Forum sulla Questione Maschile

Dialoghi => Dialoghi sulla Questione Maschile => Topic aperto da: fritz - Luglio 24, 2020, 11:27:28 am

Titolo: La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 24, 2020, 11:27:28 am
La questione maschile racchiude tantissimi uomini. Tra questi, tantissimi sono gli uomini "bravi", ossia i "bravi ragazzi" o nice guy, detto all'inglese.
Ma da dove nascono queste persone?

Io credo che il femminismo ha potuto dilagare anche grazie ad una nutrita schiera di nice guys i quali, credendo di fare il bene collettivo, sostenevano i diritti delle donne (e mai i doveri) non rendendosi conto di scavarsi da soli la propria fossa.
Spesso si tratta di ragazzi cresciuti col mito del nice guy, che facendo il bravo ragazzo troveranno una donna che li ama per quel che sono e non per quel che hanno. Sono stati cresciuti inculcando loro l'idea che uomini e donne sono uguali, al di la' delle "apparenti" differenze fisiche. E, spesso, che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori.

In poche parole, signori, parliamo di uomini cresciuti da padri totalmente assenti. Padri incapaci di spiegare loro come muoversi nel mondo. Padri totalmente succubi, sottomessi, depressi e incapaci di ricoprire un ruolo autorevole.

Questi uomini sono figli di una famiglia che manca della figura principale, di riferimento, ossia il padre.

Guardiamo un po' tutti noi al nostro passato familiare: quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all'altezza, un padre che ha spiegato al loro figlio come rapportarsi con le donne? Un padre che abbia instillato loro valori che andassero oltre quelli dell'educazione scolastica? (la quale non puo' esser tale, ma sola istruzione)


Signori, la questione maschile nasce da un femminismo che abbiamo supportato noi uomini, eclissando la figura del padre e issando su generazioni di perfetti rimbecilliti spinti a comportarsi nella maniera peggiore possibile per attrarre e tenersi fedele una donna.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 24, 2020, 14:58:53 pm
In poche parole, signori, parliamo di uomini cresciuti da padri totalmente assenti. Padri incapaci di spiegare loro come muoversi nel mondo. Padri totalmente succubi, sottomessi, depressi e incapaci di ricoprire un ruolo autorevole.

Questi uomini sono figli di una famiglia che manca della figura principale, di riferimento, ossia il padre.


Considerazioni condivisibili, ma come si è arrivati a questo punto? A parer mio il femminismo è proliferato come un bacillo, che ha trovato il giusto ambiente per replicarsi, e questo ambiente è il mondo capitalista; vorrei menzionare a questo riguardo la testimonianza di Chesterton, che negli anni '30 del secolo scorso scrisse:

Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».


Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 24, 2020, 18:20:29 pm
La questione maschile racchiude tantissimi uomini. Tra questi, tantissimi sono gli uomini "bravi", ossia i "bravi ragazzi" o nice guy, detto all'inglese.
Ma da dove nascono queste persone?
Io credo che il femminismo ha potuto dilagare anche grazie ad una nutrita schiera di nice guys i quali, credendo di fare il bene collettivo, sostenevano i diritti delle donne (e mai i doveri) non rendendosi conto di scavarsi da soli la propria fossa.
Spesso si tratta di ragazzi cresciuti col mito del nice guy, che facendo il bravo ragazzo troveranno una donna che li ama per quel che sono e non per quel che hanno. Sono stati cresciuti inculcando loro l'idea che uomini e donne sono uguali, al di la' delle "apparenti" differenze fisiche. E, spesso, che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori.


Mi sembra che la categoria del "bravo ragazzo" sia piuttosto ampia, e che non corrisponda necessariamente al tipo ideale da te considerato. Pensare di poter trovare una donna che ami un uomo per quel che è e non per quel che ha, non implica accogliere il principio di uguaglianza tra uomo e donna nè, a maggior ragione, ritenere "che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori".
D'altra parte il "cattivo ragazzo" ben potrebbe accettare detto principio di uguaglianza o il femminismo. Rammento che tra i femministi di primo pelo vi furono uomini ben distanti dallo stereotipo del bravo ragazzo, veri e propri libertini.
Ciò nonostante, anch'io riconosco l'esistenza della categoria maschile da te considerata, che non saprei come definire; questi uomini, per quanto sostengono, non recano danno soltanto agli uomini, ma anche alle stesse donne, le quali, incitate a perseguire una vita tipicamente maschile, allontanandosi dal proprio ruolo naturale e sociale, andranno probabilmente incontro a cocenti delusioni; non è un mistero che le donne dei nostri tempi, nonostante i tappeti rossi (e gli zerbini) che la società stende ai loro piedi, siano in realtà insoddisfatte, tanto in famiglia (se l'hanno) quanto nel lavoro.
Ed infine, come hai ben detto, tale categoria di uomini non assolve ai propri doveri paterni, privando i figli - ma non si sottovaluti l'impatto negativo sulle figlie - di un modello necessario alla propria crescita e all'acquisizione di una consapevolezza maschile.

Ci troviamo indubbiamente nel mezzo di un'emergenza educativa. La tradizione - il cui significato rispecchia il tenore etimologico del termine: consegnare, consegnare ciò che si è ricevuto - si è interrotta. Il padre si è trovato ad essere l'imperfetta copia della madre, tanto per ignoranza (sul proprio ruolo educativo, intendo), quanto per la prevaricazione di donne egotiste, totalizzanti la funzione genitoriale.
Lo sviluppo in senso capitalistico della società - ormai lontana dai modelli tradizionali, in cui i figli erano educati attraverso il lavoro dei genitori - ha certamente favorito lo sviluppo della perversione del sistema educativo, che oggi è prossimo ad una ulteriore degenerazione, l'educazione di Stato.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Frank - Luglio 24, 2020, 21:22:41 pm
Citazione
quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all'altezza, un padre che ha spiegato al loro figlio come rapportarsi con le donne?

Di padri che abbiano insegnato ai loro figli maschi come rapportarsi veramente con le femmine e che abbiano spiegato loro cone funzionano realmente le appartenenti all' inesistente gentil sesso, non ne conosco nemmeno uno, anche perché loro stessi non lo sapevano (e seguitano a non saperlo). *
Se cerco di far mente locale, mi tornano mente padri silenziosi o cazzari.
Me ne ricordo uno, padre di un mio amico marchigiano, che era solito prendere per il culo il figlio perché "non scopava", ossia "non ci sapeva fare" con le femmine... (eravamo negli anni Novanta)
Mio padre, invece, non ha mai speso una parola al riguardo: mutismo assoluto.

Quando i c.d. vecchi della q.m. scrivevano che gli uomini sono il problema principale dergli uomini lo facevano a ragion veduta.
Altro che il femminismo, che esiste e può esistere solo grazie all' inconsapevolezza, all' idiozia e alla pavidità maschile.


@@

* Di norma per un giovane maschio i rapporti con le femmine sono una "navigazione a vista"...
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 24, 2020, 21:24:34 pm
Citazione
La questione maschile racchiude tantissimi uomini. Tra questi, tantissimi sono gli uomini "bravi", ossia i "bravi ragazzi" o nice guy, detto all'inglese.
Ma da dove nascono queste persone?

Io credo che il femminismo ha potuto dilagare anche grazie ad una nutrita schiera di nice guys i quali, credendo di fare il bene collettivo, sostenevano i diritti delle donne (e mai i doveri) non rendendosi conto di scavarsi da soli la propria fossa.
Spesso si tratta di ragazzi cresciuti col mito del nice guy, che facendo il bravo ragazzo troveranno una donna che li ama per quel che sono e non per quel che hanno. Sono stati cresciuti inculcando loro l'idea che uomini e donne sono uguali, al di la' delle "apparenti" differenze fisiche. E, spesso, che in fondo le donne sono moralmente e intellettualmente superiori.

In poche parole, signori, parliamo di uomini cresciuti da padri totalmente assenti. Padri incapaci di spiegare loro come muoversi nel mondo. Padri totalmente succubi, sottomessi, depressi e incapaci di ricoprire un ruolo autorevole.

Questi uomini sono figli di una famiglia che manca della figura principale, di riferimento, ossia il padre.

Guardiamo un po' tutti noi al nostro passato familiare: quanti di noi possono dire di avere avuto un padre all'altezza, un padre che ha spiegato al loro figlio come rapportarsi con le donne? Un padre che abbia instillato loro valori che andassero oltre quelli dell'educazione scolastica? (la quale non puo' esser tale, ma sola istruzione)


Signori, la questione maschile nasce da un femminismo che abbiamo supportato noi uomini, eclissando la figura del padre e issando su generazioni di perfetti rimbecilliti spinti a comportarsi nella maniera peggiore possibile per attrarre e tenersi fedele una donna.
Fritz hai i complimenti ufficiali della moderazione :lol: per le discussioni interessanti che apri.
Ho avuto la fortuna, pare rara, di avere un padre che mi ha insegnato a capire e trattare le donne. Ciò non ha fatto di me un "PUA", ma le mie relazioni sono sempre state pacifiche, senza litigi e generalmente piacevoli.
Purtroppo però quasi tutti i padri sono stati come travolti da un cambiamento accelerato che non sono stati in grado di capire e questo li ha resi incapaci di assolvere al loro ruolo educativo.
La ragione è che sono caduti nella trappola (cui tuttora non sfugge la maggior parte degli uomini) di non capire la natura maligna della civiltà dei consumi e di rinnegare le loro tradizioni (la saggezza che centinaia di generazioni precedenti gli avevano consegnato) e la loro identità culturale per i gingilli forniti dal benessere.
Questo fenomeno può essere comprensibile tra persone poco istruite, in realtà contadine per esempio ma non ha scusanti tra coloro che dovrebbero essere le guide civili e spirituali del popolo, che in buona parte hanno taciuto se non addirittura favorito il degrado sociale.
Dopo il primo dopoguerra non si è fatto nulla per educare la gente (basti pensare alla TV delle paillettes, cinquant'anni di sonnifero per i sentimenti civici degli italiani). I partiti politici si sono concentrati sul benessere materiale e dal Concilio anche la Chiesa, abbondantemente infiltrata, è divenuta la Chiesa del silenzio.
A raccogliere i frutti di tutto questo siamo noi e abbiamo una scelta che è anche un dovere: o ripetere (in peggio) gli errori dei nostri padri e premere sull'acceleratore di anarchia e degrado, o cominciare a pensare di ricostruire una civiltà da queste macerie, valutando con umiltà la saggezza dei nostri antenati e adeguandola alle esigenze del tempo presente.
Citazione
alle stesse donne, le quali, incitate a perseguire una vita tipicamente maschile, allontanandosi dal proprio ruolo naturale e sociale, andranno probabilmente incontro a cocenti delusioni; non è un mistero che le donne dei nostri tempi, nonostante i tappeti rossi (e gli zerbini) che la società stende ai loro piedi, siano in realtà insoddisfatte, tanto in famiglia (se l'hanno) quanto nel lavoro.
Complimenti "ufficiali" anche a Malpais: se continui a scrivere così mi prendo una vacanza!
Un tipico stereotipo femminista (molto radicato anche tra noi attivisti maschili!) è che uomini e donne siano identici e debbano fare ad ogni costo le stesse cose, dal pugile all'astronauta al manager.
La differenza sessuale implica anche una diversità di ruoli, che se non viene recuperata (sempre, ripeto, adeguandola alle esigenze di oggi) porterà alla disintegrazione di entrambi i sessi. Già oggi le donne con le loro (inutili) carriere cercano di distrarsi dalla loro profonda infelicità che si esprime con problemi depressivi o di altra natura. Il loro adattamento acritico ad un mondo disumanizzante (a differenza di noi uomini che verbalizziamo la nostra condizione) le rende come delle bombe pronte a esplodere in faccia all'uomo che ha la ventura di mettersele in casa.
Citazione
Il padre si è trovato ad essere l'imperfetta copia della madre, tanto per ignoranza (sul proprio ruolo educativo, intendo), quanto per la prevaricazione di donne egotiste, totalizzanti la funzione genitoriale.
Lo sviluppo in senso capitalistico della società - ormai lontana dai modelli tradizionali, in cui i figli erano educati attraverso il lavoro dei genitori - ha certamente favorito lo sviluppo della perversione del sistema educativo, che oggi è prossimo ad una ulteriore degenerazione, l'educazione di Stato.
Questo eccellente passaggio merita di essere messo nella sezione in evidenza. Anche se è di Chesterton, ci metto anche questo:
Citazione
Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».
Sono fatti che a prescindere dall'indirizzo politico ecc. dovrebbero essere scolpiti nella mente di ogni attivista maschile.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Frank - Luglio 24, 2020, 21:29:47 pm
Sì, Vicus, ma anche prima della "civiltà dei consumi" i padri non spiegavano realmente ai figli come funzionavano (e funzionano) le femmine.
I padri spiegavano "altro".

Ma poi, quale sarebbe "la società perfetta" ?
Non esistono società perfette, non sono mai esistite, né mai esisteranno, non fosse altro per il fatto che la perfezione non appartiene a questo folle mondo.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 24, 2020, 22:16:40 pm
Sì, Vicus, ma anche prima della "civiltà dei consumi" i padri non spiegavano realmente ai figli come funzionavano (e funzionano) le femmine.
Ne sei certo? Anche mio nonno un bel po' di cose me le ha insegnate. Nella mia famiglia le donne non sono state mai idealizzate, ma neppure detestate e tutti i matrimoni (cugini compresi fino all'8° grado) sono stati eccellenti, mai ci sono state situazioni di particolare tensione o tradimenti. Quando dico certe cose non parlo di ideali astratti ma di ciò che ho vissuto in prima persona. Poi, certo, i tempi, le leggi e le persone sono cambiate e anche altri miei parenti coetanei dicono che oggi non si trova nulla di buono e comunque il rischio è davvero sproporzionato ai possibili benefici.
Ma poi, quale sarebbe "la società perfetta" ?
Non esistono società perfette, non sono mai esistite, né mai esisteranno, non fosse altro per il fatto che la perfezione non appartiene a questo folle mondo.
Certo che non esistono società perfette ma esistono società funzionanti. E ne è stata data una definizione scientifica da parte di antropologi qualificati che chi formula teorie fantasiose farebbe bene a leggersi: una società funzionante è quella in grado di riprodursi.
Questo significa che la nostra magnifica e progressiva società di oggi, con il suo (ex) benessere, i suoi "diritti" femministi-LGBT, con divorzio ed adulterio facili è una società disfunzionale che non può durare.

Poi viviamo in Italia perbacco, guardiamoci intorno: la cultura contemporanea non è stata in grado di eguagliare (ma solo di degradare) le nostre splendide città e opere d'arte. Ci sarà una ragione? Magari che siamo diventati un Pianeta delle Scimmie, che si aggirano noncuranti tra splendidi manufatti che non sanno né capire né imitare. Questa immagine (SUV sullo sfondo compresi) non descrive forse il nostro presente?

(https://i.pinimg.com/originals/99/05/62/990562c6751631385e40ea5797e4f107.jpg)

Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 25, 2020, 14:27:14 pm
Considerazioni condivisibili, ma come si è arrivati a questo punto? A parer mio il femminismo è proliferato come un bacillo, che ha trovato il giusto ambiente per replicarsi, e questo ambiente è il mondo capitalista; vorrei menzionare a questo riguardo la testimonianza di Chesterton, che negli anni '30 del secolo scorso scrisse:

Non si ripeterà mai abbastanza che ciò che ha distrutto la famiglia nel mondo moderno è stato il capitalismo. Non vi è dubbio che anche il comunismo avrebbe potuto farlo, se mai avesse avuto l’occasione di uscire da quella landa desolata e semimongola in cui è fiorito. Eppure, per quanto ci riguarda, ciò che ha distrutto le famiglie, e incoraggiato i divorzi e trattato le antiche virtù domestiche con sempre maggior disprezzo, sono l’epoca capitalista e il potere del capitalismo.
È il capitalismo che ha instaurato una faida morale e una competizione di tipo commerciale tra i sessi; che ha distrutto l’influenza del genitore a favore di quella del datore di lavoro; che ha allontanato gli uomini dalle loro case in cerca di lavoro, costringendoli a vivere vicino alle fabbriche e alle aziende invece che vicino alle loro famiglie; soprattutto, è il capitalismo che ha incoraggiato, per motivi commerciali, l’esibizione pubblicitaria di scintillanti novità che, per la sua stessa natura, è la morte di ciò che le nostre madri e i nostri padri chiamavano «dignità», «modestia».


perche' il femminismo e' voluto dal capitalismo elitario. E senza esso non avrebbe mai proliferato, probabilmente non sarebbe mai nemmeno nato.
Il femminismo, e la voglia di favorire le carriere delle donne a tutti i costi, ha come scopo ultimo l'abbattimento dei salari: se una volta eravamo solo noi uomini a competere per i posti di lavoro, adesso la domanda e' raddoppiata. Chiunque conosca i principi base di economia sa che al raddoppio della domanda l'offerta alza il prezzo, ossia abbatte i salari nel nostro caso.

Ieri guardavo un video dove si mostrava come la retribuzione media di un avvocato sia calata nel corso degli ultimi 50 anni, e di come quella di un manovale di una piattaforma petrolifera sia invece in rialzo (e si tratta di stipendi molto elevati). Perche' le donne, desiderose di indipendenza, non optano per quest'ultimo genere di lavori*, anche molto remunerativi (molto piu' di un qualunque studio professionale medio)?

Semplice: perche' esistono lavori di alta precisione che richiedono alta competenza e dove un errore puo' risultare fatale, nonche' si tratta di lavori non di status pregiato. Ma perche' l'avvocato ha perso il suo potere d'acquisto, il manovale di piattaforma invece lo ha visto in rialzo? Perche' nessuna donna vuole fare quest'ultimo mestiere, semplice. E dunque la domanda non si e' mai inflazionata.


P.S.

*Perche' il femminismo e' spinto dall'elite finanziaria globale occidentale che mira, appunto, all'abbattimento dei salari. E' il femminismo che e' guidato dall'alto, da dove provengono le varie voci come "la donna deve fare carriera e non figli". Se il femminismo fosse davvero una corrente genuina per le donne, e si curasse di loro in maniera disinteressata, perche' allora non ha mai parlato di fondi, associazioni, lotte femministe per le casalinghe con figli? Perche' invece, al contrario, c'e' un disprezzo profondo del femminismo per queste donne che hanno scelto di essere madri a tempo pieno? Eppure se si tratta di femminismo, di diritti delle donne, dovrebbe tutelare soprattutto queste ultime donne. Ma non lo fa, non se ne cura nemmeno. Perche' chi comanda davvero il femminismo non sono le donne - non ne hanno le capacita', nessuna donna ha la capacita' ultima di comando e gestione di movimenti - ma sono le elite finanziarie (chiediamoci da dove venivano tutti i soldi a sostegno delle prime lotte femministe). E queste vogliono le donne nei posti top 20% di lavoro perche' sono quei posti dove il lavoro e' spesso di routine e dove obbedire al capo (tutti uomini, ma questo le donne fanno finta di non vederlo) e' facile se hai sotto di te persone remissive, pronte a tutto per la carriera e accecate da un odio verso altro.

Il femminismo non e' mai stato un movimento che ha fatto gli interessi delle donne. Questo lo capirebbe chiunque, basta analizzare con cura tutto quello che ho scritto riguardo le casalinghe.

Il femminismo e' l'ennesima isteria di massa, controllata dalle elite, il quale ha prodotto donne profondamente infelici, sulla soglia dei 32-33 anni ormai disperatissime in cerca di un uomo col quale fare un figlio perche' han capito di avere buttato nel cesso i migliori anni della loro vita (il picco riproduttivo di una donna e' sui 21-22 anni, a 25 c'e' gia' un primo netto calo. A 27-28 anni, la fertilita' di una donna, e' gia' ridotta a meno del 50% e a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente - a meno di accettare figli con problemi/autistici).

Questo e' il femminismo. Non e' proliferato in un ambiente per lui, e' proliferato per volere di chi ha i soldi (ma davvero tanti soldi, stiamo parlando di persone provenienti da famiglie oscure che operano dietro le quinte, con un potere immenso).
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 25, 2020, 14:53:07 pm
P.P.S.

Per quanto mi stiano sul cazzo, qualora ci fosse qualche donna a leggere queste righe, voglio dirle: ti stanno prendendo in giro, bella. Prima gli schiavi del sistema eravamo solo noi uomini. Adesso vogliono rendere schiava pure te. Non stare a sentire quello che dice la la femminista coi capelli blu/rosa, ascolta quello che senti dentro di te. La carriera non ti dara' mai la soddisfazione di avere allevato un figlio, perche' la carriera e' fine a se' stessa ed e' al servizio del datore di lavoro, non di te.
E se ti chiedi perche' mai gli uomini invece possano dedicarsi alla carriera, allora ti svelo un grande segreto - che poi tanto segreto non e': a molti uomini la carriera non e' mai interessata. Perche' la facciamo? Perche' dobbiamo farlo. Perche' noi uomini, a differenza di voi fanciulle, se non andiamo a guadagnarci la pagnotta, non ce la dara' nessuno, questa pagnotta. E se non andiamo a lavorare non possiamo sostenere una famiglia.
E tanti uomini si alzano al mattino e vanno in ufficio tutti i santi giorni non perche' sono felici di farlo, ma perche' sanno che tramite cio' avranno di che mangiare e di che far mangiare alla propria famiglia.

E tu, cara fanciulla, credi ancora che noi uomini ti abbiamo segregata in casa per millenni perche' non volevamo che tu sgobbassi mattina, pomeriggio sera (e notte) al lavoro? Sappi che il premio di tutti questi sforzi e' il nulla, se non sono rivolti alla propria prole. E il vuoto che avrai dentro non fara' che divorarti fino alla sindrome da burnout (in media, secondo studi scientifici, intorno ai 37-40 anni per voi gentil sesso) che avrai quel giorno in cui, ormai piena di stress, ti capitera' sotto mano quella foto della compagna di liceo che tanto detestavi tanto, con in braccio il suo bel bambino, che tu non hai mai avuto (e non potrai mai piu' avere per il resto della tua vita).
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 25, 2020, 16:11:38 pm
Metto in evidenza anche questi due post
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Frank - Luglio 25, 2020, 18:29:36 pm
Ne sei certo? Anche mio nonno un bel po' di cose me le ha insegnate. Nella mia famiglia le donne non sono state mai idealizzate, ma neppure detestate e tutti i matrimoni (cugini compresi fino all'8° grado) sono stati eccellenti, mai ci sono state situazioni di particolare tensione o tradimenti. Quando dico certe cose non parlo di ideali astratti ma di ciò che ho vissuto in prima persona.

Sì, ne sono certo.
Le eccezioni non rappresentano la regola.
In materia di rapporti tra i due sessi, gli uomini che ci han preceduti non son stati affatto dei buoni maestri.


Citazione
Questo significa che la nostra magnifica e progressiva società di oggi, con il suo (ex) benessere, i suoi "diritti" femministi-LGBT, con divorzio ed adulterio facili è una società disfunzionale che non può durare

Sarà quel che deve essere, tanto ci sono eventi di fronte ai quali i comuni mortali possono fare ben poco, a parte scrivere sul web.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 26, 2020, 01:19:18 am
P.P.S.

Per quanto mi stiano sul cazzo, qualora ci fosse qualche donna a leggere queste righe, voglio dirle: ti stanno prendendo in giro, bella. Prima gli schiavi del sistema eravamo solo noi uomini. Adesso vogliono rendere schiava pure te. Non stare a sentire quello che dice la la femminista coi capelli blu/rosa, ascolta quello che senti dentro di te. La carriera non ti dara' mai la soddisfazione di avere allevato un figlio, perche' la carriera e' fine a se' stessa ed e' al servizio del datore di lavoro, non di te.
E se ti chiedi perche' mai gli uomini invece possano dedicarsi alla carriera, allora ti svelo un grande segreto - che poi tanto segreto non e': a molti uomini la carriera non e' mai interessata. Perche' la facciamo? Perche' dobbiamo farlo. Perche' noi uomini, a differenza di voi fanciulle, se non andiamo a guadagnarci la pagnotta, non ce la dara' nessuno, questa pagnotta. E se non andiamo a lavorare non possiamo sostenere una famiglia.
E tanti uomini si alzano al mattino e vanno in ufficio tutti i santi giorni non perche' sono felici di farlo, ma perche' sanno che tramite cio' avranno di che mangiare e di che far mangiare alla propria famiglia.

E tu, cara fanciulla, credi ancora che noi uomini ti abbiamo segregata in casa per millenni perche' non volevamo che tu sgobbassi mattina, pomeriggio sera (e notte) al lavoro? Sappi che il premio di tutti questi sforzi e' il nulla, se non sono rivolti alla propria prole. E il vuoto che avrai dentro non fara' che divorarti fino alla sindrome da burnout (in media, secondo studi scientifici, intorno ai 37-40 anni per voi gentil sesso) che avrai quel giorno in cui, ormai piena di stress, ti capitera' sotto mano quella foto della compagna di liceo che tanto detestavi tanto, con in braccio il suo bel bambino, che tu non hai mai avuto (e non potrai mai piu' avere per il resto della tua vita).
Ho messo in evidenza questi eccellenti post. Una sola nota: non è vero che la donna è stata "segregata in casa", lavorava i campi insieme all'uomo anche se dedicava del tempo alla casa e alla prole (del resto chi è che riparava ad es. un tetto? L'uomo).
Inoltre la casa non era il dormitorio che è oggi, ma un centro di vita sociale: per esempio le donne andavano alla fonte a lavare i panni tutte insieme cantando. Sicuramente meglio che lo stile di vita alienante di oggi.
Il lavoro femminile (ma anche maschile) ha diviso le famiglie che si rivedono solo la sera tra quattro mura (anche dopo ore di treno pendolari) per dormire. Nei condomini non c'è vita sociale, ognuno vive chiuso nel suo miniappartamento al decimo piano di squallide periferie (v. Milano) dominate dal caos etnico (difficile socializzare con dei sikh). Ai figli ci pensano costose strutture di Stato come gli asili nido, che non possono minimamente sostituire i genitori. Il tutto in un quadro di marcata obsolescenza del lavoro impiegatizio-professionale, ben nota alle élite. Quanti dei lavori in grandi strutture multinazionali o statali sono realmente necessari (scienza del clima, scienza della comunicazione, risorse umane)?

E' un modo di vita disumano che non si accenna a mettere in discussione! Anzi: più carriere, più donne, più asili nido, più "Europa", più precariato, più fondi agli immigrati.
Dovrebbe essere il tema n° 1 (o giù di lì) della Questione Maschile e non aggiungo altro.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 01:32:31 am
Ho messo in evidenza questi eccellenti post. Una sola nota: non è vero che la donna è stata "segregata in casa", lavorava i campi insieme all'uomo anche se dedicava del tempo alla casa e alla prole (del resto chi è che riparava ad es. un tetto? L'uomo).
Inoltre la casa non era il dormitorio che è oggi, ma un centro di vita sociale: per esempio le donne andavano alla fonte a lavare i panni tutte insieme cantando. Sicuramente meglio che lo stile di vita alienante di oggi.
Il lavoro femminile (ma anche maschile) ha diviso le famiglie che si rivedono solo la sera tra quattro mura (anche dopo ore di treno pendolari) per dormire. Nei condomini non c'è vita sociale, ognuno vive chiuso nel suo miniappartamento al decimo piano di squallide periferie (v. Milano) dominate dal caos etnico (difficile socializzare con dei sikh). Ai figli ci pensano costose strutture di Stato come gli asili nido, che non possono minimamente sostituire i genitori. Il tutto in un quadro di marcata obsolescenza del lavoro impiegatizio-professionale, ben nota alle élite. Quanti dei lavori in grandi strutture multinazionali o statali sono realmente necessari (scienza del clima, scienza della comunicazione, risorse umane)?

E' un modo di vita disumano che non si accenna a mettere in discussione! Anzi: più carriere, più donne, più asili nido, più "Europa", più precariato, più fondi agli immigrati.
Dovrebbe essere il tema n° 1 (o giù di lì) della Questione Maschile e non aggiungo altro.

E' verissimo quel che dici. La mia domanda era ipotetica nel precedente post. Le donne lavoravano anche prima e studiavano anche prima. Semplicemente, solo le figlie della upper-middle-class potevano accedere all'istruzione scolastica e stessa cosa per i figli maschi.
I figli maschi delle classi meno abbienti talvolta accedevano all'istruzione scolastica a discapito delle sorelle femmine? A volte capitava, e' vero, ma c'e' un fraintendimento di fondo: gli uomini dovevano comunque lavorare da grandi per provvedere alla famiglia, e per questo i padri investivano nello studio su di loro e non sulle femmine (che avrebbero trovato comunque un uomo che le avrebbe mantenute).

Il lavoro maschile era un lavoro di fornimento di risorse, in ultima istanza. Il lavoro femminile era un lavoro di gestione delle risorse del marito, accudimento dei figli e gestione della casa.

Se uno dei due smette all'improvviso di adempiere al proprio ruolo per scimmiottare quello dell'altro, tutto non ha piu' senso, perche' e' assurdo vivere per lavorare fino alla morte (spendendo ogni avere in frivolezze di ogni tipo), perche' il denaro che si guadagna e' frutto del nostro tempo che e' parte della nostra vita. E l'unico tempo della propria vita speso bene e' quello dedicato nell'allevarne un'altra, di vita, che e' il proseguimento della propria specie.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 01:35:54 am
Citazione da: Vicus
E' un modo di vita disumano che non si accenna a mettere in discussione! Anzi: più carriere, più donne, più asili nido, più "Europa", più precariato, più fondi agli immigrati.
Dovrebbe essere il tema n° 1 (o giù di lì) della Questione Maschile e non aggiungo altro.

Come in Blade Runner.  :(

Citta' ammassate, gente che non ha mai visto un albero in vita sua ... E' un orrore (io personalmente detesto la citta' e ho sempre preferito vivere fuori, tra le campagne, nella tranquillita' e aria pulita). 
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 01:42:46 am
La verita', a mio parere, e' che le donne per gestire al meglio la propria vita, dovrebbero programmare una interruzione volontaria dal mondo del lavoro per un ritorno in futuro.

Se le donne hanno il loro picco di fertilita' intorno ai 21-22 anni, e' assurdo che lo Stato le costringa a studiare fino ad una laurea che, se tutto va bene, arriva a 23-24 anni per penare tra vari stages e lavori vari andando di qua e di la' per il mondo.  Trovo di per se' gia' assurdo che uno Stato permetta ad una donna di espatriare cosi' facilmente per lavoro (pensateci bene: quale popolo cede le proprie donne allo straniero?).

L'ideale per una donna e' proseguire al massimo fino ad una laurea breve, da conseguire entro i 23 anni. E sposarsi col proprio uomo e figliare entro i 25 anni. Dopo i primi 5-6 anni di maternita', ritornare al lavoro per supporto finanziario alla famiglia, preferibilmente con un lavoro che non la occupi tutto il giorno.

Fossi donna, agirei cosi'. Non vedo francamente altre vie percorribili sensate. Se si crede davvero che un figlio possa vivere senza vedere i genitori nei primi 5-6 anni, si e' davvero alienati dalla realta'.

Gia' che ci penso, mi viene in mente un libro di Bertrand Russell, "L'elogio dell'Ozio", dove l'inglese spiegava come fosse tutto sommato condivisibile che tutti i bambini andassero in scuole di Stato che li educasse a tal scopo.

Come sempre, i grandi pensatori peccano di ingenuita' e talvolta mancano di senso pratico.


P.S.

A proposito di questo, io ho sempre pensato che il modello scolastico vigente sia assolutamente dannoso sotto tutti gi aspetti. E' un discorso lungo e andrei off topic, ma per sommi capi: le scuole medie andrebbero abolite o totalmente riviste, le scuole superiori dovrebbero avere programmi diversi e negli ultimi 2 anni "programmabili" a seconda dello studente, una sorta di interfaccia tra liceo e universita'. L'universita' cosi' sarebbe molto piu' breve, e il passaggio alla quale sarebbe meno "violento" per i ragazzi ... A 21-22 anni il conseguimento della laurea magistrale sarebbe possibile.
Eliminare il sistema bocciato/promosso, inserire voti in centesimi per ogni anno scolastico in tutte le materie (che sarebbero, senza le bocciature, stavolta veritieri e scomparirebbe il 6 politico).
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 26, 2020, 02:15:41 am
Sono proposte del tutto sensate. Forse si potrebbe fare ancora di meglio: giorni fa ho visto un documentario sulle politiche familiari in Israele. Ebbene, le coppie si sposano a 18-20 anni durante gli studi universitari, ed esistono dormitori universitari per famiglie! Le politiche familiari (sostegni economici, congedi anche di anni ecc.) sono inoltre tra le più avanzate al mondo.
Detto questo, è davvero prioritario per una nazione che un enorme numero di donne vada all'università e lavori? E' realmente necessario che milioni di donne studino l'algebra o il greco? Non sto dicendo che alle donne andrebbe "proibito" di studiare o lavorare, ma forse potrebbero farlo solo quelle estremamente dotate e motivate (rinunciando di fatto a una famiglia).
Al liceo, quando le quote rosa non imperversavano ancora, per stessa ammissione dei professori (il 60% dei quali donne) le ragazze erano tutte sulla soglia della mediocrità in tutte le materie. Perché invece di studiare algebra a scuola, una donna non può beneficiare del privilegio di farsi una cultura leggendo i libri che preferisce?
Quante delle donne che scaldano sedie in un ufficio sono davvero indispensabili, e qual è il costo sociale della denatalità conseguente al lavoro femminile che sottrae impieghi agli uomini e abbassa i loro salari? Sono assurdità ideologiche di cui neppure noi attivisti maschili ci siamo ancora liberati!
L'ho già detto molte volte: le uniche famiglie che funzionano oggi (nonostante leggi sperequate) sono quelle in cui le donne si sposano giovani e vergini e si dedicano a tempo pieno alla famiglia (e non per fare le mantenute ma perché sono state educate a farlo). Guarda caso poi queste donne sono mediamente molto più intelligenti, colte, sagge e civili delle bisbetiche laureate di oggi.
Progresso o no, altra soluzione non c'è. Si possono fare dei compromessi se una donna ha particolari doti professionali, ma più ci si allontana da questo modello più si creano problemi. E in un momento di emergenza demografica, non ci sarebbe nemmeno da discuterne bisognerebbe agire subito.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 26, 2020, 11:30:12 am

Gia' che ci penso, mi viene in mente un libro di Bertrand Russell, "L'elogio dell'Ozio", dove l'inglese spiegava come fosse tutto sommato condivisibile che tutti i bambini andassero in scuole di Stato che li educasse a tal scopo.

Come sempre, i grandi pensatori peccano di ingenuita' e talvolta mancano di senso pratico.


E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite. Non c'è quindi da meravigliarsi se il buon Bertrand, la lasciò, all'età di 64 anni, per sposare la bambinaia dei loro figli, di anni 26. Ovviamente divorziò anche da costei - interessante la testimonianza del figlio Conrad (fonte: La Repubblica): Era il 1950 e i miei genitori si trovavano in vacanza in Sicilia con degli amici. Mio padre bevve moltissimo, un bicchiere dopo l' altro senza alcun limite. Poi si mise a corteggiare tutte le donne del suo gruppo in maniera tanto pesante che mia madre non poté sopportarlo.
Russell si sposò una quarta volta, a 80 anni.
Certo, Bertrand Russell non raggiunse le alte vette di Sartre, che condivideva le stesse amanti, anche minorenni, della propria compagna, Simone De Beauvoir, ma rappresenta un fulgido esempio di cosa significhi essere un vero femminista. Senza ironia.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 12:40:28 pm
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite. Non c'è quindi da meravigliarsi se il buon Bertrand, la lasciò, all'età di 64 anni, per sposare la bambinaia dei loro figli, di anni 26. Ovviamente divorziò anche da costei - interessante la testimonianza del figlio Conrad (fonte: La Repubblica): Era il 1950 e i miei genitori si trovavano in vacanza in Sicilia con degli amici. Mio padre bevve moltissimo, un bicchiere dopo l' altro senza alcun limite. Poi si mise a corteggiare tutte le donne del suo gruppo in maniera tanto pesante che mia madre non poté sopportarlo.
Russell si sposò una quarta volta, a 80 anni.
Certo, Bertrand Russell non raggiunse le alte vette di Sartre, che condivideva le stesse amanti, anche minorenni, della propria compagna, Simone De Beauvoir, ma rappresenta un fulgido esempio di cosa significhi essere un vero femminista. Senza ironia.


Diciamo anche che buona parte della fama di Russell deriva dalle lectio che segui' a Torino di Giuseppe Peano, grandissimo matematico italiano a cui Russell dovrebbe cedere tutti i suoi presunti meriti.

Russell era nobile, ricco figlio di una famiglia potente. Poteva fare quello che voleva con le donne e per lui era del tutto naturale supportarle.
Il punto cruciale, che a questo punto e' cristallino ed evidentissimo grazie a questo prezioso intervento di Malpais, e' che per l'elite (ossia per le famiglie molto potenti, politicamente ed economicamente) fa comodo la libera sessualita' perche' loro sono il top 20% degli uomini, con o senza meriti, e quindi si prenderanno tutte le donne che vogliono.

Ecco spiegata "l'altra faccia" del femminismo, voluto dalle elite non dimentichiamolo e non dalle donne: abbattere i salari e legittimare il mito del "ius primae noctis", ossia pigliarsi tutte le donne migliori e gettarle come niente fosse non appena arrivano a 30 anni, e ripetere il ciclo fino alla morte, come il buon Bertrand ha chiaramente spiegato con la sua biografia.


P.S.

Ora non ricordo il nome, ma esiste una storia assai simile di un nobile milanese italiano al quale piaceva vedere la propria giovane mogliettina copulare assieme ad altri uomini, mentre egli le scattava foto. Fini' come altrimenti non si poteva: lui la uccise una notte mentre copulava assieme ad un giovane studente e poi si sparo' una pallottola in testa.

Il femminismo e' voluto dalle elite, ripeto, perche' cio' abbatte i salari e spinge verso il basso l'80% della popolazione maschile, e verso l'alto il top 20% della popolazione maschile, facendo in modo che "gli ultimi saranno gli ultimi perche' i primi saranno irraggiungibili" (citando un famoso brano di Frankie Hi NRG).
Perche' cio' accade? Perche' l'elite spesso si abbandona all'edonismo (v. manifesto di Kaczynsky), perde il senso della realta' e realizza il cupio dissolvi: l'autodissoluzione di se' stessi vivendo di vizi e piaceri, distruggendo la loro stessa famiglia in una smania di onnipotenza.
E' questa la fine che fanno tutte le elite che arrivano a tanto, cosi' come lo stesso Russell: ha compromesso la sua linea di discendenza. E come lui tanti altri.

Le donne piu' sveglie intuiscono come sono fatti questi uomini: non cedono alle loro lusinghe perche' nella donna c'e' una sorta di rivelatore al loro interno. Se vedono che l'uomo non si applica, non lo trovano attraente.

Ragion per la quale ci sono si' tante donne gold diggers, ma non lo sono tutte.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 26, 2020, 13:05:47 pm
Lo stile di vita occidentale, come detto, è incompatibile con tassi di natalità che permettano il sopravvivere di una civiltà. Tuttavia ritengo che gli studi universitari non siano ostativi al raggiungimento del buon obiettivo, quanto piuttosto lo siano le scelte di vita compiute dopo gli stessi.
Se una ragazza si laureasse a 24 o 25 anni, potrebbe sposarsi a 26 ed avere il primo figlio a 27. È vero che la fertilità femminile cala sensibilmente, ma il calo non è così significativo da precludere la possibilità di molteplici gravidanze, nel corso della vita riproduttiva. Colgo il senso del discorso di Fritz, e lo condivido, ma non posso confermare, alla lettera, tale affermazione: a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente - a meno di accettare figli con problemi/autistici .
L'età media delle donne europee al primo figlio è di 29,3 anni, quella delle italiane, che svettano in classifica, è di 31,2 anni (fonte: Eurostat 2018). Tutti noi conosciamo madri di famiglia che hanno avuto figli sani e forti dopo i 30 anni, e avrebbero potuto averne di più, se avessero voluto. Oggi in Europa non nascono figli perché gli europei non li vogliono.  E il distacco tra rapporto affettivo e filiazione non risulta soltanto dalla denatalità, non soltanto dagli aborti, ma anche dalla diffusione, ormai capillare, degli asili nido, come già opportunamente rilevato; anche le scuole dell'obbligo, rispetto a pochi anni fa, hanno intensificato  l'adozione di modalità d'insegnamento "a tempo pieno", e non certo per fini didattici.
Anch'io vedo favorevolmente i matrimoni  tra ventenni, per esempio nell'ipotesi di due ragazzi già fidanzati, e in condizioni economiche per poter costituire una famiglia attraverso il lavoro di lui. Ma nemmeno sono contrario agli studi universitari; occorre infatti rilevare che la laurea potrebbe permettere più facilmente a una madre di famiglia di lavorare part-time, o da casa, o di sopperire alle eventuali difficoltà lavorative del marito, e garantirebbe maggiori possibilità di inserimento lavorativo in caso di vedovanza. Conosco personalmente donne, brillantemente laureate, che hanno scelto di fare le casalinghe e costituire famiglie numerose (di 4 o o più figli). La laurea non è di per sè un problema. Quello che è sbagliato, piuttosto, è l'utilizzo che se ne fa, è ritenere di dover lavorare per far fruttare anni di studi, invertendo il giusto rapporto tra mezzi e fini.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 26, 2020, 13:11:22 pm
Citazione
per l'elite (ossia per le famiglie molto potenti, politicamente ed economicamente) fa comodo la libera sessualita' perche' loro sono il top 20% degli uomini, con o senza meriti, e quindi si prenderanno tutte le donne che vogliono.

Proprio così.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 13:29:23 pm

L'età media delle donne europee al primo figlio è di 29,3 anni, quella delle italiane, che svettano in classifica, è di 31,2 anni (fonte: Eurostat 2018). Tutti noi conosciamo madri di famiglia che hanno avuto figli sani e forti dopo i 30 anni, e avrebbero potuto averne di più, se avessero voluto.

Ti rispondo con i dati.

Intanto, il fatto di conoscere donne con figli avuti a 30 o piu' anni sani e forti, non e' di per se' una conferma che avere figli dopo i 30 sia normale. Infatti non lo e', e la maggioranza dei figli avuti dopo i 30 anni ha problemi di qualsiasi tipo.

Ma prendiamo un po' di dati. Ad esempio, andiamo qui: https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility

Da questo grafico https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility#/media/File:Age_and_female_fertility.svg

Si deduce che gia' superati i 30 il rischio di sterilita' esiste ed e' concreto. Da quest'altro grafico, https://en.wikipedia.org/wiki/Age_and_female_fertility#/media/File:Non-Growing_Follicles.png


si deduce come gia' superati i 25 anni la situazione, per una donna, sia drammatica.

Dalla pagina, cito

Citazione
According to a study done on a sample of 782 healthy European couples ages 19–39, fertility starts declining after age 27 and drops at a somewhat greater rate after age 35. The women were divided into four age groups: 19–26, 27–29, 30–34 and 35–39. Statistical analysis showed that the women in the 27–29 age group had significantly less chance on average of becoming pregnant than did the 19- to 26-year-olds. Pregnancy rates did not change notably between the 27–29 age group and the 30–34 age group, but dropped significantly for the 35–39 age group.

Inoltre, e' un fatto ormai confermato dalla Scienza che piu' e' alta l'eta' della madre, piu' e' alta la probabilita' che il figlio sia autistico, come riportato qui https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3494409/

Citazione
In subgroup analyses of women with maternal age ≥35 years (n = 1,020), artificial insemination was significantly associated with ASD; ovulation inducing drug (OID) use was significantly associated in crude but not adjusted analyses (odds ratio 1.81, 95% CI 0.96–3.42). Results were similar by diagnostic subgroup, though within the advanced maternal age group, OID and artificial insemination were significantly associated with Asperger syndrome and pervasive developmental disorder not-otherwise specified, but not autistic disorder.

E' altresi' provato che nel mondo occidentale il numero di bambini autistici e' in spaventoso aumento. La correlazione (e causa-effetto, come l'articolo sopra studia) con l'avanzata eta' della madre e' ovvia.

Infine, andando qui https://en.wikipedia.org/wiki/Advanced_maternal_age

leggiamo

Citazione
Advanced maternal age is associated with adverse reproductive effects such as increased risk of infertility,[4] and that the children have chromosomal abnormalities.[5] The corresponding paternal age effect is less pronounced.[6][7]

Citazione
A woman's risk of having a baby with chromosomal abnormalities increases with her age. Down syndrome is the most common chromosomal birth defect, and a woman's risk of having a baby with Down syndrome is:[5]

    At age 20, 1 in 1,441
    At age 25, 1 in 1,383
    At age 30, 1 in 959
    At age 35, 1 in 338
    At age 40, 1 in 84
    At age 45, 1 in 32
    At age 50, 1 in 44

Avete letto benissimo: il rischio di avere un figlio Down con una donna di 30 anni e' di 1 su 959, meno di uno su mille. A trentacinque anni, questa probabilita' si moltiplica per tre. Quindi non e' affatto vero che le donne possono fare figli tranquillamente dopo, perche' la Natura se ne infischia del nostro sistema scolastico e di com'e' fatto: la donna deve fare figli intorno ai 22 anni. Farli gia' dopo i 25 e' un rischio (dalla tabella vediamo che 25 anni e' proprio il primo incremento in probabilita' di avere un figlio down). Farli dopo i 30 e' quasi una follia, a ben pensarci.

Si', conosciamo tutti donne con figli fatti dopo i 30 sani e forti. Mia madre mi ha partorito a quasi 38 anni. La mia salute e' cagionevole, sono spesso raffreddato, persino d'estate.
Conosco una donna che ha avuto un figlio a 35 anni: il bimbo e' autistico e ha il diabete di tipo 1 gia' a 2 anni.

Conosco un'altra donna che ha provato ad avere un figlio a 31 anni: aborto spontaneo.

Conosco un'altra donna che ha partorito a 31 anni: ha rischiato di morire durante il parto, non ti dico cosa le e' successo.

Ci sarebbe molto altro da dire, ma ritengo sia controproducente dare false speranze alle donne (che ci leggono, se ci leggono), e agli uomini stessi: per un uomo, sposarsi una donna di 28-30 anni e' come prendere un'automobile sfasciata col rotino di scorta sull'anteriore destra. Letteralmente.

E' la Natura ad essere cosi', non e' colpa di nessuno.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 26, 2020, 15:12:06 pm
Dai dati che hai fornito, Fritz, si evince che la fertilità delle donne regredisce all'avanzare dell'età, e similmente aumentano le probabilità di problemi al nascituro. Io non ho contestato queste risultanze. Io ho contestato questa affermazione:  a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente - a meno di accettare figli con problemi/autistici .
Nella fonte che mi hai indicato risulta, da una ricerca del 1957, che erano sterili 7 donne su 100, all'età di 30 anni; 11 donne su 100, all'età di 35 anni. Ciò significa che erano fertili 93 trentenni su 100 e 89 trentacinquenni su 100.

Citazione
il rischio di avere un figlio Down con una donna di 30 anni e' di 1 su 959, meno di uno su mille. A trentacinque anni, questa probabilita' si moltiplica per tre. Quindi non e' affatto vero che le donne possono fare figli tranquillamente dopo
Quindi, rimanendo a questi dati, tra le donne di 30 anni, 958 su 959 non generano figli con la sindrome di Down; tra le donne di 35 anni, 337 su 338.
Anche considerando altre patologie neonatali, continuo a contestare l'affermazione secondo cui sia quasi impossibile per una donna di 30 anni partorire degnamente.

Invitandoti ad osservare lo stato di salute dei figli di madri ultratrentenni non era mia intenzione affermare che da questo caso particolare sia lecito dedurre un principio generale, quanto piuttosto sottolineare come nella realtà la tua tesi non sia confermata. Secondo la tua tesi quasi nessuno di chi sia nato da madre trentenne dovrebbe essere sano, e invece è vero l'opposto: la quasi totalità dei nati da donne di 30 anni sono persone sane. E basta guardarsi intorno per rendersene conto.

Citazione
La mia salute e' cagionevole, sono spesso raffreddato, persino d'estate
Mi spiace, ma non vedo alcun nesso di causalità tra l'età di tua madre al momento del parto e il tuo raffreddore.

Citazione
per un uomo, sposarsi una donna di 28-30 anni e' come prendere un'automobile sfasciata col rotino di scorta sull'anteriore destra. Letteralmente.

Prendo atto della tua opinione, ma non la condivido.

Citazione
E' la Natura ad essere cosi', non e' colpa di nessuno.

Secondo natura è possibile e probabile che una donna abbia figli sani anche dopo i trent'anni. Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?
Ribadisco il senso del mio intervento: un conto è ritenere preferibile sposarsi in giovane età e riconoscere i limiti dell'orologio biologico, altro è sostenere che a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 15:25:57 pm
I dati sono dati e non vanno interpretati a fantasia.

Dai dati che ho fornito e' palese che una donna dopo i 28 anni ha grossi problemi a partorire, e ti ho fornito anche svariati esempi di persone che conosco. Il grafico che ti ho mostrato dimostra palesemente che a 28 anni la fertilita' di una donna e' gia' ben sotto il 50%. La probabilita' di un figlio down su 959 non e' affatto bassa come pensi, e non si tratta dell'unica patologia che puo' avere (vedasi l'autismo).

Continuo a sostenere la mia affermazione: fare figli con una donna dopo i 30 significa rischiare moltissimo, perche' il figlio ha una alta probabilita' di nascere con qualche patologia.

Come tu non veda il nesso col mio esempio non lo comprendo. Mia madre mi ha avuto a 38 anni quasi, la  mia salute e' come quella di un ottantenne, con l'aggravante che mio padre, 74enne, piglia mezzo raffreddore una volta ogni 10 anni. Io, se mi va bene, lo prendo 30 volte in un anno, con una quindicina di casi in cui sono costretto, letteralmente, a mettermi a letto e imbottirmi di farmaci.

Vedi tu se e' normale.

Non so dirti come tu faccia e sulla base di cosa tu affermi che i figli di donne trentenni sono tutti sani e forti; a me pare vero l'esatto contrario ed e' evidente sia dai casi che conosco (che infatti sono il primo a dire che non fanno statistica), sia dai numeri stessi che dicono, nero su bianco, che fare figli oltre i 30 per una donna significa fare figli con malattie.

Ed e' ovvio: in tutto l'occidente il numero di figli down, autistici, con diabete e altre patologie e' in spaventoso aumento. Cosa che non si osserva in alcune nazioni asiatiche e africane dove le donne diventano madri da giovani.

Ripeto, non voglio andarti contro, ma non si puo' negare la realta' e i numeri.


P.S.

Ho fatto due esempi: autismo e sindrome di down. In realta' di sono tantissime altre patologie. Se in tutto l'Occidente (Giappone incluso) il numero di persone affette da qualche patologia mentale/fisica e' in aumento (e si tratta di patologie innate, non acquisite), a mio avviso, con gli studi in nostro possesso, la deduzione e' ovvia.

Poi possiamo fare tutti i discorsi politicamente corretti che vogliamo; non servono a nulla, perche' non serve a nulla negare la realta'. Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza. Oltre quell'eta', dati in mano, e' evidente come il rischio di patologie inizi a crescere; e' evidente una soglia d'eta' significativa, intorno ai 25 anni nel corpo di una donna iniziano ad accadere delle cose. D'altra parte: quale uomo eterosessuale direbbe che una di 30 e' piu' attraente di una di 20?  L'istinto animale non mente mai, la biologia ci dice con i suoi impulsi sessuali quale donna e' fertile e sana e quale no.

E' crudele? Si', lo e'. Ma e' la Natura e va accettata per quello che e'.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 15:43:38 pm

Secondo natura è possibile e probabile che una donna abbia figli sani anche dopo i trent'anni. Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?



Si', rispondendo sinteticamente, la risposta e' si'. Dovrebbe desistere dalla tentazione di farne altri.

Ho detto che e' impossibile che siano sani e forti? No, ho detto che e' quasi impossibile, cosa diversa. 1/959 e' una probabilita' molto piu' alta di fare terno al lotto. Gia' questo dovrebbe essere un campanello d'allarme per tutte le donne.

Conosco una donna, madre di una splendida bambina, la quale si oppone alla richiesta del marito di fare un secondo figlio. Lei ha ormai quasi 40 anni e ha una paura fottuta di quello che potrebbe accadere, sia a lei che al nascituro eventuale. (invito a considerare che dopo i 30, anche la madre rischia patologie e non si tratta di cose da poco)


Ti racconto quest'ultima.
Una volta ero invitato ad una cena natalizia; varie persone sedute al tavolo e giocammo a carte. Accanto a me una coppia, con lei che aveva probabilmente superato i 35 (ora non ricordo quanti anni avesse). Era una donna piuttosto robusta.
Tutto il tempo a chiacchierare di come volesse un figlio e accusava il marito, un esemplare abbastanza patetico di maschio beta-provider, di avere uno sperma poco efficace. Tra le tante, lo mando' dall'urologo, perche' pensava che fosse lui il problema.
Io e un mio amico, compreso la grottesca situazione, invitammo lui a mangiare piu' proteine e rassicurammo lei che era solo questione di tempo.

Una tristezza immonda, infinita. Uno squallore senza precedenti.

Come gia' detto, questo e' solo uno della stragrande maggioranza di donne over 30 che conosco. E guardacaso, quasi tutte, confermano la tesi (fra l'altro scientificamente provata, nero su bianco).
No, dunque non e' un mio singolare caso. E' cosi', e ripeto che puo' essere crudele quanto vogliamo. Male per loro, che han perso tempo galoppando sul cockcarousel, che debbo dirti.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 16:08:11 pm
Sul Cockcarousel*

 Ci sono anche donne che hanno avuto una sfortuna cronica in questo, devo dirlo. Ne conosco una in particolare che ha avuto una vita infernale. Una madre psicopatica, un padre totalmente assente. Manipolata dalla madre, ha tardto negli studi e in tutto. Lei, molto religiosa, di sani principi, ha avuto un figlio sulla soglia dei 40 anni. Finora pare tutto bene, ma io "ho intravisto" qualcosa nel figlioletto che non va. E spero di sbagliarmi.

Il problema di fondo della scuola, invece, e' reale. La scuola pubblica e' un surrogato dell'avviamento militare. Il sistema bocciato/promosso incrementa le diseguaglianze e produce solo diplomati/laureati ignoranti. Nondimeno, i programmi sono obsoleti e inadeguati. L'ingresso nel mondo del lavoro e' troppo lento e avviene troppo tardi, questo e' un dato di fatto.
Ci sono studi scientifici che dimostrano come un laureato raggiunga il livello finanziario di un diplomato solo dopo avere lavorato per almeno 25 anni di fila (negli US e nello UK e' particolarmente vero, visto che per laurearti ti devi indebitare con le banche).
Essendo una struttura militare di default, la scuola e' pensata - paradosso - per gli uomini, non per le donne. E' fatta a misura di vita di un uomo. E' assurdo che una donna sia costretta a pensare ai figli sul tramonto della propria fertilita', con gravi rischi annessi, piuttosto che nel suo periodo d'oro (21-22 anni). E' come se i calciatori iniziassero la carriera a 28 anni anziche' a 16-17: non c'e' competizione con quelli che iniziano prima, sono sconfitti in partenza.

Questo paradosso e' meno tale se si pensa alla gaussiana della fertilita' delle donne: le donne in piena adolescenza sono gia' fertili e nel pieno della loro fertilita' che e' in fase crescente dai 13 ai 21 anni.
Se ne deduce che, se pigliamo l'intervallo 13-31 (19 anni complessivi), lo sezioniamo a intervalli di ampiezza 1/6 del totale e assumiamo un sigma=1/6, e consideriamo il picco a 21 anni, il periodo di picco maggiore si ha tra i 18 e i 24 anni (ancora una volta: guarda un po', anche questo casuale?).

Il sistema scolastico e' uno dei motivi per i quali le donne figliano tardi: e' disegnato a misura d'uomo (e nemmeno fatto tanto bene). Andrebbe riformato da zero, ma andiamo avanti con programmi scritti negli anni Venti, e conosciamo tutti quali sono le drammtiche conseguenze.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 16:21:47 pm
Sono proposte del tutto sensate. Forse si potrebbe fare ancora di meglio: giorni fa ho visto un documentario sulle politiche familiari in Israele. Ebbene, le coppie si sposano a 18-20 anni durante gli studi universitari, ed esistono dormitori universitari per famiglie! Le politiche familiari (sostegni economici, congedi anche di anni ecc.) sono inoltre tra le più avanzate al mondo.
Detto questo, è davvero prioritario per una nazione che un enorme numero di donne vada all'università e lavori? E' realmente necessario che milioni di donne studino l'algebra o il greco? Non sto dicendo che alle donne andrebbe "proibito" di studiare o lavorare, ma forse potrebbero farlo solo quelle estremamente dotate e motivate (rinunciando di fatto a una famiglia).
Al liceo, quando le quote rosa non imperversavano ancora, per stessa ammissione dei professori (il 60% dei quali donne) le ragazze erano tutte sulla soglia della mediocrità in tutte le materie. Perché invece di studiare algebra a scuola, una donna non può beneficiare del privilegio di farsi una cultura leggendo i libri che preferisce?
Quante delle donne che scaldano sedie in un ufficio sono davvero indispensabili, e qual è il costo sociale della denatalità conseguente al lavoro femminile che sottrae impieghi agli uomini e abbassa i loro salari? Sono assurdità ideologiche di cui neppure noi attivisti maschili ci siamo ancora liberati!
L'ho già detto molte volte: le uniche famiglie che funzionano oggi (nonostante leggi sperequate) sono quelle in cui le donne si sposano giovani e vergini e si dedicano a tempo pieno alla famiglia (e non per fare le mantenute ma perché sono state educate a farlo). Guarda caso poi queste donne sono mediamente molto più intelligenti, colte, sagge e civili delle bisbetiche laureate di oggi.
Progresso o no, altra soluzione non c'è. Si possono fare dei compromessi se una donna ha particolari doti professionali, ma più ci si allontana da questo modello più si creano problemi. E in un momento di emergenza demografica, non ci sarebbe nemmeno da discuterne bisognerebbe agire subito.

Intervento da incorniciare.

Gli ebrei in questo sono sempre piu' avanti di chiunque altro. Se volete crearvi una discendenza forte e potente, imparate a pensare come gli ebrei (che sono sempre stati fedeli alla propria cultura per millenni pur non avendo una nazione propria, e questo gia' dice tutto).

Se un popolo, senza uno stato, arriva a vette di potere come nessun altro, e possiede le maggiori menti scientifiche, analitiche e di pensiero di tutta l'umanita' (e i propri punteggi di QI sono tra i piu' alti del mondo), con una percentuale di Nobel spaventosa, non possiamo che dedurre che quel popolo e' speciale e la sa lunga piu' di altri.


Hanno ragione gli ebrei, Vicus: meglio fare figli in giovane eta' che farli dopo. Se andiamo a vedere le biografie dei piu' grandi pensatori dell'umanita', salvo rare eccezioni, quasi tutti a 20-24 anni avevano moglie e figli.

Io stesso rimasi basito quando, a suo tempo, lo scoprii. Perche' pare un paradosso, ma non lo e'.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 26, 2020, 18:41:31 pm
Citazione da: Malpais
E se non fosse ingenuità? Russell supportò i movimenti femministi dell'epoca, e non manifestò, nella vita privata, particolare sensibilità ai propri doveri di marito e padre di famiglia.
Sposato a 22 anni, separato a 39 anni, dopo molteplici relazioni extraconiugali; si risposa a 49 anni con l'attivista femminista Dora Black, la quale, cito da Wikipedia,  sosteneva che sia gli uomini che le donne fossero poligami per natura e, perciò, dovessero essere liberi, sia che fossero sposati o meno, per impegnarsi in relazioni sessuali che fossero basati sull'amore reciproco. Rispetto a ciò Dora fu una delle pioniere dell'informazione sulla libera sessualità, tanto quanto della lotta per i diritti delle donne e del libero accesso ai metodi di controllo delle nascite.
Ricorda moltissimo il pensiero di un "antifemminista" contemporaneo, che paragona il genere umano a scimmie copulanti. Ma non serve aggiungere altro.
Russell si fece anche la bella moglie di Thomas Eliot, che ne rimase scosso per tutta la vita e scrisse questo famoso verso: "Gli uomini d'avorio fanno compagnia tra di noi".
Era un pessimo sociologo. Pensava che la società potesse essere plasmata con cambiamenti impercettibili guidati da una élite non eletta, come la UE di oggi. Di lì a poco scoppiò la guerra.
Intervento da incorniciare.

Gli ebrei in questo sono sempre piu' avanti di chiunque altro. Se volete crearvi una discendenza forte e potente, imparate a pensare come gli ebrei (che sono sempre stati fedeli alla propria cultura per millenni pur non avendo una nazione propria, e questo gia' dice tutto).

Se un popolo, senza uno stato, arriva a vette di potere come nessun altro, e possiede le maggiori menti scientifiche, analitiche e di pensiero di tutta l'umanita' (e i propri punteggi di QI sono tra i piu' alti del mondo), con una percentuale di Nobel spaventosa, non possiamo che dedurre che quel popolo e' speciale e la sa lunga piu' di altri.


Hanno ragione gli ebrei, Vicus: meglio fare figli in giovane eta' che farli dopo. Se andiamo a vedere le biografie dei piu' grandi pensatori dell'umanita', salvo rare eccezioni, quasi tutti a 20-24 anni avevano moglie e figli.

Io stesso rimasi basito quando, a suo tempo, lo scoprii. Perche' pare un paradosso, ma non lo e'.
Oltretutto non sono amish, hanno un Paese all'avanguardia della tecnologia e della ricerca. Mentre noi diciamo cose da rinc*****niti come uteri artificiali, adozioni omo ed estrogeni agli uomini, che produrranno una generazione ancora più rinc****nita. Ciliegina sulla torta, ci viene anche detto che la soluzione alla questione maschile non è conoscibile: ma se ce ne sono infiniti esempi! Funzionano? E allora imitiamoli!
Altro che "scienziata del clima" e "mediatrice culturale" (per tacere delle "volontarie" in ONG): i figli vanno fatti da giovani in coppie stabili perché hanno un'importanza personale e sociale prioritaria.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 26, 2020, 19:05:19 pm
Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza.

No, questa è un'affermazione morale e in quanto tale è di competenza dell'etica, quindi della filosofia; non della natura nè della scienza, nemmeno quando siano personificate con tanto di iniziale maiuscola ("lo dice la Scienza...").

I dati sono dati e non vanno interpretati a fantasia.
Se fossi un poco più permaloso, potrei anche risentirmi per quest'affermazione, ma no, i dati non parlano da sè e devono giocoforza essere interpretati.

Gli aneddoti che hai riferito sono interessanti, ma non contraddicono la mia tesi. Io non ho mai sostenuto che sia indifferente l'età a cui si fanno figli, ho contestato la tua tesi: "a 30 anni e' ormai quasi impossibile per una donna partorire degnamente".
Tu stai sostenendo che la maggior parte delle donne italiane non partorisce degnamente. Io ho confutato la tua tesi, dimostrando dai dati che tu stesso hai fornito, che la quasi totalità dei bimbi nati da madre ultratrentenne non manifesta particolari malattie (sindrome di Down, autismo, etc.); la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19630 (http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19630), e nasce sano.

Ti ho domandato: "Cosa dovrebbe fare una madre di famiglia, compiuti i 30? Smettere di procreare per sopraggiunti limiti d'età?"
E mi hai risposto:
Citazione
Si', rispondendo sinteticamente, la risposta e' si'. Dovrebbe desistere dalla tentazione di farne altri.

Bene, Fritz, grazie al Cielo i coniugi Bach non hanno desistito e la madre, ultratrentenne, ha dato alla luce l'ottavo e ultimo figlio, Johann Sebastian, il mio musicista preferito.

Citazione
Come tu non veda il nesso col mio esempio non lo comprendo.
"Se Tizio, nato da madre di 37 anni, è cagionevole di salute, allora è cagionevole di salute perché è nato da madre di 37 anni": in base a quale principio logico? Ci sono soggetti nati da madri giovani che hanno lo stesso stato di salute di Tizio; altri, nati da madre anziana, che sono sani come pesci. Che ne è della genetica, dell'alimentazione, della crescita, dell'inquinamento, dello stile di vita e chissà di quali altri fattori?
E questo vale anche per:
Citazione
in tutto l'occidente il numero di figli down, autistici, con diabete e altre patologie è in spaventoso aumento

E infine hai scritto:
Citazione
non voglio andarti contro, ma non si puo' negare la realta' e i numeri.
Puoi eccome andarmi contro, e l'hai fatto. Hai espresso le tue idee e dato le tue interpretazioni fattuali, che sono parzialmente divergenti dalle mie. Che problema c'è? Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 19:44:29 pm
@Malpais

Mi spiace che tu possa sentirti offeso. Il mio modo di fare e' spesso rude per un semplice motivo: ho una formazione scientifica e quindi seguo i numeri, non la morale. Da cui la tua prima affermazione che mi pare, non me ne volere, un riflesso condizionato: non e' morale, sono i numeri, le donne hanno il picco di fertilita' tra i 18 e i 24 anni.

Ripeto: SONO NUMERI, non sono fatti morali.

Ti ho linkato diversi studi scientifici che mostrano come all'aumentare dell'eta' della madre aumenta il rischio di malattie e ti ho fatto diversi esempi. Non ha senso tirarmi fuori una rondine, che non fa primavera.

I numeri, ripeto, sono quelli (e non e' affatto vero che le madri italiane partoriscono figli sani oltre i 30 anni. Ci sono casi e casi, ma la Scienza ha ben dimostrato che oltre una certa eta' il rischio di avere figli con problemi E' CONCRETO).

Malpais, a me onestamente sembra che sia tu - forse per qualche ragione personale che non vuoi dirci, e lo capisco - a mettere una glassa di emotivita' su un concetto semplice, crudo e cristallino: i figli si fanno da giovani perche' e' da giovani che si e' nel pieno delle capacita' di farli.

Nessuno si piglia come manovale un ottantenne perche' sa che non ha le capacita' fisiche per reggere, cosi' come nessuno dovrebbe pensare di fare figli con una donna di >30 anni (e mi sto tenendo alto, in realta' il calo drastico inizia a 27-28).

Noi uomini da questo punto di vista siamo molto piu' fortunati: possiamo fare figli tranquillamente anche dopo 70 anni.

Ma per le donne il discorso e' diverso, e i numeri sono quelli mi dispiace, trovo fastidioso che mi si contestino dei numeri ma capisco le ragioni che ci possono essere dietro.

Per ultimo, ti chiedo: sei mai stato in Asia? Io ho un amico che ci va spesso e mi racconta come ragazze di 23-24 anni single, anche bellissime, gi dicono di sentirsi vecchie e sono terrorizzate dal rimanere single a vita perche' nessuno le vuole piu' (questo succede anche in paesi asiatici come Giappone e Hong Kong).

Rimembra: a 23-24 anni si sentono vecchie. Qui, in Italia, abbiamo babbione di 35-40 anni che si mostrano su tinder come se fossero appetibili e giovincelle. Questo per dirti come si sia perso il senso della realta'.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 26, 2020, 20:09:30 pm
P.S.

Citazione
l'eta' media delle madri al primo figlio in Italia e' 31 anni

Attento.

Questo non significa che la maggioranza delle madri italiane ha avuto il primo figlio a 31 anni. Risultato medio non significa risultato piu' frequente.

Se vuoi sapere invece cosa accade a quel ristretto insieme di donne, quelle ossia over 30, ti invito a rileggere con attenzione i link che ho riportato.

(d'altra parte, chiediamoci anche: qual e' la probabilita' di incontrare 6 madri over 30 su 7 con figli lesionati/che han rischiato di morire durante il parto? A discapito di possibili outliers, fornisco una informazione interessante: vivo in una delle regioni d'Italia col clima migliore - forse il migliore del mondo - e la cui qualita' del cibo e', senza ombra di dubbio, tra le migliori del mondo con basso inquinamento rispetto a tutta l'Europa).
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 26, 2020, 22:15:22 pm
Non voglio entrare nella "rissa" ma credo che avere figli dopo i 30 sia sì sconsigliabile (anche per un drastico calo di fertilità) ma non è "quasi impossibile partorire degnamente".
Non credo che i raffreddori frequenti siano conseguenza di un concepimento tardivo. Magari occorre fare sport, comunque molti nascono cagionevoli di salute anche da giovani madri.
Questo però è verissimo, e grottesco:
Citazione
Rimembra: a 23-24 anni si sentono vecchie. Qui, in Italia, abbiamo babbione di 35-40 anni che si mostrano su tinder come se fossero appetibili e giovincelle. Questo per dirti come si sia perso il senso della realta'.
Poi (e questo è un segno dell'odio verso le proprie radici e la propria cultura) quando parlo di cattoliche che si sposano a 20-21 anni c'è una levata di scudi (non tu Fritz), ma quando cinesi, ebree e musulmane fanno lo stesso suscitano approvazione.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 01:05:43 am
Non voglio entrare nella "rissa" ma credo che avere figli dopo i 30 sia sì sconsigliabile (anche per un drastico calo di fertilità) ma non è "quasi impossibile partorire degnamente".

"quasi impossibile" non e' quantificabile, e' ovvio che ho un po' esagerato ma i numeri poi li ho messi nero su bianco. Si possono fare figli dopo i 30 anni? E' rischioso, e i dati sono tutti li' a dimostrarlo. Ho omesso di dire (e di riportare dati a supporto) che la donna che fa figli dopo i 30 rischia ella stessa (una mia cara amica, partorito a 31 anni il primo figlio, ha rischiato di morire ed e' viva per miracolo).

E' sconsigliabile dunque fare figli dopo i 30* (e mi sto tenendo alto d'eta').



Citazione
Non credo che i raffreddori frequenti siano conseguenza di un concepimento tardivo. Magari occorre fare sport, comunque molti nascono cagionevoli di salute anche da giovani madri.

Il raffreddore e' un esempio. Sono di salute cagionevole, e ho praticato quasi-sempre sport in maniera moderata (tuttora lo pratico soprattuto nei mesi Marzo-Ottobre). Mi ammalo facilmente, con raffreddori molto forti, ma anche altro che preferisco non dire. Non e' che io rischi di morire, lo dico subito perche' non voglio pensiate male  :D, ma so benissimo di avere un sistema immunitario non proprio eccellente (direi che e' paragonabile a quello di un ottantenne).
Citazione
Poi (e questo è un segno dell'odio verso le proprie radici e la propria cultura) quando parlo di cattoliche che si sposano a 20-21 anni c'è una levata di scudi (non tu Fritz), ma quando cinesi, ebree e musulmane fanno lo stesso suscitano approvazione.

Nei paesi dove la follia nazifemminista non ha preso piede, sono ancora ancorati, in parte, alla realta'. In Cina c'e' un termine specifico col quale si soprannominano le donne senza figli oltre i 25 anni d'eta', ora mi sfugge.

Una cosa e' certa, e lo dico con testimoni: una donna in asia che abbia superato i 28 non se la caga, letteralmente, nessuno. Neanche se fosse una Venere di Botticelli.


*Mi sono appena ricordato di un altro caso. Seguivo un ragazzo un anno fa che doveva preparare degli esami universitari. Una volta conobbi la madre, beccata per caso insieme a lui (lo andava a prendere e lasciare), che non fini' di ringraziarmi perche' cosi' suo figlio aveva passato gli esami. Mi disse, ad un certo punto: "che pena mio figlio, forse non avrei mai dovuto farlo a 39 anni, non e' tardi?"

Suo figlio e' dislessico e discalculico alla massima potenza (per fare due conti in croce entro' in crisi e dovetti cambiare "metodo di insegnamento" per aiutarlo).

Pensate alla scena che vi ho appena raccontato: la madre che davanti al figlio dice quelle cose ...


Ripeto ovviamente che i casi che conosco non fanno statistica. La statistica e' li', in quei link che ho messo. E dovrebbero bastare.

Ma, finora, l'unico caso di gravidanza oltre i 30 andato bene "che conosco" e' quello della ragazza chiesaiuola che ho narrato sopra, e ancora mi sa che e' troppo presto per cantar vittoria.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Ottavia - Luglio 27, 2020, 01:50:33 am
In realtà pare che nello specifico caso dell'autismo, influisca maggiormente l'età del padre.

https://cordis.europa.eu/article/id/26287-risk-of-autism-greater-in-older-fathers/it


Noi uomini da questo punto di vista siamo molto piu' fortunati: possiamo fare figli tranquillamente anche dopo 70 anni.

Beh insomma...
Anche per gli uomini c'è un "degrado" del materiale genetico, con l'avanzare dell'età; se si aggiungono età della madre non freschissima, stile di vita occidentale che è una merda (alcol fin dai 14 anni, fumo, cannoni, cibo spazzatura, sedentarietà)...

Per molte coppie sarebbe meglio evitare di accanirsi a concepire naturalmente, quando le condizioni sono avverse. L'adozione è tremendamente sottovalutata.

Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista: tuo figlio è parte di te.
L'adozione invece è un atto di amore disinteressato di cui non tutti sono capaci.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 02:05:13 am
Sospettavo che questa discussione avrebbe sollevato un vespaio di zitellone varie a negare la realta'.

In realtà pare che nello specifico caso dell'autismo, influisca maggiormente l'età del padre.

https://cordis.europa.eu/article/id/26287-risk-of-autism-greater-in-older-fathers/it

Uno studio contro centinaia di altri studi (di cui non riesco a trovare il paper, come mai?) e' il nulla assoluto scientificamente parlando.
Se poi a condurlo e' un team capeggiato dall'unione europea (la cui simpatia verso l'arcobaleno-rosa-nazifemminista e' una ovvieta'), ancor peggio del nulla.

Spiacente, non esistono studi significativi sull'impatto dell'eta' del padre nei figli autistici. Nulla di rilevante


Citazione
Beh insomma...
Anche per gli uomini c'è un "degrado" del materiale genetico, con l'avanzare dell'età; se si aggiungono età della madre non freschissima, stile di vita occidentale che è una merda (alcol fin dai 14 anni, fumo, cannoni, cibo spazzatura, sedentarietà)...

Il degrado degli uomini e' molto piu' lento e non inficia la fertilita' ne' la qualita' dello sperma. Sono stati condotti diversi studi, ma nulla sembra compromettere la fertilita' del padre e la qualita' della sua prole (altro discorso e' la disfunzione erettile e il calo della libido, non stiamo parlando di questo).

Citazione
Per molte coppie sarebbe meglio evitare di accanirsi a concepire naturalmente, quando le condizioni sono avverse.

Sono avverse per chi ha cavalcato il cockcarousel fino ai 30 illudendosi che questo le avrebbe fatto vivere una vita bellissima. Ma ogni cosa, a questo mondo, ha un prezzo.

 
Citazione
L'adozione è tremendamente sottovalutata.

Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista: tuo figlio è parte di te.

E' incredibile come voi donne riusciate a distorcere cose che sono l'esatto opposto. E' narcisismo adottare un bambino semmai, che non e' tuo e non sara' mai tuo figlio ma e' figlio di un'altra donna e di un altro uomo. Lo adotti per colmare un vuoto tuo personale. In poche parole, il figlio adottivo e' il surrogato del figlio che non hai mai avuto. E' pazzesco che si riesca a vedere del narcisismo nell'opposto ...  :lol:

Citazione
L'adozione invece è un atto di amore disinteressato di cui non tutti sono capaci.

Questa e' una perla di rara idiozia. E' l'equivalente della nazifemminista che si fa la foto col bimbo denutrito in Africa e si spaccia per altruista.
Non c'e' nulla di piu' narcisistico nell'adottare un figlio per farne il surrogato del vero figlio che non si e' mai avuto. Lo fate gia' coi cani, coi gatti (un po' meno con questi ultimi perche' non si fanno controllare), abbiamo i casi di Bibbiano a dirci un po' come funziona questo business ...

Io non so che eta' tu abbia, ma se hai gia' superato i 30 non so davvero cosa dirti se non che mi dispiace. Mi dispiace, avrai avuto i problemi tuoi (o forse non li hai avuti, e allora mi dispiace un po' meno  ;) )  ma sviluppare una perversione per colmare un vuoto adottando un bambino, o un cane, come sovente fate, non cambiera' il fatto che quella persona NON E' TUO FIGLIO.

Che nel 2020 c'e' ormai questo vizio di distorcere ogni realta' (dai uomini che diventano donne, eppure NON SONO DONNE e viceversa) al pensare che accudire un bambino lo faccia diventare, di fatto, tuo figlio, e' a mio avviso l'ennesimo segno del cupio dissolvi che ormai avvolge l'Occidente, in procinto di esalare il suo ultimo respiro.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Ottavia - Luglio 27, 2020, 03:07:55 am
"Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista"

Questa frase è riferita a quei genitori esaltati che considerano i loro figli dei prolungamenti della loro persona; e che li usano pubblicamente per magnificare indirettamente loro stessi.
Esempio banale per semplificare: non hai mai assistito a scene di madri velenose che mettono in competizione i loro figli solo per "prevaricare" sulla mamma rivale?


Riguardo all'adozione, è molto interessante che tu l'abbia assimilata ad una PERVERSIONE. Mai sentita una cosa del genere prima d'ora.
Ho alcuni amici d'infanzia e un'amica che sono stati adottati e, stando spesso a casa loro, conosco bene le loro dinamiche familiari. Mi chiedo cosa mi risponderebbero se dicessi: "Luridi pervertiti, la mia  famiglia è migliore della vostra"

Tra l'altro, in una di queste famiglie, due figli sono naturali, il terzo più giovane è stato adottato. È una bella famiglia, l'ho sempre reputata molto sana. Però ora che mi hai aperto gli occhi, dovrei contattare il fratello adottivo per dirgli "Ehi fallito, credi davvero di essere uguale ai tuoi fratelli? Non hai capito com'è andata? Loro chiedevano insistentemente un Labrador, per questo sei stato adottato! Essere inferiore! Surrogato!"

Poi non è chiara una cosa. Se una 25enne vuole avere a tutti costi un figlio dal fidanzato, non sta colmando un vuoto, è una brava donna che compie il suo dovere biologico.
Se la stessa 25enne è sterile (come lo erano le madri dei miei due amici) e desidera adottare, allora è vanesia e vuota, incapace di amare davvero.

Se per te è INCONCEPIBILE amare profondamente un altro essere umano solo perché non ha legami di sangue con te, che senso ha creare legami di amicizia, che senso ha il matrimonio e la vita sociale in generale? 



Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 27, 2020, 09:36:13 am
Attento.
Questo non significa che la maggioranza delle madri italiane ha avuto il primo figlio a 31 anni. Risultato medio non significa risultato piu' frequente.

Citazione
Se vuoi sapere invece cosa accade a quel ristretto insieme di donne, quelle ossia over 30, ti invito a rileggere con attenzione i link che ho riportato.

Attento tu, piuttosto. Io ho scritto che:
Citazione
la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni http://dati.istat.it/Index.aspx?QueryId=19630, e nasce sano

Se ti fossi degnato di aprire il link, avresti scoperto che è proprio come dico io: la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni.
Millanti una mentalità scientifica, ma attribuisci alla scienza un valore deontico: la scienza esprime, nei suoi limiti, la realtà di fatto; ma definire cosa le persone dovrebbero o non dovrebbero fare - "Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza" - non spetta alla scienza.
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le condizioni di salute di una donna e del relativo nascituro sono migliori, quando ella ha 25 anni, piuttosto che 30. Da questo non si può evincere che la scienza dice: "le donne dovrebbero fare figli entro i 25 anni". Lo comprendi?

Avevo scritto: Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.

Perchè allora hai rincarato la dose? Ma soprattutto, se vuoi giocare a fare il Freud o lo Jung, gioca con qualcun altro:

Citazione
Malpais, a me onestamente sembra che sia tu - forse per qualche ragione personale che non vuoi dirci, e lo capisco - a mettere una glassa di emotivita'

Citazione
trovo fastidioso che mi si contestino dei numeri ma capisco le ragioni che ci possono essere dietro.


Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Malpais - Luglio 27, 2020, 10:26:41 am
L'adozione invece è un atto di amore disinteressato di cui non tutti sono capaci.

Prova ne sono coloro che desiderino avere figli esclusivamente propri e, in caso di sterilità, rifiutino di adottare.
Volendo essere puntigliosi, si potrebbe ravvisare anche nell'adozione una certa componente egoistica, che considera il figlio come una realizzazione di sé, uno strumento per riempire un vuoto. Ma, se anche così fosse, sarebbe indubbiamente una componente di dettaglio.
I sacrifici che i genitori sopportano per i figli, la privazione del proprio tempo libero, la rinuncia a sè per loro, le privazioni materiali... sono tutti elementi costitutivi di ciò che comunemente si chiama amore.

E la famiglia di tua conoscenza, quella con tre figli di cui l'ultimo adottato, che definisci bella e sana, dovrebbe indurre a riflettere - me, in primis - che il Sole non è ancora tramontato.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Ottavia - Luglio 27, 2020, 10:47:11 am
Citazione da: Malpais
... sono tutti elementi costitutivi di ciò che comunemente si chiama amore.

Esatto. Dare e ricevere amore è uno dei bisogni umani. Paragonare l'adozione di un bambino (come ha fatto Fritz) a quella di un cane, è aberrante. È un discorso gretto, volgare, che farebbe una persona arida o uno che non ha mai amato nessuno. (giacché va di moda fare gli psicologi con gli sconosciuti su internet, andiamo fino in fondo).

Quando si instaura un forte legame di coppia e in quella coppia regna armonia e amore sincero, il desiderio di creare un nucleo familiare va da sé. In quel caso figlio naturale o adottato non fa differenza. Chi sentenzia con arroganza, o non ha mai avuto un legame sentimentale profondo, oppure è rimasto scottato e assume un atteggiamento cinico per rinnegare la sofferenza e il vuoto affettivo. Da qui il livore di Fritz sulle coppie che adottano.

Chiaramente ci sarà qualche esperienza di adozione andata male.
Ma di base le coppie che adottano  hanno una maggiore consapevolezza e unione d'intenti, perché la scelta è stata ponderata. Al contrario di molte famiglie improvvisate, frutto di preservativi rotti e matrimoni forzati.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 12:22:00 pm

Guarda che stai commettendo una serie di errori.


Se ti fossi degnato di aprire il link, avresti scoperto che è proprio come dico io: la maggior parte degli italiani, da anni, nasce da madre con più di trent'anni.

Quel link io lo ho aperto, e non si evince quello che hai detto tu. Non e' vero che da quel link puoi dedurre che la maggior parte degli italiani nasce da madri con piu' di trent'anni. E sono sicuro che riuscirai a capirlo da solo, senza che io te lo spieghi.  ;)

Citazione
Millanti una mentalità scientifica, ma attribuisci alla scienza un valore deontico: la scienza esprime, nei suoi limiti, la realtà di fatto; ma definire cosa le persone dovrebbero o non dovrebbero fare - "Le donne dovrebbero fare figli entro i venticinque anni d'eta'. Lo dice la Natura, lo dice la Scienza" - non spetta alla scienza.

Se vuoi buttarti da un grattacielo alto 100 metri, nessuno in teoria puo' impedirti di farlo. Ma la Scienza ti dira' che con alta probabilita' saranno gli ultimi ~4,51s della tua vita.
Non capisco comunque per quale motivo tu ti stia scaldando cosi' tanto ... Non avevi nient'altro da aggiungere, dicevi.

Citazione
Le ricerche scientifiche hanno dimostrato che le condizioni di salute di una donna e del relativo nascituro sono migliori, quando ella ha 25 anni, piuttosto che 30. Da questo non si può evincere che la scienza dice: "le donne dovrebbero fare figli entro i 25 anni". Lo comprendi?

No, le ricerche scientifiche hanno messo nero su bianco che il picco di fertilita' si ha a 21-22 anni. E ti ho pure suddiviso l'intervallo  d'eta' 13-31 in sei unita' sigma (dato un valore, chiamiamolo x, l'intervallo tra "picco meno sigma" e "picco piu' sigma" indica il 68% circa di probabilita' che l'evento accada/abbia successo) facendoti vedere come, ma guarda che coincidenza, l'arco d'eta' migliore riproduttivo di una donna sia 18-24 anni.
Non sono io che non comprendo, sei tu che insisti a negare un fatto reale (che il picco riproduttivo si ha da giovani, e dopo i 25 anni iniziano a sorgere problemi). Sei tu che neghi la realta', e inizio a sospettare male su di te.

Continui a discutere, ma non ti sei degnato di aprire uno solo dei link che ti ho riportato ... O forse non conosci l'inglese? Se vuoi, traduco io.

Citazione
Avevo scritto: Le due posizioni sono cristallizzate e, per quanto mi riguarda, non ho altro da aggiungere.

Perchè allora hai rincarato la dose? Ma soprattutto, se vuoi giocare a fare il Freud o lo Jung, gioca con qualcun altro:

Non avevi nient'altro da aggiungere ma hai aggiunto comunque qualcosa. Il fatto che tu dica "non ho nient'altro da aggiungere" non significa che io non abbia nient'altro da aggiungere, Malpais.

Ora non capisco pero' questi tuoi attacchi gratuiti alla mia persona; non mi risulta che io ti abbia perculato, ma se questo e' il livello dove vuoi scendere, lascio a te l'onere di quest'avventura.

Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 12:38:34 pm
"Amare i propri figli biologici è anche un riflesso narcisista"

Questa frase è riferita a quei genitori esaltati che considerano i loro figli dei prolungamenti della loro persona; e che li usano pubblicamente per magnificare indirettamente loro stessi.
Esempio banale per semplificare: non hai mai assistito a scene di madri velenose che mettono in competizione i loro figli solo per "prevaricare" sulla mamma rivale?

Cosa c'entra questo? Ma che c'entra ... Tu hai paragonato il fare figli con l'adottarli, e hai detto che i primi sono anche narcisisti. Ma ti rendi conto del delirio nel quale sei dentro? Non posso avere un figlio mio => lo adotto, come e' possibile che insisti nel negare che e' un bisogno egoico, e di altruismo non c'e' assolutamente nulla?

Ma hai mai sentito parlare di Bibbiano? Fa' una cosa: googla "caso bibbiano" e leggi con attenzione un po' di notizie. Cosi' ti fai un'idea di com'e' veramente "quel mondo".


Citazione
Riguardo all'adozione, è molto interessante che tu l'abbia assimilata ad una PERVERSIONE. Mai sentita una cosa del genere prima d'ora.
Ho alcuni amici d'infanzia e un'amica che sono stati adottati e, stando spesso a casa loro, conosco bene le loro dinamiche familiari. Mi chiedo cosa mi risponderebbero se dicessi: "Luridi pervertiti, la mia  famiglia è migliore della vostra"

Le tue elucubrazioni mentali non mi interessano e non vedo quale sia l'utilita' di esporle.

Citazione
Tra l'altro, in una di queste famiglie, due figli sono naturali, il terzo più giovane è stato adottato. È una bella famiglia, l'ho sempre reputata molto sana. Però ora che mi hai aperto gli occhi, dovrei contattare il fratello adottivo per dirgli "Ehi fallito, credi davvero di essere uguale ai tuoi fratelli? Non hai capito com'è andata? Loro chiedevano insistentemente un Labrador, per questo sei stato adottato! Essere inferiore! Surrogato!"

Ancora una volta: delle tue impressioni, io, non so che farmene. Cio' che pensi tu non e' cio' che pensa Tizio, Caio, Sempronio e compagnia bella. Ma voi donne l'oggettivita' non sapete nemmeno cosa e' dalla lontana.
Ma andiamo al sodo.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/05/28/coppia-di-influencer-adotta-un-bambino-autistico-e-poi-lo-rida-in-adozione-non-eravamo-pronti-critiche-sul-web-vergognatevi/5816875/

Come in questo caso appena riportato (e ce ne sono milioni), le tue fantasie hanno presto una fine quando si scontrano con la realta'.
Se hai dei figli, qual e' il bisogno di adottarne un altro, se non un bisogno egoico? Ma veramente, ma ci sei o ci fai? Spero che tu sia ancora giovane, perche' se hai passato i 30 e la pensi cosi', allora sei una persona pericolosa (e in fondo sospetto che sia la tua reale situazione).

Se una coppia ha gia' due figli, non ha bisogno di adottarne altri. Perche' i figli li ha gia'.

Ridicola poi la tua affermazione: si', e' vero, il figlio adottivo non sara' mai come i figli naturali, sia per il padre ma soprattutto per la madre. Dire queste cose dimostra una ipocrisia clamorosa e senza precedenti, tipica di chi e' abituato/a a mentire a se' stessa a ripetizione.

Ma davvero vuoi mettere a confronto il sangue del tuo sangue con uno che e' figlio di un'altra donna e un altro uomo? Ma seriamente? Ottavia, ma stai trollando o vivi nel mondo dei Balocchi?

Citazione
Poi non è chiara una cosa. Se una 25enne vuole avere a tutti costi un figlio dal fidanzato, non sta colmando un vuoto, è una brava donna che compie il suo dovere biologico.

No, perche'  volere figli propri e' nell'ordine naturale delle cose. Volere potere sociale e' nell'ordina naturale delle cose, volere mangiare e' nell'ordine naturale delle cose, volere dissetarsi e' nell'ordine naturale delle cose.
Volere figli e' nell'ordine naturale delle cose, perche' e' cosi' che la nostra specie si e' evoluta. Altrimenti si sarebbe estinta. Tu sei qui perche' una donna e un uomo hanno voluto avere un figlio. E sei nata tu. Vedi? E' nell'ordine naturale delle cose.


Citazione
Se la stessa 25enne è sterile (come lo erano le madri dei miei due amici) e desidera adottare, allora è vanesia e vuota, incapace di amare davvero.

Come sempre, si devono fare calderoni di cose completamente sconnesse tra loro.

Allora ti diro' una cosa. Conosco una coppia sterile che ha adottato una bambina dell'est. Lei e' cresciuta e non le hanno mai fatto mancare nulla. Oggi e' grande, sa che e' stata adottata. Ha una vita assolutamente fallimentare, e' instabile emotivamente e va avanti a farmaci. La stessa famiglia adotto' un'altra bambina. Dopo qualche anno, fuggi' perche' voleva vedere i suoi veri genitori adottivi.
Un'altra ragazza che conosco, adottata pure lei, e' tra le piu' imbecilli donne che io abbia mai conosciuto, lunatica e instabile come pochi e ora ha passato i 30 e sembra che ne abbia 50.

Morale della favola? Smettila di vivere nei sogni, qui viviamo nella realta'. I bambini adottati non vivono bene, ci sono statistiche a palate che confermano come i figli adottivi abbiano grossi problemi emotivi. Non mentire a te stessa solo perche' ti fa comodo, perche' vuoi supportare una tesi che ti conviene.
Puoi raccontarti tutte le fesserie che ti pare, ma la realta' non la cambi mentendo a te stessa.

Citazione
Se per te è INCONCEPIBILE amare profondamente un altro essere umano solo perché non ha legami di sangue con te, che senso ha creare legami di amicizia, che senso ha il matrimonio e la vita sociale in generale?

Ma la finisci di fare la frignona ridicola? Ma sii seria, e smettila di infilare discorsi sconnessi tra loro.


P.S.

Ho letto anche l'altro tuo post dove me ne dici di ogni. Sei ridicola, ancora una volta, ti invito a discutere in tema e con dati oggettivi. Altrimenti, ripeto, passerai per ridicola.

(e non sono io che paragono adozione di bambini a quelle dei cani, siete voi donne che lo fate).
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 12:44:25 pm
Citazione da: Ottavia
Chiaramente ci sarà qualche esperienza di adozione andata male.
Ma di base le coppie che adottano  hanno una maggiore consapevolezza e unione d'intenti, perché la scelta è stata ponderata. Al contrario di molte famiglie improvvisate, frutto di preservativi rotti e matrimoni forzati.

Oh my God ...

https://www.stateofmind.it/2015/11/adozione-disturbi-personalita/2/

https://nonsolopedagogia.it/i-disturbi-nei-bambini-adottati/

Allora, io comincio  a sospettare che Malpais sia un troll. C'e' qualcosa di tremendamente femminile nel suo modo di ragionare e valutare dati oggettivi. Ha un modo tutto suo di valutare "quasi impossibile" e "qualche caso".

Malpais, sei una donna?

Perdonatemi, non avevo fatto caso che lo aveva scritto Ottavia. Ok, tutto torna, effettivamente solo una donna poteva scrivere una scemenza di tale livello.  :lol:

I sospetti su Malpais pero' restano.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 13:09:16 pm

I sacrifici che i genitori sopportano per i figli, la privazione del proprio tempo libero, la rinuncia a sè per loro, le privazioni materiali... sono tutti elementi costitutivi di ciò che comunemente si chiama amore.

E la famiglia di tua conoscenza, quella con tre figli di cui l'ultimo adottato, che definisci bella e sana, dovrebbe indurre a riflettere - me, in primis - che il Sole non è ancora tramontato.

Ecco a cosa mi riferisco, tra le tante, quando dico che Malpais e' un utente sospetto.

Come no, Malpais.

https://www.stateofmind.it/2015/11/adozione-disturbi-personalita/2/

https://nonsolopedagogia.it/i-disturbi-nei-bambini-adottati/

https://www.italiaadozioni.it/gli-indicatori-di-malessere-nei-bambini-adottivi/

https://www.guidapsicologi.it/articoli/le-problematiche-legate-alladozione-di-bambini-in-eta-avanzata

https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0006322319318141

https://www.psychiatrictimes.com/view/adoption-and-mental-illness

Hai un personalissimo modo di valutare le cose, Malpais. Sai quante tonnellate di studi potrei citarti che mettono, nero su bianco, che i bambini adottati hanno quasi-tutti disturbi mentali gia' nell'adolescenza?

Adesso dirai che conosci casi dove va tutto bene. Ma, ancora una volta, rammento che una rondine non fa primavera.

Vuoi insistere nell'avere ragione, Malpais? Per me puoi dire tutte le fesserie che ti vengono in mente. Puoi dire che fare figli a 30 anni e' normalissimo e non bisogna preoccuparsi di nulla (https://www.urmc.rochester.edu/encyclopedia/content.aspx?contenttypeid=90&contentid=P02481) e che i figli adottati da famiglie vivono benissimo e crescono sani, forti e felici.
Puoi anche dire che il Sole sorge a Sud, che la corona solare ha una temperatura media di 10 Kelvin o che l'acqua al livello del mare bolle a 50 gradi. Sono tutte fesserie, ma nessuno ti impedisce di dirle.

La realta' se ne infischia delle tue fesserie e delle tue opinioni.

Non cambi la realta' con le tue opinioni, Malpais. E' questo che volevo dirti precedentemente. E non e' colpa del sottoscritto se la realta' e' questa.
Io, ad esempio, figli non ne ho. E probabilmente non ne avro' mai data la mia situazione. Ne avrei voluti avere? Si', mi sarebbe piaciuto. Fino ai miei 30 desideravo avere una famiglia e un bel lavoro. Ma il mio essere "troppo buono", come tutti noi qua dentro (forse eccetto tu e Ottavia) sappiamo porta solo ad epocali inculate: good men rarely wins.

Ora cosa farai, Malpais? Scriverai un altro post insultandomi e perculandomi? Ma prego, fai pure. Ma non e' con me che devi prendertela. Cogli questo buon suggerimento come un utile avviso a non sprecare inutilmente le tue energie e non inimicarti chi, invece, ha cercato di aprirti gli occhi.

Buona vita.  ;)
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 14:07:49 pm
@Malpais

Spiegazione per sommi capi.

Il tuo link non dice assolutamente nulla riguardo il numero di figli per donna per fascia d'eta'. Dice solo il tasso di fecondita' (che e' ben diverso dal numero di figli per donna, ma e' un indicatore di quane donne hanno almeno un figlio).

Non trovo al momento dati piu' precisi, ma leggi (stavolta vedi di leggerlo sul serio, per favore) questo link https://it.wikipedia.org/wiki/Demografia_d%27Italia#Statistiche_demografiche

Citazione
Età mediana della madre al primo figlio
    30,7 anni (2014)


Quindi questo significa che il numero di madri, in Italia, puo' suddividersi in due sottoinsiemi con stessa cardinalita': quelle con meno di 30,7 anni e quelle con piu' di 30,7 anni.
Dunque sfatiamo il primo mito di Malpais: non e' vero che la maggior parte delle donne madri in Italia ha piu' di 31 anni.
Se inoltre facciamo una ipotesi ingenua ma di buon senso, ossia che piu' una madre e' giovane, piu' figli puo' fare, il risultato e' presto dedotto: non e' vero che la maggior parte dei figli, in Italia, nasce da madri con piu' di 30 anni.

Ma la domanda che ci eravamo fatti - che nulla a che vedere con le tue impressioni riguardanti lo stato di salute medio dei figli in Italia, del quale non hai portato nessun dato valutabile ma solo tue considerazioni personali - e': cosa succede, mediamente, alle madri che fanno figli dopo i 30 anni? E la risposta te l'ho offerta con numerosi links, ai quali tu hai risposto col nulla assoluto e con attacchi personali.

Ti rendi conto che stai facendo una pessima figura, Malpais? L'Amico Fritz ti ha mostrato tonnellate di dati, tu continui invece a imporre le tue impressioni come valori assoluti.

Questo tipo di comportamenti - vedi reazione di Ottavia - sorge spesso quando una discussione tocca un nervo scoperto personale di qualcuno, il quale replica esattamente come hai fatto tu.

Da qui, non me ne volere, i miei sospetti.

Ti prego, per ultimo, di non insistere piu' a meno che tu non porti dati valutabili. Altrimenti, ignorero' le tue risposte.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Ottavia - Luglio 27, 2020, 14:26:47 pm
[\quote]
me ne dici di ogni
[/quote]

Io ho solo detto una banalità, ossia: "Perché accanirsi nelle cliniche della fertilità con fecondazioni in vitro, con tutti i bambini orfani che ci sono?"

Tu ti sei infiammato senza motivo, dicendo subito che sono idiota (?). Di conseguenza ti ho risposto usando lo stesso tono. Di che ti stupisci? Tu puoi insultare ma se gli altri reagiscono, il problema è il loro?

Tu saresti incapace di amare un bambino che non spartisce il suo DNA con il tuo. Ok. Ma non puoi sentenziare sulle vicende altrui. Io ti parlo di famiglie che conosco intimamente, stavo sempre a casa loro, sono amici di famiglia (Cosa dovrei fare, violare la loro privacy mostrandoti i profili LinkedIn?). 
Sono famiglie solide, con figli adottati che sono cresciuti benissimo, che stanno facendo una bella carriera e che hanno a loro volta relazioni stabili... E tu stai lì a deridere la loro condizione con aria di superiorità e ad attribuire AGLI ALTRI turbe psicologiche.
L'hai fatto prima con Malpais, poi con me, delineando il profilo di una femminista zitella amante dei gatti (?)
Hai detto che ti dispiace molto per me... ma cosa compatisci precisamente? Il fatto che io abbia una relazione stabile da un lustro? Certo, alla fine dell'anno avrò 30 anni, ma la gerontofilia del mio compagno mi agevola, quel vecchio volpone pervertito.

[\quote]
Tu sei qui perche' una donna e un uomo hanno voluto avere un figlio. E sei nata tu. Vedi? E' nell'ordine naturale delle cose.
[/quote]

No, i miei si sono conosciuti che avevano quasi 40anni. Una gravidanza non prevista. A mia madre avevano detto che era ormai sterile e invece si sbagliavano.

[\quote]
Volere figli e' nell'ordine naturale delle cose, perche' e' cosi' che la nostra specie si e' evoluta.
[/quote]

Ho capito, ma quando una 45enne benestante e suo marito si ostinano a volere un figlio biologico con fecondazioni forzate in cliniche specializzate... Lì non ci vedo niente di commovente o naturale.
È più umano offrire un nucleo familiare ad un bambino non "tuo" se proprio lo desiderano e SOPRATTUTTO se hanno i mezzi materiali e INTELLETTUALI per farlo.
Non vuol dire che cani e porci debbano adottare.

[\quote]
che senso ha creare legami di amicizia, che senso ha il matrimonio e la vita sociale in generale?

Ma la finisci di fare la frignona ridicola?
[/quote]

Riconoscere che la società è fondata sulla FAMIGLIA e che i legami familiari si basano sull'affetto e la dedizione reciproca, significa essere dei frignoni? Ok







Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: fritz - Luglio 27, 2020, 14:47:40 pm
Ma quale infiammato, ma dacci un taglio, Ottavia.

'sti discorsi emotivi di te e Malpais lasciano tutto il tempo che trovano. E continui ad attaccarmi sul personale: ma lasci stare la mia vita privata, quello che mi piace/non piace e tutto cio' che, scusate il francesismo, posso definire "c*zzi miei"?

Qui parliamo di un argomento, siamo andati off topic per discutere di come sia sconveniente fare figli per una donna passati i 30. Cosa c'entra la mia vita privata e cosa mi piace/non piace? Come mai vi siete appassionati tanto, tu e malpais, alla mia persona?
Ho forse toccato un nervo scoperto che vi ha feriti?

Ancora una volta: non e' con me che devi prendertela. I dati sono quelli e mi dispiace, non c'e' niente da fare. Fare figli dopo i 30 e' sconveniente - e oltretutto in quelle statistiche mostrate da Malpais non si tiene conto degli interventi della medicina, spesso necessari per donne over 30, per partorire.
Vi accanite sui numeri cercando di smentirli e siccome non potete smentire i numeri, cercate di smentire me. Tipico comportamento infantile.

Non me ne fotte niente di quello che pensate su di me. Io ho detto, e lo ripeto: non si potra' mai paragonare il sangue del tuo sangue col figlio di un'altra donna e un altro uomo. Vuoi fare la bella altruista, ma risulti solo ridicola e altamente ipocrita.

La vostra e' ipocrisia, ipocrisia di chi parla di cose a vanvera, senza averle mai vissute, e basa l'intero mondo esperienziale sulla propria vita e la propria personale esperienza.

Oh, carissimi, volete fare un figlio con una donna over 30? Non e' l'amico Fritz a impedirvelo. Se volete una cosa, andate a prendetevela. Amerete il vostro figlio sempre e comunque, non e' cosi' che dite? Allora se nasce Down, se nasce con problemi vari, che problema c'e'? Lo amerete sempre e comunque, dite.

Come la madre del ragazzo che ho seguito, di cui ho narrato le sue fantomatiche gesta amorevoli e altruiste qua.

Sono d'accordo con te sul discorso delle madri over30 che vogliono un figlio a tutti i costi: si', finalmente su una cosa concordiamo, non dovrebbero farne e dovrebbero capire l'assurdita' di quello che vogliono (di questo dovresti convincere Malpais, non me).

Si', certo, esistono madri naturali e padri naturali assolutamente narcisisti/con problemi, ma e' ovvio. Ma questo non significa paragonare due cose assolutamente diverse.
Titolo: Re:La Questione Maschile e l'assenza del Padre
Inserito da: Vicus - Luglio 27, 2020, 15:09:10 pm
Fritz sei un ottimo utente, concordo con te che i figli adottivi spesso crescono molto male (come da mia esperienza di conoscenti che hanno adottato e in un caso revocato l'adozione) ma devi darti una calmata. Fiammate e insulti non sono ammissibili perché minano la credibilità del forum e allontanano altri utenti.
Vale ovviamente anche per per gli altri due utenti coinvolti, che però non mi pare abbiano commesso particolari violazioni.
Come Fritz, Malpais e Ottavia sono fino a prova contraria utenti eccellenti; inoltre ho sempre considerato positiva la partecipazione di donne in uno spazio maschile, perché i diritti maschili sono diritti umani.
Il topic è chiuso per 48 ore e come da regolamento: questa discussione non potrà essere ripresa altrove ed eventuali commenti alla moderazione vanno fatti CON MESSAGGIO PRIVATO, pena il ban dell'utente. Se questo incidente dovesse ripetersi sarò costretto a prendere ulteriori provvedimenti.
Buon proseguimento a tutti.