Nonostante le bavolesbofemministacce sostengono che l'unica missione dell'uomo è quella di stuprare e violentare le donne, ci sono moltissimi uomini che si prestano per salvare la vita agli altri, spesso rischiando la propria, e non di rado, perdendola.
Ecco perché io ho iniziato a fare una raccolta, così cominciamo a riempire per bene l'altro piatto della bilancia
Nonostante le bavolesbofemministacce sostengono che l'unica missione dell'uomo è quella di stuprare e violentare le donne, ci sono moltissimi uomini che si prestano per salvare la vita agli altri, spesso rischiando la propria, e non di rado, perdendola. Perché questa manica di idiote invece di sparare stupidaggini a vanvera non fanno qualcosa di analogo?
... come gesti di altruismo non richiesto, quindi da non fare +E infatti è il cd "dono maschile" a volte unito alla cavalleria; entrambi cose che, a mio personalissimo avviso, andrebbero sospese quando non sono più apprezzate.
perchè non ne sono capaci.la donna pensa a sestessa e a parte la super eccezione dei figli e dei nipoti non salva la vita a nessun altroNon è vero, salvano anche cani, gatti e lupi, mica puoi pretendere che salvino anche le persone.
Salva i tre figli e poi muore annegato
La vittima è un 42enne svizzero:i bambini erano in difficoltà nelle acque agitate di Rimigliano, sopra Piombino
LIVORNO - Un 42enne di origine svizzera è morto questo pomeriggio, a seguito probabilmente di annegamento, dopo che, secondo una prima ricostruzione, aveva appena soccorso tre dei suoi cinque figli in difficoltà mentre facevano il bagno nel mare agitato a Rimigliano, in provincia di Livorno. L'allarme è scattato alle 14.42. Sul posto è intervenuta un'ambulanza della Misericordia di San Vincenzo mentre un'altra è arrivata da Piombino con medico a bordo. L'uomo, nonostante gli sforzi dei soccorritori, che hanno tentato di rianimarlo anche con il defibrillatore, non ce l'ha fatta e al medico non è rimasto altro che constatare il decesso.
TRE FIGLI FACEVANO IL BAGNO - Spossato dopo essere riuscito a trarre in salvo i suoi tre figli, di 9, 11 e 14 anni, in difficoltà nel mare agitato, non ce l'ha fatta a tornare a riva. La moglie, 37 anni, allora si è tuffata a sua volta e, insieme a un passante, lo ha riportato sulla spiaggia ma poi, tutti i tentativi di salvare l'uomo si sono rivelati inutili. È quanto ricostruito al momento sulla tragedia avvenuta sulla spiaggia, libera e praticamente deserta, del parco di Rimigliano, nel comune di San Vincenzo, dove è morto annegato uno svizzero di 42 anni, di professione allevatore, in vacanza in Toscana da qualche giorno con la sua famiglia. La salma è stata poi trasferita nella camera mortuaria del cimitero di San Vincenzo: non sarebbe stata disposta l'autopsia. Oltre ai sanitari che hanno cercato di rianimare l'uomo, usando anche il defibrillatore, sulla spiaggia di Rimigliano sono intervenuti i carabinieri e la polizia municipale di San Vincenzo. Nella zona c'era il sole ma il mare era molto agitato, con forti correnti che potrebbero aver creato anche delle buche, mettendo in difficoltà i figli dell'uomo.
Mamma e figlioletta aggredite, le salva ex consigliere coraggio
Il 26enne è stato gambizzato ma se la caverà. Ha sventato il rapimento della bambina da parte di un malintenzionato
Pieve Emanuele, 29 ottobre 2012 — Ha protetto la figlioletta di una badante dal rapimento ed è stato gambizzato. L’ex consigliere del Pdl Giuseppe Galdiero, 26 anni, è ferito ma se la caverà. È successo tutto ieri pomeriggio alle 14, in via dei Pini. Margarita Yackeline Ortiz Quero, ecuadoregna, 40 anni, e la sua bimba di 4 anni, stavano rientrando a casa ieri pomeriggio verso le 14 per pranzare quando un uomo le ha aggredite. Pochi metri prima del portone del palazzo, oltre al quale sarebbero state salve. L’accaduto fa paura anche perchè è avvenuto in pieno giorno nel cuore di Pieve Emanuele, in via dei Pini, dove abitano 8mila persone e dove risiede anche il giovane eroe che ha salvato mamma e figlia.
«Avevo la sensazione di essere seguita e ho accelerato il passo per arrivare prima a casa - spiega la donna - ma quell’uomo era già arrivato al mio fianco e ha estratto una pistola. La mia preoccupazione principale è stata per la bambina, ho sentito che voleva portarmela via. Mi strattonava e io pensavo solo che non dovevo lasciare la mano della piccola. Poi ho visto l’ombra di quel ragazzo in lontananza che veniva verso di noi e ho urlato chiedendo aiuto. Ho avuto molta paura ma ora tutto è passato e anche mia figlia non ha realizzato cosa stesse accadendo, non si è accorta quasi di nulla perchè fortunatamente è durato tutto poco».
«Negli ultimi mesi si sono verificate due gravi aggressioni, la prima ai danni di un giovane che si era perso in auto in una zona periferica ed è stato aggredito da un uomo che le avevo ferito con un coltello e gettato in una roggia – spiega il sindaco Paolo Festa —. Il giovane era stato salvato da un profugo ospite del residence Ripamonti. Oggi abbiamo vissuto questo grave episodio in pieno giorno ai danni di una mamma e della sua bimba nella quale un pievese è intervenuto per difendere le vittime ed è rimasto ferito. Due episodi sui quali la gente non ha chiuso chi occhi ma anzi è intervenuta per difendere le vittime. A parte questo segnale positivo è evidente che la situazione è da monitorare e per questo incontrerò il Prefetto. La cosa grave è chi ha agito non ha esitato a sparare».
Il primo cittadino ha sentito Giuseppe Galdiero al telefono, per sincerasi del suo stato di salute. Ieri pomeriggio molti residenti di via dei Pini arrabbiati per quanto accaduto hanno perlustrato la città a caccia dell’aggressore. La paura che l’aguzzino potesse aver tentato di sequestrare la piccola si è diffusa in tutto il quartiere. Un problema che richiama l’attenzione sulla questione sicurezza.
Siria: 17enne sfida la morte per salvare donna ferita
http://video.corriere.it/siria-17enne-sfida-morte-salvare-donna-ferita/de325ace-4538-11e2-9d6d-6ccc8b2c8831
Questo video testimonia uno straordinario gesto di eroismo ad Aleppo in Siria. Un giovane di 17 anni striscia sotto i colpi dei cecchini per portare in salvo una donna colpita. Il ragazzo, Abdullah, ha 17anni, e non conosce la donna, ma sente che deve tentare. E striscia sotto i colpi dei cecchini per legarle intorno al corpo una corda con cui trascinarla.
Due coniugi 32enni, Silvia D'Ercole e Giuseppe Pirocchi, sono morti cadendo nelle acque del fiume Orta, a Caramanico Terme, in località San Tommaso. A lanciare l'allarme sono stati alcuni testimoni che li hanno visti scivolare. I corpi sono stati recuperati dagli uomini del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico. La donna è caduta per prima, l'uomo successivamente nel tentativo di soccorrerla.
I due coniugi erano residenti a Scerni, in provincia di Chieti. Secondo le prime testimonianze dei presenti, la donna sarebbe caduta nel fiume e il marito, nel tentativo di soccorrerla, avrebbe perso l'appiglio insieme a lei. Smentita categoricamente l'ipotesi che i due stessero cercando di farsi un foto. "Non stavano facendo nessun selfie quando è accaduta la disgrazia - ha affermato Donato D'Ercole, zio di Silvia - lei è scivolata nella melma".
Trascinati via dal fiume in piena, i corpi sono stati ritrovati a circa 500 m distanti dal luogo dell'incidente ed estratti rispettivamente dagli elicotteri di vigili del fuoco e 118. Sul luogo hanno contribuito alle operazioni di estrazione i tecnici del corpo nazionale del soccorso alpino con squadre di terra e forristi, insieme a personale dei vigili del fuoco.
La Valle dell'Orta è un canyon carsico e rappresenta uno degli ambienti del Parco nazionale della Majella più ricchi di biodiversità, sia per la sua conformazione geologica sia per l'altitudine che oscilla tra i 140 e 500 metri. Il canyon si è formato grazie all'erosione dovuta all'attività del fiume Orta aiutato anche dal forte e improvviso innalzamento della Majella che ha provocato un aumento della pressione fluviale.
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/abruzzo/cadono-nel-fiume-orta-muoiono-marito-e-moglie-corpi-recuperati_3069438-201702a.shtml
Asti, parla il carabiniere eroe: "Così ho fermato il tir impazzito"
L'appuntato Riccardo Capeccia, che venerdì ha fermato un tir senza controllo lanciato ai 100 all'ora contromano in una statale di Asti, racconta come ha fatto a evitare una strage e salvare l'autista colto da malore.
L'eroe, che venerdì scorso ha fermato la corsa del camion lanciato senza controllo ai 100 all'ora, si chiama Riccardo Capeccia, 44 anni, da 12 anni appuntato scelto in servizio alla compagnia di Villanova D'Asti. Quel giorno era di pattuglia con il suo comandante, il capitano Gianfranco Pino, 32 anni, quando si è accorto che qualcosa non andava.
Lungo la statale di Dusino San Michele, all'altezza della curva Migliarina, c'era un tir fermo subito dopo un dosso. Gli agenti scendono a controllare e vedono l'autista in preda alle convulsioni, ancora seduto nel posto di guida. Immediatamente chiamano il 118, ma, mentre era al telefono con i soccorsi, il capitano si accorge che il mezzo aveva iniziato a muoversi da solo, lungo la strada in discesa.
Il tir impazzito
"Mentre cercavo di chiamare il 118 per soccorrere l'autista in preda alle convulsioni ho sentito lo spostamento d'aria del camion che ripartiva - ha raccontato il capitano Pino a Repubblica - Ho fatto appena in tempo a urlare a pieni polmoni per avvisare l'appuntato. Per fortuna mi ha sentito". Il carabiniere, che si trovava proprio davanti al mezzo riesce a scansarsi per un pelo prima di essere travolto.
Il tir urta invece la macchina di servizio, facendola finire in un fosso, poi continua la sua corsa lungo la strada in discesa, prendendo sempre più velocità. Lanciato ormai ai 100 chilomentri all'ora e senza alcun controllo, il camion invade l'altra corsia e prosegue contromano la sua folle corsa, rischiando di travolgere le auto che arrivavano dalla direzione opposta.
Il racconto del carabiniere-eroe
Nel frattempo, l'appuntato Capeccia è scomparso. Il comandante pensa che sia stato travolto dal mezzo o dalla loro macchina spinta nel fosso. Invece, il carabiniere 44enne e padre di una 13enne, come si vede fare agli attori nei film d'azione americani, era saltato a bordo del tir per fermarne la corsa impazzita prima che provocase un incidente sulla statale molto trafficata: "Ho visto la strada, le macchine che arrivavano in senso opposto e ho pensato: se il tir non si ferma è una strage", riferisce l'agente al quotidiano.
"Il camion ha tamponato la nostra macchina di servizio e l'ha spinta in un fosso. L'impatto lo ha fatto rallentare, così ho potuto aggrapparmi alla maniglia della portiera sul lato del conducente del tir e mi sono buttato nell'abitacolo - ricorda l'appuntato - Il camion stava andando avanti verso la curva e stava invadendo l'altra corsia. Con una mano sono riuscito a sterzare ma non trovavo nessun freno. In quel momento ho pensato davvero che ce la saremmo vista brutta io e il camionista".
"Poi, mezzo dentro e mezzo fuori dall'abitacolo, perché non riuscivo a spostare l'autista che stava male, sono riuscito a raggiungere il freno a pedale con una mano. Eravamo già sul rettilineo in discesa e avevamo preso ancora più velocità - prosegue nel racconto il carabiniere eroe - Alla fine ci siamo fermati a meno di 400 metri dalla casa cantoniera che Giorgio Faletti celebra nella sua canzone Signor Tenente".
Il lieto fine "come nei film"
Ora tutti lo chiamano un eroe, ma lui si schernisce: "Ho fatto quel che dovevo e basta". Poi ricorda che è stato il suo comandante a salvargli la vita per primo: "Se il capitano non mi avesse avvisato, non avrei fermato nessun tir e non sarei nemmeno qui a raccontarlo".
Grazie al pronto intervento del coraggioso carabiniere, l'autista è stato subito soccorso e portato d'urgenza all'ospedale di Asti, dove è ricoverato ma non è in pericolo di vita. Durante tutta la peripezia il conducente è rimasto incosciente, ma non appena le sue condizioni glielo permetteranno, incontrerà l'uomo che l'ha così eroicamente salvato.
Suicidal woman saved at last second from approaching train in China:
Che prontezza di riflessi!
Probabilmente si era accorto già di qualcosa e la stava tenendo d'occhio. Comunque, a parti invertite, lei sarebbe stata prima a guardare, poi avrebbe indietreggiato ed infine se ne sarebbe andata per i fatti suoi (già visto).già, è stato bravissimo a capire la situazione in anticipo(essendo un poliziotto ferroviario, forse sarà anche stato addestrato a intervenire in situazioni del genere), le altre persone in attesa del treno si sono accorte a scoppio ritardato!
già, è stato bravissimo a capire la situazione in anticipo(essendo un poliziotto ferroviario, forse sarà anche stato addestrato a intervenire in situazioni del genere), le altre persone in attesa del treno si sono accorte a scoppio ritardato!
Una poliziotta, anche con tutta la buona volontà e il coraggio possibili, non ce l'avrebbe mai fatta per limiti di forza fisica.
Anche se l'aspirante suicida ha una corporatura molto minuta(ma anche il poliziotto non è Hulk) ci vuole comunque una certa prestanza fisica per bloccare una persona in quel modo, e sollevarla di peso dai binari.
Un uomo, a parità di peso corporeo, è molto più forte di una donna!
Non ho capito se la donna avesse intenzioni suicide.
, ma la cosa più importante è la naturale predisposizione maschile a salvare gli altri, cosa quasi assente nel sesso femminile (tranne se non si tratta di figli).Abbastanza d'accordo.
Ostuni: due uomini muoiono annegati nel tentativo di salvare una bambina.
Due persone, il dipendente di un lido di Ostuni (Brindisi) e un turista inglese di 48 anni, sono morte mentre erano in acqua in un tratto di spiaggia libera in località "Bosco Verde". Le vittime sono il padre di una bimba che giocava a riva, e che si era trovata in difficoltà a causa del mare agitato, e un dipendente di un lido vicino che avrebbe tentato di soccorrere la piccola, che è stata poi tratta in salvo da altri.
La tragedia è avvenuta tra Pilone e Rosa Marina di Ostuni, località in queste ore battuta dal maestrale. A tentare invano di salvare i due uomini sopraffatti dalle onde anche il personale di altri lidi confinanti. La vittima italiana è Martino Maggi, di 49 anni, di Locorotondo (Bari).
perchè non ne sono capaci.la donna pensa a sestessa e a parte la super eccezione dei figli e dei nipoti non salva la vita a nessun altro arischio della propria nenche al proprio fratello neanche al proprio padre .Questa è la realtà e la verità.Come non quotare, anche guardando le donne di famiglia e le colleghe .