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Dialoghi => L'Angolo degli Utenti => Letteratura => Topic aperto da: Suicide Is Painless - Febbraio 22, 2014, 17:24:08 pm

Titolo: Charles Bukowski: "Una Poesia e Una Città"(menzionata nel film "Factotum"[Usa 20
Inserito da: Suicide Is Painless - Febbraio 22, 2014, 17:24:08 pm

"Qualunque stronzo è capace di trovarsi uno straccio di lavoro; invece ci vuole cervello per cavarsela senza lavorare."
Charles Bukowski - Post Office, 1971.


"Una Poesia è una Città" (menzionata nel film "Factotum" [Usa 2005] di Bent Hamer, con un fantastico Matt Dillon/Harry Chinaski)
Charles Bukowski (nato ad Andernach, in Germania, il 16 agosto 1920; morto a San Pedro, in California, il 9 marzo 1994).


una poesia è una città piena di strade e tombini
piena di santi, eroi, mendicanti, pazzi,
piena di banalità e roba da bere,
piena di pioggia e di tuono e di periodi
di siccità, una poesia è una città in guerra,
una poesia è una città che chiede a una pendola perché,
una poesia è una città che brucia,
una poesia è una città sotto le cannonate
le sue sale da barbiere piene di cinici ubriaconi,
una poesia è una città dove Dio cavalca nudo
per le strade come Lady Godiva,
dove i cani latrano di notte, e fanno scappare
la bandiera; una poesia è una città di poeti,
per lo più similissimi tra loro
e invidiosi e pieni di rancore…
una poesia è questa città adesso,
cinquanta miglia dal nulla,
le 9.09 del mattino,
il gusto di liquore e delle sigarette,
né poliziotti né innamorati che passeggiano per le strade,
questa poesia, questa città, che serra le sue porte,
barricata, quasi vuota,
luttuosa senza lacrime, invecchiata senza pietà,
i monti di roccia dura,
l'oceano come una fiamma di lavanda,
una luna priva di grandezza,
una musichetta da finestre rotte…

una poesia è una città, una poesia è una nazione,
una poesia è il mondo…

e ora metto questo sotto vetro
perché lo veda il pazzo direttore,
e la notte è altrove
e signore grigiastre stanno in fila,
un cane segue l'altro fino all'estuario,
le trombe annunciano la forca
mentre piccoli uomini vaneggiano di cose
che non possono fare.