Forum sulla Questione Maschile

Dialoghi => Pars Construens => Verso una Nuova Alleanza => Topic aperto da: COSMOS1 - Settembre 10, 2014, 10:10:45 am

Titolo: La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 10, 2014, 10:10:45 am
ebbene, si dovrà bene, prima o poi, provare ad immaginare il futuro
sappiamo che il nostro fondatore (Rino Barnart) ha sempre rifiutato di esporsi sulla pars costruens (domenica abbiamo preso un caffè insieme e mi ha confermato la sua posizione)
però c'è chi una via d'uscita la vede
perciò forse vale la pena iniziare a discuterne

riporto qui alcune parti del nuovo libro di Dag Tessore - Dialogo sull'Islam tra un Padre e un Figlio http://dagtessore.blogspot.it/ (http://dagtessore.blogspot.it/)

ovviamente è solo una provocazione, poi dovremo approfondire ...
Citazione
 
 
Aspirazioni di una donna “tradizionale”
D. Non intendo idealizzare la condizione sociale della donna islamica. Dico solamente che non è peggiore della nostra. E che in ogni caso – come tutte le caratteristiche delle culture diverse dalla nostra – va giudicata con molta cautela, partendo da una conoscenza approfondita della stessa e da un atteggiamento di rispetto e di umiltà.
Quello che però intendevo qui mettere in evidenza, oltre a ciò, è che, proprio vivendo in un paese islamico, ci si rende conto quanto, per le donne musulmane, siano proprio le occidentali a essere le “poverine” infelici. Quante volte ho sentito dire da donne musulmane considerazioni come questa: «Che tristezza vedere le occidentali sempre correre dietro al lavoro e ai soldi, invece che godersi un po’ la pace e la gioia di una vita famigliare tranquilla e, al posto di onorare la dignità del proprio corpo, andare in giro mostrandolo seminudo a ogni passante! È vero che siamo paesi arretrati economicamente e con governi dittatoriali e con mille altri problemi, ma almeno su questo punto noi donne musulmane siamo veramente fortunate!». Non nego che molte musulmane ammirino il modello occidentale e cerchino di imitarlo. Lo vedo con i miei occhi, ad esempio in una città come Rabat, che si distingue ben poco da Milano o da Berlino. Ma allo stesso tempo bisogna prendere atto che moltissime ragazze dei paesi islamici la pensano diversamente – questo almeno in base alla mia personale esperienza di vita in quei paesi. E molte di esse sono giovani ragazze colte, che studiano all’università. Va quindi sfatata la diffusa idea secondo cui le donne che, nel mondo islamico, accettano un ruolo tradizionale e di sottomissione, sono solo le vecchie dei villaggi sperduti o le ragazzine analfabete e povere. Io conosco decine di ragazze, in Marocco, che hanno studiato, e che sognano solo di sposarsi al più presto, non lavorare fuori casa e avere una famiglia tradizionale islamica. Questo non significa che vogliano avere un marito che le picchi! Auspicano, certo, che sia un uomo gentile e affettuoso, ma da parte loro ritengono normale e giusto essere obbedienti al marito, servizievoli e non alzare la voce contro di lui. Lo vedono come le elementari basi di un rapporto sereno e armonioso. Per molte giovani ragazze dei paesi islamici lavorare fuori casa è solo una penosa necessità a cui sono costrette dalla povertà della propria famiglia, ma sarebbero ben felici di trovare un uomo che le sposi e permetta loro di vivere tranquillamente in casa e di occuparsi dei bambini, cosa che non vedono, come spesso capita da noi, come un impiccio sulla strada dell’emancipazione e della carriera, ma come una realtà meravigliosa a cui dedicare la propria vita.

 
A. Come tu stesso hai ammesso però, gli esempi di donne musulmane a cui questo modello non sta affatto bene, esistono, e forse sono più numerosi di quel che tu pensi. Quando parlammo quella sera in Marocco con la moglie di Abdul-Qader, era evidente che lei voleva maggiore emancipazione, maggiore libertà, uno stile di vita, insomma, più all’occidentale. E a me ha fatto piacere sentirla, perché trovo giusto che ci siano posizioni diverse e che ci sia libertà di scelta. Una donna dev’essere libera, se vuole, di fare una famiglia islamica tradizionale, rimanendo a casa e occupandosi solo dei figli, ma deve essere anche libera di lavorare in un ufficio, se lo desidera, di guadagnare soldi, e deve essere ugualmente rispettata. Mi pare invece che, nella società auspicata dai musulmani più religiosi, questa libertà non ci sia.

 
D. Nella maggior parte dei paesi islamici oggi le donne hanno la libertà di lavorare fuori casa. Il punto in realtà è che questo spesso comporta problemi per la famiglia e viene quindi in genere visto male. Tu giustamente facevi l’esempio della moglie di Abdul-Qader e appunto non è casuale che loro due litighino molto spesso. La loro domestica, Malika, mi ha raccontato quanto sia imbarazzante per lei assistere a questi loro litigi, dovuti proprio all’atteggiamento così ribelle (dal punto di vista islamico) della moglie. Non sto a sindacare se abbia ragione o no nelle sue rivendicazioni. Fatto sta che Malika, vedendo queste cose, non fa che consolidarsi nella sua convinzione che è meglio una famiglia in cui regnino i valori islamici e in cui la donna stia tranquillamente a casa e sia “sottomessa” al marito: “sottomessa”, parola che ci suona come un insulto, ma che per loro significa semplicemente cedevole, gentile, rispettosa, pacifica. Quindi a te magari fa piacere sentire quel che dice la moglie di Abdul-Qader, ma a lui non fa affatto piacere, e la loro vita quotidiana è messa a dura prova da questo atteggiamento arrogante di lei. E Malika, dal canto suo, mi ha detto chiaramente: «Se Dio mi concederà di sposarmi, io non prenderò certo esempio da lei!». E bada che Malika è una ragazza che conosce bene l’Occidente, ha lavorato in un internet caffè, ha fatto quattro anni di università a Casablanca, vivendo da sola, sa come è il mondo moderno. E non posso nasconderti che mi sembra naturale che, se uno ha per casa una moglie sempre su di giri, sempre piena di pretese e di offese, sempre pronta ad alzare la voce e a ribattere, viene solo voglia di starsene fuori casa il più possibile, e la vita quotidiana è gremita di tensioni e malumore. Lo vedo parlando anche con molti amici italiani, i quali, davanti alle rispettive mogli o compagne, sono tutti sorridenti e pieni di cavallereschi elogi, ma appena si trovano faccia a faccia con me, confessano la loro frustrazione. E infatti uno su due divorzia. Quindi, guardando al panorama delle relazioni di coppia e delle famiglie in Europa, non si può certo dire che troviamo donne felici e realizzate e uomini contenti e fieri delle loro donne!

 
La “sottomissione” della donna
Io stesso, nelle mie varie conferenze che ho tenuto in giro per l’Italia sul mio libro-dinamite La donna cristiana, ho constatato quanto gli uomini da noi, anche se spesso sostengono a livello intellettuale che l’emancipazione della donna sia una cosa sacrosanta, nella loro vita concreta e famigliare siano però frustrati, depressi, e siano sostanzialmente scontenti di come sono cambiate le donne negli ultimi cinquant’anni; ma allo stesso tempo ho visto con i miei occhi che la maggior parte di loro, spesso impauriti e direi quasi terrorizzati dalle donne, non avrebbero mai il coraggio di dire, quantunque lo pensino, che preferirebbero avere una moglie tradizionale, “sottomessa”. A te risulta che ci sono molti uomini che la pensano così? «Che bello che mia moglie vada a lavorare fuori e che cucino sempre io o, quando torna, andiamo insieme al supermercato e cuciniamo qualcosa all’ultimo momento! Che bello che ha un carattere così emancipato e che sa dirmi le cose in faccia e, se non le va bene qualcosa, ha il coraggio di rispondermi per le rime senza peli sulla lingua! Quanto deve essere triste invece avere una moglie che sta a casa tutta la mattina a cucinare i ravioli fatti a mano e che, quando torno a pranzo, mi fa trovare la tavola apparecchiata! Che spiacevole che deve essere stare con una moglie che, quando le dici: “Vogliamo mettere questo armadio qui?”, ti risponde: “Sì, certo, come vuoi”! Per fortuna invece che mia moglie, quando le dico cose del genere, ha sempre la sana energia di contraddirmi e di imporre quello che vuole lei!».
Quanto a me, trovo che vivere con una donna “sottomessa” non vuol dire vivere con un essere amorfo e privo di intelligenza: ci possono essere divergenze di idee, opinioni contrastanti, ma non ci si incaglia mai in una situazione in cui ciascuno dei due dice: «Perché dovrei cedere io?». La donna infatti saprà che, proprio grazie alla saggia arma della sottomissione, potrà evitare che si creino attriti e litigi, mettendosi sempre in un atteggiamento di rispetto e di gentilezza – che poi significa amore –, vedendo in questa cedevolezza non un’umiliazione, ma un intelligente modo per rendere la convivenza serena e pacifica. E allora la “sottomissione” – per quanto questa parola ci stia antipatica – non è necessariamente una cosa negativa, ma anzi è una forma di maturità, in cui la donna cede sì, ma pacificamente e senza risentimento. Non mi sembra che sia segno di maturità, di intelligenza e di amore verso il proprio marito mettersi a litigare con lui perché egli vuole una cosa diversa da quella che vuole lei. In questo modo infatti, per una questione di principio, si distrugge la pace della vita quotidiana. Solo per una questione di principio: “Perché devo essere solo io a cedere?”, quando poi quella stessa donna, al lavoro, non avrebbe difficoltà a essere sempre cedevole e “sottomessa” col suo capo, per fare bella figura con lui, sentirsi apprezzata e stimata e per non creare contrasti e scontentezza in lui, o magari semplicemente per non perdere il posto! E è davvero strano che, mentre ci si tiene tanto a che le cose funzionino bene al lavoro, e che la ditta proceda senza intoppi, e a questo scopo si accetta ben volentieri che vi sia una gerarchia tra i vari membri del sistema, in famiglia invece si insiste solo sul fatto che moglie e marito devono avere gli stessi diritti. Ma, come in una ditta, così anche in famiglia non ci può essere buon andamento pacifico e armonia se non c’è un minimo di gerarchia tra i membri. E questo da noi è del tutto scontato nei posti di lavoro.
E poi tieni presente che, se nel matrimonio islamico la donna è tenuta a obbedire al marito e a “servirlo”, lui però è tenuto a mantenerla economicamente, il che non è poco. Ha infatti tutta la responsabilità e la fatica di un lavoro remunerativo con cui paga a lei l’affitto, il cibo, i vestiti e qualunque altra spesa; il che significa che lei ha la fortuna e il privilegio di essere mantenuta a vita senza bisogno di guadagnare soldi. Che in compenso lui possa prendersi la libertà di starsene tranquillamente seduto dopo pranzo – senza sentirsi in colpa – ad aspettare che lei gli porti il caffè, e che lei sia tenuta a fare i lavori di casa e a trattarlo con deferenza, mi pare un “contratto” assolutamente equo e onesto.

 
A. Non sono assolutamente d’accordo con questa tua posizione, che penso irriterà molte lettrici, ma anche lettori. Se è vero che una situazione del genere era abituale anche in Europa un centinaio di anni or sono, è altrettanto vero che si è combattuto proprio per modificarla, e nessuno vorrebbe tornare indietro. Il mondo va avanti, alla continua ricerca di nuove soluzioni, e il semplice tornare indietro non è mai stato la risposta ai problemi. Ormai molte donne, grazie alla loro spiccata intelligenza e abilità lavorativa, hanno fatto carriere così brillanti da divenire responsabili di ditte, di ministeri e perfino capi di Stato, mettendo in gioco anche competenze e sensibilità tipicamente femminili, il che dà loro un vantaggio nei confronti dei colleghi maschi. Non c’è da stupirsi quindi che diventino automaticamente esempio per altre donne che intendono abbandonare il ruolo tradizionale della mamma-massaia. Per secoli e millenni la donna ha avuto un ruolo ben specifico mentre oggi intende avere la medesima possibilità di scegliere e di emergere, mettendo alla prova le proprie capacità e confrontandosi con l’uomo. Gli Stati moderni offrono ormai (o almeno dovrebbero!) situazioni come gli asili nido che permettono alle donne di conciliare casa e lavoro, cosa che tra l’altro dona l’opportunità all’uomo di ingentilirsi, dovendo, anche se talvolta di malavoglia, contribuire alla cura dei bimbi e della casa.

 
D. Se queste donne di cui parli, che mirano alla competizione con l’uomo, al raggiungimento dei posti di potere e alla realizzazione di sé attraverso il prestigio sociale e il denaro, sono veramente felici, sono contento per loro. E se tu trovi il loro esempio bello e la loro compagnia piacevole, ne sono lieto. Io posso solo ringraziare Dio che mia moglie non è così.
Io non trovo che vi sia nulla di male e di umiliante che una donna si occupi con dedizione della casa e della famiglia – dopo tutto, ai fini di una quotidianità bella e felice, è anche molto importante che la casa sia tenuta bene, con amore, con cura, che si cucinino cose buone, che si abbia cioè un tenore di vita domestico piacevole – e, oltre a questo, penso che sia fondamentale, per sentirsi rilassati e sereni, non essere sempre in allarme per quel che dirà, che penserà, che farà la propria moglie, dovendo stare attenti a ogni parola che si dice: «Ecco, forse adesso si è offesa… Forse ho detto qualcosa che non le andava bene… Se ne è andata nell’altra stanza: probabilmente se l’è presa per qualcosa… E adesso arriva gente e lei forse terrà il muso…». E così si sta sempre sulle spine, sempre preoccupati e attenti a cosa dire o non dire, per non offenderla… E questo certamente non rende la vita dell’uomo tranquilla e felice, né la convivenza quotidiana armoniosa e pacifica. E secondo me, la donna stessa, se sente che lui è sempre preoccupato e “impaurito” di lei, sempre teso, agitato, in ultima analisi non contento, sarà anche lei delusa, triste, infelice.
Avendo invece un marito che vede rilassato, sereno, soddisfatto e fiero di lei, che la stima e l’apprezza – e la stima e l’apprezza proprio perché lei è cedevole, gentile, servizievole, rispettosa –, si sentirà anche lei più felice, più amata, più contenta, il che a sua volta accrescerà la stima e l’amore da parte di lui, e così via a catena.
Se mia moglie sta in cucina tutta la mattina a preparare il cibo, non significa necessariamente che ci soffre e lo vive male: dopo tutto, quando tu, che vivi in campagna, stai in veranda a tagliare le mele per fare la cotognata o sistemi i fiori e poti il glicine, lo fai con grande piacere: è una forma di rilassamento e una fonte di gioia. E quando lavori nell’orto affinché sia ben ordinato, lo fai con piacere, e ti dà fierezza vederlo. E allo stesso modo non si vede perché a una donna non potrebbe far piacere occuparsi, con gioia e fierezza, della cucina e servire a tavola il marito.
E quando parliamo di ruolo della donna o anche di “sottomissione”, questo non ha nulla a che fare con gli abusi della società patriarcale europea di un tempo, in cui spesso il marito picchiava la moglie o la tradiva.
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D. Io, ad esempio, in linea di massima, non mi occupo della  cucina (quantunque lo trovi una cosa molto bella e nobile,e quando in passato me ne occupavo, lo facevo con grande piacere); è mia moglie che cucina, e quindi non abbiamo mai motivo di litigare perché uno vuole che i piatti si tengano qui, l’altra vuole che si tengano là. Ognuno ha il suo spazio e così si sta in pace e non si litiga.
Io ricordo che in Grecia, al villaggio dove vivevo, quando parlavo con gli uomini di sessanta o settant’anni, sentivo sempre da parte loro parole di rispetto, amore e stima verso le loro mogli. Si percepiva un sincero senso di apprezzamento e gratitudine, e credo che alle mogli facesse piacere udire ciò: sentirsi stimate, lodate e onorate dal proprio marito. Quando invece parlo con molti giovani uomini europei, sento, nella maggior parte dei casi, frustrazione, scontentezza: in presenza della moglie, la esaltano alle stelle e la riveriscono, ma quando lei non c’è, ne parlano come di una persona difficile, irritabile, esigente, come di un peso da sopportare, e si finisce sempre con frasi del tipo: «Ci vuole solo pazienza…», oppure: «Be’, non mi costringere a parlare di più, altrimenti direi cose che non vorrei dire…».
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Studiare o mettere su famiglia?
A. Perfino in Marocco, mentre recentemente il ministro dell’educazione visitava una scuola, si rivolse a Raouia Ayache, una bimba di dodici anni, suggerendole che sarebbe stato meglio per lei che le avessero trovato un buon marito presto, anziché studiare! Per fortuna i suoi famigliari reagirono con una protesta ufficiale presso il ministero!

 
D. Ho conosciuto diverse ragazzine marocchine che non vanno a scuola: non conoscono la letteratura francese, non sanno leggere i poeti arabi, non sanno fare un algoritmo, ma in compenso già a sei anni sanno fare il pane nel forno, governare una casa, occuparsi dei fratellini più piccoli, mungere le capre. Hanno appreso cioè le cose che davvero servono nella vita. E soprattutto, proprio perché “ignoranti”, hanno quell’umiltà che è la base di ogni vera sapienza. Quelle che vanno a scuola invece, oltre che diventare persone del tutto incapaci di dare una mano in casa, assumono quell’atteggiamento tipico di chi crede di sapere molte cose e, come diceva giustamente Socrate, pretendere di sapere è la più grande ignoranza.
Non vedo quindi che cosa ci sia di così aberrante nel mettere su una vita di famiglia in giovane età e dedicarsi in pace ai propri bambini, piuttosto che passare la propria giovinezza a studiare la matematica, la letteratura o la storia dei grandi conquistatori. Io non trovo che le donne europee che studiano fino al liceo e all’università siano persone più felici e abbiano una vita più realizzata e serena delle ragazze marocchine che si sposano a sedici anni e vivono la loro vita di famiglia.

 
A. Ad ogni modo, che a te piaccia o no, oggi le cose cambiano ovunque e non solo in Occidente. Come si svilupperà la famiglia? In meglio? In peggio? Difficile dirsi.
...

 
L’arroganza del femminismo occidentale
A. Tu qualche giorno fa mi dicevi che in una famiglia media marocchina, quando si ricevono ospiti a casa, la donna non si fa nemmeno vedere, o appare di sfuggita solo per servire il tè. Il che agli occhi occidentali mostra ancora una volta come la donna nella società islamica sia considerata un essere di seconda categoria. Oppure la donna rimane in un’altra stanza a parlare solo con le donne, quasi a significare che esse sanno parlare solo di sciocchezze femminili e non sono al livello dei discorsi maschili. Vorrei conoscere il tuo punto di vista su queste consuetudini.

 
D. Si tratta di una di quelle tipiche abitudini culturali che si sviluppano in maniera spontanea e che non hanno tutte quelle connotazioni maschiliste che gli attribuiscono gli occidentali con la loro “suscettibilità” femminista. In una società tradizionale è normale e naturale che una donna si senta più a
suo agio tra donne e abbia più cose di cui parlare con altre donne, percepisca una sensibilità comune, più interessi comuni, ecc.
Considerare questa abitudine culturale come offensiva per la dignità della donna mi sembra molto arbitrario e forzato: diciamo che le donne nella società islamica sono penalizzate perché devono stare a parlare solo con le altre donne; allora potremmo dire che lì anche gli uomini sono penalizzati perché devono stare a parlare solo con gli altri uomini!
Del resto ritengo che queste siano faccende molto personali e interne alla famiglia: se un uomo sposa una donna che ha certe abitudini, certe aspettative ed esigenze e se a lui va bene così, o viceversa se una donna sceglie e accetta di sposare un uomo musulmano praticante e rispettoso della shari’a, non vedo perché mai dovremmo intervenire noi a dire se è giusto o no. Se va bene a loro due, chi siamo noi per dire che non va bene? E soprattutto: chi siamo noi europei per dire ai marocchini che quando si sposano devono comportarsi in un certo modo e non in un altro? E proprio noi, le cui famiglie sono disastrate e all’orlo del divorzio ogni giorno! Noi occidentali abbiamo questa tendenza innata, questa specie di virus che ci portiamo dentro, a giudicare sempre le altre culture: se vediamo una ragazza algerina che ha sposato a sedici anni un uomo algerino il quale ha altre mogli, non riusciamo a trattenerci dal pensare e dal dire: «Ha fatto male! È sbagliato».
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 11:25:36 am
Parlando di provocazioni:
1. Proporre la donna tradizionale significa voler tornare al Medio Evo, però
2. Per fortuna che l'Islam ci salverà dalle donne contemporanee!
 :lol:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 10, 2014, 11:40:48 am
Non so se è perchè, come diceva Vicus in altro topic, la nostra memoria viene azzerata ogni due o tre generazioni e lo si fa sempre più velocemente. Però onestamente credo che quanto scritto da Tessore sulla società islamica odierna  avrebbe potuto scriverlo chiunque nella nostra società agli albori dell'industrializzazione (ottocento/primi del novecento).

Cristina di Belgioioso (che pure era una femminista) nel 1860 scriveva già " Questo stato di cose si mantiene tuttora; e quelle poche voci femminili che s’innalzano chiedendo dagli uomini il riconoscimento formale della loro eguaglianza, hanno più avversa la maggior parte delle donne che degli uomini stessi"

http://it.wikisource.org/wiki/Della_presente_condizione_delle_donne_e_del_loro_avvenire

ovviamente poi lei ne da la spiegazione parzialmente femminista e cioè che le donne sono state convinte che per piacere agli uomini devono comportarsi così, ma il punto è che anche una delle prime femministe rilevava un'opposizione femminile alla virilizzazione prima ancora che maschile.

Da questo punto di vista non mi sembra ci siano differenze se non temporali.

C'è il fatto che, arrivando a distanza di 100 o 150 anni, gli islamici hanno visto i risultati dell'emancipazione e del femminismo e stanno vedendo la schizofrenia odierna fra le due forze contrapposte (forzare l'uguaglianza e accentuare la differenza) e questo forse è un fattore che li può far rallentare.

Per il resto in tutta onestà mi sembra che faccia lo stesso giro di parole che fa la Miriano per dare al senso "sottomissione" un significato diverso da quello che è in realtà.

Ne danno il significato di "pacifica convivenza" di "rispetto", in un certo senso stanno dicendo "cedi sulle piccole cose" perché la convivenza non può essere continuo attrito.

Ma quella IMHO non è sottomissione. La donna islamica che si dichiara sottomessa (così come la Miriano) infatti riconosce al marito autorevolezza e non invade il suo campo. Ma il presupposto è che l'uomo sia probo.

Anche perché onestamente non è così vero che tutti gli uomini vorrebbero la donna casalinga mentre loro lavorano dodici o tredici ore al giorno. E certo che una donna casalinga OGGI sarebbe tranquilla, felice e serena, e avrebbe poco da fare potendosi dedicare a cucinare con fantasia, a giocare col bambino e avrebbe molto tempo libero per dedicarsi ad interessi senza alcun obbligo e costrizione come accade nel lavoro. Abbiamo strumenti tecnologici che ormai ci consentono di fare velocemente qualsiasi tipo di lavoro domestico. 

Perché quella che descrive Tessore è una società arcaica e rurale.  Ma non è il nostro tipo di società e non è nemmeno il tipo di società in cui vivono i musulmani che emigrano qui da noi. E non è solo una questione di atteggiamento di fronte ai ruoli. I ruoli sono determinati anche dall'ambiente.

Infatti qui vedi donne col velo e assolutamente religiose che vanno a lavorare (colf, badanti, quel che è ). Poi magari in caso vivranno serene coi loro mariti (ma ci sono anche molti matrimoni occidentali in cui entrambi lavorano che in privato vengono condotti nel rispetto reciproco e nell'assistenza reciproca se pur co modalità diverse eh.. mica tutti finiscono in divorzio). Entrambi lavorano per contribuire alla famiglia e per consentire un tenore di vita ai figli, non per "correre dietro ai soldi" .

A me sembra che sia semplicemente un dire "siamo meglio di voi"

Per esempio qui:

Citazione
E quando parliamo di ruolo della donna o anche di “sottomissione”, questo non ha nulla a che fare con gli abusi della società patriarcale europea di un tempo, in cui spesso il marito picchiava la moglie o la tradiva.
....

 :doh:

che vor dì? che le donne musulmane sono sottomesse con piacere perché gli uomini musulmani sono probi e buoni mica come LA SOCIETA' PATRIARCALE EUROPEA DI UN TEMPO IN CUI SPESSO IL MARITO PICCHiAVA LA MOGLIE O LA TRADIVA.

Eh già, noi siamo MEGLIO DI VOI. 

No, secondo me c'ha ragione Rino che non si espone,  questa di Tessore non è una via d'uscita, non combinata con la civiltà odierna. Non ha senso non far studiare le bambine, perché nella società che lui descrive anche il corrispondente marito non ha studiato un granchè (come accadeva un tempo da noi). Sembra riproporre parte della narrazione femminista in cui si dava per assodato che gli uomini fossero tutti laureati e le donne sapessero solo cucinare, cucire e fare il pane, che secondo me non è mai stata così. Non è il "cosa fai" è il "come ti rapporti con l'altro partner".


Oggi come oggi, caricherebbe ancora di più l'uomo costringendo a prendersi responsabilità e pesi familiari sempre più gravosi per un piatto di ravioli fatti in casa col Bimby  :cool: ed un sorriso.


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 10, 2014, 12:27:22 pm
Per me e`tutta un'illusione.Musulmane..Cattoliche..Italiane o straniere..son tutte troie cmq nell'indole.Perche`la donna casa-chiesa o l'islamica col burka e`la prima che si sditalina appena il marito esce di casa spogliandosi in webcam.Ed e`la prima che la da alla prima occasione al postino/idraulico/africano/altro che le capita a tiro.
Come dicevano in Jurassic Park..non puoi reprimere un'istinto vecchio di 65 milioni di anni,nel caso della donna qualche milione in meno ma siamo li`.
Percio`burka o non burka,Corano o Bibbia,sempre e solo un'illusione del marito rimane.
Anche se va detto,e`sempre piu`piacevole per un'uomo che torna stanco da lavoro avere accanto una moglie servizievole,disponibile e docile piuttosto che un arpia stronza acida succhiasangue.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 12:40:19 pm
Citazione
Perché quella che descrive Tessore è una società arcaica e rurale.
Tendiamo ad attribuire alla famiglia tradizionale un livello di specializzazione (lui a lavorare nei campi da solo, lei confinata in casa) che non ha mai avuto salvo forse nei paesi islamici. Ciò che teneva le famiglie unite era anche il fatto che si lavorava insieme.
D'altra parte l'istruzione oggi, anche universitaria, è di scarso livello (i titoli di studio hanno già poco valore) e il lavoro diventa sempre più irrilevante (automazione) e insignificante nelle mansioni. Inoltre per mandare avanti la famiglia la donna non può stare lontano da casa. La soluzione non può essere parcheggiare i figli al nido mentre la madre sta 8 ore dietro a una scrivania.
Probabilmente si recupererà la famiglia con una riorganizzazione del lavoro che sembra stia già avvenendo: minore necessità di spostarsi (informatica) e grazie all'automazione, mestieri che diano più spazio alle idee e alla cultura generale, con più disponibilità di tempo da dedicare alla famiglia e un'istruzione più flessibile .



Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 10, 2014, 12:51:27 pm
Tendiamo ad attribuire alla famiglia tradizionale un livello di specializzazione (lui a lavorare nei campi, lei a casa a cucinare) che non ha mai avuto. Ciò che teneva le famiglie unite era anche il fatto che si lavorava insieme.
D'altra parte l'istruzione oggi, anche universitaria, è di scarso livello (i titoli di studio hanno già poco valore) e il lavoro diventa sempre più irrilevante (automazione) e insignificante nelle mansioni. Inoltre per mandare avanti la famiglia la donna non può stare lontano da casa. La soluzione non può essere parcheggiare i figli al nido mentre la madre sta 8 ore dietro a una scrivania.
Probabilmente si recupererà la famiglia con una riorganizzazione del lavoro che sembra stia già avvenendo: minore necessità di spostarsi (informatica) e grazie all'automazione, mestieri che diano più spazio alle idee e alla cultura generale, con più disponibilità di tempo da dedicare alla famiglia e un'istruzione più flessibile .

ma certo, già ci sono soluzioni di telelavoro in molte aziende per le donne coi bambini piccoli. O ne usufruiscono nel periodo di maternità.
Tieni conto però, che oltre a tutte le cose che hai citato tu c'è anche un altro fattore.
Tendiamo a fare meno figli (ok adesso abbiamo esagerato perché siamo sotto il livello di sostituzione  :lol:) ma comunque due o tre figli di media sono la quota sufficiente per il tasso di sostituzione (2,1 se non erro).
Parlare di necessità di stare coi bambini perennemente come accadeva in una società in cui la mortalità infantile era molto alta e si facevano 7/8 figli è anche abbastanza anacronistico.
Quel che dice Dag è sposati a 17 anni (fa l'esempio delle ragazzine marocchine) e fai figli.
Quel che avverrebbe se trasponessimo tutte le teorie applicate alla società arcaica sarebbero donne trentenni con due o tre figli già grandi (non più da parcheggiare al nido ma in preadolescenza) e con nulla da fare.
Per non parlare del fatto che l'idea di stare appiccicati ai figli per i primi tre anni è anche questa un'idea post-industriale.
In campagna, o nelle società rurali, spesso e volentieri i bambini appena svezzati venivano accuditi dai figli più grandi o dagli anziani e le donne lavoravano a parte le ore di allattamento.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Animus - Settembre 10, 2014, 12:55:54 pm
questa di Tessore non è una via d'uscita, non combinata con la civiltà odierna.
Non ha senso non far studiare le bambine,

Mah, io sono sono curioso di sapere se Tessore ha esposto il dilemma di fronte al quale si trova ancora oggi la bambina musulmana, lo stesso della "bambina cristiana" 150 anni fa, l'alternativa tra rifugiarsi nella vita della "madre di famiglia" piuttosto che affrontare un mondo dove lavoro significava ancora farsi un culo come un paiolo, rispetto a quella odierna, di annoiarsi a casa invece che annoiarsi, sul lavoro (poi ci sono anche lavori dove non ci si annoia, ma forse sono ancora minoritari).


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 13:05:41 pm
Citazione
Parlare di necessità di stare coi bambini perennemente come accadeva in una società in cui la mortalità infantile era molto alta e si facevano 7/8 figli è anche abbastanza anacronistico.
Quel che dice Dag è sposati a 17 anni (fa l'esempio delle ragazzine marocchine) e fai figli.
Quel che avverrebbe se trasponessimo tutte le teorie applicate alla società arcaica sarebbero donne trentenni con due o tre figli già grandi (non più da parcheggiare al nido ma in preadolescenza) e con nulla da fare.
Per non parlare del fatto che l'idea di stare appiccicati ai figli per i primi tre anni è anche questa un'idea post-industriale.
In campagna, o nelle società rurali, spesso e volentieri i bambini appena svezzati venivano accuditi dai figli più grandi o dagli anziani e le donne lavoravano a parte le ore di allattamento.
I bambini vengono su davvero bene quando sono allevati da tutto il “clan” (nonni e parenti vari). Non penso che 2-3 figli richiedano poco tempo (certe famiglie trovano impegnativo anche il figlio unico) e ad esempio Antonella Ruggiero si è ritirata per 7 anni per allevare un solo figlio.
L’età ideale per sposarsi è 20-25 anni, ma probabilmente sarà posticipata anche in futuro.
Chi preferirebbe passare carte in un ufficio o rispondere al telefono fino ai 70 anni invece di avere tempo libero da dedicare ai propri interessi o ai nipoti?
In altre parole:
Citazione
di annoiarsi a casa invece che annoiarsi, sul lavoro
:lol:
Per fare un esempio concreto: ho conosciuto una tale che mi ha detto che lei e le sue colleghe si annoiavano dopo un anno di congedo parentale, e non vedevano l'ora di tornare ad occuparsi... degli aspetti legali dei container deteriorati sulle navi da carico. :P
Secondo me questo succede perché si allevano i figli in modo distratto, zoologico (cibo), delegando l'educazione a fattori esterni (media e videogiochi).
Non stupisce che dei figli cui si dedica poco impegno diano poche soddisfazioni.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 10, 2014, 13:16:20 pm
.
L’età ideale per sposarsi è 20-25 anni, ma probabilmente sarà posticipata anche in futuro.
Chi preferirebbe passare carte in un ufficio o rispondere al telefono fino ai 70 anni invece di avere tempo libero da dedicare ai propri interessi o ai nipoti?
In altre parole: :lol:

sono d'accordo, ma... ma... questo ripropone la domanda che è sempre stata inevasa.
L'ambiente può cambiare anche i valori?
Voglio dire questa tendenza porterà a fare le stesse cose, c'è poco da fare.
Telelavoro: lo fanno anche parecchi uomini, liberi professionisti per esempio con un lavoro che possono fare al computer.
Ettore Panella (che ha scritto diversi articoli sulla differenza U/D, molti pubblicati anche qui) per esempio lavora in casa e sta più tempo col figlio che non la moglie da quanto ho capito. E non vorrebbe tornare ad un'epoca in cui torna a casa a tardi e da un bacino al figlio addormentato oppure lo vede la domenica e basta.
Tutte cose che avverrebbero se combini la società odierna con i ruoli di un tempo.
En passant.. gli anni cinquanta/sessanta che sono l'apoteosi della famiglia che oggi chiamiamo tradizionale (quella di padre al lavoro /madre a casa e un paio di figli) sono stati gli anni in cui la mamma ha potuto avere maggiore influenza sull'educazione dei figli e sulla loro formazione.
Sarà un caso che poi quei figli sono stati i sessantottini e i primi femministi?  :unsure:

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Animus - Settembre 10, 2014, 13:16:30 pm
allevare un solo figlio

Interessante osservare, come voi cristiani DOC, usiate per "il figlio", lo stesso verbo che si usa per la zootecnia....per l'animale destinato al macello insomma.
 :clap:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Animus - Settembre 10, 2014, 13:22:32 pm
come voi cristiani DOC

Gli stessi, che si reputano la punta più alta della morale... faro delle civiltà. :sick:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 10, 2014, 13:32:23 pm
Io mia figlia me la porto spesso con me al lavoro.
Ovviamente non da piccola, ma ora - specialmente in estate - si alza con me alle 6,20; prendiamo il treno e andiamo dove dobbiamo. Dopo di che se posso la porto insieme a me in escursione (e ormai sa ogni pietra della provincia...) oppure se non proprio è possibile la lascio alle  mie colleghe che lavorano nei vari uffici informazioni.

Ora a me sembra che lei sia una bambina serena e felice perché comunque sta con me, anche se non tutto il giorno, anche se non posso darle attenzione tutto il tempo.

Necessità fa virtù, comunque centri estivi e baby sitter costano un botto e non sono auspicabili 3 mesi.

Se mai dovessi avere un altro figlio (ma purtroppo non sarà possibile  :() ovviamente ridurrei l'orario di lavoro e in ogni caso io non mi sento di appiccarmi nessuna etichetta addosso, tradizionale o moderna.. Non lo so.

Di certo qui a casa nostra il mazzo ce lo facciamo tutti  :D

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 13:42:45 pm
Citazione
sono d'accordo, ma... ma... questo ripropone la domanda che è sempre stata inevasa.
L'ambiente può cambiare anche i valori?
Sì, molto più delle dichiarazioni di intenti.
Citazione
Voglio dire questa tendenza porterà a fare le stesse cose, c'è poco da fare.
È quel che dicevo, ed è un bene per la famiglia. Penso che la donna debba cucinare e l’uomo cambiare le lampadine, ma nel complesso i ruoli non dovrebbero essere troppo specializzati.
Citazione
Telelavoro: lo fanno anche parecchi uomini, liberi professionisti per esempio con un lavoro che possono fare al computer.
Fatto positivo.
Citazione
Tutte cose che avverrebbero se combini la società odierna con i ruoli di un tempo.
Quel che c’è da recuperare è il ruolo del pater familias, inteso come responsabilità che non prescinda dall’ascoltare le opinioni e i consigli dell’altra; ruoli non identici ma più integrati e non competitivi; possibilità per la donna di occuparsi a casa dei figli (anche lavorando in casa come faceva mia nonna); possibilità per l’uomo di non lavorare lontano da casa.
La noia di stare in casa con la prole è iniziata con l’alienazione dei figli dai genitori creata con la musica, che insieme a media e videogiochi ne ha oggi monopolizzato l’educazione.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 10, 2014, 13:54:09 pm
Io mia figlia me la porto spesso con me al lavoro.
Ovviamente non da piccola, ma ora - specialmente in estate - si alza con me alle 6,20; prendiamo il treno e andiamo dove dobbiamo. Dopo di che se posso la porto insieme a me in escursione (e ormai sa ogni pietra della provincia...) oppure se non proprio è possibile la lascio alle  mie colleghe che lavorano nei vari uffici informazioni.

Ora a me sembra che lei sia una bambina serena e felice perché comunque sta con me, anche se non tutto il giorno, anche se non posso darle attenzione tutto il tempo.

Necessità fa virtù, comunque centri estivi e baby sitter costano un botto e non sono auspicabili 3 mesi.

Se mai dovessi avere un altro figlio (ma purtroppo non sarà possibile  :() ovviamente ridurrei l'orario di lavoro e in ogni caso io non mi sento di appiccarmi nessuna etichetta addosso, tradizionale o moderna.. Non lo so.

Di certo qui a casa nostra il mazzo ce lo facciamo tutti  :D
ma infatti.
Un'altra differenza tra la civiltà odierna e quella di Dag è questa infatti.

Citazione
Ho conosciuto diverse ragazzine marocchine che non vanno a scuola: non conoscono la letteratura francese, non sanno leggere i poeti arabi, non sanno fare un algoritmo, ma in compenso già a sei anni sanno fare il pane nel forno, governare una casa, occuparsi dei fratellini più piccoli, mungere le capre

le bambine di sei possono tranquillamente essere in grado non solo di stare da sole in casa, ma anche di occuparsi della casa e di badare anche ai fratellini piccoli.
Dag Tessore magari omette di dire che nelle stesse società i bambini di sei anni vanno a zappare la terra, spaccano le pietre o fanno altri tipi di lavoro.

Comunque in altri lidi le madri i figli se li portano al lavoro anche se piccoli


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 13:55:31 pm
Citazione
Io mia figlia me la porto spesso con me al lavoro.
Ovviamente non da piccola, ma ora - specialmente in estate - si alza con me alle 6,20; prendiamo il treno e andiamo dove dobbiamo. Dopo di che se posso la porto insieme a me in escursione (e ormai sa ogni pietra della provincia...) oppure se non proprio è possibile la lascio alle  mie colleghe che lavorano nei vari uffici informazioni.

Ora a me sembra che lei sia una bambina serena e felice perché comunque sta con me, anche se non tutto il giorno, anche se non posso darle attenzione tutto il tempo.
Proprio così, i figli piccoli devono stare con i genitori, e in più c'è il clima conviviale con i colleghi. Ricordo che quando dopo scuola andavo in ufficio dai miei era come una grande famiglia, si scherzava e si rideva tutti.
Citazione
Comunque in altri lidi le madri i figli se li portano al lavoro anche se piccoli
Il risultato è lo stesso, ma è una soluzione praticabile raramente, non ad es. per studi professionali, operai, insegnanti...
L'ideale è che comunque tutta la famiglia stia nei pressi della casa (come probabilmente la donna della foto), che dovrebbe esserne il centro, anche di socializzazione con gli altri. Invece è spesso un dormitorio in quartieri che impediscono attività sociali sul posto.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 10, 2014, 15:01:53 pm
Il risultato è lo stesso, ma è una soluzione praticabile raramente, non ad es. per studi professionali, operai, insegnanti...
L'ideale è che comunque tutta la famiglia stia nei pressi della casa (come probabilmente la donna della foto), che dovrebbe esserne il centro, anche di socializzazione con gli altri. Invece è spesso un dormitorio in quartieri urbanisticamente "bloccati", che impediscono attività sociali sul posto.

non molti mesi fa su "la Pazienza" rivista edita dal Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di TOrino c'era un articolo di una giovane avvocato che portava proprio la sua esperienza di lavoro di associazione professionale con altri avvocati, in cui portavano i bambini in studio. Tendenzialmente alla fine, a parte il colloquio con il cliente, i bambini piccoli possono stare in studio, perché no? Invece di fare la pausa facebook o la pausa sigaretta o la pausa caffè, si farà la pausa bambino
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 10, 2014, 15:07:52 pm
ma è una soluzione praticabile raramente, non ad es. per studi professionali, operai, insegnanti...


 :w00t: mia madre mi portava spesso a scuola, sopratutto quando faceva escursioni o attività con la sua classe. Quando aveva alunni più grandi di noi quelli ci viziavano, quando aveva alunni della nostra età diventavamo amici con loro. la aiutavamo a fare acasa il materiale didattico, era responsbile co i libri scolastici per scuola e io conoscevo tutti i libri scolastici di tutti gli anni perché ci portava sempre. là in vacanza.
A qualsiasi altro lavoro i bambin imparano solo che ci sono compiti da fare assoluttamente, rispetto per il lavoro e che il lavoro di rende più compiuto. Poi ognuno faccia il lavoro che le piace di più.

Poi se mi date un pezzo di terra con orto e cortille per animali mi v bene lo stesso, cosi si può stare acasa e lavorare per la famiglia, ma sono sempre vissuta in appartamento, se non hai lavoro sei morto di fame.

Mi sembra che quando volevmo andare a Marocco, abbiamo prenotato a un riad che la gestiva una donna. Elias canetti parla di 100 anni fa di donne marocchine che vendevano sul mercato il pane appena fatto, anhce la moglie di Mahometto era imprenditrice, il suo capo peraltro.  :)
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 10, 2014, 15:24:35 pm

Anche perché onestamente non è così vero che tutti gli uomini vorrebbero la donna casalinga mentre loro lavorano dodici o tredici ore al giorno.

Proprio cosi.
Al mio marito piacerebbe se io mi trovassi un lavoro molto bene pagato e rispettbile e lui potesse stare acasa..
Non aprezza che provo fare il pane in casa, non gli piacerebbe se mi coprissi i capelli a mo di donna sottomessa, se lo aspetto con pranzo completo dice che voglio ucciderlo con tanto cibo. Quindi con lui sono inutili tutti gli sforzi di fare la moglie tradizionale.
E il proprio marito bisogna asseccondarlo non un marito tradizionale inventato a tavolino.


Citazione
Non è il "cosa fai" è il "come ti rapporti con l'altro partner".

quoto
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 11, 2014, 13:39:09 pm
alcune cose sono troppo curiose:
1 associare all'impostazione di Dag, al concetto di tradizionale, un concetto di "vecchio", arcaico, etc. Dico: ho l'impressione che Dag usi i media come e forse più di noi ;) date un occhio al suo blog o quel che volete, ma è chiaro che tradizionale e arretrato non sono sinonimi
2 se non lavori, stai a casa ad annoiarti  :w00t: questa è davvero buffa, è la dimostrazione della fine dell'uomo in quanto uomo. Per i latini il negozio è ciò che nega l'ozio, non l'opposto, il valore positivo era l'ozio, la libertà dalle necessità materiali che consente di dedicarsi a ciò che conta. Lo sviluppo tecnologico contemporaneo potrebbe permettere ad una massa crescente di persone di dedicarsi all'unum necessarium, invece va nella direzione diametralmente opposta: sviluppo tecnologico, fretta e mancanza di tempo sono, questi si, quasi sinonimi!

3 ovvio che il ragionamento è difficile, ma almeno quella di Dag è una ipotesi di soluzione. Credo che si debba andare nello specifico e non fermarsi alla prima sensazione a pelle
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 12, 2014, 01:42:21 am
Al momento parlare di donna tradizionale suscita un riflesso pavloviano di ripulsa :lol:. Viene automaticamente associata alla Shari'a o al Medio Evo, e alla rinuncia all'aspirina e all'acqua corrente.
Tuttavia in alcuni paesi del Nord Europa, considerati moderni ed avanzati, molte donne lasciano il lavoro per dedicarsi alla nuova famiglia. Si tratta di donne con elevato livello di istruzione, insegnanti, medici, e il più delle volte sono famiglie molto riuscite.
Come recitava una pubblicità di qualche anno fa, "We have no nirvanas": la nostra è la civiltà del vuoto di valori umani e culturali. Il lavoro è il narcotico per la noia, e la noia lo sprone per il lavoro.
In tale contesto non sorprende che le donne in carriera considerino il figlio come uno status: quasi un oggetto sociale da nutrire, vestire ed esibire ma, a parte questo, una seccatura. Non trovano alcuna gratificazione nel crescere un essere umano, perché sono persone vuote che non hanno nulla da trasmettere.
Mentre pare che gli uomini comincino a rendersi conto della irrilevanza delle loro mansioni lavorative (anche i lavori di concetto sono sempre più sostituiti da software) le donne, ammesse da poco in massa a professioni un tempo maschili, sembra provino ancora enorme gratificazione in compiti burocratici.
La nostra è una cultura misogina e sempre più artificiale, che ha condizionato le donne a considerare il loro ruolo naturale un handicap, a partire dal ciclo mensile fino alla cura della prole.
Un secolo fa si iniziò a sferrare l’attacco all'unità familiare e Proudhon fece notare che le argomentazioni si riducevano a una sola, e cioè che la famiglia costava troppo. Entro la fine del secolo XIX gli industriali e gli uomini d'affari avevano in pratica già adottato tale argomentazione, offrendo posti di lavoro alle donne. Perché metà della popolazione dovrebbe trovarsi in uno stato di semi-libertà dal lavoro quando può essere impiegata a far scendere di conseguenza i salari maschili? Tale è la logica economica del femminismo.
Alla donna che lavorava furono fatte indossare gonne corte da adolescente e le fu detto in grandi campagne di stampa che era finita l'eterna tirannide dell'uomo. Oggi le si dice ogni tanto di allungare o accorciare i vestiti a seconda delle esigenze del mercato, e lei ubbidisce. E con questo tipo di operazione risorse considerevoli vengono sottratte a chi potrebbe altrimenti provvedere agli anni a venire senza necessità di lavorare in due.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 12, 2014, 08:01:03 am
sto aspettando il libro di Dag per esprimermi meglio, ma leggendo le anteprime che mi ha inviato e i nostri commenti mi viene da dire che il nocciolo sia altro. Il problema non è lo scontro tra tradizione e modernità, il problema è la felicità:
Citazione
Se queste donne di cui parli, che mirano alla competizione con l’uomo, al raggiungimento dei posti di potere e alla realizzazione di sé attraverso il prestigio sociale e il denaro, sono veramente felici, sono contento per loro.

per cosa noi viviamo? che cosa cerchiamo, vogliamo, speriamo, desideriamo? Quale è lo scopo della nostra vita?

Credo che alla fine il femminismo e l'antifemminismo, il rapporto tra i sessi e la struttura della famiglia, il fatto che le donne lavorino, studino e stiano a casa, non debbano essere discussi alla luce di diritti o emancipazione o parità a altre varie cazzate, ma debbano rispondere ad una sola domanda: ci rendono felici? Ovvio che noi uomini siamo stanchi di essere continuamente frustrati e umiliati, però, onestamente, io potrei anche concepire una vita di sacrificio se so che rendo felice qualcun altro. Ma la vita in occidente è una disperazione sia per gli uomini che per le donne. Ma voi la avete mai incontrata una donna che lavora, fa politica, fa carriera, compete con maschi e femmine alla pari, e poi è felice, ha un aspetto felice?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 12, 2014, 09:48:35 am
alcune cose sono troppo curiose:
1 associare all'impostazione di Dag, al concetto di tradizionale, un concetto di "vecchio", arcaico, etc. Dico: ho l'impressione che Dag usi i media come e forse più di noi ;) date un occhio al suo blog o quel che volete, ma è chiaro che tradizionale e arretrato non sono sinonimi
!


Cosimo il punto, secondo me, è un altro.
Non metto in dubbio che Tessore sia da considerarsi esperto di comunicazione in quanto utilizzatore datato di tali mezzi, ma appunto per questo.. non ha altri esempi che non la bambina analfabeta nel villaggio marocchino che fa il pane e guarda le capre?
Delle due l'una. O nel mondo islamico è ancora il caso più frequente oppure mediaticamente ha sbagliato esempio per rendere l'idea del "come ti rapporti" rispetto al "cosa fai" (en passant il "come ti rapporti" è cruciale nella definizione della felicità, proprio per i motivi di cui parli tu)*
Se è buona la prima, valgono ancora le osservazioni poste (sul come cambiano i valori e i ruoli cambiando l'ambiente).
Di fatto

Citazione
Ma voi la avete mai incontrata una donna che lavora, fa politica, fa carriera, compete con maschi e femmine alla pari, e poi è felice, ha un aspetto felice?

anche molti uomini si possono essere sentiti "costretti" a lavorare, far carriera, competere oltre misura e questo potrebbe averli resi infelici.

IMHO anche la storia dell'uomo è tutto un susseguirsi di mitigare questo dovere della competizione.

A partire dal paleolitico, visto che la monogamia è sì un "sacrificio maschile" nel senso che è contro la sua natura, ma è anche un vantaggio perché limita la competizione tra maschi. Ora, se si è sviluppata questa tendenza qualcosa significherà.. è stata soltanto una questione funzionale, un dono alle femmine oppure ne ha avuto qualche vantaggio anche il maschio?

La domanda, se non si è capito è... ma perché diavolo parlate sempre di disponibilità al sacrificio pur di rendere felici le donne?

 
Citazione
Ovvio che noi uomini siamo stanchi di essere continuamente frustrati e umiliati, però, onestamente, io potrei anche concepire una vita di sacrificio se so che rendo felice qualcun altro.

Quel che dicevo io (e forse anche Animus) è che le donne si orientano verso la loro felicità (forse è la vecchia questione dell'autoreferenzialità) seguite e assecondate, se non precedute e incoraggiate, dagli uomini.. perché? Seriamente perché questa tendenza al masochismo per certi versi? Perché uno che è disposto a sacrificare la sua felicità pur di rendere felice qualcun altro o è un masochista oppure vuol far passare per sacrificio quel che è la sua felicità.

Quell'unum necessarium di cui parli tu potrebbe essere quasi uguale per entrambi. Occuparsi dei propri figli, pensare, fare cose piacevoli etc.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 12, 2014, 13:48:36 pm
Rita, non ti capisco  :unsure:

1 non siamo uguali (mai!  :P ) per cui perchè ti stupisci se la ricerca della felicità sul versante femminile è autoreferenziale-narcisistica, sul versante maschile è altruista-generosa?
2 la rappresentazione della storia vichiana (paleolitico=uomo grezzo, dedito ai propri bisogni elementari, ferali -> uomo moderno=uomo evoluto, dedito allo spirito) può essere utile per interpretare la realtà, ma non è la realtà. Il punto non è se una determinata rappresentazione sia più o meno corretta, ma cosa ci importa davvero
3 questo thread è un thread provvisorio, basato su alcuni stralci di un libro che finora nessuno (!) ha letto. Il punto non è il pensiero di Dag, di cui per ora abbiamo solo questi stralci, ma ragionare sulla provocazione che quegli stralci contengono. Per quel che mi riguarda, onestamente, credo che il lavoro da fare sia davvero quello di sfatare miti ritenuti indiscutibili: l'emancipazione, i diritti, la parità, etc. io dico: MACCHISSENEFREGA! Se il prezzo per la felicità è rinunciare a quegli idoli, benvenga!
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 12, 2014, 15:25:42 pm
Rita, non ti capisco  :unsure:

1 non siamo uguali (mai!  :P ) per cui perchè ti stupisci se la ricerca della felicità sul versante femminile è autoreferenziale-narcisistica, sul versante maschile è altruista-generosa?

Non mi sembra, almeno non per la discusione vivere per la famiglia. Peraltro il senso maschile di sacrificarsi per la famiglia è sacrificarsi lontano da loro, affrontare sfide nel nome delle famiglia, ma non tanto di stare anche nelle giornate noiose con la moglie e bambini. Questa era almeno nel mondo tradizionale.

Citazione
il lavoro da fare sia davvero quello di sfatare miti ritenuti indiscutibili: l'emancipazione, i diritti, la parità, etc.

ma non sono indiscutibili da tanto tempo,
sono manipolazioni moderniste per imporre uno stile di vita che ci rende dipendenti di soldi, di supermercati, di banche etc,
Volendo emancipazione sarebbe oggi capire quando sei manipolato e quando segui davvero i tuoi desideri, anche perché il potere opressivo oggi è proprio questo matrix mercantile che ci manipola
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 13, 2014, 01:21:38 am
Non mi sembra, almeno non per la discusione vivere per la famiglia. Peraltro il senso maschile di sacrificarsi per la famiglia è sacrificarsi lontano da loro, affrontare sfide nel nome delle famiglia, :ok: ma non tanto di stare anche nelle giornate noiose con la moglie e bambini. Questa era almeno nel mondo tradizionale.

ma non sono indiscutibili da tanto tempo,
sono manipolazioni moderniste per imporre uno stile di vita che ci rende dipendenti di soldi, di supermercati, di banche etc,
Volendo emancipazione sarebbe oggi capire quando sei manipolato e quando segui davvero i tuoi desideri, anche perché il potere opressivo oggi è proprio questo matrix mercantile :lol: che ci manipola
Concordo pienamente.

Sembra opinione comune che il ruolo tradizionale della donna sia determinato dall'analfabetismo e dall'arretratezza. En passant, è un argomento introdotto per la prima volta dal femminismo.
Probabilmente si sopravvaluta la qualità dell'istruzione ufficiale. Come ha rilevato Jane Jacobs, il ruolo dell'università è ormai solo quello di selezionare una certa attitudine all'adattamento alla prassi aziendale e al lavoro di squadra. Da tempo, cultura e saggezza non abitano dalle parti dell'accademia.
Lo stesso vale per il lavoro: per fare un esempio concreto, una donna che faccia "l'assistente di direzione nella finanza" è, in termini più prosaici, una segretaria che obbedisce fedelmente al suo capo.
Dedicarsi alla famiglia permette di dedicare più tempo alla vita sociale e all'arricchimento culturale. E la vera cultura viene dall'esperienza e da letture che all'università non vengono neppure citate.
Credo che Rita abbia ragione, l'ambiente determina i valori. La tecnologia significa costante rivoluzione sociale, al punto che Marx sosteneva che la macchina avrebbe vinto per lui tutte le battaglie senza assistenza politica.
Questo è l'elemento chiave di parecchie questioni: siamo condizionati dal determinismo tecnologico, quando per la nostra stessa sopravvivenza come società umana, è indispensabile divenire coscienti degli effetti sociali e individuali delle tecnologie da noi stessi create. Per riprendere in mano il nostro destino collettivo, dovremmo divenire capaci di gestirle consapevolmente invece che esserne schiavi.
Non sono gli uomini a dire alle donne cosa devono fare, è l'intera società che si è assestata in un modello organizzativo attraverso secoli di esperienze. Anche l'uomo fa dei sacrifici, e pare che trovi nei lavori attuali meno gratificazioni di quante ne trovi una donna. Ma uomini e donne sono diversi, per questo si pone l'accento su cose diverse: mentre l'uomo tende a deresponsabilizzarsi, la donna tende a prevaricare o quantomeno a monopolizzare la gestione familiare. Il fatto che le donne si sentano sminuite a non poter competere nelle carriere maschili, sembra confermare la misoginia della nostra società che non attribuisce importanza al ruolo femminile.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 13, 2014, 10:18:58 am
di fatto è più verosimile l'ipotesi che il femminismo sia misogino che non il suo contrario, perlomeno se andiamo a vedere i frutti e se gli alberi si riconoscono dai frutti

però anche se l'ambiente è dato dalla tecnologia in modo sempre più rilevante e assolutizzante, il senso della vita non può essere quello di adattarsi all'ambiente

l'adattamento può spiegare molte cose, ma non spiega la nostra vita individuale, che non può accontentarsi di adattarsi
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 14, 2014, 06:42:06 am
L'umanità è sempre vissuta nel proprio ambiente culturale come in una sorta di trance. Il presente ci è invisibile come l'acqua al pesce: più che adattarci all'ambiente lo subiamo. A partire dal 19º secolo, in coincidenza con la nascita della cultura di massa, alcuni artisti si sono resi conto che era possibile vivere la propria cultura in modo consapevole.
Oggi è l'accelerazione tecnologica a dettare le nostre scelte e preferenze. Invece di cambiare partner e città come turaccioli nella tempesta, dovremmo creare dei contrappesi per una vita umana armoniosa, come la famiglia e una comunità stabile.
L’umanità ha sempre affrontato i cambiamenti col clima mentale dell’epoca immediatamente precedente. Reagiamo all’informazione mutevole e istantanea come se fossimo ancora nel 19° secolo, facendo continue piroette.
Per vivere bene in un ambiente di sovrabbondanza di informazioni e di stimoli, dobbiamo comprenderne le dinamiche, che hanno un alto grado di coerenza e di unità, invece di reagire al singolo dato. Ciò avrà una funzione stabilizzante e schiuderà panorami insospettati.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 14, 2014, 10:05:45 am
.
Oggi è l'accelerazione tecnologica a dettare le nostre scelte e preferenze. Invece di cambiare partner e città come turaccioli nella tempesta, dovremmo creare dei contrappesi per una vita umana armoniosa, come la famiglia e una comunità stabile.
L’umanità ha sempre affrontato i cambiamenti col clima mentale dell’epoca immediatamente precedente. Reagiamo all’informazione mutevole e istantanea come se fossimo ancora nel 19° secolo, facendo continue piroette.
Per vivere bene in un ambiente di sovrabbondanza di informazioni e di stimoli, dobbiamo comprenderne le dinamiche, che hanno un alto grado di coerenza e di unità, invece di reagire al singolo dato. Ciò avrà una funzione stabilizzante e schiuderà panorami insospettati.

è vero. Oggi oltretutto il cambiamento è accellerato per cui forse è l'essere umano che non riesce a stargli dietro diventando schizofrenico.
Porto sempre l'esempio del telelavoro. Esperimenti piloti ci sono. Per esempio il Comune di Torino per le impiegate comunali (vale anche per gli uomini ma, come si sa, i dipendenti pubblici sono quasi tutte donne).
Vale per le teleconferenze per esempio, di cui ricordo, quando lavoravo in un grosso studio legale, l'installazione che avrebbe dovuto permettere anche ai capi (chi fa lavori di concetto, chi comanda insomma) di risparmiare il tempo per il viaggio per partecipare a riunioni che si tenevano in luoghi diversi. Non decollò mai perché questo strumento è utile quando la diffusione è di massa.

E' un mondo difficile...
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: zagaro - Settembre 14, 2014, 12:17:11 pm
è vero. Oggi oltretutto il cambiamento è accellerato per cui forse è l'essere umano che non riesce a stargli dietro diventando schizofrenico.
Porto sempre l'esempio del telelavoro. Esperimenti piloti ci sono. Per esempio il Comune di Torino per le impiegate comunali (vale anche per gli uomini ma, come si sa, i dipendenti pubblici sono quasi tutte donne).
Vale per le teleconferenze per esempio, di cui ricordo, quando lavoravo in un grosso studio legale, l'installazione che avrebbe dovuto permettere anche ai capi (chi fa lavori di concetto, chi comanda insomma) di risparmiare il tempo per il viaggio per partecipare a riunioni che si tenevano in luoghi diversi. Non decollò mai perché questo strumento è utile quando la diffusione è di massa.

E' un mondo difficile...

o forse la cultura acquisita, e quella naturale avversione al cambiamento, ci fanno da attrito all'accettare le innovazioni? in un certo senso un qualcosa di luddistico?
http://it.wikipedia.org/wiki/Luddismo

come sempre dico la mia generazione, quella dei cinquantenni attuali, durante l'adolescenza è sato insegnato un mondo che poi da adulti non hanno trovato, e che si ritrovano ad insegnare ai loro figli un mondo che non conoscono
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 14, 2014, 13:01:16 pm
l'ambiente è l'ambiente
l'uomo è l'uomo
A=A
ma l'uomo è libero, di adeguarsi o non adattarsi all'ambiente, e non adattarsi non sempre è sinonimo di disadattato

alla fine il punto è sempre e comunque solo la felicità
la caratteristica più determinante di ogni società è che cerca di smorzare o sviare la ricerca di felicità dell'uomo, così che porre coscientemente la domanda su cosa davvero fa felici è rivoluzionario
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 14, 2014, 13:30:15 pm
alla fine il punto è sempre e comunque solo la felicità
la caratteristica più determinante di ogni società è che cerca di smorzare o sviare la ricerca di felicità dell'uomo, così che porre coscientemente la domanda su cosa davvero fa felici è rivoluzionario

la caratteristica determinante della nostra società è di seddurci o imporci gentilemtne ricette di felicità che non sono infatti nostre, ma che portano molti soldi a qualcuno (e a noi li fanno spendere).
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 14, 2014, 21:46:16 pm
Chiedere cosa ci rende felici è rivoluzionario perché la nostra è probabilmente la prima civiltà anti-umana della storia, dove è la tecnologia a imporre le nostre scelte e non viceversa.
Certi assunti della nostra mentalità sono così radicati da creare delle vere e proprie inibizioni a pensare qualcosa di radicalmente innovativo.
Citazione
Porto sempre l'esempio del telelavoro. Esperimenti piloti ci sono. Per esempio il Comune di Torino per le impiegate comunali (vale anche per gli uomini ma, come si sa, i dipendenti pubblici sono quasi tutte donne).
Vale per le teleconferenze per esempio, di cui ricordo, quando lavoravo in un grosso studio legale, l'installazione che avrebbe dovuto permettere anche ai capi (chi fa lavori di concetto, chi comanda insomma) di risparmiare il tempo per il viaggio per partecipare a riunioni che si tenevano in luoghi diversi.
L’essere umano per vivere bene ha bisogno di continuità, di una comunità stabile con relazioni di prossimità. In diverse parti d’Europa lo si sta capendo. Gli strumenti ci sono già: il telelavoro, o la “cottage economy”, ovvero la gestione di un’azienda con minimi mezzi e da grandi distanze.
Citazione
E' un mondo difficile...
Sono problemi creati dagli uomini, e possono essere risolti dagli uomini :lol:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 15, 2014, 01:28:15 am
Citazione
alla fine il punto è sempre e comunque solo la felicità
la caratteristica più determinante di ogni società è che cerca di smorzare o sviare la ricerca di felicità dell'uomo, così che porre coscientemente la domanda su cosa davvero fa felici è rivoluzionario
:dry: Se lo si chiede alle donne, quasi sempre rispondono che la felicità è l'emancipazione femminile E una bella famiglia, il che è impossibile come scoprono in seguito. Sono gli assiomi contraddittori del pensiero contemporaneo, la Mead (antropologa non sospettabile di favorire la donna tradizionale) li chiamava "regolarità culturale".
Uno dei segreti meglio custoditi è che anche lo scapolo più incallito si scioglierebbe davanti a una donna cosiddetta tradizionale, ma le donne sono per ora convinte che la femminilità stia nei tacchi a spillo e nelle microgonne ;).
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 18, 2014, 14:21:21 pm
c'è un sonno della ragione x cui noi ragioniamo e ci impegnamo su tutto fuorchè sulle cose che contano
Cosa dà la felicità?
credo che alla fine i libri di Tessore siano un ragionamento attorno a questa sola domanda
e verrebbe da chiedere: ma signore donne, avete mai provato a ipotizzare se quella strada davvero non vi renderebbe più felici delle minigonne?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 18, 2014, 21:34:21 pm
la caratteristica determinante della nostra societ� � di seddurci o imporci gentilemtne ricette di felicit� che non sono infatti nostre, ma che portano molti soldi a qualcuno (e a noi li fanno spendere).

Per la prima volta mi tocca quotare Lucia..OMG OMG
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 19, 2014, 00:50:15 am
c'è un sonno della ragione x cui noi ragioniamo e ci impegnamo su tutto fuorchè sulle cose che contano
Cosa dà la felicità?
credo che alla fine i libri di Tessore siano un ragionamento attorno a questa sola domanda
e verrebbe da chiedere: ma signore donne, avete mai provato a ipotizzare se quella strada davvero non vi renderebbe più felici delle minigonne?
Sembra che la maggior parte delle donne pensino che non sarebbero felici senza lavoro. Forse nel contesto attuale l'ufficio è un luogo primario di socializzazione e probabilmente la casalinga si ritroverebbe isolata.
Sarebbe interessante sentire il parere di Rita e Artemisia: perché per una donna il lavoro è così importante? Per gli stessi motivi di un uomo o c'è differenza?
Sembra che nel momento stesso in cui il lavoro perde di rilevanza (automazione, grandi conglomerati interamente gestiti dall'alto), le donne si riversino in professioni specializzate, un tempo esclusivamente maschili.
D’altra parte, i due sessi tendono verso un'umanità comune, favorita proprio da un mondo non specializzato.
Per la prima volta mi tocca quotare Lucia..OMG OMG
Più che ricette di felicità, sono dei palliativi. La gente viene ammassata insieme ed educata ad ammirare il lusso, mentre a rendere felici sono interazioni umane che abbiano significato.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 19, 2014, 01:02:02 am
Sembra che la maggior parte delle donne pensino che non sarebbero felici senza lavoro. Forse nel contesto attuale l'ufficio � un luogo primario di socializzazione e probabilmente la casalinga si ritroverebbe isolata.
Sarebbe interessante sentire il parere di Rita e Artemisia: perch� per una donna il lavoro � cos� importante? Per gli stessi motivi di un uomo o c'� differenza?
Sembra che nel momento stesso in cui il lavoro perde di rilevanza (automazione, grandi conglomerati amministrati dall'alto) e "l'azione" sociale si sposta altrove, le donne si riversino in professioni specializzate, un tempo esclusivamente maschili.
D�altra parte, i due sessi tendono verso un'umanit� comune, favorita proprio da un mondo non specializzato.Pi� che ricette di felicit�, sono dei palliativi. La gente viene ammassata insieme ed educata ad ammirare il lusso, mentre a rendere felici sono interazioni umane che abbiano significato.

Mi viene in mente la celebre frase di Palahniuk in Fight Club..
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 19, 2014, 01:11:06 am
Mi viene in mente la celebre frase di Palahniuk in Fight Club..
Sarebbe? :D
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 19, 2014, 09:14:33 am
Per la prima volta mi tocca quotare Lucia..OMG OMG

Ma come sei scivolato in basso (se la pensi come me)!  :D
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 19, 2014, 12:12:14 pm
Sarebbe? :D

1)Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.
2) Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la Grande Guerra né la Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è quella spirituale, la nostra Grande Depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene!
3) * Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!

@Lucia
ahahah infatti ;)
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 19, 2014, 12:52:50 pm
1)Le cose che possiedi alla fine ti possiedono.
2) Vedo nel Fight Club gli uomini più forti e intelligenti mai esistiti. Vedo tutto questo potenziale. E lo vedo sprecato. Porca puttana, un'intera generazione che pompa benzina, serve ai tavoli, o schiavi coi colletti bianchi. La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. Siamo i figli di mezzo della storia, non abbiamo né uno scopo né un posto. Non abbiamo la Grande Guerra né la Grande Depressione. La nostra Grande Guerra è quella spirituale, la nostra Grande Depressione è la nostra vita. Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars. Ma non è così. E lentamente lo stiamo imparando. E ne abbiamo veramente le palle piene!
3) * Tu non sei il tuo lavoro, non sei la quantità di soldi che hai in banca, non sei la macchina che guidi, né il contenuto del tuo portafogli, non sei i tuoi vestiti di marca, sei la canticchiante e danzante merda del mondo!
Un giorno, quando questi temi saranno incoprporati in una commedia romantica, le donne torneranno ad essere donne ;)
Considera che le donne sul lavoro non hanno le frustrazioni maschili, ben descritte sopra. Cito di nuovo l'esempio della tipa che adorava occuparsi dei container sulle navi da carico, perché il capo la "stimava" e la faceva sentire importante.
E qui salta fuori un'altra magagna della donna contemporanea: troppo presa dai sogni e con l'ego gonfiato per il fatto di lavorare in uffici felpati, guarda solo gli uomini che abbiano una posizione sociale cento volte migliore della sua, e siano almeno cento volte più affascinanti, più ricchi ecc.
Il che significa che di solito, un uomo più che presentabile può aspirare al massimo ad una donna obesa e complessata (avrei diverse foto fessbuk da allegare come prova :lol:)
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 19, 2014, 13:08:25 pm
Un giorno, quando questi temi saranno incoprporati in una commedia romantica, le donne torneranno ad essere donne ;)
Considera che le donne sul lavoro non hanno le frustrazioni maschili, ben descritte sopra.

mah, non ci credo.
Conosco però abbastana donne che amano il loro lavoro ma che non è occuparsi dei container ma fare insegnante, medico, assistente medicale, avere un fioreria, fare la traddutrice,
Anche  me piacerebbe lavorare. O vendere Kurtos e casette di questo come in avatar o fare una casa editrice e pubblicare i libri che mi piacciono e in Italia non ci sono sul mercato. Quello lavoro mi piacerebbe. Quello birocratico o contare i soldi quello non che mi annoia. Ma ognuno/a ha una vocazione.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 19, 2014, 13:23:50 pm
Però bisognerebbe anche chiedersi culturalmente cos'è il lavoro per un uomo. E se è "naturale" per un uomo lavorare mentre non lo sarebbe per una donna.
Quando si parla di "donna tradizionale" non si parla di una donna che non lavora, ma di una donna che lavora, come dicevamo prima, in prossimità di casa. Ma questo se guardi ad una cascina di cent'anni fa lo facevano anche gli uomini.
Allora il lavoro è un modo in primis per sopravvivere, nel caso di una coppia o di una comunità di rendersi utile. Il secondo però non esclude il primo. Quando il mio capo dice "tutti dovete saper fare tutto", non dice (anche se spesso ci casca e io lo rimprovero :-D quando pretende velocità e specializzazione da chi non svolge abitualmente quel compito) che tutti sono egualmente bravi a fare tutto. Dice che tutti devono rendersi conto che uno potrebbe mancare in un determinato momento, alle volte non per colpa della cultura ma solo della natura (pensa alla vedovanza per esempio) e quindi deve in qualche modo fronteggiare volente o nolente anche ai compiti che erano dell'altro/a, almeno nell'immediato.
E' tutto qui. Il rendersi utile capita che ci renda felici, alle volte, e così si unisce l'utile al dilettevole.

L'organizzazione lavorativa odierna è diversa, la tizia che si occupa di container non è solo utile alla struttura in cui lavora, ma sarà in qualche modo utile il fatto di non pesare sul welfare altrui, per esempio. In molti casi, non è che una coppia che lavora necessariamente viva in un'atmosfera misandrica in cui la moglie rinfaccia al marito di non lavarsi i calzini o che fa cose più importanti di lui. La maggior parte delle coppie che conosco contribuiscono così all'andamento della casa. Ho una collega per esempio, il cui marito era imprenditore edile e adesso si è dovuto riconvertire per mancanza di lavoro ed ha aperto una gelateria. Menomale che lei lavora, così il reddito familiare si è potuto mantenere più o meno stabile.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 19, 2014, 13:27:54 pm
la testimonianza che il "lavoro" o un'occupazione contribuisce non solo a sopravvivere ma anche a dare un senso alla nostra vita e in ultima analisi a dare felicità alla nostra vita è che spesso, anche gli straricconi che potrebbero vivere di rendita diventano filantropi e si occupano, finanziandola addirittura, o di questa o di quell'altra attività.
Le donne di un tempo dell'alta borghesia si occupavano della Chiesa, della comunità, di opere di beneficenza e via discorrendo.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 19, 2014, 15:38:45 pm
La pubblicità ci fa inseguire le macchine e i vestiti, fare lavori che odiamo per comprare cazzate che non ci servono. (...) Siamo cresciuti con la televisione che ci ha convinto che un giorno saremmo diventati miliardari, miti del cinema, rock stars.

 :clapping:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 20, 2014, 00:36:58 am
Citazione
Però bisognerebbe anche chiedersi culturalmente cos'è il lavoro per un uomo. E se è "naturale" per un uomo lavorare mentre non lo sarebbe per una donna.
Una volta non c'erano distinzioni così nette, anche se la donna aveva uno specifico ruolo familiare, uomini e donne avevano compiti abbastanza simili. Sembra essere questa la tendenza del futuro.
C'è però da dire che le donne non avevano interesse per lavori un tempo maschili e una donna che si occupi prevalentemente della famiglia è per molti uomini più interessante, e si sentono anche più valorizzati e responsabilizzati nel loro ruolo di marito.
Notti bianche a descritto bene cosa rappresenta al momento il lavoro per la maggior parte degli uomini: un ruolo futile (la gestione è centralizzata, al vertice) e irrilevante dal punto di vista produttivo (procedure standard e software).
Citazione
Quando si parla di "donna tradizionale" non si parla di una donna che non lavora, ma di una donna che lavora, come dicevamo prima, in prossimità di casa.
Certamente, ma la donna non dovrebbe essere costretta a lavorare se non vuole e, ove possibile, ci sarebbero attività più interessanti e forse più importanti del lavoro (vale anche per gli uomini ;)).
Citazione
E' tutto qui. Il rendersi utile capita che ci renda felici, alle volte, e così si unisce l'utile al dilettevole.
Concordo, ma forse le donne in casa si sentano poco utili, vedono il ruolo di casalinga solo come quello di addetta a biberon e pannolini (come di fatto è oggi). Invece, un tempo questo ruolo era integrato nella comunità con attività sociali (il villaggio o quartiere come famiglia allargata), culturali (la trasmissione di valori) ecc.
Citazione
L'organizzazione lavorativa odierna è diversa, la tizia che si occupa di container non è solo utile alla struttura in cui lavora, ma sarà in qualche modo utile il fatto di non pesare sul welfare altrui, per esempio.
Il welfare sono anche asili nido, congedi, contributi a colf e baby sitter…
Il lavoro oggi è troppo separato dal ruolo familiare sia come distanza che come compiti, al punto da esserne diventato un sostituto, mentre prima le attività della donna erano più integrate.
Citazione
la testimonianza che il "lavoro" o un'occupazione contribuisce non solo a sopravvivere ma anche a dare un senso alla nostra vita e in ultima analisi a dare felicità alla nostra vita è che spesso, anche gli straricconi che potrebbero vivere di rendita diventano filantropi e si occupano, finanziandola addirittura, o di questa o di quell'altra attività.
Se il lavoro dà più senso al quotidiano senza interferire con i compiti familiari, perché no? Però i magnati non si danno ad attività filantropiche perché manca loro il lavoro, ma lavorano per poi poter fare quel che a loro piace!
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 20, 2014, 12:21:14 pm
Va bene va bene lavoro non lavoro dentro fuori casa
Va bene
Ma se ne discutessimo in base alle diverse esperienze?
Ci sono donne che lavorano in ufficio o dove volete che ci possano raccontare la propria vita e dirci se e quanto sono felici?
Io non ho dubbi: la pretesa di mia moglie di lavorare  competere fare di testa sua etc ha reso + infelice lei di me!
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 20, 2014, 13:18:32 pm
Ma non si parla d'altro :lol:
Rita:
Citazione
la testimonianza che il "lavoro" o un'occupazione contribuisce non solo a sopravvivere ma anche a dare un senso alla nostra vita e in ultima analisi a dare felicità alla nostra vita è che spesso, anche gli straricconi che potrebbero vivere di rendita diventano filantropi e si occupano, finanziandola addirittura, o di questa o di quell'altra attività.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 20, 2014, 15:53:02 pm
Ma non si parla d'altro :lol:
Rita:

Già ... O tempora o Moses di menti deboli ...
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 20, 2014, 21:01:32 pm
Non nascondiamoci dietro a un dito,la donna sta nella società moderna come un pesce nell'acqua.
E' sufficiente vedere come vanno in brodo di giuggiole appena entrano in un centro commerciale,dimenticano di colpo le pene dell'esistenza umana e ''dell'essere donna in una società maschilista'' :D
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 20, 2014, 21:42:41 pm
Sarebbe interessante sentire il parere di Rita e Artemisia: perché per una donna il lavoro è così importante?

In realtà non penso che lo sia. Diciamo che, nel mio caso, è servito a risolvere situazioni in cui c'era bisogno di più denaro.
Ma non è che sia il lavoro a determinare il mio valore: io sono esattamente la stessa persona che sarei senza.

Potrei non lavorare? Ni. Da un punto di vista economico mi/ci fa sentire più sicuri avere quei (pochi) soldi in più a fine mese in caso di spese impreviste. Il mio lavoro d'altra parte è complementare e quindi non è che mi coinvolga in maniera così esclusiva da togliere tempo alla mia famiglia.
Ma ammetto che ha una componente idealista: la trasmissione del patrimonio culturale e l'abbattimento del pregiudizio.


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 20, 2014, 22:45:21 pm

Il lavoro oggi è troppo separato dal ruolo familiare sia come distanza che come compiti, al punto da esserne diventato un sostituto, mentre prima le attività della donna erano più integrate.Se il lavoro dà più senso al quotidiano senza interferire con i compiti familiari, perché no? Però i magnati non si danno ad attività filantropiche perché manca loro il lavoro, ma lavorano per poi poter fare quel che a loro piace!

eh però ho specificato che OLTRE ad essere un mezzo per sopravvivere (che è sempre il suo scopo primario) è ANCHE un modo per....

Oppure forse in realtà si potrebbe rovesciare la cosa. Dobbiamo fare cose per sopravvivere e cerchiamo di farcele piacere e trovare il lato positivo.

Un lavoro è una sfilza di compiti, sostanzialmente è umano che si cerchi di evitare l'attività pesante o stressante (che non è la stessa per ciascuno).

Ma non esiste nessuna attività che comprenda SOLO azioni che ci piacciono, in genere per arrivare ad un risultato c'è una serie di cose da fare, alcune ci piacciono, altre meno.  Nemmeno se si parla di attività fatte per hobby. Persino uno sport, persino un passatempo, o un impegno non remunerativo (per esempio anche gestire un forum...).

Tornando all'esempio del filantropo: Se io ho un mucchio di soldi e mi piace boh.. l'archeologia tanto per fare un esempio, posso dedicarmi a quello, finanziare scavi e spedizioni ed occuparmene anche in prima persona, studiare etc. ma magari mi può non piacere amministrare e gestire i fondi, occuparmi dell'amministrazione MA .. se voglio arrivare a fare quel che piace devo sobbarcarmi anche altre attività (come capita in qualsiasi altra occupazione.

E in ultima analisi, siamo sicuri che ci piace in sé la cosa e in realtà non ci piace essere ammirati o avere riconoscimenti per quel che facciamo? Io propendo per il fatto che la seconda sia alla radice di tutto.

Tornando ai "compiti familiari" non si capisce bene quali siano alla fin fine.

Se alla casalinga togli la gestione della casa resta la gestione del figlio. Appunto.. cambiare pannolini usa e getta e giocare col bambino che diventa sempre più figlio unico (il processo che si è iniziato guarda caso negli anni cinquanta/sessanta). Quel che era una mia vecchia idea, di cui già scrissi tanto tempo fa è che l' "Insenso" di cui parla Rino nel suo libro e che coglierebbe gli uomini dopo che gli viene gridato da ogni dove "siete inutili" abbia inconsciamente colpito prima le donne quando il loro compito veniva lentamente esautorato dal mondo, o perlomeno questo veniva dichiarato  (contenimento demografico, cure tecnologizzate etc.). In un certo senso ci si deve reinventare (un po' come gli artigiani nel momento in cui il loro lavoro veniva sostituito dalle macchine).

Il discorso è un po' più complesso IMHO della sola volontà di competere con l'uomo. Quello è un sentimento che non sarebbe potuto nascere senza un'altra spinta precedente, spinta che potrebbe essere una paura.


P.s.: io Vicus per welfare non intendevo gli asili nido etc. ma il fatto di non pesare sul marito o sul compagno.

Poi certo.. i lavori d'ufficio sono noiosi e molto burocraticizzati, ma anche gran parte del lavoro che fanno gli uomini oggi nella nostra società è noiosa burocrazia.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 20, 2014, 22:49:26 pm
quando chiedevo: se cambia l'ambiente, cambiano anche i valori.. intendevo dire proprio questo.

Che poi "valore" è appunto una parola che c'entra pure col lavoro, con l'utilità, con la necessità di famiglia e di riproduzione, con la dipendenza da un altro o da un'altra.
Do valore a quel che mi è utile (che può anche non essere una cosa materiale). Se penso di non essere utile o di non esserlo più perdo valore...e vabeh, lo so che non mi sono capita, con voi pensatori del "pensiero forte"  :lol:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 21, 2014, 02:04:48 am
Citazione
Non nascondiamoci dietro a un dito, la donna sta nella società moderna come un pesce nell'acqua.
Sì e no, la donna per ragioni anche biologiche risente di più dell'artificialità della vita moderna, anche se inconsciamente. Una risposta potrebbe venire da una commedia molto apprezzata dalle donne:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11562.msg129093#msg129093
La donna dimentica se stessa nella civiltà dell'apparenza fino a quando il suo corpo non è più spendibile, perché non corrisponde più ai diktat dell’immagine di consumo. È la pubblicità a fornire un’identità alla donna oggi, il cui unico scopo, esattamente come un cartellone pubblicitario, è la vanità, il farsi notare, escludendo le relazioni umane.
Citazione
Dobbiamo fare cose per sopravvivere e cerchiamo di farcele piacere e trovare il lato positivo
Al momento però la maggior parte delle donne contemporanee non rinuncerebbe al lavoro neanche se potesse. :hmm:
Citazione
E in ultima analisi, siamo sicuri che ci piace in sé la cosa e in realtà non ci piace essere ammirati o avere riconoscimenti per quel che facciamo?
A partire dagli anni ‘60 c'è stato un vero e proprio stima sociale nei riguardi del ruolo tradizionale della donna, persino l'avere dei figli. Invece al lavoro è vezzeggiata, ammirata (ma è un atteggiamento professionale, di facciata), fregiata di titoli ed onori, pur svolgendo spesso mansioni equivalenti a quelle di un impiegato di concetto. Adesso le impiegate di banca sono definite dall'azienda "general manager". Non stupisce quindi che una casalinga si senta senza un’identità, che trova soltanto sul luogo di lavoro:
Citazione
dopo che gli viene gridato da ogni dove "siete inutili" abbia inconsciamente colpito prima le donne quando il loro compito veniva lentamente esautorato dal mondo, o perlomeno questo veniva dichiarato
Se penso di non essere utile o di non esserlo più perdo valore
Il discorso è un po' più complesso IMHO della sola volontà di competere con l'uomo. Quello è un sentimento che non sarebbe potuto nascere senza un'altra spinta precedente, spinta che potrebbe essere una paura.
Appunto. La nostra epoca ha associato il ruolo familiare al vuoto, perché l'unico senso che conosce è la produzione. E a parte la sua funzione di sostentamento, il lavoro è una distrazione dal vuoto esistenziale e dalla noia tipiche della società dei consumi.
Citazione
io Vicus per welfare non intendevo gli asili nido etc. ma il fatto di non pesare sul marito o sul compagno.
Parecchi uomini non sentirebbero come un peso una donna che si occupa amorevolmente della casa della famiglia.
Citazione
Se alla casalinga togli la gestione della casa resta la gestione del figlio. Appunto.. cambiare pannolini usa e getta e giocare col bambino che diventa sempre più figlio unico (il processo che si è iniziato guarda caso negli anni cinquanta/sessanta).
A quanto ne so i figli prendono parecchio tempo, anche in famiglie poco numerose: compiti, accompagnarli a scuola o in palestra, colloqui con i professori, pediatri…
Citazione
Poi certo.. i lavori d'ufficio sono noiosi e molto burocraticizzati, ma anche gran parte del lavoro che fanno gli uomini oggi nella nostra società è noiosa burocrazia.
E infatti un numero probabilmente maggioritario di uomini li vede come un noioso dovere.
Citazione
se cambia l'ambiente, cambiano anche i valori
Sì, ma è nelle nostre mani cambiare l'ambiente su scala più umana. ;)
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 21, 2014, 03:54:18 am
In realt� non penso che lo sia. Diciamo che, nel mio caso, � servito a risolvere situazioni in cui c'era bisogno di pi� denaro.
Ma non � che sia il lavoro a determinare il mio valore: io sono esattamente la stessa persona che sarei senza.

Potrei non lavorare? Ni. Da un punto di vista economico mi/ci fa sentire pi� sicuri avere quei (pochi) soldi in pi� a fine mese in caso di spese impreviste. Il mio lavoro d'altra parte � complementare e quindi non � che mi coinvolga in maniera cos� esclusiva da togliere tempo alla mia famiglia.
Ma ammetto che ha una componente idealista: la trasmissione del patrimonio culturale e l'abbattimento del pregiudizio.
Secondo me se avevi un marito milionario te ne fottevi assai dell'idealismo.
Avresti passato le tue giornate da riccona tra massaggiatori,solarium,centri estetici,e cazzi vari di puro svago e relax;tra cui tanto shopping.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 21, 2014, 11:56:53 am
.A quanto ne so i figli prendono parecchio tempo, anche in famiglie poco numerose: compiti, accompagnarli a scuola o in palestra, colloqui con i professori, pediatri…E infatti un numero probabilmente maggioritario di uomini li vede come un noioso dovere.Sì, ma è nelle nostre mani cambiare l'ambiente su scala più umana. ;)

questo però aprirebbe un capitolo collegato. Prendono parecchio tempo perché li si infantilizza di più. Accompagnarli ovunque anche quando potrebbero andare da soli... (ricordo tempo fa che raccontavo di una collega di come accompagnasse il figlio ormai quattordicenne al pullman per la gita scolastica e prendesse permessi dal lavoro per questo)
Per giunta molte sono attività che un tempo faceva anche il padre.

Parlare con i professori, per esempio, capire come il figlio cresce. Altrimenti siamo di nuovo lì.. mentre un tempo la gestione del figlio era più equilibrata tra madre (primi anni di vita) e padre (che si occupava del figlio per accompagnarlo con consigli ed educazione) la stessa educazione da "donna tradizionale" in questa società moderna diventa una preponderanza della mamma nella crescita del figlio.

E' questo che è iniziato negli anni '60, papà che tornava a casa alla sera dopo non aver visto il figlio tutto il giorno, e mamma che seguiva il figlio in tutto.

Ma vedo che non riesco a spiegarmi.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 21, 2014, 11:59:27 am
suppongo che la questione del lavoro vada vista in modo più ampio, giustamente in un'altra discussione Vicus si domanda se la donna emancipata è felice (discussione un po criptica perchè si dovrebbe andare a vedersi la commedia parte 1 e 2)

ovvio che nella vita ci sono necessità, ovvio che l'idea di fare quel che piace è illusione, ma mi sembra un po' riduttivo dire che le donne che lavorano lo fanno per necessità: non c'è alcun dubbio che gli uomini lavorano per necessità, ma il lavoro femminile fa parte appunto di quel progetto di emancipazione che comprende scuola, minigona/pantaloni, autodeterminazione etc etc che va nel senso opposto al cristianesimo tradizionale.

Qui purtroppo si pare un altro baratro, perchè il riferimento alla tradizione non è dovuto ad una nostalgia per il passato, ma alla mancanza di coerenza interna del cristianesimo contemporaneo. Se dicessimo che l'emancipazione femminista è in contrasto con il cristianesimo tout court non diremmo nulla perchè purtroppo nel cristianesimo contemporaneo c'è tutto e il contrario di tutto.

Per amore di chiarezza prendiamo come modello perciò il cristianesimo tradizionale, dove però l'accento non deve essere sulla tradizione ma sul cristianesimo. Poi è ovvio che il vero cristianesimo potrebbe anche non essere quello tradizionale (è una ipotesi lecita) ma sicuramente non può essere quello contemporaneo perchè il cristianesimo contemporaneo non è: non è uno, non è coerente, non è razionale, comprensibile, proponibile, etc etc

Quindi la domanda se una donna che lavora, prende la pillola, si veste come preferisce, fa quello che vuole, tratta l'uomo/gli uomini come zerbini, QUESTA DONNA, LA DONNA FEMMINISTA È FELICE?

Credo che sia una domanda non solo lecita, ma l'unica domanda seria. Machemenefrega a me di tutto il mondo, dell'universo, del presente, il futuro, la politica, il potere, la cultura, se NON SONO FELICE?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 21, 2014, 13:36:10 pm
Nel cristianesimo nessuno è felice o realizato se ha dei talenti che li nasconde invece di fargli crescere.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 21, 2014, 13:41:10 pm
il femminismo fa credere alle donne di avere talenti che non hanno: perciò cercando di far fruttare quei talenti sono infelici
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 21, 2014, 13:47:54 pm
forse, m io dell'esempio dei talenti ho sentito in chiesa,
che dovevamo pregare per capire per cosa siamo chiamati  fare nella nostra vita.
Cosa sai fare, come ti puoi metterti nel servizio dei altri?
Non era una risposta ovvia.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 21, 2014, 13:52:28 pm
appunto: conosci te stesso dice il tempio di Delfi
ergo se mi guardo allo specchio e vedo un bel paio di tette, capisco che non sono chiamato a fare l'uomo ... :drinks:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Animus - Settembre 21, 2014, 13:55:36 pm
Nel cristianesimo nessuno è felice 

il femminismo fa credere alle donne di avere talenti che non hanno: perciò .. sono infelici

State dicendo la stessa cosa, e non ve ne accorgete... :doh:

Il secondo non è ch un mezzo per perpetuare l'infelicità, l'illusione passando per la delusione che finalmente diventa infelicità.
Ossia, quello che dice Lucia, che per il cristianesimo, la felicità non può, e in fondo...non deve,  appartenere alla dimensione terrena.

"Non insegnata ai bambini la vostra morale, è così stanca e malata, potrebbe far male.
Non insegnate ai bambini, non divulgate illusioni sociali.
Non gli riempite il futuro di vecchi ideali.
Non esaltate il talento ... che è sempre piu' spento."

G.G.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 21, 2014, 20:40:39 pm
Sì e no, la donna per ragioni anche biologiche risente di più dell'artificialità della vita moderna, anche se inconsciamente. Una risposta potrebbe venire da una commedia molto apprezzata dalle donne:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11562.msg129093#msg129093
La donna dimentica se stessa nella civiltà dell'apparenza fino a quando il suo corpo non è più spendibile, perché non corrisponde più ai diktat dell’immagine di consumo. È la pubblicità a fornire un’identità alla donna oggi, il cui unico scopo, esattamente come un cartellone pubblicitario, è la vanità, il farsi notare, escludendo le relazioni umane.

Chi fa e chi paga quelle pubblicità?
Chi guadagna soldi grazie a queste pubblicità?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 22, 2014, 02:23:13 am
Citazione
Per amore di chiarezza prendiamo come modello perciò il cristianesimo tradizionale, dove però l'accento non deve essere sulla tradizione ma sul cristianesimo.
OT: Siamo appena agli inizi, deve ancora passarne di acqua sotto i ponti per una ricostruzione del cristianesimo, quello di S. Benedetto  e S. Francesco per intenderci.
Quello della donna tradizionale è un modello che trascende le barriere culturali, vi rientrano anche le indiane e le masai. Ogni civiltà stabile ha un modello di famiglia “tradizionale”, che quando viene messo in discussione la civiltà declina (ellenismo, America degli anni ’20, ecc.)
Citazione
QUESTA DONNA, LA DONNA FEMMINISTA È FELICE?
C’è anche un’altra domanda: perché la donna non apprezza più il ruolo che l’ha resa felice per secoli?
Citazione
E' questo che è iniziato negli anni '60, papà che tornava a casa alla sera dopo non aver visto il figlio tutto il giorno, e mamma che seguiva il figlio in tutto.
Quello del padre che torna a casa la sera non è un ideale, perché oggi l'abbiamo esteso alla madre? A quel che so, il ruolo della "casalinga" è solo scaldare biberon e caricare la lavapiatti. Ci sono genitori che non riescono a gestire, se lavorano entrambi, nemmeno il figlio unico. Se poi i figli sono più di due o tre, è davvero impossibile lavorare in due, a meno di non potersi permettere una balia a tempo pieno. Tralascio la questione se una famiglia numerosa sia un intralcio o una fonte di felicità se la si sa apprezzare e gestire.
Comunque l'eventuale tempo libero è una risorsa, da dedicare a cose più interessanti -e forse più importanti- del lavoro.
Citazione
Chi fa e chi paga quelle pubblicità?
Chi guadagna soldi grazie a queste pubblicità?
Già ma chi è più sciocco, chi le fa o chi le segue?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 09:23:32 am
perché la donna non apprezza più il ruolo che l’ha resa felice per secoli?

Forse tu vedi in maniera troppo educolorata la donna tradizionale nella storia. Alcune erano felici, altre non. L'accidia, depressione, mancanza di voglia è sempre esistita , ne non non sarebbe diventato un peccato capitale.
Peraltro in un articolo di giornale del fine ottocento ho trovato che le donne devono lavorare perché gli uomini non vogliono sposarsi- fine ottocento.
Se gli uomini avessero preferito la donna tradizionale la prostituzione non sarebbe nemmeno esistita.

Io posso credere che l'emmanciapazione è un discorso di potere e della felicità delle donne non gliene frega niente, si usava il termine emancipata, moderna più in scopo pubblicitari 
E Dio ci salvi di quelli che vogliono liberarci ad ogni costo.

Citazione
Comunque l'eventuale tempo libero è una risorsa, da dedicare a cose più interessanti -e forse più importanti- del lavoro.

uffa, bisogna trasformare il hobby in lavoro, è proprio impossibile?
E ridurre eventualemtne le pretese, ma ci sono tanti uomini woralcolici, che stanno lontano dalla famiglia anhce se potessero non farlo.


Citazione
Già ma chi è più sciocco, chi le fa o chi le segue?

Quindi Vicus, c'è un ingranaggio mondiale di marketing e altre manipolazioni costruite sulla conoscenza dei nostri desideri e sulle nostre debolezze. E una cosa bene pensata perché ci renda dipendenti sempre di qualcosa.
Non è che una 15 enne che vuole anhce piacere ai suoi coetanei può essere cosi brava di uscire furoi da questo meccanismo.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: ilmarmocchio - Settembre 22, 2014, 10:42:34 am
Citazione
Citazione da: Lucia - Ieri alle 14:36:10

    Nel cristianesimo nessuno è felice 


Citazione
Citazione da: COSMOS1 - Ieri alle 14:41:10

    il femminismo fa credere alle donne di avere talenti che non hanno: perciò .. sono infelici

quindi ...            cristianesimo = donna infelice
         
                           femminismo = donna infelice

da cui

                           femminismo = cristianesimo  :w00t: :w00t: :w00t:


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 10:59:44 am
Ciò che invece è bello da far emozionare di quanto vi preoccupate voi uomini che le donne siano felici.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 22, 2014, 11:24:14 am
Ciò che invece è bello da far emozionare di quanto vi preoccupate voi uomini che le donne siano felici.

eh... infatti è quello che dicevo più su. Altro che "sganciamento emotivo"  :lol:

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 22, 2014, 11:43:48 am
Citazione
Forse tu vedi in maniera troppo educolorata la donna tradizionale nella storia.
Mi riferisco a donne ‘tradizionali’, anche della mia generazione, che conosco personalmente. E posso assicurare che sono molto più felici della donna media.
C’è anche da dire che queste donne non “se la tirano” come le altre, sono più “cedevoli”, più femminili, in una parola più seducenti. Allo stesso tempo però sono più mature, con più dignità e carattere della maggioranza delle altre.
Si sente dire che i tempi sono cambiati, ma ci sono alcuni fattori antropologici e organici da cui non si può prescindere. Oggi sono le invenzioni da noi stessi create a dirci come dobbiamo vivere, ma non siamo macchine o computer.
Citazione
uffa, bisogna trasformare il hobby in lavoro, è proprio impossibile?
Il problema non è il lavoro in sé, ma il fatto che la donna stia lontano dalla casa e dai figli la maggior parte della giornata.
Tralascio qui il discorso sul perché una donna debba considerare una privazione la semilibertà dal lavoro, quando un uomo se potesse, in molti casi impiegherebbe il tempo diversamente.
C’è anche da dire che parecchi lavori mascolinizzano la donna, quanti uomini hanno una predilezione per le militari o le ingegnere per esempio?
Citazione
Quindi Vicus, c'è un ingranaggio mondiale di marketing e altre manipolazioni costruite sulla conoscenza dei nostri desideri e sulle nostre debolezze. E una cosa bene pensata perché ci renda dipendenti sempre di qualcosa.
:ok:
Citazione
Non è che una 15 enne che vuole anhce piacere ai suoi coetanei può essere cosi brava di uscire furoi da questo meccanismo.
Dipende anche dai genitori che non impartiscono un’educazione adeguata. Però anche le donne (parlando del famoso intuito femminile) potrebbero rendersi conto che gli uomini non rispettano né considerano affidabile la vanitosa, e in ultima analisi asessuata donna da copertina.
Citazione
Ciò che invece è bello da far emozionare di quanto vi preoccupate voi uomini che le donne siano felici.
Agli uomini piace rendere felici le donne, ma quando queste tendono al narcisismo relegandoli al ruolo di cicisbeo, diventa un problema.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 12:19:59 pm
Citazione
perché la donna non apprezza più il ruolo che l’ha resa felice per secoli?

Questo è una mezza verità,e dunque una bugia:le donne non potranno essere mai felici perchè per loro nulla gli basterà,neanche la Luna.
E' l'animo femminile,incontentabile per natura.

Però tra prima e adesso non c'è confronto:

Centri commerciali,centri estetici,boutique,un immensità di minchiate acquistabili,tutta roba che ripeto sembra essere progettata apposta per la psiche femminile...

Non raccontiamoci palle,è il loro momento d'oro,così bene,non lo sono mai state.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 12:32:08 pm
Questo è una mezza verità,e dunque una bugia:le donne non potranno essere mai felici perchè per loro nulla gli basterà,neanche la Luna.
E' l'animo femminile,incontentabile per natura.

Però tra prima e adesso non c'è confronto:

Centri commerciali,centri estetici,boutique,un immensità di minchiate acquistabili,tutta roba che ripeto sembra essere progettata apposta per la psiche femminile...

Non raccontiamoci palle,è il loro momento d'oro,così bene,non lo sono mai state.

E' una felicità effimera, come una sbronza  di vino scandente da cui ti viene il mal di testa. Hai mai osservato le donne in un centro commerciale? Ce n'è forse una, e dico una, che sorrida contenta?
Così come, donne, non mi venite a dire che andare dall'estetista e sottoporsi a quella tortura che è la depilazione può far sentire meglio eh.. O camminare sui trampoli di 10 cm talmente scomodi che dopo ci vuole il chiropatico.

E ancora: quasi tutte quelle che vedo in giro sono esaurite dietro ai figli e al lavoro. Su questo Vicus ha ragione che non si è più in grado di gestire nemmeno 1 bambino.

Srnza scomodare la felicità anche solo dire tranquillità è troppo.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 12:33:07 pm
Vicus,io mi ricordo di un documentario sul Vietnam in cui 2 contadini vietnamiti,marito e moglie che vivevano nella campagna tradizionale dicevano:

Noi non siamo felici,ma sereni,questo sì.

Ora io mi domando che senso ha parlare di ruolo tradizionale della donna in mezzo a capannoni industriali,tangenziali centri commerciali?

Da una parte loro sono contente così,dall'altra nella società moderna cosa vuol dire ''ruolo tradizionale della donna''?

C'è un pò di differenza tra la casalinga di adesso,che è una mantenuta annoiata,e quella di una volta che faceva un miliardo di cose interessanti:

La conserva dei pomodori,le marmellate e un'infinità di piccoli lavori agricoli che io nemmeno conosco essendo vissuto nel ventunesimo secolo...

Cioè io non mi stupisco che le donne vogliano anche lavorare,a casa che minchia fanno,dal momento che il supermercato propone i prodotti tutti fatti e finiti?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 12:37:47 pm
Citazione
E' una felicità effimera, come una sbronza  di vino scandente da cui ti viene il mal di testa. Hai mai osservato le donne in un centro commerciale? Ce n'è forse una, e dico una, che sorrida contenta?

Hai presente quel negozio cretino che si chiama Tiger?
Io non ci ho mai trovato nulla di utile.

Eppure portaci una donna ed entrerà in brodo di giuggiole...
Le donne vengono attratte da tiger come i moscerini dalla luce...

Non pensano ad altro,sono perfettamente intente a rimirare le idiozie che trovano lì,sono distratte da qualsivoglia altro pensiero.

Non è la felicità,è uno psicofarmaco,ok,ma funziona molto bene...

Esiste un corrispettivo maschile,nella nostra società?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 12:49:12 pm
Hai presente quel negozio cretino che si chiama Tiger?
Io non ci ho mai trovato nulla di utile.

Eppure portaci una donna ed entrerà in brodo di giuggiole...
Le donne vengono attratte da tiger come i moscerini dalla luce...

Non pensano ad altro,sono perfettamente intente a rimirare le idiozie che trovano lì,sono distratte da qualsivoglia altro pensiero.

Non è la felicità,è uno psicofarmaco,ok,ma funziona molto bene...

Esiste un corrispettivo maschile,nella nostra società?

Leroy Merlin  :D

Perché scusa, voi uomini state ore ad esaminare bulloni, viti, cavi, cavetti, cacciaviti a stella, ecc.. Roba da uscire fuori di testa con tutte quelle vaschette piene di roba.

Tiger non lo cos'è, però ho visto all'Ikea - che pure ha un sacco di cavolate.., però si tratta di cose per la casa, quindi vedi che sotto-sotto il nido è ancora per la maggioranza delle donne la cosa da curare di più.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: ilmarmocchio - Settembre 22, 2014, 12:49:32 pm
Citazione
Lucia : Ciò che invece è bello da far emozionare di quanto vi preoccupate voi uomini che le donne siano felici.

se io sono felice, la mia donna sarà felice
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 12:51:22 pm
Cmq ti do ragione sul lavoro a casa.. Cioè fare la casalinga non significa stare a casa ma gestire l'economia domestica, che è un lavoro a tutti gli effetti.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 13:14:09 pm
Vicus,io mi ricordo di un documentario sul Vietnam in cui 2 contadini vietnamiti,marito e moglie che vivevano nella campagna tradizionale dicevano:

Noi non siamo felici,ma sereni,questo sì.

Belli!
Da noi hanno distrutto la campagna, hanno sposatato con forza la gente nei palazzi di cemento armato. Tutto colpa delle donne, eh?

Citazione
C'è un pò di differenza tra la casalinga di adesso,che è una mantenuta annoiata,e quella di una volta che faceva un miliardo di cose interessanti:

La conserva dei pomodori,le marmellate e un'infinità di piccoli lavori agricoli che io nemmeno conosco essendo vissuto nel ventunesimo secolo...

Cioè io non mi stupisco che le donne vogliano anche lavorare,a casa che minchia fanno,dal momento che il supermercato propone i prodotti tutti fatti e finiti?

infatti toglie il senso di qualsiasi creatività tradizionale femminile, e forse proprio questo è il suo scopo.

Hai presente quel negozio cretino che si chiama Tiger?
Io non ci ho mai trovato nulla di utile.

Eppure portaci una donna ed entrerà in brodo di giuggiole...

non l'ho conosco neanch'io, mi pare che lo conosci solo tu  :D

Citazione
Non è la felicità,è uno psicofarmaco,ok,ma funziona molto bene...

Esiste un corrispettivo maschile,nella nostra società?

anche gli uomini cresciuti nel consumismo hanno perso la loro creatività naturale, preferiscono comprare che realizzare qualcosa da soli da ciò che si trova in giro.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 13:17:09 pm
Citazione
Leroy Merlin  :D

Il bricolage piace agli uomini.
Piccolo particolare il bricolage esisteva anche 500 anni fa.

Leroy Merlin non piace in sè agli uomini gli piacciono le attività creative.

Se io prendo 50 uomini e li porto a Le Roy Merlin ce ne saranno una maggioranza che si annoiano perchè non hanno un progetto di bricolage da costruire e una minoranza che si fermeranno a guardare  quello che gli serve.
Gli uomini non traggono piacere dall'atto in sè di comprare un cacciavite,ma dalla costruzione che possono fare con questo strumento.

Cioè gli uomini non sono attratti dal ''comprare in sè'' ma dalla possibilità di costruire qualcosa,è questa che gli piace.

Ma la possibilità di costruire qualcosa esisteva anche 500 anni fa.

Per contro 500 anni fa,la cosa più simile al centro commerciale erano le fiere,ma quanto a offerta non c'è proprio confronto.

Lo stesso termine ''shopping'' non si può tradurre con comprare perchè sono 2 cose diverse,comprare è ''finalistico'',fare shopping per contro è fine a sè stesso.

E' qualcosa di diverso che non c'è mai stato prima...

E alle donne piace.
Non si può dire che siano felici,ma questo sistema sembra costruito attorno a loro.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 13:19:25 pm
Citazione
infatti toglie il senso di qualsiasi creatività tradizionale femminile, e forse proprio questo è il suo scopo.
:hmm:

Ma de che parli?
Ma chi ti capisce?
Tu deliri,io non ho nessuno scopo,questo è un pour parler...
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 22, 2014, 13:21:49 pm
Effettivamente questa è una società-gineceo. Però i centri commerciali non sono una fonte di felicità ma, per dirla con Eliot, una "distrazione dalla distrazione".
Citazione
non si è più in grado di gestire nemmeno 1 bambino.
Fare la casalinga non significa stare a casa ma gestire l'economia domestica, che è un lavoro a tutti gli effetti.
Infatti non parlo di teorie né di nonne, ma di donne 'tradizionali' del 2014, ben più appagate della fauna vagamente isterica da grande magazzino.

Probabilmente la noia domestica è in buona parte una questione di atteggiamento e di interessi.
Del resto, nella nostra civiltà commerciale il ruolo femminile è stato marginalizzato, perché tagliato fuori dal mondo degli affari. Dalle nove alle diciassette la casalinga è spesso separata da suo marito e dalle amiche.
Ma la ricetta per la noia domestica è di allontanare anche le donne da casa o di riavvicinare gli uomini al focolare?
E' proprio perché ci sono le tangenziali che occorre riscoprire la scala umana. Altrimenti saranno le tangenziali a dirci come vivere.

Non è un ritorno al passato, ma un'innovazione radicale. Non è neppure difficile o costoso da realizzare se c'è la volontà, basta partire dall'effetto che si vuole ottenere: come orchestrare le tecnologie per riportare l'essere umano al centro? Come organizzare il lavoro e i servizi in modo che non obblighino ad assurdi spostamenti e siano integrati con la vita familiare? Come rivedere leggi sulla famiglia sbilanciate e che avallano il capriccio?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 13:29:16 pm
I prodotti finiti e pronti al supermercato sono più che altro un sintomo della velocità stratosferica a cui andiamo.

Avrebbero l'ardito compito di facilitare la vita, in realtà sono molto più stressanti.

Fare la spesa fresca sotto casa è molto meno complicato che passare ore all'ipercoop lambiccandosi il cervello tra 7000 tipi di pasta.

E il bello è che noi abbiamo la scelta, quindi si tratterebbe semplicemente di rallentare lo stile di vita. Senza che la donna venga relegata davanti al camino a fare la calzetta, basterebbe che si prendesse più tempo per deicarsi alla sua vita e alla sua famiglia, senza l'incubo di dover trascorrere i sabati in giro a cercare i saldi.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 13:35:34 pm
:hmm:

Ma de che parli?
Ma chi ti capisce?
Tu deliri,io non ho nessuno scopo,questo è un pour parler...

mica parlavo di te  :doh: Parlavo del sistema consumistico (il suo scopo, non il tuo Salar de Uyuni  :ohmy:) dove tutto è più facile comprare che crearlo da soli, è questo che toglie la creatività alle donne e agli uomini.
Alle donne perché non ha più senso farsi vestiti belli da sole o per la famiglia, tanto anche gli uomini aprezzano di più i vestiti del negozio, non ha senso fare pane o marmelata tanto ciò che è nel negozio potrebbe piacere di più, potrebbe essere più siccuro (secondo le norme igieniche) e costa poco. Cosi si dimenticano tutti i lavori tradizionali femminili.

Per fare bricolage non sempre c'è bisogno di andare a brico, anche l'ideea che bisogna andare per forza a brico per creare qualcosa è sempre consumismo.  :dry:

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 22, 2014, 13:52:36 pm
Gli uomini non traggono piacere dall'atto in sè di comprare un cacciavite,ma dalla costruzione che possono fare con questo strumento.

Cioè gli uomini non sono attratti dal ''comprare in sè'' ma dalla possibilità di costruire qualcosa,è questa che gli piace.


questo è vero.
Però in ultima analisi sfrondando tutto lo sfrondabile, salta sempre fuori che il lato maschile è innovazione e il lato femminile è conservazione.

Però le donne che comprano poi non buttano mai via niente. E' abbastanza famosa l'immagine della donna che apre l'armadio stracolmo di vestiti e dice "non ho niente da mettermi". In realtà non ha niente che "gli serve" in quel momento o per quell'occasione.

In realtà a me questa cosa mi suggerisce anche analogie con l'istinto ad accumulare (per carità non voglio dire che all'origine del capitalismo c'è l'istinto femminile  :lol: qui lo dico e qui lo nego).

Accumulare, conservare,.. boh.

Questa è una caratteristica più femminile che maschile. Mia madre pur appartenendo alla categoria delle "donne tradizionali" come le si intende qui, mi ha lasciato carrettate di bottoni, pezzi di stringa, pezzi di legno improbabili col principio che "se viene un'altra guerra non si sa mai,  tutto può servire a qualcosa".

Oh pure mio padre aveva fatto la guerra, anzi ci è caduto dentro più di lei per età e per genere, eppure non ha mai avuto quest'istinto di accumulo.

Lo so che sembra paradossalmente un controsenso, perché per comprare si danno via soldi. Ma vedo troppe donne che dicono "non mi serve ma è un'occasione". E' l'idea del frigo pieno, dell'armadio pieno, della riserva per l'inverno, del "tanto non va a male e c'è il tre per due".

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 14:07:38 pm
questo è vero.
Però in ultima analisi sfrondando tutto lo sfrondabile, salta sempre fuori che il lato maschile è innovazione e il lato femminile è conservazione.

mah

Citazione
Mia madre pur appartenendo alla categoria delle "donne tradizionali" come le si intende qui, mi ha lasciato carrettate di bottoni, pezzi di stringa, pezzi di legno improbabili col principio che "se viene un'altra guerra non si sa mai,  tutto può servire a qualcosa".

Oggi 5 bottoni costano di più che una giacca nuova. Quindi: 1. tua mamma ha fatto bene, 2. Se non sei sprecona compri invece di cambiare i bottoni della vecchia giacca.
E anche questo è consumismo che vale più la pena comprare che ramendare qualcosa.

Citazione
. E' l'idea del frigo pieno, dell'armadio pieno, della riserva per l'inverno, del "tanto non va a male e c'è il tre per due".

non so Rita, però da noi è più il mio marito che pensa cosi, lui quando fa la spessa compra più cose di quanto stanno in casa.
E di me si vergognava se compravo troppo poco, o se chiedevo diciamo la valiggia che costa di meno.
Perché per me era normale che bisogna risparmiare, per lui era quasi una vergogna.
Non dipende dal sesso ma dall'ambiente dove sei cresciuto.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Rita - Settembre 22, 2014, 14:30:28 pm
Oggi 5 bottoni costano di più che una giacca nuova.

il principio non decade però.
Oggi le giacche costano poco. Domani non so cosa accadrà.
Addirittura il denaro potrebbe non esserci più per esempio. E quindi è più avanti chi ha roba che non denaro in banca per esempio. (è proprio questo il principio del "potrebbe esserci un'altra guerra", allora contava di più avere materiale o cose che non denaro)
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 14:44:01 pm
Rita la sindrome (più o meno) marcata dell'accumulo è tipica delle donne perché è solo negli ultimi 40 anni che nei negozi trovi tutto ciò che vuoi.

Io sono nata in un paesino minuscolo sopra le 5 terre, per andare a comprare dovevi

1- scendere una scalinata di 1200 gradini
2- prendere un treno lentissimo che in circa 50 minuti ti avrebbe portato in città

Oppure: provare a chiedere se qualcuno, andando in città, ti portava con sé.

Con queste premesse capisci bene che accumulare era vitale. Quindi si scendeva 1 volta al mese (se andava bene) e si comprava tutto ciò che serviva (vestiti, scarpe, libri, roba per la casa che non potevi procurarti da solo, ecc...)
Mia nonna, puntuale come un orologio svizzero, organizzava queste spedizioni seppur mio nonno mugugnava fino a che non eravamo tornati, si rassegnava.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 15:11:24 pm
Citazione
Infatti non parlo di teorie né di nonne, ma di donne 'tradizionali' del 2014, ben più appagate della fauna vagamente isterica da grande magazzino.

In Italia non ne esistono più,a meno che le vai a cercare in qualche area rurale tipo l'aspromonte,e non so che età abbiano.
Ti faccio presente che la donna tradizionale non è tale in virtù di limiti imposti culturalmente tipo la religione,ma dal contesto che le sta attorno.

Una donna che fa la casalinga,ma va a comprare al supermercato,non è più ''donna tradizionale'',ed è naturale soprattutto se si trova in un contesto urbano che sia piuttosto frustrata di questa condizione che la taglia fuori dal mondo sociale e produttivo.

Dunque anzichè fare le conserve,si troverà di fronte al televisore a guardare desperate housewife,o sex and the city,dove la sua frustrazione viene sfruttata dai produttori televisivi,anche con trasmissioni misandriche.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 15:18:43 pm
Citazione
Rita la sindrome (più o meno) marcata dell'accumulo è tipica delle donne perché è solo negli ultimi 40 anni che nei negozi trovi tutto ciò che vuoi.

Si ma chi è che gradisce di più questa novità?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Settembre 22, 2014, 15:39:27 pm
Si ma chi è che gradisce di più questa novità?

Salar è ciò che cercavo di spiegare prima.. E' uno specchietto per allodole, la domanda che crea l'offerta insomma.
Io ho bisogno di, che ne so, 3 jeans all'anno. Se vado in uno di questi posti è probabile che esca con un quarto paio, pure se non mi serve. Perché magari costava poco, perché altre 1000 ragioni. Fatto sta, non mi serviva per forza.

Sganciarsi da questo meccanismo non è facile, ma possibile. E secondo me ormai è inutile parlare di donna tradizionale come lo erano le nostre nonne, ma piuttosto di donna (e anche uomo eh, perché sempre di più vedo una marea di inutili prodotti acquistati da uomini come creme, cremine e lozioni varie) pensanti diversamente, che non diano importanza all'apparire.

A me sinceramente non me ne importa un fico secco se non ho le unghie con il gel, le scarpe di marca o i capelli sempre impeccabili.
Ma per guardare oltre bisogna anche avere la consapevolezza di scegliere.



Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 22, 2014, 15:48:38 pm
Dunque anzichè fare le conserve,si troverà di fronte al televisore a guardare desperate housewife,o sex and the city

e questi forum, blog o programmi chi li scrive e guarda  :huh:?
http://www.cookaround.com/cerca?q=conserve

è vero che sono nella "donna moderna" ma sempre ricette di conserve si condividono
 :unsure:
Quelle come sono moderne o tradizionale?


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 16:33:50 pm
Citazione
Salar è ciò che cercavo di spiegare prima.. E' uno specchietto per allodole, la domanda che crea l'offerta insomma.
Io ho bisogno di, che ne so, 3 jeans all'anno. Se vado in uno di questi posti è probabile che esca con un quarto paio, pure se non mi serve. Perché magari costava poco, perché altre 1000 ragioni. Fatto sta, non mi serviva per forza.

Sganciarsi da questo meccanismo non è facile, ma possibile. E secondo me ormai è inutile parlare di donna tradizionale come lo erano le nostre nonne, ma piuttosto di donna (e anche uomo eh, perché sempre di più vedo una marea di inutili prodotti acquistati da uomini come creme, cremine e lozioni varie) pensanti diversamente, che non diano importanza all'apparire.

A me sinceramente non me ne importa un fico secco se non ho le unghie con il gel, le scarpe di marca o i capelli sempre impeccabili.
Ma per guardare oltre bisogna anche avere la consapevolezza di scegliere.

Infatti io non parlo di ''donna tradizionale'',ma di donna in un ''contesto tradizionale'',e di donna in un '' contesto moderno'',per cui oggi a meno di andare in Aspromonte è molto difficile trovare una ''donna tradizionale''.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 22, 2014, 20:56:55 pm
Ciò che invece è bello da far emozionare di quanto vi preoccupate voi uomini che le donne siano felici.

eh... infatti è quello che dicevo più su. Altro che "sganciamento emotivo"  :lol:



si, qui si toccano infatti punti nevralgici della QM: lo sganciamento emotivo di fatto è una resa, una fuga, il tentativo di salvare comunque qualcosa. Difficile che un uomo davvero uomo possa essere indifferente alla felicità della donna che ama.

MA le donne sono davvero in grado di affrontare l'argomento senza paraocchi?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 22, 2014, 23:15:39 pm
In Italia non ne esistono più,a meno che le vai a cercare in qualche area rurale tipo l'aspromonte,e non so che età abbiano.
Ti faccio presente che la donna tradizionale non è tale in virtù di limiti imposti culturalmente tipo la religione,ma dal contesto che le sta attorno.
Una donna che fa la casalinga,ma va a comprare al supermercato,non è più ''donna tradizionale'',ed è naturale soprattutto se si trova in un contesto urbano che sia piuttosto frustrata di questa condizione che la taglia fuori dal mondo sociale e produttivo.
Dunque anzichè fare le conserve,si troverà di fronte al televisore a guardare desperate housewife,o sex and the city,dove la sua frustrazione viene sfruttata dai produttori televisivi,anche con trasmissioni misandriche.
Questo equivale a una resa, ad affermare che l'essere umano esiste in funzione dei suoi mezzi di produzione (la donna tradizionale non sarebbe che il prodotto sociale delle conserve di pomodoro).
All'estero, e sarebbe forse il caso di imitare l'esempio da noi, molte casalinghe di 25-30 anni vivono una vita appagante senza bisogno delle soap opera.
La cultura mainstream mette a disposizione solo l'ufficio e il centro commerciale come spazi di aggregazione? Benissimo, invece di farsi un'ora di treno, timbrare il cartellino e stare tra le scartoffie fino alle 5, si è creata una reste sociale di prossimità: ci si vede e aiuta con altre amiche casalinghe, si fa sport con i figli, si partecipa a iniziative varie della comunità di quartiere.
L'idea è elementare: cosa fare per rimettere la famiglia al centro senza essere obbligati all'isolamento o a spostamenti assurdi?
E' un buon esempio di autodeterminazione, di capacità di riappropriarsi dal basso di uno stile vita a dimensione umana, invece di farselo imporre dall'alto, col centro commerciale e il treno pendolari.

Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 22, 2014, 23:55:08 pm
Citazione
Questo equivale a una resa, ad affermare che l'essere umano esiste in funzione dei suoi mezzi di produzione (la donna tradizionale non sarebbe che il prodotto sociale delle conserve di pomodoro).

Bravo mi hai capito perfettamente,non avertene a male,ma sto subendo una inaspettata trasformazione in marxista dell'ultima ora.

La casalinga nell'epoca moderna è e non potrà che essere una frustrata,a meno che il conto in banca del marito non le garantisca una insieme di distrazioni,tra cui lo SHOPPING la fa da padrone,che possa liberarla dal disagio metafisico di essere inutile in una società in cui le passate di pomodoro le si comprano al supermercato.

Per le altre:Barbara D'Urso alle 5.
E vi chiedete perchè sono misandriche...
Qualcuno dovranno odiare.
E non può essere l'orsetto Knut o l'orsa Daniza,come nel mio caso.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 23, 2014, 00:27:01 am
Citazione
Bravo mi hai capito perfettamente,non avertene a male,ma sto subendo una inaspettata trasformazione in marxista dell'ultima ora.
:lol: Ah ma non mi interesso di politica, non ce l'ho con i marxisti come con chi ha altre idee.
Citazione
La casalinga nell'epoca moderna è e non potrà che essere una frustrata,a meno che il conto in banca del marito non le garantisca una insieme di distrazioni,tra cui lo SHOPPING la fa da padrone,che possa liberarla dal disagio metafisico di essere inutile in una società in cui le passate di pomodoro le si comprano al supermercato.
Per le altre:Barbara D'Urso alle 5.
E' una fotografia della donna media, ma è indispensabile che sia così?
Comunque ho portato l'esempio di donne che scelgono senza frustrazioni uno stile di vita differente.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Settembre 23, 2014, 09:14:43 am
Bravo mi hai capito perfettamente,non avertene a male,ma sto subendo una inaspettata trasformazione in marxista dell'ultima ora.




perchè? ai marxisti non gliene frega niente della felicità?
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 23, 2014, 09:17:31 am

perchè? ai marxisti non gliene frega niente della felicità?

ma si infatti anche loro vogliono far felici tutti
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: zagaro - Settembre 23, 2014, 09:46:11 am
ma si infatti anche loro vogliono far felici tutti
hai mai letto di teorie politiche e sociali che a modo loro non cerchino la felicità degli uomini?
poi come al solito bisogna capire ogni teoria cosa  intende per:uomo e per felicità, ed anche dei metodi per arrivare alla supposta felicità come definita. insomma le famose tre domande : chi siamo dove vogliamo andare, e come vogliamo arrivarci


io ad esempio in mondo guidato da  teorie masochiste, ovvero di chi cerca la felicità tramite il dolore, mi ci troverei male  :wacko:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 23, 2014, 09:47:36 am
Per restare alla Francia, negli anni ’60 costruivano casermoni invivibili, e dicevano che era la tendenza della modernità:

(http://www.teknemedia.net/magazine/esposizioni/2009/TKmag49b932f858666.jpg)

Oggi li stanno abbattendo, e le case popolari le fanno così:

(http://www.eostis.com/kw/image/370835243/kw/logement-sociaux-cranves-sales__a177184)

Non esistono scelte inevitabili, né una “direzione della storia”: siamo noi gli artefici della nostra qualità della vita.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 23, 2014, 10:10:20 am
Per restare alla Francia, negli anni ’60 si costruivano casermoni invivibili, e si diceva che era la tendenza della modernità:

(http://www.teknemedia.net/magazine/esposizioni/2009/TKmag49b932f858666.jpg)

 tutto colpa delle donne. :huh:

Citazione
Non esistono scelte inevitabili, né una “direzione della storia”: siamo noi gli artefici della nostra qualità della vita.

Noi?
Se il potere decide di distruggere le case per construire palazzi chi siamo quel "noi"?
 Io non mi identifico con chi ha alzato quelle schifezze moderne.


Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 23, 2014, 10:21:23 am
Per noi si intende il genere umano, ma anche chi non può costruirsi la propria casa può fare scelte intelligenti.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 23, 2014, 11:03:18 am
certo, possiamo sentirci liberi anche in priggione,
tanto sempre noi uomini ci siamo chiusi qui dentro  :w00t:

E troppo astratto quel noi, non esiste nemmeno in questo caso.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Settembre 23, 2014, 11:14:00 am
 :sick: :muro:
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Salar de Uyuni - Settembre 23, 2014, 11:50:23 am
Citazione
perchè? ai marxisti non gliene frega niente della felicità?

Marx è sottovalutato al giorno d'oggi,ha fallito nella pars costruens,ma non nella pars destruens...

I marxisti credono che il capitalismo comporti ''alienazione'',perchè in sostanza l'uomo è alienato dai frutti del proprio lavoro,in quanto il processo di produzione viene scomposto...

Questo è in un certo senso un perfetto ritratto della casalinga moderna,buttata fuori appunto da tutti quei processi produttivi preindustriali che ho sommariamente descritto:

guardare le bestie,fare la conserva dei pomodori,le marmellate ecc...

Per esempio questa mania animalista,specialmente in voga presso le donne,Marx la descriverebbe come l'alienazione di chi prima badava alle bestie,e ora essendone stato escluso dai moderni processi di produzione,ripara su qualcosa di analogo astratto.



Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Lucia - Settembre 23, 2014, 12:11:41 pm
:sick: :muro:

dire che noi abbiamo costruito la modernità è come dire che noi uomini siamo stupratori, cosa che non capisci? é una generalizazione sbagliata. Alcuni l'hanno fatta calpestando gli altri, e non vedo perché questi altri devono sentirsi nello stesso gruppo del primo.
Al massimo se ci tieni puoi dire che noi maschi abbaimo cosntuito palazzi moderni, creato l'industia, tolto anche le donne dal loro abitat tradizionale e mo abbiamo la nostalgia della donna tradizionale. Cosi avrebbe un certo senso da me condivisibile se è condivisibile anche da altri uomini.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Ottobre 22, 2014, 15:08:20 pm
mi  è arrivato finalmente il libro di Dag
prima sorpresa: l'Introduzione è di franco Cardini! Per dire che non si tratta della solita pubblicazione di nicchia ...

http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Cardini
http://www.francocardini.net/

pg XIII: Questo libro ... ci squaderna davanti senza pietà non solo la nostra ignoranza ma soprattutto la miserabile inconsistenza della quale sono fatti i luoghi comuni che animano le nostre certezze
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Vicus - Ottobre 22, 2014, 23:20:30 pm
Questo libro ... ci squaderna davanti senza pietà non solo la nostra ignoranza ma soprattutto la miserabile inconsistenza della quale sono fatti i luoghi comuni che animano le nostre certezze
ma soprattutto la miserabile inconsistenza della quale sono fatte le prevenzioni che animano le nostre incertezze :lol:

Grande Dag.
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: Animus - Ottobre 23, 2014, 12:08:53 pm
Questo libro ... ci squaderna davanti senza pietà non solo la nostra ignoranza

Sarà, non è che si può sapere tutto di tutto.
Io però, e sono anni che ci giri intorno a "Tessore il magnifico", una cosa sensata detta da lui, e riportata da te, ancoa non l'ho letta... :D
Titolo: Re:La donna tradizionale
Inserito da: COSMOS1 - Novembre 02, 2014, 11:19:43 am
Caro Ciro
in Dag ritrovo molte delle nostre discussioni classiche, con una differenza: la documentazione. Quando Dag dice qualcosa, sai che non è confutabile, c'è dietro una preparazione difficile da superare.
(ad esempio: ho appena letto un passo dove dice che la lettura tradizionale del Corano che impone una jizya a cristiani ed ebrei deriva da una lettura errata di Corano 9,29. Domanda: c'è qualche studioso di arabo in grado di smentirlo?)

Ad ogni modo volevo qui riprendere alcuni concetti, forse non i più rilevanti ma che mi sono rimasti impressi.
Anzitutto la precisazione che il concetto di verità non è uguale in tutte le culture e che in particolare quando noi con il concetto greco (la verità come concetto) ci avviciniamo alla tradizione ebraica (e quindi anche cristiana e islamica: verità come espressione, come coerenza di vita) facciamo inevitabilmente confusione. Questa idea di verità mi è rimasta impressa perchè è la stessa di Lanza del Vasto ed è la prima volta che la sento espressa in modo così chiaro.
Poi l'idea che l'incontro tra le diverse tradizioni religiose si ottiene andando al fondo di ogni tradizione, a quel centro nel quale ogni religione rappresenta un cammino verso Dio. Non si ottiene sopprimendo tutto ciò che differenzia una religione dall'altra.
Poi la discussione sulla poligamia. In effetti leggendo le argomentazioni di Dag mi viene da dire che in linea di principio una legislazione che punisce la poligamia è assurda anche se, sempre in linea di principio, la poligamia non è l'ideale. Infatti è ben difficile capire per quale ragione lo stato debba punire un qualunque gruppo umano per la composizione dello stesso: uno o più uomini, una o più donne eccetera. È comprensibile che lo stato possa favorire un certo tipo di aggregazione perchè essa è più utile in una ottica sociale-generale (la famiglia etero monogama, per intenderci). Ma dopo, nella misura in cui si tratta di adulti consenzienti (o di figli nati da quelli stessi adulti) e questa aggregazione non comporta oneri per lo stato, dov'è il problema?
È chiaro che in linea di principio non è l'ideale, perchè posto che grosso modo nascono un numero di maschi e femmine uguale, se un uomo può avere più donne, succederà che ci saranno uomini che restano senza. Perciò i più ricchi avranno tante donne, i più poveri nessuna. In un mondo in cui ogni uomo è mio fratello, ovviamente questo non è l'ideale.
Epperò non è neppure logico e/o accettabile che lo stato metta in carcere un cittadino italiano che, ad esempio, risieda all'estero in un paese dove la poligamia è permessa, e lì si risposi!
Tenendo conto che la poligamia trova la propria ragione nella differenza ormonale tra uomini e donne, che non si vede la ragione per la quale tra adulti consenzienti, ci possa essere un accordo per il quale un uomo possa soddisfare il proprio appetito sessuale con più donne, perchè lo stato lo dovrebbe punire?
Ma il paradosso paranoico e sessuofobico della nostra legislazione si vede quando i diritti dei  figli naturali vengono equiparati a quelli dei figli legittimi. Cioè, spiegatemi: un uomo non può avere più mogli, ma se va a letto con una donna che non è sua moglie, le conseguenze sono identiche a quelle che ci sarebbero se fossero stati sposati  :wacko: davvero demenziale: la poligamia senza limiti e senza condizioni a posteriori!