In poche parole, signori, parliamo di uomini cresciuti da padri totalmente assenti. Padri incapaci di spiegare loro come muoversi nel mondo. Padri totalmente succubi, sottomessi, depressi e incapaci di ricoprire un ruolo autorevole.
Questi uomini sono figli di una famiglia che manca della figura principale, di riferimento, ossia il padre.
La questione maschile racchiude tantissimi uomini. Tra questi, tantissimi sono gli uomini "bravi", ossia i "bravi ragazzi" o nice guy, detto all'inglese.
Ma da dove nascono queste persone?
Io credo che il femminismo ha potuto dilagare anche grazie ad una nutrita schiera di nice guys i quali, credendo di fare il bene collettivo, sostenevano i diritti delle donne (e mai i doveri) non rendendosi conto di scavarsi da soli la propria fossa.
Spesso si tratta di ragazzi cresciuti col mito del nice guy, che facendo il bravo ragazzo troveranno una donna che li ama per quel che sono e non per quel che hanno. Sono stati cresciuti inculcando loro l'idea che uomini e donne sono uguali, al di la' delle "apparenti" differenze fisiche. E, spesso, che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori.
quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all'altezza, un padre che ha spiegato al loro figlio come rapportarsi con le donne?
La questione maschile racchiude tantissimi uomini. Tra questi, tantissimi sono gli uomini "bravi", ossia i "bravi ragazzi" o nice guy, detto all'inglese.Fritz hai i complimenti ufficiali della moderazione :lol: per le discussioni interessanti che apri.
Ma da dove nascono queste persone?
Io credo che il femminismo ha potuto dilagare anche grazie ad una nutrita schiera di nice guys i quali, credendo di fare il bene collettivo, sostenevano i diritti delle donne (e mai i doveri) non rendendosi conto di scavarsi da soli la propria fossa.
Spesso si tratta di ragazzi cresciuti col mito del nice guy, che facendo il bravo ragazzo troveranno una donna che li ama per quel che sono e non per quel che hanno. Sono stati cresciuti inculcando loro l'idea che uomini e donne sono uguali, al di la' delle "apparenti" differenze fisiche. E, spesso, che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori.
In poche parole, signori, parliamo di uomini cresciuti da padri totalmente assenti. Padri incapaci di spiegare loro come muoversi nel mondo. Padri totalmente succubi, sottomessi, depressi e incapaci di ricoprire un ruolo autorevole.
Questi uomini sono figli di una famiglia che manca della figura principale, di riferimento, ossia il padre.
Guardiamo un po' tutti noi al nostro passato familiare: quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all'altezza, un padre che ha spiegato al loro figlio come rapportarsi con le donne? Un padre che abbia instillato loro valori che andassero oltre quelli dell'educazione scolastica? (la quale non puo' esser tale, ma sola istruzione)
Signori, la questione maschile nasce da un femminismo che abbiamo supportato noi uomini, eclissando la figura del padre e issando su generazioni di perfetti rimbecilliti spinti a comportarsi nella maniera peggiore possibile per attrarre e tenersi fedele una donna.
alle stesse donne, le quali, incitate a perseguire una vita tipicamente maschile, allontanandosi dal proprio ruolo naturale e sociale, andranno probabilmente incontro a cocenti delusioni; non è un mistero che le donne dei nostri tempi, nonostante i tappeti rossi (e gli zerbini) che la società stende ai loro piedi, siano in realtà insoddisfatte, tanto in famiglia (se l'hanno) quanto nel lavoro.Complimenti "ufficiali" anche a Malpais: se continui a scrivere così mi prendo una vacanza!
Il padre si è trovato ad essere l'imperfetta copia della madre, tanto per ignoranza (sul proprio ruolo educativo, intendo), quanto per la prevaricazione di donne egotiste, totalizzanti la funzione genitoriale.Questo eccellente passaggio merita di essere messo nella sezione in evidenza. Anche se è di Chesterton, ci metto anche questo:
Lo sviluppo in senso capitalistico della società - ormai lontana dai modelli tradizionali, in cui i figli erano educati attraverso il lavoro dei genitori - ha certamente favorito lo sviluppo della perversione del sistema educativo, che oggi è prossimo ad una ulteriore degenerazione, l'educazione di Stato.
Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.Sono fatti che a prescindere dall'indirizzo politico ecc. dovrebbero essere scolpiti nella mente di ogni attivista maschile.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».
Sì, Vicus, ma anche prima della "civiltà dei consumi" i padri non spiegavano realmente ai figli come funzionavano (e funzionano) le femmine.Ne sei certo? Anche mio nonno un bel po' di cose me le ha insegnate. Nella mia famiglia le donne non sono state mai idealizzate, ma neppure detestate e tutti i matrimoni (cugini compresi fino all'8° grado) sono stati eccellenti, mai ci sono state situazioni di particolare tensione o tradimenti. Quando dico certe cose non parlo di ideali astratti ma di ciò che ho vissuto in prima persona. Poi, certo, i tempi, le leggi e le persone sono cambiate e anche altri miei parenti coetanei dicono che oggi non si trova nulla di buono e comunque il rischio è davvero sproporzionato ai possibili benefici.
Ma poi, quale sarebbe "la società perfetta" ?Certo che non esistono società perfette ma esistono società funzionanti. E ne è stata data una definizione scientifica da parte di antropologi qualificati che chi formula teorie fantasiose farebbe bene a leggersi: una società funzionante è quella in grado di riprodursi.
Non esistono società perfette, non sono mai esistite, né mai esisteranno, non fosse altro per il fatto che la perfezione non appartiene a questo folle mondo.
Considerazioni condivisibili, ma come si è arrivati a questo punto? A parer mio il femminismo è proliferato come un bacillo, che ha trovato il giusto ambiente per replicarsi, e questo ambiente è il mondo capitalista; vorrei menzionare a questo riguardo la testimonianza di Chesterton, che negli anni '30 del secolo scorso scrisse:
Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».
Ne sei certo? Anche mio nonno un bel po' di cose me le ha insegnate. Nella mia famiglia le donne non sono state mai idealizzate, ma neppure detestate e tutti i matrimoni (cugini compresi fino all'8° grado) sono stati eccellenti, mai ci sono state situazioni di particolare tensione o tradimenti. Quando dico certe cose non parlo di ideali astratti ma di ciò che ho vissuto in prima persona.
Questo significa che la nostra magnifica e progressiva società di oggi, con il suo (ex) benessere, i suoi "diritti" femministi-LGBT, con divorzio ed adulterio facili è una società disfunzionale che non può durare
P.P.S.Ho messo in evidenza questi eccellenti post. Una sola nota: non è vero che la donna è stata "segregata in casa", lavorava i campi insieme all'uomo anche se dedicava del tempo alla casa e alla prole (del resto chi è che riparava ad es. un tetto? L'uomo).
Per quanto mi stiano sul cazzo, qualora ci fosse qualche donna a leggere queste righe, voglio dirle: ti stanno prendendo in giro, bella. Prima gli schiavi del sistema eravamo solo noi uomini. Adesso vogliono rendere schiava pure te. Non stare a sentire quello che dice la la femminista coi capelli blu/rosa, ascolta quello che senti dentro di te. La carriera non ti dara' mai la soddisfazione di avere allevato un figlio, perche' la carriera e' fine a se' stessa ed e' al servizio del datore di lavoro, non di te.
E se ti chiedi perche' mai gli uomini invece possano dedicarsi alla carriera, allora ti svelo un grande segreto - che poi tanto segreto non e': a molti uomini la carriera non e' mai interessata. Perche' la facciamo? Perche' dobbiamo farlo. Perche' noi uomini, a differenza di voi fanciulle, se non andiamo a guadagnarci la pagnotta, non ce la dara' nessuno, questa pagnotta. E se non andiamo a lavorare non possiamo sostenere una famiglia.
E tanti uomini si alzano al mattino e vanno in ufficio tutti i santi giorni non perche' sono felici di farlo, ma perche' sanno che tramite cio' avranno di che mangiare e di che far mangiare alla propria famiglia.
E tu, cara fanciulla, credi ancora che noi uomini ti abbiamo segregata in casa per millenni perche' non volevamo che tu sgobbassi mattina, pomeriggio sera (e notte) al lavoro? Sappi che il premio di tutti questi sforzi e' il nulla, se non sono rivolti alla propria prole. E il vuoto che avrai dentro non fara' che divorarti fino alla sindrome da burnout (in media, secondo studi scientifici, intorno ai 37-40 anni per voi gentil sesso) che avrai quel giorno in cui, ormai piena di stress, ti capitera' sotto mano quella foto della compagna di liceo che tanto detestavi tanto, con in braccio il suo bel bambino, che tu non hai mai avuto (e non potrai mai piu' avere per il resto della tua vita).
Ho messo in evidenza questi eccellenti post. Una sola nota: non è vero che la donna è stata "segregata in casa", lavorava i campi insieme all'uomo anche se dedicava del tempo alla casa e alla prole (del resto chi è che riparava ad es. un tetto? L'uomo).
Inoltre la casa non era il dormitorio che è oggi, ma un centro di vita sociale: per esempio le donne andavano alla fonte a lavare i panni tutte insieme cantando. Sicuramente meglio che lo stile di vita alienante di oggi.
Il lavoro femminile (ma anche maschile) ha diviso le famiglie che si rivedono solo la sera tra quattro mura (anche dopo ore di treno pendolari) per dormire. Nei condomini non c'è vita sociale, ognuno vive chiuso nel suo miniappartamento al decimo piano di squallide periferie (v. Milano) dominate dal caos etnico (difficile socializzare con dei sikh). Ai figli ci pensano costose strutture di Stato come gli asili nido, che non possono minimamente sostituire i genitori. Il tutto in un quadro di marcata obsolescenza del lavoro impiegatizio-professionale, ben nota alle élite. Quanti dei lavori in grandi strutture multinazionali o statali sono realmente necessari (scienza del clima, scienza della comunicazione, risorse umane)?
E' un modo di vita disumano che non si accenna a mettere in discussione! Anzi: più carriere, più donne, più asili nido, più "Europa", più precariato, più fondi agli immigrati.
Dovrebbe essere il tema n° 1 (o giù di lì) della Questione Maschile e non aggiungo altro.
E' un modo di vita disumano che non si accenna a mettere in discussione! Anzi: più carriere, più donne, più asili nido, più "Europa", più precariato, più fondi agli immigrati.
Dovrebbe essere il tema n° 1 (o giù di lì) della Questione Maschile e non aggiungo altro.
Gia' che ci penso, mi viene in mente un libro di Bertrand Russell, "L'elogio dell'Ozio", dove l'inglese spiegava come fosse tutto sommato condivisibile che tutti i bambini andassero in scuole di Stato che li educasse a tal scopo.
Come sempre, i grandi pensatori peccano di ingenuita' e talvolta mancano di senso pratico.
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia, sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite. Non c'è quindi da meravigliarsi se il buon Bertrand, la lasciò, all'età di 64 anni, per sposare la bambinaia dei loro figli, di anni 26. Ovviamente divorziò anche da costei - interessante la testimonianza del figlio Conrad (fonte: La Repubblica): Era il 1950 e i miei genitori si trovavano in vacanza in Sicilia con degli amici. Mio padre bevve moltissimo, un bicchiere dopo l' altro senza alcun limite. Poi si mise a corteggiare tutte le donne del suo gruppo in maniera tanto pesante che mia madre non poté sopportarlo.
Russell si sposò una quarta volta, a 80 anni.
Certo, Bertrand Russell non raggiunse le alte vette di Sartre, che condivideva le stesse amanti, anche minorenni, della propria compagna, Simone De Beauvoir, ma rappresenta un fulgido esempio di cosa significhi essere un vero femminista. Senza ironia.
per l'elite (ossia per le famiglie molto potenti, politicamente ed economicamente) fa comodo la libera sessualita' perche' loro sono il top 20% degli uomini, con o senza meriti, e quindi si prenderanno tutte le donne che vogliono.
L'età media delle donne europee al primo figlio è di 29,3 anni, quella delle italiane, che svettano in classifica, è di 31,2 anni (fonte: Eurostat 2018). Tutti noi conosciamo madri di famiglia che hanno avuto figli sani e forti dopo i 30 anni, e avrebbero potuto averne di più, se avessero voluto.
According to a study done on a sample of 782 healthy European couples ages 19–39, fertility starts declining after age 27 and drops at a somewhat greater rate after age 35. The women were divided into four age groups: 19–26, 27–29, 30–34 and 35–39. Statistical analysis showed that the women in the 27–29 age group had significantly less chance on average of becoming pregnant than did the 19- to 26-year-olds. Pregnancy rates did not change notably between the 27–29 age group and the 30–34 age group, but dropped significantly for the 35–39 age group.
In subgroup analyses of women with maternal age ≥35 years (n = 1,020), artificial insemination was significantly associated with ASD; ovulation inducing drug (OID) use was significantly associated in crude but not adjusted analyses (odds ratio 1.81, 95% CI 0.96–3.42). Results were similar by diagnostic subgroup, though within the advanced maternal age group, OID and artificial insemination were significantly associated with Asperger syndrome and pervasive developmental disorder not-otherwise specified, but not autistic disorder.
Advanced maternal age is associated with adverse reproductive effects such as increased risk of infertility,[4] and that the children have chromosomal abnormalities.[5] The corresponding paternal age effect is less pronounced.[6][7]
A woman's risk of having a baby with chromosomal abnormalities increases with her age. Down syndrome is the most common chromosomal birth defect, and a woman's risk of having a baby with Down syndrome is:[5]
At age 20, 1 in 1,441
At age 25, 1 in 1,383
At age 30, 1 in 959
At age 35, 1 in 338
At age 40, 1 in 84
At age 45, 1 in 32
At age 50, 1 in 44
il rischio di avere un figlio Down con una donna di 30 anni e' di 1 su 959, meno di uno su mille. A trentacinque anni, questa probabilita' si moltiplica per tre. Quindi non e' affatto vero che le donne possono fare figli tranquillamente dopoQuindi, rimanendo a questi dati, tra le donne di 30 anni, 958 su 959 non generano figli con la sindrome di Down; tra le donne di 35 anni, 337 su 338.
La mia salute e' cagionevole, sono spesso raffreddato, persino d'estateMi spiace, ma non vedo alcun nesso di causalità tra l'età di tua madre al momento del parto e il tuo raffreddore.
per un uomo, sposarsi una donna di 28-30 anni e' come prendere un'automobile sfasciata col rotino di scorta sull'anteriore destra. Letteralmente.
E' la Natura ad essere cosi', non e' colpa di nessuno.
Secondo natura è possibile e probabile che una donna abbia figli sani anche dopo i trent'anni. Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?
Sono proposte del tutto sensate. Forse si potrebbe fare ancora di meglio: giorni fa ho visto un documentario sulle politiche familiari in Israele. Ebbene, le coppie si sposano a 18-20 anni durante gli studi universitari, ed esistono dormitori universitari per famiglie! Le politiche familiari (sostegni economici, congedi anche di anni ecc.) sono inoltre tra le più avanzate al mondo.
Detto questo, è davvero prioritario per una nazione che un enorme numero di donne vada all'università e lavori? E' realmente necessario che milioni di donne studino l'algebra o il greco? Non sto dicendo che alle donne andrebbe "proibito" di studiare o lavorare, ma forse potrebbero farlo solo quelle estremamente dotate e motivate (rinunciando di fatto a una famiglia).
Al liceo, quando le quote rosa non imperversavano ancora, per stessa ammissione dei professori (il 60% dei quali donne) le ragazze erano tutte sulla soglia della mediocrità in tutte le materie. Perché invece di studiare algebra a scuola, una donna non può beneficiare del privilegio di farsi una cultura leggendo i libri che preferisce?
Quante delle donne che scaldano sedie in un ufficio sono davvero indispensabili, e qual è il costo sociale della denatalità conseguente al lavoro femminile che sottrae impieghi agli uomini e abbassa i loro salari? Sono assurdità ideologiche di cui neppure noi attivisti maschili ci siamo ancora liberati!
L'ho già detto molte volte: le uniche famiglie che funzionano oggi (nonostante leggi sperequate) sono quelle in cui le donne si sposano giovani e vergini e si dedicano a tempo pieno alla famiglia (e non per fare le mantenute ma perché sono state educate a farlo). Guarda caso poi queste donne sono mediamente molto più intelligenti, colte, sagge e civili delle bisbetiche laureate di oggi.
Progresso o no, altra soluzione non c'è. Si possono fare dei compromessi se una donna ha particolari doti professionali, ma più ci si allontana da questo modello più si creano problemi. E in un momento di emergenza demografica, non ci sarebbe nemmeno da discuterne bisognerebbe agire subito.
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.Ricorda moltissimo il pensiero di un "antifemminista" contemporaneo, che paragona il genere umano a scimmie copulanti. Ma non serve aggiungere altro.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia, sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite.
Intervento da incorniciare.Oltretutto non sono amish, hanno un Paese all'avanguardia della tecnologia e della ricerca. Mentre noi diciamo cose da rinc*****niti come uteri artificiali, adozioni omo ed estrogeni agli uomini, che produrranno una generazione ancora più rinc****nita. Ciliegina sulla torta, ci viene anche detto che la soluzione alla questione maschile non è conoscibile: ma se ce ne sono infiniti esempi! Funzionano? E allora imitiamoli!
Gli ebrei in questo sono sempre piu' avanti di chiunque altro. Se volete crearvi una discendenza forte e potente, imparate a pensare come gli ebrei (che sono sempre stati fedeli alla propria cultura per millenni pur non avendo una nazione propria, e questo gia' dice tutto).
Se un popolo, senza uno stato, arriva a vette di potere come nessun altro, e possiede le maggiori menti scientifiche, analitiche e di pensiero di tutta l'umanita' (e i propri punteggi di QI sono tra i piu' alti del mondo), con una percentuale di Nobel spaventosa, non possiamo che dedurre che quel popolo e' speciale e la sa lunga piu' di altri.
Hanno ragione gli ebrei, Vicus: meglio fare figli in giovane eta' che farli dopo. Se andiamo a vedere le biografie dei piu' grandi pensatori dell'umanita', salvo rare eccezioni, quasi tutti a 20-24 anni avevano moglie e figli.
Io stesso rimasi basito quando, a suo tempo, lo scoprii. Perche' pare un paradosso, ma non lo e'.
Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza.
I dati sono dati e non vanno interpretati a fantasia.Se fossi un poco più permaloso, potrei anche risentirmi per quest'affermazione, ma no, i dati non parlano da sè e devono giocoforza essere interpretati.
Si', rispondendo sinteticamente, la risposta e' si'. Dovrebbe desistere dalla tentazione di farne altri.
Come tu non veda il nesso col mio esempio non lo comprendo."Se Tizio, nato da madre di 37 anni, è cagionevole di salute, allora è cagionevole di salute perché è nato da madre di 37 anni": in base a quale principio logico? Ci sono soggetti nati da madri giovani che hanno lo stesso stato di salute di Tizio; altri, nati da madre anziana, che sono sani come pesci. Che ne è della genetica, dell'alimentazione, della crescita, dell'inquinamento, dello stile di vita e chissà di quali altri fattori?
in tutto l'occidente il numero di figli down, autistici, con diabete e altre patologie è in spaventoso aumento
non voglio andarti contro, ma non si puo' negare la realta' e i numeri.Puoi eccome andarmi contro, e l'hai fatto. Hai espresso le tue idee e dato le tue interpretazioni fattuali, che sono parzialmente divergenti dalle mie. Che problema c'è? Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.
l'eta' media delle madri al primo figlio in Italia e' 31 anni
Rimembra: a 23-24 anni si sentono vecchie. Qui, in Italia, abbiamo babbione di 35-40 anni che si mostrano su tinder come se fossero appetibili e giovincelle. Questo per dirti come si sia perso il senso della realta'.Poi (e questo è un segno dell'odio verso le proprie radici e la propria cultura) quando parlo di cattoliche che si sposano a 20-21 anni c'è una levata di scudi (non tu Fritz), ma quando cinesi, ebree e musulmane fanno lo stesso suscitano approvazione.
Non voglio entrare nella "rissa" ma credo che avere figli dopo i 30 sia sì sconsigliabile (anche per un drastico calo di fertilità) ma non è "quasi impossibile partorire degnamente".
Non credo che i raffreddori frequenti siano conseguenza di un concepimento tardivo. Magari occorre fare sport, comunque molti nascono cagionevoli di salute anche da giovani madri.
Poi (e questo è un segno dell'odio verso le proprie radici e la propria cultura) quando parlo di cattoliche che si sposano a 20-21 anni c'è una levata di scudi (non tu Fritz), ma quando cinesi, ebree e musulmane fanno lo stesso suscitano approvazione.
Noi uomini da questo punto di vista siamo molto piu' fortunati: possiamo fare figli tranquillamente anche dopo 70 anni.
In realtà pare che nello specifico caso dell'autismo, influisca maggiormente l'età del padre.
https://cordis.europa.eu/article/id/26287-risk-of-autism-greater-in-older-fathers/it
Beh insomma...
Anche per gli uomini c'è un "degrado" del materiale genetico, con l'avanzare dell'età; se si aggiungono età della madre non freschissima, stile di vita occidentale che è una merda (alcol fin dai 14 anni, fumo, cannoni, cibo spazzatura, sedentarietà)...
Per molte coppie sarebbe meglio evitare di accanirsi a concepire naturalmente, quando le condizioni sono avverse.
L'adozione è tremendamente sottovalutata.
Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista: tuo figlio è parte di te.
L'adozione invece è un atto di amore disinteressato di cui non tutti sono capaci.
Attento.
Questo non significa che la maggioranza delle madri italiane ha avuto il primo figlio a 31 anni. Risultato medio non significa risultato piu' frequente.
Se vuoi sapere invece cosa accade a quel ristretto insieme di donne, quelle ossia over 30, ti invito a rileggere con attenzione i link che ho riportato.
la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19630, e nasce sano
Malpais, a me onestamente sembra che sia tu - forse per qualche ragione personale che non vuoi dirci, e lo capisco - a mettere una glassa di emotivita'
trovo fastidioso che mi si contestino dei numeri ma capisco le ragioni che ci possono essere dietro.
L'adozione invece è un atto di amore disinteressato di cui non tutti sono capaci.
... sono tutti elementi costitutivi di ciò che comunemente si chiama amore.
Se ti fossi degnato di aprire il link, avresti scoperto che è proprio come dico io: la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni.
Millanti una mentalità scientifica, ma attribuisci alla scienza un valore deontico: la scienza esprime, nei suoi limiti, la realtà di fatto; ma definire cosa le persone dovrebbero o non dovrebbero fare - "Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza" - non spetta alla scienza.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le condizioni di salute di una donna e del relativo nascituro sono migliori, quando ella ha 25 anni, piuttosto che 30. Da questo non si può evincere che la scienza dice: "le donne dovrebbero fare figli entro i 25 anni". Lo comprendi?
Avevo scritto: Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.
Perchè allora hai rincarato la dose? Ma soprattutto, se vuoi giocare a fare il Freud o lo Jung, gioca con qualcun altro:
"Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista"
Questa frase è riferita a quei genitori esaltati che considerano i loro figli dei prolungamenti della loro persona; e che li usano pubblicamente per magnificare indirettamente loro stessi.
Esempio banale per semplificare: non hai mai assistito a scene di madri velenose che mettono in competizione i loro figli solo per "prevaricare" sulla mamma rivale?
Riguardo all'adozione, è molto interessante che tu l'abbia assimilata ad una PERVERSIONE. Mai sentita una cosa del genere prima d'ora.
Ho alcuni amici d'infanzia e un'amica che sono stati adottati e, stando spesso a casa loro, conosco bene le loro dinamiche familiari. Mi chiedo cosa mi risponderebbero se dicessi: "Luridi pervertiti, la mia famiglia è migliore della vostra"
Tra l'altro, in una di queste famiglie, due figli sono naturali, il terzo più giovane è stato adottato. È una bella famiglia, l'ho sempre reputata molto sana. Però ora che mi hai aperto gli occhi, dovrei contattare il fratello adottivo per dirgli "Ehi fallito, credi davvero di essere uguale ai tuoi fratelli? Non hai capito com'è andata? Loro chiedevano insistentemente un Labrador, per questo sei stato adottato! Essere inferiore! Surrogato!"
Poi non è chiara una cosa. Se una 25enne vuole avere a tutti costi un figlio dal fidanzato, non sta colmando un vuoto, è una brava donna che compie il suo dovere biologico.
Se la stessa 25enne è sterile (come lo erano le madri dei miei due amici) e desidera adottare, allora è vanesia e vuota, incapace di amare davvero.
Se per te è INCONCEPIBILE amare profondamente un altro essere umano solo perché non ha legami di sangue con te, che senso ha creare legami di amicizia, che senso ha il matrimonio e la vita sociale in generale?
Chiaramente ci sarà qualche esperienza di adozione andata male.
Ma di base le coppie che adottano hanno una maggiore consapevolezza e unione d'intenti, perché la scelta è stata ponderata. Al contrario di molte famiglie improvvisate, frutto di preservativi rotti e matrimoni forzati.
I sacrifici che i genitori sopportano per i figli, la privazione del proprio tempo libero, la rinuncia a sè per loro, le privazioni materiali... sono tutti elementi costitutivi di ciò che comunemente si chiama amore.
E la famiglia di tua conoscenza, quella con tre figli di cui l'ultimo adottato, che definisci bella e sana, dovrebbe indurre a riflettere - me, in primis - che il Sole non è ancora tramontato.
Età mediana della madre al primo figlio
30,7 anni (2014)