha parlare di sorpassi al femminile, di maggior tenacia, di capacità di fare squadra delle donne, di maggior spirito di sacrificio e via banalizzando? E si è mai letto qualcosa del genere quando sono i maschi a vincere più medaglie? Mai, ovviamente e giustamente. Quindi sia l’articolo che i commenti entusiasti non hanno senso alcuno, sono solo l’espressione del maintream in cui siamo immersi che obnubila menti e ragione.
Sulla differenza di retribuzione fra sport maschile e femminile: avete mai letto di ingiustizia retributiva fra le modelle e i modelli maschi(di cui nessuno ricorda il nome)?
No, ovvio. Le modelle smuovono un business e un interesse che i maschi non si sognano. Lo sport al femminile, per diventare visibile e interessante per gli spettatori dal vivo e in TV, deve penosamente ridurre oltre il limite i cm quadrati dei costumi di scena delle atlete, le quali da parte loro accettano ben volentieri questa esposizione del “corpo delle donne” sia per guadagnare di più, sia, diciamocelo, per narcisismo. E allora di che si lamentano? Sarebbe come se un romanziere che vende mille copie pretendesse di essere pagato come quello che ne vende 100.000. Assurdo! Ma viviamo, appunto, nel teatro dell’assurdo, come questa discussione e l’articolo che ne è all’origine dimostra.
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Ah, a proposito: da ex atleta quale sono, questa mi è nuova:Sul Monte Bianco ce n'erano, semisvenute, due di queste "più resistenti all'alta quota".
A me è sempre risultato il contrario.
Poi qualcuno si stupisce del fatto che uno possa tifare contro le atlete del proprio Paese?
Beh, è il minimo che si possa fare.
Chi semina vento non può che raccogliere tempesta.
Seoul 1988: le medaglie italiane ai XXIV Giochi Olimpici
Pubblicato il 13 dicembre 2015 da Giulio Chinappi alle ore 09:45 in All Sports, Rio Tamburo, Rubriche, Storia
L’Italia prese parte a questa rassegna con 253 atleti, conquistando sei medaglie d’oro, quattro d’argento e quattro di bronzo.
Gold
Gelindo Bordin — Athletics, Men’s Marathon
Giovanni Parisi — Boxing, Men’s Featherweight
Stefano Cerioni — Fencing, Men’s Foil Individual Competition
Vincenzo Maenza — Wrestling, Men’s Greco-Roman Light Flyweight
Carmine Abbagnale, Giuseppe Abbagnale and Giuseppe Di Capua — Rowing, Men’s Coxed Pairs
Agostino Abbagnale, Davide Tizzano, Piero Poli and Gianluca Farina — Rowing, Men’s Quadruple Sculls
Silver medal.svg Silver
Carlo Massullo — Modern Pentathlon, Individual Competition
Carlo Massullo, Daniele Masala and Gianluca Tiberti — Modern Pentathlon, Team Competition
Salvatore Antibo — Athletics, Men’s 10.000 metres
Francesca Bortolozzi-Borella, Dorina Vaccaroni, Margherita Zalaffi, Annapia Gandolfi and Lucia Traversa — Fencing, Women’s Foil Team Competition
Bronze medal.svgBronze
Maurizio Damilano — Athletics, Men’s 20 km Walk
Giovanni Scalzo — Fencing, Men’s Sabre Individual Competition
Stefano Battistelli — Swimming, Men’s 400 metres Individual Medley
Gianfranco Dalla Barba, Marco Marin, Ferdinando Meglio, Giovanni Scalzo and Massimo Cavaliere — Fencing, Men’s Sabre Team Competition
Come ho già avuto modo di scrivere, la tennista numero uno tra le donne, non è equiparabile neppure al numero cinquecento tra gli uomini.
Il che sta a significare che le vittorie femminili esistono solo in virtù della separazione dei sessi, tutto il resto è fuffa.
BELLE, BRAVE E NON MAMMONE. PERCHÉ VINCONO SOLO LE DONNE
Pubblicato il dicembre 20, 2009
di Claudia Faggioni
Se lo avessero saputo, i greci le avrebbero autorizzate a gareggiare. Invece di lasciarle nel talamo, avrebbero potuto mandarle ad Olimpia, e forse avrebbero fatto meglio. In Italia è così che sta andando: le donne vincono, molto più degli uomini. Ultimo, in ordine di tempo, il successo delle ragazze della pallavolo. Dopo il titolo europeo in Polonia, l’oro ai Giochi del Mediterraneo e alle Universiadi, e la qualificazione ai Mondiali del 2010, le azzurre hanno alzato la coppa della Grand Champions Cup (la Coppa dei Campioni) battendo in quattro set il Giappone. Eleonora Lo Bianco (il capitano) e compagne hanno sconfitto la Thailandia, la Corea del Sud, la Repubblica Dominicana e le campionesse olimpiche del Brasile. «Ho a disposizione una squadra eccezionale, ragazze pronte a qualsiasi sacrificio per questa maglia. Sono delle grandi giocatrici, ma anche delle grandi persone» ha detto Massimo Barbolini che le ha guidate in questo 2009 straordinario. Loro che, coalizzatesi, hanno ottenuto l’allontanamento dell’allenatore Marco Bonitta, perché non lo volevano.
Hanno deciso e si sono fatte valere. Come a smentire la convinzione che le donne in genere non siano famose per la loro solidarietà. Troppa competizione, troppa invidia – nello sport come nella vita nemiche dello spirito di squadra. Forse, ma ultimamente qualcosa è cambiato. Sono cambiate, e con loro anche la loro visione del mondo. Il gioco di squadra adesso lo sanno fare benissimo. Non solo nel volley. Flavia (Pennetta), Francesca (Schiavone), Roberta (Vinci) e Sara (Errani) giocano a tennis, da sole, quasi tutto l’anno. Ognuna con i suoi risultati, ognuna con la sua vita. Ogni tanto si ritrovano, si uniscono per giocare insieme la Fed Cup. Ed è lì che danno il meglio. L’unione fa la forza, la squadra è come un giocatore in più, un valore aggiunto. E allora arrivano i successi, le medaglie, le coppe. Ultima la Coppa Davis femminile, poco più di una settimana fa. E l’Italia è finita in vetta alla classifica mondiale. I colleghi uomini che fanno? Ci sono, qualche volta raggiungono dei risultati, ma il nostro n.1 Andreas Seppi è solo n. 49 del mondo. Insomma a vincere, vincere davvero, non ci riescono.
Non è solo il tennis, non è solo il volley, succede in sempre più discipline, quasi tutte. Le Olimpiadi passano e il numero delle donne si avvicina a quello degli uomini partecipanti. Per Londra 2012, in termini di medaglie, è prevista la possibilità di un sorpasso, come ha più volte ripetuto felice il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. Vincenti nella scherma, nel nuoto, nel ciclismo, ora aspettiamo i risultati della valanga rosa di sci con, tra le altre, la promessa dello slalom Chiara Costazza. C’è la ginnasta Vanessa Ferrari, prima azzurra a vincere un mondiale, le cicliste Tatiana Guderzo e Noemi Cantele, la canoista Josefa Idem… E la conquista rosa anche del golf, con la 26enne Diana Luna, prima italiana della storia a qualificarsi per la Solheim Cup. C’è Valentina Vezzali, prima schermitrice al mondo ad essersi aggiudicata tre medaglie d’oro olimpiche consecutive e cinque titoli mondiali, che mentre ottiene medaglie e titoli, fa da quattro anni la mamma di Pietro. E continuerà fino a Londra, quando avrà 38 anni. Poi, forse, smetterà. Ha partecipato a Ballando con le stelle, intanto la sua collega Margherita Granbassi era al fianco di Santoro ad Annozero.
Vanno in tv, si divertono, tra una gara e l’altra. Flavia Pennetta sfila alla settimana della moda di Milano, Federica Pellegrini scrive un libro. Poi tornano a gareggiare, e vincono. La Pellegrini, si sa, ha vinto tutto e ha riscritto la storia del nuoto: la pagina più recente ai mondiali di Roma dell’estate scorsa, insieme con la rivale/ non rivale Alessia Filippi. Federica ha perso la sua guida, il ct Alberto Castagnetti, mancato lo scorso ottobre. «Ho pensato di smettere» ha detto, ma poi ha raggiunto il terzo tempo mondiale stagionale a Viareggio nei 200 stile libero, qualche giorno fa. Perché le donne in Italia vincono molto più degli uomini? «Perché siamo più determinate, se decidiamo una cosa prima o poi la otteniamo» dicono Pennetta e Schiavone. «E poi gli uomini sono mammoni, non si staccano dalle famiglie». Eccoci qua, il risvolto è nuovo, il problema no.
(pubblicato martedì 17 novembre 2009 sul “Riformista”)
Se lo avessero saputo, i greci le avrebbero autorizzate a gareggiare. Invece di lasciarle nel talamo, avrebbero potuto mandarle ad Olimpia, e forse avrebbero fatto meglio. In Italia è così che sta andando: le donne vincono, molto più degli uomini. Ultimo, in ordine di tempo, il successo delle ragazze della pallavolo.
Quando le femmine perdono è perchè NON SONO LE STESSE DI SEMPRE e perchè E' MANCATA LA FORTUNA, NON IL VALORE (questa scusa
non mi è nuova, è stata utilizzata già a proposito della battaglia di El Alamein, se non sbaglio). Quando a perdere è un uomo E' PERCHE'
SI E' VISTO QUANTO VALE. Ovviamente, quando vince è solo LA LOGICA CONSEGUENZA DI UN ALLENAMENTO COSTANTE, non altro.
Qualcuno ha più sentito parlare, non dico incensare, di Fabio Basile al quale dobbiamo la duecentesima medaglia d'oro? Io no, da un pezzo
E qualcuno ha forse sentito qualche giornalista ammettere che agli atleti maschi italiani dobbiamo 7 medaglie d'oro su 8? Io per niente.
Comunque, mi associo al tripudio per la sconfitta (e le lacrime) di Irma Testa che così dovrà pensare ad altro che ai femminicidi a alla
violenza maschile sulle donne. Ad allenarsi meglio, per esempio. Lasciando perdere i sogni (impossibili) di suprematismo rosa.
Irma, guantoni e lacrime: La mia sconfitta studiata a tavolino
Boxe, la delusione della Testa che ora medita il ritiro
Mauro Casaccia
Rio de Janeiro. Il braccio sinistro di Estelle Moselly alzato verso il tetto del Pavillon 6 di Riocentro e Irma Testa che alza il suo di sinistro, quello con cui più ama piazzare il colpo, per fare segno no. «Credevo di essere avanti io nel punteggio…». Corre via in lacrime dopo il match dei quarti che le preclude la strada alla medaglia (minimo bronzo per i semifinalisti). Fuori anche l’ultima presenza azzurra all’Olimpiade brasiliana, fallimentare per la spedizione dell’ItalBoxe. Irma voleva di più, sentiva di poter avere di più. E non la consola il fatto che la sua età la può portare di diritto tra le favorite di Tokyo 2020. «Quattro anni sono tanti, possono succedere tante cose – dice con la voce strozzata dal pianto irrefrenabile – in bene ma anche in male…». Tanto che la giovane boxeur mette in discussione il suo futuro sul ring: «Io sono fatta così, voglio tutto e subito. Se lo prendo subito bene sennò… Non so se riparto più forte di prima e se riparto, dopo un mese di vacanza decido. Quattro anni per me sono lunghi, difficili. Magari cambio sport domani e tra quattro anni partecipo nella scherma. Anche se so che posso e voglio ancora dare tanto al pugilato italiano». Non passa il rammarico, anche col passare dei minuti. E resta una gran rabbia nei confronti degli arbitri: «Dall’inizio ci danno addosso, c’è un problema arbitri. Quattro riprese: 9, 9, 9 e 9… almeno la prima un arbitro doveva sbagliarsi e darmi 10. Non esiste darmi 36-40, 36-40 e 36-40. Così vuol dire che è stato studiato a tavolino».
Struggente e furente commiato dai Giochi, nessuna voglia di pensare al domani, nonostante tutto l’entourage azzurro si stringa intorno alla ragazza per rincuorarla. «I pensieri sono ancora sfocati dall’amarezza. Sentivo che questa era la mia Olimpiade, io la medaglia d’oro la voglio e sentivo che qui era possibile. Vedendo le avversarie, se fossi passata avrei vinto l’oro, non dico al 100% ma al 90% sì… Fuori la Taylor, la finlandese nemmeno pensavo venisse all’Olimpiade. Vediamo il risultato che farà la francese, sicuramente vincerà l’oro lei…».
Il tecnico Renzini: «Irma non è abituata a perdere, è orgogliosa e ambiziosa. La sua percezione era aver vinto il match. Io, per non incorrere in errori e perché all’angolo sono anche tifoso, voglio rivederlo due o tre volte prima di commentare il verdetto». Unanime, 3-0 per la francese. «La sconfitta ci può stare – afferma il presidente della FederBoxe Brasca – ma non così netta. Io non ho visto tutta questa superiorità. Non voglio fare retropensieri, ma francamente si tratta di un giudizio eccessivo».
Nell’analisi va Raffaele Bergamasco, tecnico di Torre Annunziata voluto da Testa al suo angolo insieme a coach Renzini: «Senza nulla togliere alla francese, che nel complesso ha meritato di vincere, per me la prima ripresa era di Irma. Vero che dopo Mossely è cresciuta, ma se ti danno il primo round poi cambia la gestione dell’incontro. Comunque Irma resta il nostro fiore all’occhiello, è arrivata da fanalino e si è ritrovata leader. Deve essere orgogliosa di quello che ha fatto, a soli 18 anni».
E Renzini: «Siamo rammaricati per un risultato che Irma avrebbe meritato per le sue qualità enormi, a soli 18 anni ha già vinto tanto scalando quattro categorie, un po’ come Paquiao… Ed è del 28 dicembre, il primo gennaio è diventata elite. Più di così, che le vogliamo dire? Aveva già battuto la francese, 2-1 ma con superiorità, che stavolta non c’è stata. Purtroppo la sua Olimpiade è stata segnata da una lombalgia che l’ha colpita un mese e mezzo prima dei Giochi, ha lavorato nel tempo rimanente e qui ha usato le armi disponibili. Ha tanto tempo davanti, se vuole potrà vincere anche tre Olimpiadi». A patto di riuscire a mettere ko questa delusione e un pianto che non sente campanella.
perciò non c'è da stupirsi che gli atleti odierni(specialmente le donne, ma non solo), si sentano super campioni prima ancora di vincere.
Vedi ad esempio l'infortunato Tamberi, che viene coccolato dai giornali come una star, come un campione olimpionico mancato(senza aver mai vinto neanche un bronzo alle olimpiadi).
E' normale che poi si montino la testa!
NUOTO: PELLEGRINI "PRIMA DI ESSERE UN’ATLETA SONO UNA DONNA"
martedì, 21 ottobre 2014 italpress
MILANO - Belle e vincenti cosi' le atlete azzurre che in varie discipline, dal tennis, alla scherma, dalla pallavolo al nuoto sono protagoniste a livello mondiale, anche piu' degli uomini. Forse la pia' rappresentativa di queste azzurre e' Federica Pellegrini, la prima a vincere un oro olimpico (Pechino 2008), pluri campionessa mondiale e primatista nei 200 stile libero. "E' una gioia vedere cosi' tante atlete belle e vincenti" dice Federica ospite del TG5. "E' frutto del cambiamento dello sport negli ultimi anni, visto che prima era prettamente maschile. Noi donne forse siamo piu' determinate e cattive nel senso prettamemte tecnico dello sport. Siamo piu' agoniste degli uomini" dice la Pellegrini che sul fatto che rispetto agli anni passati i cui la bellezza delle atlete era nascosta da muscolature che le rendevano piu' simili agli uomini, afferma: "e' frutto dell'uso del doping negli anni passati, io parlo del nuoto che conosco bene. Se ne faceva abbastanza uso, vedi le atlete della Germania Est o della Cina. Per fortuna adesso e' cambiato molto ed il doping pian piano sta scomparendo. Io comunque mi sento una donna in primis e poi un'atleta. Cerco di rimanere una donna" afferma la Federica nazionale che sugli obiettivi per il futuro ricorda come il prossimo sia "L'Olimpiade di Rio 2016. Dopo potro' dire di aver concluso il mio ciclo nel nuoto". E quando smettera' di nuotare a livello agonistico? "Avro' un po' di respiro per ritrovare la mia famiglia, visto che manco da casa da quando avevo 15 anni - dice -. Tornero' in famiglia e poi vedremo quello che Dio vorra'". . tvi/red
Tanto per rimanere in tema...
Nella massima categoria del sollevamento pesi femminile (+75 kg), la cinese Meng Suping - 1,73 x 120 kg -
https://www.rio2016.com/atleta/suping-meng
ha vinto la medaglia d'oro, sollevando un totale di 307 kg.
http://www.oasport.it/2016/08/sollevamento-pesi-olimpiadi-rio-2016-meng-suping-vince-loro-delle-75-kg/rio-2016/
Bene, nella categoria più leggera del sollevamento pesi maschile (- 56 kg), il cinese Long Qingquan - un uomo pesante 55,58 kg - ha vinto la medaglia d'oro sollevando un totale di... 307 kg. :cool2:
http://www.oasport.it/2016/08/sollevamento-pesi-olimpiadi-rio-2016-scarantino-settimo-nei-56kg-oro-al-cinese-qingquan/rio-2016/
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Sollevamento pesi, Olimpiadi Rio 2016: medaglia d’oro e record del mondo per Lasha Talakhadze
Pubblicato il 17 agosto 2016 da Giulio Chinappi alle ore 02:07 in Atletica, Sollevamento Pesi
Le Olimpiadi di Rio 2016 hanno assegnato quest’oggi l’ultimo titolo del sollevamento pesi, quello della categoria +105 kg maschile. A vincere è stato il georgiano Lasha Talakhadze, che oltre a conquistare la medaglia d’oro ha anche eguagliato il record mondiale ed olimpico assoluto di 473 kg, detenuto dall’iraniano Hossein Rezazadeh sin dai Giochi di Sydney 2000. Il pesista caucasico ha sollevato 215 kg nello strappo e 258 kg nello slancio, riuscendo ad approfittare anche della deludente performance di Behdad Salimikordasiabi, capace di realizzare il primato mondiale nello snatch (216 kg), ma poi disastroso nel clean & jerk, tanto da sbagliare in tre occasioni i 245 kg.
Talakhadze ha così preceduto in classifica l’armeno Gor Minasyan, che ha fatto segnare un totale di 451 kg (210 kg nello strappo e 241 kg nello slancio), mentre la festa georgiana è stata completata dalla medaglia di bronzo di Irakli Turmanidze (207 kg nel primo esercizio e 241 kg nello slancio). In quarta posizione troviamo un altro armeno, Ruben Aleksanyan (440 kg), mentre in quinta posizione l’idolo locale Fernando Saraiva Reis (435 kg). Proprio la presenza dell’atleta verdeoro ha fatto sì che la gara fosse caratterizzata da fischi e boati in occasione dei tentativi dei suoi avversari, in particolare dell’iraniano Salimikordasiabi, che in occasione del suo ultimo errore ha reagito insieme allo staff della sua nazionale gesticolando contro gli spettatori.
A vincere è stato il georgiano Lasha Talakhadze,Trattasi di un uomo alto 1,97 e pesante 157 kg.
le donne cazzute : basta questo per far morir dal ridere.
Donne non donne :doh:
Il che sta a significare che anche stavolta la Repubblica, il Corriere della sera, la Gazzetta dello sport, il Corriere dello sport, la 27ora, Io Donna, Donna Moderna e tutta la compagnia cantante di stampo femminista, non potranno sparare in prima pagina titoloni del tipo:
"L'Olimpiade è donna", "Viva le donne", "Uomini superati dalle donne", "Donne sesso forte: battuti i maschi"*, etc etc.
New York Times, potere rosa: la prima pagina è tutta delle donne
'Che colpo d'occhio pazzesco. Guardate questa prima pagina. Leggete le firme''. E' il tweet con cui il giornalista del New York Times John Schawrtz,
Magari questo articolo lo hanno scritto appunto PERCHE' non potevano celebrare il "sorpasso" femminile nelle Olimpiadi. A pensare male.....:cool2:
Il potere è rosa
Dal nuoto al tennis, dal judo al golf le italiane ottengono record e medaglie
Lun 28 Set 2009 | di Maurizio Targa
Chiamatelo fattore D oppure pink power, se volete: potere rosa. Sta di fatto che nello sport, almeno nel nostro Paese, le donne hanno superato gli uomini. La stagione agonistica appena conclusa ci ha regalato questa certezza ed i numeri sono lì a dimostrarlo, inconfutabili, come i nomi di cui ha brillato l’estate appena trascorsa. Federica Pellegrini è stata la fidanzata, la figlia e la sorella di tutti, ai mondiali di nuoto romani. Dieci record del mondo abbattuti nella sua carriera la rendono l’atleta italiano spaccaprimati: nessun nostro connazionale ha infranto più barriere nella storia sportiva. Il medagliere dei mondiali acquatici casalinghi è deprimente per i maschi, col solo Valerio Cleri a regalarci uno dei quattro ori conquistati in totale dagli azzurri. Oltre i due della Pellegrini, infatti, l’altro l’ha portato a casa la romana Alessia Filippi. Il resto del medagliere tricolore, ovvero l’argento della coppia Tania Cagnotto - Francesca Dallapè e le 5 medaglie di bronzo sono tutte colorate di rosa. Uomini? Zeru tituli, citando Mourinho. Agosto e settembre 2009, l’estate di Flavia Pennetta, prima tennista italiana nella top ten mondiale grazie alle sue performance agli US Open e a Cincinnati. Per trovare il primo italiano nella classifica assoluta, Andreas Seppi, bisogna scorrere la lista sino alla posizione 49. Volete conoscere lo sportivo azzurro più medagliato di sempre? Donna, ovviamente: è Valentina Vezzali, la “Zorro” tricolore che vanta cinque ori olimpici e dieci titoli mondiali, oltre ad essere stata 11 anni (!) al primo posto nel ranking mondiale del fioretto. Vittorie e gentil sesso, quindi, ma attenzione: le ragazze menano. Chiedete alle avversarie di Giulia Quintavalle, prima donna nel 2008 a vincere un oro olimpico nel judo, guardate Alessandra Sensini, campionessa di windsurf (argento a Pechino), proprietaria di due spalle formato portaerei, oppure la grinta dell’immortale Josefa Idem, che a 44 anni ancora razzola medaglie e titoli europei con la sua canoa. Pure per cercare un emulo italico di Tiger Woods, leggenda del golf, occorrono lenti rosa. È giovane, romana e pure carina: sia chiama Diana Luna, 26 anni, ed è stato il primo italiano (nel senso di atleta) a venir convocato per la Solheim Cup, la gara a squadra più importante del mondo, che vede l’Europa fronteggiare i maestri americani.
Competizione in cui ha fatto appieno il suo dovere battendo la statunitense Nicole Castrale e portando all’Europa uno dei 12 punti conquistati dal Vecchio Continente (16-12 per gli USA il risultato finale). Se è vero che alle ultime e già ricordate Olimpiadi di Pechino 2008 il bilancio degli ori è stato pari; quattro vittorie per gli uomini (Tagliariol, Minguzzi, Schwazer, Cammarelle), quattro per le ragazze (Quintavalle, Vezzali, Pellegrini, Cainero), è vero altrettanto che la spedizione italiana in Cina partiva alquanto sbilanciata in favore degli uomini: 215 maschietti contro 131 ragazze. È tornando indietro nel tempo, tuttavia, che si ha la sensazione di come il vento sia cambiato: cinquant’anni fa, alle Olimpiadi di Roma del ’60, per le donne era buio pesto. La squadra italiana contava 241 uomini ed appena 34 ragazze e, dei 13 ori ed 11 argenti “bottino” degli azzurri, nessuno fu conquistato da una donna. A Pechino 2008 l´esercito maschile è dimagrito di parecchio (215 unità), mentre le donne si sono più che quadruplicate (131) e le atlete in gonnella, come detto, hanno pareggiato i successi stravincendo, in proporzione, nei confronti dei maschietti. Insomma, niente quote rosa: se in politica lo spazio alle donne vuol esser garantito per legge, nello sport non c'è bisogno. Perché donna è vincente.
Insomma, niente quote rosa: se in politica lo spazio alle donne vuol esser garantito per legge, nello sport non c'è bisogno. Perché donna è vincente
Articolo scritto da un maschietto nel settembre del 2009 (uno dei tanti).
http://www.ioacquaesapone.it/articolo.php?id=340
Sì può arrivare a simili livelli di deficienza mentale?
Sì, in questa epoca si può.
Federica Pellegrini è stata la fidanzata, la figlia e la sorella di tutti, ai mondiali di nuoto romani. Dieci record del mondo abbattuti nella sua carriera la rendono l’atleta italiano spaccaprimati: nessun nostro connazionale ha infranto più barriere nella storia sportiva. Il medagliere dei mondiali acquatici casalinghi è deprimente per i maschi, col solo Valerio Cleri a regalarci uno dei quattro ori conquistati in totale dagli azzurri.
Tutti gli ori delle competizioni femminili sono stati vinti da donne! Non servono quote rosa! Le donne trovano da sole il loro spazio!
Ecco, appunto, hai detto bene: specialmente le donne.Ronda Rousey ha avuto negli USA lo stesso corteo mediatico che ha avuto la Pellegrini in Italia
Guarda, in tal senso la più gonfiata di tutte è stata una statunitense, ovvero l'ex olimpionica, nonché ex campionessa del mondo di arti marziali miste, Ronda Rousey.
Costei è stata per lungo tempo l'atleta più sopravvalutata del pianeta Terra.
I mass media statunitensi sono arrivati anche a paragonarla al Mike Tyson dei giorni migliori.
Lei stessa affermò di poter battere tutti i pari peso di sesso maschile esperti di MMA.
Insomma, cose da pazzi.
Ovviamente, dopo le botte prese da Holly Holm non si è sentita più volare una mosca, sia da parte dei media che della Rousey.
Non solo: dopo la sconfitta contro Holly Holm la Rousey ha pure pensato... al suicidio (testuali parole della tipa).
Seriamente: a molte donne fa veramente male il voler scimmiottare gli uomini; e gli fa male in tutti i sensi.
Uno dei pochi che ha detto di non supportare la Rousey e le intere MMA femminili è stato Fëdor Emelianenko che guarda caso non combatte in UFC quindi si è sentito più libero di parlare chiaro.
Altro che ha detto che la Rousey dovrebbe tapparsi la bocca è il rissoso Tank Abbott che nonostante l'età avanzata si è dichiarato pronto a combattere con la Rousey...ovviamente non se ne fatto niente nonostante l'handicap dell'età di Abbott.
Perché se una stronzata del genere(il combattimento Ronda contro un uomo)si farà verrà fatto con un lottatore di livello scarsissimo per non mettere in difficoltà quella cagna della Rousey.
Sì, lo so e in merito aggiungo che, a mio parere, uno dei motivi per cui Fedor ha affermato di non amare le MMA femminili, va ricercato anche nel fatto che egli è russo e non statunitense.Guarda non vedevo l'ora che la buttassero giù',è in assoluto l'atleta femmina che più disprezzo.
Quindi è figlio di un'altra cultura, di un'altra società, dove il numero degli zerbini è decisamente inferiore rispetto a quello statunitense.
Calcola che lo scorso anno ho letto più di un post scritto da zerbini statunitensi, che criticavano Fedor per il suo "maschilismo", nonché il fatto che essendo russo non aveva vissuto e conosciuto "la rivoluzione femminista statunitense", :sick: ragion per cui era "rimasto indietro". :doh: *
Questo è sicuro, ma ormai non credo che accadrà più, perché dopo le botte prese da Holly Holm i media "hanno mollato la presa".
La stessa madre della Rousey era contraria a tale ipotesi; e sicuramente lo sarà ancor di più ora che la sua bambina ha rischiato di doversi mettere... la dentiera.
(So per certo che dopo il match con la Holm ha avuto problemi ai denti.)
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* In questo gli statunitensi son peggio degli italiani.
Guarda non vedevo l'ora che la buttassero giù',è in assoluto l'atleta femmina che più disprezzo.
Vero quello che dici su Fëdor e i russi.
Comunque ultimamente mi è scaduto anche Sylvester Stallone,attore che ho amato per la saga di Rocky(1°-2°-Rocky Balboa-e Creed i miei preferiti e il 5° il peggiore) che l'ha fatta (la Rousey)partecipare in un film della saga dei Mercenari(pessima saga che sfrutta l'affetto che nutriamo per attori come Van Damme e Schwarznegger noi appassionati dell'Action anni 80)
Ovviamente nel film la Rousey massacra un sacco di uomini e il miserabile Banderas(cosa c'entra con l'action poi?) fa la parte dello zerbino innamorato che si rende ridicolo mentre lei lo snobba.
Nel finale c'è anche questa scena ridicola dove Ronda dice a Stallone che se lui avesse qualche anno di meno forse forse...Stallone sorride e dice che da giovane avrebbe avuto troppa paura di lei.
Mi è veramente scaduto.
Ma non ha abbastanza milioni di dollari e un briciolo di dignità per non vendersi alle stronzate femministe di Hollywood?
In questo video, dressage alle olimpiadi di Tokyo 1964(quando il dressage era ancora una cosa da uomini):
In quest'altro video dressage moderno "femminilizzato", olimpiadi 2012:
Giudicate coi vostri occhi quale spettacolo vi sembra esteticamente migliore!
Io non me ne intendo di dressage, ma(nonostante la pessima qualità video) vedo molta più eleganza di movimenti, naturalezza della postura(del cavallo), armonia e leggerezza nel primo video. Nel secondo video ci sono molti più effetti scenici (musiche e abbellimenti), ma il cavallo mi sembra che si muove in maniera a tratti "robotica", stereotipata, con molta meno grazia e naturalezza rispetto al primo video.
E anche la postura del cavallo, con il collo piegato all'inverosimile, è brutta e sgraziata!
Quest'anno è stato record di qualificazione fra donne
Odette Giuffrida
Diciamo la verità, noi donne siamo più combattive. Piano piano stiamo prendendo sempre più spazio, come è giusto che sia.
La TV dà molto più risalto alle atlete donne. Credo che le loro sparate femministe, oltre agli immancabili complessi, siano dovute ai conduttori che pongono certe domande, e a lungo andare le atlete recepiscono cosa i media si attendono da loro.
Non è azzardato ipotizzare che se così facesse sarebbe la sua ultima olimpiade.
Dunque, le Olimpiadi si sono concluse e l'Italia è rimasta tra le prime dieci nazioni del mondo, classificandosi nona.
http://olimpiadi.gazzetta.it/medagliere.shtml
Le medaglie vinte sono state ventotto.
Diciotto ne hanno vinte gli uomini - di cui sette d'oro, su otto - e dieci le donne.
Il che sta a significare che anche stavolta la Repubblica, il Corriere della sera, la Gazzetta dello sport, il Corriere dello sport, la 27ora, Io Donna, Donna Moderna e tutta la compagnia cantante di stampo femminista, non potranno sparare in prima pagina titoloni del tipo:
"L'Olimpiade è donna", "Viva le donne", "Uomini superati dalle donne", "Donne sesso forte: battuti i maschi"*, etc etc.
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Le "donne" e i "maschi" è un classico.
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PS: gli USA - primi nel medagliere - hanno vinto ben 121 medaglie, di cui 46 d'oro.
Impressionanti.
Impressionante in negativo, invece, l'India; ossia un paese popolato da 1.276 miliardi di persone, ma capace di vincere solo due medaglie: una d'argento e una di bronzo.
Protetta finché dice le cose giuste. Probabilmente continuerebbe a partecipare alle olimpiadi, ma le concederebbero meno interviste e i media la riprenderebbero (in articoli o durante l'intervista, con la nota tecnica dei conduttori di 'guidare' le opinioni degli intervistati).
Non credo, perché è una donna occidentale del XXI secolo, per cui appartiene ad una specie protetta che può dire tutto e il contrario di tutto, senza subire alcun danno.
Peraltro, alcuni anni fa (poco prima delle Olimpiadi di Pechino, nel 2008), ci fu una giornalista italiana che disse qualcosa di sensato al riguardo - frasi somiglianti alle mie, del tipo "se le gare fossero miste lo sport femminile scomparirebbe"-, ma non le accadde assolutamente nulla, proprio perché è una donna.
Aspetta che una donna appaia critica verso le consuetudini moderniste e femministe e la musica cambia* , basta vedere gli insulti e gli articoli fortemente critici contro le Women Against Feminism.E' quanto volevo dire. Appena una donna comincia a uscire fuori dai sentieri battuti, subisce come minimo l'oscuramento mediatico. Lo prova il fatto che nessuna antifemminista (e ce ne sono) appare mai in TV.
Questo se si accoda a quello che vuole il sistema, del resto succede la stessa cosa coi maschi femministi.
Aspetta che una donna appaia critica verso le consuetudini moderniste e femministe e la musica cambia* , basta vedere gli insulti e gli articoli fortemente critici contro le Women Against Feminism.
*Che poi una donna che parla contro il femminismo o che parla in merito alla violenza sugli uomini riceva piú credito degli uomini che ne parlano, questo é innegabile, ovviamente.
Questo se si accoda a quello che vuole il sistema, del resto succede la stessa cosa coi maschi femministi.
Canottaggio, Olimpiadi: novità nel programma a Tokyo 2020? Più gare femminili, rischia il 4 senza pl
Pubblicato il 7 settembre 2016 da Federico Militello alle ore 12:44 in All Sports, Canottaggio, Remi
Novità in arrivo nel programma olimpico del canottaggio, molto probabilmente già a partire da Tokyo 2020. La Federazione Internazionale (World Rowing) mette in chiaro una necessità basilare: garantire il medesimo numero di gare per gli uomini e le donne.
Per farlo, chiaramente, servirà eliminare alcune competizioni per introdurne altre.
Nello specifico, sono al vaglio tre ipotesi.
Eliminazione del 4 senza pesi leggeri maschile, sostituito dal 4 senza senior femminile.
Eliminazione di due prove maschili (4 senza pl e 4 senza senior) ed inserimento del singolo pesi leggeri, sia per gli uomini sia per le donne.
Eliminazione totale del doppio senior (maschile e femminile) e del 4 senza pl, con inserimento del singolo pesi leggeri maschile e femminile e del 4 senza senior femminile.
Attualmente l’opzione 1 sembra la più percorribile e di più semplice realizzazione. In ogni caso, si può notare che il 4 senza pl maschile viene sempre escluso in tutte le ipotesi, dunque appare molto probabile un’esclusione di questa barca dal programma di Tokyo 2020.
Con l’incremento delle gare femminili, l’Italia dovrà investire senza indugio su un settore dove non è davvero mai riuscita a decollare, esclusa la parentesi di Milani-Sancassani nel biennio 2013-2014. I recenti risultati dei Mondiali juniores di Rotterdam, tuttavia, lasciano ben sperare.
federico.militello@oasport.it
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Gabriele Dente
7 settembre 2016 alle 23:18
Ma come si può anche solo pensare di togliere dal programma il 4 senza o il 2 di coppia senior?!
Visti gli stupidi paletti del CIO che penalizzano molte discipline, credo che l’unica soluzione possibile sia la 1.
P.S. Le federazioni nazionali e internazionali stanno finendo sempre più spesso in mano a gente che non ama la propria disciplina.
La rivincita sul destino della campionessa di tutto. Federica Pellegrini, un mito senza confini
Pubblicato il 7 dicembre 2016 da Federico Militello alle ore 01:30 in Acquaticità, Editoriali, Nuoto, Rubriche
La leggenda nasce anche dalle grandi sconfitte. Aveva lasciato le Olimpiadi di Rio 2016 in lacrime, distrutta nell’animo per quella medaglia sfumata di un soffio, nuotando un tempo al di sotto delle attese. A 28 anni sembrava il triste epilogo di una carriera comunque memorabile. No, non poteva finire così.
Spesso nello sport, come nella vita, dalle dolorose delusioni nascono le vittorie più intense, quelle che sanno emozionare. Federica Pellegrini ha affrontato l’inesorabile tagliola post-olimpica delle critiche, abbattutesi come un tornado su colei che, nonostante le apparenze, resta pur sempre una donna con la sua sensibilità, le sue debolezze e punti deboli.
Ha sofferto molto la fuoriclasse di Spinea. Ma il crepuscolo di un’estate amara è coinciso con l’alba di un’insaziabile sete di rivincita. Rinascere, ancora una volta. La batosta olimpica ha prodotto una nuova metamorfosi nella campionessa veneta, decisa a tornare alle origini ed a quei 100 sl che rappresenteranno l’ambizioso traguardo verso le Olimpiadi di Tokyo 2020.
Per riassaporare nuovamente l’ambrosia, tuttavia, la Divina non poteva che affidarsi agli amati 200 sl. Windsor ha chiuso un cerchio epocale: campionessa olimpica, mondiale (in vasca lunga e corta) ed europea. Campionessa di tutto. Semplicemente un’icona che ha segnato un’era di questo sport, come in altre epoche fecero Alberto Tomba per lo sci alpino, Armin Zoeggeler per lo slittino, Valentina Vezzali per la scherma, Fausto Coppi e Marco Pantani per il ciclismo.
L’azzurra ha trovato il coraggio di affrontare una nuova sfida per scacciare i fantasmi brasiliani. Non si è arresa, gestendo la sconfitta da autentica fuoriclasse e traendo da essa il fuoco per risorgere dalle ceneri. Una vittoria sul destino, prima ancora che sulle avversarie. No, quello di Rio non poteva essere l’epilogo. Nuovi confini attendono di essere varcati dal mito di colei che non si piega ai morsi dell’implacabile scorrere del tempo.
federico.militello@oasport.it
Porca miseria, ma questo non è un articolo sportivo: è un'agiografia. Degna del Minculpop. La "Divina"- chiosa l'imbecille. Ma questi tipi il
senso del ridicolo sanno cos'è? Evidentemente, quando perdi il senso della dignità nei confronti dell'altro sesso perdi anche tutto il resto
Persino Fantozzi che striscia davanti al Mega Direttore Galattico ha più rispetto di se stesso di tale zerbino belante, incensante e idiota.
Ti dirò di più: nessuna giornalista definisce mai "Divino" un campione di nuoto o di qualsiasi altro sport.
Qui ti contesto: Nuvolari fu incensato come un semidio anche da Lucio Dalla. Ti divertirai a sentire la sua ode poetica musicale.
:https://youtu.be/UiYchB5o70g
nessuna giornalista definisce mai "Divino" un campione di nuoto o di qualsiasi altro sport.
Belle rassegne frank.
... :hmm:7° Dan :ohmy:
Massimo, abbi pazienza, ma cosa mi contesti ?
Io ho fatto un distinguo ben preciso; ossia, ho scritto che
Quindi io mi riferisco alle femmine, alle donne giornaliste, qui e ora, ed inoltre ho specificato che nessuna di queste tizie usa il termine "Divino" nei confronti di un campione di sesso maschile.
Tutto qua.
Altrimenti è chiaro che molti grandi campioni di sesso maschile sono e sono stati incensati.
Nel suo paese lo è stato (e lo è) anche un grande (ex) judoka come Yasuhiro Yamashita.
https://it.wikipedia.org/wiki/Yasuhiro_Yamashita
7° Dan :ohmy:
Già... :cool: è un animale.Anche il mio! Ho partecipato a uno stage dove c'era Yamaguchi (10°) ma insegnava ai maestri :lol:
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Comunque anche il mio primo maestro di judo è un 6° Dan.
Certo, poi Yamashita è di un altro livello a prescindere.
Massimo, premesso che condivido le tue parole, va detto che in realtà la sopravvalutata Federica Pellegrini non ha affatto risentito della pressione mediatica su di lei, tantomeno ha "fallito".
La verità vera è che quelli sono i suoi tempi limite, oggi come in passato.
In merito riporto questo articolo pubblicato su OA.
http://www.oasport.it/2016/08/nuoto-155-e-davvero-la-dimensione-in-tessuto-di-federica-pellegrini/rio-2016/
Riguardo alle solite puttanate dei giornalisti (e delle giornaliste), va sottolineato che i suddetti hanno definito la statunitense Katie Ledecky, l' "anello di congiunzione tra il nuoto maschile e quello femminile"... :doh:
Questo a causa delle sue prestazione decisamente superiori a quelle delle colleghe; prestazioni che alcuni definiscono "da uomo".
Il che è ridicolo, innanzitutto perché le prestazione dei nuotatori di sesso maschile sono ben superiori alle sue; poi perché il divario esistente oggi tra i due sessi, ad esempio sulla distanza dei 400 stile libero, è più o meno lo stesso che c'era verso la fine degli anni Settanta.
https://it.wikipedia.org/wiki/Progressione_del_record_mondiale_dei_400_m_stile_libero
Record maschile negli anni 1977-1979
Record femminile negli anni 1978-1980
Record maschile odierno.
Record femminile odierno.
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Tra laltro, verso la fine degli anni Novanta e i primi anni del XXI secolo, il divario tra i due sessi era tornato ad aumentare in favore degli uomini.
Il record mondiale femminile restò imbattuto per 18 anni, dal 1988 al 2006.
Diciamo pure che tra i due sessi esiste un "effetto elastico".
Un giorno arriverà un nuotatore maschio capace di nuotare i 400 stile libero in meno di 3'40 e secondo alcuni esperti si potrà scendere anche a 3'38-3'37.
Tempo al tempo.
Nuoto: 1’55” è davvero la dimensione in tessuto di Federica Pellegrini
Pubblicato il 10 agosto 2016 da Francesco Caligaris alle ore 04:53 in Acquaticità, Nuoto
E’ andata così: quarto posto in 1’55”18 con il bronzo a 1’54”92. E’ andata malissimo: delusione per una medaglia che, cronometro alla mano, continua a sembrare più che alla portata. Del resto lo ha dichiarato a caldo Federica Pellegrini stessa: “Podio fattibilissimo“. E allora cosa può essere successo alla fuoriclasse azzurra nella finale dei 200 stile libero a Rio 2016?
E’ successo che, probabilmente, la sua vera dimensione in tessuto è l’1’55”. Quel muro, quello per scendere a 1’54”, negli ultimi mesi ha rappresentato più un’ossessione che un sogno, per parafrasare José Mourinho, probabilmente perché punzecchiata nell’orgoglio vedendo i super tempi di Katie Ledecky e Sarah Sjoestroem. Quel muro l’ha anche frantumato, volando a 1’54”55 al Trofeo Settecolli di fine giugno, ma ora ciò che resta di quella (inutile) prestazione è solo l’eccezione, non la regola.
Perché la regola senza costumoni (in poliuretano, quasi un altro sport, è ancora suo il record del mondo in 1’52”98), infatti, dice: oro ai Mondiali di Shanghai 2011 in 1’55”58, argento ai Mondiali di Barcellona 2013 in 1’55”14, argento ai Mondiali di Kazan 2015 in 1’55”32, oro agli Europei di Budapest 2010 in 1’55”45, oro agli Europei di Debrecen 2012 in 1’56”76, oro agli Europei di Berlino 2014 in 1’56”01, oro agli Europei di Londra 2016 in 1’55”93. E anche agli ultimi Assoluti di Riccione, nel tentativo di spaccare il mondo, si era fermata a 1’55”30.
Ecco: il palmarès non di discute, anzi. Ma la dimensione cronometrica, da stanotte ce n’è la conferma, non vale la medaglia olimpica. Questione di numeri, prima di tutto.
francesco.caligaris@oasport.it
Twitter: @FCaligaris
"Svelata" la causa del fallimento a Rio: http://www.gazzetta.it/Nuoto/16-01-2017/nuoto-pellegrini-delusione-rio-colpa-ciclo-180438298505.shtml
"COLPA DEL CICLO" — Federica a dicembre ha messo in bacheca l'ultimo oro nei 200 che le mancava, quello mondiale in vasca corta con tanto di record personale, a parziale riscatto del flop olimpico, rilegge la sua esperienza in vasca ai Giochi di agosto: "Quella finale è stata l'unica cosa sbagliata in un anno da incorniciare. Mi sono ascoltata dentro a lungo, ho parlato con l'allenatore Matteo Giunta e alla fine abbiamo capito che la causa è stata la vicinanza al ciclo. L'ho calcolato malissimo, e mi sono trovata a gareggiare nel momento per me peggiore fisicamente: mi sentivo come su un'altalena, con cali e stanchezze repentine. In finale ero un'altra persona rispetto al giorno prima. Ma non mi attacco a scuse: è un aspetto che ho sottovalutato.
Giuspal, come avevo già scritto lo scorso agosto, Federica Pellegrini non ha affatto "fallito". :cool2:La Pellegrini è da anni che ad ogni insuccesso inventa una scusa nuova.
http://www.oasport.it/2016/08/nuoto-155-e-davvero-la-dimensione-in-tessuto-di-federica-pellegrini/rio-2016/
Semplicemente i suoi limiti sono quelli.
Ma sleale com'è si guarda bene dall'ammetterlo.
Giuspal, come avevo già scritto lo scorso agosto, Federica Pellegrini non ha affatto "fallito". :cool2:
http://www.oasport.it/2016/08/nuoto-155-e-davvero-la-dimensione-in-tessuto-di-federica-pellegrini/rio-2016/
Semplicemente i suoi limiti sono quelli.
Ma sleale com'è si guarda bene dall'ammetterlo.
Trovo la cosa semplicemente ridicola.
Mumble mumble con le sue rotelline finché non l'è uscita, come da una slot machine, la combinazione C-I-C-L-O?:lol: :lol:
Ha fatto delle indagini per scoprire se per caso :doh: toh, l'unica in gara col ciclo in quei giorni era solo lei?
Sollevamento pesi, Laurel Hubbard trans vincente
La neozelandese ha vinto una gara nella cetegoria +90kg. Potrebbe andare ai Giochi del Commonwealth con la nazionale. Polemiche ma anche incoraggiamenti. Per il Cio è ok, esami superati
di Leandro De Sanctis
sabato 25 marzo 2017 15:15
Forse in futuro lo sport certificherà anche un terzo genere di identità, ma per ora gli uomini che diventano donne, con l’etichetta transessuale, gareggiano insieme alle donne biologiche. E fanno notizia. Ma non solo. Fanno anche discutere e in qualche caso contrariando non poco le avversarie, perchè vuoi o non vuoi, l’eredità del genere di nascita non si disperde totalmente, anche se il livello di testosterone rientra nei parametri fissati dal Cio (per qualcuno molto estesi...), perchè c’è altro che resta e che conserva il suo peso specifico nel momendo di gareggiare. Ma è materia molto scivolosa, specialmente in un’era dove il politicamente corretto impera.
Se in Italia si è parlato molto di Tifanny Pereira da Abreu, la pallavolista brasiliana diventata top scorer del Palmi in serie A2, in Nuova Zelanda un’altra trans è salita alla ribalta sportiva, nel sollevamento pesi. Laurel Hubbard, che da uomo si chiamava Gavin, è stata la prima donna transessuale vincitrice, pochi giorni fa in Australia, di una gara internazionale di sollevamento pesi. Ha vinto nella categoria +90kg sollevando 268 chili tra slancio e strappo, superando la seconda classificata, Iuniarra Sipaia, di 19 chilogrammi. Addirittura a 45 kg di distazzo Kaitlyn Fassina (223 kg). Il presidente della federazione neozelandese, Garry Marshall, si è difeso: «Dobbiamo seguire la politica del Comitato Olimpico Internazionale e della Federazione Internazionale di Pesistica che non riconoscono in alcun modo l’identità di genere di un atleta che non è maschio o femmina, non esiste la categoria di transgender». E la Hubbard ha superato tutti i test di testosterone a cui si è sottoposta nell’ultimo anno, ottenendo l’ok dal Cio per gareggiare. In alto i pesi quindi e con questo successo la Hubbard potrebbe arrivare ai Giochi del Commonwealth del 2018, nella squadra femminile della Nuova Zelanda. Divise anche le rivali: «Se fossi nella sua categoria, non mi sentirei di competere ad armi pari», ha dichiarato Deborah Acason, plurimedagliata australiana. Invece Tracey Lambrechs, oro ai Giochi del Commonwealth 2014 l’ha accolta a braccia aperte: «Sono felice che lei sia diventata una donna, non ho alcun problema per questo. Ognuno di noi deve fare nella vita ciò che lo rende felice».
Non è leale, secondo me.
Dunque, siccome conosco bene le "mie polle", sapevo che prima dell'incontro Irma Testa avrebbe fatto qualche altra dichiarazione femminista, idiota e scontata, ed inoltre che avrei letto le dichiarazioni di qualche altra pugilessa, con relativo "maestro" genuflesso.
Sul Corriere dello sport di oggi, alla pagina 25, è stato pubblicato un articolo intitolato:
"Testa, prima viene il record e poi i pugni"
"Mai un'azzurra sul ring olimpico:"E' una rivincita delle donne, combatterò per loro"
Irma TestaCitazionePer me è un orgoglio, combatterò per tutte le donne
indistintamente. E' una bella rivincita per tutte loro, perché non so quanti
avrebbero creduto che una donna potesse arrivare a tanto.
Sin da bambina ho sempre avuto delle ambizioni molto grandi, cercavo sempre
di prendere il meglio da tutto e di puntare più in alto possibile.
Per fortuna, ora in Italia ci sono tante ragazze che fanno boxe, anche se c'è
sempre qualche ignorante che non capisce che il mondo è cambiato.
Quale atleta di sesso maschile direbbe "combatterò per tutti gli uomini" ?
Queste sono le femminucce che si danno agli sport da combattimento: eterne complessate, in perenne competizione con gli uomini.
Ancor più ridicola è questa affermazione:
Contro chi sarebbero "arrivate a tanto", le donne?
Ovviamente contro altre donne e con il consenso della controparte maschile, perché è chiaro che da sole non avrebbero mai combinato nulla.
Peraltro, tramite miei amici ex pugili ed esperti di pugilato, mi risulta che in Italia, fino agli anni Novanta, cioè prima che alle femmine fosse permesso di praticare ufficialmente la boxe, tale disciplina fosse mediaticamente considerata roba da violenti trogloditi, magari un po' ritardati anche a causa dei pugni ricevuti in faccia.
Tutto è cambiato quando sono arrivate le pugilesse: in quel momento anche il pugilato è diventato uno sport "bello, buono e giusto", nonché "adatto alle donne".
Ma non è finita qui.
Nella stessa pagina c'è un altro articolo intitolato:
"Se la pugile di Panama batte bandiera pugliese"
Bene, riporto una sintesi del suddetto articolo.CitazioneLe donne sono più determinate degli uomini, più tenaci
e non mollano mai, dice Athena Bylon, 27enne pugilessa panamense, campionessa
del mondo nella categoria 69 kg e in gara nei 75 kg alle Olimpiadi di Rio.
Ad allenare questa potenziale "Million Dollar Baby" c'è un tecnico italiano.
Nino Fracasso, foggiano e veterano della preparazione pugilistica a livello
nazionale e internazionale. E' lui che definisce le donne sul ring "migliori degli uomini".
Il motivo, spiega, è soprattutto di testa. Le ragazze si allenano con un'intensità diversa.
Gli uomini sono più scansafatiche".
Questo per chi avesse ancora dei dubbi riguardo a chi realmente siano le donne, ma non solo quelle italiane, bensì in ogni parte del mondo.
Come ho già avuto modo di scrivere in più occasioni, le donne son donne ovunque, in ogni tempo e in ogni luogo.
Pertanto la loro indole e i loro complessi di inferiorità sono gli stessi ovunque; femminismo o meno.
Ovviamente una bella mano gliela danno tanti odierni "maestri" (?) di pugilato, o di arti marziali, che al contrario di quelli di una volta, son veramente ossessionati dalle donne - qui come altrove -, nonché convinti che le suddette siano realmente migliori degli uomini.
Certo, "migliori degli altri uomini", ma non di loro.
Ed infatti nessuno di questi deficienti dà mai le dimissioni per lasciare il proprio posto a una femminuccia.
Cosa è cambiato, allora, se vent’anni dopo, in questa rivoluzione copernicana del ring, l’Italia si presenterà all’Olimpiade di Tokyo senza neanche un uomo e con quattro donne? Sono, in ordine di peso, Giordana Sorrentino (51 kg), Irma Testa (57 kg), Rebecca Nicoli (60) e Angela Carini (69). Nella storia dell’emancipazione femminile dello sport italiano l’esempio di queste quattro “principesse” – due napoletane, una romana e una milanese in rappresentanza di un movimento compatto e variegato – vale più di mille discorsi. Ma nessuno ha più diritto di parola di Emanuele Renzini, c.t. azzurro di entrambi i settori, che per primo in Italia ha creduto nella boxe femminile.
Lei è stato anche la guida maschile, qual è la differenza?
«Le donne sono più determinate, più concentrate sull’obiettivo, più tenaci. Ma sono convinto che il materiale maschile su cui lavorare c’è a livello giovanile. Intanto a Tokyo l’obiettivo minimo è una medaglia».
Proviamo a immaginare, caro Frank, quanto i giornali ci lesseranno i marroni per giorni e giorni se mai la nostra Federica Pellegrini potesse vincere una medaglia d'oro alle Olimpiadi. Già me lo prefiguro. :D
Nessun uomo sul ring alle Olimpiadi, solo donne
«Alle Olimpiadi del 2012 di Londra le pugili italiane non erano presenti. A Rio de Janeiro nel 2016 c’ero solo io. Adesso siamo in quattro. Le donne sono una potenza» afferma orgogliosa Irma Testa, la “Farfalla”, 23 anni, nata a Torre Annunziata in un quartiere difficile, la “Provolera”, definito dai giornali locali “il centro commerciale della droga”, dove gli allenatori strappano i bambini alla strada e li portano in palestra.
Angela Carini, una futura poliziotta
Piedi ben piantati per terra e idee chiare sul domani anche per Angela Carini, iscritta alla facoltà di Giurisprudenza, desiderosa di entrare in polizia: «Non è il momento di montarsi la testa. Stiamo andando ad affrontare un’Olimpiade con maturità. Ho iniziato a tirare di boxe a 12 anni con mio fratello e mio padre. Mamma non era contenta della scelta di questo sport, mi aveva iscritto a danza moderna. Ora è la mia prima tifosa. Dimostriamo in ogni campo di essere capaci di fare tutto, tutte le donne sono delle guerriere, siamo molto forti, di testa e fisicamente. Ho rotto il crociato anteriore, ma non ho mai mollato». E poi confessa: «Mi addormento e mi sveglio con questo sogno. Aspettavo questo momento da otto anni. È un’emozione indescrivibile».
Rebecca Nicoli, 21 anni, incalza: «Tokyo è il sogno di una bambina di 4 anni che ha visto l’Olimpiade di Atene 2004 e si è detta: io voglio arrivare lì».
Solo qualche mese fa Rebecca camminava con le stampelle per un intervento all’anca e quasi nessuno avrebbe scommesso sul rientro. Nessuno tranne lei, tantissimi sport alle spalle e un problema superato: «Da piccola ho iniziato ad essere un po’ in carne, un po’ tanto. Mi sono trovata con i guantoni grazie a un volantino che pubblicizzava la boxe. A noi donne, sul ring, ci hanno sempre sottovalutato».
Rebecca, immancabilmente, prima della gara telefona al fidanzato. Già, l’amore ai tempi della boxe. «Il mio fidanzato è molto paziente, è un pugile della nazionale, Raffaele Munno, e capisce il momento» dice Rebecca. «Non abbiamo tempo per i fidanzati, siamo ancora giovani» taglia corto Giordana Sorrentino. Irma Testa, la “veterana” della squadra, conferma: «Non è facile conciliare cuore e ring».
Olimpiadi di Tokyo, nel pugilato le donne italiane battono gli uomini
Non era mai accaduto in 101 anni, ma quest’anno l’Italia maschile del pugilato deve rinunciare alle Olimpiadi. Cosa ben diversa per il pugilato femminile che di donne ne ha qualificate ben tre
Primo oro italiano alle Olimpiadi: è di Dell'Aquila nel taekwondo, una nuova disciplina marziale. Ancora una volta un uomo. E ancora una volta si celebra una vittoria ITALIANA, non una vittoria MASCHILE. Si dirà: ma se ha combattuto contro un altro uomo che vittoria maschile è? Appunto. Invece si può essere certi che una vittoria di un'atleta italiana sarebbe celebrata come soprattutto una vittoria FEMMINILE. Inutile obiettare: ma si è confrontata con altre donne. Non importa, verrebbe risposto: è una vittoria femminile lo stesso. Alla faccia della logica. E del ridicolo.
Comunque, domani sera combatterà la pugilessa Irma Testa, che, non dimentichiamolo, alcuni mesi fa dichiarò quanto segue:CitazioneGli uomini non hanno la determinazione, l'aggressività, la capacità di sopportare il dolore e la fatica che abbiamo noi donne. Il futuro è nostro, anche qui".
Capito con che razza di cretine complessate abbiamo a che fare ?
Poi come si fa a tifare per stronze del genere ?
Voglio dire: una Irma Testa avrebbe una maggiore determinazione, aggressività e capacità di sopportare il dolore e la fatica di un Tyson o un Foreman ?
Quindi questa ragazzotta e le sue colleghe sarebbero migliori di un Roberto Cammarelle, che ha vinto tre medaglie olimpiche ? (una d'oro, una d'argento e una di bronzo).
Dico solo una cosa: il pugilato, così come qualsiasi altra disciplina da combattimento, è stato inventato dagli uomini.
Tuttavia, il fatto sconcertante è il perenne silenzio dei pugili, incapaci di rispondere a tono a questa povera complessata.
Tra l'altro, al contrario sarebbe già scoppiato il finimondo mediatico, tipo quello relativo alle "cicciottelle".
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Irma Testa
http://images2.gazzettaobjects.it/methode_image/2016/04/15/Varie/Foto%20Varie%20-%20Trattate/testa-U202073402018QM-U150246038681ZpH-350x524@Gazzetta-Web_zoom.jpg?v=201604160006
Mike Tyson
http://miketysonbitcoin.com/wp-content/themes/mt/img/mike.png
George Foreman
http://1.bp.blogspot.com/-WNoxfRcEOU8/VIrldetGJrI/AAAAAAAADwM/VyT3rDB5lXc/s1600/pugile%2Bgeorge%2Bforeman.jpg
Roberto Cammarelle
http://www.sportfair.it/wp-content/uploads/2016/01/small_120807-093604_to070812spo_0048.jpg
Come si fa a non ridere?
NUOTO: PELLEGRINI "PRIMA DI ESSERE UN’ATLETA SONO UNA DONNA"
martedì, 21 ottobre 2014 italpress
MILANO - Belle e vincenti cosi' le atlete azzurre che in varie discipline, dal tennis, alla scherma, dalla pallavolo al nuoto sono protagoniste a livello mondiale, anche piu' degli uomini. Forse la pia' rappresentativa di queste azzurre e' Federica Pellegrini, la prima a vincere un oro olimpico (Pechino 2008), pluri campionessa mondiale e primatista nei 200 stile libero. "E' una gioia vedere cosi' tante atlete belle e vincenti" dice Federica ospite del TG5. "E' frutto del cambiamento dello sport negli ultimi anni, visto che prima era prettamente maschile. Noi donne forse siamo piu' determinate e cattive nel senso prettamemte tecnico dello sport. Siamo piu' agoniste degli uomini" dice la Pellegrini che sul fatto che rispetto agli anni passati i cui la bellezza delle atlete era nascosta da muscolature che le rendevano piu' simili agli uomini, afferma: "e' frutto dell'uso del doping negli anni passati, io parlo del nuoto che conosco bene. Se ne faceva abbastanza uso, vedi le atlete della Germania Est o della Cina. Per fortuna adesso e' cambiato molto ed il doping pian piano sta scomparendo. Io comunque mi sento una donna in primis e poi un'atleta. Cerco di rimanere una donna" afferma la Federica nazionale che sugli obiettivi per il futuro ricorda come il prossimo sia "L'Olimpiade di Rio 2016. Dopo potro' dire di aver concluso il mio ciclo nel nuoto". E quando smettera' di nuotare a livello agonistico? "Avro' un po' di respiro per ritrovare la mia famiglia, visto che manco da casa da quando avevo 15 anni - dice -. Tornero' in famiglia e poi vedremo quello che Dio vorra'". . tvi/red
Athena BylonCitazioneLe donne sono più determinate degli uomini, più tenaci
e non mollano mai, dice Athena Bylon, 27enne pugilessa panamense, campionessa
del mondo nella categoria 69 kg e in gara nei 75 kg alle Olimpiadi di Rio.
Ad allenare questa potenziale "Million Dollar Baby" c'è un tecnico italiano.
Nino Fracasso, foggiano e veterano della preparazione pugilistica a livello
nazionale e internazionale. E' lui che definisce le donne sul ring "migliori degli uomini".
Il motivo, spiega, è soprattutto di testa. Le ragazze si allenano con un'intensità diversa.
Gli uomini sono più scansafatiche".
Ok, perfetto.
http://www.gazzetta.it/Sport-Vari/Boxe/22-07-2015/boxe-arthur-abraham-re-dolore-titolo-mondiale-la-mandibola-rotta-120656762117.shtmlCitazioneBoxe: Arthur Abraham "re di dolore", titolo mondiale con la mandibola rotta
Nuova impresa del supermedio tedesco, che ha letteralmente stretto i denti e sabato notte ha messo al tappeto il connazionale Stieglitz nella sfida per la cintura Wbo
22 luglio 2015 - Milano
"King of pain", re di dolore, cantavano i Police. Uno stoico "re di dolore" si è confermato Arthur Abraham, 35 anni, King Arthur per gli appassionati di pugilato. Il supermedio tedesco di origini armene, 43 vittorie (29 per ko, il 67%) e 4 sconfitte in 12 anni di carriera professionistica che l'ha visto battersi 21 volte per una cintura iridata, ha difeso sabato notte ad Halle (Germania) il titolo Wbo dall'assalto del connazionale Robert Stieglitz (47-5-1) mettendolo ko al 6° round, vincendo la terza sfida su quattro della loro saga teutonica e tenendo incollati alla tivù in seconda serata 3,61 milioni di spettatori tedeschi.
stringere i denti — Un netto successo divenuto epico ora che, dopo le analisi mediche fatte nelle 48 ore successive la match, si è saputo che King Arthur ha vinto con la mandibola sinistra fratturata. Evidentemente la sua soglia di dolore è così alta che dal quarto round, quando ha iniziato a sentire male, gli ha permesso comunque di stringere letteralmente i denti, incassare i colpi dell'avversario e accentuare l'efficacia della sua azione per trovare al più presto possibile il k.o. decisivo. Abraham non è nuovo a simili imprese. Una ancora più stoica l'aveva portata a termine nel 2006, quando contro Edison Miranda il mondiale Ibf la mascella si era rotta al 5° round e lui aveva continuato imperterrito fino al 12° vincendo il match ai punti. Un vero King of pain.
Ivan Malfatto
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Mi risulta che di casi del genere ce ne sono stati tanti nella lunga storia del pugilato maschile.
Mentre non mi risulta altrettanto nella recente storia del pugilato femminile.
Le medaglie, come le gare, sono divise per sessi altrimenti lo sport femminile non esisterebbe neanche. Dunque in questo caso il separatismo giova alle donne ed è ben accetto, diversamente da altri campi. Ma a parte questo, se in una nazione le donne conquistano più medaglie degli uomini in una Olimpiade, è matematico che in un’altra siano gli uomini a conquistarne di più. Ma allora che senso ha parlare di sorpassi al femminile, di maggior tenacia, di capacità di fare squadra delle donne, di maggior spirito di sacrificio e via banalizzando? E si è mai letto qualcosa del genere quando sono i maschi a vincere più medaglie? Mai, ovviamente e giustamente. Quindi sia l’articolo che i commenti entusiasti non hanno senso alcuno, sono solo l’espressione del maintream in cui siamo immersi che obnubila menti e ragione.
Sulla differenza di retribuzione fra sport maschile e femminile: avete mai letto di ingiustizia retributiva fra le modelle e i modelli maschi(di cui nessuno ricorda il nome)?
No, ovvio. Le modelle smuovono un business e un interesse che i maschi non si sognano. Lo sport al femminile, per diventare visibile e interessante per gli spettatori dal vivo e in TV, deve penosamente ridurre oltre il limite i cm quadrati dei costumi di scena delle atlete, le quali da parte loro accettano ben volentieri questa esposizione del “corpo delle donne” sia per guadagnare di più, sia, diciamocelo, per narcisismo. E allora di che si lamentano? Sarebbe come se un romanziere che vende mille copie pretendesse di essere pagato come quello che ne vende 100.000. Assurdo! Ma viviamo, appunto, nel teatro dell’assurdo, come questa discussione e l’articolo che ne è all’origine dimostra.
All'inferno e ritorno: Vinny Pazienza, l'uomo che visse due volte
di LUIGI PANELLA
Una scena del film
Esce nelle sale 'Bleed for this', la storia dell'istrionico pugile italoamericano, un guerriero che faceva impazzire gli Stati Uniti. La vittorie, la vita sgregolata, un terribile incidente stradale, le sofferenze, fino all'incredibile ritorno sul ring
Primo oro italiano alle Olimpiadi: è di Dell'Aquila nel taekwondo, una nuova disciplina marziale. Ancora una volta un uomo. E ancora una volta si celebra una vittoria ITALIANA, non una vittoria MASCHILE. Si dirà: ma se ha combattuto contro un altro uomo che vittoria maschile è? Appunto. Invece si può essere certi che una vittoria di un'atleta italiana sarebbe celebrata come soprattutto una vittoria FEMMINILE. Inutile obiettare: ma si è confrontata con altre donne. Non importa, verrebbe risposto: è una vittoria femminile lo stesso. Alla faccia della logica. E del ridicolo.
CLUBBER
Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Reply #39 on: August 12, 2016, 21:53:52 PM »
Non sono assolutamente d'accordo.
Il fatto che sia DIFFICILE primeggiare nel loro genere sessuale non significa che i loro risultati siano uguali.
Chi vince nello sport non è chi si È IMPEGNATO di più ma chi porta a casa il risultato.
Non c'è la medaglia d'oro all'impegno, c'è la medaglia a chi è più veloce,a chi ha saltato più in alto,a chi ha sollevato più chili e a chi ha mandato KO l'avversario.
Le donne quindi competono tra loro perché a parità d'impegno comunque hanno prestazioni inferiori e se gareggiassero con gli uomini di medaglie non ne avrebbero neanche una,quindi possiamo affermare tranquillamente senza inutile buonismo che SI,LE LORO MEDAGLIE VALGONO MENO.
Lo sport femminile è uno sport di serie B e lo sport maschile di serie A.
Non è neanche oggetto di discussione ma è una questione di puri numeri e risultati
Primo oro italiano alle Olimpiadi: è di Dell'Aquila nel taekwondo, una nuova disciplina marziale. Ancora una volta un uomo. E ancora una volta si celebra una vittoria ITALIANA, non una vittoria MASCHILE. Si dirà: ma se ha combattuto contro un altro uomo che vittoria maschile è? Appunto. Invece si può essere certi che una vittoria di un'atleta italiana sarebbe celebrata come soprattutto una vittoria FEMMINILE. Inutile obiettare: ma si è confrontata con altre donne. Non importa, verrebbe risposto: è una vittoria femminile lo stesso. Alla faccia della logica. E del ridicolo.
Loro non vincono per la propria nazione; no, loro vincono "contro i propri connazionali", il fantomatico patriarcato, le oppressioni subìte negli ultimi centomula anni (quindi già ai tempi dei Neanderthal), etc.
Comunque, non so che darei per avere 25 anni di meno, ed essere presente anch'io in terra giapponese... ovviamente nel judo.
Sai "le matte risate"...
Io le matte risate me le farei nel vederti scontrare con Elisabetta Canalis la quale ha affermato di non temere lo scontro fisico con nessun maschio perchè lei ha "una mentalità guerriera" (parole sue) e conosce la tecnica e la pratica della disciplina del krav maga.
Elisabetta Canalis la quale ha affermato di non temere lo scontro fisico con nessun maschio
Le atlete italiane ci hanno fatto guadagnare due bronzi: ovviamente toni trionfalistici in TV, contrapposti ai toni quasi dimessi con i quali si è celebrato l'oro di Dell'Aquila e l'argento di Samele. Ovvio: trattandosi di MASCHI hanno fatto, al solito, solo "quello che dovevano fare" e quindi perchè stupirsi più di tanto delle loro (prevedibili, scontate e DOVUTE) vittorie? E' giusto invece felicitarsi della vittoria di Giuffrida e della Borghini anche se si tratta di un volgarissimo bronzo. Ogni impresa è un'impresa se compiuta da una femmina. Viceversa, i maschi che vincono fanno solo "il loro dovere" come è capitato ai calciatori della Nazionale, peraltro già dimenticati. Non oso pensare cosa sarebbe poi successo nel circolo mediatico se Dell'Aquila e Samele avessero vinto il bronzo e la Giuffrida e la Borgini l'oro e l'argento. Si sarebbe detto che questa è la giusta rappresentazione "dell'attuale declino del maschio" il quale di fronte alle donne trionfanti ed emergenti non può far altro che arretrare e aspirare solo al bronzo, unica ricompensa che "il maschio smarrito di oggi" può ottenere dopo che i posti migliori, cioè simboleggiati dall'oro e dall'argento se li sono presi e se li prendono le donne. Non potendo più fare un discorso del genere, adesso non resta che esaltare il bronzo delle atlete. Nelle loro mani, novelle Re Mida, anche uno schifosissimo bronzo si trasforma in oro purissimo.
Zanni di bronzo nel sollevamento pesi! Ed è record italiano!
Mirko Zanni, 23 anni, festeggia il bronzo di Tokyo.
L'atleta di Pordenone ha alzato complessivamente 322 kg, piazzandosi alle spalle del cinese Chen e del colombiano Mosquera Lozano nella categoria dei 67 kg
Ovviamente, il bronzo di Mirko Zanni non vale quello della Giuffrida e della Borgini. Ovviamente.
Mirko Zanni, 9,5: ci scuseranno Odette Giuffrida ed Elisa Longo Borghini, ma fra i tre bronzi odierni è quello che pesa di più. L’Italia non saliva sul podio nel sollevamento pesi dal 1984. Il friulano ha affrontato la gara con piglio garibaldino, sempre all’attacco, quasi con sfrontatezza. La fortuna aiuta gli audaci, come si suol dire. Un ideale trampolino di lancio anche per Antonino Pizzolato, altra carta importante nei -81 kg.
Akadaka
4 anni fa
Thorpe here in 2000 is still faster than what they swim 400m in Rio 16 years later... and he retired so early into he's career who knows how quick he could of done if he's motivation from the sport didn't wane.
Le prove di sollevamento pesi ai Giochi della XXXII Olimpiade si svolgeranno tra il 24 luglio e il 4 agosto 2021 al Tokyo International Forum. Il programma prevedrà 14 eventi a cui parteciperanno un totale di 196 atleti.[1] Rispetto all'edizione precedente è stato eliminato un evento maschile, così da avere un numero uguale di eventi maschili e femminili, e le categorie di peso sono state modificate.[2]
FLOP del fioretto femminile italiano: per la prima volta senza medaglie dopo 33 anni. Adesso come la mettiamo con il nuovo mito della donna moderna che ha SEMPRE una marcia in più? Mentre invece Samele ha già vinto l'argento alla sciabola. E con il mito parallelo (che ci viene CONTINUAMENTE riproposto) del maschio in crisi come la mettiamo adesso di nuovo?
A proposito delle solite ossessioni relative alla "parità" (?) tra uomo e donna...
https://it.wikipedia.org/wiki/Sollevamento_pesi_ai_Giochi_della_XXXII_Olimpiade
Una porcata del genere l'han fatta anche nel pugilato.
Teniamo d'occhio il Settebello campione del Mondo; bella la pallanuoto, sport virile dove gli italiani primeggiano ma prendono mazzate dai Serbi, Croati e Ungheresi che per stazza naturale ci sovrastano.
Il nuovo Regolamento premia le squadre tecniche; domattina 8:30 contro la Grecia la prima sfida vera dopo il 21-2 al Sudafrica, i Greci per tradizione forti e sgamati
Forza Italia!
cerco di vederla in positivo Massimo; credo che lo sport in particolare sport come la pallanuoto, il rugby o gli sport da combattimento con molta disciplina come il judo il karate siano ancora un rifugio per le generazioni a venire rispetto al rincoglionimento dei ragazzi davanti a youtube e videogiochi e alla educazione devirilizzata fluida e tecnologica
sport dove ancora non la fanno da padrone il professionismo malato del denaro come il calcio e il tennis. In particolare il calcio dove vediamo spesso bamboccioni volare per terra senza nemmeno essere sfiorati non riesco nemmeno più a guardarlo, mi fa vomitare
cerco di vederla in positivo Massimo; credo che lo sport in particolare sport come la pallanuoto, il rugby o gli sport da combattimento con molta disciplina come il judo il karate siano ancora un rifugio per le generazioni a venire rispetto al rincoglionimento dei ragazzi davanti a youtube e videogiochi e alla educazione devirilizzata fluida e tecnologicaVerissimo. Servono anche a recuperare quartieri a rischio
Anche la scherma e il golf comunque sono sport belli e tecnici. Il calcio se disintossicato dal business e' uno sport elegante, bello, con altissima tecnica (specie calcio a 5 o Beach Soccer). Il problema non e' il tipo di sport in se', ma e' il business che c'e' dietro.
Se vi è una cosa che non perdono agli imbecilli femministi addetti al vulvolecchinaggio mediatico è quella di avermi portato a non desiderare troppo il successo delle atlete italiane alle Olimpiadi.
Sono le Olimpiadi delle donne, sono le guerriere dell’Italia, sono le Leonesse azzurre, sono le nostre eroine, indomite Campionesse che stanno incantando alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. Il nostro medagliere luccica proprio grazie a loro, il gentil sesso ci sta trascinando sulla neve e sul ghiaccio della Corea del Sud, conquista medaglie a raffica, esalta lo sport italiano e ci fa sognare con grande classe.
Combattenti agguerrite che hanno impugnato sci, snowboard e pattini come armi gentili per infilzare le avversarie e trionfare da vero fuoriclasse. L’Inno di Mameli suona e risuona, scalda l’aria in estremo Oriente e rimpingua il bottino della nostra spedizione: Arianna Fontana, Michela Moioli, Sofia Goggia. Strettamente nell’ordine temporale in cui hanno conquistato la medaglia d’oro: l’Italia ha portato a casa tre titoli, tutti per mano di donne che tengono in alto il tricolore. La nostra portabandiera ha rotto il ghiaccio imponendosi sui 500m e poi è anche diventata la più medagliata di sempre nello short track (7 volte sul podio a cinque cerchi, superata Wang Meng), Michela ha dominato nello snowboardcross, Sofia ha pennellato in discesa e ha esultato in maniera autoritaria.
Hanno trionfato da favorite della vigilia, senza farsi schiacciare dalla pressione, senza crollare psicologicamente, senza lasciare margini ad avversarie molto quotate: una valtellinese e due bergamasche, tra l’altro molto amiche tra loro, compagne di palestra e insieme sull’Olimpo. La Fontana si è tra l’altro messa al collo un altro alloro (l’argento con la staffetta) e, infatti, se guardiamo il medagliere complessivo composto da 9 medaglie emerge che 5 sono totalmente femminili, una è mista e tre sono state ottenute da uomini (l’argento di Federico Pellegrino nella sprint di sci di fondo, il bronzo di Nicola Tumolero sui 10000m di speed skating e il bronzo di Dominik Windisch nella sprint di biathlon). A completare il il bottino delle nostre guerriere ci sono il bronzo di Federica Brignone nel gigante e il già citato argento della staffetta di short track mentre Dorothea Wierer e Lisa Vittozzi sono state parte fondamentale della mista di biathlon insieme a Lukas Hofer e Dominik Windisch.
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Re:"Donne Vittoriose"
« Reply #183 on: January 21, 2018, 23:57:12 PM »
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http://video.gazzetta.it/arianna-fontana-portabandiera-orgogliosa-segnale-tutte-donne/d5483ac2-b8b1-11e7-8129-5858f2326282CitazioneArianna Fontana portabandiera: "Orgogliosa, un segnale per tutte le donne"CitazioneUfficializzata al Coni la scelta della pattinatrice per PyeongChang 2018. "Credo che sia importante che io arrivi dopo Federica Pellegrini: noi donne siamo forti, senza di noi gli uomini sarebbero persi"
Son fatte con lo stampino: non ce n'è una che non ripeta come un mantra le solite vaginate.
Gli uomini son realmente l'ossessione di queste povere complessate, per le quali ogni occasione è buona per sputare veleno.
Non per niente mi è assolutamente impossibile tifare per le nostre connazionali.
Anche alle prossime Olimpiadi invernali tiferò solo ed esclusivamente per gli atleti italiani di sesso maschile.
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Re:"Donne Vittoriose"
« Reply #135 on: September 09, 2017, 13:27:03 PM »
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https://www.tuttojuve.com/primo-piano/esclusiva-tj-carolina-morace-juve-importante-per-decollo-calcio-femminile-guarino-ha-grande-personalita-polemiche-nessuna-scorrettezza-bianconera-sul-379077
"....Il calcio femminile italiano ha bisogno delle grandi squadre che investano e credano nel movimento calcio femminile. Sicuramente un vantaggio per le giocatrici usare delle strutture e dei professionisti già operanti nel calcio maschile."
Olimpiadi Invernali PyeongChang 2018: Italia promossa e di nuovo competitiva. Donne al potere, ma non manca qualche ombra
24 febbraio 2018 17:50 Federico Militello
Bilancio più che positivo per l’Italia alle Olimpiadi Invernali di PyeongChang 2018. Raggiunto l’obiettivo delle 10 medaglie fissato dal presidente del Coni Giovanni Malagò, anche se è lecito pensare che il numero uno dello sport italiano avesse stabilito un traguardo minimo e prudenziale, ben consapevole al tempo stesso di poter contare su potenzialità addirittura superiori. La spedizione azzurra ha dimostrato in effetti di poter valere anche un numero maggiore di podi.
Il bottino finale va considerato dunque in linea con le aspettative. Per la sesta volta nella sua storia l’Italia ha raggiunto la doppia cifra, dato che ci fa comprendere come si tratti di un risultato tutt’altro che disprezzabile: non accadeva dall’edizione casalinga di Torino 2006. In una sola Olimpiade, inoltre, il Bel Paese ha triplicato il numero di ori vinti nelle due edizioni precedenti. Non che ci volesse molto, a dire il vero. I tre successi, tuttavia, non apparivano per niente scontati alla vigilia dei Giochi e più di ogni altra cosa certificano la ritrovata competitività dell’Italia nel panorama internazionale.
Dieci le posizioni guadagnate nel medagliere rispetto a Sochi 2014: dalla ventiduesima alla dodicesima. Non è mancato molto per la top10, rimasta a portata di mano praticamente fino all’ultimo giorno. Nelle ultime due decadi, i tempi sono cambiati. A Nagano 1998 l’Italia colse 10 podi come a PyeongChang 2018, ma con un oro in meno: finì decima nel medagliere. L’asticella si è alzata notevolmente. Sono aumentate non solo le discipline, ma anche le nazioni che concorrono alle prime posizioni. Come già preventivato alla vigilia, per ambire alla top10 servono ormai tra i 4 ed i 6 ori.
Rispetto alle Olimpiadi estive, all’Italia mancano un paio di sport ‘serbatoio’ come scherma e tiro a volo da cui attingere un buon gruzzolo di medaglie d’oro. L’Olanda punta quasi tutto sullo speed skating, la Corea del Sud sullo short track. Per il Bel Paese non esistono invece podi o, ancor di più, ori ‘sicuri’. Siamo competitivi nella stragrande maggioranza degli sport, senza però poter contare sul dominatore alla Martin Fourcade che, da solo, riesce a portare a casa tre titoli.
I Giochi di PyeongChang ci lasciano in eredità due fuoriclasse come Sofia Goggia e Michela Moioli che, se lo vorranno, saranno destinate a segnare un’era dello sport tricolore, mentre una terza, Arianna Fontana, si è addirittura consacrata come una delle più grandi leggende di tutti i tempi. La valtellinese non ha ancora sciolto i dubbi sul proprio futuro: qualora proseguisse per altri quattro anni, sarebbe una benedizione. Bisognerà altresì comprendere le cause che hanno portato diversi atleti di punta a smarrirsi proprio nell’appuntamento clou della stagione: alcuni di questi, spesso formidabili in Coppa del Mondo, non hanno retto la pressione del grande evento.
Verrà ricordata inoltre come l’Olimpiade delle donne: il 60% delle medaglie sono state conquistate dal gentil sesso, senza dimenticare la gara mista di biathlon. E dire che gli ultimi ori al femminile risalivano addirittura al 2002 con Daniela Ceccarelli, Stefania Belmondo e Gabriella Paruzzi. La sensazione è che tale tendenza possa addirittura accentuarsi in vista di Pechino 2022.
L’avventura coreana ha poi messo in risalto alcune discipline dove è stata attuata una programmazione mirata che, con impegno e tanto lavoro, sta portando e poterà risultati nel lungo periodo: pensiamo in particolare a biathlon (malgrado il tallone d’Achille dell’ultimo poligono…), snowboard, speed skating, sci alpino femminile (molto preoccupante, invece, la situazione degli uomini) ed anche slittino. Altri settori potrebbero faticare a breve qualora le proprie stelle decidano di abbandonare l’attività agonistica (pattinaggio artistico e short track), mentre restano dei vuoti allarmanti. Non è possibile, ad esempio, che l’Italia sia completamente sparita nel bob, sport in cui vanta una gloriosa tradizione. Non bene neppure skeleton (pur con l’attenuante dell’infortunato Mattia Gaspari) e combinata nordica. C’è poi un atavico problema: non si investe nelle discipline acrobatiche, né nello snowboard né nel freestyle. Prendiamo come esempio i moguls e gli aerials: non solo non erano presenti azzurri, ma non esiste neppure una Nazionale italiana, né tanto meno una scuola che si preoccupi di insegnarli ai giovanissimi. L’indirizzo del CIO è ben chiaro: per andare incontro alle esigenze delle nuove generazioni, questo tipo di gare sarà destinato a crescere progressivamente. Non investirci significa rinunciare ad una fetta importante di eventi che assegnano medaglie pesanti.
In conclusione, l’Italia aveva ottenuto risultati molto importanti nell’arco del quadriennio, imponendosi come una nazione eclettica e capace come poche altre di eccellere su più fronti. Serviva però la prova a cinque cerchi per certificare una ritrovata competitività sul proscenio mondiale. L’esame è stato superato con un bel 7,5. Dopo i tormenti di Vancouver 2010 e Sochi 2014, ghiaccio e neve ci sono tornati amici.
federico.militello@oasport.it
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Re:"Donne Vittoriose"
« Risposta #216 il: Febbraio 25, 2018, 15:23:57 pm »
Citazione da: Frank - Febbraio 21, 2018, 19:13:49 pm
Non a caso evidenzio certe cose.
Io ero un judoka e anche se "ai miei tempi" c'erano molte meno femmine nelle palestre, ho comunque avuto modo di "relazionarmici", per così dire, e consequenzialmente di conoscerle bene; ragion per cui so bene cosa pensano e come ragionano.
E non per niente dico e scrivo che mi è impossibile tifare per le atlete italiane.
Atlete che in ipotetiche gare miste scomparirebbero letteralmente.
Calcola che a livello mediatico, e ormai da lustri, le vittorie delle donne contro altre donne, sono sinonimo di "vittoria contro gli uomini " e parimenti di "superiorità sugli uomini".
Insomma, un autentico delirio.
Basta citare il fatto che ad ogni vittoria femminile, quotidiani come la Gazzetta, Il Corriere dello Sport, la Repubblica, la Stampa, etc, se ne escono regolarmente fuori con titoli del tipo:
"L'oro è donna", "l'Olimpiade è donna", "la boxe è donna" , "il rugby è donna", "la velocità è donna" , "potere rosa", "Italia: lo sport è rosa", etc etc.
@@
PS: sulla pista dove Sofia Coggia ha vinto la medaglia d'oro, contro i migliori atleti di sesso maschile, la suddetta avrebbe beccato come minimo 4 secondi.
Parole di Giovanni Malagò, presidente del Coni.
http://www.gazzetta.it/Olimpiadi/24-02-2018/pyeongchang-bilancio-malago-mai-tante-medaglie-cosi-giovani-viva-donne-250514068295.shtmlCitazione24 febbraio 2018 - PYEONGCHANG (SCor)
Giovanni Malagò si congeda dall'Olimpiade coreana facendo a Casa Italia il bilancio della spedizione che ha conquistato 10 medaglie di cui 3 ori tutti al femminile: Arianna Fontana, entrata nel pantheon dello sport italiano, Michela Moioli primo oro italiano nello snowboard, Sofia Goggia primo oro femminile in discesa, orgoglio lombardo. "Abbiamo aumentato del 25% il bilancio rispetto a Sochi. Complimenti alla Lombardia, regione da dove vengono i tre ori che ha scavalcato l'Alto Adige, che per il Coni è importantissimo. Non abbiamo mai avuto tanti medagliati così giovani, l'età più bassa di sempre. Le vere protagoniste sono state le femmine, mai successo nella storia delle Olimpiadi invernali. Un 3-0 agli uomini - ha aggiunto il numero uno dello sport italiano -. L'età media delle donne presenti alle Olimpiadi era la più vecchia di sempre. La cosa che mi lascia ben sperare è che l'età media degli uomini è stata la più giovane di sempre. Il percorso verso Pechino (Giochi invernali del 2022, ndr) è stato tracciato. 6,5 è un voto scarso, io darei 7".
Alle Olimpiadi di Rio 2016, le donne conquistarono 10 medaglie, contro le 18 degli uomini.
Le medaglie d'oro furono otto, di cui sette conquistate dagli atleti maschi italiani e una dalle atlete femmine italiane.
Beh, né Malagò né nessun altro parlarono di un 7 a 1 alle femmine da parte maschile.[/size][/color]
Presto le gare unisex ci saranno, maschi e femmine normali saranno considerati anomalie e residui di un passato superato dal progresso. E vivremo tutti froci e contenti.
Dame? Ne ho conosciute poche, molto poche. Si contano sulla metà delle dita di una mano.
Dame? Ne ho conosciute poche, molto poche. Si contano sulla metà delle dita di una mano.
Non ho la sfera di cristallo, ma la tendenza dopo la Rivoluzione Industriale è quella di creare un sesso neutro di massa, con solo un'élite ad avere il privilegio dell'identità sessuale e di figli.
Argento per Giorgia Bordignon nel sollevamento pesi. Adesso magari l'attenzione mediatica si sposterà sull'argento? :D
Italia, una giornata di medaglie rosa e... di legno. E Federica si conferma Divina
Sul podio salgono solo le donne azzurre, Giorgia Bordignon unico argento. Che beffa nella ginnastica e nella canoa slalom
Matteo Lignelli
27 luglio - MILANO
Nella quarta giornata delle Olimpiadi di Tokyo (qui il dettaglio cronologico) le gioie più grandi per i colori azzurri arrivano dalle donne. E anche se non si parla di un podio, il risultato più importante è senza dubbio quello di Federica Pellegrini. Al medagliere, invece, si aggiungono un argento e due bronzi, mentre le ragazze della ginnastica e Stefanie Horn masticano amaro. Infine tutti si chiedono: cosa sta accadendo a Simone Biles?
La chiamano "Divina", voi trovereste un aggettivo migliore per descrivere Federica Pellegrini? Una che oggi era in vasca con colleghe che, ai tempi in cui lei vinceva la prima medaglia, erano all'asilo. Eppure ha centrato la qualificazione per la quinta finale olimpica nei 200 stile. Mentre lei si commuove per la gioia, noi ripercorriamo i suoi vent'anni da urlo.
Con il “Georgia World Congress Center” a fare un tifo assordante con le due fazioni greche e turche equamente distribuite, pronto ad esplodere qualora il tentativo riesca, Leonidis fallisce viceversa la prova, finendo in un pianto dirotto e venendo cavallerescamente consolato proprio da Suleymanoglu che si consacra così come il più forte sollevatore di pesi della storia, non solo per i 3 ori olimpici e 7 mondiali conquistati, ma anche per essere stato l’unico in grado di sollevare, nello “strappo“, un bilanciere pari a 2,5 volte il proprio peso, nonché uno dei soli sette atleti capaci di tirar su, nello “slancio“, un bilanciere pari a tre volte il proprio peso!!!
Davvero un “piccolo Ercole“, non c’è che dire …
Ricordo marzullo, sempre prodigo di complimenti zerbineschi alle attricette che invita, dire alla divina: "Perché rovinarti il fisico con il nuoto?"
A parte che è una tenuta sportiva ed è normale che mascheri la femminilità... Io non vedo difetti 😅
Posto che per una nuotatrice di un metro e 80 ci vuole uno della stessa stazza. In foto così si coglie meglio. Una bella sellerona.
E poi, vuoi mettere, può trasportare le casse dell'acqua senza chiedere a te di farlo al posto suo :P
Ho letto un articolo di Corradino Mineo, mi pare, che diceva:
"Dopo 2700 anni le donne strappano i giochi olimpici agli dei e agli uomini"
Quanta retorica, che esagerazione :doh:
Ho letto un articolo di Corradino Mineo, mi pare, che diceva:
"Dopo 2700 anni le donne strappano i giochi olimpici agli dei e agli uomini"
Quanta retorica, che esagerazione :doh:
L'italiano Burdisso ha conquistato un altro bronzo: adesso l'italia ha ottenuto 14 medaglie. Tra queste, 7 ottenute dagli uomini e altre 7 sono state conquistate dalle donne. Ed è già partita la grancassa mediatica tesa ad esaltare (solo) le atlete azzurre. Ovviamente, nulla si dice del fatto che l'unico oro sia stato conquistato da un uomo e che la maggior parte delle medaglie d'argento sia stata ottenuta dagli atleti (maschi). Siccome le donne hanno prevalso nel bronzo, questo è diventato - ipso facto- il metallo più pregiato. Guarda caso.
Resta il fatto che per mettere a tacere questi deficienti bisognerebbe abolire le gare divise in base al sesso.
Una brutta notizia per Frank: Irma Testa si è garantita il terzo posto. Dovrà ancora battersi per salire ancora più in alto ma è certo che almeno il bronzo lo porterà a casa. Tanto per non smentirsi, ha detto: "Dedico questa medaglia a tutto il movimento femminile (non poteva mancare) e al pugilato italiano (anche quello maschile) che aveva bisogno di questa medaglia (la sua)". Speriamo che ora gli atleti uomini riprendano alla svelta a riconquistare medaglie per far tacere certe galline e loro deliri. Altrimenti dovremo sorbirci altre tirate come questa.
Un altro argento ottenuto da una squadra maschile: nella sciabola. E riporta quindi l'apporto maschile in superiorità su quello femminile (8 medaglie su 15)
Ma vedi, non e' tanto questo il punto. Ci sono tante medaglie femminili quante ce ne sono di maschili in tutta l'Olimpiade.
E' il nonsense di dire "lo sport e' donna", visto che, appunto, in ogni disciplina ci saranno uguali medaglie a uomini e a donne.
E' la faziosita', ormai secondo me anche tanta ma lecchinaggio puro e servilismo becero, quello che disgusta.
Un altro argento ottenuto da una squadra maschile: nella sciabola. E riporta quindi l'apporto maschile in superiorità su quello femminile (8 medaglie su 15) e per di più si tratta anche qualitativamente di un apporto ricco, visto che comprende un oro, quattro argenti, tre bronzi. Ma questo servirà una buona volta a demordere gli addetti al vulvolecchinaggio mediatico scriventi sui nostri giornali? Risposta ovvia: NO!
La n.2 al mondo del tennis subito fuori a Tokyo: "Troppa pressione", Simone sbaglia e si ritira dalla finale a squadre di artistica: "A volte mi sembra di avere il peso del mondo sulle spalle"
Un altro argento ottenuto da una squadra maschile: nella sciabola. E riporta quindi l'apporto maschile in superiorità su quello femminile (8 medaglie su 15) e per di più si tratta anche qualitativamente di un apporto ricco, visto che comprende un oro, quattro argenti, tre bronzi. Ma questo servirà una buona volta a demordere gli addetti al vulvolecchinaggio mediatico scriventi sui nostri giornali? Risposta ovvia: NO!
CLUBBER
Re:La superdonna onnivincente e rappresentativa ha fatto FLOP
« Reply #39 on: August 12, 2016, 21:53:52 PM »
Non sono assolutamente d'accordo.
Il fatto che sia DIFFICILE primeggiare nel loro genere sessuale non significa che i loro risultati siano uguali.
Chi vince nello sport non è chi si È IMPEGNATO di più ma chi porta a casa il risultato.
Non c'è la medaglia d'oro all'impegno, c'è la medaglia a chi è più veloce,a chi ha saltato più in alto,a chi ha sollevato più chili e a chi ha mandato KO l'avversario.
Le donne quindi competono tra loro perché a parità d'impegno comunque hanno prestazioni inferiori e se gareggiassero con gli uomini di medaglie non ne avrebbero neanche una,quindi possiamo affermare tranquillamente senza inutile buonismo che SI,LE LORO MEDAGLIE VALGONO MENO.
Lo sport femminile è uno sport di serie B e lo sport maschile di serie A.
Non è neanche oggetto di discussione ma è una questione di puri numeri e risultati
Non è solo questione di cifre, cambia anche lo stile di gioco. Impossibile paragonare il calcio femminile a quello maschile
Una brutta notizia per Frank: Irma Testa si è garantita il terzo posto. Dovrà ancora battersi per salire ancora più in alto ma è certo che almeno il bronzo lo porterà a casa. Tanto per non smentirsi, ha detto: "Dedico questa medaglia a tutto il movimento femminile (non poteva mancare) e al pugilato italiano (anche quello maschile) che aveva bisogno di questa medaglia (la sua)". Speriamo che ora gli atleti uomini riprendano alla svelta a riconquistare medaglie per far tacere certe galline e loro deliri. Altrimenti dovremo sorbirci altre tirate come questa.
No dico...(https://images2.gazzettaobjects.it/methode_image/2017/10/09/Varie/Foto%20Varie%20-%20Trattate/5fb53772-ad00-11e7-ae3d-bae0018775a2_169_xl.jpg)
Calcola che sui social ho letto una caterva di commenti entusiasti da parte di ragazzi, quindi di giovani maschi...
Roba impensabile ai miei/nostri tempi.
E niente, ormai i maschi ce li siam giocati del tutto, perché un maschio che si identifica in una femmina è una maschio andato.
Ma, del resto, questi son cresciuti con film e videogiochi dove le femmine spaccano tutto e fanno un culo così ai maschi
È quello che dicevo io in un altro post! Questi modelli di donne cazzute, propinati ai bambini fin dagli anni 90 con serie tv, cartoni ecc deformano completamente anche le loro aspettative! Si auto-convincono che la donna ideale sia praticamente come un uomo, col bonus dell'attrattività sessuale.
Ma poi, quando hanno le loro prime storielle, scoprono CON INSOFFERENZA tutti i limiti tipicamente femminili e non li accettano. credono che le donne debbano e POSSANO essere wonder woman. Una conversazione a cui ho assistito, è stata quella tra un tizio radical-chic e la sua donna. Si lamentava perché guidava male. E lei (evidentemente non femminista e senza complessi di inferiorità da nascondere) diceva "devi essere più comprensivo, si sa che noi donne siamo più impedite alla guida ecc"
E lui: "Noooo che dici, non farmi sentire questi stereotipi sessisti gne gne gne, devi solo impegnarti e vedrai, le tue sono solo scuse per adagiarti sugli allori"
Almeno quella lo ammetteva di essere na chiavica, invece una mia ex si ostinava ad affermare di essere bravissima, nonostante tamponamenti e ammaccature, manco stesse parcheggiando un carro armato.
È quello che dicevo io in un altro post! Questi modelli di donne cazzute, propinati ai bambini fin dagli anni 90 con serie tv, cartoni ecc deformano completamente anche le loro aspettative! Si auto-convincono che la donna ideale sia praticamente come un uomo, col bonus dell'attrattività sessuale.
Ma poi, quando hanno le loro prime storielle, scoprono CON INSOFFERENZA tutti i limiti tipicamente femminili e non li accettano.
Fraquelli: "Oro dimostra che il canottaggio è uno sport per donne"
Ad esempio che i concetti di fedelta', lealta', onesta', onore etc sono concetti MASCHILI, e che una donna mai e poi mai potra' intenderli alla stessa maniera. O, ad esempio, che le donne sono palesemente opportuniste nella scelta del partner (tra le tante manifestazioni di questa ovvieta' c'e' il monkey branch, cosa che tutti qua dentro penso abbiano osservato fare alle donne).Io mi riferisco solo alle maggiori difficoltà che le donne hanno in attività spiccatamente pratiche e tradizionalmente maschili.
Sì, non ne dubito minimamente.
E' un qualcosa di pazzesco, per uno come me cresciuto con John Wayne,
http://www.me-dia-re.it/john-wayne-il-divo-piu-amato-e-odiato-di-tutti-i-tempi/
Tex Willer,
https://it.wikipedia.org/wiki/Tex_Willer
Zagor,
https://shop.sergiobonelli.it/scheda/3869/Zagor-contro-Supermike.html
il Comandante Mark
https://it.wikipedia.org/wiki/Comandante_Mark
Cobra,
Rambo,
etc etc.
Io mi riferisco solo alle maggiori difficoltà che le donne hanno in attività spiccatamente pratiche e tradizionalmente maschili.
Tu invece parli di deficit MORALI, di mancanza di empatia che sarebbe genetica in tutte le donne.
In un altro post scrivevo:
"È normale che una donna apprezzi l'assertività e la sicurezza"
E tu mi rispondevi "ah..."
Come a dire "allora mi dai ragione".
In realtà no, perché alla fine, in qualunque contesto, chiunque preferisce una persona assertiva e positiva, a un mollaccione che si piange addosso continuamente. Sia in ambito privato che, e soprattutto, in contesti lavorativi.
Prova a fare un colloquio con un atteggiamento da "perdente" e vedi quanti sono disposti ad assumerti. A meno che non si tratti di un lavoro sottopagato dove cercano gente da inc*lare con la sabbia, in tal caso il mollaccione è il candidato ideale.
Poi, se vogliamo dirla tutta...tutti i rapporti umani sono improntati IMPLICITAMENTE al do ut des, nessuno fa niente per niente, anche la stessa amicizia si regge sul fatto che entrambe le parti godono di eguale beneficio. La solidarietà tra gli individui è semplicemente funzionale alla sopravvivenza, quindi avere rapporti d'amicizia equivale ad avere più aiuti in caso di bisogno. Non vale solo per le donne, ma anche per gli uomini o per gli elefanti.
Signori, ho avuto modo di dirlo gia' mesi fa: ormai tutto il mainstream e' un bombardamento mediatico continuo per propaganda gender e nazifemminista.
Non c'e' nulla di cui meravigliarsi.
Mentre invece Gregorio Paltrinieri ha conquistato l'argento nel nuoto
Quello di Paltrinieri è veramente un argento che vale come un oro, perché ottenuto dopo aver saltato un mese di allenamenti a causa della mononucleosi.
Fosse stato in forma al 100%, avrebbe stravinto con il nuovo record europeo, di cui peraltro è detentore.
https://it.wikipedia.org/wiki/Gregorio_Paltrinieri
800 m sl 7'39"27 Record EU (2019)
Se una roba del genere l'avesse fatta una Pellegrini, i media ci avrebbero fracassato i coglioni per mesi interi, parlandoci non della "determinazione e della tenacia della Pellegrni", bensì di tutte le donne...
Guarda che i migliori cuochi del mondo sono UOMINI.
Se le donne non sanno guidare bene come gli uomini (cosa che hai ammesso tu, e dici che pure le donne lo ammettono), come puo' questo fatto non ricondursi a differenze cognitive e comportamentali? Soprattutto cognitive, direi.
Non ho mai detto che donne e uomini siano uguali 😂 ho solo detto che parlare di "incapacità genetica di provare compassione" da parte delle femmine, è una forzatura esagerata
Secondo quale parametro? la cucina non ha parametri misurabili, si tratta di gusti ahah...che noia. Ci sono pure stato in un ristorante stellato ma, cazzo che spreco, i miei nonni del sud cucinano meglio ...
Si certo. Hanno bisogno di più pratica per raggiungere una buona dimestichezza. Infatti le ragazze che vivono in provincia, una volta a Roma, impazziscono. Invece chi ha perso la "verginità di guida" sul raccordo anulare, è molto più brava a guidare.
Buon lavoro o buone ferie a tutti
Una brutta notizia per Frank: Irma Testa si è garantita il terzo posto. Dovrà ancora battersi per salire ancora più in alto ma è certo che almeno il bronzo lo porterà a casa. Tanto per non smentirsi, ha detto: "Dedico questa medaglia a tutto il movimento femminile (non poteva mancare) e al pugilato italiano (anche quello maschile) che aveva bisogno di questa medaglia (la sua)". Speriamo che ora gli atleti uomini riprendano alla svelta a riconquistare medaglie per far tacere certe galline e loro deliri. Altrimenti dovremo sorbirci altre tirate come questa.
Olimpiadi di Tokyo, poker di regine sul ring: prendiamo la vita a pugni
Giovani toste, animate dalla voglia di riscatto, decise a conquistare medaglie e futuro. E ai ragazzi dei quartieri difficili mandano a dire: «C'è sempre un modo per scegliere la strada giusta»
Olimpiadi di Tokyo, nel pugilato le donne italiane battono gli uomini
Non era mai accaduto in 101 anni, ma quest’anno l’Italia maschile del pugilato deve rinunciare alle Olimpiadi. Cosa ben diversa per il pugilato femminile che di donne ne ha qualificate ben tre
FPI News
Pugilato e Olimpiadi, una storia da raccontare: Roma 1960, Italia del Pugilato padrona assoluta
Pubblicato: 19 Aprile 2012
Olimpiadi2I Giochi della XVII Olimpiade si celebrarono a Roma nel 1960, anno di profondi cambiamenti e di apertura, almeno per quel che riguarda la metà occidentale dell’emisfero, di un decennio segnato dal boom economico e dalla definitiva uscita dal tunnel della seconda guerra mondiale. Due lustri che diedero la falsa sensazione, soprattutto in Italia, che non ci sarebbe stato nessun freno alla crescita e che si stava per raggiungere una pax sociale. L’inizio dei’70 avrebbe fatto capire che le cose stavano diversamente.
L’anno in questione si aprì con l’indipendenza del Camerun dalla madrepatria francese (1° gennaio). Francia che fu molto più impegnata dalla questione algerina, che si sarebbe protratta fino al 1962 (3 luglio Algeria indipendente) e che vide molte altre sue colonie dichiararsi indipendenti: Senegal (4 aprile), Benin (1 agosto), Burkina Faso (5 agosto), Costa d’Avorio (7 agosto), Repubblica del Congo (15 agosto), Gabon (17 agosto) e la Mauritania (17 novembre). Altro paese africano che in ottobre (1°) si dichiarò indipendente, fu la Nigeria, che cessò di essere un protettorato britannico. Il Congo, invece, aveva cessato di far parte del regno del Belgio il 30 di giugno.
I due eventi, però, forse più importanti di quei 365 giorni furono i cambiamenti ai vertici del potere sia statunitense che sovietico. Iniziò l’URSS, che vide Leonid Breznev (1 maggio) essere nominato Capo dello Stato. Stessa nomina che ottenne, dopo però una corsa elettorale, il democratico John F. Kennedy, che l’8 novembre divenne Presidente degli Stati Uniti battendo il repubblicano Nixon.
Per quel che riguarda la nostra Italia, detto della morte di Coppi, l’anno cominciò con la Lira che venne insignita dell’Oscar come miglior moneta del Pianeta. 3 mesi dopo, però, ci fu una crisi di governo (23 marzo) con le dimissioni dell’allora Presidente del Consiglio, Antonio Segni, al quale successe Fernando Tambroni, che ottenne la fiducia (8 aprile) grazie ai voti della DC ma, soprattutto, del MSI, cosa che fece divampare polemiche molto accese in tutta Italia, vista la discendenza diretta dal Fascismo del partito di Almirante. Il 30 giugno la tensione scoppiò a Genova, città dove si stava tenendo il congresso missino, che fu messa a ferro e a fuoco da manifestazioni anti fasciste. Risultato finale: 83 feriti. 4 giorni prima il governo del democristiano Tambroni, che era già stato sfiduciato dal proprio partito l’11 aprile ma era andato avanti su pressione del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, rassegnò le sue definitive dimissioni.
Questo fu un anno molto importante per l’Italia anche a livello televisivo, radiofonico e cinematografico. Premesso che l’evento catalizzante furono le Olimpiadi romane in agosto, va ricordato che l’10 gennaio per la prima volta sul primo canale radio Rai venne trasmesso “Tutto il calcio Minuto per minuto”. Nel mese di marzo, invece, ci fu l’uscita del capolavoro di Fellini “La dolce vita” – Palma d’Oro alla 13° edizione del Festival di Cannes – mentre in novembre la Rai (11 ottobre) mandò in onda la prima “Tribuna Politica”, trasmissione che avrebbe caratterizzato il periodo pre-elettorale degli italiani negli anni a venire.
In questo inizio di boom economico, che avrebbe accompagnato, l’Italia per quasi un decennio, si celebrarono a Roma, dal 25 agosto all’11 settembre, i Giochi della XVII Olimpiade.
In verità l’Urbe si era già aggiudicata i Giochi per l’edizione del 1908, ma, causa l’eruzione del Vesuvio del 1906, cedette l’onere e onore a Londra. La scelta di Roma come città ospitante venne presa dal Comitato Olimpico Internazionale a Parigi il 15 giugno 1955. Le altre città candidate erano: Losanna, Detroit, Budapest, Bruxelles, Città del Messico e Tokyo. Roma la spuntò su Losanna nell'ultimo ballottaggio.
Per i Giochi della XVII Olimpiade, furono utilizzati e costruiti molti impianti sportivi. Alcune strutture vennero realizzate in modo temporaneo per ospitare alcune delle gare in programma (come ad esempio la ginnastica alle Terme di Caracalla).
La Fiamma Olimpica giunse a Roma dopo aver attraversato l’Egeo, richiamando così ala memoria i Campioni delle Olimpiadi dell’antichità. Alla vigilia della inaugurazione gli atleti si riunirono in piazza S.Pietro per ricevere la benedizione di Giovanni XXIII. Il giuramento fu pronunciato da Adolfo Consolini, che in quell'occasione stabilì il record assoluto di partecipazioni olimpiche (quattro).
Gli iscritti furono oltre cinquemila (5393) e le Nazioni partecipanti ottantaquattro. Prima nel medagliere si classificò l’Unione Sovietica (43 ori – 29 argenti – 31 bronzi) davanti agli USA (34 Ori – 21 Argenti – 16 Bronzi) e all’Italia che conquistò 13 ori, 10 argenti e 13 bronzi, rinverdendo così i fasti dei Giochi Olimpici di Los Angelese 1932 nei quali aveva conquistato lo stesso numero di medaglie (36: 12 ori, 12 argenti e 12 bronzi).
Per la prima volta, inoltre, ai Giochi Olimpici di Roma, la televisione coprì l'intero programma di gare; la RAI produsse ben 106 ore di trasmissione, riprodotte anche in tutta Europa, una quantità smisurata considerata l'esistenza di un unico canale.
Grande successo di critica e pubblico in tutto il mondo anche per il film ufficiale sull'evento La Grande Olimpiade, prodotto dall'Istituto Luce e diretto dal regista documentarista Romolo Marcellini, che ottenne una nomination all'Oscar nel 1962 e il premio d'oro al Festival di Mosca.
Dei 36 ori tricolori, di cui sopra, ben 7 (3 ori, 3 argenti e 1 Bronzo) vennero dal Pugilato, che stabilì il record – tuttora imbattuto - di medaglie azzurre nella boxe in un’Olimpiade. L’Italia chiuse prima nel medagliere di specialità davanti agli Stati Uniti (3 ori e 1 Bronzo) e alla Polonia (1 oro, 1 argento e 1 bronzo.). Uno delle medaglie più pregiate, per quel che riguarda la compagine a Stelle e Strisce, se la mise al collo un certo Cassius Clay nei massimi leggeri.
(Il Team Azzurro per Roma 1960)
Il futuro Muhammad Alì – considerato il più grande pugile di tutti i tempi – non conquistò la Coppa Val Barker – assegnata ogni edizione dei Giochi Olimpici al miglior pugile per stile e qualità tecniche – che andò a finire nelle mani del nostro Nino Benvenuti, oro nei Pesi Welter.
Partiremo, quindi, proprio dal pugile di Isola d’Istria, che da professionista sarebbe stato campione del Mondo tra il 1967 e il 1970 e i cui match con Griffith e Monzon sarebbero stati tra gli eventi più seguiti dagli sportivi italiani (oltre che insigniti del premio Fight of the year). Benvenuti batté nella finale del Palazzetto dello Sport il sovietico Yuri Radonyak. Terzi si classificarono il polacco Leszek Drogosz e il britannico James Lloyd.
Altro oro arrivò grazie a Francesco Musso, che lo vinse nella categoria dei SuperPiuma. Il pugile piemontese, benché nato in Francia nel 1937 a Port-Saint-Louis-du-Rhône, ebbe la meglio in finale sul polacco Jerzy Adamski (4-1), mentre in semifinale aveva battuto il finlandese Jorma Limmonen (5-0), che si classificò terzo accanto al sudafricano William Meyers.
Il tris degli ori lo calò il Massimo Francesco De Piccoli, che dopo le Olimpiadi sarebbe subito passato al professionismo per ritirarsi – a soli 28 anni – nel 1966. Il Boxer veneto sconfisse in finale il sudafricano Daniel Bekker, mentre al terzo posto si classificarono ex-aequo il tedesco (la Germania partecipava con una squadra unificata Ovest Est) Gunter Siegmund e il cecoslovacco Josef Nemec.
Dagli ori passiamo agli argenti, che furono sempre 3. Primo Zamparini ne conquistò uno nella categoria dei Gallo, nella quale perse la finalissima contro il sovietico Oleg Grigoryev. Alle spalle del pugile marchigiano si piazzò la coppia di semifinalisti formata da Brunon Bending (Polonia) e Oliver Taylor (Australia).
Sandro Lopopolo ottenne il secondo argento tricolore nella categoria dei Leggeri. Alle spalle del futuro campione del mondo Pro dei Leggeri ( titolo conquistato nel 1965 ) si piazzarono il britannico Richard McTaggart e l’argentino Abel Ricardo Laudonio.
(Poster celebrativa della Squadra Azzurra per Roma 1960)
Il milanese Carmelo Bossi guadagnò per l’Italia il terzo argento, che si mise al collo dopo aver perso la finalissima contro lo Statunitense Wilbert James McLure. Terzi si classificarono William Fisher (Gran Bretagna) e Boris Lagutin (URSS).
L’unico Bronzo, di questa straordinaria edizione Olimpica per il pugilato tricolore, arrivò per mano del MedioMassimi Giulio Saraudi. Il pugile di Civitavecchia si classificò terzo, a pari merito con l’australiano Anthony Madigan, alle spalle di Cassius Clay (oro) e del polacco Zbigniew Pietrzykowski
Medagliere Giochi della XVII Olimpiade - Pugilato:
ITALIA 3 ori - 3 argenti - 1 bronzo
USA 3 ori - 1 bronzo
POLONIA 1 oro - 3 argenti - 3 bronzi
L’Italia del trap misto di tiro a volo è fuori dalle finali per le medaglie alle Olimpiadi di Tokyo: Jessica Rossi e Mauro De Filippis chiudono al 12° posto su 16 coppie con lo score di 141/150, soprattutto a causa del brutto 67/75 di Rossi, mentre De Filippis fa il suo con 74/75....
Olimpiadi: Pizzolato, pesi di bronzo. Per l'Italia è la quarta medaglia di oggi
Il 24enne di Castelvetrano solleva 365 kg (165+200) e sale sul podio dietro il cinese Lyu e il dominicano Bonnat
Argento per Nespoli, oltre al già citato da Frank bronzo per Pizzolato. Bronzo per la Quadarella e per Irma Testa. Permane la superiorità maschile nel medagliere azzurro, grazie agli argenti nettamente vinti dagli atleti. A proposito di Irma Testa vorrei fare un appunto a Frank: avevi detto che le avversarie della Testa facevano cagare. E meno male, visto che è sufficiente far cagare per battere la Testa. Pertanto un bravo alla filippina che l'ha sconfitta, se faceva cagare. Ce ne fossero di avversarie così, se servissero a far abbassare sia cresta che ali alle varie atlete suprematiste azzurre. Ovviamente, la Testa si è subito dichiarato soddisfatta del bronzo considerandola una vittoria. Mentre gli atleti azzurri sono portati a considerare non una vittoria, ma un mezzo fallimento l'ottenimento di una qualsiasi medaglia che non sia l'oro.
È un nuoto da record: sei medaglie, ma manca l'oro
La spedizione del cambio generazionale - l’addio della Pellegrini, l’ingresso dei ‘98—2001 si chiude con 6 medaglie, eguagliato il risultato di Sydney 2000 (ma senza ori). Da primato per finalisti (19), record italiani (8) e di primati personali (13)
Stefano Arcobelli
1 agosto - TOKYO
È mancato solo l’oro rispetto a Sydney ma è stata lo stesso una spedizione da record per l’Italia del nuoto. “Quasi perfetta, i ragazzi ci hanno regalato forti emozioni aprendo con la medaglia della staffetta veloce e chiudendola con quella mista, un’altra prima volta storica”sintetizza Cesare Butini, il commissario tecnico che c’era pure da coach nel 2000. Sono sei le medaglie del nuoto azzurro a Tokyo: due argenti con Gregorio Paltrinieri negli 800 e la staffetta 4x100 sl, composta da Alessandro Miressi, Thomas Ceccon, Lorenzo Zazzeri e Manuel Frigo, e quattro bronzi negli 800 sl con Simona Quadarella, nei 100 rana con Nicolò Martinenghi, nei 200 farfalla con Federico Burdisso e nella 4x100 mista con Thomas Ceccon, Martinenghi, Burdisso e Miressi. Record di podi eguagliato dunque.
Rassegnati: non lo si dirà. Si dirà invece che la Pellegrini e la Testa hanno "lasciato il segno nella storia dello Sport Italiano".
Eccezionale....veramente, avrebbe detto Diego Abatantuomo: Marcell Jacobs ha vinto la terza medaglia d'oro per l'Italia nei 100 metri.
Be', pero' tanto italiano, lui, a me non pare.
fritz, non è una novità il fatto che Jacobs ha un padre statunitense e una madre italiana.
Si', ma il punto e' che raramente un europeo nei 100 metri scende sotto il muro dei 10 secondi. E ancora piu' raro e' un europeo, nei 100 metri, che vada piu' forte di un africano.
Oggi La Repubblica mette in primo piano la foto di Vanessa Ferrari insieme a quella di Jacobs e di Tamberi. Con il particolare però niente affatto trascurabile che lei ha vinto l'argento e gli altri due hanno vinto l'oro. Ma Vanessa è una donna e quindi il suo argento vale oro per definizione mentre Jacobs e Tamberi sono uomini per i quali un oro conquistato è un oro e basta. Il contrario non sarebbe concepibile: ve lo immaginate la foto di un uomo che vince l'argento insieme alla foto di due donne che hanno vinto l'oro? Semmai l'accostamento verrebbe fatto con l'unico motivo di mettere in luce il "sorpasso" femminile nello sport. Sia pure realizzato contro e a spese di altre donne, si capisce.
Scusa, Frank, ma quando in questa Olimpiade le donne erano "in vantaggio" per il numero di ori vinti? A me risulta che gli atleti erano stati sempre in vantaggio nell'oro e solo in qualche momento in parità con la vittoria del cannottaggio femminile. Vabbè!
Non c'è un' Olimpiade in cui le atlete italiane hanno vinto più ori degli atleti italiani.
Solo in una il numero fu lo stesso: l'Olimpiade di Pechino, nel 2008.
Quattro a testa.
A pareggiare il conto fu Roberto Cammarelle che sconfisse il cinese Zhang Zhilei per TKO.
silverback
view post Inviato il 11/8/2004
A proposito di Olimpiadi, compiacenza maschile e spocchia femminile, oggi, 11 agosto 2004, è stato
pubblicato su La Gazzetta dello Sport il seguente articolo di Vincenzo Martucci:
"Sono tante e sono brave: ecco i Giochi delle donne". [...?!?...]
Il numero delle atlete continua a crescere: 500 in più rispetto a Sydney 2000.
Il divario dai maschi si assottiglia. E ci sono squadre, come Giappone e Canada,
in cui il sorpasso è già avvenuto. (...)
In questo articolo viene riportata la seguente opinione della nipponica Hirota Haruka:
"Noi donne siamo più forti qui, qui e qui, dice toccandosi testa, cuore e braccia.
Siamo più dei colleghi, anche qui all'Olimpiade, perché abbiamo qualità fondamentali
che vengono fuori nei momenti che contano. Siamo anche più forti e resistenti, non molliamo
davanti alle difficoltà e non ci perdiamo in distrazioni. Vogliamo realizzarci perché siamo
molto orgogliose e quindi non ci perdiamo dietro alla fama o ai soldi o a un'intervista
sul giornale. Il fidanzato? A vent'anni non ci penso proprio e come me tante altre, esulta la
simpatica Hirota". [...esulta? simpatica?]
E ancora.
Il capo delegazione, Takeda Tsunekazu, snocciola un dato entusiasmante, quello della "svolta"(?!?).
"A Sydney il Giappone ha vinto 18 medaglie, 13 sono venute dalle donne. Perciò qui il 54,8%
della nostra missione è fatta da loro. E' un successo dei cinque sport di squadra, nei quali siamo
qualificati, mentre gli uomini sono qui solo nel baseball e nel calcio, che comunque hanno rappresentative
numerose. E' un successo del nostro Comitato olimpico perché diamo gli stessi contributi a
uomini e donne. Ed è un successo della società, perché prima per le donne far sport era molto più
duro: smettevano perché si sposavano oppure smettevano perché avevano dei bambini.
Ora invece sono nelle condizioni, se vogliono e se fanno risultato, di continuare anche fino a tarda età".
E per concludere.
Anche Li Qingnian, candidata all'oro nel double trap, spiega la prevalenza delle donne sugli uomini
nella squadra cinese - 267 a 138 - toccandosi testa, cuore e braccio:
"Nel tiro a volo siamo tre donne e tre uomini, noi donne faremo bene: ci selezionano già a scuola
perché qui decidono concentrazione, costanza, equilibrio, sangue freddo e resistenza".
Joker
view post Inviato il 30/8/2004
Medagliere Olimpico Italia
Medaglie d'Oro (10):
Archery - Men's Individual GALIAZZO Marco
Athletics - Men's Marathon BALDINI Stefano
Athletics - Men's 20km Walk BRUGNETTI Ivano
Cycling Road - Men's Road Race BETTINI Paolo
Fencing - Women's Individual Foil VEZZALI Valentina
Fencing - Men's Individual Sabre MONTANO Aldo
Fencing - Men's Team Foil ITA
Gymnastics Artistic - Men's Horizontal Bar CASSINA Igor
Shooting - Men's Skeet BENELLI Andrea
Water Polo - Women
Su 10 medaglie 8 son state vinte da Uomini.
Con buona pace per le scimmiette...
Medaglie d'Argento (11):
Basketball - Men ITA
Canoe/Kayak Flatwater - Men's K2 1000m ITA
Canoe/Kayak Flatwater - Women's K1 500m IDEM Josefa
Fencing - Men's Individual Foil SANZO Salvatore
Fencing - Women's Individual Foil TRILLINI Giovanna
Fencing - Men's Team Sabre ITA
Gymnastics Rythmic - Group All-Around ITA
Shooting - Men's Trap PELLIELO Giovanni
Shooting - Women's 50m Rifle 3 Positions TURISINI Valentina
Swimming - Women's 200m Freestyle PELLEGRINI Federica
Volleyball - Men ITA
6 vinte da Uomini, 4 vinte da femmine,
1 vinta da una squadra mista...
Medaglie di Bronzo (11):
Athletics - Men's Pole Vault GIBILISCO Giuseppe
Boxing - Men's Super Heavy (+91kg) CAMMARELLE Roberto
Football - Men ITA
Fencing - Men's Individual Foil CASSARA Andrea
Gymnastics Artistic - Men's Rings CHECHI Yuri
Judo - Women's -78 kg MORICO Lucia
Rowing - Men's Double Sculls ITA
Rowing - Men's Four ITA
Rowing - Men's Lightweight Four ITA
Sailing - Women's Mistral ITA
Swimming - Men's 4 x 200m Freestyle Relay ITA
9 medaglie per gli Uomini, 2 per le femmine.
In un totale di 32 medaglie vinte dall'Italia in queste
olimpiadi, ben 23 son state vinte da uomini, 1 è andata
ad una squadra mista, e solo 8 (con solamente 2 ori...)
sono andate a femmine.
Alla luce di questa evidenza che mi pare nessuno/a possa
mettere in dubbio, e alla luce di quello che ha scritto Davide,
se questo fosse un "mondo normale" la giornalista, la sede
che tu dici stava proclamando la superiorità delle scimmiette
in questa Olimpiadi, stava PROCLAMANDO IL FALSO, e ciò
è dimostrabile DATI ALLA MANO. Io quando guardo telegiornali
o ascolto giornalisti e professionisti dell'informazione pretendo
di avere la verità -o qualcosa che gli si avvicini- questi signori/e
stavano raccontando invece il falso, in MALAFEDE aggiungo.
In un "mondo normale",sarebbero da querela. Detto tutto...
E qualcuno dovrebbe inviargli via e-mail il medagliere olimpico
dell'Italia chiedendo SCUSE SENTITE per le CAZZATE che hanno
detto nella prossima trasmissione.
Flavia Pennetta - 16 dicembre 2011
Francesca, le donne italiane del tennis negli ultimi anni hanno dimostrato di essere molto più forti degli uomini: come te lo spieghi?
"Sono certa che gli uomini sapranno tornare a farsi valere molto presto, ma noi donne siamo state molto più competitive e determinate di loro: in campo non guardiamo in faccia nessuno e vogliamo vincere. Noi atlete italiane abbiamo dimostrato di avere una marcia in più, perché siamo state competitive, grintose e determinate e abbiamo saputo lavorare con una costanza invidiabile, puntando a degli obiettivi alti".
Antonietta Di Martino - 24 marzo 2011
http://www.ilsussidiario.net/News/Calcio-e-altri-Sport/2011/3/24/ATLETICA-Antonietta-Di-Martino-esclusiva-punto-ai-Mondiali-ma-sogno-Londra/161402/
E' un momento felice dello sport italiano femminile. Con tanti nomi e tante stelle, dalla Pellegrini alle ragazze della scherma, a Tania Cagnotto...
Le donne stanno dando lustro allo sport azzurro e il motivo è che siamo più cocciute e più determinate degli uomini: così si raccolgono risultati importanti.
Donne: il fattore X del sesso forte
By Redazione AS - In Dalla Redazione - 25 gennaio 2016
Se le malattie attecchiscono meno, è anche grazie al loro bagaglio genetico
Che l’inizio millennio avesse rovesciato cliché consolidatisi nei secoli era piuttosto evidente. Che stesse montando una marea rosa, pronta a prendere le redini del mondo economico, sociale e persino politico, anche.
Ora, però, la parola definitiva l’ha messa la scienza: il vero sesso forte sono le donne. Stando a quanto riporta uno studio pubblicato fa sulla rivista scientifica BioEssays le donne sono in grado di resistere meglio alle malattie e al cancro, e sono in possesso di un sistema di “back up” per combattere le malattie.
Insomma, sono più forti. E il segreto è custodito nel microRNA, i piccoli ceppi di RNA che contengono informazioni per la sintesi delle proteine. Gli scienziati hanno osservato il loro ruolo sul cromosoma “X”, maggiormente presente nelle donne. Le funzioni di molti tipi di micro RNA restano sconosciute, ma alcuni filamenti hanno funzioni importanti nella lotta all’immunità e al cancro. E mentre i maschi hanno un cromosoma X e uno Y, le femmine ne hanno due X. Ecco perché, secondo il dottor Claude Libert dell’Università di Gand, in Belgio, che ha condotto lo studio, se le donne sono maggiormente in grado di resistere a traumi e infezioni, vivendo più a lungo, è “grazie al cromosoma X”. L’imprinting genetico, dunque, dà un indubbio vantaggio immunologico alle donne.
E non è l’unico, se è vero che pochi mesi fa un gruppo di scienziati ha scoperto che addirittura respirano meglio ad altre quote. L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna. A documentarlo sono i dati raccolti durante una spedizione di due mesi sull’Himalaya, in cui un gruppo di camici bianchi in versione alpinista ha monitorato una cinquantina di persone a oltre 5 mila metri di altezza. Scoprendo che mentre gli uomini andavano in affanno, le donne resistevano molto meglio.
Del resto, che qualcosa fosse cambiato se ne erano accorti in molti, se è vero che molti sondaggi pubblicati negli ultimi tempi hanno tutti evidenziato la stessa tendenza: tenaci, determinate, creative, intraprendenti, le donne battono gli uomini. Una ricerca recente condotta da Telesurvey, ad esempio, ha rivelato che alla domanda su quale dei due sessi possa essere considerato il più forte, il 43 per cento del campione ha risposto scegliendo quello femminile. Soltanto il 22 per cento quello maschile, mentre per il 34 per cento dipende dalle situazioni.
Agli intervistati sono state elencate caratteristiche rilevanti, come coraggio, intelligenza e indipendenza. È stato chiesto loro se ciascuna di queste qualità fosse più attribuibile all’uomo, alla donna o a entrambi in eguale misura. Dalle riposte è emersa pertanto la figura di una donna che, rispetto all’uomo, è più forte, determinata e capace di affrontare gli imprevisti. Nonostante ciò, un’alta percentuale di intervistati (il 72 per cento) ritiene tuttavia che la società italiana sia ancora maschilista.
Eppure, altre indagini ancora segnalano che il sorpasso potrebbe non essere così lontano. E rivelano che le donne sembrano più al passo con i tempi: più tolleranti rispetto alle diversità, che si tratti di coppie di fatto o unioni omosessuali; rampanti sul lavoro, ma senza troppi isterismi e volontà sfrenata di fare carriera; perfino atletiche e animate da un nuovo spirito agonistico specie tra le nuove generazioni. Prova ne sia il fatto che lo sport italiano, ultimamente, è colorato quasi solo di rosa: da Federica Pellegrini a Valentina Vezzali, da Flavia Pennetta a Josefa Idem.
Arcidonna, l’associazione impegnata per le pari opportunità, ha fotografato il prototipo della donna: battagliere e schierate non solo per la difesa dei propri diritti ma anche contro ogni discriminazione. Addirittura trasgressive e più disinibite dei maschi. Più inclini ad accogliere senza traumi le novità. Più restie a farsi travolgere dai pregiudizi. Più pronte ad adattarsi al cambiamento. E allora, per gran parte delle donne le coppie di fatto sono famiglie come le altre, cui vanno riconosciuti gli stessi diritti. Compreso quello di adottare un bambino. Quanto all’omosessualità, per oltre il 50 è una tendenza naturale. Al contrario, la maggior parte degli uomini la giudica innaturale, addirittura una malattia.
Insomma, pochi anni sembrano aver spazzato via decenni di consuetudini e luoghi comuni. E oggi le donne sono istruite, forti, determinate, a volte pure “mascolinizzate”. Sembrano aver preso in mano le leve di comando, occupando sempre più spesso ruoli di potere che prima erano loro preclusi. Come è successo? Semplice, e sono ancora una volta gli studi e le statistiche a confortare il comune sentire: le donne sono più portate nello studio, a scuola ottengono risultati migliori rispetto ai loro coetanei maschi e studiano più a lungo. Il numero di laureate ha ormai superato quello dei laureati, e lo stesso vale per gli iscritti all’università.
E non è l’unico, se è vero che pochi mesi fa un gruppo di scienziati ha scoperto che addirittura respirano meglio ad altre quote. L’altra metà del cielo risente meno dei problemi legati alla carenza d’ossigeno cui si va incontro in alta montagna.
https://clasworks.wordpress.com/2009/12/20/belle-brave-e-non-mammone-perche-vincono-solo-le-donne/
Quote
BELLE, BRAVE E NON MAMMONE. PERCHÉ VINCONO SOLO LE DONNE
Pubblicato il dicembre 20, 2009
di Claudia Faggioni
Se lo avessero saputo, i greci le avrebbero autorizzate a gareggiare. Invece di lasciarle nel talamo, avrebbero potuto mandarle ad Olimpia, e forse avrebbero fatto meglio. In Italia è così che sta andando: le donne vincono, molto più degli uomini. Ultimo, in ordine di tempo, il successo delle ragazze della pallavolo. Dopo il titolo europeo in Polonia, l’oro ai Giochi del Mediterraneo e alle Universiadi, e la qualificazione ai Mondiali del 2010, le azzurre hanno alzato la coppa della Grand Champions Cup (la Coppa dei Campioni) battendo in quattro set il Giappone. Eleonora Lo Bianco (il capitano) e compagne hanno sconfitto la Thailandia, la Corea del Sud, la Repubblica Dominicana e le campionesse olimpiche del Brasile. «Ho a disposizione una squadra eccezionale, ragazze pronte a qualsiasi sacrificio per questa maglia. Sono delle grandi giocatrici, ma anche delle grandi persone» ha detto Massimo Barbolini che le ha guidate in questo 2009 straordinario. Loro che, coalizzatesi, hanno ottenuto l’allontanamento dell’allenatore Marco Bonitta, perché non lo volevano.
Hanno deciso e si sono fatte valere. Come a smentire la convinzione che le donne in genere non siano famose per la loro solidarietà. Troppa competizione, troppa invidia – nello sport come nella vita nemiche dello spirito di squadra. Forse, ma ultimamente qualcosa è cambiato. Sono cambiate, e con loro anche la loro visione del mondo. Il gioco di squadra adesso lo sanno fare benissimo. Non solo nel volley. Flavia (Pennetta), Francesca (Schiavone), Roberta (Vinci) e Sara (Errani) giocano a tennis, da sole, quasi tutto l’anno. Ognuna con i suoi risultati, ognuna con la sua vita. Ogni tanto si ritrovano, si uniscono per giocare insieme la Fed Cup. Ed è lì che danno il meglio. L’unione fa la forza, la squadra è come un giocatore in più, un valore aggiunto. E allora arrivano i successi, le medaglie, le coppe. Ultima la Coppa Davis femminile, poco più di una settimana fa. E l’Italia è finita in vetta alla classifica mondiale. I colleghi uomini che fanno? Ci sono, qualche volta raggiungono dei risultati, ma il nostro n.1 Andreas Seppi è solo n. 49 del mondo. Insomma a vincere, vincere davvero, non ci riescono.
Non è solo il tennis, non è solo il volley, succede in sempre più discipline, quasi tutte. Le Olimpiadi passano e il numero delle donne si avvicina a quello degli uomini partecipanti. Per Londra 2012, in termini di medaglie, è prevista la possibilità di un sorpasso, come ha più volte ripetuto felice il ministro delle Pari opportunità Mara Carfagna. Vincenti nella scherma, nel nuoto, nel ciclismo, ora aspettiamo i risultati della valanga rosa di sci con, tra le altre, la promessa dello slalom Chiara Costazza. C’è la ginnasta Vanessa Ferrari, prima azzurra a vincere un mondiale, le cicliste Tatiana Guderzo e Noemi Cantele, la canoista Josefa Idem… E la conquista rosa anche del golf, con la 26enne Diana Luna, prima italiana della storia a qualificarsi per la Solheim Cup. C’è Valentina Vezzali, prima schermitrice al mondo ad essersi aggiudicata tre medaglie d’oro olimpiche consecutive e cinque titoli mondiali, che mentre ottiene medaglie e titoli, fa da quattro anni la mamma di Pietro. E continuerà fino a Londra, quando avrà 38 anni. Poi, forse, smetterà. Ha partecipato a Ballando con le stelle, intanto la sua collega Margherita Granbassi era al fianco di Santoro ad Annozero.
Vanno in tv, si divertono, tra una gara e l’altra. Flavia Pennetta sfila alla settimana della moda di Milano, Federica Pellegrini scrive un libro. Poi tornano a gareggiare, e vincono. La Pellegrini, si sa, ha vinto tutto e ha riscritto la storia del nuoto: la pagina più recente ai mondiali di Roma dell’estate scorsa, insieme con la rivale/ non rivale Alessia Filippi. Federica ha perso la sua guida, il ct Alberto Castagnetti, mancato lo scorso ottobre. «Ho pensato di smettere» ha detto, ma poi ha raggiunto il terzo tempo mondiale stagionale a Viareggio nei 200 stile libero, qualche giorno fa. Perché le donne in Italia vincono molto più degli uomini? «Perché siamo più determinate, se decidiamo una cosa prima o poi la otteniamo» dicono Pennetta e Schiavone. «E poi gli uomini sono mammoni, non si staccano dalle famiglie». Eccoci qua, il risvolto è nuovo, il problema no.
(pubblicato martedì 17 novembre 2009 sul “Riformista”)
FLANEUR
Le medaglie, come le gare, sono divise per sessi altrimenti lo sport femminile non esisterebbe neanche. Dunque in questo caso il separatismo giova alle donne ed è ben accetto, diversamente da altri campi. Ma a parte questo, se in una nazione le donne conquistano più medaglie degli uomini in una Olimpiade, è matematico che in un’altra siano gli uomini a conquistarne di più. Ma allora che senso ha parlare di sorpassi al femminile, di maggior tenacia, di capacità di fare squadra delle donne, di maggior spirito di sacrificio e via banalizzando? E si è mai letto qualcosa del genere quando sono i maschi a vincere più medaglie? Mai, ovviamente e giustamente. Quindi sia l’articolo che i commenti entusiasti non hanno senso alcuno, sono solo l’espressione del maintream in cui siamo immersi che obnubila menti e ragione.
Sulla differenza di retribuzione fra sport maschile e femminile: avete mai letto di ingiustizia retributiva fra le modelle e i modelli maschi(di cui nessuno ricorda il nome)?
No, ovvio. Le modelle smuovono un business e un interesse che i maschi non si sognano. Lo sport al femminile, per diventare visibile e interessante per gli spettatori dal vivo e in TV, deve penosamente ridurre oltre il limite i cm quadrati dei costumi di scena delle atlete, le quali da parte loro accettano ben volentieri questa esposizione del “corpo delle donne” sia per guadagnare di più, sia, diciamocelo, per narcisismo. E allora di che si lamentano? Sarebbe come se un romanziere che vende mille copie pretendesse di essere pagato come quello che ne vende 100.000. Assurdo! Ma viviamo, appunto, nel teatro dell’assurdo, come questa discussione e l’articolo che ne è all’origine dimostra.
Un particolare che la dice lunga, è quello relativo al fatto che nessun atleta italiano ha fatto paragoni con le atlete italiane, parlando di maggiore determinazione maschile, più grinta e tenacia degli uomini, superiorità maschile, etc.
A situazione invertita sarebbe scoppiato il finimondo mediatico, le femmine sarebbero state portate alle stelle e gli uomini gettati nelle stalle.
Non si sarebbe parlato di vittorie dell'Italia, bensì di vittorie delle donne italiane contro gli uomini italiani, nonostante le varie competizioni sportive siano divise in base al sesso, per ovvi motivi.
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,13706.msg158579.html#msg158579
Inoltre, molte atlete avrebbero dedicato le vittorie ai rispettivi settori femminili (Testa docet...) e alle donne in genere.
Questo tanto per evidenziare ulteriormente la bassezza morale, l'invidia e i complessi di inferiorità femminili.
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,13706.msg158580.html#msg158580
Questa tesi mi faceva già ridere cinque anni fa; oggi mi fa proprio scompisciare.
E adesso che alle Olimpiadi vincono l'oro soprattutto gli uomini che facciamo? Come la mettiamo? Silenzio?
Lei è Irma Testa, la medaglia olimpica del pugilato, una medaglia storica, la nostra medaglia. Lei è il vertice di un movimento, quello femminile, che si è preso il suo spazio e che grazie al quale ora siamo più completi.
Alle Olimpiadi di Tokyo 2020 avevamo solo le donne del pugilato italiano, ma ci hanno rappresentato al meglio, ci hanno rappresentato TUTTI.
Grazie Irma, grazie Giordana, grazie Rebecca e grazie Angela!
Mi son state segnalate queste parole di Roberto Cammarelle.
Bene, anche l'ex campione olimpico ce lo siam giocato, visto e considerato che in passato era contrario al pugilato femminile.
Amen.
Tanto gli uomini odierni son quasi tutti così: irrecuperabili leccaculo delle femmine.
E dove cazzo vogliamo andare con soggetti del genere ?
Hai voglia poi a prendersela con il femminismo...
Alle Olimpiadi di Tokyo i nostri (e vostri) occhi saranno puntati su queste ragazze magiche
Dalla queen della ginnastica americana Simone Biles alla nostra promessa del nuoto Simona Quadarella, ecco le atlete che attendiamo con più emozione
Quelle che inizieranno il 23 di luglio, mai così attese, dopo il rinvio di un anno causa pandemia, sono destinate a essere le Olimpiadi più incentrate sulle donne di sempre. Secondo il CIO, le donne rappresenteranno il 48,8 % del totale degli olimpionici, con un aumento delle partecipazione del 45 %, rispetto ai Giochi olimpici di Rio 2016, ma solo, paradossalmente, del 2,2 % rispetto alle Olimpiadi del 1900, le prime a includere le donne. Allora, infatti, 22 donne hanno gareggiato in cinque sport "femminili", tra cui golf e croquet. In questa estate 2021 che ambisce alla vera ripartenza, ma che inciampa nell'ostacolo delle varianti del Covid (tant'è che mentre scrivo ancora non si sa se Tokyo aprirà al pubblico o meno), eppure non molla la speranza di poter essere memorabile, in senso buono, possibile, più di 5.000 atlete gareggeranno in più di 300 eventi, molti dei quali coinvolgeranno velocità, rischio, forza, intelligenza e coraggio. Questa attenzione al numero e alla visibilità delle donne alle Olimpiadi rappresenta il culmine di una strategia iniziata nel 2014, quando il CIO ha adottato una nuova agenda di pianificazione che includeva esplicitamente un impegno per "l'uguaglianza di genere". Un obiettivo che pare essere stato raggiunto con questi Giochi, al netto del fatto che in parallelo hanno anche subìto un pesante contraccolpo alla loro alleanza verso le donne, dopo che il presidente del comitato organizzatore e il direttore creativo esecutivo dell'apertura dei Giochi, si sono dimessi in seguito a osservazioni considerate sessiste. Resta, comunque, un fatto, e cioè che nessun precedente evento sportivo globale ha coinvolto e celebrato le donne nella stessa misura di queste Olimpiadi 2020 (sì, anche se si tengono un anno dopo, rimangono intitolate così). E allora, sulla scia di questa ondata di campionesse fantastiche, e con la curiosità di vedere l'effetto che faranno le nuove competizioni miste dove si confronteranno alla pari maschi e femmine (tra cui la staffetta e il triathlon), ecco il nostro elenco, per forza di cose parziale, delle sportive su cui terremo gli occhi particolarmente puntati. Tra di loro non c'è, purtroppo, la nostra stella del salto in lungo Larissa Iapichino, che si è dovuta ritirare all'ultimo per un infortunio, ed è un dispiacere per il quale a consolarci ci sono solo i suoi quasi 19 anni, così pochi da prometterle di recuperare e prendersi tutto.
e con la curiosità di vedere l'effetto che faranno le nuove competizioni miste dove si confronteranno alla pari maschi e femmine
Sinner diventa il numero 15 al mondo: “Ma devo migliorare, la strada è ancora lunga”
Il tennista altoatesino diventa anche il più giovane campione Atp 500: “Ma non mi interessa, devo giocare tanti match importanti”
Ieri sera durante la trasmissione televisiva “Il Circolo degli anelli” su Rai 2 Adriano Panatta l’ha bastonato pesantemente (“Non capisco perché ha rinunciato ai Giochi, alla sua età dovrebbe andare a piedi a Tokyo”), proprio mentre lui si accingeva a giocare e vincere il primo torneo Atp 500 a Washington. A fine gara era molto rilassato: “Penso che ci sia ancora molto da fare, devo giocare match importanti, come sto facendo ora. Questa esperienza mi tornerà utile”. Con questa vittoria l’azzurro si posiziona al numero 15 della classifica Atp, suo best ranking.
Sinner è il più giovane campione Atp 500 in 146 eventi da quando la categoria è stata creata nel 2009. Otto giorni prima del suo 20° compleanno, è diventato il terzo più giovane campione di Washington dopo il 18enne Andy Roddick nel 2001 e il 19enne Juan Martin del Potro nel 2008. “Non mi interessa se sono il più giovane a fare qualcosa - aggiunge -, io voglio solo lavorare e migliorare. Sono felice per la vittoria, ma la strada è ancora lunga”.
Andro' leggermente off topic ma volevo mettere in risalto un dettaglio emerso da queste olimpiadi che testimoniano per l'ennesima volta le differenze marcate, e profonde, a livello cognitivo e comportamentale tra uomini e donne.
Fate caso alle esultanze, alle dichiarazioni post-vittoria. Negli uomini c'e' sempre quell'elemento che punta verso qualcosa di trascendente, fuori dall'ordinario, verso qualcosa di superiore e metafisico.
Nelle donne la motivazione e' invece spesso terrena, ordinaria, avente una base di invidia, di rivalsa, di rancore.
Gli uomini non hanno la determinazione, l'aggressività, la capacità di sopportare il dolore e la fatica che abbiamo noi donne. Il futuro è nostro, anche qui".
Da Rio 2016 gli uomini non devono più indossare il caschetto di protezione che è al contrario ancora obbligatorio per le donne.
Irma Testa
Contro chi pensa che il pugilato sia solo maschile
«Entri sul ring e sei pugile, ma sotto guantoni e caschetto rimani quello che sei. È proprio attraverso il pugilato che sono diventata donna. Adesso anche i miei amici hanno capito che la boxe non è un sport solo maschile ma, soprattutto, che una donna può raggiungere risultati alla pari degli uomini»
«L’unico problema – racconta – sono i pregiudizi di chi rimane schematico e continua a vedere il pugilato come uno sport prettamente maschile. Io invece credo che la boxe, così come moltissimi sport, sia estremamente femminile. La parola donna è sinonimo di grinta, coraggio, determinazione, caparbietà: tutti aggettivi che anche il pugilato fa suoi e che noi donne possediamo naturalmente, perché tutti i giorni siamo abituate ad affrontare sacrifici e difficoltà, ad essere mogli e madri allo stesso tempo, ad essere atlete senza sottovalutare altri aspetti della vita, ad essere brave senza farci condizionare». Ha ragione: le sue motivazioni non fanno una grinza e anzi ci emozionano.
Il pugno di La Cruz va sempre a bersaglio, oro nei pesi massimi
dal nostro inviato Cosimo Cito
Dopo il titolo a Rio nei mediomassimi, il cubano si ripete a Tokyo nella categoria superiore battendo nettamente in finale il russo Gazhimagomedov. Per il paese caraibico è il terzo oro nella boxe
06 AGOSTO 2021
TOKYO - "Yo soy La Cruz", e poi baci alla mamma, la mano al capo a fare il saluto militare, il pugno alzato sotto la tribuna dei cubani, una battaglia durissima e un incontro memorabile, stravinto ai punti. Julio Cesar La Cruz è il terzo oro cubano nella boxe: l'en plein, sette su sette, è sfumato per l'isola della Revolucìon, due dei suoi boxeur si sono persi nei tornei. Uno, Lazaro Alvarez è già sul podio, ma terzo, nei piuma. C'è un'altra possibilità nei pesi leggeri con Andy Cruz, opposto in finale all'americano Davis. Ma intanto Julio Cesar La Cruz ha distrutto il russo Gazhimagomedov nella finale dei massimi, verdetto unanime, riprese tutte uguali: l'avversario, più potente, lo cercava e lui colpiva e si difendeva, danzandogli intorno, imprendibile. Alla fine l'esultanza è arrivata prima di sapere, lui sapeva già.
È il secondo oro olimpico per La Cruz, cinque anni fa a Rio era stato campione dei mediomassimi. È passato di categoria, ma il suo pugno va sempre a bersaglio, prima che lui scompaia, introvabile alla risposta dell'avversario. Lo chiamano "La sombra", l'ombra. È nato a Camaguey, nella terza città più popolosa dell'isola, ha 31 anni, quattro titoli mondiali dei mediomassimi alle spalle. Il suo obiettivo, sin prima dei Giochi di Tokyo, era il torneo olimpico di Parigi: "Voglio vincere entrambi gli ori" diceva, dando quasi per certa la vittoria in Giappone, e il ring non l'ha smentito.
Nel 2008 era stato vittima di una paralisi facciale dopo un incontro, nel 2014 era stato vittima di una rapina. I ladri dissero di non sapere chi fosse, gli spararono e il proiettile gli finì nel fianco. Fu salvato per miracolo, ha conservato quella pallottola in un vaso e ha promesso a se stesso di tornare più forte di prima. Nel suo cammino a Tokyo ha battuto anche il connazionale Reyes Pla, fuggito da Cuba e ora battente bandiera spagnola. "Solo un cubano può battere un altro cubano" aveva detto lo sconfitto, e così è andata. La Cruz è il candidato numero uno alla Coppa Val Barker, assegnata da una giuria al miglior pugile dell'Olimpiade, tutte le categorie comprese, un albo d'oro che ha tra i suoi iscritti anche Nino Benvenuti, Teofilo Stevenson, Patrizio Oliva. "Yo soy La Cruz", il suo ultimo pugno, è probabilmente, come tutti gli altri, arrivato a destinazione.
La Cruz è il candidato numero uno alla Coppa Val Barker, assegnata da una giuria al miglior pugile dell'Olimpiade, tutte le categorie comprese, un albo d'oro che ha tra i suoi iscritti anche Nino Benvenuti, Teofilo Stevenson, Patrizio Oliva.
A questo punto sono arrivato
Pugilato, fuori anche Irma Testa: Italia senza medaglie
dal nostro inviato MAURIZIO CROSETTI
La campana sconfitta nettamente dalla francese Mossely: la truppa azzurra lascia Rio con grande delusione
15 AGOSTO 2016
Io invece credo che la boxe, così come moltissimi sport, sia estremamente femminile. La parola donna è sinonimo di grinta, coraggio, determinazione, caparbietà: tutti aggettivi che anche il pugilato fa suoi e che noi donne possediamo naturalmente, perché tutti i giorni siamo abituate ad affrontare sacrifici e difficoltà, ad essere mogli e madri allo stesso tempo, ad essere atlete senza sottovalutare altri aspetti della vita, ad essere brave senza farci condizionare»
Prova ad immaginare cosa diavolo succederebbe se un campione sportivo, di qualsiasi disciplina, arrivasse a dire: " Non ho tempo per una fidanzata o per una moglie". Le accuse di misoginia fioccherebbero. Lo si accuserebbe subito di omosessualità (e in questo caso sarebbe una colpa grave e un giusto motivo di derisione universale). E non gli verrebbe risparmiato un simile destino neppure se avesse portato a casa una medaglia d'oro dalle Olimpiadi di Tokio.
Questa la immaginavo, tutti quelli che vengono sgamati fingono di sparire per una buona ragione.
Adesso era solo perche' hanno bisogno di piu' pratica? Senti ciccio, finiscila di pigliarci per il culo, sei un trollone clamoroso.
Dai, Antoniuccio, ti ho sgamato stavolta, sei un trollone.
e se qualcuno esprime qualcosa che si discosti dalla linea boomer cattolico-ciellinaE la tua linea qual è? "Fregna" sopra tutto?
Servo di Soros, gaio in incognito, femminista in incognito.Sarebbe già un complimento perché almeno i servi di Soros ricavano qualcosa. In caso contrario, si rientra nella vastissima categoria degli idioti irrecuperabili.
Nella migliore delle ipotesi si viene bacchettati solo per aver detto che "è normale trombare le proprie fidanzate".Non vedo i lividi... Trombati pure la "fidanzata" ma ricorda: non è tua, è solo il tuo turno.
E beh, scusa tanto se mi godo un po' la vita dopo due anni di clausura, anziché stare su un forum a rosicare, perché le fregne sposano i ricchi e ai poveri rimangono le racchie.
È proprio così, lo rimarcava pure il mio istruttore di scuola guida nel 2007. Le femmine sono meno predisposte e hanno bisogno di più pratica rispetto ai maschi...cosa c'è da dare in escandescenze? Sei fuori come un balcone
Io ho già spiegato chiaramente ciò che intendevo, ma fai finta di non capire e mi attribuisci cose mai pensate, solo per accanirti. Fai polemica per puro puntiglio, con toni da chiwawa isterico...
Vabbè, comunque, facendo i seri:
Io non sono un attivista, non scrivo sui giornali, non ho influenza nel mondo...
Qui avevo postato, l'anno scorso, una domanda sulle palestre di karate. (L'avevo postata anche su altri gruppi Facebook, in verità).
Siccome l'account è rimasto attivo, ogni tanto scrivo due cazzate a tempo perso,
Altri post li ho semplicemente abbandonati perché era troppo evidente l'estraneità di qualcuno a certe dinamiche, per infierire. Sarebbe stato troppo surreale specificare l'ovvio, ovvero che se a 25 anni un ragazzo non ha un lavoro stabile, posticipa il fatto di figliare verso i 32-33. O che è da folli far vivere un neonato in una casa con 5 inquilini estranei, come qualcuno aveva suggerito, solo per riprodursi entro i 26 anni di età. Ma perché poi? Ma di che stiamo a parla'...
Con tutti i radical-chic che ci sono là fuori, pronti a vendersi la madre pur di vedere un pezzetto de fregna, ci si fa la guerra tra nickname...
Non la vivo come fai tu, che hai trovato in forum come questo, un canale per esprimerti e riscattarti da anni di sofferenza e "bluepill". Traendo scariche di adrenalina nel dire a un nickname sconosciuto "IHIH trooool, ti ho sgamatoooo!!!"
I tuoi atteggiamenti sono come quelli degli adolescenti litigiosi sui forum dei videogiochi. I teenager posso pure capirli, ma un ometto che va per i 40... lo comprendo solo se è uno Sheldon Cooper dei poveri che divora i libri di Dale Carnage per superare i propri handicap relazionali. Cosa che tu fai, avendolo lasciato trapelare l'anno scorso.
Bella 🍸.
Pero' e' normale farli sulla soglia dei 40 anni, in un monolocale da 25mq? Ma cosa stai dicendo ...?Appunto
Appunto
Antonio, dopo fin troppi tentativi di recuperarlo, Fritz ha aggiunto anche QM alla sua collezione di ban per cui qui non lo rivedrai mai più. Purtroppo non c'era altro da fare
Ed era ora.:sick: :clapping: