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In rilievo => Osservatorio sul Femminismo => Topic aperto da: Angelo - Maggio 24, 2016, 22:20:47 pm

Titolo: Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Angelo - Maggio 24, 2016, 22:20:47 pm
Dopo tanti anni di merda femminista sparsa a piene mani sugli uomini, finalmente qualcosa comincia a tornare indietro a queste femministe, ipocrite ed indecenti.

L'articolo sembra "poco femminista" ma l'autrice sul suo profilo facebook è una femminista convinta. E' cosa c'è di più umiliante e degradante per una femminista?
ESSERE INVISIBILE AGLI UOMINI, PERDERE DI VALORE.
E tenendo presente la quantità di uomini che va verso altri tipi di donne, ciò è un bene.

L'autrice è una donna italiana, radical chic, scrive per Linkiesta. Ha fatto video per la giornata contro la violenza sulle donne. Sul suo profilo fb  ----> https://www.facebook.com/memoriediunavagi/?fref=nf     <----      potrete verificare il soggetto. Ecco l'articolo della femminista. Come sempre, link e articolo.

http://www.linkiesta.it/it/article/2016/05/21/caro-maschio-contemporaneo-riprenditi-la-sacra-fregna/30448/

Caro Maschio Contemporaneo,

ti scrivo questa lettera perché ci sono alcune cose che vorrei dirti.

In primis vorrei tranquillizzarti e spiegarti che no, non è solo la tua virilità a essere in crisi in questa epoca segnata
dall'iperconnessione, dall’inesauribile pluralità d’offerta, dalla disponibilità e gratuità del porno e dalla totale confusione tra i generi sessuali.

Siamo tutti un po’ in crisi: lo sono le relazioni, le sono le generazioni, lo sono i nostri genitori che ci mandano emoticon su Facebook; lo sono i giovani che fanno più sexting che sesso; lo siamo noi donne single perennemente in conflitto tra la nostra indipendenza e la nostra solitudine; lo sono le donne sposate, che devono lavorare, ramazzare casa, adempiere ai doveri coniugali e a un certo punto anche sfornare prole. E sì, evidentemente, lo sei anche tu, caro Maschio Contemporaneo. Mi sei in crisi. Mi sei in crisi se devi crescere. Mi sei in crisi se devi assumerti delle responsabilità. Mi sei in crisi di fronte alla famiglia, di fronte ai figli, di fronte al sesso, di fronte a un motore a scoppio o a un cavo elettrico (in compenso cucini meglio di me, non che ci voglia molto). E mi sei in crisi di fronte alle donne.

Sarebbe difficile, forse impossibile, parlare della tua crisi senza parlare della nostra “emancipazione”. E uso le virgolette perché, in verità, noi donne siamo ancora incatenate da innumerevoli sovrastrutture culturali, retaggi del passato, a cui si sono aggiunte nuove paturnie, squisitamente post-moderne. Fatto sta che alcune cose sono cambiate, per esempio è cambiato il nostro approccio al sesso e - di conseguenza, oserei dire - anche il vostro.

In primis vorrei tranquillizzarti e spiegarti che no, non è solo la tua virilità a essere in crisi in questa epoca segnata
dall'iperconnessione. Siamo tutti un po’ in crisi: lo sono le relazioni, le sono le generazioni, lo sono i nostri genitori che ci mandano emoticon su Facebook
Siamo tutti d’accordo, presumo, nel dire che la nostra generazione di donne concede la propria virtù in dosi e tempi diversi rispetto alle generazioni precedenti (leggi: la diamo via come fosse mangime ai piccioni, solo che voi a differenza degli altri volatili, che s’ammassano tutti lì a beccare il beccabile, iniziate a ritrarvi). Ciò comporta un mutamento sostanziale nelle condizioni del mercato, l’equilibrio tra domanda e offerta s’inverte, l’eccesso di disponibilità e la semplicità di reperimento rendono la merce (la passera) meno pregiata e il suo valore diminuisce. Semplice microeconomia del pelo.

Così noi donne ci ritroviamo circondate di figafobici e criptochecche, una generazione di uomini che piuttosto-mi-sego, rimpiangendo quei tempi antichi in cui se a un uomo volevi concederla, quello se la prendeva, di buon grado e il prima possibile, perché era la Sacra Fregna e in quanto Sacra Fregna andava onorata. E andava bene su per giù in qualunque modo: roscia, bionda, nera, grassa, magra, giovane, vecchia, glabra, afro, verticale, orizzontale e pure di traverso. Oggi no. Oggi non è più così.

Oggi siamo tarati sull’estetica dello YouPorn, troviamo uomini col pube bello ordinato e ci spalmiamo cera bollente sulle grandi labbra e strappiamo via, perché non vorremmo mai salire agli onori della cronaca nera con il primo caso di “Uomo Contemporaneo ucciso da un pelo pubico in gola”. Oggi ci mandiamo le foto. Le foto delle tette. Le foto del culo. Le foto dell’uccello, viviamo in uno stato di permanente e facile eccitazione che ci porta a non eccitarci mai davvero, a non afferrarlo nemmeno quel culo, a non toccarle nemmeno quelle tette, a non incassarlo nemmeno quell’uccello. Mercato del pelo e tecnologia ci hanno cambiati e ciò è innegabile.Ma non è solo questo.

Oggi abbiamo uomini che ci chiedono esplicitamente «vuoi scopare stasera?» oppure quelli che ci mandano messaggini e faccine gialle per un anno senza quagliare mai. È scomparso il corteggiamento, quello misurato e consapevole. E anche la “trombamicizia” è un concetto ontolgicamente messo in discussione. Latita la disponibilità a mettersi in gioco sul piano umano, senza un fine garantito, un Roi sentimental-sessuale. La cena, la chiacchiera, il tentativo e anche l’eventuale due di picche che, signori, è solo un due di picche, mica una crisi energetica mondiale. Si può gestire facilmente.

Noi donne ci ritroviamo circondate di figafobici e criptochecche, una generazione di uomini che piuttosto-mi-sego, rimpiangendo quei tempi antichi in cui se a un uomo volevi concederla, quello se la prendeva, di buon grado e il prima possibile, perché era la Sacra Fregna
Dieci anni fa era nell’ordine delle cose che il maschio ci provasse e la femmina si riservasse la possibilità di elargire la vituperata carta del rimbalzo. Era persino auspicabile o strategico, rimbalzare, se il tipo ti piaceva. Adesso sotto casa ci salutate col bacetto sulla guancia, anche al terzo appuntamento, anche quando è evidente che potreste osare, perché i segnali (inclusi quelli di fumo e il codice morse) ve li abbiamo mandati tutti (e sì, prima che qualche mente illuminata dica: «Non ti viene in mente che forse non ti bacia perché non gli piaci poiché sei un cesssssso?», rispondo: «Se non gli piaccio può benissimo smetterla di cercarmi, e flirtare, e fare allusioni»).

Perché in fondo vi dite che c’è la parità, perché dovete provarci sempre voi? Perché siete maschi. Ecco perché.

Ma il problema è proprio qui. È che i concetti di “maschio” e “femmina” sono un po’ come quelli di “destra” e “sinistra”. Categorie del pensiero, ormai superate, obsolete. E riflettendoci, se provo a vestire i tuoi panni, caro Maschio Contemporaneo, mi accorgo che nemmeno i tuoi sono comodissimi. Che le Donne Contemporanee sono bizzarre.

Che stra-lavorano e sono stra-stressate perché giustamente vogliono essere Miranda Priestley ma anche Mary Poppins. Che vogliono trovare l’uomo giusto mentre alternano sapientemente (meglio dei peggio bad boys) tre trombatori in contemporanea. Che anelano alla tenerezza e poi chiamano i propri amanti con soprannomi indicibili e ne compilano la pagella dopo ogni prestazione erotica (pagella che viene prontamente inviata in triplice copia su whatsapp alle amiche). Che parlano di cazzi e orifizi manco fossero smalti e ombretti, ma poi sognano la favola. Che si dichiarano pubblicamente illuminate pompinologhe, ma però vogliono il messaggino della buonanotte. Che sono onnipotenti ma crollano per un paio di doppie spunte blu senza risposta. Che se non dai attenzioni sei uno stronzo, e se ne dai troppe sei uno sfigato. Che sono amazzoni metropolitane ma deve invitarmi prima lui. E deve accettarmi per quella che sono, ma comunque come cazzo si veste?!

Che un cuore dichiarano d’avercelo, ma in fondo alla vagina. Che sono emancipate ma il conto per piacere pagalo tu (perché sì, è una questione di eleganza). Che le dimensioni contano, e per piacere non eiaculare nel tempo di uno starnuto, e ti serve mica il gps per trovarmi il clitoride? Che vorrei sapessi montare un mobile, ma anche stirarti le camicie, ma anche cogliere le mie sofisticate citazioni, ma anche consigliarmi i migliori libri da leggere, ma anche farmi ascoltare la musica più figa, ed essere divertente, sagace, piacente e naturalmente pazzo di me. Altrimenti stiamo meglio da sole o con il vibratore azzurro, principe indiscusso della nostra sessualità, capace di arrivare dove nessun uomo potrà mai, facendoci scoprire inediti orizzonti del piacere grazie alla sua meccanica precisione e ricaricabile batteria.

Ecco, sai cosa c’è, Caro Maschio Contemporaneo? Non saprei indicarti la soluzione. So che siamo in questa situazione qua. Che noi siamo così e tu (e i tuoi esimi colleghi) siete lì. Che preferite guardarvi qualche puntata della vostra serie del momento e poi praticare del sano onanismo, che non contempli l’interazione con una di noi, curiose creature femminili dell’oggi.

Posso solo dirti, caro Maschio Contemporaneo, che come tu hai paura d’avere il cazzo piccolo, io ce l’ho che non ti piaccia il mio corpo. Posso solo dirti che come io cerco conferme, le cerchi anche tu. Posso solo dirti che possiamo provare a evolverci, come si fa sempre dopo le crisi, e diventare persone nuove, con fragilità e insicurezze assimilabili. Adulti imperfetti che provano a stare al mondo, trovando un equilibrio e tendendo al benessere condiviso. Posso solo dirti, caro Maschio Contemporaneo, che ormai siamo cresciuti. E che abbiamo tutti, uomini e donne, le nostre paure, le nostre nevrosi, i nostri fallimenti e le nostre storie di merda alle spalle. Che non è una gara. Che non c’è da aver così tanta paura.

I concetti di “maschio” e “femmina” sono un po’ come quelli di “destra” e “sinistra”. Categorie del pensiero, ormai superate, obsolete. E riflettendoci, se provo a vestire i tuoi panni, caro Maschio Contemporaneo, mi accorgo che nemmeno i tuoi sono comodissimi
E, francamente, credimi: fare l’amore è meglio che vederlo, toccare un culo è più appagante che guardarlo in foto, e una fellatio - se ben fatta - è più conciliante di una passeggiata in alta montagna. E no, non pretenderemo che ci porti all’altare poi. E te lo giuro: nessuno è mai morto soffocato da un pelo pubico.

E quando sei a letto con una donna, amala, anche solo per 30 minuti (che slancio d’ottimismo): ama la sua pelle, ama la sua bocca, ama i suoi capelli, e i suoi occhi, e la sua fica. Che sia roscia, bionda, nera, grassa, magra, giovane, vecchia, glabra, afro, verticale, orizzontale e pure di traverso. Amala così, anche solo per 30 minuti, che ci serve a riscoprirci umani. Fatti di carne, e istinti, e sapori, e odori, così come siamo. Non come appariamo.

Tivvubbì,

Vagina
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 24, 2016, 23:03:17 pm
Seriamente: il livello di stupidità, di assoluta povertà mentale che può raggiungere una femmina/femminista, è a dir poco spaventoso.

Queste tizie sono un concentrato di puttanate e di luoghi comuni; sostanzialmente sono delle povere stronze che meriterebbero di essere spedite in massa in Arabia Saudita o in Afghanistan, per un corso di rieducazione.

Definirle delle ammosciacazzi è poco; anzi, è un complimento.

@@

ps: no, dico, ma come si fa a sopportare simili puttanate ?
E, soprattutto, come si fa a frequentare certe dementi ?

Citazione
Che un cuore dichiarano d’avercelo, ma in fondo alla vagina. Che sono emancipate ma il conto per piacere pagalo tu (perché sì, è una questione di eleganza). Che le dimensioni contano, e per piacere non eiaculare nel tempo di uno starnuto, e ti serve mica il gps per trovarmi il clitoride? Che vorrei sapessi montare un mobile, ma anche stirarti le camicie, ma anche cogliere le mie sofisticate citazioni, ma anche consigliarmi i migliori libri da leggere, ma anche farmi ascoltare la musica più figa, ed essere divertente, sagace, piacente e naturalmente pazzo di me. Altrimenti stiamo meglio da sole o con il vibratore azzurro, principe indiscusso della nostra sessualità, capace di arrivare dove nessun uomo potrà mai, facendoci scoprire inediti orizzonti del piacere grazie alla sua meccanica precisione e ricaricabile batteria.


Citazione
Che sono emancipate ma il conto per piacere pagalo tu (perché sì, è una questione di eleganza)

Un cosiddetto vecchio della QM le definì "esseri moralmente inferiori".
Be', ci aveva azzeccato in pieno.

Per non parlare del defunto Moebius.
http://www.lucidamente.com/1802-quel-maledetto-crucco-di-moebius/
Citazione

Quel maledetto crucco di Moebius

“L’inferiorità mentale della donna”: un libro “scorretto”, pubblicato nel 1998 da Castelvecchi, ormai fuori catalogo e “raro”

Esiste una mentalità rozza e volgare, fondata su pregiudizi contro le donne: il termine che sintetizza tale atteggiamento precostituito è molto noto ed è misoginia. Assolutamente contraria a questa, ma ugualmente del tutto fondata su prevenzioni nella stessa misura acritiche, vi è altresì un’altra posizione ideologica – probabilmente influenzata dal sentimentalismo ottocentesco di marca romantica e oggigiorno molto di moda, anzi un must che accomuna tutte le posizioni politiche -, secondo la quale tutto ciò che è inerente al mondo femminile e alle sue rivendicazioni è bello, buono, vero e giusto. Il termine – meno noto del primo – e che definisce o potrebbe definire tale pregiudizio è filoginia.
Contro di essa – e sulle differenze fisiche e spirituali tra i due sessi – ha scritto molte controverse pagine Paulus Julius Moebius (Lipsia, 1853-1907), psichiatra tedesco, direttore del Policlinico neurologico della città natìa.

MOEBIUS donnaLa casa editrice Castelvecchi, encomiabile per aver stampato nel corso degli anni molteplici testi “scomodi” e “trasgressivi”, nel 1998 ha dato alle stampe uno “scandaloso” scritto di Moebius, L’inferiorità mentale della donna (Über den physiologische Schwachsinn des Weibes, 1900). Abbiamo notato che esso è da tempo scomparso non solo dal catalogo della casa editrice romana, ma che è introvabile anche nei remainder e nelle vendite on line. Seguendo lo spirito critico di LucidaMente, ci è venuto il sospetto che la scelta di far “sparire” il libro sia stata provocata da motivi legati al politically correct, cui abbiamo dedicato il presente numero della rivista. Come mai oggi circolano nelle librerie italiane porcherie di ogni tipo, che si ammucchiano costituendo scandalose, mortifere cataste, mentre un volumetto non privo di pregi, se non altro stilistici, si è dileguato?

Abbiamo perciò sentito l’attuale direttore editoriale della Castelvecchi, Cristiano Armati, che, nel corso di una cordiale conversazione telefonica, ci ha rassicurato: L’inferiorità mentale della donna è uscito dal catalogo della casa editrice per aver concluso il proprio “ciclo”, senza che vi siano state scelte, censure o motivazioni particolari, né in seguito a particolari pressioni di lettori o associazioni “filogine” o femministe. «Magari» ci ha detto Armati «oggigiorno un libro fosse capace di suscitare reazioni forti, anche sdegnate o scandalizzate!». Conoscendo bene pure noi l’atmosfera di “quietismo” che aleggia sull’editoria e sui libri pubblicati in Italia, l’assoluta mancanza di polemiche, stroncature, recensioni forti, pur di mantenere in quieto vivere, non inimicarsi alcuno, tirare a campare, condividiamo pienamente la considerazione di Armati.

MOEBIUS DONNA (2)Resta, d’altro canto, la “sparizione” del libro di Moebius. Del resto, l’edizione italiana della Castelvecchi era stata fatta precedere da una insolita introduzione di Filippo Scòzzari. Perché “insolita”? Perché l’artista bolognese – peraltro in genere molto iconoclasta e trasgressivo – prende duramente le distanze dal saggio di Moebius, denigrandolo (!) con affermazioni del tipo: «Mi appresto a sparare su un tedesco scemo che era anche un medico scemo e uno scrittore scemo. Ora fortunatamente è morto da moltissimi anni, quindi è scemissimo, e non lo ricorda un cane». Peccato che lo “scrittore scemo” sia stato un bravo saggista e ancora oggi sia ricordato per aver scoperto sindromi, malattie e sintomi che portano il suo nome. È certamente singolare che un prefatore parli male del libro che sta introducendo (se a uno non piace un libro, evita di fare il prefatore dello stesso), anzi insulti in modo volgare e preconcetto l’autore. E questo la dice già lunga sui vincoli del “politicamente corretto” su cui abbiamo discettato in questo numero della rivista.

Per recuperare qualcosa del libro di Moebius, abbiamo pertanto scelto di selezionarne alcuni brani tratti dall’edizione Castelvecchi, brani che riportiamo di seguito e che oggi appariranno “provocatori” o “maschilisti”. Il lettore (e/o la lettrice), ovviamente, li valuti come meglio desidera, considerando però che ormai siamo, come i cani di Pavlov, condizionati a reazioni obbligate dall’ideologia dominante del politically correct. E che non tutte le donne sono uguali… Forse le stesse donne farebbero bene a prendere coscienza di certi atteggiamenti di alcune e che qualche critica a volute, masochistiche màrtiri di uomini violenti, a conformiste, bigotte, vittimiste, rampanti senza scrupoli ed escort varie farebbe bene a tutte e tutti. Il compito del giornalista e del letterato consiste, comunque, nell’informare, documentare, far conoscere, senza censure aprioristiche. Ecco alcuni brani dal libro di Moebius:

«Gli innovatori politici e religiosi non si accorgono che l’umanità è tutt’una cosa con la Natura e che le leggi umane, dovunque ripetentisi, necessariamente derivano dalla natura stessa degli uomini. Essi credono sul serio che basti avere un giusto obbiettivo e buona volontà perché il mondo muti faccia; non vedono l’uomo reale, il quale nelle circostanze più importanti della vita segue i suoi istinti, ma si tengono d’innanzi agli occhi una figurina di cera, la cui forma possa esser cambiata a volontà e si illudono di trionfare sulla Natura con le loro leggi. Così i femministi pensano di trasformare la donna per mezzo delle leggi e dell’educazione. Ora, è semplicemente puerile il credere che l’essenza della donna, quale si ritrova in ogni tempo e presso tutti i popoli, sia un dato del capriccio».

«Concessione di diritti eguali in un senso ragionevole, non può significare altro che a nessuno venga fatta ingiustizia e che vi sia giusto compenso per ogni prestazione. Si propugni invece l’uguaglianza, sul principio che tutti gli uomini siano uguali, come volevano i rivoluzionari di vecchio stampo: sarà predicata una stoltezza, poiché gli uomini non sono uguali e tanto meno sono uguali i due sessi. Infatti cotesta sciocca idea dell’uguaglianza non ha nulla a vedere col “movimento del proletariato femminile”; si tratta soltanto della soppressione delle miserie, frutto delle nostre infelici condizioni sociali, si tratta di giustizia verso le donne e le fanciulle che sono costrette a guadagnarsi il pane».

«Ciò che generalmente è ritenuto vero e buono, per le donne è in realtà vero e buono. Esse sono rigide e conservatrici e odiano le novità, eccettuato, s’intende, il caso, in cui il nuovo arrechi loro un vantaggio personale. Si dà così l’apparente contraddizione che le donne, strenue a difendere le vecchie usanze, corrano dietro, tuttavia, ad ogni nuova moda; sono conservatrici, ma accolgono per buona ogni assurdità per poco che questa venga abilmente suggerita».

«La loro morale è soprattutto morale di sentimento; la morale che deriva dal ragionamento è loro inaccessibile e la riflessione non fa che renderle peggiori. A questa unilateralità s’aggiunge una ristrettezza di visuale. Giustizia, senza riguardo alla persona, è per esse un concetto vuoto di senso. Esse, nel fondo, non hanno il senso del giusto. Ne consegue la violenza degli affetti, la incapacità al dominio di se stessi. La gelosia e la vanità, insoddisfatta o ferita, suscitano tempeste che non concedono campo a nessuna riflessione d’ordine morale. Se la donna non fosse fisicamente debole, essa sarebbe un essere altamente pericoloso».


«La lingua è l’arma delle donne, poiché la loro debolezza mentale le obbliga a rinunziare alla prova dei fatti, per cui non resta loro che la piena delle parole. La litigiosità e la smania delle chiacchiere non a torto furono in ogni tempo ritenute specifiche del carattere femminino».

«Parimenti è loro caratteristica un’avarizia fuori di luogo. Molto affine a questa caratteristica è l’abitudine a far gran caso di minime questioni. Piccole bagattelle del momento fanno loro dimenticare passato e avvenire, le questioni più serie e le minuzie vengono trattate con lo stesso impegno e spesso ciò che veramente è importante viene trascurato per amor di un nonnulla. Né giovano le dure esperienze, e le dimostrazioni più persuasive provocano bensì teorici assentimenti, ma non mutano lo stato delle cose: “Alla fin fine io son fatta così”».

«Se la donna giudica il comportamento e la condotta di un’altra donna, spesso essa sarà molto perspicace e potrà spingere il suo sguardo molto più a fondo che non la maggior parte degli uomini. Ma la cosa è ben diversa quando si tratta di giudicar se stesse».

«Un certo grado di libertà è assolutamente condizione di vita per l’uomo, sia questi un cacciatore, che deve, libero, scorrazzare pei monti, sia invece un filosofo che deve liberamente muoversi nei regni del pensiero; ma la donna non ricerca affatto la libertà, anzi la sua felicità consiste appunto nel sentirsi legata».

«Quando imparano a conoscere l’amore, come ben presto si dilegua tanto clamore! Resta unico padrone del campo l’amore e le passate aspirazioni non risvegliano ormai altro che allegre risa. Quando, poi, per soprammercato, arrivano i bambini, vengono dimenticate del tutto le infantili aberrazioni dello spirito».

«Nella vita reale la cosa è chiara, ma quando scrivono, gli uomini perdono il buon senso».

L’immagine: l’immagine di copertina dell’edizione Castelvecchi de L’inferiorità mentale della donna di Paul Julius Moebius.

Franco Nardelli

(Lucidamente, anno VI, n. 61, gennaio 2011)
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 24, 2016, 23:40:14 pm
Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 24, 2016, 23:45:26 pm
Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.
Queste righe andrebbero lette in municipio il giorno delle nozze, prima degli articoli del codice di rito.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2016, 00:16:25 am
http://www.frontpagemag.com/fpm/240037/marxist-feminisms-ruined-lives-mallory-millett

Citazione
Marxist Feminism’s Ruined Lives
The horror I witnessed inside the women’s “liberation” movement.
September 1, 2014
Mallory Millett
2
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feminists"When women go wrong men go right after them.”
-- Mae West

“Socialism is a philosophy of failure, the creed of ignorance, and the gospel of envy; its inherent virtue is the equal sharing of misery.”  Winston Churchill wrote this over a century ago.

During my junior year in high school, the nuns asked about our plans for after we graduated. When I said I was going to attend State University, I noticed their disappointment.  I asked my favorite nun, “Why?” She answered, “That means you'll leave four years later a communist and an atheist!"

What a giggle we girls had over that. "How ridiculously unsophisticated these nuns are," we thought. Then I went to the university and four years later walked out a communist and an atheist, just as my sister Katie had six years before me.

Sometime later, I was a young divorcee with a small child. At the urging of my sister, I relocated to NYC after spending years married to an American executive stationed in Southeast Asia. The marriage over, I was making a new life for my daughter and me.  Katie said, "Come to New York.  We're making revolution! Some of us are starting the National Organization of Women and you can be part of it."

I hadn't seen her for years.  Although she had tormented me when we were youngsters, those memories were faint after my Asian traumas and the break-up of my marriage.  I foolishly mistook her for sanctuary in a storm. With so much time and distance between us, I had forgotten her emotional instability.

And so began my period as an unwitting witness to history. I stayed with Kate and her lovable Japanese husband, Fumio, in a dilapidated loft on The Bowery as she finished her first book, a PhD thesis for Columbia University, “Sexual Politics.”

It was 1969. Kate invited me to join her for a gathering at the home of her friend, Lila Karp. They called the assemblage a "consciousness-raising-group," a typical communist exercise, something practiced in Maoist China.  We gathered at a large table as the chairperson opened the meeting with a back-and-forth recitation, like a Litany, a type of prayer done in Catholic Church. But now it was Marxism, the Church of the Left, mimicking religious practice:

"Why are we here today?" she asked.
"To make revolution," they answered.
"What kind of revolution?" she replied.
"The Cultural Revolution," they chanted.
“And how do we make Cultural Revolution?" she demanded.
"By destroying the American family!" they answered.
"How do we destroy the family?" she came back.
"By destroying the American Patriarch," they cried exuberantly.
"And how do we destroy the American Patriarch?” she replied.
"By taking away his power!"
"How do we do that?"
"By destroying monogamy!" they shouted.
"How can we destroy monogamy?"

Their answer left me dumbstruck, breathless, disbelieving my ears.  Was I on planet earth?  Who were these people?

"By promoting promiscuity, eroticism, prostitution and homosexuality!" they resounded.

They proceeded with a long discussion on how to advance these goals by establishing The National Organization of Women.  It was clear they desired nothing less than the utter deconstruction of Western society. The upshot was that the only way to do this was "to invade every American institution.  Every one must be permeated with ‘The Revolution’": The media, the educational system, universities, high schools, K-12, school boards, etc.; then, the judiciary, the legislatures, the executive branches and even the library system.

It fell on my ears as a ludicrous scheme, as if they were a band of highly imaginative children planning a Brinks robbery; a lark trumped up on a snowy night amongst a group of spoiled brats over booze and hashish.

To me, this sounded silly.  I was enduring culture shock after having been cut-off from my homeland, living in Third-World countries for years with not one trip back to the United States. I was one of those people who, upon returning to American soil, fell out of the plane blubbering with ecstasy at being home in the USA. I knelt on the ground covering it with kisses.  I had learned just exactly how delicious was the land of my birth and didn't care what anyone thought because they just hadn't seen what I had or been where I had been.  I had seen factory workers and sex-slaves chained to walls.

How could they know?  Asia is beyond our ken and, as they say, utterly inscrutable, and a kind of hell I never intended to revisit.  I lived there, not junketed, not visited like sweet little tourists -- I’d conducted households and tried to raise a child. I had outgrown the communism of my university days and was clumsily groping my way back to God.

How could twelve American women who were the most respectable types imaginable -- clean and privileged graduates of esteemed institutions: Columbia, Radcliffe, Smith, Wellesley, Vassar; the uncle of one was Secretary of War under Franklin Roosevelt -- plot such a thing?  Most had advanced degrees and appeared cogent, bright, reasonable and good. How did these people rationally believe they could succeed with such vicious grandiosity?  And why?

I dismissed it as academic-lounge air-castle-building.  I continued with my new life in New York while my sister became famous publishing her books, featured on the cover of “Time Magazine.” “Time” called her “the Karl Marx of the Women's Movement.”  This was because her book laid out a course in Marxism 101 for women.  Her thesis: The family is a den of slavery with the man as the Bourgeoisie and the woman and children as the Proletariat.  The only hope for women's "liberation" (communism’s favorite word for leading minions into inextricable slavery; "liberation," and much like "collective" – please run from it, run for your life) was this new “Women’s Movement.”  Her books captivated the academic classes and soon "Women's Studies” courses were installed in colleges in a steady wave across the nation with Kate Millett books as required reading.

Imagine this: a girl of seventeen or eighteen at the kitchen table with Mom studying the syllabus for her first year of college and there's a class called "Women's Studies." "Hmmm, this could be interesting," says Mom. "Maybe you could get something out of this."

Seems innocuous to her.  How could she suspect this is a class in which her innocent daughter will be taught that her father is a villain?  Her mother is a fool who allowed a man to enslave her into barbaric practices like monogamy and family life and motherhood, which is a waste of her talents.  She mustn't follow in her mother's footsteps. That would be submitting to life as a mindless drone for some domineering man, the oppressor, who has mesmerized her with tricks like romantic love.  Never be lured into this chicanery, she will be taught.  Although men are no damned good, she should use them for her own orgasmic gratification; sleep with as many men as possible in order to keep herself unattached and free. There's hardly a seventeen-year-old girl without a grudge from high school against a Jimmy or Jason who broke her heart.  Boys are learning, too, and they can be careless during high school, that torment of courting dances for both sexes.
What's This?

By the time Women's Studies professors finish with your daughter, she will be a shell of the innocent girl you knew, who's soon convinced that although she should be flopping down with every boy she fancies, she should not, by any means, get pregnant.  And so, as a practitioner of promiscuity, she becomes a wizard of prevention techniques, especially abortion.

The goal of Women's Liberation is to wear each female down to losing all empathy for boys, men or babies. The tenderest aspects of her soul are roughened into a rock pile of cynicism, where she will think nothing of murdering her baby in the warm protective nest of her little-girl womb.  She will be taught that she, in order to free herself, must become an outlaw. This is only reasonable because all Western law, since Magna Carta and even before, is a concoction of the evil white man whose true purpose is to press her into slavery.

Be an outlaw! Rebel! Be defiant!  (Think Madonna, Lady Gaga, Lois Lerner, Elizabeth Warren.) “All women are prostitutes,” she will be told.  You're either really smart and use sex by being promiscuous for your own pleasures and development as a full free human being "just like men" or you can be a professional prostitute, a viable business for women, which is "empowering" or you can be duped like your mother and prostitute yourself to one man exclusively whereby you fall under the heavy thumb of "the oppressor."  All wives are just "one-man whores."

She is to be heartless in this.  No sentimental stuff about courting. No empathy for either boy or baby.  She has a life to live and no one is to get in her way.  And if the boy or man doesn't "get it" then no sex for him; "making love" becomes "having sex." "I'm not 'having sex' with any jerk who doesn't believe I can kill his son or daughter at my whim.  He has no say in it because it’s my body!” (Strange logic as who has ever heard of a body with two heads, two hearts, four arms, four feet?)

There's no end to the absurdities your young girl will be convinced to swallow.  "I plan to leap from guy to guy as much as I please and no one can stop me because I'm liberated!”  In other words, these people will turn your daughter into a slut with my sister's books as instruction manuals. ("Slut is a good word. Be proud of it!")  She'll be telling you, "I'm probably never getting married and if I do it will be after I've established my career," which nowadays often means never. "I'll keep my own name and I don't really want kids.  They're such a bother and only get in the way."  They'll tell her, “Don't let any guy degrade you by allowing him to open doors for you. To be called ‘a lady’ is an insult. Chivalry is a means of ownership.”

Thus, the females, who are fundamentally the arbiters of society go on to harden their young men with such pillow-talk in the same way they’ve been hardened because, "Wow, man, I've gotta get laid and she won't do it if I don't agree to let her kill the kid if she gets knocked-up!” Oppressed? Woman has always had power. Consider the eternal paradigm: only after Eve convinced Adam to eat the fruit did mankind fall. I.e., man does anything to make woman happy, even if it's in defiance of God. There’s power for ya! Without a decent womankind, mankind is lost. As Mae West said, "When women go wrong men go right after them!"

I’ve known women who fell for this creed in their youth who now, in their fifties and sixties, cry themselves to sleep decades of countless nights grieving for the children they'll never have and the ones they coldly murdered because they were protecting the empty loveless futures they now live with no way of going back.  “Where are my children?  Where are my grandchildren?" they cry to me.

"Your sister's books destroyed my sister's life!"  I've heard numerous times. "She was happily married with four kids and after she read those books, walked out on a bewildered man and didn't look back."  The man fell into despairing rack and ruin. The children were stunted, set off their tracks, deeply harmed; the family profoundly dislocated and there was “no putting Humpty-Dumpty together again.”

Throughout the same time these women were “invading” our institutions, the character of the American woman transformed drastically from models portrayed for us by Rosalind Russell, Bette Davis, Deborah Kerr, Eve Arden, Donna Reed, Barbara Stanwyck, Claudette Colbert, Irene Dunn, Greer Garson.  These were outstanding women needing no empowerment lessons and whose own personalities, as well as the characters they interpreted, were strong, resilient and clearly carved.  Their voices were so different you could pick them out by that alone.  We all knew Rita Hayworth's voice.  We all knew Katherine Hepburn's voice.

I dare you to identify the voices of the cookie-cutter post-women's-liberation types from Hollywood today. How did these “liberated” women fall into such an indistinguishable pile of mush? They all look exactly the same with few individuating characteristics and their voices sound identical, these Julies and Jessicas!  My friend, Father George Rutler, calls them "the chirping fledglings of the new Dark Ages."  The character of the American woman has been distorted by this pernicious movement. From where did this foul mouthed, tattooed, outlaw creature, who murders her baby without blinking an eye and goes partying without conscience or remorse come?  And, in such a short little phase in history?

Never before have we heard of so many women murdering their children: Casey Anthony killing her little Caylee and partying-hearty for weeks; Susan Smith driving her beautiful little boys into a lake, leaving them strapped in the water to die torturous deaths; that woman who drowned her five children in the bathtub?  “Hey, if I can kill my baby at six months of gestation why not six months post-birth, just call it late late-term abortion.”

I insist that woman always has been the arbiter of society and when those women at Lila Karp's table in Greenwich Village set their minds to destroying the American Family by talking young women into being outlaws, perpetrators of infanticide, and haters of Western law, men and marriage, they accomplished just what they intended.  Their desire -- and I witnessed it at subsequent meetings till I got pretty sick of their unbridled hate -- was to tear American society apart along with the family and the "Patriarchal Slave-Master," the American husband.

We're all so busy congratulating each other because Ronald Reagan "won the Cold War without firing a shot" entirely missing the bare truth which is that Mao, with his Little Red Book and the Soviets, won the Cold War without firing a shot by taking over our women, our young and the minds of everyone tutored by Noam Chomsky and the textbooks of Howard Zinn. Post-graduate Junior is Peter Pan trapped in the Never Neverland of Mom's (she's divorced now) basement. Christina Hoff Sommers says, "Moms and dads, be afraid for your sons. There's a 'war on men' that started a long time ago in gender studies classes and in women's advocacy groups eager to believe that men are toxic… Many 'educated women' in the U.S. have drunk from the gender feminist Kool Aid.  Girls at Yale, Haverford and Swarthmore see themselves as oppressed.  This is madness."

If you see something traitorous in this, a betrayal of my sister, I have come to identify with such people as Svetlana Stalin or Juanita Castro; coming out to speak plainly about a particularly harmful member of my family.  Loyalty can be highly destructive.  What about Muslims who refuse to speak out right now?  I was one of the silent but at last I'm "spilling the beans." The girls have been up to something for years and it's really not good. It's evil. We should be sick to our souls over it.  I know I am. And so, mass destruction, the inevitable outcome of all socialist/communist experiments, leaves behind its signature trail of wreckage.

So much grace, femininity and beauty lost.

So many ruined lives.

Mallory Millett resides in New York City with her husband of over twenty years. CFO for several corporations, she is a long-standing member of The David Horowitz Freedom Center and sits on the Board of Regents for the Center for Security Policy.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Negan_66 - Maggio 25, 2016, 00:53:35 am
Seriamente: il livello di stupidità, di assoluta povertà mentale che può raggiungere una femmina/femminista, è a dir poco spaventoso.

Queste tizie sono un concentrato di puttanate e di luoghi comuni; sostanzialmente sono delle povere stronze che meriterebbero di essere spedite in massa in Arabia Saudita o in Afghanistan, per un corso di rieducazione.

Definirle delle ammosciacazzi è poco; anzi, è un complimento.

@@

ps: no, dico, ma come si fa a sopportare simili puttanate ?
E, soprattutto, come si fa a frequentare certe dementi ?
Citazione
Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.
Mi hai tolto le parole di bocca!



Ne approfitto per aggiungere qualche breve considerazione su certi punti della lettera che mi sono saltati maggiormente all'occhio:
Citazione
Perché in fondo vi dite che c’è la parità, perché dovete provarci sempre voi? Perché siete maschi. Ecco perché.
Ecccccalala la!!! Tipido ragionamento della solita donnetta italiana approfittatrice che usa il concetto di emancipazione a proprio uso e consumo! In Italia e in pochi altri posti si può assistere a tanto squallore da parte femminile! Che vadano ad imparare il concetto di "emancipazione" in quei paesi dove sono anche le donne che corteggiano gli uomini! In Italia no! In Italia queste stronze si riempono la bocca di emancipazione solo quando gli fa comodo, ma se devono essere loro a scendere dal piedistallo per corteggiare l'uomo allora non gli va più bene! In questo caso sono disposte anche a mettere da parte le loro puttanate femministe pur di conservare e sostenere la pratica medioevale della cavalleria maschile!
Per fortuna che sempre più uomini aprono gli occhi: care "signore" il cavallo è fuggito e il cavaliere sta cambiando mestiere, finalmente!

Citazione
Che sono emancipate ma il conto per piacere pagalo tu (perché sì, è una questione di eleganza)
Altro bel ragionamento del cazzo! Ma questione di eleganza un accidente! Questa è solo scroccaggine! Un altro modo per mostrarsi in tutta la loro indole di sanguisughe! Un altro modo per dire che l'emancipazione la usano come un bottone spento/acceso, da usare a proprio uso e consumo a seconda delle circostanze! Un altro modo per testare da subito l'uomo e capire se è così cogli@ne da essere pronto a dissanguarsi economicamente per loro! C'è un unico appellativo che le definisce alla perfezione: VAMPIRE!!!

Per gli uomini oggi più che mai, una sola parola d'ordine: MGTOW!

MGTOW Forever!
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Massimo - Maggio 25, 2016, 01:10:40 am
Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.


Era l'"oppressione" a renderle pazienti e gentili, o meglio ilbisogno che avevavo degli uomini per vivere e sopravvivere. Poi, messosi in
testa che poteva essere indipendenti, sono diventate competitive. Ma se vuoi essere competitiva, allora devi rinunciare a vivere di
rendita utilizzando il tuo corpo e la dipendenza sessuale maschile. Devi mettere in conto che i maschi acquisteranno la LORO di
indipendenza, dal legame affettivo e dal bisogno di conforto che non possono più ricevere da una donna che vuole solo zerbini.
Questa lettera deve essere da noi considerata DOLCE MUSICA ALLE NOSTRE ORECCHIE: significa che le donne stanno accusando il
colpo e stanno pagando cara e a caro prezzo la loro emancipazione vera o presunta. Si stanno accorgendo di aver perso desiderabilità
e potere contrattuale. Chi è causa del suo mal pianga se stessa. La sacra fregna l'uomo occidentale se la riprende pure. Ma non sarà
la vostra, care donne occidentali. Sarà quella di donne ben più degne, di altri popoli o culture, che non hanno mai dichiarato guerra al
genere maschile. E che conseguentemente dal genere maschile stanno ora ricevendo la giusta e meritata ricompensa. Alla faccia vostra.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2016, 01:24:27 am
Devono anche rinunciare ad agevolazioni e favoritismi vari.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 25, 2016, 01:41:16 am
Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.

Molto semplice. Perché una volta non erano assolutamente così , ne sono straconvinto. O comunque erano la cosiddetta minoranza additata, come meritava .

Quanto all'articolo, é la tappa finale della maggioranza delle femministe, perché una minoranza continuerá sempre con le sue stronzate senza senso , vedesi la pagina facebook "il maschilista di merda".

Mi viene da dire....nulla. Se non un bel "benvenute al vostro punto di arrivo".
Decidete quello che volete fare da grosse , anziché crescere col mito del punto g e dei vibratori. Siete state sempre le prime a schifare gli uomini che pagano cene perché sessisti benevoli, ora ci ripensate ?

 .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Volpe argentata - Maggio 25, 2016, 05:55:29 am
Questa e' la dimostrazione che il femminismo alla italiana, pur non raggiungendo quei livelli di aberrazione ideologica che si riscontrano nei paesi scandinavi o negli Stati Uterini d'America, sia da un certo punto di vista ancora piu' "pericoloso" in quanto ambiguo, levantino, ipocrita ai massimi livelli...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2016, 07:03:29 am
Molto semplice. Perché una volta non erano assolutamente così , ne sono straconvinto. O comunque erano la cosiddetta minoranza additata, come meritava .

Io una volta non c'ero, come non c'eri tu, Jason, e nessun altro di noi: ma sono straconvinto che fosse il patriarcato a renderle "migliori" e "benevole".
Finito il patriarcato è emerso quel che realmente sono: delle schifose.
Ma non sessualmente, bensì moralmente.


Citazione
Siete state sempre le prime a schifare gli uomini che pagano cene perché sessisti benevoli, ora ci ripensate ?

Jason, le c.d. donne comuni che ho conosciuto io (sia italiane che straniere dell'est), nel corso dei miei 45 anni di vita, non schifavano affatto chi pagava loro le cene.
Anzi, davano (e danno) per scontato che l'uomo... "debba fare l'uomo".

Come disse Moebius:
Citazione
«Parimenti è loro caratteristica un’avarizia fuori di luogo.
Citazione
Esse, nel fondo, non hanno il senso del giusto.



Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2016, 07:13:49 am
Era l'"oppressione" a renderle pazienti e gentili, o meglio ilbisogno che avevavo degli uomini per vivere e sopravvivere.

Già... proprio così.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 25, 2016, 07:17:17 am
Questa lettera deve essere da noi considerata DOLCE MUSICA ALLE NOSTRE ORECCHIE: significa che le donne stanno accusando il
colpo e stanno pagando cara e a caro prezzo la loro emancipazione vera o presunta. Si stanno accorgendo di aver perso desiderabilità
e potere contrattuale. Chi è causa del suo mal pianga se stessa.
Non si sta accorgendo di null'altro che è LEI che sta perdendo in appetibilità. Per il resto l' italiano medio resta uno che si atteggia da morto di figa, che il potere contrattuale femminile è ancora troppo alto e che siamo ai massimi livelli di ipergamia femminile.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 25, 2016, 07:20:13 am
Devono anche rinunciare ad agevolazioni e favoritismi vari.
Sì, infatti il tono è proprio quello. Disposte proprio a venirci incontro...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 25, 2016, 10:50:47 am
Frank
Citazione
Io una volta non c'ero, come non c'eri tu, Jason, e nessun altro di noi: ma sono straconvinto che fosse il patriarcato a renderle "migliori" e "benevole".
Finito il patriarcato è emerso quel che realmente sono: delle schifose.
Ma non sessualmente, bensì moralmente.

Io mi baso su quello che dicono alcuni uomini con una certa esperienza , e ho ragione di credergli .
Perchè ritorna sempre al discorso, se sono realmente delle schifose perchè sono state create e messe insieme agli uomini ?
Il "patriarcato" ha messo dei "paletti" , come un fiume ha bisogno degli argini per poter scorrere tranquillamente e creare un certo ordine naturale .

Citazione
Jason, le c.d. donne comuni che ho conosciuto io (sia italiane che straniere dell'est), nel corso dei miei 45 anni di vita, non schifavano affatto chi pagava loro le cene.
Anzi, davano (e danno) per scontato che l'uomo... "debba fare l'uomo".

Io ne ho conosciute diverse che detestavano che l'uomo pagasse loro le cene , altre che ritengono che la gentilezza debba essere reciproca.
Alcune invece considerano proprio come "maschilista"  la "cavalleria" .

Mobius non era nemmeno un QMmista, essendo vissuto in altre epoche, perciò prendo con le pinze quello che ha scritto, che da come ho capito è molto provocatorio .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: freethinker - Maggio 25, 2016, 12:20:36 pm
A me una riflessione che inizia con "Caro maschio" fa già schifo in partenza, ma quello che non finisce mai di stupirmi è la totale mancanza di buonsenso di queste lobotomizzate: perchè unA non può andare avanti anni a segare il ramo dell'albero sul quale sta comodamente sedutA, e poi dare la colpa di quel che succede dopo alla forza di gravità :doh:
 
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2016, 13:30:18 pm
E' almeno un indizio di attività cerebrale :lol: Ricomincerà (forse) a ragionare quando il femminismo sarà stato definitivamente screditato.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 25, 2016, 14:54:18 pm
Un certo Marco Masini mi suggerisce di usare, come risposta allo stupendo (sic!) articolo, il titolo di una sua canzone:
Vaffanculo!!! :cool:
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 25, 2016, 17:20:48 pm
Insopportabile il tono da maestrina, inascoltabile il linguaggio da scaricatore di porto, demenziale il contenuto, irritante lo scaricabarile della colpa sugli uomini, ipocrita quando stoppa l'emancipazione al momento di pagare il conto o di prendere l'iniziativa.

Insomma, materiale umano di pessima qualita', neanche buono per una botta e via.
Se gli uomini la evitano, per una volta dimostrano di avere un minimo di intelligenza e di amor proprio.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 25, 2016, 17:55:58 pm
Concordo con tutti voi ma secondo me la signora, malgrado la testardaggine, comincia ad "accorgersi" che qualcosa non va nel femminismo. Comunque la pensi lei, mi pare l'indizio di un disorientamento ideologico impensabile fino a pochi anni fa. Me ne rallegro perché penso che il femminismo (l'ideologia, non le persone) debba scomparire.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 25, 2016, 17:58:11 pm
Jason, in merito alle donne e alla loro contorta natura abbiamo opinioni molto diverse.
Pace.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 25, 2016, 18:32:08 pm
Concordo con tutti voi ma secondo me la signora, malgrado la testardaggine, comincia ad "accorgersi" che qualcosa non va nel femminismo...

Certo, comincia ad accorgersi che...le conviene meno di quanto aveva calcolato. Da qui il tentativo (tardivo) di retromarcia.
Inutile, oramai...
Si tenga il vibratore blu...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 25, 2016, 18:32:46 pm
Insopportabile il tono da maestrina, inascoltabile il linguaggio da scaricatore di porto, demenziale il contenuto, irritante lo scaricabarile della colpa sugli uomini, ipocrita quando stoppa l'emancipazione al momento di pagare il conto o di prendere l'iniziativa.

Insomma, materiale umano di pessima qualita', neanche buono per una botta e via.
Se gli uomini la evitano, per una volta dimostrano di avere un minimo di intelligenza e di amor proprio.

 ;) :ok:
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Ficacentrismo - Maggio 25, 2016, 18:52:45 pm
dice che è meglio toccarlo un culo piuttosto che vederlo solo in foto?
lo spiegasse ai giudici! :D
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 25, 2016, 19:57:50 pm
Insopportabile il tono da maestrina, inascoltabile il linguaggio da scaricatore di porto, demenziale il contenuto, irritante lo scaricabarile della colpa sugli uomini, ipocrita quando stoppa l'emancipazione al momento di pagare il conto o di prendere l'iniziativa.

Insomma, materiale umano di pessima qualita', neanche buono per una botta e via.
Se gli uomini la evitano, per una volta dimostrano di avere un minimo di intelligenza e di amor proprio.

La non lungimiranza è l'egocentrismo della maggioranza delle donne di oggi , nemmeno le fa rendere conto che questo atteggiamento è controproducente per loro stesse .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 25, 2016, 20:00:00 pm
Jason, le donne sono così inappetibili perché probabilmente o siamo troppi oppure siamo troppo ben collegati. Oggi il mondo non ha bisogno di fornicazioni continue e reagisce, secondo me, creando il gap di valore.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 25, 2016, 20:06:47 pm
Jason, le donne sono così inappetibili perché probabilmente o siamo troppi oppure siamo troppo ben collegati. Oggi il mondo non ha bisogno di fornicazioni continue e reagisce, secondo me, creando il gap di valore.

Gli squilibri numerici fra uomini e donne sono molto bassi , perchè la natura tende sempre a compensare .
Io credo che molte donne di oggi, puntando al figomandigo di turno, si sono rese conto che per gli standard della società i "veri uomini" sono molto pochi rispetto agli uomini beta comuni .

Il mondo non ha bisogno di fornicazioni ? Sfortunatamente il mondo oggi vive di fornicazioni . Oggi è la minoranza di donne che "non la da" ad essere additata .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 25, 2016, 22:55:52 pm
Gli squilibri numerici fra uomini e donne sono molto bassi , perchè la natura tende sempre a compensare .
Io credo che molte donne di oggi, puntando al figomandigo di turno, si sono rese conto che per gli standard della società i "veri uomini" sono molto pochi rispetto agli uomini beta comuni .

Il mondo non ha bisogno di fornicazioni ? Sfortunatamente il mondo oggi vive di fornicazioni . Oggi è la minoranza di donne che "non la da" ad essere additata .

Certo, vige una sessocrazia che è funzionale al potere femminile. Ma la sessocrazia è culturale, mentre direttamente collegato con le dinamiche economiche e demografiche è il gap di potere sessuale. La sessocrazia aumenta il gap di potere sessuale; però se un sesso vale molto più dell'altro (può avvenire solo con le donne, per motivi già spiegati in passato), quello che vale di più si siede sui suoi privilegi, smette di migliorarsi cullandosi sugli allori che madre natura gli ha dato, senza seminare altre qualità.
Quindi abbiamo un sesso poco appetibile, perché partendo molto davanti all'uomo, disimpara a correre, mentre l'altro sesso è poco appetibile perché parte troppo indietro, è molto spesso perdente.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 26, 2016, 01:25:06 am
Io credo che molte donne di oggi, puntando al figomandigo di turno, si sono rese conto che per gli standard della società i "veri uomini" sono molto pochi rispetto agli uomini beta comuni .

Solo le fiche, solitamente giovani, possono puntare al "figomandingo" di turno.
Tutte le altre, specie se bruttarelle e attempate, possono pure scordarselo.
Perché, diciamolo, la grandissima maggioranza delle donne è composta da tipe normalissime, che di eccezionale - esteticamente parlando - non hanno proprio nulla e pertanto non è che possono aspirare a chissà cosa e a chissà chi.


Citazione
Oggi è la minoranza di donne che "non la da" ad essere additata .

"Additata" da chi, Jason  ?
Dagli uomini ?
No di certo.
Dalle donne ?
Quali donne ?
Di quale età ? Di quale generazione ? Di quale estrazione sociale ?
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Volpe argentata - Maggio 26, 2016, 05:57:03 am
Gia' il fatto che l'autrice dell'articolo defiinisca la fregna "sacra" la dice lunga sul lavoro che ancora c'e' da fare per smantellare questa pessima mentalita' ancora in auge nel 2016 e dovremmo essere noi uomini in primis a rimboccarci le maniche per abbatterla...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: COSMOS1 - Maggio 26, 2016, 08:51:48 am
1 si scrive per farsi leggere. Se io scrivessi Le memorie di un cazzo, non mi leggerebbe nessuno. Le donne hanno un vantaggio competitivo innegabile, vedi Ficasicula e la sua tetta
2 in generale si scrive quello che alla gente piace leggere, per il motivo di cui sopra
3 per scrivere qualcosa si pesca alle opinioni e ai fatti ma mentre le opinioni sono elastiche, i fatti sono ostinati. Noi possiamo girare le opinioni a 360°, i fatti invece tornano sempre a Canossa.
4 non c'è dubbio che noi le aspettiamo le femministe di ieri, oggi e domani, e le aspettiamo a Canossa, ma non ci piove che il punto centrale nella vita è un sistema teorico che corrisponda ai fatti, in altre parole la verità: adequatio rei et intellectus
5 questo scomposto agitarsi delle femministe e postfemministe sarebbe un ottimo cavallo di troia per introdurre una riflessione sulla verità. Li sarebbe, forse, appunto. Angelo ha fatto bene a farci conoscere l'articolo e la pagina facebook dell'autrice, certo che per dialogare con qualcuno sarebbe necessario guardarlo in faccia perchè con i nick è difficile. Ma in ogni caso Angelo ha fatto bene, cerchiamo di sfruttare l'occasione.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 26, 2016, 11:34:50 am
Citazione
"Additata" da chi, Jason  ?
Dagli uomini ?
No di certo.
Dalle donne ?
Quali donne ?
Di quale età ? Di quale generazione ? Di quale estrazione sociale ?

Da tutti , indistamente . Prova a proporre il pudore : ti ridono dietro in faccia bene che va, male che va ti considerano una povera "maschilista a cui ti hanno fatto il lavaggio del cervello" o una "suora" ,ancora più male che va una persona malata . Proprio come oggi chi prova solo a studiare - nemmeno più il secchione, ma chi prova a studiare - viene additato come "sfigato". Questi sono gli effetti del '68 .

Di quale estrazione sociale ? Vai in certi paesi dell'est europa ( non tutti ovviamente) , vai in indonesia , in alcuni paesi arabi . Nemmeno si sognano di additare il "secchione" , lì .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: COSMOS1 - Maggio 26, 2016, 12:10:27 pm
in effetti, Jason. il '68 ha portato ad una ammirazione verso comportamenti autolesionisti. Si ammirano gli scansafatiche, le troie, gli arrivisti, ...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 26, 2016, 12:30:47 pm
in effetti, Jason. il '68 ha portato ad una ammirazione verso comportamenti autolesionisti. Si ammirano gli scansafatiche, le troie, gli arrivisti, ...

O forse il 68 ha detto a tutta quella gente che ammirare (in segreto fino ad allora) imboscati, troie, e leccaculi non era peccato.
E tutti poterono finalmente farlo senza sentirsi giudicati. E lo fecero, perchè era naturale. Era nella loro indole. Erano solo bestie tenute in gabbia, e finalmente libere... :hmm:
Già da un po rifletto su questo...
Chissà...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 26, 2016, 13:30:18 pm
E allora meritiamo di estinguerci come popolo.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 26, 2016, 13:41:17 pm
E allora meritiamo di estinguerci come popolo.

Infatti.
Rifletto sul fatto che, mentre far digerire Dio, patria, nazione, fedeltà, onore, rispetto, unità, solidarietà etc (aggiungi a piacere) sia da sempre stata impresa ardua, far digerire smutandamento e arrivismo sia stato così facile da apparire...sospetto.
Come se la gente le avesse nel sangue, queste cose.
E' bastato, come si dice oggi, sdoganarlo.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: COSMOS1 - Maggio 26, 2016, 15:36:38 pm
E' bastato, come si dice oggi, sdoganarlo.

epperò è un ritornello storico
vedi le leggi Giulie, quando attorno agli inizi della nostra era gli imperatori romani si accorsero che la corruzione morale (='68) metteva a rischio la sopravvivenza dell'impero

ma, alla fine, io non provo alcun desiderio di accodarmi alla corrente dominante e suicida
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 26, 2016, 23:38:29 pm
Da tutti , indistamente . Prova a proporre il pudore : ti ridono dietro in faccia bene che va, male che va ti considerano una povera "maschilista a cui ti hanno fatto il lavaggio del cervello" o una "suora" ,ancora più male che va una persona malata .


Ma dai... questa è solo una tua discutibilissima opinione.


Citazione
Di quale estrazione sociale ? Vai in certi paesi dell'est europa ( non tutti ovviamente) , vai in indonesia , in alcuni paesi arabi . Nemmeno si sognano di additare il "secchione" , lì .

I paesi dell'est ?
Jason, ma sei mai stato da quelle parti ?
Oppure parli per sentito dire ?



Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 26, 2016, 23:42:32 pm
Infatti.
Rifletto sul fatto che, mentre far digerire Dio, patria, nazione, fedeltà, onore, rispetto, unità, solidarietà etc (aggiungi a piacere) sia da sempre stata impresa ardua, far digerire smutandamento e arrivismo sia stato così facile da apparire...sospetto.
Come se la gente le avesse nel sangue, queste cose.
E' bastato, come si dice oggi, sdoganarlo.

Ovviamente, perché l'indole umana "è quella lì", in ogni tempo e in ogni luogo.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 26, 2016, 23:46:37 pm
Citazione
Ma dai... questa è solo una tua discutibilissima opinione.

Per quello che ho sentito  :

"ahahha, malato/a mentale, sfigato, cattobigotto, integralista" .
"Ti contieni per semplice pudore ? Beh allora sei sicuramente maschilista , il pudore è maschilismo "
"Siamo nel 2016 , arretrato/a"

Tutto questo bene che ti va, altrimenti ti escludono proprio dalla cerchia .

Citazione
I paesi dell'est ?
Jason, ma sei mai stato da quelle parti ?
Oppure parli per sentito dire ?

Ho detto alcuni , non ho generalizzato . Non sono un esterofilo , e non mi piacciono tutti i paesi dell'est europa.
Ma per quello che so e mi raccontano dei conoscenti, alcuni paesi sono rimasti tradizionalisti, o stanno riscoprendo il tradiizonalismo .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Angelo - Maggio 26, 2016, 23:48:20 pm
Intanto in Germania uno studioso finalmente ammette il legame tra le porcate gender ed il femminismo... Scusate il parziale commento fuori luogo. Questo è l'articolo --->

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/femminismo-e-sintesi-marxismo-e-liberalismo-1263955.html

cit.

Lei indica nell’emancipazione, anche femminile, una delle principali cause della distruzione della famiglia e della stabilità ad essa connessa. Ed è per questo stato accusato di essere un complottista. Come risponde?

Rispondo con i fatti, che mostrano come la distruzione della famiglia stia avvenendo concretamente tramite l’adozione di determinate misure politiche ed economiche, a prescindere da qualsiasi ipotetico complotto. In Germania questo è evidente in tutti gli schieramenti politici che formano il governo. Le presunte politiche a tutela della famiglia consistono nell’incentivare la donna a lavorare a tempo pieno e a detassare gli asili nido e i doposcuola. Questo è esattamente ciò che genera l’allontanamento delle persone che compongono il nucleo famigliare.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 26, 2016, 23:53:25 pm
Jason, ma tu lo sai che in molti paesi dell'est ci si divorzia a go go, come e più che in Italia ?

@@

Per inciso: io alcuni paesi dell'est li ho visitati in passato, per non parlare di tutta la gente che ho conosciuto e conosco (soprattutto per motivi lavorativi), proveniente proprio da quei luoghi.
(Albanesi e romeni in primis.)
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 26, 2016, 23:55:20 pm
Citazione
Rifletto sul fatto che, mentre far digerire Dio, patria, nazione, fedeltà, onore, rispetto, unità, solidarietà etc (aggiungi a piacere) sia da sempre stata impresa ardua, far digerire smutandamento e arrivismo sia stato così facile da apparire...sospetto.
Come se la gente le avesse nel sangue, queste cose.

Fazer, posso concordare col tuo commento . E allora io ti rispondo dicendo che se la natura umana non ce l'ha nel sangue, allora ha bisogno di regole e di paletti.
Dio fin dalla cacciata di Adamo ed Eva l'ha capito e ha consegnato le tavole dei comandamenti .

E se vogliamo lasciar stare Dio, allora ci sono gli uomini che impongono le leggi e trasmettono usi, costumi ed etica.
Etica che fino a 50 anni fa ha sempre funzionato .

Quindi ammettendo che certe cose non sono nel sangue, io ritorno sempre al solito discorso sulle regole. Le regole ci vogliono, è stato dimostrato che l'essere umano ne ha bisogno e ci sta bene .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 26, 2016, 23:58:09 pm
Bell'articolo, Angelo . Come pensavo , il liberismo ha partorito la peggiore forma di femminismo esistente sul pianeta.

Frank se parli dei polletti che si sposano solo per dare cittadinanza sono d'accordo con te . Ho detto infatti che non mi piacciono tutti i paesi est europei, soprattutto quelli che hai citato .
Ma per fare un esempio, c'è differenza fra ucraina e polonia, fra romania e ungheria , fra bulgaria e russia .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 27, 2016, 00:02:48 am
Le presunte politiche a tutela della famiglia consistono nell’incentivare la donna a lavorare a tempo pieno e a detassare gli asili nido e i doposcuola. Questo è esattamente ciò che genera l’allontanamento delle persone che compongono il nucleo famigliare.
Notevole, lo metto in evidenza.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 27, 2016, 00:11:36 am
Ma per fare un esempio, c'è differenza fra ucraina e polonia, fra romania e ungheria , fra bulgaria e russia .

Questo è ovvio, come è ovvio che c'è differenza tra Italia e Spagna, tra Portogallo e Grecia, tra Francia e Inghilterra, ecc ecc.
Resta il fatto che anche i paesi dell'est hanno le loro rogne.

http://www.minori.it/it/news/i-numeri-europei-ventisette-paesi-ue-confronto-sui-dati-dellinfanzia
Citazione

"I numeri europei". Ventisette paesi UE a confronto sui dati dell'infanzia
24 April 2008 - 12:00am   

Come cambia la vita delle famiglie e soprattutto dei bambini e degli adolescenti nei paesi dell'Unione? Nel Quaderno del Centro Nazionale n.44, "I numeri europei", per la prima volta vengono confrontati i dati dei 27 Paesi, attraverso quattordici aree tematiche.

L'Europa è cresciuta. Agli storici 15 paesi si sono aggiunti i 10 del blocco dell'Est e dal 1 gennaio 2007, sono entrate nell'Unione Europea Bulgaria e Romania. Ma come è la vita di famiglie e soprattutto di bambini e degli adolescenti nei paesi dell'Unione? Non è nuovo questo tema, ma per la prima volta è stato fatto un confronto tra tutti i 27 paesi con risultati interessanti. Il lavoro è stato curato da Gildo Ciccotti, Enrico Moretti e Roberto Riccotti, ricercatori dell'area statistica del Centro Nazionale .

Si tratta del quarto quaderno dei Numeri europei, edizione 2007, che trattano l'infanzia e l'adolescenza in cifre, il n. 44 della collana Questioni e documenti. Il volume, 178 pagine, contiene mappe, tabelle e tavole ricavate da dati raccolti da fonti statistiche provenienti da Eurostat, Onu, Unesco, Oms, Oecd (Organisation for economic cooperation and development) a European centre for drugs and drug addiction.

La ricerca copre quattordici aree tematiche che vanno dai matrimoni e divorzi alle interruzioni di gravidanza dagli incidenti stradali all'uso di tabacco, alcool e droghe, toccando anche il tema delle nascite, l'istruzione, il lavoro e i dati sui suicidi. Un panorama piuttosto ampio al cui interno troviamo anche alcune riflessioni. Sono un contributo di Donata Bianchi, sociologa del Centro nazionale, sul monitoraggio sul maltrattamento all'infanzia di Donata Bianchi e un articolo di Pierluigi Brombo, funzionario del Comitato economico e sociale europeo, sull'integrazione scolastica dei minori immigrati.

Le comparazioni sottolineate nel volume fanno emergere con forza fronti sui quali i bambini e gli adolescenti dell’Unione mostrano opportunità diversificate in termini di fruizione e accessibilità dei propri diritti. Sulla base dei dati raccolti è infatti auspicabile l’implementazione di politiche coordinate ed efficaci a livello europeo.

"Per la prima volta abbiamo una fotografia dei 27 paesi con i dati comparabili. E' interessante osservare in che modo stanno cambiando le famiglie a livello europeo - osserva Moretti - una delle cose che ci ha colpito durante la raccolta e l'elaborazione dei dati è stata la percentuale di bassa natalità dei paesi dell'est Europa, molto vicini ai paesi dell'area mediterranea mentre hanno un'alta percentuale di separazioni e divorzi molto vicina ai paesi del nord Europa".

Se l'Italia, secondo i dati del 2004, ha un quoziente di natalità di 9.7, troviamo Lettonia e Lituania con 8.8, Slovenia e Bulgaria con 9.0, Polonia con 9.3, distanti dai paesi del nord Europa che vedono l'Irlanda con un quoziente di natalità 15.3, Francia con 12.9 e Regno Unito con 12.0 e Svezia con 11.2.

Colpisce il numero delle spose minorenni in Romania: ogni 1000 matrimoni, nel 2004, risultano essere oltre 45. Segue il Portogallo con 15,11 e la Grecia con 12,05. L'Italia è a 1,69 (dati 2002) mentre la Svezia è con 0,46 in fondo alla classifica.

Alto il numero dei divorzi nei paesi dell'est Europa, molto vicino alla tendenza dei paesi nordici. A parte il Belgio che nel 2004 ha raggiunto 72,1 divorzi ogni 100 matrimoni, l'Estonia raggiunge il 69,1, seguita dalla Repubblica Ceca con il 64,3 con l'Ungheria con 56,3. In Italia siamo attorno al 17% (2003) mentre il Spagna arriva al 23,6% e in Grecia al 24%. In Italia amenta il numero delle coppie che hanno figli fuori dal matrimonio, anche se la percentuale (15%) è bassa rispetto al 55% della Svezia e al 42% del Regno Unito.

Ma che rapporto hanno i ragazzi con tabacco, alcool e stupefacenti? I dati sui ragazzi e ragazze tra 15 e 16 anni ci dicono che su 100 minori della stessa età la media è uguale (35) sull'uso del tabacco nell'ultimo mese mentre 30 ragazzi hanno fumato nella vita almeno 40 volte contro 37 ragazze. Austria, Bulgaria e Germania sono i paesi dove i 15enni fumano di più mentre la maggiori fumatrici sono le ragazzine bulgare.

Dall'indagine, nell'ultimo mese, ha preso almeno tre sbronze il 14% dei maschi e il 9% delle ragazzine. La Danimarca ha il primato con il 30% dei maschi, seguita dall'Irlanda con il 27% e da Austria e Regno Unito con il 22%. I paesi che vedono le ragazze sbronzarsi maggiormente sono Irlanda e Regno Unito (25%) seguiti da Danimerca (21%) e Finlandia (17%).

Pare invece che l'uso della cannabis tra i 15-16enni dia il primato alla Repubblica Ceca dove (dati 2003) la utilizzano 44 ragazzi su 100. Seguono la Spagna con il 41% e Francia e Regno Unito con il 30% (in Italia siamo al 19%). Cipro e Irlanda invece hanno il maggiore uso di inalanti con il 18% mentre a Malta li utilizzano il 16% e in Grecia il 15% (Italia è al 4%).

Il paese che fa maggiore uso di anfetamine è l'Estonia (7%) mentre ecstasy e altri allucinogeni vengono utilizzati dai ragazzi cechi (rispettivamente 8% e 6%) seguiti dai minorenni del Regno Unito (5% e 2%) e dai giovani spagnoli con il 3% (in Italia l'ecstasy viene assunta dall'1% mentre LSD e altri allucinogeni arrivano al 2%).

Un'indagine interessante che sicuramente ci fa capire meglio cosa succede nell'Europa del terzo millennio e un utile strumento per gli addetti ai lavori. (sp)
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 27, 2016, 00:30:31 am
Intanto in Germania uno studioso finalmente ammette il legame tra le porcate gender ed il femminismo... Scusate il parziale commento fuori luogo. Questo è l'articolo --->

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/femminismo-e-sintesi-marxismo-e-liberalismo-1263955.html

cit.

Lei indica nell’emancipazione, anche femminile, una delle principali cause della distruzione della famiglia e della stabilità ad essa connessa. Ed è per questo stato accusato di essere un complottista. Come risponde?

Rispondo con i fatti, che mostrano come la distruzione della famiglia stia avvenendo concretamente tramite l’adozione di determinate misure politiche ed economiche, a prescindere da qualsiasi ipotetico complotto. In Germania questo è evidente in tutti gli schieramenti politici che formano il governo. Le presunte politiche a tutela della famiglia consistono nell’incentivare la donna a lavorare a tempo pieno e a detassare gli asili nido e i doposcuola. Questo è esattamente ciò che genera l’allontanamento delle persone che compongono il nucleo famigliare.

Bel pezzo.
Condivido in pieno anche questa affermazione.
Citazione
Le foto provocanti che vengono postate sui social non hanno solo la funzione di suscitare l’interesse dei maschi, sono invece anche e soprattutto un messaggio all’interno del mondo femminile.

E riguardo a quest'altra condivisibile affermazione di Martin Voigt,
Citazione
A teorizzarle sono stati nel secondo dopoguerra i filosofi neo-marxisti della Scuola di Francoforte, gli stessi che hanno dato l’input alla rivoluzione culturale del 68, che è stata il più grande momento di affermazione politica di tali teorie. Il movimento del 68 puntava alla rivoluzione culturale tramite l’abolizione delle disuguaglianze sessuali col fine di raggiungere un’equiparazione sociale e politica tra uomo e donna. La lotta alla disuguaglianza e l’annullamento delle differenze tra gli esser umani è il primo scopo dell’ideologia marxista. La scuola di Francoforte ha semplicemente applicato tale concetto alla dimensione sessuale e ha generato una grande rivoluzione sociale tramite la liberalizzazione umana dei comportamenti sessuali. Il 68 è stato, in questi termini, una vera rivoluzione perché ha introdotto una nuova cultura, per la quale la libertà degli individui corrisponde alla propria libertà sessuale. Essa ha distrutto i paradigmi culturali che c’erano precedentemente e che erano basato su concetti come la fedeltà e l’onore che oggi sono diventati totalmente tabù.
segnalo questa vecchia discussione aperta su uomini 3000.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=15
Citazione
In bambini e bambine vi è il germe innato della differenza sessuale.
Ma l'idea che sia la disposizione genetica che spinge a selezionare gli stimoli dell'ambiente secondo il ruolo sessuale, contraddice la tesi molto popolare e in voga non solo fra le femministe, ma anche presso molti e stimati ambienti scientifici, secondo la quale la differenza sessuale è frutto esclusivamente dell'ambiente culturale, il prodotto di una secolare educazione agli stereotipi.
I dubbi intorno a questa concezione sociogenetica hanno cominciato ad addensarsi in seguito all'esperienza di asili alternativi sorti dopo il '68.
All'epoca, molte giovani coppie di genitori decisero di rompere con i ruoli sessuali tradizionali impartendo ai figli un'educazione non repressiva e sessualmente neutra.
L'idea era che le differenze tra maschi e femmine sarebbero andate così via via scomparendo, anzi non sarebbero sorte affatto.
In Germania, tra le varie iniziative, vi fu l'organizzazione di asili autogestiti da cooperative di genitori, che furono battezzati "Tante-Emma-Laden", le botteghe della zia Emma.
In questi Kinderladen o botteghe dell'infanzia, si cercò di praticare una cultura della non-violenza e di favorire l'affermarsi di comportamenti solidali e reciproci.
I promotori dei Kinderladen intendevano soprattutto mettere in discussione i tradizionali ruoli sociali, per cui, per esempio,le bambole erano tabù per le femmine.
Gli psicologi Horst Nickel e Ulrich Schmidt Denter, all'epoca ricercatori presso l'Università di Dusselfort, ed essi stessi simpatizzanti di un'educazione antiautoritaria, si prefissero di documentare il progetto dei Kinderladen dal punto di vista scientifico.
Misero quindi a confronto lo sviluppo di circa 400 bambini in età compresa fra i tre e i cinque anni provenienti in parte da scuole tradizionali e in parte da quelle alternative.
In un primo momento, i rilevamenti sembrarono confermare le aspettative: le attività di gioco nei Kinderladen palesavano una minore tendenza alla conflittualità.
Ma la ragione era che, in caso di contrasto, le bambine cedevano subito, senza colpo ferire.
Si scoprì così che le differenze comportamentali erano ancora più pronunciate nei bambini cresciuti nelle antiautoritarie "botteghe di zia Emma", i quali si avvicinavano agli stereotipi sessuali più dei bambini educati tradizionalmente.
I maschi erano più aggressivi e inclini all'uso della forza e le femmine più paurose e portate a cedere ai maschi in situazioni di esasperata competizione.
Le femmine imparavano a "difendersi" solo verso i cinque anni.
La conclusione fu scoraggiante: gli stereotipi che gli studiosi si aspettavano di trovare negli asili tradizionali erano ancora più "ingombranti" nei Kinderladen alternativi.
Successive ricerche hanno avvalorato i dubbi sulla tesi sociogenetica della differenza sessuale.
L'educazione agli stereotipi maschio-femmina durante i primi anni di vita non è mai tanto sistematica da spiegare l'insorgere di comportamenti specifici solo attraverso la socializzazione.
Questo vale in maggior misura per le categorie "autoaffermazione e aggressività", dove le differenze di comportamento vanno ben al di là di quanto possa incidere l'esempio trasmesso quotidianamente dai genitori.


Citazione
Anche l'esperienza dei kibbutz israeliani, animati da uno spirito egualitario e dall'obiettivo di "emancipare" le femmine dagli "svantaggi" della maternità, ha dimostrato in maniera incontestabile la diversità esistente fra i due sessi.
Nei kibbutz l'accesso alle professioni era aperto a tutti indiscriminatamente, le femmine erano educate a non porre eccessiva cura nell'aspetto esteriore e invece di crescere in nuclei familiari tradizionali i bambini erano allevati in speciali comunità per l'infanzia.
In modo affine ai Kinderladen tedeschi, anche nei kibbutz l'educazione era strettamente unisex e mirava a estirpare gli stereotipi maschio-femmina.
Tra il 1956 e il 1958 l'antropologo americano Melford E.Spiro dedicò un'ampia ricerca alle conseguenze dell'educazione innovativa applicata ai kibbutz israeliani.
E fu il primo a sorprendersi scoprendo che i piccoli israeliani sviluppavano le classiche preferenze per giochi maschili e femminili.
A dispetto di tutti gli sforzi degli educatori, particolarmente spiccata era la preferenza delle bambine per giochi mamma-bebè.
L'antropologo andò oltre: tornò a controllare i soggetti del suo studio dopo un intervallo di vent'anni.
Le bambine dei kibbutz, ora adulte, erano diventate donne "emancipate", tenaci nel perseguire gli stessi obiettivi professionali dei colleghi uomini?
Avevano sviluppato gli stessi interessi professionali dei maschi della loro generazione?
Al contrario.
Spiro constatò una specie di controtendenza: la maggior parte delle femmine cresciute nei kibbutz era tornata coscientemente ai ruoli tradizionali, con l'annessa divisione dei compiti.
Invece di continuare la lotta per "l'emancipazione" impegnandosi nell'eliminazione di pregiudizi e ingiustizie, queste femmine cresciute all'insegna dell'ideale della parità dei sessi ora chiedevano di dedicarsi ai figli e al focolare domestico, contrapponendo a quell'ideale unisex una scelta di vita ispirata ai ruoli tradizionali.
Spiro, fino ad allora fautore della tesi sociogenetica dei ruoli sociali, concluse "ipotizzando" l'esistenza di "fattori preculturali determinanti": fattori biologici, dunque, che determinano in modo decisivo le costanti comportamentali di maschi e femmine.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 27, 2016, 02:32:35 am
A teorizzarle sono stati nel secondo dopoguerra i filosofi neo-marxisti della Scuola di Francoforte, gli stessi che hanno dato l’input alla rivoluzione culturale del 68, che è stata il più grande momento di affermazione politica di tali teorie. Il movimento del 68 puntava alla rivoluzione culturale tramite l’abolizione delle disuguaglianze sessuali col fine di raggiungere un’equiparazione sociale e politica tra uomo e donna. La lotta alla disuguaglianza e l’annullamento delle differenze tra gli esser umani è il primo scopo dell’ideologia marxista. La scuola di Francoforte ha semplicemente applicato tale concetto alla dimensione sessuale e ha generato una grande rivoluzione sociale tramite la liberalizzazione umana dei comportamenti sessuali. Il 68 è stato, in questi termini, una vera rivoluzione perché ha introdotto una nuova cultura, per la quale la libertà degli individui corrisponde alla propria libertà sessuale. Essa ha distrutto i paradigmi culturali che c’erano precedentemente e che erano basato su concetti come la fedeltà e l’onore che oggi sono diventati totalmente tabù.
Questo andrebbe tenuto presente quando si parla di sesso, instintualità maschile ecc.: il problema non è il sesso ma la sparizione di determinati valori culturali e civili essenziali (oggi è la parola onore ad avere un significato equivoco) e l'assurzione del sesso a valore politico, fondante della società.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 27, 2016, 10:28:43 am
Infatti.
Rifletto sul fatto che, mentre far digerire Dio, patria, nazione, fedeltà, onore, rispetto, unità, solidarietà etc (aggiungi a piacere) sia da sempre stata impresa ardua, far digerire smutandamento e arrivismo sia stato così facile da apparire...sospetto.
Come se la gente le avesse nel sangue, queste cose.
E' bastato, come si dice oggi, sdoganarlo.
Fazer, non per fare il maestrino ma che l'uomo abbia qualcosa di profondamente guasto nel proprio animo l'hanno detto e scritto in tanti a partire da migliaia di anni fa.

Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Kant nel '700 parlava di legno storto da cui non puo' uscire niente di diritto, ma la stessa teologia cristiana, ed quella ebraica da cui deriva, parlano di peccato originale che, dopo la caduta dell'uomo dall'Eden, colpisce tutti gli uomini fin dalla nascita.
Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

Se preferisci adottare un linguaggio scientifico, la teoria del peccato originale si traduce cosi': gli uomini, tutti gli uomini, nascono con tendenze genetiche ben definite, prime fa tutti egoismo ed egocentrismo, che solo una mente e una societa' ben disciplinata da regole chiare e perentorie possono tenere a bada.

E, per concludere, la seconda legge della termodinamica ci dice che tutto nell'universo tende all'entropia, cioe' tende a passare dall'ordine al caos, il che vuol dire che in assenza di regole tutto, compreso le societa' umane, si dirigono inevitabilmente verso il disordine e il caos.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 27, 2016, 10:40:52 am
Questo è ovvio, come è ovvio che c'è differenza tra Italia e Spagna, tra Portogallo e Grecia, tra Francia e Inghilterra, ecc ecc.
Resta il fatto che anche i paesi dell'est hanno le loro rogne.

http://www.minori.it/it/news/i-numeri-europei-ventisette-paesi-ue-confronto-sui-dati-dellinfanzia
Sono d'accordo che i paesi dell'Est hanno le loro belle magagne, voglio solo aggiungere una precisazione: non considero la rep. Ceca un paese dell'Est, culturalmente e' Mitteleuropa, cioe' Europa centrale, stessa regione a cui appartengono Austra e Germania per dire.
D'altronde se prendi una mappa vedi che Praga e' piu' a ovest di Vienna e di alcune regioni italiane come Puglia e Basilicata: e' piu' meno alla stessa longitudine di Napoli.

Inoltre, siccome conosco bene il posto, posso dire che e' uno dei paesi piu' radicalmente atei del mondo, alla pari dei paesi scandinavi. I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

E' mia opinione che senza il comunismo ora sarebbe allo stesso stadio di sviluppo di Austria e Germania.
 
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 27, 2016, 10:44:14 am
Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Non lo è, certo.
Io cercavo di arginare in qualche modo quelli che continuano a parlare di propaganda nefasta che agirebbe sul cuore puro del "buon selvaggio".
Non condivido il pensiero di coloro che credono ad un 68 che avrebbe in qualche modo costretto gli altrimenti "naturalmente onesti" a comportamenti idioti oltre che deleteri per la società.
Ma non credo nemmeno al "legno storto". Non si tratta IMHO di tare, difetti, limitazioni, ma di quelle armi che la natura ci fornì per assicurarci la sopravvivenza (a scapito dei più deboli), armi che la "civiltà" non è riuscita a spuntare ma solo a celare in qualche modo.
Il 68 è stato solo un badile che ha dissotterrato l'ascia di guerra.
Persino lo "smutandamento" potrebbe essere letto in chiave di competizione sulla spinta di impulsi vecchi quanto la razza umana, e finora tenuti a freno in qualche modo, chissà...
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 27, 2016, 11:53:48 am
Comunque il pezzo linkato da Angelo e' straordinario in termini di chiarezza e rigore del messaggio, io lo metteri in evidenza.

In particolare i passaggi finali sono da apprezzare:


La dedizione di tutto il proprio tempo al lavoro e non agli affetti e ai figli viene visto come la miglior forma di emancipazione, che è la battaglia numero uno del femminismo. In questi termini possiamo tranquillamente dire che neomarxismo e liberalismo abbiano trovato la propria sintesi nel femminismo e nella teoria gender, che lotta per l’uguaglianza totale in nome della soddisfazione delle richieste del mercato. In Germania durante le manifestazioni della sinistra di ispirazione marxista viene spesso gridato lo slogan “no family, no border, no nation”. Sono concetti estremamente liberali che vengono fatti propri dai marxisti, mostrando la sovrapposizione delle due ideologie. In nome di un estremismo individualistico utopico

Perché utopico?

Perché non corrisponde alla natura del uomo. Che è innata e non muta, anche se cambia la società. L’uomo non è un mero animale che vive solo di cibo e istinti sessuali. Tutti noi abbiamo una vocazione sociale, cerchiamo rapporti non solo sessuali ma anche e soprattutto di fedeltà. Non puntiamo solo a riprodurci, ma a dare ai figli la stabilità che permetta loro di crescere serenamente.

Cosa si aspetta per il futuro?

Il fallimento della società fondata su questi paradigmi. Quello in corso è un progetto, anche economico, a breve termine. Finirà per creare non una società ma un insieme di individui emancipati, concorrenziali e infelici. Per fare grandi progetti sarebbe necessario cambiare totalmente rotta. Investedno sulla stabilità e sulla crescita felice delle nuove generazioni.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 27, 2016, 11:59:23 am

Ma non credo nemmeno al "legno storto". Non si tratta IMHO di tare, difetti, limitazioni, ma di quelle armi che la natura ci fornì per assicurarci la sopravvivenza (a scapito dei più deboli), armi che la "civiltà" non è riuscita a spuntare ma solo a celare in qualche modo.
Chiaramente i termini "legno storto", "peccato", "tare", "difetti" sono elaborati avendo come prospettiva la costruzione di una societa' perfetta o ideale, come puo' essere il Paradiso cristiano o la societa' di eguali liberaldemocratica o marxista.

Per queste costruzioni il tessuto spirituale/psicologico dell'uomo e' del tutto inadeguato, per questo si parla al negativo di tare o difetti.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 27, 2016, 13:29:44 pm
Fazer, non per fare il maestrino ma che l'uomo abbia qualcosa di profondamente guasto nel proprio animo l'hanno detto e scritto in tanti a partire da migliaia di anni fa.

Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Kant nel '700 parlava di legno storto da cui non puo' uscire niente di diritto, ma la stessa teologia cristiana, ed quella ebraica da cui deriva, parlano di peccato originale che, dopo la caduta dell'uomo dall'Eden, colpisce tutti gli uomini fin dalla nascita.
Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

Se preferisci adottare un linguaggio scientifico, la teoria del peccato originale si traduce cosi': gli uomini, tutti gli uomini, nascono con tendenze genetiche ben definite, prime fa tutti egoismo ed egocentrismo, che solo una mente e una societa' ben disciplinata da regole chiare e perentorie possono tenere a bada.

E, per concludere, la seconda legge della termodinamica ci dice che tutto nell'universo tende all'entropia, cioe' tende a passare dall'ordine al caos, il che vuol dire che in assenza di regole tutto, compreso le societa' umane, si dirigono inevitabilmente verso il disordine e il caos.

Quoto .

Fazer, che gli uomini hanno certe "tarle" di natura lo sappiamo . Per questo il ritorno alle regole è cosa buona e giusta per tutti .
Me ne fotto della "natura" , la  natura potrebbe pure spingere a rubare e fare rapine ed accumulare soldi su soldi fregandomene della morale, ma se non lo si fa ci sarà un motivo .

Così come le donne , se fino ad un certo periodo difficilmente mollavano i mariti per capricci personali o per scopare il maschio alpha di turno , ci sarà pure un motivo .
Innanzitutto le parole "costrizione" leviamocele di torno . Visto che l'entità più "totalitaria" possibile è il corpo umano stesso : mangi dolci fino a schiattare ? Beh sai, i dolci sono così buoni e ne mangerei sempre, peccato che poi il corpo ti dice che se tu mangi dolci fino a schiattare poi ti becchi malattie come diabete, ictus , infarto etc. Oh si che peccato , il corpo te lo impedisce anche se ti piace ma che gli importa ? O ti regoli tu da solo oppure finisce male, non hai altre scelte .

Così le regole . Vuoi parcheggiare in sosta vietata per pura trasgressione ma non puoi perchè ti arriva la multa ? Alla legge (quella giusta ) non importa se tu lo vuoi fare ma non puoi, importa che tu non lo faccia e basta, e se lo fai paghi .

Mi sembra che i nostri antenati, pur non avendo internet , ste cose le sapevano lo stesso e si sono dati e trasmetti certi codici etici e morali, usi e consuetudini che facevano sì che la società si fondasse sulla famiglia per secoli . E mi sembra che tutto ciò abbia sempre funzionato .

Dite che invece le donne sono naturalmente delle schifose e che a loro invece piace vivere da libertine dissolute ? E allora perchè sono le femmine moderne , e non quelle di una volta, a prendere in profuse quantità il Lexotan ?

Ocio che i burattinai dietro le quinte queste cose le sanno benissimo, hanno introdotto il libertinismo ed il libero smutandamento ( di conseguenza il femminismo) proprio cercando di sfruttare il lato primitivo* del cervello .

* ecco , il termine corretto per rispondere a fazer è questo : lato primitivo . Perchè noi siamo sempre animali . Animali sociali .Quindi noi possiamo , vogliamo e dobbiamo tenere a bada questo lato primitivo .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 27, 2016, 13:33:19 pm
Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: ilmarmocchio - Maggio 27, 2016, 13:52:01 pm
Citazione
TheDarksider : Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

da agnostico, quoto e ribadisco : verità assoluta

p.s. l' articolo linkato del giornale è di valore assoluto, per me da mettere in evidenza
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 27, 2016, 18:42:15 pm
I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

Sì, la conosco bene...
Piaceva pure a me.  :cool:
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Frank - Maggio 27, 2016, 18:49:04 pm
Citazione

Dite che invece le donne sono naturalmente delle schifose e che a loro invece piace vivere da libertine dissolute ?

Jason, non stravolgere le parole altrui, perché il sottoscritto le ha definite "moralmente schifose" e non "sessualmente schifose".
Non è la stessa cosa.

Citazione
Frank

Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.


Citazione
Frank

Io una volta non c'ero, come non c'eri tu, Jason, e nessun altro di noi: ma sono straconvinto che fosse il patriarcato a renderle "migliori" e "benevole".
Finito il patriarcato è emerso quel che realmente sono: delle schifose.
Ma non sessualmente, bensì moralmente.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 27, 2016, 19:33:34 pm
Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?
Smutandatevi per chi?
Se sono le donne stesse a lanciare messaggi seguiti da fatti, gli uomini obbediscono.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 27, 2016, 20:20:37 pm
Sono d'accordo che i paesi dell'Est hanno le loro belle magagne, voglio solo aggiungere una precisazione: non considero la rep. Ceca un paese dell'Est, culturalmente e' Mitteleuropa, cioe' Europa centrale, stessa regione a cui appartengono Austra e Germania per dire.
D'altronde se prendi una mappa vedi che Praga e' piu' a ovest di Vienna e di alcune regioni italiane come Puglia e Basilicata: e' piu' meno alla stessa longitudine di Napoli.

Inoltre, siccome conosco bene il posto, posso dire che e' uno dei paesi piu' radicalmente atei del mondo, alla pari dei paesi scandinavi. I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

E' mia opinione che senza il comunismo ora sarebbe allo stesso stadio di sviluppo di Austria e Germania.

Beh, alcune delle sette sataniche peggiori del pianeta provengono proprio dalla repubblica ceca - il famoso triangolo infernale , ai vertici Torino, Lione e Praga - purtroppo anche la nostra Torino - . Ovviamente non saranno mai pericolose come le sette americane .


Ho letto che la percentuale di ateismo in repubblica ceca è addirittura del 64 %, fino a due anni fa .
Ecco perchè paesi come la repubblica ceca sono completamente diversi dalla Polonia o la Russia .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 27, 2016, 20:23:38 pm
Frank
Citazione
Jason, non stravolgere le parole altrui, perché il sottoscritto le ha definite "moralmente schifose" e non "sessualmente schifose".
Non è la stessa cosa.

Non mi riferivo specificatamente solo a te, ma a tutti .

Grazie comunque per il chiarimento . Io comunque ritengo  che una persona possa essere sessualmente ok, ma se moralmente è schifosa , non ne vale la pena nemmeno una scopata e via , questo a prescindere dal fatto che sono totalmente contro il sesso occasionale .

E' più importante la mentalità che il tuo fisico o di come sei bravo/a a letto .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 27, 2016, 20:25:07 pm
Smutandatevi per chi?
Se sono le donne stesse a lanciare messaggi seguiti da fatti, gli uomini obbediscono.

Per le mogli . Intendo che se invertissimo tutti i messaggi lanciati e recepiti dal genere femminile, verso gli uomini, sono convinto che gli uomini si comporterebbero quasi allo stesso modo . Quasi per via delle differenze intrinseche fra uomini e donne .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Fazer - Maggio 27, 2016, 20:32:09 pm
Fazer, che gli uomini hanno certe "tarle" di natura lo sappiamo . Per questo il ritorno alle regole è cosa buona e giusta per tutti .

Mi sembra di aver ripetutamente scritto che concordo sulla necessità de "u corrazzu po is bois" (un recinto per i buoi).
Dissento sulle possibili modalità di costruzione del succitato recinto.
Anzi, a pensarci bene, non ho ancora visto un progetto di costruzione, nemmeno un abbozzo.
E quindi torno a chiedere: come imporre (perchè di questo si tratta) queste regole?

Quoto .
Così come le donne , se fino ad un certo periodo difficilmente mollavano i mariti per capricci personali o per scopare il maschio alpha di turno , ci sarà pure un motivo .

Forse perchè finivano in mezzo ad una strada, e non si sa con quante ossa ancora intere.
Insomma, erano "costrette", più che dalle "regole", da mere questioni economiche.
Il rateo istantaneo di crescita delle corna era però molto più simile a quello odierno di quanto si sia disposti ad ammettere.
Nonostante questo, per esempio, non immagini nemmeno quanti Mark, Robert e John sono nati nei paesini sardi a metà degli anni quaranta, mentre i maestosi patriarchi cercavano disperatamente di decidere se schierarsi con falci e martelli, svastiche o stars & stripes... :cry:

Dite che invece le donne sono naturalmente delle schifose...

 :ohmy: :hmm:
Ma chi lo ha scritto questo?

E allora perchè sono le femmine moderne , e non quelle di una volta, a prendere in profuse quantità il Lexotan ?

Perchè allora non esisteva?  :D
Perchè sono intrinsecamente sceme?  :lol:

Perchè noi siamo sempre animali . Animali sociali .Quindi noi possiamo , vogliamo e dobbiamo tenere a bada questo lato primitivo .

Possiamo: si, la storia lo dimostra.
Vogliamo: noi si, a quanto pare gran parte della mandria no.
Dobbiamo: si, è necessario. Ma come si fa col resto della mandria?

Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?


Smutandatevi detto agli uomini fa ridere. Esattamente come dirlo a Mariangela Fantozzi.
Sai chi se ne fregherebbe dello smutandamento maschile...


Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 28, 2016, 00:21:42 am
Citazione
E quindi torno a chiedere: come imporre (perchè di questo si tratta) queste regole?

L'ho già detto, regolamentando lo stalking , istituire il maxirisarcimento in caso di divorzio non giustificato da cause serie o da violenza comprovata e documentata (sia essa fisica che psicologica) , come primi passi . Poi reiniettare il pudore femminile .
Vedrai che i risultati si vedranno .

Citazione
Forse perchè finivano in mezzo ad una strada, e non si sa con quante ossa ancora intere.
Insomma, erano "costrette", più che dalle "regole", da mere questioni economiche.
Il rateo istantaneo di crescita delle corna era però molto più simile a quello odierno di quanto si sia disposti ad ammettere.

O forse erano "costrette" dall'etica, che oggi è stata censurata dal femminismo .

Anche io vorrei mangiarmi chili di cassate siciliane, tiramisù e cannoli, solo che il corpo umano me lo impedisce (giustamente) . Cosa ti importa se qualche donna non lascia perchè costretta anche se vorrebbe ? Nessuno le ha puntato la pistola contro se non si voleva sposare perchè "eh poverina non sente più niente per il marito lasciamola andare, non è giusto costringere" . Fazer, noi siamo animali sociali, abbiamo dei valori come empatia , comprensione, pietà , lealtà , fedeltà e amore , legati dal collante dell'etica . Se il collante è forte non hai paura di nulla .

L'etica esiste per questo , a noi delle eccezioni non deve interessare .

Citazione
Ma chi lo ha scritto questo?

 :sleep: è un discorso generico, mica riferito a te...

Citazione
Perchè allora non esisteva?  :D
Perchè sono intrinsecamente sceme?  :lol:

Certo che esisteva . Non con questo nome, ma farmaci molto simili ansiolitici c'erano e come .

Citazione
Possiamo: si, la storia lo dimostra.
Vogliamo: noi si, a quanto pare gran parte della mandria no.
Dobbiamo: si, è necessario. Ma come si fa col resto della mandria?

Quando si capisce che certe scelte e decisioni , certe regole, sono per il bene dell'essere umano...allora avrai la risposta alla domanda .

Citazione
Smutandatevi detto agli uomini fa ridere. Esattamente come dirlo a Mariangela Fantozzi.
Sai chi se ne fregherebbe dello smutandamento maschile...

Vabbè era un esempio  :lol: per dirla corretta, per arrivare allo spudoramento totale e quindi eliminare il pudore negli uomini, si fa passare il messaggio ( che nelle donne corrisponde anche allo smutandamento) secondo il quale andare ad escort e a lucciole di strada è bello, giusto ed è una tua libertà di scelta , anzi sono gli altri i bigotti che pensano ancora alla fedeltà verso tua moglie .
Questo è esattamente il messaggio che spudorarizza gli uomini .
E infatti le femministe sono libertine ma assolutamente contro la prostituzione*, perchè ?  :lol: :lol: :lol:

* tutte tranne una, Eretica. Che da sto punto di vista è coerente, lei infatti non è contro la riapertura delle case chiuse, a differenza di tutte le altre femministe.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 28, 2016, 00:29:59 am
Perché utopico?

Perché non corrisponde alla natura del uomo. Che è innata e non muta, anche se cambia la società. L’uomo non è un mero animale che vive solo di cibo e istinti sessuali. Tutti noi abbiamo una vocazione sociale, cerchiamo rapporti non solo sessuali ma anche e soprattutto di fedeltà. Non puntiamo solo a riprodurci, ma a dare ai figli la stabilità che permetta loro di crescere serenamente.

Cosa si aspetta per il futuro?

Il fallimento della società fondata su questi paradigmi.

Ecco perché il riferimento a valori tradizionali, frutto di secoli di civilizzazione, non può essere considerato "sorpassato".
E quindi torno a chiedere: come imporre (perchè di questo si tratta) queste regole?
Le società umane hanno spontanei fattori stabilizzanti, come dimostra il fatto che i periodi di caos sono sempre stati relativamente brevi.
Kant nel '700 parlava di legno storto da cui non puo' uscire niente di diritto, ma la stessa teologia cristiana, ed quella ebraica da cui deriva, parlano di peccato originale che, dopo la caduta dell'uomo dall'Eden, colpisce tutti gli uomini fin dalla nascita.
Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

Se preferisci adottare un linguaggio scientifico, la teoria del peccato originale si traduce cosi': gli uomini, tutti gli uomini, nascono con tendenze genetiche ben definite, prime fa tutti egoismo ed egocentrismo, che solo una mente e una societa' ben disciplinata da regole chiare e perentorie possono tenere a bada.

E, per concludere, la seconda legge della termodinamica ci dice che tutto nell'universo tende all'entropia, cioe' tende a passare dall'ordine al caos, il che vuol dire che in assenza di regole tutto, compreso le societa' umane, si dirigono inevitabilmente verso il disordine e il caos.
Il mito del 'buon selvaggio' (ossia dell'uomo naturalmente buono) ha prodotto danni incalcolabili che continuano ancora. Esiste però il lato luminoso della natura umana, come ho detto il cervello funziona per gerarchie di valori ed è per questo che l'umanità si è sempre rapidamente ripresa da periodi di corruzione e anarchia. Ecco perché dico che dobbiamo fare la nostra parte per un mondo migliore, per quanto i mezzi appaiano insufficienti: ogni società umana ha dinamiche naturalmente stabilizzatrici che svolgeranno la maggior parte del lavoro e saranno decisive. Noi dobbiamo solo favorirle, in primis con la reinformazione che ridesta nella gente risorse insospettate.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: TheDarkSider - Maggio 28, 2016, 11:17:10 am
Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?
Come fa notare Fazer, "smutandatevi" e' un imperativo senza senso quando e' riferito agli uomini: l'invocazione simmetrica a smutandatevi per le donne, per gli uomini sarebbe qualcosa di questo tipo:

"invece di dare soldi alla famiglia, scialaquate tutto quello che avete in beni di lusso esibizionisti (ferrari, rolex, ecc.) in modo da apparire piu' ricchi di quanto siete e attirare tante donne tra cui potete scegliervi le amanti, e siate avari il piu' possibile con la moglie "

questo si' che sarebbe una rottura radicale dei doveri maschili e un comportamento fastidiosissimo per le donne!!  :P :P
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 28, 2016, 13:40:03 pm
A proposito dell'articolo di angelo e delle pseudopolitiche familiari , segnalo questo :

http://www.citizengo.org/it/25860-il-lavoro-delle-mamme-va-retribuito?tc=wp

“La popolazione residente italiana è arrivata a crescita zero; nel 2014 le nascite sono diminuite di quasi 100 mila unità, un minimo storico che non si registrava dal dopoguerra (dati istat)” sostengono le ragazze dell’associazione “Questo non può che portare inesorabilmente alla morte della nostra società: senza figli non c’è futuro.
Il bonus bebè non serve a nulla, a poco servono ottanta euro mensili; le mamme non hanno bisogno di gesti caritatevoli da parte di chi dovrebbe tutelare le famiglie e attuare concrete politiche a loro favore. Difendere il diritto alla maternità ovvero sostenere economicamente la donna che liberamente decida di non “vivere” per strada lavorando fuori casa e sacrificando la vita familiare, ma che voglia essere solo moglie e madre, deve diventare priorità assoluta per la nostra società” dichiara la presidente dell’associazione Desideria Raggi e conclude “Con questa raccolta firme popolare chiediamo che ad ogni donna che decide di rimanere a casa a curare i figli, la casa e la famiglia venga corrisposta un'indennità mensile di 500 euro dal matrimonio ed un aumento di 300 euro al mese per ogni figlio messo al mondo fino al compimento del 18° anno età”.

Ass. Evita Peron
evitaperonass@gmail.com
340/0676456ö
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 28, 2016, 13:41:18 pm
Come fa notare Fazer, "smutandatevi" e' un imperativo senza senso quando e' riferito agli uomini: l'invocazione simmetrica a smutandatevi per le donne, per gli uomini sarebbe qualcosa di questo tipo:

"invece di dare soldi alla famiglia, scialaquate tutto quello che avete in beni di lusso esibizionisti (ferrari, rolex, ecc.) in modo da apparire piu' ricchi di quanto siete e attirare tante donne tra cui potete scegliervi le amanti, e siate avari il piu' possibile con la moglie "

questo si' che sarebbe una rottura radicale dei doveri maschili e un comportamento fastidiosissimo per le donne!!  :P :P

Si certo, mi ero espresso male io .
Oltre a quello che hai detto c'è pure "andate tutti ad escort pure se siete sposati, che male c'è, sono gli altri i bigotti etc."

Faremmo la pacchia noi, come la farebbero le femmine. Solo che si arriverebbe al caos totale .
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 29, 2016, 12:22:27 pm
Come fa notare Fazer, "smutandatevi" e' un imperativo senza senso quando e' riferito agli uomini: l'invocazione simmetrica a smutandatevi per le donne, per gli uomini sarebbe qualcosa di questo tipo:

"invece di dare soldi alla famiglia, scialaquate tutto quello che avete in beni di lusso esibizionisti (ferrari, rolex, ecc.) in modo da apparire piu' ricchi di quanto siete e attirare tante donne tra cui potete scegliervi le amanti, e siate avari il piu' possibile con la moglie "

questo si' che sarebbe una rottura radicale dei doveri maschili e un comportamento fastidiosissimo per le donne!!  :P :P
Dipende da quali donne. Lo dici pure tu che in questo modo attiri tante donne, quindi a molte di loro non dispiace.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Maggio 29, 2016, 12:25:32 pm
In effetti lo smutandamento è una forma di esibizionismo femminile, proprio perché l' uomo ne è sensibile. L' uomo però, può esibirsi in altri modi e il modo più simile allo smutandamento è il mostrare i pettorali gonfi.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Negan_66 - Maggio 30, 2016, 22:15:52 pm
Ho dato una lettura veloce ai vari commenti. Purtroppo i miei numerosi impegni m'impediscono di seguire il forum più assiduamente.

Mi viene però da fare una riflessione: siamo sicuri che il ritorno al passato, alla "famiglia tradizionale" dopo lo "screditamento definitivo del femminismo", ammesso e non concesso che sia realmente possibile, dovrebbe essere una soluzione per migliorare la condizione degli uomin?
No perché la condizione degli uomini in passato non mi sembrava poi così tanto idilliaca!
Venivano rispettati come capi famiglia va bene, ma dovevano spaccarsi il culo dalla mattina alla sera per mantenere moglie e marmocchi. Con la scusa che la moglie doveva rimanere a casa ad accudire la prole, non è che la "signora" si ammazzasse tanto di lavoro... e poi dopo una vita di sacrifici e rinunce, dopo essersi logorato nel fisico e nella mente l'uomo era quello che mediamente tirava le quoia prima!
Mi basta ripensare alla mia infanzia: ho conosciuto due nonne, parecchie prozie arrivate quasi tutte oltre i 90, mentre tutti i loro mariti già morti da tempo, e ho conosciuto un solo nonno morto relativamente giovane quand'ero molto piccolo. Ovviamente morto a causa di mille malanni a seguito di un deperimento fisico, un invecchiamento precoce prodotto da decenni di duro lavoro da mezzadro, senza considerare le sofferenze subite durante la guerra e gli anni di prigionia. E' già, perché nel fantastico passato (qui il sarcasmo è doveroso), agli uomini e solo agli uomini toccava partire e morire in guerra e chi non moriva tornava a casa o con ferite debilitanti oppure con altre patologie cronicizzate dovute al deperimento per fame, o per essere stato costretto a vivere in condizioni ambientali estreme.

Insomma è questo il ritorno al passato che auspichiamo per gli uomini? No, non sono d'accordo per niente!
Vabè direte, non ci sono più guerre imminenti (almeno per noi), non tutti fanno lavori massacranti come una volta , ma anche se oggi parliamo di terziario avanzato, lavoro d'ufficio, l'idea dell'uomo che si becca tutto lo stress quotidiano mentre la moglie con la scusa di "curare la prole" se ne sta a casa seduta in poltrona davanti alla tv a guardarsi la soap-opera, è un'idea che mi fa profondamente schifo! Così come mi fa schifo l'idea di dover fare sacrifici e rinunce, dover mettere da parte i miei sport, le mie passioni, o privarmi dell'acquisto di qualcosa che mi piace perché con lo stipendio devo per prima cosa pensare a mantenere l'allegra combriccola!
Ma chi la vuole ancora questa "famiglia tradizionale"? Io no di certo!

La strada da percorrere è guardando avanti non andando a cercare i vecchi sentieri! La strada da seguire è la liberazione dell'uomo dalla dipendenza dalla fin troppo mitizzata vagina! Le femministe parlano di liberazione della donna? Bene, noi dovremmo occuparci della liberazione degli uomini?
Chiacchierano sempre a vanvera di parità? Io per le donne vorrei la parità ma in tutti i sensi immaginabili e non solo nelle cose che gli fanno comodo, ma anche nel beccarsi tutta la merda che gli uomini da sempre sono costretti ad ingoiare anche per loro!
Lasciarle cuocere nel loro brodo! Che se la cavino da sole!

So cosa stanno pensando alcuni di voi: ma se tutti facessero come te la società si estinguerebbe? La società si estinguerà comunque, procedendo di questo passo e con un bel botto finale!
Ma forse una via d'uscita c'è ancora. La politica della decrescita, il Neo-malthusismo da alcuni di voi profondamente demonizzato e osteggiato potrebbe essere invece la migliore soluzione. Inutile continuare a seguire l'assurdità biblica del "crescete e moltiplicatevi" su un pianeta già fin troppo sovrappopolato. Inutile ora dire che il problema siamo solo noi occidentali che consumiamo troppo e non il resto del mondo, quando il resto del mondo il problema ce l'ha a livello mentale visto che continua a riprodursi nella fame e nella miseria più nera senza alcun criterio logico.
I poteri forti perseguono la politica della decrescita? Bene! Assecondiamoli! A differenza della maggioranza della massa che fanno il loro gioco senza saperlo, potremmo essere almeno dei consapevoli complici!
La decrescita porterà a stipendi e pensioni sempre più bassi o invivibili? Vi sfugge un particolare: viviamo in un mondo limitato con risorse limitate e la politica economica così come la conosciamo da moltissimi decenni non potrà durare per sempre, avrebbe bisogno di un pianeta infinito con risorse infinite per poterlo fare. In un modo o in un altro la nostra società dovrà RIPENSARE RADICALMENTE L'ECONOMIA se vorrà sopravvivere.

Molte idee che ho espresso sono condivise anche dalle femministe e dai femministi?
Nessuno di voi ha mai pensato che forse il miglior modo per combattere il femminismo sarebbe proprio quello di stare al suo stesso gioco?
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Jason - Maggio 30, 2016, 22:59:35 pm
Caro Negan, qui nessuno dice che la condizione del genere maschile pre '68 era idilliaca - altrimenti cadremmo nell'errore del femminismo- , ma che in tema di famiglie e rapporto uomo donna erano sicuramente migliori di oggi.

Per il resto mi spiace ma non posso concordare. Non puoi combattere i poteri forti facendo quello a cui vogliono portare i poteri forti. La filosofia mgtow la rispetto ed è comprensibile , ma non significa che mo dobbiamo comportarci esattamente come vogliono i poteri. La scelta di rimanere da soli e divertirsi dovrebbe essere una scelta personale. Piaccia o non piacce per secoli la società si è fondata sulla famiglia.

Altra cosa , visto che hai parlato di ricchezze. L'unica via è la sovranità monetaria come insegna la scuola di Auriti.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Vicus - Maggio 31, 2016, 00:14:09 am
Di Negan apprezzo l'onestà di portare i suoi argomenti alle logiche conseguenze, a differenza degli "Omini di burro" che affermano - a torto - che nel Paese dei Balocchi, ci si può divertire a piacimento e per un tempo indefinito.
Vediamolo più da vicino questo malthusianesimo. Ben presto ci sarà una crisi economica e lo spasso (viaggi, canoe, avventure) sarà un ricordo per quasi tutti: sarà già troppo trovare il pane quotidiano e un tetto sopra la testa. Qualcuno può rispondere (come ha fatto) che tanto c'è l'eutanasia. Vorrei proprio vedere se, al dunque, prenderebbe una tale decisione. Ma non importa: il sistema deciderebbe per lui (in modo diretto o tramite indigenza, mancanza di assistenza sanitaria ecc.), come per i milioni di disoccupati da nutrire ma che non consumano più.
Il malthusianesimo è il contrario dello spasso, significa fame e morte, o per i più fortunati uno stipendio al livello di sussistenza (intorno ai 500€) con buona pace per i viaggi, i raduni sportivi e anche le donne per chi le vuole.

Quanto ai valori "del passato" (termine fuorviante, perché certi valori sono talmente legati alla natura umana da essere intramontabili), inspiegabilmente molti pensano che l'uomo debba tornare a fare la guerra ovvero a spaccarsi la schiena in miniera.
In realtà come il malthusianesimo porta sofferenza, perché tende allo sfruttamento e all'annientamento dell'essere umano, una società sana, che valorizzi l'uomo e non il profitto, tende a portare benessere e serenità in tutti gli strati della popolazione. Lo dimostrano le culture ancorate a valori tradizionali, che pur avendo (ma non sempre) un'economia rudimentale sono molto più equilibrate e felici della nostra.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: ilmarmocchio - Maggio 31, 2016, 07:25:46 am
da evoluzionista convinto, non sostengo nessun ritorno al passato, anzi, come dice Negan, bisogna andare avanti.
Non solo bisogna , non c'è alternativa.
C'è però un punto importante in quanto detto da Vicus : alcuni valori sono costanti nella storia umana e alcune culture tradizionali li interpretano meglio di quanto facciamo noi, che abbiamo consegnato il predominio non tanto all'economia, ma alla finanza.
Non illudiamoci : l'eden non è mai esistito e mai esisterà.
Di sicuro non c'è oggi
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: COSMOS1 - Giugno 02, 2016, 09:47:04 am
le riflessioni di Negan si inseriscono nel post in quanto alla fine da qualunque punto si parta c'è un modo onesto di ragionare e uno disonesto
il femminismo è disonesto, perchè si inventa la realtà, mente sui presupposti e sulle conseguenze, etc

poi una volta ammessa la realtà, possiamo anche non essere d'accordo sull'interpretazione e sulle vie d'uscita, va bene

però:
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Massimo - Giugno 02, 2016, 14:56:12 pm
Quando il collasso economico ci sarà, il ritorno al patriarcato sarà inevitabile. Gli stessi uomini non potranno evitarlo: chi li curerà dopo che saranno diventati anziani, altrimenti? Solo i loro figli, essendo collassato il sistema pensionistico, come anche del resto tutto il sistema  nell'insieme. Ma per farli (e non abbandonarli poi, altrimenti niente assistenza da loro) dovranno farsi una famiglia nella quale però monopolizzeranno tutto il potere, dipendendo la sopravvivenza della famiglia solo da loro e non dallo Stato il quale o non ci sarà più o sarà ridotto ai minimi termini. Le leggi, o le consuetudini, non faranno altro che riconoscere questo stato di fatto, attribuendo ogni potere decisorio al padre. Non ci sarà più un potere artificiale riconosciuto alla donna oggi, tutelato dalle leggi che rimarranno lettera morta perchè lo Stato o i poteri pubblici non saranno sicuramente in grado di farle valere. Dal momento che il potere militare, economico e quindi giuridico delle donne, senza l'aiuto delle leggi e dello Stato, è pari a zero, in una società dove tornerà a contare l'economia di sussistenza, di autoproduzione e i autoconsumo con la rarefazione dello Stato del suo ruolo, i loro diritti precipiteranno a zero. Come dice uno slogan del 68' "pagheranno caro, pagheranno tutto". Perchè ci sarà anche la vendetta maschile. E non vorrò essere donna quando si scatenerà.
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: COSMOS1 - Giugno 02, 2016, 15:36:39 pm
Massimo, può darsi di si come può darsi di no
mi pare scontato che le società patriarcali hanno un vantaggio competitivo sulle altre per cui da un punto di vista darwiniano sono destinate a cancellare le altre
ma chi può prevedere il futuro?
chi avrebbe detto che quei quattro bifolchi e ignoranti che scappando dalla civile Europa percorrevano le deserte praterie abitate dagli Apache avrebbero messo in piedi il più grande impero della storia?
chi vivrà vedrà  :cool:
Titolo: Re:Riflessioni di una femminista zitella
Inserito da: Warlordmaniac - Giugno 03, 2016, 02:56:40 am
Ho dato una lettura veloce ai vari commenti. Purtroppo i miei numerosi impegni m'impediscono di seguire il forum più assiduamente.

Mi viene però da fare una riflessione: siamo sicuri che il ritorno al passato, alla "famiglia tradizionale" dopo lo "screditamento definitivo del femminismo", ammesso e non concesso che sia realmente possibile, dovrebbe essere una soluzione per migliorare la condizione degli uomin?
No perché la condizione degli uomini in passato non mi sembrava poi così tanto idilliaca!
Venivano rispettati come capi famiglia va bene, ma dovevano spaccarsi il culo dalla mattina alla sera per mantenere moglie e marmocchi. Con la scusa che la moglie doveva rimanere a casa ad accudire la prole, non è che la "signora" si ammazzasse tanto di lavoro... e poi dopo una vita di sacrifici e rinunce, dopo essersi logorato nel fisico e nella mente l'uomo era quello che mediamente tirava le quoia prima!
Mi basta ripensare alla mia infanzia: ho conosciuto due nonne, parecchie prozie arrivate quasi tutte oltre i 90, mentre tutti i loro mariti già morti da tempo, e ho conosciuto un solo nonno morto relativamente giovane quand'ero molto piccolo. Ovviamente morto a causa di mille malanni a seguito di un deperimento fisico, un invecchiamento precoce prodotto da decenni di duro lavoro da mezzadro, senza considerare le sofferenze subite durante la guerra e gli anni di prigionia. E' già, perché nel fantastico passato (qui il sarcasmo è doveroso), agli uomini e solo agli uomini toccava partire e morire in guerra e chi non moriva tornava a casa o con ferite debilitanti oppure con altre patologie cronicizzate dovute al deperimento per fame, o per essere stato costretto a vivere in condizioni ambientali estreme.

Insomma è questo il ritorno al passato che auspichiamo per gli uomini? No, non sono d'accordo per niente!
Vabè direte, non ci sono più guerre imminenti (almeno per noi), non tutti fanno lavori massacranti come una volta , ma anche se oggi parliamo di terziario avanzato, lavoro d'ufficio, l'idea dell'uomo che si becca tutto lo stress quotidiano mentre la moglie con la scusa di "curare la prole" se ne sta a casa seduta in poltrona davanti alla tv a guardarsi la soap-opera, è un'idea che mi fa profondamente schifo! Così come mi fa schifo l'idea di dover fare sacrifici e rinunce, dover mettere da parte i miei sport, le mie passioni, o privarmi dell'acquisto di qualcosa che mi piace perché con lo stipendio devo per prima cosa pensare a mantenere l'allegra combriccola!
Ma chi la vuole ancora questa "famiglia tradizionale"? Io no di certo!

La strada da percorrere è guardando avanti non andando a cercare i vecchi sentieri! La strada da seguire è la liberazione dell'uomo dalla dipendenza dalla fin troppo mitizzata vagina! Le femministe parlano di liberazione della donna? Bene, noi dovremmo occuparci della liberazione degli uomini?
Chiacchierano sempre a vanvera di parità? Io per le donne vorrei la parità ma in tutti i sensi immaginabili e non solo nelle cose che gli fanno comodo, ma anche nel beccarsi tutta la merda che gli uomini da sempre sono costretti ad ingoiare anche per loro!
Lasciarle cuocere nel loro brodo! Che se la cavino da sole!

So cosa stanno pensando alcuni di voi: ma se tutti facessero come te la società si estinguerebbe? La società si estinguerà comunque, procedendo di questo passo e con un bel botto finale!
Ma forse una via d'uscita c'è ancora. La politica della decrescita, il Neo-malthusismo da alcuni di voi profondamente demonizzato e osteggiato potrebbe essere invece la migliore soluzione. Inutile continuare a seguire l'assurdità biblica del "crescete e moltiplicatevi" su un pianeta già fin troppo sovrappopolato. Inutile ora dire che il problema siamo solo noi occidentali che consumiamo troppo e non il resto del mondo, quando il resto del mondo il problema ce l'ha a livello mentale visto che continua a riprodursi nella fame e nella miseria più nera senza alcun criterio logico.
I poteri forti perseguono la politica della decrescita? Bene! Assecondiamoli! A differenza della maggioranza della massa che fanno il loro gioco senza saperlo, potremmo essere almeno dei consapevoli complici!
La decrescita porterà a stipendi e pensioni sempre più bassi o invivibili? Vi sfugge un particolare: viviamo in un mondo limitato con risorse limitate e la politica economica così come la conosciamo da moltissimi decenni non potrà durare per sempre, avrebbe bisogno di un pianeta infinito con risorse infinite per poterlo fare. In un modo o in un altro la nostra società dovrà RIPENSARE RADICALMENTE L'ECONOMIA se vorrà sopravvivere.

Molte idee che ho espresso sono condivise anche dalle femministe e dai femministi?
Nessuno di voi ha mai pensato che forse il miglior modo per combattere il femminismo sarebbe proprio quello di stare al suo stesso gioco?
Concordo praticamente su tutto.
Riguardo l'ultima domanda ci penso molto spesso in prossimità delle elezioni politiche ed infatti spesso ho fatto scelte controcorrente dal punto di vista antifemminista.