Forum sulla Questione Maschile

Off Topic => Off Topic => Topic aperto da: Frank - Febbraio 05, 2015, 18:48:37 pm

Titolo: CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 05, 2015, 18:48:37 pm
https://www.transparency.it/corruption-perceptions-index/
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 19, 2015, 19:21:15 pm
http://www.cdt.ch/mondo/politica/125442/la-sexy-deputata-udrea-ai-domiciliari.html
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Luglio 03, 2015, 11:37:46 am
http://zapping.altervista.org/il-paradosso-dellafrica-il-continente-piu-ricco-e-piu-affamato-del-mondo-causa-la-corruzione/


http://acraccs.org/index.php?option=com_content&view=article&id=42&Itemid=993&lang=it
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Ottobre 03, 2015, 17:52:38 pm
http://www.lastampa.it/2015/06/09/cultura/opinioni/editoriali/se-scopriamo-che-la-corruzione-mondiale-m5BMwZHyZzfaPDUxHtUhDI/pagina.html

Citazione

Se scopriamo che la corruzione è mondiale

newsletter
09/06/2015
Michele Brambilla

Solo in Italia possono succedere certe cose, ci diciamo sempre. Mafia capitale? Solo in Italia. I politici che cambiano partito? Solo in Italia. Le partite truccate? Solo in Italia. È tutto uno schifo, dobbiamo dire ai nostri figli di espatriare. Vi ricordate quando Renzi ipotizzò di candidare Roma per le Olimpiadi? Tutti giù a ridere: ah ah, pensa a come saranno contenti i Buzzi i Carminati e tutti i tangentari. 

 
Poi ogni tanto arriva qualche notizia che si permette di smentire il teorema. Come l’inchiesta sulla Fifa. Ma guarda un po’: noi probabilmente faremmo girare qualche tangente sulle prossime ipotetiche Olimpiadi, all’estero invece hanno fatto la cresta su tutti i Mondiali di calcio passati, perlomeno dal 1998 al 2014, e addirittura su quelli futuri fino al 2026. Il Paese (non italiano) che voleva ospitare i Mondiali, doveva ungere le ruote (di dirigenti non italiani). Nel 2002, per arrotondare, la cupola del calcio i Mondiali li assegnò addirittura a due Paesi, Giappone e Corea, così da prendere due tangenti al prezzo di una come le offerte del supermercato (o almeno così pare, diciamo, perché noi in Italia abbiamo anche questo vizio, che siamo garantisti). Sempre secondo una delle ipotesi dell’inchiesta, il governo nientemeno che tedesco avrebbe regalato un carico nientemeno che di armi all’Arabia Saudita in cambio del voto per l’assegnazione dei Mondiali del 2006 alla Germania. Eh ma certe cose succedono solo in Italia. 

 
L’autodenigrazione è da noi una pratica antica. C’è stato tutto un filone cultural-giornalistico che a lungo ha attribuito la corruzione italiana al fatto che, da noi, «purtroppo non c’è stata una Riforma», così è rimasta l’odiosa pratica della confessione e quindi l’idea che alla fine tutto è perdonato. Poi però ti arriva appunto un’inchiesta come questa sulla Fifa il cui ras inossidabile è uno svizzero, il suo vice è un francese di Parigi, il tangentaro pentito è un americano di New York, i registi del traffico sono sudamericani, un po’ di tutto insomma. E pensa un po’, non c’è neanche un italiano, al governo di questa Fifa sotto inchiesta. Che poi è quella stessa Fifa presieduta da un uomo che nel 2006 non volle consegnarci la Coppa del mondo che avevamo vinto perché noi italiani siamo tutti ladri. Quella stessa Fifa che ora si è rivelata essere un verminaio.

 
Tutto questo non perché mal comune sia mezzo gaudio, o peggio ancora per autoassolverci dai nostri peccati con il solito «così fan tutti». No no, da noi la corruzione è davvero tanta, anche se bisognerebbe pure apprezzare il lavoro della nostra magistratura, forse più efficiente o almeno più libera che altrove. Però scandali come quello della Fifa potrebbero richiamarci a un paio di dati di realtà. Il primo, elementare, è che da che mondo è mondo il potere può essere usato bene o male, e spesso viene usato male perché nessun uomo è immacolato, neppure quello che ha la fortuna di non nascere in Italia. Il secondo è che se c’è una cosa in cui siamo davvero i peggiori, è proprio la nostra capacità di essere pessimisti e, alla fine, anche disfattisti.

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http://giveme5italy.net/5-paesi-piu-corrotti/

E a proposito di Arabia Saudita e Nepal.

http://www.ilfarosulmondo.it/arabia-saudita-un-regime-corrotto-che-si-avvia-finalmente-a-crollare-sotto-il-peso-dei-suoi-crimini/

http://www.asianews.it/notizie-it/Corruzione-e-leggi-ingiuste-fanno-crollare-l'economia-del-Nepal-30050.html

http://www.asianews.it/notizie-it/Nepal,-migliaia-di-terremotati-tra-la-vita-e-la-morte:-Governo-inetto-e-corrotto-%28VIDEO%29-34118.html
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 17, 2016, 23:41:43 pm
Dunque, nell'articolo si parla di Lula, della sua delfina Rousseff e dello scandalo corruzione che, ovviamente, non ha nulla a che fare con l'Italia.
http://www.ilsole24ore.com/art/mondo/2016-03-17/brasile-proteste-molte-citta-contro-l-ingresso-lula-governo-081516.shtml?rlabs=1
Citazione
Il livello dello scontro tra politica e magistratura si alza sempre di più in Brasile. Al centro della tempesta giudiziaria è l’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva, per il quale il giudice
Sergio Moro, alfiere dell'inchiesta Lava Jato (la Mani Pulite brasiliana) aveva chiesto l’arresto preventivo con l’accusa di corruzione. La presidente Dilma Roussef aveva deciso di far entrare il suo predecessore nel governo, mettendolo così al riparo dalla giustizia, ma il giudice federale Itagiba Catta Preta Neto, del quarto tribunale del Distretto federale, ha emesso oggi una sentenza provvisoria che sospende la nomina di Lula a ministro della Casa civile. Il governo della presidente Dilma Rousseff può fare ricorso contro la decisione ma è chiaro che il conflitto tra poteri dello Stato, in Brasile, è giunto ai massimi livelli.

Manifestazioni e proteste
Manifestazioni si sono svolte in molte città del Brasile per protestare contro la decisione della presidente Dilma Rousseff di nominare il suo predecessore ministro della Casa Civil, incarico simile a quello di capo di gabinetto. Durante il giuramento dell'ex presidente, a Brasilia sono scoppiati tafferugli tra manifestanti a favore e contro l'attuale esecutivo, davanti alla sede della presidenza della Repubblica, mentre cresce la protesta anche per le vie di San Paolo, dove si sta schierando la polizia anti-sommossa.

Immagini televisive mostrano cortei spontanei in varie altre città del Paese.Come è successo domenica scorsa, quando un milione di persone sono scese in piazza in tutto il Paese, decine di migliaia di persone hanno manifestato a Sao Paolo per chiedere le dimissioni di Rousseff, come a Brasilia dove i manifestanti si sono riuniti poco lontano dal Palacio del Planalto, sede della presidenza, dove la sicurezza è stata rinforzata. Manifestazioni anche a Belo Horizonte, Curitiba, Río de Janeiro e Florianópolis. A Brasilia le proteste sono iniziate poco dopo che è arrivata la conferma della notizia, che circolava in effetti da giorni, dell'ingresso nel governo di Lula che ora così godrà di uno status particolare.

La telefonata Lula-Rousseff
Inoltre, un colloquio telefonico registrato legalmente tra Lula e la Rousseff, appena poche ore prima della nomina di Lula a ministro, e che lascia intendere che la presidente ha nominato il suo mentore proprio per impedirne l'arresto, ha scatenato un vero e proprio terremoto politico.
La registrazione è stata autorizzata dal giudice Sergio Moro, che indaga sulla possibile implicazione di Lula nello scandalo di corruzione legato a Petrobras. Nella conversazione, avvenuta nella mattinata precedente l'annuncio della nomina, Rousseff comunica a Lula che si appresta a inviargli il decreto di nomina come capo di gabinetto perché possa usarlo «in caso di necessità». La presidenza ha già annunciato che adotterà «tutte le misure giudiziarie e amministrative» contro il magistrato autore della divulgazione. Il giudice si è limitato a spiegare di aver tolto il segreto dalle intercettazione telefoniche considerandole di «interesse pubblico». Immediata è arrivata la replica della presidenza che ha «respinge con forza» la diffusione dell'intercettazione di una conversazione del capo dello stato «che viola i diritti e le garanzie della presidenza della Repubblica». Il governo - continua il comunicato di Rousseff - «adotterà tutte le misure amministrative e giudiziarie» per garantire «che si ripari alla palese violazione della legge e della Costituzione commessa dal giudice responsabile della divulgazione» della registrazione audio.

Ma, nonostante ciò, un italiano medio (uno dei tantissimi) è riuscito a postare il solito, compiaciuto, commento autolesionista.
Citazione
Che dire, ci sono campi in cui l'Italia fa scuola!
Perspicace
17-03-2016 16:43:06

Una barzelletta.
Come ho già avuto modo di scrivere in passato, non credo esista in Europa un popolo più esterofilo e disfattista di quello italiano, che per certi versi è realmente irrecuperabile.

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ps: quando scrivo che è una barzelletta, non intendo certamente dire che in Italia è tutto ok e che la corruzione non esiste.
No, affatto.
Semplicemente faccio notare che la maggior parte dei paesi del pianeta Terra, son ben più corrotti della corrotta Italia.
Ma questo, l'italiano medio, indottrinato dalla TV e dai soliti articoli esterofili pubblicati sui vari quotidiani nazionali, lo ignora alla grande.
Del resto, l'italiano medio è anche quello che ogni 2x3 dice o scrive che "in un Paese normale questo e quell'altro non accadrebbe", bla bla bla.
Sì, per carità, certe cose son verissime; ma la domanda da fare è: quali sono i "paesi normali" ?
Forse la Colombia o il Messico dei narcos ?
Magari la Corea del Nord o la Somalia ? Ovvero i paesi più corrotti del mondo ?
Oppure l'Arabia Saudita ? Forse la Siria ? L'India ? Il Sud Africa ? L'Honduras ?
No, perché il mondo non è solo la Svizzera, l'Inghilterra, l'Irlanda, la Germania, ecc.; il mondo è anche "altro".
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Angelo - Marzo 18, 2016, 01:32:13 am
Frank, la massa di sinistronzi, pallemosce, "esterofili", antitaliani", femministe, dirà sempre che hai torto. Questi paraculi, vili esseri che si vestono dei "diritti civili" sarebbero i primi a scannare te, me e qualsiasi altra persona che si mette di traverso di fronte alle loro LURIDE, IPOCRITE e vigliacche posizioni (NATURALMENTE SOLO ED UNICAMENTE SE PROTETTI DALLO "STATO" E DAL POTERE).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Marzo 18, 2016, 01:34:55 am
Va bene, ma senza andare in Honduras gli spagnoli sono per alcuni aspetti meglio governati di noi. Basta vedere come tengono le loro città e come in pochi anni hanno costruito la 2° metropolitana d'Europa (tenuta benissimo). Stando così le cose, un po' di sana autocritica tra italiani non guasta. Ovvio che quando albanesi o rumeni ci fanno la lezione il discorso è ben diverso.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Angelo - Marzo 18, 2016, 02:00:59 am
Vicus, la questione è un'altra, perdonami. Una larga fetta di soggetti, di ambo i sessi, SPECIALMENTE FEMMINISTI E SINISTRONZI*,  pensa che l'Italia sia "un paese arretrato", "incivile", etc. etc.

Allora, io che sono del Sud e che SO BENE la storia dovrei essere contro l'Italia secondo questa massa di caproni. Non la penso così (QUESTO RAGIONAMENTO ANDAVA BENE 150 anni fa, non ADESSO). C'è l'Italia ed oggi chi mi parla dei Borboni, dell'Europa, del "progresso", dei "paesi civili" va direttamente nel cesso per una semplice questione:" A me che cazzo me ne deve interessare "dei paesi civili" quando questi ultimi stanno inculando l'Italia e loro li prendono come "modello di civiltà" ? "
La pizza "era civiltà" ?
La "mentalità italiana" in ambito industriale "era" civiltà?
L'equilibrio, il buonsenso, il SANO equilibrio dell'Italia "era civiltà" ?
Il  rifiutare le porcate genderfemministe nelle scuole e il lurido utero in affitto è "inciviltà" per questi individui senzapalle amanti "dell'estero" ? 

Io accetto fino ad un certo punto le critiche degli "esterofili" e degli stranieri. L'Italia ha un sacco di problemi, ma sicuramente chi viene da fuori ha interessi PERSONALI che sono DIVERSI da quelli degli ITALIANI. Non nego che in Italia ci siano problemi; ma non accetto lezioni da "stranieri". C'è da migliorare ma non con i consigli di chi vorrebbe l'Italia come un centro commerciale di matrice anglosassone.

Io, da Italiano, su parecchie cose DOVREI VANTARMI. Le femministe (e la massa di caproni affine a questa lorda ed ipocrita categoria) devono "comprarsi" la stima di qualcuno. Io non devo comprare nulla. Ho i miei difetti, ho i miei pregi e se ti sta bene (inteso come Italia) bene, se vuoi fare il superiore vattene affanculo al tuo paese. Purtroppo abbiamo dei palle mosce al governo, dei luridi leccaculo... Altrimenti, probabilmente, saremmo più poveri, MENO FEMMINISTI, MA CON DIGNITA'...




*Io, in gioventù, votavo a sinistra (mai i comunisti). Da 6-7 anni non voto più. Era una precisazione doverosa nei confronti di quelle luride femministe che si divertono a leggere ma non hanno e non avranno mai il coraggio di scrivere qui... Piccole, stronzette, femministronze senza idee....  :shifty:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Marzo 18, 2016, 03:15:56 am
Concordo, l'idea è di rendere l'Italia un Paese 'moderno' (cioè senz'anima) e femminista come la Svezia. Ma noi non siamo femministi, e la nostra è una critica costruttiva.
Quella dei 'Borboni' è un'altra trovata per balcanizzare ed indebolire gli stati nazionali richiamandosi a simulacri di identità. Le autonomie non sono altro che la moltiplicazione del caos in cui prospera il globalismo: la postmodernità delle tribù con demagoghi locali senza vere capacità politiche.
Nella società dei consumi non esiste alcuna solidarietà etnica, se non a un livello superficiale, sempre fragile e subordinato al capitale. Le 'autonomie' non servono ad altro che a facilitare la digestione delle nazioni da parte dell'oligarchia mondialista.
In un sistema in cui il potere d'acquisto determina il destino delle persone la questione dell'identità etnico-culturale è puro folclore. Sono forme paridistiche di identità, che imitano le società tradizionali ma parcellizzano ancor più il corpo sociale, introducendovi subculture uscite dal frullatore dello spettacolo e del consumo.
C'è una bella diferenza tra la comunità tradizionale e l'ipercomplessità della giungla identitaria contemporanea.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: freethinker - Marzo 18, 2016, 11:42:50 am
Vicus, la questione è un'altra, perdonami. Una larga fetta di soggetti, di ambo i sessi, SPECIALMENTE FEMMINISTI E SINISTRONZI*,  pensa che l'Italia sia "un paese arretrato", "incivile", etc. etc.

Allora, io che sono del Sud e che SO BENE la storia dovrei essere contro l'Italia secondo questa massa di caproni. Non la penso così (QUESTO RAGIONAMENTO ANDAVA BENE 150 anni fa, non ADESSO). C'è l'Italia ed oggi chi mi parla dei Borboni, dell'Europa, del "progresso", dei "paesi civili" va direttamente nel cesso per una semplice questione:" A me che cazzo me ne deve interessare "dei paesi civili" quando questi ultimi stanno inculando l'Italia e loro li prendono come "modello di civiltà" ? "
La pizza "era civiltà" ?
La "mentalità italiana" in ambito industriale "era" civiltà?
L'equilibrio, il buonsenso, il SANO equilibrio dell'Italia "era civiltà" ?
Il  rifiutare le porcate genderfemministe nelle scuole e il lurido utero in affitto è "inciviltà" per questi individui senzapalle amanti "dell'estero" ? 

Io accetto fino ad un certo punto le critiche degli "esterofili" e degli stranieri. L'Italia ha un sacco di problemi, ma sicuramente chi viene da fuori ha interessi PERSONALI che sono DIVERSI da quelli degli ITALIANI. Non nego che in Italia ci siano problemi; ma non accetto lezioni da "stranieri". C'è da migliorare ma non con i consigli di chi vorrebbe l'Italia come un centro commerciale di matrice anglosassone.

Io, da Italiano, su parecchie cose DOVREI VANTARMI. Le femministe (e la massa di caproni affine a questa lorda ed ipocrita categoria) devono "comprarsi" la stima di qualcuno. Io non devo comprare nulla. Ho i miei difetti, ho i miei pregi e se ti sta bene (inteso come Italia) bene, se vuoi fare il superiore vattene affanculo al tuo paese. Purtroppo abbiamo dei palle mosce al governo, dei luridi leccaculo... Altrimenti, probabilmente, saremmo più poveri, MENO FEMMINISTI, MA CON DIGNITA'...




*Io, in gioventù, votavo a sinistra (mai i comunisti). Da 6-7 anni non voto più. Era una precisazione doverosa nei confronti di quelle luride femministe che si divertono a leggere ma non hanno e non avranno mai il coraggio di scrivere qui... Piccole, stronzette, femministronze senza idee....  :shifty:

Concordo. Che esempio dovremmo mai prendere da gente che ci rappresenta con un piatto di spaghetti con sopra la pistola e poi viene a venderci le automobili ecologicamente taroccate?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 18, 2016, 19:38:19 pm
Stando così le cose, un po' di sana autocritica tra italiani non guasta. Ovvio che quando albanesi o rumeni ci fanno la lezione il discorso è ben diverso.

Vicus, l'autocritica è un conto (ed infatti su questo punto son d'accordo), il disfattismo è altro.
L'italiano medio è realmente malato di esterofilia.
Calcola che sul web, c'è pure un tizio della Lombardia, che ha postato numerosi video in cui elenca tutte le "meraviglie" dei paesi dell'est (Albania compresa  :doh:) e al tempo stesso prende regolarmente per il culo l'Italia e gli italiani.
Be', in 45 anni di vita, non ho mai visto né sentito uno straniero fare qualcosa del genere.
Mi ricordo solo di italiani, specie se di sesso maschile
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 18, 2016, 19:42:24 pm
L'Italia ha un sacco di problemi, ma sicuramente chi viene da fuori ha interessi PERSONALI che sono DIVERSI da quelli degli ITALIANI. Non nego che in Italia ci siano problemi; ma non accetto lezioni da "stranieri". C'è da migliorare ma non con i consigli di chi vorrebbe l'Italia come un centro commerciale di matrice anglosassone.

E' quello che penso anch'io.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 18, 2016, 19:44:19 pm
Frank, la massa di sinistronzi, pallemosce, "esterofili", antitaliani", femministe, dirà sempre che hai torto. Questi paraculi, vili esseri che si vestono dei "diritti civili" sarebbero i primi a scannare te, me e qualsiasi altra persona che si mette di traverso di fronte alle loro LURIDE, IPOCRITE e vigliacche posizioni (NATURALMENTE SOLO ED UNICAMENTE SE PROTETTI DALLO "STATO" E DAL POTERE).

Sì, Angelo, lo so bene.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: ilmarmocchio - Marzo 19, 2016, 16:26:49 pm
la questione della corruzione è ridicola. Si tratta di un difetto dell' uomo che è sempre esistito ovunque. I moralisti di sinistra sono degli sciocchi : le nazioni cosidette avanzate sono corrotte come noi, ma lo nascondono.
un es perttutti : tangente Siemens, in Germania.
Per nonn parlare USA , ecc
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 20, 2016, 11:52:12 am
Tanto per rimanere in tema di "Paesi normali", nello specifico di un non lontano passato, riporto un articolo (cartaceo) passatomi da un amico e risalente al novembre 1989.

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Citazione
ROMANIA
Proibito piangere
di Rossella Simone

Grazie a Elena Ceausescu, moglie del conducator Nicolae, in Romania soffia un
ponentino a favore dell'emancipazione della donna. Donne ai vertici delle industrie,
capo-fabbrica, docenti all'Università, in carriera politica. In effetti Elena Ceausescu,
69 anni, laureata in chimica nel 1976, quando era già first lady, si fregia di ben 26
titoli accademici acquisiti a tempo record.
Nella vita lavorativa la donna rumena è equiparata in tutto all'uomo. L'orario di lavoro
è di quarantasei ore e gli operai e operaie sono portate sui posti di lavoro in fabbrica
o nei campi con un camioncino malandato che li va a riprendere anche dopo quattro o
cinque giorni.
I giorni di festa e le domeniche sul calendario non sono segnati in rosso.
Alla sera, quando è possibile, marito e moglie si ritrovano nella penombra - è consentita
solo una lampadina da 45 watt per casa - e preparano insieme la cena. Cavoli e pomodori.
Non c'è gas per bollire un uovo e poi nelle città un uovo non lo si trova nemmeno.
I termosifoni non raggiungono i dieci gradi e l'energia viene erogata casualmente per poche
ore al giorno. In una notte di meno dieci gradi nell'inverno del 1985, la professoressa di
statistica Gabriela Cressi e suo marito Grigore Hagiu, popolare poeta, si sono addormentati
vicino al fuoco. Durante il sonno il gas è mancato e poi ha ripreso a uscire. Non si sono più
svegliati. Molti sono i divorzi causati dai disagi del vivere quotidiano e poi non si riesce a
mettere qualcosa sotto i denti nemmeno con due stipendi. I più fortunati hanno i genitori
oppure i suoceri che verso le tre di notte, escono di casa con la loro inseparabile bisaccia, 
per trovare qualcosa da mangiare.

La politica economica di Ceausescu ha infatti ridotto il paese alla fame. Tutta la produzione
economica della Romania, che è una immensa distesa di campi coltivati e di pascoli, sparisce
per l'esportazione o per le tavole della nomenklatura - più di centoventi sono i parenti della
famiglia del conducator nei posti di potere - oppure viene venduta a prezzi esorbitanti
al mercato nero. Le donne più anziane con  i bambini più piccoli rimangono in coda per ore,
pazienti, lavorando all'uncinetto. Le più giovani con discrezione si avvicinano ai turisti per
pagare con i loro leva, la moneta rumena, caffè, scatolette di carne, qualcosa da mangiare
per i loro figli. In silenzio perché parlare con uno straniero è vietato e la securitate, la
polizia politica di stato, sorveglia su tutto.

Ma, Se è proibito piangere, come dice il titolo di un libro della rumena Maria Mailat da due
anni esule in Francia, le donne non perdono la speranza e la voglia di lottare.
Molte tentano di scappare verso il campo di Debrecen in Ungheria attraverso interminabili
paludi, altre verso la Iugoslavia a nuoto sul Danubio.
Molte ce la fanno, altre come Vasilica Bruta e Emilia Popescu vengono catturate dalle guardie
di frontiera, picchiate e spedite per almeno un anno e mezzo nella prigione di Oradea.
Nel campo di Padinska Skela, vicino a Belgrado, è arrivato in agosto un rumeno disperato.
La moglie era stata uccisa di notte mentre a nuoto cercavano di raggiungere la riva iugoslava
di Kladovo. La Militia spara a tutto quello che si muove. Molte donne invece combattono
in patria per i loro diritti ma Ceausescu non ama le critiche. La moglie di Dimitru Mircescu che
insieme al marito chiedeva il rispetto dei diritti dell'uomo, è morta lanciata da una finestra di
casa sua dalla polizia, nell'ottobre del 1986. Dimitru è internato da due anni in un ospedale psichiatrico e di lui non si sa più nulla.
Doina Cornea, insegnante di francese all'Università di Cluj, è diventata nel 1982 la figura
emblematica dell'opposizione al regime. Nell'agosto 1988 ha indirizzato una lettera aperta,
firmata da altre 28 persone tra cui nove donne, a Ceausescu, per protestare contro la
"sistematizzazione territoriale" varata all'inizio dell'anno.
Tale piano prevede la distruzione di più di metà dei 13mila villaggi rumeni e il trasporto
forzato dei loro abitanti in 558 "centri agroindustriali", casermoni fatiscenti di cemento,
addossati alle città, con la cucina in comune e il cesso in cortile.
Tutto questo sradicamento per recuperare il tre per cento di terreno agricolo, per alzare
l'indice di urbanizzazione e soprattutto per assimilare le minoranze magiare, tedesche, slave
e zingare "all'uomo nuovo rumeno con una unica nazionalità".
Da allora Dorina Cornea ha perso il lavoro, è agli arresti domiciliari, il suo telefono è isolato,
la corrispondenza intercettata, non può ricevere visite. Sotto la sua casa stazionano agenti
della securitate. Ma, con ostentato orgoglio la rivista ufficiale Femeia - la donna -
continua a mostrare donne e bambini che appaudono Ceausescu, "artefice della grandiosa
epoca in cui viviamo".
...

E ancora

Citazione
ABORTO
ASSOLUTAMENTE VIETATO

Nel 1966 Ceausescu ha lanciato una campagna per l'aumento demografico secondo
cui ogni famiglia deve avere almeno cinque figli. Per questo in quell'anno sono stati
vietati tutti i contraccettivi. La prima domanda alla frontiera infatti è:"armi, munizioni,
preservativi?". E' stata introdotta nelle scuole e nelle fabbriche una visita ginecologica
obbligatoria e senza preavviso per tutte le donne dai 14 anni in avanti, alla presenza
del dottore e del maestro dello sport. L'aborto assolutamente vietato. La pena per il
medico che lo praticava era 10 anni di prigione. E così dalle 273.687 nascite del 1966
si è passati alle 527.764 del 1967. Quasi il doppio, un grande successo del regime.
Le statistiche però nascondevano il tasso di mortalità infantile in quegli anni.
83 morti per stenti e malnutrizione su mille nati, come in Cambogia.
Nel 1984 il regime ha rafforzato le pene per i medici che aiutano le donne ad abortire.
25 anni di prigione e, se recidivi, anche la pena di morte.
E se una donna arriva all'ospedale a causa di un aborto spontaneo, il medico non può
intervenire se non in presenza di un funzionario statale che autorizzi il suo operato.
Di sovente però questo ritarda ad arrivare e la donna muore senza nessuna assistenza.
Ciò nonostante le donne continuano ad abortire. Le statistiche non ufficiali raccontano che
ogni anno ci sono 1311 interruzioni di gravidanze note per mille nati vivi.

...

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Questa è una delle ragioni per cui mi girano alle grande, quando ascolto e vedo gente dell'Europa dell'est - uomini o donne che siano - che sputa nel piatto in cui mangia ("il piatto italiano"), facendo finta di non ricordare in quale melma vivevano fino a poco più di un quarto di secolo fa.










Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 20, 2016, 16:31:42 pm
A proposito del "miracolo ungherese".

http://www.repubblica.it/esteri/2014/04/06/news/ungheria_intervista_konrad-82879419/

Citazione
Lo scrittore Konrad: "Sotto Orban l'Ungheria ha più poveri e più diseguaglianze"

Dissidente sotto la dittatura, oggi emarginato dalla vita politica, il grande autore magiaro boccia il premier conservatore: "Ma stia attento a non stancare l'Europa"
06 aprile 2014

Lo scrittore Konrad: "Sotto Orban l'Ungheria ha più poveri e più diseguaglianze"
Gyorgy Konrad
BUDAPEST - "Ha polarizzato il paese come non mai, pensa solo ai suoi amici ricchi, ho sperato fino all'ultimo in un suo insuccesso". Così parla Gyorgy Konràd, forse il massimo scrittore ungherese vivente, dissidente sotto la dittatura comunista e dissidente oggi.

Perché Orbàn piace a tanti elettori?
"Attenzione, sorprese sono sempre possibili, ho la sensazione che potremo averle. O che egli perda, ed è meno probabile, o che vinca ma meno dell'altra volta, e questa è meno inverosimile. Che non raggiunga la maggioranza dei due terzi".

Sorprese possibili, perché?
"Perché speriamo che gli elettori se gli negheranno la maggioranza di due terzi indicheranno che non vogliono che lui dopo una vittoria troppo grande si vendichi contro l'opposizione. E lo costringano in qualche modo a negoziare con l'opposizione democratica. E'la migliore opzione possibile. Il caso più pessimista, cioè lui con di nuovo la maggioranza dei due terzi, sarebbe un male, ma renderebbe insicuri gli ambienti economici. E già ora lui appare insicuro, lo si sente dai suoi discorsi, dall'esagerata propaganda con lui e solo lui ovunque, quei poster col suo volto e poche parole, 'solo la Fidesz, Viktor Orbàn, premier d'Ungheria', come a dire lui per sempre: Io voglio sentirmi in Europa, non in Corea del Nord! E poi alla sua dimostrazione di sabato scorso, hanno portato gente dalle campagne e anche dalle comunità ungheresi all'estero: gita offerta per riempir le piazze. Si dice che ricevano anche soldi se vengono da fuori città".

Però l'economia tira, e questo aiuta il premier, no?
"Sì, ma povertà e disuguaglianze sono aumentate. Abbiamo bambini che soffrono la fame, non costerebbe molto sfamarli con pasti caldi a scuola anziché costruire stadi di calcio anche nel villaggio natale di Orbàn".


Orbàn che tipo di leader è: un pragmatico che vive nel mondo d'oggi, o un altro tipo di leader?
"Orbàn non vive nel mondo reale, dico di lui quello che Angela Merkel dice di Putin. Lui non vuole perdere e non guarda ai perdenti nella società, guarda e pensa solo ai vincitori, i favoriti che ricevono regali e favori da lui. Non ama negoziare, non ama condurre dibattiti né attacchi e critica, non ama persone che abbiano in pugno un'autorità indipendente ma solo quelli che ricevono autorità da lui. Non ama i poteri autonomi. Perché forse li ritiene nemici in quanto indipendenti da lui. Ama chi ha ricevuto potere da lui e quindi gli deve essere grato. Non è una dittatura ma è un po' un Fuehrerstaat, lui è un giocatore solitario. La legittimità emana da lui personalmente e solo da lui. E la gente ha paura di ritorsioni, magari di perdere il lavoro. Lo conosco dai decenni del dissenso contro il comunismo, lui è innamorato di se stesso. E crede in un governo forte guidato da un uomo forte".

Finora è stato popolarissimo, continuerà a riuscirci?
"Dipende da come si muoverà nell'Unione europea. Deve stare attento a non stancare ed esasperare la Ue. Può farcela se continua a ridurre il debito. Ma intanto fa accordi con Putin, per esempio col contratto per la centrale atomica, firmando un contratto per miliardi con Mosca. Il rischio che ha creato è di un'assoluta dipendenza energetica dalla Russia. Orbàn tiene ai rapporti con Mosca, con l'Arabia saudita, con autocrazie mediorientali, con Erdogan di cui è amico e altri autocrati come quelli delle ex repubbliche sovietiche. Una volta ha detto che siamo costretti a danzare la danza del pavone tra Occidente ed Est autocratico, a parlare con ciascuno il linguaggio che l'interlocutore ama di più ascoltare. E' un mentitore ben conscio di esserlo. E' il politico più popolare da noi, perché dà un grande senso di sicurezza ed identità nazionale specie ai poveri".


http://www.linkiesta.it/it/article/2014/04/05/ungheria-paese-dei-falsi-miracoli-economici/20528/

Citazione
Ungheria, Paese dei “falsi miracoli” economici
Come si presenta al voto
di Luigi Pandolfi

Domenica 6 aprile gli ungheresi vanno al voto per eleggere il nuovo parlamento. Sono le prime elezioni generali da quando è entrata in vigore la nuova costituzione. L’Ungheria è da qualche anno nel mirino della stampa internazionale per le virate autoritarie del governo in carica e queste elezioni, che si svolgeranno con una nuova legge elettorale sfacciatamente confezionata sulle esigenze del partito al potere, risentiranno anche degli strombazzi governativi sullo stato dell’economia.

Ma andiamo con ordine. Dal 2010 il Paese è guidato da Viktor Orban, capo indiscusso degli “arancioni” della Magyar Polgári Szövetség (Fidesz), un partito che negli anni Novanta si è fatto strada tra gli elettori magiari mostrando un volto liberale e progressista, fermamente anticomunista.

Oggi la Fidesz è membro del Partito popolare europeo (Ppe) e nei suoi documenti ufficiali non è dato alcun indizio della sua vena reazionaria e autoritaria. Sono però i fatti ad incaricarsi di denunciare l’anomalia incarnata da questo partito, che da alcuni anni persegue con impareggiabile tenacia il suo esperimento di “rivoluzione nazionale”. Di cosa si tratta? Presto detto. Una serie di modifiche alla costituzione, tre il 2011 ed il 2012, hanno decisamente cambiato il volto del Paese. È stato inserito nella legge fondamentale dello stato il principio che riconosce «il ruolo del cristianesimo nella preservazione della nazione», che, unito all’invocazione della benedizione di Dio nel preludio al testo ed all’uso dell’espressione «Nazione magiara» in luogo di «Repubblica ungherese», evidenzia una deriva illiberale delle istituzioni repubblicane. Tanto più che da questi principi sono discesi, a cascata, una serie di provvedimenti che hanno inferto colpi durissimi alle libertà fondamentali e allo Stato di diritto.

Orban vinse le elezioni quattro anni orsono giovandosi della grave crisi economica che attraversava allora l’economia nazionale. È utile ricordare a tal proposito che l’Ungheria è stato uno dei primi stati europei ad essere contagiato dalla crisi finanziaria scoppiata oltreoceano nel 2007. Il Paese, allora governato dai socialisti, per evitare la bancarotta si rivolse al Fondo monetario internazionale e all’Unione europea, con i quali pattuì, in cambio di misure di rigore, un piano di aiuti da 20 miliardi di dollari.

Contemporaneamente furono adottate drastiche misure di austerità che, sommate ai sacrifici già chiesti alla popolazione in vista dell’ingresso nell’Unione, finirono per appesantire lo stato di salute dell’economia e la condizioni materiali di vita delle famiglie. Uno schema che si ripeterà presto anche in altri Paesi europei, a cominciare dalla Grecia per finire all’Italia.

E alla fine a rimetterci è stata anche la democrazia. L’Ungheria, da questo punto di vista, ha anticipato i tempi: crisi economica e austerità hanno fatto da brodo di coltura per il populismo più estremo e le tendenze più reazionarie presenti nel panorama politico del Paese.

Così, quando la Fidesz è ritornata al governo, si è mossa su un doppio binario: politica identitaria da un lato e riduzione degli spazi di libertà dall’altro. Un tentativo di uscire per via populistica dal pantano in cui si trovava immerso il Paese, mescolando liberismo economico, nazionalismo, anticomunismo e politiche repressive.

Il risultato?

Su alcuni media europei, e segnatamente sul web, si parla con insistenza di un presunto “miracolo” ungherese. Tanto che da parte di alcune correnti “sovraniste” e anti-euro del continente, questo Paese viene elevato al rango di modello. I contenuti della narrazione sono questi: l’Ungheria ha cacciato il Fondo monetario internazionale e recuperato la sua sovranità monetaria; cosi facendo ha rilanciato la sua economia e risolto una serie di problemi sociali, a cominciare dalla disoccupazione dilagante. Cosa c’è di vero? Molto poco.

È vero che il governo di Orban ha ripagato in anticipo (un anno prima) il debito che aveva col Fmi. L’ha fatto in tre valute: 1,7miliardi di dollari Usa, 570 milioni di euro e 255 milioni di sterline di Sua Maestà Britannica. In totale, Budapest ha ripagato in anticipo una somma che espressa in Sdr (Diritti speciali di prelievo, il metro di calcolo del Fmi) è circa 2,15 miliardi di euro.

Alcuni media europei, tra cui anche alcuni giornali italiani, hanno parlato di “mistero” a proposito della provenienza dei capitali che hanno consentito di estinguere anticipatamente quel debito. Oggi però si fa sempre più insistente l’ipotesi (per molti una certezza) che i soldi per fare l’operazione, Orban li abbia avuti da una finanziaria americana, per di più ad un tasso superiore di quello praticato dal Fmi.


In questo caso si sarebbe trattato di una mera operazione di facciata, di una trovata propagandistica, da dare in pasto all’opinione pubblica interna.


Anche con riguardo alla “ritrovata sovranità monetaria” le cose non stanno proprio come alcuni propalatori del mito ungherese vorrebbero darla ad intendere. Se da un lato è vero che il governo ha posto sotto il proprio controllo la Banca centrale, la stessa cosa non si può dire a proposito di politiche monetarie espansive che di fatto non ci sono mai state. Lo dimostra il tasso di inflazione, fermo al 2,3 per cento, il più basso di sempre. E ciò non tanto per un’encomiabile prudenza delle autorità di governo, quanto per il rapporto, mai veramente incrinato, che quest’ultime mantengono con la Bce e l’Unione europea.

Da questo punto di vista la strategia di Orban è chiara: usare la retorica della sovranità all’interno per fini politico-elettorali e mantenere rapporti più o meno corretti con Bruxelles, da cui provengono ingenti risorse per l’ammodernamento infrastrutturale del Paese.

E qui si apre un altro capitolo. C’è una società, la Közgép Zrt, una holding specializzata nella costruzione di strutture in acciaio e di grandi opere ingegneristiche, che fa capo a Lajos Simicska, ex responsabile finanze della Fidesz passato per incarichi di governo nel primo gabinetto Orban nel 1998, che, secondo i dati forniti dal giornale di sinistra Magyar Narancs, verificati anche da Reuter, avrebbe vinto appalti pubblici negli ultimi anni per oltre 200 miliardi di fiorini (circa un miliardo di dollari). Per la maggior parte opere finanziate con fondi europei. L’ipotesi che gira insistentemente in Ungheria è che una quota dei profitti miliardari della Közgép Zrt andrebbe proprio al partito di governo, che in questo modo si finanzierebbe attraverso proventi europei destinati allo sviluppo del paese.

Che Orban, al di là della retorica, non abbia alcuna intenzione di sganciarsi dall’Unione europea (Il suo ingresso nel club dell’Euro non avverrà comunque prima del 2020) lo dimostrano peraltro tutte le sue scelte in materia fiscale ed economica, che, sebbene abbiano destato qualche preoccupazione iniziale presso la Bce e la Commissione, sono tutte orientate a far rispettare al proprio paese i parametri imposti dai trattati, compreso quello che fissa la soglia del rapporto tra deficit e Pil al 3% (Dal 4,2 per cento del 2010 si è giunti all’attuale 1,9 per cento!).

Un’altra prova dei rapporti “sostanzialmente” cordiali tra Budapest e Bruxelles? Eccola. Nel gennaio del 2012 la Commissione europea aveva aperto contro l’Ungheria tre procedure d’infrazione, una riguardante l’indipendenza della Banca centrale, un’altra per la riforma della magistratura, la terza per le norme varate in tema di privacy e gestione dei dati personali dei cittadini. Il 1 agosto dello stesso anno due di esse erano già state chiuse, tra cui proprio quella sull’indipendenza della Banca centrale, a seguito dell’approvazione di alcuni emendamenti alla legge di riforma concordati da Orban direttamente con José Maria Barroso.

Per quanto riguarda le altre procedure rimaste aperte, relative alla riforma in senso autoritario della costituzione, il governo ungherese si è detto invece “disposto ad un compromesso”.

Tornando all’economia ed al presunto “miracolo”, alcuni dati ci permettono di inquadrare meglio la situazione e di smontare con facilità alcuni luoghi comuni.

Nel 2012 il Pil dell'Ungheria è arretrato dell'1,7 per cento, prolungando il ciclo negativo già registrato nel 2010 e 2011, rispettivamente con un -1,3 per cento e -1,6 per cento. Per il 2013 si stima una crescita intorno allo 0,2 per cento, mentre nel 2015 è prevista una crescita dell’1,2 per cento. Dati che la collocano dietro tutti i suoi vicini di casa, dalla Repubblica Ceca, alla Slovacchia passando soprattutto per la Polonia.

Un po’ meglio vanno le cose sul versante occupazionale, se è vero che nell’ultimo trimestre del 2013 il tasso di disoccupazione si è attestato al 9,1 per cento, dato più basso dal 2008 (La media europea è sopra il 12 per cento).

Molto controversa è invece la questione dell’aumento dei salari minimi, anch’essa presa a modello da alcuni per glorificare le politiche “sociali” di Orban. E’ vero, in base all’accordo siglato con i sindacati nell’anno appena trascorso è stato stabilito un aumento del 5,3 per cento, da 93mila a 98mila fiorini, per i lavoratori di base e del 5,6 per cento, da 108mila a 114mila fiorini, per le professioni che richiedono qualifiche specifiche. Tali aumenti, tuttavia, devono essere valutati alla luce della riforma fiscale che il governo Orban ha approvato nel 2011. Una “riforma” che ha cancellato la progressività della tassazione sul reddito delle persone fisiche attraverso l’introduzione di un’aliquota fissa del 16% (“Flat tax”).

Oggi l’Ungheria è uno dei pochi Paesi al mondo ad aver addirittura costituzionalizzato il principio della tassazione “piatta”, senza scaglioni di reddito. Il risultato è stato che più della metà dei cittadini ungheresi oggi vivono in condizioni di maggiore difficoltà economica rispetto al passato, con netto vantaggio per i redditi più elevati. Chi ci ha guadagnato da questa riforma fiscale sono stati certamente i grandi gruppi industriali, che si sono visti innalzare la soglia per la tassazione agevolata degli utili da 50 milioni di fiorini (180 mila euro) a 500 milioni di fiorini (circa 1,8 milioni euro).

A tutto ciò si deve aggiungere poi che tra le “riforme” fatte dal governo in nome della “rivoluzione nazionale” ci sono anche quelle sul mercato del lavoro, con le quali sono stati resi più facili i licenziamenti, soprattutto a danno di chi fa politica e di chi è impegnato nel sindacato, ma anche delle donne in gravidanza e delle madri.

E se da un lato sono state ridotte le bollette di luce e gas, questo risparmio è stato del tutto compensato dall’aumento dell’Iva (Afa) al 27 per cento (La più alta d’Europa) e dall’aumento del costo del trasporto pubblico, treni in primis (+15 per cento). La tanto sbandierata aliquota al 5 per cento si riferisce solo a medicinali, apparecchiature medicali e giornali e per gli alimenti di base l’aliquota è al 18 per cento, contro quella italiana, ad esempio, che è stabilità al 4 per cento.

In Ungheria, insomma, non c’è alcun “miracolo” da registrare, ma un mix di autoritarismo e di furbizia diplomatica che consentono al Paese di fare la voce grossa senza mai pestare i piedi ai poteri che contano, in Europa ed oltreoceano. Questo Bruxelles l’ha capito, per questo le sue “censure” sono rimaste finora solo grida manzoniane.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Angelo - Marzo 20, 2016, 22:44:55 pm
Frank, l'Ungheria ha tanti problemi ma non certo quelli elencati in questi articoli. Orban è un fastidio perchè è molto indipendente dalla politica da sguatteri degli altri stati europei. Tale indipendenza danneggia gli interessi dei soliti noti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 21, 2016, 00:30:02 am
Frank, l'Ungheria ha tanti problemi ma non certo quelli elencati in questi articoli. Orban è un fastidio perchè è molto indipendente dalla politica da sguatteri degli altri stati europei. Tale indipendenza danneggia gli interessi dei soliti noti.

Sì, questo è chiaro, tuttavia l'Ungheria ha anche quei problemi, Angelo.
Mi riferisco al c.d. "miracolo economico" e alle diseguaglianze, di cui i nostri quotidiani nazionali non parlano mai.
I quotidiani italiani parlano solo delle magagne italiane.
Io, invece, nel mio piccolo mi sono preso l'onere di evidenziare anche quelle dei paesi stranieri, visto e considerato che delle nostre sappiamo già tutto.
Per cui è bene approfondire.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 12, 2016, 23:52:56 pm
Sempre perché all'estero (Romania e zone limitrofe) funzionerebbe tutto a meraviglia.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=850785475048622&set=gm.1342675209079637&type=3&theater
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 15, 2016, 09:15:48 am
Sempre perché all'estero (Romania e zone limitrofe) funzionerebbe tutto a meraviglia.

http://www.resistenze.org/sito/te/po/ro/porofe03-016262.htm
Citazione
www.resistenze.org - popoli resistenti - romania - 03-05-15 - n. 542
Disuguaglianza e illegalità: il 29% dei romeni guadagna meno del salario minimo legale e l'83% meno del salario medio

José Luis Forneo | imbratisare.blogspot.it
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

24/04/2015

Secondo gli ultimi dati dell'Ispettorato del lavoro, pubblicati da Ziarul Financiar, dei 4,5 milioni di romeni che hanno attualmente un contratto di lavoro, l'83% deve sopravvivere con meno di 400 euro al mese. L'estrema e crescente disuguaglianza salariale degli ultimi tre decenni di capitalismo in Romania, si può nitidamente vedere nelle seguenti percentuali:

- il 29% dei lavoratori con contratto di lavoro sopravvive con meno di 975 lei lordi al mese (circa 215 euro): 180 euro netti.

- un 54% riceve ogni fine mese, in cambio della propria forza lavoro, tra i 975 e i 2.400 lei lordi (215-500 euro lordi): tra 180 e 400 euro netti.

- cioè, l'83% dei lavoratori della Romania guadagna meno di 400 euro netti al mese (l'imposta sul reddito in Romania, altra dimostrazione della disuguaglianza promossa dalle istituzioni capitalistiche, è unica, indipendentemente dal salario ed è del 16%).


- dall'altra parte, solo 200.000 privilegiati (il 4%) guadagnano più di 5.000 lei lordi al mese (circa 1.100 euro), cioè più di 900 euro netti al mese, la stragrande maggioranza nella capitale Bucarest, mentre il restante 15% riceve tra i 2.400 e i 5.000 lei lordi al mese (cioè 500-1.100 euro lordi, 400-900 euro netti).

Di seguito, possiamo vedere una mappa dei salari medi previsti per questo 2015 in Romania, divisi per province: a Bucarest, il salario medio arriva a 2.571 lei lordi al mese, circa 571 euro (2.100 lei o 470 euro netti) a fronte dei 1.202 lei lordi (circa 260 euro) della provincia transilvana di Harguita (1000 lei/220 euro netti).



Non bisogna dimenticare che le cifre della mappa precedente si riferiscono ai salari medi. La grande disuguaglianza esistente in Romania fa si che un piccolo numero di persone abbia salari molto alti, mentre la grande maggioranza percepisca salari vicini a quello minimo, che attualmente è di 975 lei lordi (819 netti, cioè 180 euro).

Vale a dire, riassumendo le conclusioni alle quali arriva il giornale Voxpublica dopo lo studio dei dati dell'Ispettorato del lavoro e che rimarca l'enorme disuguaglianza salariale della Romania in un articolo intitolato "L'osceno spettacolo dell'illegalità in Romania", approssimativamente l'83 % dei lavoratori romeni ha un salario inferiore al salario medio (2.400 lei lordi, 2000 netti) mentre solo il 17% si posiziona al di sopra di questo (senza dimenticare l'esplicativo dato relativo del 29% dei lavoratori romeni che riceve uno stipendio inferiore al salario minimo legale di 975 lei lordi, cioè 819 netti, con la consapevolezza ed ovviamente la complicità del governo, come si addice ad un regime capitalista al servizio unico ed esclusivo degli interessi dell'impresa, della classe capitalista).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 03, 2016, 16:35:21 pm
Ogni tanto mi imbatto in qualcuno che ragiona in maniera molto simile alla mia...
Certo, son mosche bianche, ma niente non è.

http://www.lettera43.it/cultura/italiani-inguaribili-esterofili-e-ora-di-finirla_43675148670.htm
Citazione
Italiani inguaribili esterofili: è ora di finirla

Basta col modello giapponese, islandese, danese. Valorizziamo le nostre eccellenze.

di Franco Moscetti
24 Novembre 2014

Purtroppo il nostro è un Paese che non riesce ad avere una vera identità nazionale.
Gli italiani (in genere) sono abbastanza “auto distruttivi” e preferiscono mettere in mostra i propri vizi piuttosto che le proprie virtù.
Se chiedete a un francese di parlarvi della sua nazione vi dirà immediatamente: «Abbiamo il Louvre, la torre Eiffel, Parigi è la più bella città al mondo».
Se provate con qualunque altro Paese evoluto sarà identico: la prima cosa di cui vi parleranno riguarderà bellezze o eccellenze.
IN ITALIA «ABBIAMO LA MAFIA». E gli italiani? Be' gli italiani citeranno la mafia, i problemi politici e le nostre più belle città verranno presentate come latrine all’aperto.
Nessuno penserà di dire che in Italia abbiamo la Ferrari, le città più belle al mondo, il 75% delle opere artistiche esistenti al mondo, Leonardo, Tiziano.
Per gli italiani tutto quello che hanno gli altri è fantastico. Tutto quello che possediamo noi una schifezza.
Se qualcuno di Centocelle (quartiere di Roma) va a Parigi visita il Louvre e non la banlieue (periferia parigina) dove, in alcune zone, la polizia stessa ha difficoltà a entrare.
È normale che tornando a casa il confronto con la propria realtà gli sembrerà certamente impari.
Nella soluzione dei propri problemi gli italiani, inoltre, fanno sempre e comunque riferimento a soluzioni straniere.

NON DOVEVAMO DIVENTARE GIAPPONESI? Negli Anni 90 dovevamo diventare tutti giapponesi. La qualità totale era una religione.
Il libro The machine that changed the world, ovvero la storia della lean production alla Toyota, era diventata una sorta di Bibbia.
Toyota veniva presentata come la perfezione qualitativa, salvo poi essere obbligata a ritirare un po’ di anni dopo qualche milione di auto per difetti di costruzione; come sia andata più in generale in Giappone è sotto gli occhi di tutti.
Ma anche recentemente il Giappone per molti era tornato un benchmark perché continuava a stampare carta moneta per uscire dalla crisi.
Gli anti euro presentavano l’approccio giapponese (ma in alcuni casi anche quello argentino) come l’unico percorribile per risolvere i nostri problemi. Su come sia andata a finire stendiamo un velo pietoso.
VIVA IL MODELLO ISLANDESE, ANZI IRLANDESE. Sempre in epoca recente è stato presentato il modello islandese (l’Islanda non arriva a 350 mila abitanti, meno di un quartiere di Milano), saremmo dovuti tutti diventare spagnoli, avremmo dovuto trovare soluzioni fiscali simili all’Irlanda e naturalmente potrei continuare.
Risolvere il problema della disoccupazione in Italia? Semplicissimo: basta implementare il modello di “flexicurity” danese.
Andate in Danimarca, chiedete ai capi azienda come funziona e quanti anni ci hanno messo a mettere a punto questo modello in un Paese di neanche 6 milioni di abitanti che ha uno dei più alti livelli di scolarità a livello internazionale.
Prendete un taxi a Copenaghen per capire le differenze culturali (e di buona educazione) con il nostro Paese.
UN PO' AMERICANI E UN PO' SCANDINAVI. Come ho già avuto modo di dire in altre occasioni è assurdo sognare un Paese che abbia contemporaneamente il modello economico americano (uno dei più destrutturati al mondo); il modello di welfare scandinavo (uno dei più socialisti al mondo); una burocrazia di stampo francese (uno dei modelli più centralizzati al mondo); una governance di stile anglosassone (basata su comportamenti da “civil servant” più che sulle leggi).
Come ulteriore paradosso noi vorremmo però mantenere “molto italiano” il sistema fiscale (che ha una delle evasioni più elevate al mondo) e un modello economico “relazionale” anziché basato sulla meritocrazia.
Crediamo realmente di poter andare lontano con criteri simili, per quanto io possa averli semplificati o addirittura banalizzati?
BASIAMOCI SULLE ECCELLENZE ITALIANE. Personalmente credo che debba essere perseguito un modello italiano che possa basarsi sulle molte eccellenze del nostro Paese.
Proviamo a ripartire assumendo come priorità i superiori interessi del Paese, ma in modo sistemico, convinto, determinato, oserei dire appassionato e spingendo tutti insieme nella stessa direzione.
Giro il mondo in lungo e in largo e noto che gli italiani, a livello individuale, sono i migliori al modo e potrebbero quindi vincere qualunque competizione.
Ma questo stesso individualismo diventa un grande handicap quando la competitività è sistemica. Dobbiamo quindi evolvere. Basta piangersi addosso o immaginare di essere titolari di tutti i mali del mondo.
TUTTI VORREBBERO AVERE IL NOSTRO GENIO. Chi si laurea in alcune delle nostre università (il Politecnico di Milano, la Bocconi, la Normale di Pisa) non ha nulla da invidiare a coloro che si laureano nelle università straniere. E quando vanno all’estero sanno farsi valere.
Tutti i Paesi cosiddetti emergenti vorrebbero avere la nostra intelligenza, la nostra creatività, le nostre bellezze.
Proviamo a valorizzarle in modo progettuale, tutti insieme, e smettiamola con questa esterofilia dilagante. Facciamo in modo che, almeno per una volta, l’erba del vicino sia meno verde della nostra.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Luglio 01, 2016, 02:04:39 am
Sempre perché al di fuori dei confini nazionali funzionerebbe tutto a meraviglia.
Perlomeno questo è ciò che crede l'esterofilo italiano medio.

http://www.askanews.it/esteri/transparency-piu-corruzione-in-cina-e-turchia-italia-stabile_71166136.htm
Citazione
Transparency: Più corruzione in Cina e Turchia, Italia stabile
Usa al 17esimo posto. Nordcorea e Somalia appaiate in coda

Berlino, 3 dic. (askanews) - Cresce la corruzione in Cina e in Turchia; aumentano le difficoltà di alcuni Paesi emergenti a contrastare le attività illegali. E se Danimarca, Nuova Zelanda e Finlandia sono da considerarsi come gli Stati più virtuosi, la maglia nera di questa speciale classifica va a Sudan, Corea del Nord e Somalia, fanalino di coda e Paese più corrotto al mondo. Stabile il ranking dell'Italia, al 69esimo posto. E' la speciale classifica di Transparency International, pubblicata questa mattina assieme a un rapporto in cui si chiede alle principali piazze finanziarie internazionali di contrastare più efficacemente il riciclaggio.

Transparency stila una classifica di 178 Paesi sulla base di un coefficiente da 0 a 100, facendo riferimento a pareri di esperti di alcune organizzazioni, tra le quali Banca mondiale, Banca africana per lo Sviluppo, Fondazione Bertelsmann.

La Cina, al 100esimo posto su un totale di 178 Paesi, ha fatto registrare una perdita di 20 posizioni rispetto allo scorso anno, mentre la Turchia è retrocessa di 11 posizioni, piazzandosi 64esima. Gli Stati uniti, con un coefficiente di 74, si trovano al 17esimo posto, preceduti da Germania (12esima) e Regno Unito (14esimo), seguiti da Francia (26esima) e Spagna (37esima). L'India è all'85esimo posto, il Messico al 103esimo, l'Iran al 136esimo. Nelle retrovie la Russia, solo 136esima con un coefficiente di 27 su 100.

Stabile l'Italia, che mantiene lo score del 2013 (43 punti) e si piazza al 69esimo posto, tra la Grecia e la Romania. Le ultime posizioni sono occupate infine, da Iraq (170esimo), Sud Sudan (171), Afghanistan (172), Sudan (173) e, appaiate in coda, Corea del Nord (174) e Somalia (174).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Luglio 01, 2016, 02:08:20 am
A proposito del Messico.

http://paradisidellacensura.wordpress.com/messico/

Citazione
Messico: dove la corruzione uccide.
    Quando pensi al Messico, probabilmente pensi ad una bella vacanza. Ma, dietro gli splendidi templi, la spaventosa violenza del Messico sta uccidendo la Libertà di espressione.
    Dal 2000 ad oggi sono stati uccisi 80 giornalisti.
    Per i media, il Messico è uno dei paesi più pericolosi del mondo. I cartelli della droga e i funzionari corrotti sono implicati nella maggior parte dei reati di violenza contro i giornalisti, che quasi sempre restano impuniti. Come risultato, i giornalisti spesso si autocensurano e alcuni sono stati costretti  a fuggire in esilio.
    Il Messico occupa il 136° posto della classifica mondiale della Libertà di stampa di Reporter senza frontiere.


http://www.liberainformazione.org/2014/11/03/narcos-polizia-e-corruzione-in-messico/

Citazione
Narcos, polizia e corruzione in Messico

    di Piero Innocenti il 3 novembre 2014. Internazionale

    La corruzione è, da molti anni ormai, il cancro che sta devastando il tessuto sociale e istituzionale del nostro paese e di molti altri. Quando, poi, riesce ad insinuarsi nei settori più delicati di uno Stato come sono quelli deputati a garantire la sicurezza pubblica, il rischio che un paese diventi un “fantoccio” nelle mani delle mafie è reale. E’ quanto sta accadendo in Messico dove non si contano più gli episodi di collusioni tra le varie polizie, federale, statali, ministeriali, municipali e la criminalità organizzata, in particolare quella del narcotraffico. L’ultimo episodio è di pochissimi giorni fa (30 0ttobre) con la destituzione di 230 agenti della polizia di Naucalpan, inclusi sei comandanti, su un organico di circa 2.400 unità. Per tutti l’accusa di detenzione di droghe, falsificazione di atti pubblici ed altri gravissimi delitti ( un comandante prestava le armi in dotazione ai malviventi per le loro scorribande). La credibilità delle polizie nei vari Stati messicani è compromessa da anni, al punto che il Governo federale, nel contrasto alla criminalità, in diverse regioni e città, ha fatto spesso ricorso, a partire dal 2007, all’impiego dell’esercito ritenuto più affidabile. Le “epurazioni” poliziesche, in conseguenza di indagini svolte, per lo più, dalla polizia federale e i mancati superamenti degli “esami di affidabilità”, cui vengono sottoposti periodicamente i poliziotti dei vari municipi, hanno fatto emergere casi davvero inquietanti.

    Tra questi vorrei ricordare la “chiusura”, da parte del governatore, nel maggio 2010, del comando di polizia di Panuco (Veracruz), con il licenziamento di 98 agenti che non avevano superato i test di “affidabilità” per svolgere la loro funzione pubblica. Sempre a maggio, il segretario della sicurezza pubblica di Nuevo Leon, informa che 215 poliziotti sono stati destituiti per “fatti gravi” e verranno rimpiazzati da 150 agenti dei federali. Alcuni giorni a dopo, militari dell’esercito occupano il comando di polizia di Amazucas arrestando 37 agenti ritenuti collusi con gruppi di narcotrafficanti. In un clima di sfiducia diffusa e di paure, molti poliziotti, in diversi municipi, presentano domanda di dimissioni. Armi e munizioni, si accerterà, vengono vendute dai poliziotti di Ciudad Juarez ai narcotrafficanti,città in cui, alla fine del 2010 si contavano circa tremila omicidi. Grande scalpore, poi, la rivolta di circa duecento poliziotti federali che, nell’agosto, bloccano alcune vie cittadine reclamando la “cacciata” del loro comandante soprannominato “Lo Sciamano”. Impietose le immagini televisive che mostrano alcuni ufficiali corrotti schiaffeggiati in strada dagli agenti. Il 2010 si chiude con le manette per 12 agenti accusati di complicità con il cartello dei Los Zetas. Tra gli episodi del 2011 va segnalato l’arresto, a febbraio, da parte di fanti della marina Militare, di 36 poliziotti in servizio a Manzanillo, Tecoman e Villa de Alvarez. Per tutti l’accusa è di favoreggiamento della criminalità del narcotraffico. Diverse decine i poliziotti arrestati nei mesi seguenti tra cui 23 di Tarandacuao implicati anche in tre omicidi e 66 agenti delle polizia di Acambaro, Jarecuaro e Coroneo in combutta con il cartello de La Familia Michoacana. In questo desolante scenario istituzionale che vede gli arresti di molti poliziotti per attività estorsive in danno di commercianti, rapine, furti, omicidi ed altri gravissimi delitti, la notizia, il  2 agosto 2011, della più grande epurazione mai avvenuta nella storia della magistratura messicana. Ventuno dei trentadue delegati statali della Procura Generale della Repubblica, “rinunciano” al loro incarico in conseguenza di indagini per corruzione.

    Intanto, grazie alla richiesta di informazioni avanzata nell’ottobre 2011 dall’Istituto di Accesso alla Informazione Pubblica, la Polizia Federale rende noti i dati che riguardano gli agenti sottoposti ad indagini per delitti vari: 4.559 nel 2010 e 4.175 nel 2011. I processi, in realtà hanno riguardato soltanto 75 poliziotti e solo per 27 si è avuta una sentenza di condanna. Naturalmente casi di corruzione accertati anche per le alte gerarchie con gli arresti, nel maggio 2012, dell’ex vice segretario della difesa nazionale e di altri due generali in pensione accusati di collusioni con il cartello dei narcos dei Beltran Leyva. Agli inizi del 2013 mentre si registrano violenti scontri a fuoco tra gruppi di narcos in diversi municipi a cavallo tra gli Stati di Coahuila e Durango, una sessantina di agenti delle polizie municipali di Lerdo e di Gomez Palacio, vengono arrestati per favoreggiamento di bande di criminali.  L’anno termina con l’arresto, a ottobre, di tredici federali che avevano organizzato una banda dedita ai sequestri di persona alcuni dei quali conclusi con la morte delle vittime. Nel 2014, tra i tanti fatti, vanno segnalati il gravissimo episodio di fine settembre verificatosi ad Iguala con una cinquantina di studenti bloccati e fatti sparire dai poliziotti in combutta con la gang di narcos di Guerreros Unidos ( una costola del cartello dei Beltran Leyva) e su indicazione del sindaco e del comandante della polizia municipale. Si stanno cercando ancora i loro corpi. A ottobre, 101 agenti di Ixtapan de la Sal vengono disarmati da militari dell’esercito e sottoposti a indagini per presunti collegamenti con la c.o. Due giorni dopo in carcere finiscono il sindaco e il direttore della sicurezza pubblica. E non è finita.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Settembre 11, 2016, 11:40:15 am
A proposito delle forbici salariali esistenti in altri paesi del pianeta Terra.

http://contropiano.org/news/internazionale-news/2016/04/17/russia-la-forbice-salariale-sempre-piu-aperta-077989
Citazione
Russia: la forbice salariale sempre più aperta
di Fabrizio Poggi

Tempo di pubblicazione delle dichiarazioni dei redditi 2015 in Russia. Almeno per le cariche ufficiali, politiche e istituzionali; che non danno davvero l’impressione di aver bisogno di attività offshore per sbarcare il lunario e vivere più che “dignitosamente”.

Nei palazzi del Cremlino, il primo vice-capo dell’Amministrazione presidenziale, Vjačeslav Volodin, batte tutti con 87,1 milioni di rubli: 24 milioni in più rispetto al 2014 e, stando ai documenti ufficiali, oltre dieci volte più del suo capo, Vladimir Putin, fermo a 8,9 milioni, o 741mila rubli al mese. Sembra che la gran parte dei guadagni di Volodin, secondo la Tass, venga da investimenti in azioni e le Izvestija hanno precisato che, comunque, Volodin ha donato in beneficenza quasi la metà dei suoi introiti. Stando alla rivista Finans, ripresa da Komsomolskaja Pravda, già 10 anni fa Volodin era classificato al 351° posto tra i miliardari russi, con un patrimonio stimato in 95 milioni di dollari; fino al 2006 egli deteneva infatti il pacchetto di controllo della holding “Prodotti solari”, dalla cui vendita, l’anno successivo, avrebbe ricavato 592 milioni di rubli. Secondo la Tass, il forte incremento di reddito registrato tra il 2014 e il 2015, sarebbe dovuto al sensibile aumento dei tassi sui depositi bancari.

Molto più modestamente, nel 2014, Vladimir Vladimirovič si era attestato a 7,6 milioni (nel 2013 il suo reddito era stato di 3,6 milioni, ma poi aveva firmato una direttiva per il raddoppio dello stipendio di Presidente e primo ministro) e continua a possedere un paio di appartamenti e un pezzetto di terra in Russia. Il primo ministro Dmitrij Medvedev ha guadagnato invece nel 2015, 8,8 milioni, contro i 4,2 del 2013. Crollati i redditi del leader della classifica precedente, capo dell’amministrazione presidenziale per la collaborazione economica coi paesi della CSI, Oleg Govorun: dai 114 milioni del 2014 ai “miseri” 9 del 2015. Il portavoce presidenziale, Dmitrij Peskov, è passato da 9 a 36,7 milioni, che si aggiungono ai 90 milioni e ad alcuni appartamenti in USA della sua consorte Tatjana Navka. Il capo dell’amministrazione del Cremlino, Sergej Ivanov, è sceso da 16 a 10 milioni. I più bassi stipendi al Cremlino sono stati quelli di alcune collaboratrici presidenziali, ferme a circa 4 milioni di rubli.

Per Komsomolskaja Pravda alcuni “Ministri affittano ville in Europa, mentre i deputati si comprano l’elicottero”. Vengono affittati appartamenti e ville in Austria, Gran Bretagna, Svizzera, Italia, Spagna e così via, mentre nel garage di casa non mancano Mercedes, Bentley e Ferrari, oltre che elicotteri e yacht. In effetti, i redditi degli alti dirigenti del Cremlino sono briciole se paragonate a quelli di alcuni Ministri, con in testa il Ministro per le questioni del “Governo aperto”, Mikhail Abyzov – l’unica personalità pubblica inserita da Forbes tra i russi più ricchi – che nel 2015 ha intascato 455 milioni di rubli, il doppio del 2014. Anche nel suo caso, il patrimonio azionario avrebbe garantito il successo. I redditi di altri Ministri oscillano tra i 90 e i 150 milioni di rubli, ma in diversi casi, i patrimoni dei o delle consorti aumentano di molto il budget familiare.

Alla Duma invece, tra i capi di partito più ricchi sarebbe in testa il leader del PC Gennadij Zjuganov, con 6,5 milioni di rubli. Lo seguono il capo della frazione parlamentare “Russia Unita” (il partito presidenziale), Vladimir Vasilev con 5,6 milioni e dal leader del Partito Liberal-democratico Vladimir Žirinovskij con 5,3 milioni. Il presidente della Duma, Sergej Naryškin ha dichiarato per il 2015 9 milioni di rubli, rispetto ai 2,7 del 2013. Ma i maggiori introiti si registrano tra i “semplici” deputati, con redditi di alcune centinaia di milioni.

Usciamo dalla Duma e seguiamo i dati del Comitato statale per le statistiche, secondo cui, nel settore dell’insegnamento, la media generale per l’intero paese è di 30-32mila rubli (con una forbice tra le diverse regioni da 15 a 65 mila rubli, anche in ragione del livello di inquadramento: federale, repubblicano o municipale); su tali cifre si attestano anche il settore della cultura in generale e quello sanitario. Nella media generale del paese, all’ultimo gradino salariale si mantiene ben saldo il settore agricolo, con redditi medi di 15-17 mila rubli; mentre la posizione più alta è appannaggio del settore finanziario, con stipendi di circa 70-90 mila rubli, passando per il campo energetico (60-65 mila), amministrativo statale e militare (40-45 mila) ecc. Di regola, in ogni singolo settore, si riscontra una discreta disparità di salario tra regione e regione e, ovviamente, un’altrettanto notevole diversità di trattamento, anche di 4-5 volte, può esser data all’interno dello stesso apparato amministrativo dall’essere occupati ad esempio in un ufficio municipale, diciamo moscovita, o in una anticamera del Cremlino. Stando al sito Person-agency.ru, tra gennaio e dicembre 2014 i redditi monetari medi erano scesi del 7,3%. Secondo quanto riportato dalle agenzie, la maggiore preoccupazione espressa dai russi a Vladimir Putin durante il recente “botta e risposta” tra cittadini e presidente, è non tanto quella dell’alto corso delle valute estere (dopo il crollo di inizio anno, quando l’euro si comprava con oltre 90 rubli, oggi la media è di 70-75), quanto il continuo aumento dei prezzi dei principali prodotti, che mette in crisi anche gli stipendi non del tutto modesti. A marzo il livello di inflazione ufficiale è stato dello 0,46% (2,06% da inizio anno) e, sui 12 mesi del 2015, era stato del 12,91%.

Il negativo corso valutario pare abbia interessato di più, ovviamente, i russi ricchi, il cui patrimonio complessivo, secondo Forbes, è sceso dai 408 miliardi di $ del rating precedente, ai 360 di quest’anno. Una prece.

Più interessante sembra invece osservare le reazioni di alcuni lettori alla classifica Eurostat, riportata da Komsomolskaja Pravda, circa i paesi UE con più alta percentuale di popolazione povera, a partire da Bulgaria (con il 34% sull’intera popolazione) e Romania (24%), passando per Lettonia (16,4%) e Lituania (13,9%). Se un lettore paragona il livello salariale medio russo a quello messicano (in dollari: 250-300), corrispondente a circa 20 mila rubli mensili, un altro cita lo stipendio dei portalettere che, se a Mosca si aggira sui 17.000 rubli, in alcune regioni scende fino a 10 mila. Un altro aggiunge che lo stipendio dei medici va dai 10 ai 15 mila rubli, ricordando la riduzione di quasi il 20% per gli investimenti per sanità e istruzione pubbliche, con medici e infermieri che, soprattutto nelle città di provincia, si licenziano in massa dalle strutture pubbliche. “Ci sono tre tipi di bugie”, replica un altro lettore, “c’è la bugia, c’è la bugia sfacciata e c’è la statistica russa. Se secondo quest’ultima ci sono oggi 16 milioni di poveri, economisti indipendenti parlano di 23 milioni. Se il salario medio statistico è di 35 mila rubli, in realtà non si arriva a 20 mila. Ma, ciò che più conta, c’è oggi un tale abisso tra ricchi e poveri come non si era mai visto”.

Se oggi, a Mosca, si parla di 800 euro (60 mila rubli) come di un “buon stipendio” per occupazioni in uffici amministrativi o sportelli bancari, non si può non concordare con l’ultimo lettore: la voragine aperta nel 1991 è ben lontana dal richiudersi.

Fabrizio Poggi

17 aprile 2016

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 16, 2016, 00:47:13 am
http://euroregionenews.eu/corruzione-ue-romania-al-primo-posto-la-classifica/

Citazione
29/03/2016
CORRUZIONE UE: ROMANIA AL PRIMO POSTO. La classifica

E’ la Romania il paese più corrotto in Europa, seguita da Bulgaria, Croazia e Lettonia. L’Italia è al ventiduesimo posto. I dati sono stati elaborati da Rand Europa su incarico del Parlamento europeo.
I meno corrotti invece sono i Paesi scandinavi (la Danimarca al primo posto, seguita dalla Finlandia e dalla Svezia).

Tra i Paesi sopra la media europea per quanto riguarda il costo stimato della corruzione (il 4,9% del Pil dell’Ue-28) risultano anche Lituania (14%), Italia (13%), Grecia, Repubblica Ceca, Slovacchia e Polonia con il 12%, Slovenia (10%) e Ungheria (9%).

Ai piedi della lista Lettonia con il 15% del Pil, Bulgaria con il 14.5%, Romania (13.5%) e Croazia con il 13%.
(fonte ANSAeuropa).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Dicembre 16, 2016, 11:05:38 am
Ora cosa diranno i soliti italodisfattisti :lol: ?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 16, 2016, 20:39:07 pm
Ora cosa diranno i soliti italodisfattisti :lol: ?

Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

@@

* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Dicembre 16, 2016, 23:25:56 pm
Citazione
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ?

Capita, e molto raramente, solo se si parla di Francia o Spagna: ma il perché è dovuto ai soliti campanilismi a base calcistica trasposti in altri ambiti.
Altrimenti... niente di niente.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 25, 2016, 03:46:16 am
Capita, e molto raramente, solo se si parla di Francia o Spagna: ma il perché è dovuto ai soliti campanilismi a base calcistica trasposti in altri ambiti.
Altrimenti... niente di niente.

Ovviamente.
L'italiano medio apre bocca solo (o quasi) quando c'è il calcio di mezzo; altrimenti niente di niente.
Silenzio assoluto.
In tal senso gli uomini italiani son pure peggio delle donne italiane, perché ancora più disfattisti ed esterofili della suddetta controparte femminile.
Diciamo pure che l'uomo medio italiano è soventemente sottomesso a tutti e a tutte: alle donne in primis; agli stranieri in secundis.
Ed anche se quest'ultimi provengono da paesi di merda.

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A proposito delle meraviglie che si possono trovare al di fuori dell'Italia...
In confronto anche i "nostri" mafiosi sono angioletti.
http://www.tpi.it/mondo/colombia/10-storie-incredibili-ma-vere-su-pablo-escobar

http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/09/29/news/altro-che-narcos-escobar-e-molto-peggio-di-cosi-dice-suo-figlio-104655/

Citazione
Altro che “Narcos”, Escobar è molto peggio di così, dice suo figlio
In un’intervista uscita ieri sul País Sebastián Marroquín rivela qual è il più grande problema della serie tv. “Mio padre mi ha sempre detto che era un bandito, un narcos. Quando guardavamo le notizie in televisione non gli tremava la voce a dirmi: quella bomba l’ho fatta mettere io… Mio padre ha sottomesso un intero paese con il terrore".

di Eugenio Cau

29 Settembre 2016 alle 06:15
Altro che “Narcos”, Escobar è molto peggio di così, dice suo figlio

Roma. Da quando, all’inizio di settembre, è uscita in tutto il mondo la seconda stagione di “Narcos”, la serie tv di Netflix che narra la storia e le gesta criminali del narcotrafficante colombiano Pablo Escobar, Sebastián Marroquín è stato intervistato dai media di tutto il mondo. Marroquín, al secolo Juan Pablo Escobar, è il figlio maggiore del narcotrafficante colombiano e il suo erede designato, che però ha abiurato la carriera criminale e l’eredità del padre, ha cambiato nome ed è diventato architetto, ritirandosi a vita privata fino a che il revival recente di Escobar, generato da “Narcos” e non solo, lo ha portato a rispolverare la storia di famiglia. Nel 2009 Marroquín, che oggi vive in Argentina, è stato protagonista del documentario “Sins of my father”, in cui gira la Colombia per chiedere scusa alle vittime dei crimini commessi dal genitore. Nel 2014, quando ormai la produzione della prima stagione di “Narcos”, uscita l’anno successivo, è alle battute finali, pubblica il memoir “Pablo Escobar: My Father”, e lo firma tornando al suo vecchio nome, Pablo Escobar, appunto.

Sebastián Marroquín, al secolo Juan Pablo Escobar, è il figlio maggiore del narcotrafficante colombiano (foto LaPresse)

All’inizio del mese, Marroquín ha pubblicato su Facebook un post in cui dice che la seconda stagione di “Narcos”, quella in cui si racconta la parte finale della carriera di Escobar, è piena di errori fattuali, e ne elenca 28, consigliando al posto della visione della serie la lettura del suo libro. Gli errori sono nomi sbagliati, fatti posizionati temporalmente in date diverse, e in generale ampie licenze artistiche che gli autori della serie si sono concessi nonostante uno stile documentaristico che alterna alla narrazione foto e filmati d’epoca. Ma solo in un’intervista uscita ieri sul País Marroquín rivela il più grande problema di “Narcos”: “Mio padre era molto più crudele di quello che si vede nella serie”.

In “Narcos”, Escobar è sì un criminale efferato ma anche un padre di famiglia premuroso, uno squilibrato violento ma affascinante della cui follia è tuttavia possibile ripercorrere le origini, e in un certo senso giustificarla. “Mio padre mi raccontava tutto”, dice invece Marroquín, che nella serie è rappresentato come un perenne bambino ma che in realtà alla morte di Escobar aveva già 16 anni. “Mi ha sempre detto che era un bandito, un narcos. Quando guardavamo le notizie in televisione non gli tremava la voce a dirmi: quella bomba l’ho fatta mettere io… Mio padre ha sottomesso un intero paese con il terrore”. Dopo “Narcos”, invece, “mi scrivono giovani di tutto il mondo che mi dicono che vogliono diventare narcos e chiedono il mio aiuto per farlo”. Come già notato su queste colonne, la serie di Netflix commette un errore tipico delle molte opere creative che narrano il mondo del narcotraffico latinoamericano: nel tentativo di dare spessore umano e tragicità ai loro protagonisti, li rendono fin troppo affascinanti. Ma il problema è che quasi sempre anche le figure più importanti della mitologia criminale di spessore umano ne hanno poco: figli di contadini poco istruiti o criminali comuni che hanno fatto fortuna, da Escobar al Chapo i narcos hanno sempre avuto poco da dire e molto da sparare – benché Marroquín sostenga che suo padre non abbia mai sparato un colpo in vita sua: lui ha solo dato gli ordini.

Così le rivelazioni di Marroquín sono in realtà il disvelamento della miseria di quella vita da supercriminale a cui di solito le “narconovelas” inneggiano. Quando eravamo in fuga alloggiavamo in tuguri disgustosi, dice Marroquín. La nonnina premurosa che si vede in “Narcos”, madre di Escobar, in realtà tradì suo figlio per salvarsi la vita. Il re dei narcos morì solo come un cane. La violenza nella vita di Escobar fu banale, non piena di passioni fortissime come si vede nella serie di Netflix, e per questo molto più terribile di quanto non appaia sullo schermo.

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Dicembre 25, 2016, 11:27:02 am
Lo sapevo da me senza le rivelazioni del figlio che Escobar era un animale. Il male di queste docufiction come Narcos o Romanzo Criminale è il voler drammatizzare tutto, fregandosene della verosimiglianza e del rispetto per le vittime.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Dicembre 26, 2016, 02:01:40 am
Citazione da: Frank
Così le rivelazioni di Marroquín sono in realtà il disvelamento della miseria di quella vita da supercriminale a cui di solito le “narconovelas” inneggiano.
Lo stesso Mario Puzo ne Il Padrino, dice che la malavita è:

"Il braccio illegale dei ricchi e persino la polizia ausiliaria della struttura ufficiale e politica, [...] una struttura degenerata della società capitalistica".

Forse è per questo che i media dipingono i mafiosi come i supereroi dei fumetti, col romanticismo del 19° secolo.
Alcuni documentari rivelano che la realtà è ben diversa, specialmente per chi sta alla base della piramide: rischia la vita per due soldi e perde per sempre la sua libertà.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Dicembre 26, 2016, 20:53:00 pm
Esatto.
Come disse un mafioso pentito è una vita altamente stressante.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 30, 2016, 17:25:28 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.

Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

@@

* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

@@

Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.


Tanto per restare in tema di esterofilia italica...
Non so chi sia l'uomo che gestisce questo blog, e neanche mi interessa saperlo, ma uno che scrive ItaGlia mi ha già detto tutto.

https://homodus.wordpress.com/2014/08/08/itaglia-on-the-road/
Citazione

ItaGlia.. On the road
Posted on 8 agosto 2014 by [Homodus]   

itaGliaE’ estate, o almeno cosi dovrebbe essere, il tempo infame di Luglio sembra essere di altro avviso, che anche l’estate abbia perso la voglia di trovare il paese do sole?

Mentre cerchiamo risposta in questo Agosto incerto, vi agevolo un altra perla trovata su Gnoccatravels.com dell’utente OnTheRoad, anche questo brillante post lo voglio qui, insieme agli altri, a futura memoria! e quando avrò voglia, posterò i nuovi articoli che sto quasi terminando. Buona lettura!

L’Italglia è un bel paese; così come dice il famoso detto popolare. A furia di sentircelo dire ci siamo quasi autoconvinti che lo sia veramente.

Perchè in itaglia si vive bene, non ci manca niente, ognuno rispetta le leggi e le regole, se vali fai carriera, se stai male vai vieni curato nelle migliori cliniche, se vai a lavorare i mezzi pubblici sono sempre in orario e mai fanno sciopero. E’ vero proprio bella la mia itaglia, noi che siamo bravi anche a aiutare tutti quelli che arrivano qua. Fulgido esempio di civiltà e modernità mentale. Il lavoro non manca ce ne per tutti. C’è così tanta offerta che siamo costretti a chiamare le maestranze dall’estero, perchè certi lavori gli itagliani non li vogliono più fare. Incredibile vero?? Eppure i contratti di lavoro dell’itaglia sono tra i più sicuri ed esemplari del globo…basta sentire l’imponenza dei loro nomi : apprendi stato, contratto COCOCO, contratto di inserimeno,

Contratto a Progetto…a progetto….abbiamo il futuro in mano perchè una volta firmato un qualsiasi di questi contratti un giovane ha facile accesso al credito e può costruirsi un bel futuro spensierato nella cara e amata itaglia.

I nostri politici sono i più seri e lavoratori. Ogni settimana leciferano leggi per il nostro benessere e benestare. Siamo il paese con meno macchine blu al mondo. Per la pensione hanno gli stessi diritti dei normali lavoratori; a 65 anni. Quello che dicono fanno, mica sono corrotti come quelli esteri oppure mica fanno gli inciuci come i sud americani o mica inventano leggi che si chiamano come un night club “porcellum”. E poi!! quelli che ci sono sono sempre eletti da noi popolo sovrano!!

Noi che siamo tutti itelligienti e laureati, mica come gli africani che non hanno studiato. Quelli si che possono prenderli in giro i loro polititi.

Noi itagliani abbiamo tutti una casa di proprietà perche da noi costano meno. Mica ci è stata la speculazione edilizia da noi. Poi i nostri comuni sono perfetti, perchè noi li rendiamo tali con le giuste e doveoso tasse, pardon “tributi” – come nel medioevo –

Tarsu Tare Tar Thor…..mi spiace che non ce ne siano altre, perchè i servizi sarebbero ancora migliori.

La cosa più bella che poi l’itaglia ci offre e che noi tanto ci vantiamo, sono due. Il cibo e le donne. E qua nessuno può dire il contrario…che nessuno si azzardi.

La benzina da noi è la più economica al mondo e siamo talmente bravi ed onesti che aiutiamo anche le popolazioni dell’eritrea e etiopia con la tassettina dell’abissina.

Il cibo è il migliore perchè solo noi lo produciamo e lo sappiamo cucinare…..vuoi paragonare il nostro con quello francese, spagnolo, portoghese, orientale o sud americano??? L’itaglia vince sempre. La cucina è solo nostra.

Le donne…poi sono veramente quanto di più raro e perfetto la razza umana sia stata capace di realizzare. Disponiamo di donne super intelligenti, raffinate, dolci, eleganti e di facile approccio..una sorta di miracolo.

Non capisco perchè l’itagliano debba andare all’estero, oppure partecipare ad un forum come GT. Gnocca Travel…..i viaggi della gnocca….i viaggi??? Ma perchè la parola viaggi?? Noi itagliani siamo talmente fortunati ad avere le nostre splendide donne che micca dobbiamo viaggiare per trovarne delle altre. Non capisco questo nome del sito. Potava chiamarsi “AM, ergo amici miei”. Tutti cari e felici amici che si ritrovano la sera per raccontarci le nostre magnifiche giornate trascorse nella nostra bella itaglia con le nostre adorabili donne.

Tornando poi alla parola viaggi che viene usata con la parola gnocca…..ma, non voglio proprio credere che ci sia veramente qualche d’uno di noi itagliano che ha fatto qualche viaggiettino del sesso….ke sporcaccione che sarebbe!!

Miccca ci è bisogni di andare che so in Brasile!! Che skifo! Ma avete visto che glutei alti e duri che hanno quelle donne di la, e poi che pelle liscia e vellutata….uno skifo!! Meglio il culo della mia itagliana, bello cadente e flaccido e poi quella pelle unta e male odorante…io adoro il sebo..mangierei tutte le di lei ghiandole.

Oh!! Poi ci sono quelli che vanno in Thai!! Da quelle nane!! Questi poi sono terribbbili!! Partono per l’oriente per trovarsi la fidansatina, per farsi fare il massiggino, soapy, teen, per andare al go go bar. Cioè questa gente è depravata totalmente. Ma io dicccco con tutte le brave ragazze e

f i g h e che ci sono in itaglia, donne fedeli, ottime casalighe, madri perfette e bombe sessuali c’è bisogno di andare a fare dei viaggi in altri paesi??

Ci sono quelli che vanno anche a cuba o santo domingo, oppure in posti ancora più remoti come l’indonesia o la siberia. Tutti una banda di pazzi psicopatici!!

Mi chiedo veramente se con tutta la fortuna che abbiamo ad essere itagliani ovvero vivere nel più bel paese del mondo, con le donne che te la danno ogni qual volta che gliela chiedi, ci sia qualcuno che spenda soldi per andare a cercare delle meretrici, meglio denominate dai peccatori con il termine volgare: Pay.

Ricordatevi poi tutti voi peccatori che l’itaglia detiene i monumenti e le opere d’arte più belle del mondo. Per questa mia affermazione ho appena discusso con uno di questi esseri depravati che va a giro per il mondo in cerca di donnacce. Voleva farmi credere che tutti i monumenti, le opere d’arte che noi ci abbiamo in realtà non sono da attribuirsi alla nostra amata itaglia ma bensì ad altri regni o

stati indipendenti che vi erano prima del 17 marzo 1861 e che l’itaglia avrebbe acquisito mediante l’unificazione e la conseguente annessione di tutte queste regioni. Vi rendete conto?? Io mi sono messo a ridergli in faccia e gli ho risposto che se così fosse dal momento in cui questa nostra terra è divenuta

itaglia, nessuno itagliano avrebbe creato opere d’arte, ad eccezion fatta per il sig. Benito che ebbe a che fare costruire imponenti e appariscenti monumenti riportanti il suo stile. Credetemi non c’è stato alcun verso di farlo ragionare, questo miscredente continuava a dire che i veri artisti non erano itagliani ma bensì personaggi provenienti da luoghi chiamati Granducato di toscana, impero romano, repubblica di venezia, regno napoleonico ecc ecc. Tutte razze e culture, sempre a suo dire, che poi hanno dato vita alla nostra itaglia e grazie ai quali poi, questa sempre

nostra itaglia, si può vantare di opere altrui.

Che fantasia questo eretico blasfemo!! si è inventato proprio una bella storiella.

Ma noi lo sappiamo che è tutta farina del nostro sacco perchè l’itaglia è la migliore di tutti e noi siamo veramente fortunelli ad essere itagliani!!

C’è per caso qualcuno che pensa il contrario?

Anche il commento di questo tizio la dice lunga sulla stupidità dell'italiano medio:
Citazione
L’Italia può essere un bel Paese da visitare come turista, ma un cesso di Paese per vivere.

Ma all’estero dove siete stati? 4°mondo?

Io ovunque sono stato, stavo meglio che in Italia…alla faccia di chi dice che se ti trasferisci perdi la tua identità e cazzate simili…ahahahah ma ci credete davvero?


Ok, amico, e allora restaci in uno di quei meravigliosi paesi e non rompere più i coglioni.
Perlomeno dimostreresti un minimo di coerenza.

L'unico ad aver scritto un commento sensato è quest'uomo:
Citazione
AntiStronzi
31 dicembre 2014 alle 21:08

StefanoMilan;
L’Italia come Paese avrà i suoi 1000 difetti, e su questo non si discute. Ma visto che la considereresti addirittura da “4° mondo”, perchè anzichè lamentarti su un blog, non prendi la tua bella faccetta, baracca e burattini e ti rechi in una delle tante realtà da 1° mondo che ti affascinano cosi tanto?…
Te lo dico io il perchè: non hai PALLE; ne tantomeno avresti nulla da offrire in un qualsiasi altro Paese, sia essa da 4°-3°-2° o 1° mondo. E’ gente come te che ha rovinato e ancora continua a rovinare il nostro Paese… 1001 chiacchiere e 0 fatti, questa è la funesta realtà che contraddistingue (purtroppo in generale) tutto il popolo italiano nel mondo.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 30, 2016, 17:57:34 pm
Noto che il tipo in questione ha scritto pure questo articolo, che in buona parte è condivisibile, ma che per altri versi fa veramente cadere le braccia e le palle.
https://homodus.wordpress.com/2014/04/19/uomo-obsoleto/

Qualche esempio.
Citazione
Posso affermare con assoluta fermezza che gli uomini sono da sempre stati manipolati da questa simbiosi, per i fini più vari, ma oggi possiamo vedere il piano finale con l’avvento del femminismo globale, inteso a mutare quello che ormai è l’obsolescenza maschile, non più necessaria.

Praticamente il suddetto non ha fatto altro che ripetere a pappagallo le parole dell'ormai 81enne Esther Vilar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Esther_Vilar
Citazione
Esther Vilar, nata Esther Margareta Katzen (Buenos Aires, 16 settembre 1935), è una scrittrice argentina naturalizzata tedesca.
Biografia
Prima di intraprendere l'attività pubblicistica ha esercitato la professione di medico. È conosciuta per il suo saggio mascolinista Der Dressierte Mann ("L'uomo manipolato"), pubblicato nel 1971.
https://it.wikipedia.org/wiki/Der_Dressierte_Mann
Citazione
Der Dressierte Mann
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Der Dressierte Mann
Autore    Esther Vilar
1ª ed. originale    1971
Genere    saggio
Lingua originale    tedesco

Der Dressierte Mann ("L'uomo manipolato") è un libro scritto nel 1971 da Esther Vilar. L'idea principale espressa nel libro è che le donne non sono oppresse dagli uomini, al contrario: sono le donne a manipolarli. Ancora inedito in Italia, una terza edizione è stata pubblicata nel Gennaio 2009.

Indice

    1 Sinossi
    2 Reazione della critica
    3 Edizioni
    4 Note
    5 Collegamenti esterni

Sinossi

Il libro sostiene che, contrariamente a quanto comunemente affermato dalla retorica femminista, le donne nelle culture industrializzate non sono oppresse, ma sfruttano gli uomini tramite sofisticati sistemi di manipolazione.

Vilar scrive, "gli uomini sono stati addestrati e condizionati dalle donne, così come Pavlov condizionò i suoi cani, e ridotti in uno stato di schiavitù. Come ricompensa per il loro lavoro agli uomini viene concesso l'uso periodico della loro vagina". Il libro sostiene la tesi che i giovani vengono incoraggiati ad associare la loro mascolinità alla potenza sessuale, e che questo viene sfruttato dalle donne per ottenere maggiore potere sociale.

Vilar sostiene che le donne usano diversi metodi di controllo: il sesso, l'eccessiva emozionalità, usata per "ricattare" il maschio, e tradizioni e concetti come l'amore per controllarne la vita sessuale, e quindi la mascolinità ad essa associata. Vilar scrive che il matrimonio è sconveniente per gli uomini, e che le donne, alle quali interessa principalmente la stabilità economica che l'uomo può offrire, usano la scusa dell'amore per "incastrarli" in un'istituzione che offre loro più svantaggi che vantaggi.
Reazione della critica

Der Dressierte Mann divenne alquanto popolare, grazie anche ad una certa copertura mediatica sia in America[In tutto il continente o solo negli USA?] che in altri paesi.

Nel 1975 fu invitata ad un dibattito televisivo[1] dalla WDR con Alice Schwarzer, considerata tra le maggiori rappresentanti del movimento femminista Tedesco. Il dibattito fu molto controverso, in particolare per l'aggressività della Schwarzer, che arrivò ad accusare la Villar di essere "non solo sessista, ma fascista"[2], paragonando il suo libro al periodico nazista Der Stürmer.[3]

L'autrice ha dichiarato di avere ricevuto minacce di morte a causa del libro:
« Non avevo immaginato l'isolamento nel quale mi sarei ritrovata dopo avere scritto questo libro. Né mi sarei figurata le conseguenze che avrebbe avuto sui miei scritti successivi e addirittura sulla mia vita privata - continuo tuttora a ricevere minacce di violenza.[4] »


Citazione
Le donne hanno deciso che l’uomo di ieri non sia più utile, è stato sfruttato per bene per creare il benessere odierno necessario affinche le donne possano prosperare senza il loro aiuto,

Citazione
nel corso di poco meno di 50 anni, le donne hanno premuto sull’accelleratore sociale, vogliono sorpassare il maschile? no, in quanto non si sono mai sentite inferiori, questo è stato semplicemente quello che ci hanno voluto far credere per nascondere le loro vere intenzioni e per ovvi tornaconti, non a caso hanno mutuato le stesse caratteristiche maschili che hanno da sempre odiato per sottometterci definitivamente, l’arroganza, la presunzione, il lessico da scaricatore di porto, unito alla loro arma finale, la padronanza dialettica dalla lingua biforcuta, alla manipolazione emotiva ed alla fica, sono tutte da sempre loro armi, e le hanno insegnate agli uomini quando era necessario per i loro scopi, oggi non più, non hanno più la necessità di mandare gli uomini in avanscoperta, al massacro.

Non so se quest'uomo sia uno della "vecchia guardia" oppure no; ma in ogni caso, da appartenente alla "nuova guardia", devo dire che ne ho proprio le palle piene di quei quemmisti che seguitano ad attribuire alle donne poteri superiori a quelli che effettivamente possiedono.
Questi uomini son già perdenti nel linguaggio e fanno discorsi che farebbero morire dal ridere una caterva di musulmani, che non a caso considerano gli occidentali dei deboli, dei debosciati.

Anche frasi come questa,
Citazione
no, in quanto non si sono mai sentite inferiori,

sono ridicole, perché, in realtà, le donne hanno sempre sofferto di vari complessi di inferiorità, altro che cazzi.

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 04, 2017, 22:59:24 pm
Citazione
Frank
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno.
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.


Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/
Citazione
Consigli per Saviano: da Amin Dada a Bokassa, 6 esempi di buon governo africano
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Aggiunto da Giorgio Nigra il 4 gennaio 2017.


image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Saviano.jpg

SavianoRoma, 4 gen – Roberto Saviano è un genio. Solo una mente geniale, infatti, poteva partorire l’idea che porterà al definitivo rilancio del Meridione d’Italia: servono sindaci di colore. L’ha detto davvero. Contro corruzione, malavita e malaffare, degli amministratori africani, secondo l’Illustrissimo, potrebbero portare una ventata di buon governo. Del resto dalle loro parti non mancano certamente esempi di buona amministrazione. Ecco allora una lista delle possibili figure di riferimento che i nuovi sindaci venuti dal Continente nero potrebbero prendere ad esempio per governare Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Bari.

Come non importare da noi, per esempio, il luminoso esempio del dittatore ugandese Idi

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Amin-Dada.jpg
Amin, il cui titolo auto-conferitosi è: “Eccellenza, Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, VC, DSO, MC, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell’Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare”. Si calcola che abbia fatto circa 300 mila vittime. Una volta si presentò a Londra, al cospetto della Regina Elisabetta, con un grande carico di banane, riferendole che servivano a “sfamare il popolo inglese” e vantandosi di avere il potere di controllare i coccodrilli col pensiero.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Bokassa.jpg
O, ancora, perché non farci accarezzare dalla brezza del riformismo ispirato a Jean-Bédel Bokassa: incoronato imperatore del Centrafrica su un trono in oro a forma di aquila di 3 metri d’ altezza e cinquemila invitati al banchetto, sarà accusato di aver fatto uccidere e ucciso in prima persona degli studenti, che in parte avrebbe anche mangiato.

Di certo sarebbe un toccasana per il nostro Sud un governo ispirato a Francisco Macias Nguema, dittatore della Guinea Equatoriale che ha ucciso tra un

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Francisco-Macias-Nguema-2.jpg
sesto e un quarto della popolazione, ha proibito la parola “intellettuale” e ha distrutto tutte le barche dello Stato dopo aver vietato la pesca. Si fece attribuire titoli come “miracolo unico”. Quando fu condannato a morte, nessun soldato della Guinea Equatoriale volle partecipare all’esecuzione, poiché si credeva che avesse poteri magici.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Teodoro-Obiang-Nguema.jpg
Ma ci si può sempre ispirare al suo successore, il nipote Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Nel luglio 2003, la radio di Stato ha dichiarato che Obiang è un dio che è “in contatto permanente con il Signore” e “può decidere di uccidere senza dar conto a nessuno e senza andare all’inferno.” Inoltre, ha sparso voci di cannibalismo. Il figlio è noto per aver comprato, alla modica cifra di un milione di dollari, un guanto bianco ricoperto di cristalli che il Re del Pop americano avrebbe usato nel “Bad” tour a fine anni ’80.

Anche il dittatore del Gambia Yahya Jammeh potrebbe essere preso a modello. Nel maggio

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Yahya-Jammeh.jpg
2008, Jammeh ha detto che avrebbe tagliato la testa a ogni omosessuale nel Gambia, impegnandosi a pulire il paese, e promettendo che la legislazione sul tema sarebbe stata “più severa che in Iran.” Poi ha dato un ultimatum ai gay ordinando loro di lasciare il paese, e che gli hotel o pensioni che ospitavano gay sarebbero stati chiusi. Nel 2007, ha annunciato che poteva curare l’Aids con le erbe.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Re-Mswati-III.jpg
Anche Re Mswati III dello Swaziland potrebbe dare una mano nella lotta alla piaga dell’Aids: nel 2001 disse che i sieropositivi (circa un terzo della popolazione) dovrebbero essere “sterilizzati e marchiati”. Poi proibì il sesso alle donne sotto i cinquant’anni di età per un periodo di cinque anni.

Giorgio Nigra

Read more at http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/#rh8FksFMRs6ygcZ1.99
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 04, 2017, 23:24:38 pm
http://zapping.altervista.org/il-paradosso-dellafrica-il-continente-piu-ricco-e-piu-affamato-del-mondo-causa-la-corruzione/


http://acraccs.org/index.php?option=com_content&view=article&id=42&Itemid=993&lang=it


http://zapping.altervista.org/il-paradosso-dellafrica-il-continente-piu-ricco-e-piu-affamato-del-mondo-causa-la-corruzione/
Citazione
Ecco cosa è in grado di fare la corruzione,portare un continente ricchissimo come l’Africa ad essere il più affamato del mondo.Causa?I governanti corrotti.Cerchiamo di spiegarlo ai nostri…..

L’Africa è (ed è sempre stato) il continente più ricco del mondo. Re, imperatori, governanti e mercenari lo sapevano e pensarono bene di sfruttare tale ricchezza. La domanda asiatica di prodotti basici africani è enorme ed in continua crescita in tutto il continente nero, mentre la caduta dei prezzi delle risorse naturali africane, che produsse un deficit cronico nel passato, si ripropone oggi, con conseguenze ancora peggiori per il continente più affamato del mondo.

L’Africa, attraverso un’esportazione equa dei propri prodotti, potrebbe già essersi risollevata dalla povertà. Il problema di base è che fino a quando i governatori africani non cambieranno il proprio modus operandi di predatori cannibali, la situazione non cambierà.

L’Africa possiede più del 10% delle riserve globali di petrolio, un terzo di quelle di cobalto ed altri metalli ed il 40% dell’oro di tutto il mondo. Senza poi parlare dell’immenso potenziale agricolo. Basterebbe cominciare a coltivare le terre dell’Africa in maniera responsabile nei confronti degli africani ed il problema della fame scomparirebbe poco a poco. La povertà di questo continente è nata dalle politiche di re e governanti africani, che hanno sempre voluto che l’Africa restasse una terra di schiavi, così, invece di aiutare il proprio popolo, hanno collaborato al suo sfruttamento ed a quello delle proprie risorse naturali.

È improbabile che diminuisca la domanda internazionale a breve termine dei prodotti basici africani, ovvero quelli provenienti dall’agricoltura e dalla manodopera. La Cina, senza rispettare nessun trattato internazionale rivolto al raggiungimento di un certo equilibrio economico mondiale, ha attualmente quintuplicato i rapporti commerciali con l’Africa. Dal 2003, vedendo l’esito ed il rendimento economico che i cinesi ricavarono da questo tipo di rapporti commerciali, anche Europa e Stati Uniti seguirono le loro tracce. Facile fare affari così: comprare tanto e pagare praticamente niente. Nessuno vede, nessuno sa, nessuno pensa che siano gli stessi uomini che parlano alle Nazioni Unite di pace e sviluppo e riscatto dell’Africa, i responsabili di tali pratiche predatorie. Questa maniera di fare economia con l’Africa si è tradotta in un flusso costante di inversioni per un valore di molte migliaia di milioni di dollari, tanto che il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del 4,7% del PIL nell’Africa sub-sahariana quest’anno e del 6% nel 2011 (dati ufficiali FMI 2010, ndr.). Circa cent’anni fa, i re africani collaborarono con le potenze imperialistiche occidentali, al fine di detenere la crescita dell’industria locale dell’Africa precoloniale. Questo è uno dei problemi di fondo: la classe politica africana era ed è tra le più marce e corrotte del mondo. Invece di fomentare la produzione interna e svilupparla su larga scala, questi governanti preferiscono importare prodotti dall’Europa a cambio dell’esportazione di schiavi (nel passato) e, oggi, della concessione delle terre africane ad investitori corrotti di tutto il mondo.

africa2I prodotti che l’Africa importa dall’Occidente sono manufatti, alcol e soprattutto armi. Queste ultime sono i principali strumenti che permettono ai governanti di governare senza troppi problemi, uccidendo qualsiasi persona, uomo, donna, giovane o anziano che vada contro le politiche dei potenti. Questo è un sistema che porta molti benefici anche alle potenze neocoloniali, i soci corrotti dei re africani. La situazione dell’Africa non sarebbe così grave oggi, se l’elite di governanti africani non fosse stata sempre in prima linea per sfruttare il proprio continente e venderlo al miglior offerente. Quando si abolì la schiavitù a metà del XIX secolo, i termini delle relazioni tra i governanti africani e colonizzatori occidentali passarono dal commercio di schiavi a quello di prodotti basici. Dopo l’indipendenza, agli inizi degli anni Sessanta, in piena Guerra Fredda, vari governanti africani, approfittarono dello scontro tra Occidente ed il blocco socialista, per mantenere la propria economia cannibale. Questa pratica economica continua ancora oggi con l’aiuto di molti Paesi, tra cui i principali sono: Cina, Iran, Venezuela, India, Brasile, Arabia Saudita, Kuwait e Oman. Le elite di governo africane continuano a cospirare con gli interessi internazionali per cannibalizzare le proprie economie e conservare il potere sulle popolazioni del continente. Invece di invertire nello sviluppo delle economie interne, i governanti africani utilizzano i servizi dei centri sanitari e le scuole solo per sé stessi ed i propri figli. Il resto della popolazione che muoia di fame e se non lavorano come un buoni schiavi o non se ne vanno da soli dal Paese, che vengano arruolati nell’esercito, uccisi e torturati.

Questa cultura di sfruttamento a volontà delle risorse naturali e della popolazione africana è profondamente radicata da sempre nel continente. È una maniera d’amministrare e governare che è esattamente il contrario del concetto di sviluppo interno di un Paese, di spirito d’impresa e creazione di ricchezza e benessere collettivo. Quella africana è la politica del predatore cannibale. I pochi sindacalisti, intellettuali e gente con voglia di vivere e credere ancora nel riscatto dell’Africa, non tentano di cambiare questo stato di cose, non si mettono contro lo Stato africano, aspettano solo, come dicono loro stessi “il proprio turno per mangiare” (fonte: Sanou Mbaye, membro del team dell’African Development Bank – Project Syndicate, ndr.). E che ruolo giocano le ONG, le Organizzazioni Non Governative, tipo Unicef?africa3 Molti di noi sperano che le ONG che operano in Africa possano sanare questa ferita ma non è così. Sebbene alcune abbiano raggiunto grandi risultati nella lotta contro i mali che soffre il continente della fame, è il caso diMedici Senza Frontiere ed Oxfam International, il resto delle ONG costituiscono un’ulteriore colonna del potere imperialistico d’Occidente, un rifugio alternativo per i membri dell’elite africana governante, uomini di potere, che utilizzano la povertà delle proprie genti come fonte lucrativa privata. L’ONG Grain denuncia da anni lo sfruttamento che sta perpetrando la Cina a discapito delle terre africane. La Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale e solo possiede un 7% di terre coltivabili: questo è il motivo che sta alla base degli accordi d’espropriazione delle terre in diversi paesi africani, in accordo con l’elite dei governanti corrotti.

David Sogge, esperto in politiche di aiuti umanitari e consulente del Transnational Institute di Amsterdam, in un recente summit a Barcellona ha detto: “le ONG sbagliano a non tener conto che la priorità degli aiuti per l’Africa è quella di dare gli strumenti alla popolazione affinché essa stessa possa costruire infrastrutture  produttive e nuovi organi di potere che possano fare pressione ai Governi corrotti del continente […]. Le grandi compagnie arabe che producono petrolio hanno creato fondazioni che distribuiscono fondi come biglietto da visita per consolidare la propria presenza in Africa, ad esempio in Angola, gli aiuti provenienti dalle fondazioni falsamente benefiche dei produttori di petrolio, sono maggiori di quelli che destina qualsiasi ONG, la ONU e le altre organizzazioni internazionali […]. Il problema delle ONG è che continuano a trattare gli africani come bambini, infantilizzando le popolazioni, mentre dovrebbero sforzarsi ad aiutare la gente a crescere come cittadini forti ed organizzati […]. Nonostante esistano importanti eccezioni, come Medici Senza Frontiere ed Oxfam International, la maggior parte delle ONG dipende dai fondi dei Governi occidentali e ciò mette in dubbio la propria natura indipendente e l’indipendenza delle stesse azioni umanitarie […]. C’è il rischio che i servizi pubblici dei Paesi africani transitino sempre più verso la privatizzazione, come conseguenza d’essere controllati da organizzazioni internazionali. Le ONG non possono prendere il posto del settore pubblico”.

Agli inizi del nuovo millennio, un gruppo di leader religiosi africani si riunì nell’isola di senegalese di Gorée ed invitò l’elite africana a valutare la propria responsabilità nel traffico di schiavi. La chiamata non fu ascoltata dai governanti corrotti e tutto continuò come prima: guerre, schiavitù, torture, sfruttamento.

Il problema dell’Africa nasce dall’interno. Non ha leader, non ha abbastanza persone al governo che possano essere degne d’essere chiamate persone, la maggior parte sono predatori e cannibali delle proprie terre e della propria gente.

Alcuni dati. Più di 700 miliardi di euro sono “usciti” dall’Africa dal 1970 ad oggi, sottoforma di fuga di capitali (dato del Financial Times 2010, ndr.) e queste sono solo le cifre ufficiali.

Oltre 900 milioni persone soffre la fame nel mondo e la maggior parte delle nazioni affamate si trovano in Africa. 13 milioni di etiopi non hanno cibo sufficiente ed il proprio Governo ha offerto tre milioni di ettari di terra coltivabile a cinesi ed arabi. Questi terreni sono coltivati dagli asiatici con serre altamente tecnologiche e rendono tonnellate di cibo, che sono poi trasportate nei propri Paesi ed immesse nel circuito di mercati e ristoranti! Altri gruppi economici internazionali stanno acquistando in questi giorni nuovi milioni di ettari in Africa per produrre senza dover pagare manodopera ed esportare liberamente. Un esempio: la società d’investimenti newyorkina Jarch Capital ha affittato 800mila ettari nel sud del Sudan.

E l’Europa? Con la direttiva 2009/28/CE, inerente la promozione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di produrre, entro il 2015, il 10% di energia utilizzando biocarburanti e le società produttrici hanno già provveduto ad acquistare 4 milioni di ettari in Africa, con la previsione di comprarne almeno altri 13 milioni nei prossimi cinque anni (dati ActionAid, ndr.).

Circa il 60% dei giovani africani, oggi, vuole scappare dal proprio Paese…

Di Matteo Vitiello
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Gennaio 05, 2017, 00:00:29 am
C'è anche la situazione dell'India recentemente evidenziata da Fazer.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Gennaio 06, 2017, 00:07:39 am

Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/

E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 06, 2017, 00:16:04 am
E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.

Vedi, al limite potrei capire uno che dice "servono sindaci finlandesi o danesi", ovvero sindaci provenienti dai paesi meno corrotti del pianeta Terra.
Nonostante io sia un nazionalista, potrei comprendere un'uscita del genere, dettata anche dall'esasperazione.
Ma i negri africani* no, non si può proprio sentire né leggere.

@@

*Il peggio del peggio.

http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm

Citazione

Ecco i 10 Paesi più corrotti del mondo:
1. Somalia - Corea del Nord: 8
3. Sudan: 11
4. Afghanistan: 12
5. Sud Sudan: 15
6. Iraq: 16
7. Turkmenistan: 17
8. Uzbekistan - Libia - Eritrea: 18

Ecco i 10 Paesi meno corrotti del mondo:
1. Danimarca: 92
2. Nuova Zelanda: 91
3. Finlandia: 89
4. Svezia: 87
5. Norvegia - Svizzera: 86
7. Singapore: 84
8. Paesi Bassi: 83
9. Lussemburgo: 82
10. Canada: 81

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Gennaio 06, 2017, 00:19:32 am
I municipi diventerebbero sede del fancazzismo più radicale e sarebbero riempiti di black mamas petulanti e che urlano anziché parlare :lol: .
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 09, 2017, 23:48:19 pm
E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.

Pure gli albanesi lo cazziano...
https://twitter.com/lavdrimlita

https://www.loccidentale.it/articoli/136832/caro-saviano-non-ce-nessun-miracolo-albanese

Citazione
Caro Saviano, non c'è nessun "miracolo albanese"
di

Lavdrim Lita
26 Marzo 2015
Saviano

L'Albania non è quella che viene raccontata dai media italiani: non è cool, come raccontata dal settimanale l'Espresso, non è "l'alba di un nuovo giorno", come dice la Rai. La "rivincita dell'Albania" ha un'altra faccia della medaglia. Quando Saviano scrive di "albanesi alla riscossa", portando avanti la diffusa narrazione del "miracolo albanese", dimentica (o ignora) l'estrema gravità del quadro politico ed economico.

Quella proposta dai media italiani è un'immagine falsa, perché l'Albania non è solo Tirana e suoi bar chic e i call-center italiani, ma anche altre città ridotte letteralmente alla miseria per mancati investimenti e amministrazioni corrotte. Non esiste il miracolo albanese e chi lo afferma mente sapendo di mentire. Non bastano Barbara d'Urso o Ezio Greggio, freschi di contratto con Agon Channel, a fare il benessere. Come ha detto l'intellettuale Fatos Lubonja, "la politica albanese cerca di manipolare i cittadini attraverso i media internazionali sfruttando le debolezze di persone che per stare meglio hanno bisogno di autocompiacersi".

Ufficialmente la disoccupazione in Albania è al 18.3%, un giovane su due è disoccupato, ma in realtà è molto più elevata. La crescita economica del 2% del 2014 non è reale. L'Istat albanese ha affermato ultimamente che circa 46.000 persone hanno lasciato il paese nel 2014, e secondo l'Eurostat 16.500 cittadini albanesi hanno richiesto asilo in un paese Ue. L'emigrazione non si è mai fermata. Certo, molti imprenditori italiani hanno deciso di delocalizzare o aprire nuove aziende in Albania, ma a che prezzo? Il primo ministro Edi Rama ha dichiarato: "investite da noi, poche tasse e nessun sindacato".

L'Albania ha un sistema produttivo simile a quello italiano, basato essenzialmente sulle piccole e medie imprese. La compatibilità dei due sistemi costituisce pertanto un elemento di attrazione del flusso degli investimenti dall'Italia in un contesto di crescita positiva ed in aumento. Nell'ultimo decennio l'imprenditoria italiana ha conseguito un notevole livello di radicamento nel mercato albanese, detenendo tuttora il primato tra le presenze straniere, con circa 400 piccole e medie imprese attive soprattutto nel manifatturiero, nelle costruzioni e nei servizi, tra cui spiccano gruppi industriali medio-grandi (Italcementi, Coca-Cola Albania, Intesa San Paolo e Conad) che operano prevalentemente lungo la costa adriatica e nella parte occidentale del Paese. Ai vantaggi sugli oneri fiscali (flat-tax al 15 %) si aggiunge un basso costo della mano d'opera che conosce l'italiano.

Lo sfruttamento della manodopera a basso costo con maggiori profitti per gli imprenditori, la mancanza dei sindacati e l'assenza di diritti per i lavoratori sono oggi una triste realtà in Albania. Il premier socialista Edi Rama, in un recente incontro in Italia, si è vantato di non avere sindacati o altre forme di bilanciamento sociale per i diritti dei lavoratori. Migliaia di operai e lavoratori sono oggi senza diritti nel paese perché lavorano in nero e in condizioni precarie. La politica del nuovo governo ha dato poche risposte chiare e risolutive.

La povertà crescente, la disoccupazione, la corruzione, l'ingiustizia sociale, il clientelismo, la corruzione non sono state affrontate dal governo ma solamente nascoste tramite un efficace make-up televisivo.La situazione nel paese è tesa, negli ultimi due anni sono avvenuti 165 attentati dinamitardi (circa uno alla settimana) per mano della criminalità organizzata. Fatti di cui i media italiani non parlano, forse per non turbare l'idilliaca rappresentazione dell'eldorado albanese. La mafia si è persino permessa di fare un attentato al padre del ministro dell'Interno per lanciare un messaggio: nessuno è al sicuro. E nessuno indaga a causa dell'intreccio tra mafia e politica.

Ancora oggi, dopo due anni di attentati, la polizia di Stato e il ministero dell'Interno non hanno provveduto alla creazione di un corpo d'élite e alla formazione di agenti capaci di contrastare il fenomeno. Parlare di miracolo albanese in un clima perenne di insicurezza, di attentati, di disoccupazione, di miseria, vuol dire non vivere nella realtà ma in un mondo fantastico utile agli interessi di chi lo propaganda.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 15, 2017, 18:11:57 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.



Tanto per cambiare...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/se-pure-canada-ci-d-mazzate-1351303.html

Citazione
piazzapulita52
Dom, 15/01/2017 - 17:00

Le mazzate non ce le dà soltanto il Canada, ma ce le dà il mondo intero! Siamo diventati una barzelletta a livello planetario! CHE SCHIFO!!!

Dunque, "il mondo intero" (?) ci darebbe delle mazzate...
Non il mondo industrializzato, non il mondo occidentale (al limite), no, affatto: secondo questo idiota anche dei paesi di merda come la Corea del Nord, la Somalia, la Nigeria, il Burundi, l'Afghanistan, ecc, ci darebbero "delle mazzate".

Gli italiani: ovvero un popolo assolutamente irrecuperabile.

Sono un nazionalista, ma come ho già avuto modo di scrivere, non amo affatto la maggioranza degli italiani.
Ed infatti se in questo momento potessi, emigrerei altrove*, solo per non sentire più certi discorsi del cazzo dell'italiano medio.

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* Di certo non in Sud America o nei paesi dell'est; casomai dall'altra parte dell'emisfero.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 23, 2017, 20:25:55 pm
Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.
Citazione
Roma, 4 gen – Roberto Saviano è un genio. Solo una mente geniale, infatti, poteva partorire l’idea che porterà al definitivo rilancio del Meridione d’Italia: servono sindaci di colore. L’ha detto davvero. Contro corruzione, malavita e malaffare, degli amministratori africani, secondo l’Illustrissimo, potrebbero portare una ventata di buon governo.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/


http://www.lastampa.it/2017/01/23/esteri/in-fuga-con-milioni-auto-di-lusso-e-sculture-jammeh-prosciuga-le-casse-pubbliche-del-gambia-mpfFq2zxPyBRQwlZptfRUL/pagina.html
Citazione
In fuga con 12 milioni, auto di lusso e sculture Jammeh prosciuga le casse pubbliche del Gambia
Il presidente al potere per 23 anni scappa con la complicità della Guinea Equatoriale. Assalto dei cittadini al palazzo presidenziale: «Riprendiamoci ciò che è nostro»
REUTERS

Yahya Jammeh all’aeroporto di Banjul prima di lasciare il Gambia. Accanto a lui una soldatessa in lacrime

Pubblicato il 23/01/2017
Ultima modifica il 23/01/2017 alle ore 09:29
Lorenzo Simoncelli
Banjul (Gambia)

Riparte da zero il nuovo Gambia. Senza la feroce dittatura di Yahya Jammeh e senza un centesimo nelle casse dello Stato. L’ex presidente, dopo quasi 23 anni di potere autoritario, ha deciso di farsi un ultimo regalo: prosciugare i forzieri di un Paese considerato tra i più poveri al mondo. Nelle ultime due settimane ha fatto trasferire circa 12 milioni di euro dai conti pubblici direttamente nei suoi forzieri sparsi in Paesi africani che sostengono la sua causa. Come la Guinea Equatoriale, dove ha trovato asilo politico grazie al giudizio favorevole di Teodoro Obiang, da 38 anni al potere, e insieme a Robert Mugabe (Zimbabwe), il Presidente più longevo in carica.

AUTO DI LUSSO E SCULTURE 

Ma non solo. Jammeh, scappato in tempo a bordo di un aereo messo a disposizione dalla Presidenza della Guinea Conakry, non ha voluto lasciare nel palazzo presidenziale nemmeno uno dei suoi cimeli lussuosi. A cominciare dalle macchine. Raggiunto l’accordo, il neo-eletto presidente Adama Barrow aveva dato l’ordine di chiudere il traffico aereo, proprio per evitare quanto, poi, si è verificato. Il Chad ha messo a disposizione un aereo cargo sulla pista dell’aeroporto della capitale del Gambia in modo tale che potessero venire caricate le macchine di lusso collezionate e le enormi sculture che rappresentano Jammeh sornione presenti a decine all’interno del palazzo presidenziale. In extremis, le autorità aeroportuali, sono riusciti a fermare l’ultima tranche di macchine che avrebbero dovuto essere consegnare all’ex presidente in seconda battuta.

ASSALTO AL PALAZZO PRESIDENZIALE 

La notizia è stata confermata da Mai Fatty, uno dei consiglieri più prossimi al nuovo presidente del Gambia Adama Barrow, che ha, invece, smentito come sia stato siglato un accordo che garantirebbe a Jammeh di poter rientrare nel Paese senza essere processato per i crimini commessi durante il suo regno o addirittura essere ammessi per partecipare alle prossime elezioni. Se l’ex presidente ha lasciato il Gambia con aereo privato e macchine di lusso al seguito, i cittadini vessati da anni di difficoltà economiche anche loro lasciavano il Paese in fretta e furia, ma con un sacco della Croce Rossa Internazionale in testa e qualche effetto personale. I militari, fedelissimi di Jammeh, e alcuni di loro in lacrime al momento della sua partenza, hanno protetto il palazzo presidenziale dalla popolazione che ha cercato di forzare l’ingresso. Al grido di «riprendiamoci ciò che è nostro», con la bandiera nazionale e le magliette con l’hashtag #gambiahasdecided sono arrivati fino al tetto di un’ala del palazzo. 

MILITARI IN FUGA 

Nelle ultime ore centinaia di militari hanno abbandonato il palazzo presidenziale dove erano stati radunati per organizzare l’estrema resistenza nel caso le truppe dell’Ecowas, coalizione dei Paesi dell’Africa occidentale, fossero entrate in Gambia. Molti soldati caricavano tappeti e cimeli nelle loro macchine: l’ultimo regalo dell’ex Presidente Jammeh. Intanto alcuni tank dell’esercito senegalese sono entrati in Gambia per preparare l’entrata trionfale del neoeletto capo di Stato Adama Barrow.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 23, 2017, 20:39:45 pm
http://www.invisible-dog.com/nigeria_giant_ita.html

Citazione
La Nigeria e' uno dei paesi piu' corrotti nel mondo (144simo su 177 per "Transparency International"), dove quasi il 70% della popolazione vive sotto il livello di poverta'. Una corruzione cosi' vorace che viene stimato che, dall'indipendenza ad oggi, circa 400 miliardi di dollari siano spariti nelle tasche di pochi noti. Tra le strutture dello Stato, i piu' corrotti sono i poliziotti, seguiti dalla classe politica e dalla magistratura. Il primato incontrastato in questa gara a chi ruba meglio e' storicamente assegnato all'ex presidente Sani Abacha che negli anni '90 si impossessava sistematicamente del 2-3% del prodotto interno lordo. Ma a questa competizione hanno partecipato un po' tutti i presidenti nigeriani, senza distinzioni di religione o di etnia.

La corruzione al potere

L'attuale, Goodluck Jonathan, in carica dal 2011, sta facendo anche lui abbondantemente la sua parte con la fattiva concorrenza dei suoi ministri. La ministra del Petrolio, Diezani Madueke, e' in forte odore di corruzione anche perche' gestisce la fetta piu' grossa degli introiti dello Stato. Nessuno pero' indaga. Anzi, Jonathan si e' subito dedicato ad attingere dalla stessa torta. E' del febbraio 2014 la decisione di una commissione di inchiesta del Parlamento nigeriano di annullare la vendita dei diritti di sfruttamento del blocco OPL245 con riserve stimate pari a 9 miliardi di barili di greggio. Originariamente assegnato alla Malabu Oil, societa' fondata da un figlio di Abacha e dall'allora ministro del Petrolio, e' stato "comprato" per 1,1 miliardi di dollari dall'Eni - attraverso la controllata Agip - per tramite della Shell. L'esorbitante cifra e' stata pero' filtrata prima dalle autorita' nigeriane e poi dalla Malabu, che ne ha dirottato le somme su tutta una serie di conti intestati a dei prestanome. Il sospetto e' che fra i beneficiari occulti vi sia lo stesso presidente Jonathan. Non e' chiaro adesso che fine faranno i soldi versati dalla societa' italiana e se verranno o meno restituiti.

Ma purtroppo oramai la corruzione in Nigeria e' un evento sistematico. Chi ha potere ruba. In Nigeria pero' sulla corruzione si e' creato un sistema di sopravvivenza e di sussistenza. E' la componente essenziale su cui si basa il sistema economico del Paese. E questo fenomeno e' cosi' diffuso che oramai non fa notizia o scandalo. E' parte delle regole del gioco se vuoi vivere in quella parte di mondo.

Quello che fa della Nigeria un caso speciale, o terribilmente banale a seconda dei punti di vista, e' la sua enorme ricchezza petrolifera che potrebbe, almeno teoricamente, garantire al paese piu' popoloso d'Africa un tenore di vita dignitoso. Infatti tutto gira intorno al petrolio ed al gas che rappresentano il 95% degli introiti di valuta pregiata dello Stato e che quindi alimentano l'intero apparato amministrativo e corruttivo. Un flusso annuo di circa 100 miliardi di dollari che soddisfa gli appetiti di pochi, lasciando nel contempo la stragrande maggioranza della popolazione nell'indigenza piu' assoluta.

A chi tutto, a chi niente

Il 25% dei nigeriani e' infatti disoccupato. Il 70% e' impiegato nell'agricoltura. Il 40% e' analfabeta. L'industria petrolifera, che da sola potrebbe assorbire tutta la disoccupazione, impiega soltanto il 10% della popolazione. Se il reddito pro-capite e' di circa 2.700 dollari l'anno, sono molti quelli che di polli ne mangiano quattro e ancora di piu' quelli che non ne vedono nemmeno uno. L'industria e' inesistente, le infrastrutture scandenti ed il petrolio e' divenuto la tipica manna che in Africa sovente fa rima con disgrazia. Non per tutti, certo. La Nigeria e' uno dei maggiori importatori di autovetture di lusso del continente: Porsche, Ferrari, Mercedes circolano abbondantemente per le strade di Abuja e Lagos. Ma questo non deve impressionare perche' tra i 40 uomini piu' ricchi dell'Africa, 11 sono nigeriani.

Il risultato di questa sperequazione nella distribuzione della ricchezza ha degli inevitabili risvolti sociali, un crescente malcontento popolare che sta rendendo endemiche forme di rivolta e terrorismo. Quello di matrice integralista islamica, come i Boko Haram, trova giustificazione e proseliti non solo per motivazioni religiose, ma soprattutto per questioni economiche. E non e' un caso che sia l'Islam il veicolo di questo risentimento perche' le popolazioni del nord della Nigeria, a maggioranza di fede islamica, sono le piu' povere del Paese.

Nello stato di Sokoto, uno dei 36 Stati federali in cui e' articolata la Nigeria, abitato dagli Haussa e geograficamente posizionato ai confini settentrionali, il tasso di disoccupazione e' oltre l'80%. Nel sud invece, dove sono presenti le riserve petrolifere, la percentuale dei senza lavoro e' la meta'.


Dal malcontento al terrorismo

Il divario sociale tra cristiani e musulmani si traduce in un pretesto per interpretare in chiave religiosa un problema sociale ed economico.

Se nel nord della Nigeria e' Boko Haram a canalizzare il malcontento popolare, nel delta del fiume Niger lo stesso ruolo lo svolge il MEND (Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger). Nel suo logo ufficiale c'e' scritto "non-violento, progresso, liberta'", ma nella realta' anche questo gruppo fa della lotta armata uno strumento di lotta politica. Il MEND non ha una connotazione religiosa, anche se le minacce proferite contro i Boko Haram di vendicare gli attacchi contro le chiese lascerebbero pensare una prevalenza di militanti cristiani.

Quello che invece accomuna il MEND con i Boko Haram e' il comune denominatore anti-establishment. Il movimento, infatti, rivendica i diritti della popolazione locale ad avere maggiori introiti sullo sfruttamento del petrolio (in quell'area ci sono molti pozzi) e lotta anche contro l'inquinamento ambientale che pregiudica lo svolgimento di attivita' alternative, come l'agricoltura o la pesca. Il governo nigeriano ha cercato in passato di negoziare con il MEND, nel 2009 era stata firmata un'amnistia per circa 26mila combattenti, sono stati promessi degli incentivi economici che pero' non sono mai arrivati. Il risultato e' che nel 2013 il MEND ha ripreso la propria lotta armata finanziata da rapimenti ed estorsioni nei confronti delle societa' petrolifere operanti sul loro territorio, con il contrabbando di greggio e di armi. Il ritorno alle armi e' anche coinciso con la condanna per terrorismo a 24 anni di carcere in Sudafrica del leader storico del movimento, Henry Okah.

Un gigante dai piedi d'argilla

Se dai dati statistici la Nigeria e' un paese economicamente florido, con una crescita economica del 6-8% all'anno, sono altri i numeri da tenere invece d'occhio. La crescita demografica e' al 3,8%, il che significa per un paese di circa 300 milioni di abitanti il raddoppiarsi della popolazione nel giro di 20 anni circa. Senza una politica redistributiva del benessere, quel 40% della popolazione che oggi ha meno di 14 anni, sommato al 19% che non supera i 24, danno come risultato il caos e la violenza sociale. Se si proiettano questi dati nel futuro, i problemi sociali della Nigeria di oggi saranno sicuramente minori di quelli della Nigeria di domani. Per quanto possa sembrare un paradosso considerarlo un dato "positivo", il fatto che l'aspettativa di vita media in Nigeria sia appena di 52 anni e' un dato che potrebbe mitigare la crescita demografica. Lo stesso dicasi delle stime della World Health Organization secondo cui le morti infantili in Nigeria rappresentano il 14% del totale mondiale.

Sul piano dei diritti umani, la Nigeria e' da sempre sul banco degli imputati. In teoria c'e' la liberta' di stampa, ma gli arresti o la sparizione di giornalisti sono eventi ricorrenti soprattutto se si scrivono articoli contro i potenti, presidente compreso. Anche il sistema giudiziario e' teoricamente indipendente, ma la corruzione e' quella che determina le sentenze. E la polizia indaga se la paghi, arresta o ti libera se la paghi, accusa o ti assolve se la paghi.

Se i Boko Haram sono accusati a buon titolo di crimini contro l'umanita', e per questo inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche (dal settembre 2013 dal Regno Unito e da novembre 2013 dagli USA), non godono di migliore reputazione le forze di sicurezza nigeriane, additate per la sistematica violazione dei diritti umani. E da quando, nel maggio 2013, il presidente Jonathan ha imposto lo stato di emergenza in alcuni Stati del nord, gli abusi hanno acquisito caratteristica di sistematicita': da un lato le efferatezze dei Boko Haram contro la popolazione, dall'altra gli arresti indiscriminati, le torture, le uccisioni extra-giudiziarie, le estorsioni e violenze commesse da militari e polizia. A questa gara a chi fa peggio si sono poi aggiunti anche i gruppi armati di autodifesa autorizzati dal governo che, con la scusa di difendere la popolazione dagli integralisti islamici, , hanno attivamente contribuito alle violazioni. In mezzo ci finisce come vittima predestinata la popolazione civile, a cui e' talvolta riservato il lusso di scegliere da parte di chi subire le angherie, e fra essa la sua parte piu' vulnerabile, le donne.

Il problema sono quindi le priorita' che si da un paese, o una comunita' internazionale. In Nigeria non si rischia di finire in galera per corruzione, tanto piu' se hai degli amici influenti, o per il fiorente narcotraffico che fa del paese uno dei ponti per l'arrivo in Europa della droga, ma puoi essere condannato a 14 anni di carcere se contrai un matrimonio gay, o a 10 anni se esibisci in pubblico la tua omosessualita'. Questi provvedimenti, in vigore dal 14 gennaio 2014, sono stati fortemente voluti dal presidente Jonathan, in calo di consensi e che ha pensato bene di tirare fuori il classico coniglio dal cilindro. Nel 2015 i nigeriani andranno al voto per eleggere un nuovo presidente e Jonathan non ha ancora sciolto le riserve su una sua ricandidatura.

Bisognerebbe domandarsi perche' tutto cio' avvenga in Nigeria, alla luce del sole e nella disattenzione piu' totale dell'opinione pubblica mondiale. La risposta e' semplice : perche' la Nigeria e' un grande Paese, economicamente e demograficamente emergente, pieno zeppo di petrolio e di materie prime, forte contributore alle missioni internazionali dell'Onu. E questo basta e avanza per assolvere la coscienza di molti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Gennaio 23, 2017, 22:55:16 pm
Sindaci di colore? Ma se l'Africa è il continente più corrotto in assoluto! Senza dimenticare Sudamerica e India.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 29, 2017, 01:09:18 am
Bene, a quanto pare anche Maurizio Blondet e il tal Giuseppe Sandro Mela sono i classici e irrecuperabili italiani medi, esterofili e disfattisti.
Il motivo? Questo.

http://www.maurizioblondet.it/corruzione-italia-primeggia-ancora-sul-mondo/
Citazione
Corruzione. Italia primeggia ancora sul mondo
Maurizio Blondet 27 gennaio 2017 1   

Corruzione..  Italia primeggia sul  mondo

Di Giuseppe Sandro Mela

Transparency International ha rilasciato il «Corruption Perceptions Index 2016».

Non ne avevamo il minimo dubbio che l’Italia avrebbe primeggiato.

L’Italia è un paese socialmente avanzato che ha anche le nuzialità gay: adesso ci si può sposare anche con un frigorifero, che godrà ovviamente della pensione di reversibilità. Ci si può anche permettere il lusso di considerare democratico e civile il partito democratico. Ha una Magistratura prontamente attenta a processare ed incarcerare la mafia perdente, prontissima ad indagare anche se un sindaco avesse nominato nel mucchio anche un lontano parente, sotto la ovvia condizione che quel sindaco non sia affiliato al partito democratico nella sua fazione vincente.

E che dire dei concorsi pubblici per l’assunzione nelle pubbliche amministrazioni?

Da ultimo, che dire di Monte Paschi Siena oppure di Banca Etruria?

*

Non ci si stupisce quindi che nella scala della corruzione ci precedano paesi virtuosi quali Cuba, Giordania, Malaysia, Namibia, Rwanda, Georgia, Botswana, e così via.

Anziché scrivere:
"Dopo la Grecia l'Italia è il Pase più corrotto dell'Europa dell'ovest" *
Citazione
60  Italy  4744    43 43 42    
69  Greece   4446    43  40  36

il tipo sentenzia che "L'Italia primeggia sul mondo".
Il che, tradotto, sta(rebbe) a significare che il nostro Paese "è il più corrotto del mondo".
Eccezionale, di una logica ineccepibile.
...

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* Ad est c'è di peggio: Russia, Ucraina, Bielorussia, Albania, Bulgaria, Serbia, Bosnia, Kosovo, Moldavia, Macedonia, etc.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Gennaio 29, 2017, 01:57:05 am
Chiunque può dire una sciocchezza ma ciò non invalida altre buone idee. Leggo autori di ogni tipo, anche quelli con cui sono in forte disaccordo se hanno qualcosa di interessate da dire.
Poiché penso ci lega, speriamo corregga il tiro. Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 29, 2017, 14:20:05 pm
Chiunque può dire una sciocchezza ma ciò non invalida altre buone idee. Leggo autori di ogni tipo, anche quelli con cui sono in forte disaccordo se hanno qualcosa di interessate da dire.
Poiché penso ci lega, speriamo corregga il tiro. Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.

Beh, Vicus, la sciocchezza è bella grossa, non ti pare?
Blondet non è un ragazzino e neppure uno dei miei operai, che in molti casi non hanno frequentato neppure le superiori.
Ergo, è un uomo colto, ragion per cui non può scrivere o avallare simili sciocchezze.
Poi, che riguardo ad altri argomenti, Blondet esprima concetti condivisibili è un altro discorso.
Ciò non toglie che quando si parla di corruzione e quant'altro, anche il suddetto (e i suoi collaboratori) è a tutti gli effetti un c.d. "italiano medio".
Perciò, nel caso specifico, la mia critica è più che motivata, non fosse altro per il fatto che qualcuno deve pur farglielo notare.
Voglio dire: perché il Blondet non dedica un bell'articolo alle magagne altrui?
Perché, ad esempio,  non parla degli scandali di quei rompicoglioni dei tedeschi?

http://it.ibtimes.com/germania-non-soltanto-lo-scandalo-volkswagen-banche-sottomarini-calcio-e-olimpiadi-ecco-truffe-e
Citazione
Germania, non soltanto lo scandalo Volkswagen: banche, sottomarini, calcio e Olimpiadi. Ecco truffe e tangenti in salsa tedesca
di Marta Panicucci @martapanicucci m.panicucci@ibtimes.com 24.09.2015 15:34 CEST

Merkel
Angela Merkel al Motor Show di Francoforte REUTERS/Ralph Orlowski

Tangenti, truffe, manipolazioni, corruzione, non sono pratiche tutte all’italiana. Contrariamente a quanto l’immagine pulita e rigorosa della Germania faccia pensare, questi reati rientrano ampiamente anche nel menù tedesco. Ultimo, ma non certo primo scandalo che coinvolge la Germania, ha messo sotto accusa la Volkswagen scoperta a manomettere i software per i test sulle emissioni dei suoi motori diesel. E mentre una delle principali società tedesche è al centro di una bufera mondiale è interessante ripercorrere le storie delle colleghe che l’hanno preceduta sulle pagine di cronaca.

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Siemens

Olimpiadi 2004, Atene. Alla fine dei giochi una maxi inchiesta, partita dal fatto che la manifestazione sportiva era costata circa tre volte l’importo previsto, ha portato alla luce un flusso di tangenti dalla Germania verso la Grecia. Nel 2006 la Siemens fu costretta ad ammettere di aver pagato almeno 1,3 miliardi di euro per incoraggiare funzionari ellenici ad affidarle commesse a appalti legati alle Olimpiadi. I vertici aziendali furono colpiti duramente dallo scandalo: il presidente Heinrich von Pierer e l’amministratore delegato Klaus Kleinfeld furono costretti alle dimissioni.

Fu uno scandalo enorme che si allargò anche ad altri Paesi del mondo a cui la Siemens aveva girato pagamenti in nero per aggiudicarsi ordini e appalti per impianti di telecomunicazioni. La Siemens è uno dei principali orgogli industriali della Germania e lo scandalo fu un duro colpo per il Paese e la sua reputazione. In Parlamento nessuno difese l’azienda o accampò scuse e giustificazioni. La Siemens era una società corrotta e come tale doveva essere punita, senza alcuno sconto. Oltre ai 600 milioni di euro alle autorità tedesche, la Siemens pagò altri 800 milioni alle autorità americane e altri 100 milioni a organizzazioni internazionali no-profit che combattono la corruzione negli affari.

Deutsche Post

Febbraio 2008, la polizia tributaria tedesca fa irruzione nella lussuosa villa di Klaus Zumwinkel, 64 anni, amministratore delegato di Deutsche Post, il colosso tedesco di posta e logistica. Zumwinkel è stato arrestato con l’accusa di evasione fiscale aggravata e perpetrata per anni, si parla di circa 10 milioni di euro portati in conti in Liechtenstein e forse nei paradisi fiscali delle Cayman o dei Caraibi. Anche questo fu un megascandalo per la Germania. Zumwinkel era uno dei manager tedeschi più stimati e potenti, sostenuto dai cancellieri di ogni colore politico. Dal 2003 era alla guida di Deutsche Post e l'aveva trasformata da carrozzone pubblico in società di alto profilo internazionale, privatizzato al 70% con un fatturato di 60 miliardi di euro e mezzo milione di dipendenti.

MAN

MAN, acronimo di Maschinenfabrik Augsburg-Nürnberg, è una società tedesca produttrice di automezzi pesanti (autocarri e autobus), di motori diesel e di turbine. Il caso scoppia nel 2009 quando MAN va a processo con l’accusa di avere pagato tangenti per vincere contratti all’estero. Il colosso, una delle principali società quotate alla Borsa di Francoforte, ha pagato 150 milioni di euro per concludere il processo, altri 500mila euro sono stati versati in beneficienza dall’allora amministratore delegato, lo svedese Hakan Samuelsson, che però si è sempre dichiarato innocente.

Bayer

A giugno 2012 la prima casa farmaceutica della Germania ha comunicato di aver speso 142 milioni di dollari per le cause intentate contro la pillola Yasmin. Solo negli Stati Uniti le cause contro la Bayer sono state 11.900 di cui circa la metà riguardano trombosi o embolie polmonari. Nel 2010, secondo i dati del Ims Health, la vendita della pillola contraccettiva negli USA ha generato un mercato di 1,58 miliardi di dollari. Ma la Bayer non è nuova a scandali di questo genere. Il più datato e più vergognoso risale agli anni ’80. La società tedesca fu accusata di aver venduto dosi per milioni di dollari di un farmaco per emofiliaci mettendo a rischio clienti di Asia e America latina; mentre la versione più sicura della medicina era in commercio in Europa e negli Stati Uniti. Attualmente la Bayer è oggetto di numerso cause in giro per il mondo; soltanto negli Stati Uniti rischia multe per complessivi 5,6 milioni di dollari.

Krauss-Maffei Wegmann

Dopo lo scandalo Siemens arriva un’altra maxi inchiesta che si snoda sull’asse Atene-Berlino. Questa volta ad essere coinvolta è la Krauss-Maffei Wegmann, azienda nata a Monaco di Baviera a fine 800 come industria di materiale ferroviario e diventata, negli anni, società leader nel settore della difesa tedesca. Lo scandalo risale al 2013, l’arma del delitto sono 18 milioni di euro di tangenti, il movente spingere i funzionari della Difesa di Atene all’acquisto di sottomarini Poseidon della Krauss e carri armati Leopard. Un alto dirigente del ministero della Difesa ellenica, Antonis Kantas, è finito in carcere a fine 2013 per aver incassato le tangenti provenienti dalla Germania.

Deutsche Bank

“Il 2015 è iniziato come un anno di ricavi record, circa +24%. Ma i profitti sono stati influenzati da spese legali pari a 1,5 miliardi di euro, per effetto della conclusione delle vicende giudiziarie, negli Usa e in Gran Bretagna, in materia dei tassi interbancari”, sono queste le parole dei due amministratori delegati Deutsche Bank, Jürgen Fitschen e Anshu Jain. Nella primavera del 2015 infatti, la principale banca tedesca ha dovuto pagare a Stati Uniti e Regno Uniti 2,5 miliardi di dollari di multe per aver manipolato i tassi Libor, Euribor e Tibor che regolano prestiti tra banche e mutui. Ma non era la prima volta che il colosso bancario tedesco si trovava sotto processo. Nel 2013 pagò, insieme ad altre sei banche della Germania, 1,7 miliardi di euro alla Commissione Ue, per il Libor e altri indici truccati.

Lufthansa

Lo scandalo, o meglio, il disastro più recente riguarda la Lufthansa e il volo Germanwings che schiantandosi sulle Alpi francesi ha ucciso 150 passeggeri. La natura volontaria del disastro, provocato dal gesto folle del copilota, ha aperto un’inchiesta sui sistemi di controllo della compagnia aerea tedesca. Il copilota soffriva di depressione grave e la Lufthansa è stata accusata di “responsabilità illimitata” per avergli permesso di volare e quindi suicidarsi con tutti i passeggeri dell’Airbus 320.

Calciopoli alla tedesca

Nemmeno il calcio tedesco è immune da scandali all’italiana. In Germania ricordano il caso Bochum dal nome della procura che aprì un’indagine sulla Bundesliga. Il risultato? Scoprirono 3 partite della Champion’s League truccate e 323 incontri manipolati in diversi campionati europei 69 dei quali in Germania per un giro di mazzette di 12 milioni di euro a arbitri e dirigenti sportivi.

Tutto questo per dire che gli scandali accadono ovunque, ci rendono disonesti, ma umani, deboli di fronte alle tentazioni del Dio denaro. E nessun Paese ne è immune, compresa la rigorosa Germania. Ma ciò che differenzia uno Stato come quello tedesco dall’Italia è il modo con cui le aziende, l’opinione pubblica e la giustizia affrontano gli scandali. Dimissioni immediate, ripudio collettivo e giustizia veloce e severa per la Germania, attaccamento alla poltrona, memoria collettiva brevissima e giustizia inefficente per il Belpaese. Ecco perchè, nonostante gli scandali siano della stessa matrice, ciò che conta è come un Paese ne esce: rafforzato nell’onestà collettiva e nella reputazione mondiale oppure confermandosi pasticcione e vulnerabile di fronte ai giochi di potere.

Il problema di fondo, caro Vicus, è che Blondet, al pari di altri milioni di italiani (specie se di sesso maschile) ha talmente interiorizzato (per così dire) certi concetti disfattisti, figli soprattutto della sua epoca (se non vado errato è un settantenne), che lo portano continuamente a fare dell' "autodenigrazione-autorazzista".


Citazione
Sono del parere che bisogna concentrarsi più sulle soluzioni che sulle critiche.

Vicus, sei un uomo intelligente e colto, per cui sai benissimo che al riguardo non esiste una reale soluzione, tranne l'estinzione in massa degli italiani, i quali certi complessi di inferiorità se li portano dietro da secoli.
Ergo, quel disfattismo misto ad esterofilia, fa oramai parte della forma mentis dell'italiano medio.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Jason - Gennaio 29, 2017, 15:36:12 pm
Frank , leggi tutti gli articoli di Blondet , la critica e come, la germania, visto che l'hai detto, anzichè concentrarti su UN SOLO ARTICOLO. Tra l'altro per certe cose nemmeno a me piace, ma ciò non toglie che lui abbia capacità di analisi approfondite e corrette di molto superiore rispetto alla media .

Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Gennaio 29, 2017, 16:23:42 pm
Blondet, certo, sulla corruzione si sbaglia.

Ma non conosco molti Paesi avanzati dove succede questo (ce ne saranno, ma persino l'India coltiva meglio le eccellenze):
http://www.corriere.it/scuola/universita/16_settembre_23/universita-cantone-stretto-legame-corruzione-fuga-cervelli-4a52567c-8190-11e6-bb54-ccc86a7805dc.shtml

Da decenni ormai il Paese è in mano a dei pistola che lo affossano: il mondo del lavoro è quasi tutto pensato e strutturato in funzione dei raccomandati, degli inetti (senza dimenticare le donne) che non esitano a farsi beffe dei meritevoli:
http://www.ilgiornale.it/news/politica/poletti-contro-i-cervelli-fuga-meglio-non-averli-i-piedi-1344263.html

Quindi concordo in pieno almeno su questo pensiero di Blondet:
Questo popolo (se lo si può chiamare ancora popolo) vive del “suo piano-terra”, delle classi sociali che fanno massa: la cui inferiorità consiste nel fatto che possono vivere senza verità né tensione all’autenticità, di cui non sono capaci né sentono il bisogno.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 29, 2017, 23:46:54 pm
Frank , leggi tutti gli articoli di Blondet , la critica e come, la germania, visto che l'hai detto, anzichè concentrarti su UN SOLO ARTICOLO. Tra l'altro per certe cose nemmeno a me piace, ma ciò non toglie che lui abbia capacità di analisi approfondite e corrette di molto superiore rispetto alla media .

Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .

Jason, quell'articolo dice molto di Blondet, riguardo alla questione della corruzione.
Dice che in merito è uguale ad altri milioni di italiani.

Citazione
Semmai l'articolo è l'eccezione che conferma la regola .

Beh, non per me, perché ne ho letti altri che non condividevo un granché.
Poi, che complessivamente sia migliore di altri intellettuali, o pseudo tali, non lo discuto.


Citazione
la critica e come, la germania,

Non come dovrebbe.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 29, 2017, 23:51:35 pm
Blondet, certo, sulla corruzione si sbaglia.

Ma non conosco molti Paesi avanzati dove succede questo (ce ne saranno, ma persino l'India coltiva meglio le eccellenze):
http://www.corriere.it/scuola/universita/16_settembre_23/universita-cantone-stretto-legame-corruzione-fuga-cervelli-4a52567c-8190-11e6-bb54-ccc86a7805dc.shtml

Sì, Vicus, è vero ciò che dici; ma l'India* fa molto più schifo per tante altre cose.
Perciò lasciamola pure dov'è.
Altro discorso è se uno mi porta come termine di paragone l'Inghilterra, il Canada, la Svizzera, l'Australia, etc.
In quel caso non ho alcunché da obiettare (ovviamente).


Citazione
Da decenni ormai il Paese è in mano a dei pistola che lo affossano: il mondo del lavoro è quasi tutto pensato e strutturato in funzione dei raccomandati, degli inetti (senza dimenticare le donne) che non esitano a farsi beffe dei meritevoli:

Sì, questo è fuori discussione.

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* Il livello di corruzione dell'India è superiore a quello dell'Italia.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 05, 2017, 11:05:21 am
http://www.eastjournal.net/archives/77710

Citazione
SLOVACCHIA: Seconda al mondo per corruzione
Gian Marco Moisé 30 novembre 2016   
La mappa del Perceived Corruption Index 2015

Nelle scorse settimane il World Economic Forum ha rilasciato l’indice annuale della corruzione come parte del suo report globale sulla competitività. I risultati sono basati su un sondaggio che ha previsto l’intervista di circa 15 mila leader d’impresa da 141 paesi tra febbraio e giugno. Tra i paesi dell’OECD (Organisation for Economic Cooperation and Development) la Slovacchia si è collocata al secondo posto, a pari merito con l’Ucraina e subito dietro il Messico.

Il sondaggio

L’indice stila una classifica dei paesi a partire dalle risposte a tre domande fondamentali: quanto sia comune nel proprio paese il dirottamento di fondi pubblici verso compagnie, individui o gruppi; come si valutino gli standard etici dei politici del proprio paese; quanto sia comune per le imprese versare pagamenti extra non documentati o mazzette. Gli intervistati hanno risposto alle domande dando un voto da 1 a 7, dove 1 indica il livello più elevato di corruzione e 7 il più basso.

La Slovacchia ha preso una votazione generale di 2.7, subito dietro al Messico con 2.5. Com’era prevedibile, l’Italia si colloca al terzo posto con un punteggio di 3.1. In generale l’Est Europa non ha figurato bene: al quarto posto si trova l’Ungheria, al sesto Repubblica Ceca, all’ottavo la Lettonia, al decimo e all’undicesimo Polonia e Slovenia. Peggio di tutte fa la Repubblica di Moldavia, che però non è parte dei paesi OECD, con un punteggio di 2.36.

La posizione slovacca

Il secondo posto della Slovacchia nell’indice non stupisce particolarmente. Nel 2011 lo scandalo del “Gorilla”, un rapporto dei servizi segreti slovacchi (Sis) sui legami tra il mondo degli affari e la politica, ha scosso il paese e decretato un aumento dell’astensionismo alle successive elezioni. Ad anni di distanza, nonostante il cambio di governo e una riforma a favore della trasparenza dei contratti, la fiducia nel paese non è cresciuta.

La corruzione in Est Europa

Si potrebbe obiettare che questo sondaggio si fondi solo sulla percezione della corruzione, quando la situazione reale potrebbe essere differente. L’obiezione è fondata, ma è giusto far notare quanto la fiducia nelle istituzioni sia fondamentale per ridurre la complessità della società attraverso la creazione di capitale sociale, come afferma Piotr Sztompka, in “Trust: A Sociological Theory“. Le imprese estere saranno più o meno disposte ad investire in un paese a seconda della sua affidabilità. In assenza di fiducia questa funzione viene svolta dalla corruzione, che però nel lungo periodo si rivela ben più dannosa per la società.

Molti studiosi hanno affrontato il problema della corruzione: Morris e Polese hanno studiato il fenomeno in Russia e Ucraina; Delcheva, McKee e Balabanova in Bulgaria; Gaál in Ungheria e Svavelyeva in Kazakistan. Ciò che è emerso è che la corruzione è frequente nei paesi che escono da lunghi periodi di dittatura o situazioni che creino grossa sfiducia nelle istituzioni pubbliche. Corruzione e sfiducia sono gli ingranaggi dello stesso circolo vizioso.
I paesi dell’Est Europa soffrono di una sfiducia cronica nelle istituzioni.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 11, 2017, 18:07:51 pm
http://www.asianews.it/notizie-it/Transparency-International:-inefficace-la-lotta-alla-corruzione-in-Asia--39759.html
Citazione
25/01/2017, 13.04
ASIA
Transparency International: inefficace la lotta alla corruzione in Asia

La maggior parte dei Paesi del continente presenta una situazione critica. Cresce il fenomeno in Cambogia e Thailandia; leggero miglioramento in Afghanistan. Corea del Nord e Siria restano agli ultimi posti della classifica. Sotto osservazione la Cina: inefficace la sbandierata lotta governativa al malaffare. 

Bangkok (AsiaNews) - La maggior parte dei Paesi della regione Asia-Pacifico restano nella metà inferiore della speciale classifica relativa all’indice di corruzione. A dispetto di alcuni timidi sforzi, gran parte delle nazioni dell’area restano soggette a infiltrazioni criminali nei settori economico, politico e finanziario. È quanto emerge dal Corruption Perceptions Index 2016, pubblicato oggi da Transparency International, ong che controlla il livello di corruzione nello sviluppo internazionale. Il documento classifica le nazioni in base a un punteggio che va da 0 (molto corrotto) a 100 (molto trasparente), e si calcola sulla percezione del grado di corruzione di analisti e uomini d'affari locali.

Il dato tuttora negativo per le nazioni asiatiche è da attribuire, secondo gli esperti, alla irresponsabilità dei vari governi locali, alla mancanza di controllo, all’insicurezza e allo scarso spazio di contrattazione per la società civile.

Questi elementi vanificano in molte occasioni gli sforzi nella lotta alla corruzione, spesso un elemento “marginale” rispetto all’azione dell’esecutivo. Inoltre, i casi di corruzione da prima pagina - che si vanno ad aggiungere alle vicende di corruzione quotidiana - continuano a minare la fiducia nei governi e nelle istituzioni, la fiducia del pubblico nel governo e i benefici della democrazia e dello Stato di diritto.

La classifica 2016 mostra leggeri miglioramenti per alcune nazioni dell’area: l’Afghanistan ha acquisito quattro punti e totalizza 15 su 100. Pur restando uno dei 10 Paesi molto corrotti, il suo punteggio è quasi raddoppiato rispetto agli otto punti del 2013.

Piccoli, ma significativi passi in avanti anche per Timor Est, Laos e Myanmar, soprattutto in quest’ultima, con l’ascesa al potere della Lega nazionale per la democrazia (Nld) guidata da Aung San Suu Kyi. L’esecutivo birmano ha promosso alcuni provvedimenti per contrastare la corruzione, ma i (piccoli) progressi sono oscurati dalle violenze contro i Rohingya nello Stato Rakhine. Questo mostra la mancanza di controllo sui militari, vero potere forte del Paese.

Di contro, la ricerca mostra il peggioramento in due nazioni del Sud-est asiatico: Cambogia e Thailandia. Per il secondo anno consecutivo la Cambogia risulta il Paese più corrotto della regione, con un punteggio di 21; restano assai ristretti gli spazi di movimento della società civile. La Thailandia ha perso ben 35 posizioni quest’anno, passando dal 76mo al 101mo posto su un totale di 176 nazioni al mondo. Pesa, in questo caso, il binomio fra corruzione percepita e l’instabilità politica. Una situazione critica, acuita inoltre dalla repressione governativa - il ruolo di premier è ancora nelle mani dell’ex capo dell’esercito -, dalla mancanza di un organismo di controllo indipendente e dal peggioramento in tema di diritti dei cittadini. E anche la nuova Costituzione, pur affermando di voler contrastare il malaffare, in realtà rafforza il potere dell’esercito e il senso di impunità per l’operato dell’esecutivo.

Restano nella lista dei Paesi sotto osservazione la Cina, che è cresciuta di tre punti e si piazza al 79mo posto su 176 nazioni (nel 2105 era all’83mo). La sbandierata caccia “alle tigri e alle mosche” annunciata a più riprese dal governo non ha dissipato i dubbi in merito alla trasparenza e all’indipendenza, oltre che al buon nome, delle istituzioni. Ancora critica pure la situazione in India, dove l’impatto della corruzione sulla povertà, l’analfabetismo e la brutalità della polizia hanno ancora pesanti ripercussioni sulla popolazione.

Sospeso il giudizio per le Filippine, in attesa di capire quali saranno le reali politiche del presidente Rodrigo Duterte, per la Malaysia con lo scandalo milionario che ha travolto il premier Najib Razak, per la Corea del Sud colpita dalla vicenda che ha travolto il presidente Park Guen-hye, messa in stato di accusa dal Parlamento per una vicenda di corruzione.

Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia e Svezia guidano la classifica dei Paesi più virtuosi; Somalia, Sud Sudan, Corea del Nord e Siria si attestano agli ultimi posti.


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http://www.asianews.it/notizie-it/Myanmar-e-Afghanistan-sono-i-Paesi-pi%C3%B9-corrotti,-male-anche-Russia,-India-e-Cina-19853.html

Citazione
29/10/2010, 00.00
ASIA
Myanmar e Afghanistan sono i Paesi più corrotti, male anche Russia, India e Cina

Il Rapporto 2010 sulla corruzione pubblica, a cura di Transparency International, mostra il permanere di una diffusa corruzione in Asia, con alcuni tra i Paesi più corrotti. Passi indietro di Cina, India e Russia. Bene Hong Kong e Singapore.

Hong Kong (AsiaNews/Agenzie) – Myanmar e Afghanistan sono i Paesi più corrotti del mondo, dopo la sola Somalia. Resta elevata la corruzione in Vietnam, Cina e Russia, mentre Cambogia e Laos mostrano un leggero miglioramento. Lo evidenzia il rapporto 2010 sulla corruzione nel mondo, pubblicato da  Transparency International, che prende in esame 178 Stati.

Il rapporto “Corruption Perceptions Index 2010” considera il grado di corruzione dei pubblici poteri, determinato sulla base di indagini condotte tra esperti economici e grandi enti mondiali quali, tra l’altro, la Banca asiatica per lo sviluppo, la Banca mondiale e l’Unione europea.

Liao Ran, coordinatore del rilevamento per l’Asia orientale, ha osservato che la giunta militare birmana “controlla l’intero Paese”. “Per cui se vuoi ottenere qualcosa, non hai alternative che pagare bustarelle all’autorità di turno”.

Tra i Paesi più corrotti sono anche Iraq, Uzbekistan e Turkmenistan.

Il rapporto assegna a ogni Paese un dato numerico, esito delle informazioni acquisite, che riguardano, tra l’altro, i fatti di pura corruzione di ufficiali pubblici, la sottrazione di fondi pubblici, le bustarelle per ottenere forniture e appalti e l’effettivo impegno dello Stato contro la corruzione. Un indice basso indica una corruzione elevata, l’indice 10 significa assenza di corruzione. I Paesi meno corrotti, con indice 9,3 ex equo, sono stati Danimarca, Nuova Zelanda e Singapore. Bene anche Hong Kong (13°) e Giappone (17°).

Tra gli ultimi invece Cambogia e Laos, al 154° posto con indice 2,1. Nel 2009 erano al 158° posto. Il Vietnam è 116°. Liao ha sottolineato che la Cambogia, pur essendoci una diffusa corruzione, ha un parlamento, elezioni democratiche, libertà di parole e di associazione.

Pure 154° la Russia con indice 2,2: peggiore del Kazakistan (2,9) e praticamente allo stesso livello di Iran (2,1) e Kirghizistan (2).

L’indice della Cina è peggiorato, da 3,6 a 3,5, sebbene sia passata dal 79° al 78° posto. Segno, comunque, che non appare intaccata la diffusa corruzione pubblica, nonostante da anni i leader politici ripetano di voler perseguire simili fatti con “tolleranza zero” (nella foto). Esperti osservano da tempo che per combattere la corruzione sono necessari non tanto pene esemplari (i corrotti in Cina possono subire condanne all’ergastolo o persino capitali), quanto una maggiore libertà dei media e dei cittadini nel denunciare gli abusi e l’indipendenza dei magistrati dal potere politico.

In discesa l’India, dall’84° all’87° posto. Molti ritengono anche quale conseguenza dell’organizzazione dei Giochi del Commonwealth, che hanno portato gravi accuse di corruzione.

Liao ha osservato che per molti Paesi orientali ci sono diffuse “zone grigie”, per il passaggio da un’economia agraria alle moderne società industriali, con il rischio di una gestione “personale” degli affari pubblici.

“La corruzione – ha detto – è un problema globale, contro il quale occorrono riforme politiche globali” e rendere gli affari pubblici “trasparenti e fonte di responsabilità”.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 13, 2017, 00:40:47 am
Parole di un rumeno, scritte in un sito rumeno.

Citazione
Ionut Puiu În Olanda ai confort maxim în autobuz, cu jack pt încărcarea bateriei, și Wi-Fi gratuit. În România vezi poză cu prostul pe WC, pe Facebook. Nu e de mirare că suntem în lumea a treia, ca țară... poate și mai jos. Niciodată n-o să ajungem la nivelul țărilor civilizate, cu nătărăi ca ăsta. Nu m-aș mira să apară vreunul care să îi ia apărarea. Că doar românul atât poate :



Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 16, 2017, 20:26:24 pm
https://italiariunita.com/2014/03/16/italiani-allestero-il-miraggio-delleldorado/
Citazione
Italiani all’estero: il miraggio dell’Eldorado
Patrizia Ciava (Trishadria) / 16 marzo 2014   

Per molti italiani la sola parola “estero” evoca un ideale di perfezione e di efficienza.

Questa convinzione  è così radicata che recandosi in altri paesi notano solo gli aspetti positivi confrontandoli con quelli negativi dell’Italia.

Ma la realtà ha molte sfaccettature e dipende da come la si guarda.

Giustamente Cesare Marchi rilevava che l’esterofilia italiana trova le sue radici nel «inguaribile provincialismo. Il provinciale è un insicuro, dubita della propria identità, ammira e spalanca le porte a tutto ciò che viene da fuori».

Ora, però, questa esterofilia tutta italiana, sapientemente alimentata dal negativismo dei nostri media e dai numerosi programmi di denuncia (che esistono in tal numero solo in Italia), ha raggiunto livelli allarmanti poiché incoraggiano i nostri giovani a lasciare l’Italia facendo loro credere che all’estero troveranno finalmente l’affermazione professionale auspicata.

In Italia si denuncia spesso la “mancanza di meritocrazia” e, nell’immaginario collettivo, questa carenza è associata a corruzione e nepotismo. Ma occorre sapere che la tanto invocata meritocrazia  ha dei risvolti che gli italiani ignorano.

All’estero, infatti, non esiste il concetto di “posto fisso”. E’ facile ottenere un contratto a tempo indeterminato perché è altrettanto facile essere licenziati. Nessun giudice interviene per reintegrare il lavoratore, a meno che possa dimostrare di essere stato licenziato per motivi etnici, religiosi o di genere.

Il concetto di meritocrazia all’estero significa dover essere sempre i migliori, non potersi permettere errori o periodi di stanca, non anterporre mai esigenze personali a quelle professionali.

I media nostrani ci raccontano storie a lieto fine di accademici e lavoratori altamente qualificati i cui talenti, sottovalutati in Italia, sono stati invece riconosciuti all’estero e lautamente ricompensati con incarichi e stipendi  prestigiosi.

Ma a fronte di questi rari casi, ci sono migliaia di giovani emigranti, con un titolo di studio in tasca, per i quali lasciarsi dietro l’Italia non vuol dire iniziare una nuova avventura ma solo passare da una precarietà all’altra, continuando lontani da casa la lotteria di lavori temporanei e non qualificati, retribuiti poche sterline l’ora che finiscono in gran parte per mantenere alloggi in abitazioni fatiscenti, pagati a peso d’oro.

http://www.corriere.it/esteri/15_maggio_06/australia-ecco-giovani-schiavi-italiani-undici-ore-notte-raccogliere-cipolle-71b9548e-f3b3-11e4-8aa5-4ce77690d798.shtml?fb_ref=Default

Delusioni londinesi:

All’inizio il profumo della novità nasconde ciò che gli occhi non vogliono vedere e tutto sembra bello, anzi bellissimo. Non vedi il traffico, anche se c’è, non ti accorgi che la metro è in ritardo, anche se sono venti minuti che aspetti, non senti la puzza della spazzatura anche se ci sono zone di Londra dove i sacchi neri restano per strada anche 4 giorni, non vedi gli ubriachi per strada perchè ti sembrano solo ragazzini che si stanno divertendo, non vedi le prostitute in minigonna ai lati della strada perchè le scambi per ragazze che hanno solo caldo (a dicembre con il ghiaccio per strada), non ti accorgi di chi ti salta davanti mentre fai la fila al supermercato perchè provi piacere nel fare qualcosa di buono nel paese dove tutti sono buoni e allora lo fai passare e non dici nulla perché forse va di fretta.

Sei cieco perché per anni hai guardato a quel paese come il posto dove andare per cambiare vita, hai ascoltato tutti gli amici che tornavano dalle vacanze (da qualsiasi posto del mondo) e ti dicevano che ovunque si sta meglio che in Italia e allora tu ci credevi davvero e quando i tuoi genitori felici e tristi per un figlio che parte ti salutavano guardandoti negli occhi e dicendoti “Prima o poi ritornerai” pensavi quasi con un’aria di sfida “Mai”.

Passano i primi mesi, i primi anni e quasi per magia quella patina che abilmente nasconde il brutto comincia a svanire e allora ti rendi conto che la realtà è tutta altra storia. E così, le gambe delle ragazzine sudamericane seminude che ti ronzano intorno di notte cominciano ad assumere il loro vero volto, il signore che fa la fila pazientemente dietro di te ma poi con un guizzo improvviso ti supera per salire sull’autobus prima di te scatena il tuo giusto risentimento, ti rendi conto che le ragazze che il sabato sera, dopo essersi imbottite di alcol, camminano a piedi nudi sull’asfalto di Oxford Street e vomitano ad ogni angolo, non si stanno solo divertendo ma sono quasi in coma, i vari barabba che si svegliano la mattina per tirare fino a sera truffando la gente non sono solo attrazione turistica ma sono una brutta realtà dei quartieri di Londra, compresi borseggiatori e simili.

E allora passa ancora un po’ di tempo e cominci a pensare e ancora a pensare. E io ho pensato e mi sono chiesto dove sia finito quel senso di civiltà che avevo adocchiato quando tutto contento ero arrivato la prima volta, dove sia finito il rispetto per le leggi che mi sembrava così imprescindibile per una società “funzionante”, una società dove non credevi esistessero le truffe alle assicurazioni e i furti negli appartamenti con omicidio, una nazione dove non credevi potessi trovare a dirigerti l’ignorante figlio o nipote del Professore Pinco Pallino, che non era stato nemmeno sottoposto a regolare colloquio.

E allora? Allora capisci che l’Italia è davvero il Bel Paese.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 16, 2017, 20:28:19 pm
Citazione
AUSTRALIA:

Per me, che la conosco bene, trovo incredibile che molti giovani disoccupati nostrani, con una laurea in tasca, possano considerarla la terra delle opportunità.

Forse Sydney, con i suoi grattacieli e la sua ben nota Opera House, appare agli occhi di alcuni una metropoli evoluta, dove tutto è moderno, civile e progredito.

Molti italiani, infatti, pensano che i grattacieli siano un segno di civiltà e di progresso, ma evidentemente non sono mai stati in paesi asiatici o mediorientali dove le capitali, anche le più povere, ne sono gremite perché edifici a più piani garantiscono un miglior sfruttamento del terreno e maggior guadagno per i costruttori.

In realtà, l’Australia è un paese piuttosto arretrato dal punto di vista culturale ed è popolata soprattutto da agricoltori. Molti sono immigrati di seconda o terza generazione, sono italiani, asiatici, irlandesi, tutte persone che hanno sgobbato duramente per costruire un avvenire decente per loro stessi e i loro figli. Ancora oggi gli abitanti conducono una vita fatta di duro lavoro e sacrifici, un tipo di vita che la maggior parte dei giovani europei non sopporterebbe nemmeno per una settimana.

Le aziende e i servizi ruotano quasi tutti attorno alle attività principali: l’agricoltura, la pastorizia e l’allevamento di bestiame. L’industria riguarda principalmente la trasformazione dei minerali, dato che anche il lavoro nelle miniere è molto diffuso in Australia.

Ora, invito tutti quelli che inseguono il mito dell’eldorado australiano a porsi una semplice domanda: vi viene in mente un solo brand australiano? Un’auto, un elettrodomestico, un computer, un centro di eccellenza, una azienda prestigiosa, una qualsiasi invenzione attribuibile ad un australiano?

Non vi viene in mente niente, vero?

Ma allora, come potete credere che i “cervelli” disoccupati troveranno lì finalmente la gratificazione tanto anelata e il lavoro dei loro sogni?

Chi ha lanciato questa propaganda assurda?

In Australia si trova facilmente lavoro, certo, ma come raccoglitori di banane o di pomodori, a 9 euro l’ora.

Quindi se volete andare in Australia per fare un’esperienza lavorativa diversa, vivendo un’avventura sicuramente positiva, andateci preparati e senza aspettative insensate.

Ecco alcuni consigli pratici, ricavati da vari articoli e blog, da parte di chi ci è stato e può raccontare esperienze vissute “sul campo”:

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“Sfruttamento: se venite in Australia mettete in conto di essere sfruttati. Specie per chi arriva con poca esperienza la vita è molto dura. Il lavoro non manca (specie quello che i permanent resident evitano volentieri), ma calcolate che la maggior parte delle aziende per le quali lavorerete vi proporranno un contratto “casual” o il più delle volte vi verrà proposto di lavorare cash in hands (lavoro nero). La grande emigrazione dall’Europa sta abbassando radicalmente i salari e specie nelle maggiori città dovrete fare i conti con la spietata concorrenza asiatica e di studenti (i quali possono lavorare solo 20h settimanali). Tendenzialmente anche i contratti fulltime non rispettano gli accordi di categoria previsti.

Le regole: abbandonate la mentalità italiana del “.. Ecchissene…” Qui le regole sono molto severe e la polizia le fa rispettare rigorosamente. Evitate di bere alcolici per strada, è vietato… Allacciate le cinture posteriori in un’auto, alle forze dell’ordine non importa a quale parte del globo voi apparteniate.

La fauna: l’Australia ha una fauna vasta e variopinta. Tuttavia detiene il record di specie di animali letali per l’uomo. Evitate di accarezzare o avvicinarvi troppo a specie che non avete mai visto prima. Animali poco conosciuti in Europa possono tranquillamente essere avvistati per strada ma soprattutto nei parchi cittadini.

Il carovita: è meglio avere un bel gruzzoletto prima di approdare qui. In media nelle grandi città l’affitto di una camera singola si aggira attorno ai 210 dollari a settimana (euro 150). In media una bottiglia d’acqua da mezzo litro vi costa 3 dollari. Un abbonamento dei treni in zona 2 a Sydney lo pagate 52 dollari. E’ anche per questo motivo che il governo raccomanda almeno un minimo di 5000 dollari australiani sul vostro c/c bancario prima di arrivare qui.”

http://solferino28.corriere.it/2013/01/12/laustralia-non-e-leldorado/

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“Spesso i datori di lavoro approfittano della scarsa conoscenza delle leggi australiane, della paura di essere rispediti verso la nazione d’origine e della scarsa conoscenza dell’Inglese per maltrattare il lavoratore.

Paga inferiore al dovuto e condizioni lavorative peggiori rispetto alle normative di legge sono alcuni dei problemi più comuni.

Se venite pagati in contanti è possibile che il datore di lavoro e voi stiate infrangendo la legge. Assicuratevi di ricevere una busta paga e che il datore di lavoro stia pagando tutte le tasse dovute.

A volte lo studente o il giovane straniero viene anche sottoposto a trattamenti razzisti all’interno dell’ambiente lavorativo.”

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“Molti italiani (e stranieri) vengono a Sydney con l’aspettativa di trovare un lavoro subito. Ci si aspetta di venire lautamente pagati e di trovare la  possibilità di lavorare per prestigiose aziende o imprese.

Purtroppo, si sbagliano.

Io vengo costantemente scioccata e profondamente rattristita per il livello di sfruttamento del lavoro degli stranieri in Australia. E ‘particolarmente sconvolgente perché la maggior parte degli stranieri arrivano qui con grandi speranze e sogni di una vita migliore …

Di seguito sono i miti riferiti al lavoro in Australia, i quali sono più comuni per gli italiani.

Sono da sfatare.

Mito 1. Troverò un lavoro immediatamente.

Anche se ci sono alcune eccezioni, per la maggior parte potrebbero metterci  mesi per trovare un posto di lavoro a Sydney.Il grande afflusso di immigrati e di studenti in “working holidays” da tutto il mondo, fa si che  spesso ci siano centinaia di persone in cerca di lavoro in una sola volta e la qualità dei posti di lavoro pubblicizzata qui è bassa.
In ogni caso, prima di trovare un lavoro, probabilmente si dovranno sostenere diverse interviste e prove. La maggior parte delle persone va ad almeno 3 diverse interviste prima di trovare un lavoro.

Mito 2. Ho una laurea quindi otterrò un ottimo lavoro.

Scenario: ti sei appena laureato (congratulazioni!), e vuoi venire in Australia. Perfetto! Ma non pensare che sarà cosi facile essere assunto da una prestigiosa azienda che ti farà lavorare nel tuo campo. Purtroppo, molti datori di lavoro non accettano qualifiche conseguite all’estero e spesso non sono riconosciute.

Mito 3. Ci sono così tanti posti di lavoro in Australia e tutti pagano davvero bene!

Sono molte le storie di italiani che vengono qui con la promessa di infinite opportunità di lavoro e ricchezza solo per finire a lavorare 50 ore alla settimana per 12 dollari l’ora. Questo è sfruttamento!

Molti di voi probabilmente non sapete che per legge il salario minimo nel NSW è 15 dollari l’ora. Se venite pagati meno di 15 dollari l’ora, siete stati sfruttati.
Mito 4. Gli australiani sono molto rilassati quindi le ore di lavoro non saranno poi cosi lunghe.

Se si lavora in un ristorante o caffetteria, è molto probabile che non avrete pause durante il turno e che si dovrà lavorare molte ore. Questo è sfruttamento. Secondo la legge del NSW, nessuno dovrebbe lavorare ininterrottamente per più di 5 ore senza una pausa.

Conosci i tuoi diritti! Non sei venuto in Australia per essere trattato come uno schiavo!!”

http://www.sydneyxitaliani.com/jobs-in-sydney-myths-exposed/

“Scrivo perché non caschiate nel tranello d’illusione che ci propinano di continuo e per speranza o che, ci sono cascata ma poi ho dovuto fare i conti con la realtà.

Tutti vi dicono che qui si trova lavoro facilmente. Sì, ma sottopagati e lavori duri davvero, la competizione è altissima, ci sono un sacco di stranieri e qui chiedono un sacco di esperienza anche per fare il cameriere e se improvvisate che ce l’avete, beh lo fanno tutti, vi sgamano. Spesso mettono in nero, specie se provate nei ristoranti italiani (cosa che vi sconsiglio vivamente, non fate comunella con altri italiani, altrimenti statevene a casa) anche gli indiani pagano male magari però ti mettono in regola. Spesso non vi accettano solo perché avete il WHV, mal visto, davvero, se cercare come concierge receptionist, segretarie, commesse state freschi avrete possibilità solo nelle hospitality ossia la ristorazione e non si prende molto e ripeto ci vuole L’ESPERIENZA. Quindi lavapiatti camerieri e baristi all’opera! Io non riesco a trovare nemmeno in questo campo perché non ho nessun tipo di esperienza, ho fatto 3 giorni in un bar di un autolavaggio, il primo giorno training non pagato e gli altri due a 11,99 dollari mi hanno detto che mi avrebbero richiamato a lavorare e invece niente più da due settimane.

Ora? consegno le pagine gialle, 7 ore sotto il sole 25 cent a pagina gialla consegnata, due ore di viaggio andata ritorno dal lavoro a casa 70 dollari di mezzi a settimana e un affitto caro come il fuoco per solo una stanza. E questo è il meglio che mi hanno proposto… “
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: TheDarkSider - Febbraio 17, 2017, 12:56:32 pm
AUSTRALIA:
...
Quoto tutto.

Come dici sempre tu, Frank, estero e' una parola grossa. Cioe' c'e' estero ed estero, e bisogna specificare bene a quale paese ci si riferisce.

Ora come ora, solo la Germania, e solo alcune zone di essa (quelle piu' ricche) danno ampie garanzie di sistemarsi con una qualita' della vita superiore all'Italia. Questo perche' a fronte di stipendi mediamente piu' alti, il costo della vita e' paragonabile se non addirittura piu' basso che in Italia (per lo meno del nord Italia).

Per gli altri paesi molto celebrati come ricchi di opportunita' bisogna tener conto di un alto costo della vita, soprattutto affitti e trasporti (Londra, le maggiori metropoli in USA, Canada e Australia,  tutta la Svizzera, ecc.) e di un mercato del lavoro ultra-competitivo in cui vige la regola del licenziamento libero.

Insomma, esistono differenze notevoli tra i vari paesi di emigrazione, e alla fine avere una laurea spendibile  in tasca con ottima conoscenza dell'inglese e qualche esperienza precedente e' l'unica garanzia di trovare un buon impiego un po' dovunque.

E, sempre alla fine, un buon impiego in Italia nella parte del paese che funziona bene (Nord e Centro) garantisce una qualita' della vita fra le migliori al mondo. A Londra ci saranno pure piu' opportunita', ma c'e' anche molta piu' pressione competitiva e quindi stress sul lavoro.


Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Febbraio 17, 2017, 13:18:06 pm
Parole di un rumeno, scritte in un sito rumeno.

Ehm, Frank, va bene che anche il romeno è una lingua neolatina, ma non è così prossima all'iall'italiano da capire sùbito quello che c'è scritto.

Sulla vita a Londra, mio cugino che ci ha lavorato alcuni anni per poi scapparsene a lavorare in un'azienda a Sestu, provincia di Cagliari, concorderebbe molto con voi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sebastiano - Febbraio 17, 2017, 23:50:56 pm
A proposito di percezione della corruzione, ho potuto vedere il seguente documentario (dis)honesty
http://thedishonestyproject.com/film/

Partendo dal comportamento spiega che tutti chi più chi meno mentono, e finisce a dire che nel mondo bene o male in tutti i paesi esiste corruzione perché è un tratto dell'essere umano. Quindi non esistono paesi immuni da questo problema
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 18, 2017, 01:06:31 am
A proposito di percezione della corruzione, ho potuto vedere il seguente documentario (dis)honesty
http://thedishonestyproject.com/film/

Partendo dal comportamento spiega che tutti chi più chi meno mentono, e finisce a dire che nel mondo bene o male in tutti i paesi esiste corruzione perché è un tratto dell'essere umano. Quindi non esistono paesi immuni da questo problema

Ovviamente.
Ma il problema è farlo capire ai nostri connazionali, affetti e afflitti da una cronica e incurabile esterofilia, che li porta continuamente a credere e a propagandare la tesi secondo la quale l'erba del vicino sarebbe sempre più verde.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 19, 2017, 16:12:11 pm
A proposito della tesi secondo la quale "certe cose succedono solo in Italia" (sì, come no).

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/01/23/berlino-il-nuovo-aeroporto-non-apre-mai-6-anni-di-ritardi-costi-gonfiati-di-5-miliardi-e-66-500-errori-di-progettazione/3333
Citazione
Berlino, il nuovo aeroporto non apre mai 6 anni di ritardi, costi gonfiati di 5 miliardi e 66.500 errori di progettazione

Slitta ancora l'attesa inaugurazione del nuovo scalo della capitale tedesca. All’inizio doveva essere il 2007, poi il 2011, quindi il 2013, ma siamo nel 2017 e un altro rinvio è arrivato. Con un costo stimato di 1,5 miliardi di euro nel 2002, la struttura è arrivata a costarne 6,5, con una possibile ulteriore lievitazione. Colpa di storie di corruzione, scandali politici - che hanno portato alle dimissioni da sindaco di Klaus Wowereit - e un progettista italiano che si spacciava per ingegnere senza esserlo. Il bello è che quando - e se - aprirà sarà già troppo piccolo
di Alessandro Ricci | 23 gennaio 2017


Non ci sarà la tanto attesa apertura nel 2017 per il nuovo aeroporto di Berlino e il caso è destinato a creare non pochi problemi all’amministrazione cittadina che molto puntava su questo obiettivo. All’inizio doveva essere il 2007, poi il 2011, quindi il 2013, ma siamo nel 2017 e un altro rinvio è arrivato. Con un costo stimato di 1,5 miliardi di euro nel 2002, la struttura è arrivata a costarne 6,5, con una possibile ulteriore lievitazione dei costi. Il progetto monstre del nuovo hub della capitale tedesca è paragonabile per sprechi e ritardi nei lavori al cantiere della metro C a Roma o più in grande, a quella fabbrica di San Pietro chiamata Salerno-Reggio Calabria, fornendo un’immagine della Germania ben diversa da quello che si potrebbe pensare.

L’inizio della vicenda
Concepito nel 1995 per dare alla capitale tedesca un aeroporto degno di questo nome, in un’ottica di sviluppo cittadino e di rilancio della città, l’aeroporto BER Berlin Brandenburg Flughafen intitolato  a Willy Brandt, non sembra far onore al nobel per la pace ed ex cancelliere della Repubblica Federale tedesca. Il progetto iniziale contava di porre la prima pietra nel 2006, con un costo di 1,5 miliardi di euro e l’obiettivo di chiudere i tre aeroporti della città, Schönefeld, Tegel e Tempelhof, chiuso definitivamente nel 2008, per creare un unico hub adatto ad una capitale europea in previsione del rapido sviluppo della metropoli appena riunificata. Ma già l’inizio non fu dei migliori, con la tentata privatizzazione della società di gestione dell’aeroporto, che prima passo in mano privata e poi, per volere di Klaus Wowereit, ex sindaco di Berlino eletto nel 2001 e dimessosi proprio per lo scandalo dell’aeroporto, venne di nuovo statalizzata, dando il via così alla posa della prima pietra nel 2006, con la data di fine lavori fissata il 30 ottobre 2011. Quando i cantieri aprono il fermento è grande, sia perché l’opera sarà all’avanguardia su tutti i fronti, sia perché la capitale tedesca diventerà il terzo scalo nazionale.

Il progetto errato
Ma è dopo due anni di lavori che arrivano i primi stop e l’apertura viene rinviata ad una data non ben specificata nel 2012. A questo punto ci siamo, tutto è pronto per l’apertura, viene programmato lo spostamento delle compagnie aeree nel nuovo hub, i biglietti cominciano ad essere venduti e si progetta un grande evento per seguire il battesimo della nuova aerostazione. Negozi appaltati, lavoratori assunti, tutto arredato tutto pronto per partire. Ma manca la certificazione antincendio necessaria per rispettare gli standard internazionali, ed è così che inizia una vicenda tragicomica. L’8 maggio 2012, a soli 26 giorni dall’inaugurazione si scopre un tragico errore nella costruzione del sistema di aspirazione dei fumi, una falla nel sistema antincendio e problemi con la cablatura dei cavi. Il problema inizia ad ingigantirsi giorno dopo giorno e a breve emergerà che nell’aeroporto ci sono ben 66.500 errori di costruzione. I lavori devono quasi ricominciare da capo e, nel 2013, solo il 4% della struttura è completata e a norma.

La corruzione e lo zampino italiano
Se la vicenda riguarda la nazione che nell’immaginario collettivo è l’ordine e la perfezione, una piccola mano nel disastro arriva da colui che ha progettato il tanto criticato sistema di ventilazione, Alfredo Di Mauro, progettista di origine italiana che si spaccia per ingegnere. Scoperto, il millantatore italiano viene allontanato, ma i problemi non finiscono certo con il suo licenziamento. La riprogettazione degli impianti fa lievitare i costi a 2,5 miliardi di euro e quando per l’ennesima volta tutto sembra procedere per il meglio, una nuova grana cade sullo scalo: c’è stato un errore nel disegno del tetto, è a rischio crollo. Stop ai lavori, terminal evacuato. Ma la progettazione non è l’unica spina nel fianco, e nel 2014 emerge una storia di corruzione: Jochen Großmann, ex direttore tecnico dell’aeroporto, avrebbe chiesto ad un’azienda 500.000 euro per aggiudicarsi l’appalto.

Un aeroporto troppo piccolo
Dalla sua pianificazione alla costruzione sono passati 25 anni e, di conseguenza, Berlino è cambiata, diventato una delle città europee più alla moda e vedendo il numero dei passeggeri aumentare notevolmente. Progettato per accogliere 27 milioni di passeggeri annui, il Willy Brandt ha 40 banchi check-in in meno della somma dei due attuali aeroporti, Schönefeld e Tegel. Inoltre, nel 2016 la città ha raggiunto un record di passeggeri, arrivando a 32 milioni, circa 3 milioni in più dell’anno precedente, con i due scali che hanno raggiunto il massimo della capienza. Chiaramente questi dati dimostrano, quando aprirà e se aprirà, il BER sarà un progetto già sorpassato e nuovi lavori di espansione dovranno essere fatti. Sicuramente un buon record è stato ottenuto, la struttura è il settimo aeroporto più caro mai costruito e il terzo per rapporto soldi investiti per passeggero. Le perdite ammontano a 14 milioni di euro mensili da aggiungere ai 13 milioni di reddito perso. Perdite che la popolazione non vede di buon occhio e che stanno mettendo sotto accusa la classe politica della capitale berlinese, oltre a esporre la Germania ad una figuraccia internazionale.
di Alessandro Ricci | 23 gennaio 2017


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Citazione
Anthony Pelosi • un mese fa

Guardate che è una balla quella del progettista italiano che ha sbagliato tutto. é stato inventato questo capro espiatorio per aver un unico colpevole quando in realtà lo scandalo è ben più grande. viene accusato con un motivo veramente idiota. "le condotte dei fumi di incendio passano nei pavimenti" quando è risaputo che l'aria calda sale. questo è quello che si dice in giro. ovvio. il problema di questo apparente errore è che le dette tubazioni nel pavimento di un piano, sono nel soffitto del piano inferiore...
non se mi sono spiegato.


Citazione
ldg74 Attilio Onnipotenza • un mese fa

sappia che negli USA , Pennsylvania, hanno fatto una scuola ,1300 studenti, con un costo iniziale di 49milioni finito a 125milioni e colmo dei colmi i progettisti avevano dimenticato la sala trasformatori e interruttori per l'ammontare di 2milioni. ma non solo questo il costruttore figlio di buona donna se ne era accorto ma non ha detto niente fino a chew non ha finito la struttura cosi si e dovuto pagare per la demolizione parziale dell'edifizio e ricostruire a costi proibitivi. Chi ha pagato per tutto l'imbroglio? i cittadini. I proggettisti dicevano che sul capitolato non c'era la richiesta dei trasformatori, iconsulenti che nessuno l'aveva richiesto , una tiritera che e` costata 13milioni.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 23, 2017, 00:46:54 am
Non amo minimamente questo tizio, che da almeno cinque anni va postando dei video anti-italiani, in cui elenca tutte le meraviglie dei paesi dell'Europa dell'est e al tempo stesso le magagne dell'Italia (dimenticando di fare altrettanto con i suddetti paesi dell'est).
Stranamente, però, di recente ha postato un video in cui elenca i guai della Romania.


Citazione
io sono rumeno e penso che questa analisi sia perfetta ,mi interesso del mio paese leggendo e cercando di seguire le notizie:posso quindi  affermare che è un paese senza futuro dominato da un livello di corruzione molto più alto dell'Italia. la Romania è un paese in cui per fare un chilometro di autostrada spendono miliardi per poi capire che il materiale con cui è stata costruita era sotto il controllo mafioso ed era di scarsissima  qualità. Solo un ultima cosa: il comunismo rumeno non è che abbia fatto bene,la gente mangiava soia e regalava il grano alla russia, sotto Ceausescu ,per non tenere conto di altre situazioni penose in cui versava il paese. Questo ha portato molti rumeni ad emigrare e purtroppo molti di loro hanno conosciuto la civiltà arrivando in paesi più civile come l'Italia,molti  di loro hanno anche rubato per sopravvivere,con questo non voglio discopare nessuno,io sono il primo a criticare il mio paese  quando vedo certe cose,ma bisogna anche capire che non sono tutti ladri.

Paul Mariut

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ps: prima di dedicarmi alla QM, questi argomenti erano "il mio pane", per così dire.
Beh, in tutti questi anni non sono mai riuscito a trovare dei video girati da uno straniero, in cui il suddetto facesse altrettanto nei confronti del proprio paese.
Niente di niente.
Gli unici che ricordo sono solo ed esclusivamente gli ultra-esterofili italiani.
In tal senso i peggiori d'Europa (nel mondo non saprei).
Sostanzialmente un popolo complessato e psicologicamente sottomesso a tutto e a tutti.
Anche ai più schifosi paesi del pianeta Terra.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: ilmarmocchio - Febbraio 23, 2017, 22:53:59 pm
Citazione
Frank : Ma il problema è farlo capire ai nostri connazionali, affetti e afflitti da una cronica e incurabile esterofilia, che li porta continuamente a credere e a propagandare la tesi secondo la quale l'erba del vicino sarebbe sempre più verde.

quoto e aggiungo : è anche un fatto di provincialismo culturale .
Basterebbe viaggiare di più e cercare di conoscere, oltre a riflettere su ciò che oggi internet ci presenta con facilità e si vedrebbe che la corruzione è un tratto umano universale
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 24, 2017, 00:18:05 am
quoto e aggiungo : è anche un fatto di provincialismo culturale .
Basterebbe viaggiare di più e cercare di conoscere, oltre a riflettere su ciò che oggi internet ci presenta con facilità e si vedrebbe che la corruzione è un tratto umano universale

Sì, è anche un fatto di provincialismo culturale.
Non per niente, in risposta a Sardus, alcuni mesi fa ho scritto:
Citazione
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 24, 2017, 00:35:47 am
Premetto che non conosco quella realtà (al contrario di quella rumena o di qualche altro paese dell'est), ma in più occasioni mi è capitato di leggere parole e articoli scritti dai brasiliani o sui brasiliani, in cui emergevano forti complessi di inferiorità dei suddetti verso gli stranieri (statunitensi in primis), nonché una certa esterofilia.
Un esempio:
http://www.limesonline.com/cartaceo/i-brasiliani-credono-nel-brasile?prv=true
Citazione
I BRASILIANI CREDONO NEL BRASILE?
12/06/2014

L’identità brasiliana è divisa tra amore e odio di sé, megalomania e senso d’inferiorità, ‘ufanismo’ e ‘sindrome del bastardino’. Successi e catastrofi sportive marcano il sentimento nazionale. Il culto della bandiera. Gli usi politici del calcio. L’importanza di essere Brics.
di Carlo CAUTI
ARTICOLI, Brasile, Brics, calcio, America Latina   

1. «ERRA QUEM SONHA COM A PAZ, MAS SEM a guerra. O céu existe, pois existe a terra. Assim também nessa vida real, não há o bem sem o mal» («Sbaglia chi sogna la pace, ma senza la guerra. Il cielo esiste, perché esiste la terra. Così come in questa vita reale, non vi è il bene senza il male»), così canta Roberta Sá, cantante di musica popolare brasiliana, nel suo Samba de Amor e Ódio (Samba di amore e odio). Ed è questo il sentimento che distingue i brasiliani oggi. Amore e odio verso il Brasile. Una passione travolgente, con punte di nazionalismo sciovinista contrapposto a un odio altrettanto irrazionale. Per alcuni il Brasile è un paradiso tropicale, dove si vive meglio che in qualsiasi altro paese. Per altri è un girone infernale, la cui unica ragion d’essere è quella di produrre sofferenze gratuite ai suoi abitanti. Per molti, è tutte e due le cose allo stesso tempo. Non ci sono vie di mezzo.

Parlando con un brasiliano qualsiasi a San Paolo o a Rio, ci si sentirà regolarmente stilare l’elenco dei problemi che affliggono il paese. La corruzione endemica di una classe dirigente incompetente, la violenza brutale nelle strade, la carenza di infrastrutture e la condizione drammatica del sistema educativo. «Che fortuna che avete voi europei a vivere in un posto così civilizzato. Se potessi andrei via dal Brasile immediatamente», è la tipica frase conclusiva pronunciata alla fine di ogni critica sul proprio paese. Sembra quasi che il brasiliano medio provi un piacere sadomasochista nel denigrare la patria. Eppure, quando si incontra lo stesso brasiliano in Europa o negli Stati Uniti, la prima cosa che esprime è un’enorme saudade per la sua terra, dopo averne decantato gli aspetti positivi, dalle bellezze naturali alla cucina, ed esposto la bandiera verde-oro dovunque possibile. Tom Jobim cantava: «Viver no exterior é bom, mas é uma merda. Viver no Brasil é uma merda, mas …
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 25, 2017, 17:49:35 pm
http://www.ilpost.it/2013/07/19/grafico-stipendio-parlamentari/

Citazione
19 luglio 2013
Gli stipendi dei parlamentari nel mondo
Un grafico dell'Economist mostra quanto guadagnano, in assoluto e in rapporto al PIL pro capite dei loro paesi, Italia compresa


L’Economist ha pubblicato un grafico in cui visualizza la retribuzione dei parlamentari in diversi paesi del mondo, in termini assoluti e in rapporto al prodotto interno lordo (PIL) pro capite di ciascun paese. Nel Regno Unito la questione della retribuzione dei parlamentari – tema molto ricorrente dalle nostre parti – è tornata di attualità la scorsa settimana: la commissione indipendente che decide, da alcuni anni, lo stipendio dei parlamentari ha presentato le sue decisioni, che hanno scatenato molte proteste tra i politici perché stabiliscono un aumento di alcune migliaia di sterline l’anno e contemporaneamente una sostanziosa riduzione di altri benefit, tra cui le pensioni.

Il calcolo degli stipendi dei parlamentari è particolarmente complicato, nel Regno Unito come in parecchi altri paesi del mondo, proprio a causa delle agevolazioni e dei rimborsi che vengono assicurati ai membri del parlamento. Nel caso italiano, il parlamentare del PD Ivan Scalfarotto ha presentato e discusso le sue entrate pochi giorni fa, mentre una commissione istituita dal governo Berlusconi per ridefinire gli stipendi in base alla media europea concluse a inizio 2012 che calcolare quella media non era possibile.

Nel grafico dell’Economist, che si basa sui dati pubblicati dai governi e dal Fondo Monetario Internazionale (FMI), il cerchio a sinistra rappresenta la retribuzione annuale in un numero assoluto, calcolato in dollari, mentre i diversi paesi sono ordinati in base alla barra di destra, che mostra il rapporto tra lo stipendio dei parlamentari e la ricchezza nazionale per ogni cittadino. Si va così dalla Norvegia, uno dei paesi con il PIL pro capite più alto del mondo e retribuzioni parlamentari non troppo lontane, al costoso parlamento del Kenya e della Nigeria.


http://www.ilpost.it/2012/08/09/le-nuove-poltrone-del-parlamento-kenyano/

Citazione
9 agosto 2012
Il nuovo Parlamento del Kenya
Ogni poltrona è costata l'equivalente di 1.920 euro, i parlamentari ne prendono circa 10.500 al mese, nel paese lo stipendio medio è 115 euro


Ieri il presidente dello stato africano del Kenya Mwai Kibaki ha inaugurato la nuova sede del Parlamento a Nairobi. La ristrutturazione è costata l’equivalente di oltre 9 milioni di euro. Una delle cose che è costata di più è la sostituzione dei sedili dei parlamentari: 200 mila scellini ciascuno, cioè 1.920 euro. I nuovi sedili hanno incorporato il sistema per il voto elettronico, sono in pelle rossa e sono stati realizzati dai detenuti delle carceri del Kenya. I parlamentari sono 220 ma alle prossime elezioni di marzo ne saranno eletti 350, in base alle norme approvate nella nuova costituzione.

La realizzazione dei sedili era stata affidata a una società straniera ma fu annullata quando alcuni parlamentari scoprirono e denunciarono che ogni sedile sarebbe costato l’equivalente di 4000 euro. Un funzionario parlamentare ha detto che «il sistema di voto elettronico permetterà ai membri del Parlamento di votare in maniera più indipendente dalle volontà dei partiti, soltanto premendo un pulsante».

David Langat, che si occupa delle attività industriali nelle carceri del Kenya, ha detto che tutti i materiali in cui sono stati realizzati i sedili sono stati raccolti nel paese. I sedili pesano più di cinquanta chilogrammi ciascuno, sono fatti di materiale anti incendio e hanno una garanzia di 30 anni. I parlamentari del Kenya sono tra i più pagati del continente africano: hanno uno stipendio di circa 10.500 euro al mese, mentre lo stipendio medio nazionale è di 115 euro, secondo l’agenzia di stampa AFP
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Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: giacca - Febbraio 26, 2017, 00:09:06 am
E, sempre alla fine, un buon impiego in Italia nella parte del paese che funziona bene (Nord e Centro)
Il centro sempre di meno.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 06, 2017, 21:00:14 pm
Non amo minimamente questo tizio, che da almeno cinque anni va postando dei video anti-italiani, in cui elenca tutte le meraviglie dei paesi dell'Europa dell'est e al tempo stesso le magagne dell'Italia (dimenticando di fare altrettanto con i suddetti paesi dell'est).
Stranamente, però, di recente ha postato un video in cui elenca i guai della Romania.


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ps: prima di dedicarmi alla QM, questi argomenti erano "il mio pane", per così dire.
Beh, in tutti questi anni non sono mai riuscito a trovare dei video girati da uno straniero, in cui il suddetto facesse altrettanto nei confronti del proprio paese.
Niente di niente.
Gli unici che ricordo sono solo ed esclusivamente gli ultra-esterofili italiani.
In tal senso i peggiori d'Europa (nel mondo non saprei).
Sostanzialmente un popolo complessato e psicologicamente sottomesso a tutto e a tutti.
Anche ai più schifosi paesi del pianeta Terra.

Ho scoperto da pochissimo tempo questa donna e i suoi video,

ed è significativo che sia una italiana di sesso femminile, anziché un italiano di sesso maschile, a postare dei video pro Italia.
Del resto non a caso ho scritto più volte che gli uomini italiani sono ancor più esterofili delle donne italiane, e parimenti di una ferocia assoluta verso il proprio Paese, di cui sanno descrivere ed evidenziare solo i lati negativi; mai quelli positivi.

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Commento di un macedone (così dice il tipo che scrive "itaglia"...)  residente in Italia.

Citazione
Musamet1 mese fa (modificato)
mahh.... salve, mi chiamo musamet sono un macedone vivo in itaglia da 9 anni ormai e a me piace italia, ma purtroppo anche questo paese ha un casino di difetti pero la cosa vera e che dal itaglia vengono le migliori marche di vestiti, le migliori auto sportive, tra gli piu belli posti in qui stare, e purtroppo anche 80% di itagliani ignoranti talmente tanto da non poter vedere queste cose. vorrei anche sottolineare che italia e ta le 15 potenze mondiali anche se e soltanto per la classifica non che sia a favore delle guerre o la prepotenza. quindi quello che posso dire per le persone che insultano gli altri per sentirsi migliori e un grandissimo difetto di personalita ma devo ammetere che certe critiche servono a migliorare, puoi la sanno tuti la diferenza tra insulto e critica,, almeno spero. alla fine vorrei comentare la stellalpina. beh gli comenti negativi che ai ricevuto e soltanto una parte della vita quindi invece di sentirti male prova a guardarle come un altro punto di vista a quale dovresti semplificarti. spero   di non essermi espresso male ma e quel che posso fare..(qualche comento negativo lo messo anche io) puoi ala fine voglio agiungere che mi piaci un sacco ma non e una dichiarazione d'amore ma soltanto come persona cioe sei simpatica e anche una ragazza molto bella e puoi con quel sorriseto mentre parli e molto simpatico... p.s. usate la testa per ragionare...
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Marzo 06, 2017, 23:39:55 pm
Frank il video non l'ho visto, però permettimi un parere personale: le femmine italiane hanno sicuramente molti più motivi per apprezzare questo paese banana rispetto agli uomini italiani. Ok, le femmine nostrane piagnucolano, si lamentano e rompono i coglioni continuamente per qualunque cosa, col fine di ottenere ancora più privilegi di quelli che già hanno; ma in fin dei conti sanno bene che in questo paese fanno quello che cazzo vogliono, quando vogliono e parassitano, alla grande, sul sesso maschile. Il discorso che fai tu è certamente giusto: ci sono paesi che stanno peggio di noi ed è giusto metterlo in evidenza su ogni fronte. Ma da qui a difendere il funzionamento di questo paese, ce ne corre. Almeno, io non ci riuscirei neanche se mi pagassero. E poi diciamola tutta: l'Italia è un paese che non è stato mai unito sentimentalmente e mai lo sarà. Siamo composti da popoli con mentalità e modi di essere troppo diversi. Forse saremo, un tantino, uniti solo nella fase terminale della nostra esistenza sociale. Per far funzionare questa terra bisognerebbe dividerla (e lo dico da meridionale).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 06, 2017, 23:55:30 pm
Frank il video non l'ho visto, però permettimi un parere personale: le femmine italiane hanno sicuramente molti più motivi per apprezzare questo paese banana rispetto agli uomini italiani. Ok, le femmine nostrane piagnucolano, si lamentano e rompono i coglioni continuamente per qualunque cosa, col fine di ottenere ancora più privilegi di quelli che già hanno; ma in fin dei conti sanno bene che in questo paese fanno quello che cazzo vogliono, quando vogliono e parassitano, alla grande, sul sesso maschile. Il discorso che fai tu è certamente giusto: ci sono paesi che stanno peggio di noi ed è giusto metterlo in evidenza su ogni fronte. Ma da qui a difendere il funzionamento di questo paese, ce ne corre. Almeno, io non ci riuscirei neanche se mi pagassero. E poi diciamola tutta: l'Italia è un paese che non è stato mai unito sentimentalmente e mai lo sarà. Siamo composti da popoli con mentalità e modi di essere troppo diversi. Forse saremo più uniti solo nella fase terminale della nostra esistenza sociale. Per far funzionare questa terra bisognerebbe dividerla (e lo dico da meridionale).

Alberto, non difendo i difetti di questo Paese, bensì metto in evidenza un fatto: ossia che l'italiano medio, specie se di sesso maschile, sa parlare solo delle magagne dell'Italia, ed è totalmente incapace di evidenziarne i lati positivi.
Per non parlare del fatto che i nostri connazionali, nella grandissima maggioranza dei casi, non sanno assolutamente nulla di ciò che accade negli altri paesi.
Riguardo alla questione delle donne, ossia al fatto che la controparte femminile ha molti più motivi per apprezzare questo Paese, sono dell'opinione che questa sia una mezza verità, nel senso che la maggior ostilità degli uomini italiani verso la propria terra ha radici più lontane.
Infatti l'esterofilia italiana è ben precedente all'era femminista odierna.
Io stesso, che oramai non sono più un ragazzino da un bel pezzo, ricordo bene che certi discorsi li facevano anche i miei nonni* (morti da tempo) e i loro coetanei.


Citazione
l'Italia è un paese che non è stato mai unito sentimentalmente e mai lo sarà

Infatti, come ho avuto modo di scrivere in più occasioni, quello italiano è un popolo campanilista e non nazionalista, che per tutta una serie di motivi storici non è mai stato unito, né mai lo sarà.

Un'altra cosa che ho scritto in più occasioni, è che io,  pur essendo un nazionalista, non amo affatto la gran parte degli italiani, che anzi, detesto profondamente.

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* Anche mio padre, che ormai ha quasi 76 anni, era solito affermare che
"Quello che succede in Italia non succede in nessun altro paese del mondo". **
Ed infatti "devo" in primis a lui il mio interesse a questa tematica, perché con le sue parole mi spinse (indirettamente) già da ragazzo ad interessarmi della sopracitata questione.

(**Ora non più, dopo i numerosi scontri avuti con me in passato.)

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Alberto
Citazione
Per far funzionare questa terra bisognerebbe dividerla (e lo dico da meridionale).

Questo lo penso anch'io da una vita.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Marzo 07, 2017, 00:04:34 am
Alberto, non difendo i difetti di questo Paese, bensì metto in evidenza un fatto: ossia che l'italiano medio, specie se di sesso maschile, sa parlare solo delle magagne dell'Italia, ed è totalmente incapace di evidenziarne i lati positivi.
Per non parlare del fatto che i nostri connazionali, nella grandissima maggioranza dei casi, non sanno assolutamente nulla di ciò che accade negli altri paesi.
Riguardo alla questione delle donne, ossia al fatto che la controparte femminile ha molti più motivi per apprezzare questo Paese, sono dell'opinione che questa sia una mezza verità, nel senso che la maggior ostilità degli uomini italiani verso la propria terra ha radici più lontane.
Infatti l'esterofilia italiana è ben precedente all'era femminista odierna.
Io stesso, che oramai non sono più un ragazzino da un bel pezzo, ricordo bene che certi discorsi li facevano anche i miei nonni (morti da tempo) e i loro coetanei.
....

Sinceramente non mi sono mai posto il problema di chiedere ai miei nonni (sono del '33), se ai loro tempi era usanza parlare male dell'Italia (magari è l'occasione buona per farlo). Non escludo, quindi, che potrebbe essere come dici tu, però credo che (potrei anche sbagliarmi) il fenomeno sia realmente esploso a seguito del secondo conflitto mondiale, date tutte le conseguenze nefaste che ciò ha comportato. Altrimenti tu come lo spieghi? Secondo te qual è la radice del "problema"?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 07, 2017, 00:26:31 am
Sinceramente non mi sono mai posto il problema di chiedere ai miei nonni (sono del '33), se ai loro tempi era usanza parlare male dell'Italia (magari è l'occasione buona per farlo). Non escludo, quindi, che potrebbe essere come dici tu, però credo che (potrei anche sbagliarmi) il fenomeno sia realmente esploso a seguito del secondo conflitto mondiale, date tutte le conseguenze nefaste che ciò ha comportato. Altrimenti tu come lo spieghi? Secondo te qual è la radice del "problema"?

Nel mio caso non ero io a fare domande a mio padre o ai miei nonni: semplicemente, in più occasioni, ascoltai i loro discorsi e il più "virulento" di tutti era mio padre.
Da lì nacque il mio interesse per la suddetta questione.

Riguardo al secondo conflitto mondiale, son del parere che c'entri molto con i sentimenti negativi degli italiani verso il proprio Paese, però non credo affatto che derivino solo da quello.
Secondo me le radici son più lontane e hanno a che fare col fatto che per secoli l'Italia è stata invasa da altri popoli.
Da dominatori a dominati.
Sicuramente questo ha favorito lo svilupparsi, e consequenzialmente il cementificarsi, di una ben precisa forma mentis.
Diciamo pure che (generalmente) gli italiani si sentivano, e si sentono, inferiori ad altri popoli.

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ps: a proposito della seconda guerra mondiale, questo è un pezzo segnalato lo scorso anno da Rita.
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=13876.msg160602#msg160602
Citazione
Ca va sans dire... che gli italiani si autodenigrino con masochistico piacere pare sia una storia vecchia.

Questo pezzo è tratto da "Diario clandestino" di G. Guareschi (raccolta di scritti durante il suo internamento in un lager in qualità di I.M.I. (internato militare italiano, ovvero i soldati italiani che si rifiutarono di collaborare coi nazisti dopo l'Armistizio).
E' un pezzo ironico scritto al momento della liberazione dal lager, quando, sbandati per l'ennesima volta furono liberi ... di ricercarsi il cibo nella deserta ed abbandonata cittadina dove c'era il lager.

"Quando si tratta di ricercare negli altri popoli qualità positive da contrapporre a manchevolezze proprie, gli italiani si dimostrano gli uomini più volonterosi ed obiettivi del mondo. Questo è sempre stata una delle caratteristiche inconfondibili della nostra gente d’ogni secolo e, per quanto manchino in Tacito e Livio riferimenti in proposito, si può essere certi che a Roma anche i più antiannabaliani erano d’accordo nel riconoscere che, in fatto di elefanti, i romani dovevano levarsi tanto di cappello ai cartaginesi.
Così, in occasione della guerra con la Turchia e poi con l’Etiopia, gli italiani riuscirono a scoprire in determinate cose la loro inferiorità rispetto ai turchii e agli abissini; e così, trovatasi l’italia invischiata nell’avventura bellica dell’Asse, anche il più feroce antitedesco e antinazista degli italiani riconobbe volentieri che, almeno per quanto riguardava la disciplina del razionamento, la Germania era di gran lunga superiore a noi. “L’accaparratore  e il borsaro nero” diceva la gente “sono porche figure tipicamente italiane”. In  Germania è un’altra cosa. In Germania dal ricco al povero, dal personaggio importante all’ultimo cittadino, tutti osservano scrupolosamente il razionamento. “Hitler stesso sarà l’uomo più pazzo e criminale dell’universo, però vive coi tagliandi della tessera”. Questo diceva la gente in Italia, e tutti erano d’accordo: perciò i tremila affamati italiani che entrarono nelle deserte case della cittadina di Bergen rimasero male. Sacchi di farina, di riso, di zucchero, di caffè, casse di scatolame, barili di carne salata e di melassa, armadi zeppi di tagli d’abito, di lana grezza, doppie pareti imbottite di tela, di filo, di bottoni, di cravatte, di sapone, di spille di sicurezza. In ogni orto, in ogni giardino, una miniera: orci pieni di lardo, di strutto, di miele, di uova, di burro. Sotto le cianfrusaglie dei solai, sotto la paglia dei fienili, sotto le cataste di legna, prosciutti, vasi di marmellata, bidoni d’olio. E nelle stalle, nei pollai nei cortili, galline, oche, maiali, vacche, vitellini.
Animati dal nobile desiderio di sentirsi inferiori a tutti i popoli del mondo, gli italiani erano riusciti a trovare il modo di sentirsi in qualcosa peggiori persino dei tedeschi, che son gente di un altro mondo; e ora la dolce illusione cullata nei cuori per quattro anni cadeva miseramente.
Anche per ciò che riguardava la disciplina del razionamento, gli italiani non erano peggiori dei tedeschi. I tedeschi erano addirittura peggiori degli italiani"
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Jason - Marzo 07, 2017, 00:30:52 am
Citazione
Questo lo penso anch'io da una vita.

Penso sia più fattibile una maggiore autonomia fiscale e politica regionale .
L'indipendentismo c'è ma lo vedo improponibile. Del resto pure in veneto il partito indipendentista sa che per ora la via migliore è maggiore autonomia locale .
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Red- - Marzo 07, 2017, 00:49:11 am
Citazione
Del resto non a caso ho scritto più volte che gli uomini italiani sono ancor più esterofili delle donne italiane, e parimenti di una ferocia assoluta verso il proprio Paese, di cui sanno descrivere ed evidenziare solo i lati negativi; mai quelli positivi.
Scusa Frank, quali sono per te i lati positivi a cui ti riferisci? Io vedo ad esempio il loro buon cuore: gli italiani sono noti nel mondo per questo.
Per il resto ho qualche difficoltà, secondo me gli italiani sono un popolo molto eterogeneo e variegato, con alti e bassi notevoli in molti campi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 07, 2017, 00:51:04 am
Scusa Frank, quali sono per te i lati positivi a cui ti riferisci? Io vedo ad esempio il loro buon cuore: gli italiani sono noti nel mondo per questo.
Per il resto ho qualche difficoltà, secondo me gli italiani sono un popolo molto eterogeneo e variegato, con alti e bassi notevoli in molti campi.

Red, buon cuore a parte, l'Italia non ha una sua storia?
Non ha anche le sue eccellenze?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Marzo 07, 2017, 00:52:01 am
...

Riguardo al secondo conflitto mondiale, son del parere che c'entri molto con i sentimenti negativi degli italiani verso il proprio Paese, ma non credo affatto che derivino solo da quello.
Secondo me le radici son più lontane e hanno a che fare col fatto che per secoli l'Italia è stata invasa da altri popoli.
Da dominatori a dominati.
Sicuramente questo ha favorito lo svilupparsi, e consequenzialmente il cementificarsi, di una ben precisa forma mentis.
....

Come ben sai, l'Italia, prima che venisse forzosamente unita, era divisa in vari stati. E dubito che in quel periodo ci fossero diffusi e forti sentimenti anti-identitari/anti-nazionali. A mio avviso, la causa vera è da ricercare in quell'unificazione fatta da Garibaldi che non è stata mai accettata da popolo. Garibaldi ha unito qualcosa che non poteva essere unita. La successiva ascesa al potere di Mussolini ha riportato un pò di orgoglio ed unità nazionale (seppur, in buona parte, orgoglio di comodo e di moda), poi miseramente sprofondato a nuovi livelli di odio a seguito del bombardamento alleato e conseguenti anni di miseria.
Questo ci insegna quanto sia pericolosa e catastrofica l'idea stessa su cui si basa l'unione europea o, peggio ancora, gli stati uniti d'Europa.
Detto questo, il mio sentimento anti-italiano non si basa nè sulla storia nè sulle ideologie. Si basa esclusivamente su ciò che ho visto e vedo con i miei occhi. D'altronde anti-italiano lo sono diventato in età adulta. Da ragazzo, essendo uno che crede nel sentimento nazionalista, riponevo speranze in questo paese. Il problema è che quando al sogno ed alla speranza, subentra la rinuncia, l'apatia e la perdita delle speranza, automaticamente subentra l'odio generalizzato. E' inevitabile. 
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Marzo 07, 2017, 00:57:33 am
... Io vedo ad esempio il loro buon cuore: gli italiani sono noti nel mondo per questo.
...

Questo è, a mio avviso, un luogo comune. Il "buon cuore" è un qualcosa di individuale nonchè soggetto ad interpretazioni. Non credo possa essere una peculiarità specifica di un popolo.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 07, 2017, 00:58:47 am
Alberto

Citazione
Garibaldi ha unito qualcosa che non poteva essere unita.

Questo è sicuro e peraltro è un'idea comune a moltissimi, specie nel Nord Italia (io sono originario del Nord), ma anche dove vivo ora (Umbria).
Tuttavia, a mio parere, certi sentimenti negativi esistevano già in precedenza.
Poi, sicuramente, si sono "dilatati" nel tempo.

Citazione
Da ragazzo, essendo uno che crede nel sentimento nazionalista, riponevo speranze in questo paese.

Io no, non ho mai riposto alcuna speranza,* ma nonostante ciò non sono mai diventato anti-italiano e tantomeno odio il mio Paese.
Casomai disprezzo la gran parte degli italiani.

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* Del resto io non credo neppure ad una soluzione della QM, proprio perché non nutro alcuna fiducia verso la massa maschile.
Ed infatti ho scritto più volte che io son qui per "motivi catartici".
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Marzo 07, 2017, 01:07:29 am
...
Io no, non ho mai riposto alcuna speranza, ma nonostante ciò non sono mai diventato anti-italiano e tantomeno odio il mio Paese.
Casomai disprezzo la gran parte degli italiani.

Forse è per questo che è sfociato nella repulsione totale. Vivevo in un mondo tutto mio e riponevo troppe speranze in qualcosa che esisteva solo nella mia testa. D'altronde mi è capitata la stessa cosa col sesso femminile: quando ero un ingenuo e stupido adolescente, idealizzavo il mondo femminile e mai mi sarei immaginato che quello che avevo in quella mia giovane zucca vuota e disinformata, era un qualcosa di assolutamente lontano da qualsiasi realtà delle cose.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 07, 2017, 01:16:37 am
Forse è per questo che è sfociato nella repulsione totale. Vivevo in un mondo tutto mio e riponevo troppe speranze in qualcosa che esisteva solo nella mia testa. D'altronde mi è capitata la stessa cosa col sesso femminile: quando ero un ingenuo e stupido adolescente, idealizzavo il mondo femminile e mai mi sarei immaginato che quello che avevo in quella mia giovane zucca vuota e disinformata, era un qualcosa di assolutamente lontano da qualsiasi realtà delle cose.

Sì, nel tuo caso è sicuramente così.
Spesso il disincanto genera repulsione, disprezzo ed anche odio.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Marzo 09, 2017, 10:24:27 am
Dietro l'odierna esterofilia e l'odierno complesso d'inferiorità degli italiani ci stanno sia la sconfitta in guerra, sia la contrapposizione in blocchi non solo del continente europeo ma del popolo italiano, che per quarant'anni è stato diviso tra filoamericani e filorussi. W lo Zio Sam, W Baffone, Italia derelitta.
E anche se è caduta l'Unione Sovietica, il mito dell'America è rimasto, così come l'autodisfattismo tricolore.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 11, 2017, 08:27:08 am
Dietro l'odierna esterofilia e l'odierno complesso d'inferiorità degli italiani ci stanno sia la sconfitta in guerra, sia la contrapposizione in blocchi non solo del continente europeo ma del popolo italiano, che per quarant'anni è stato diviso tra filoamericani e filorussi. W lo Zio Sam, W Baffone, Italia derelitta.
E anche se è caduta l'Unione Sovietica, il mito dell'America è rimasto, così come l'autodisfattismo tricolore.

Sì, questo è chiaro.
Tuttavia resto del parere che l'esterofilia italiana è per certi versi paragonabile alla misandria (che io stesso, fino a poco più di due lustri fa, neppure sapevo cosa fosse), che si è espansa ed è esplosa in questi ultimi decenni, ma che sicuramente esisteva già in epoche passate e pre internet, pre TV, pre mass media, etc.
Per l'esterofilia vale lo stesso discorso.
I semi, che poi hanno creato una gigantesca e ramificata pianta, c'erano già nei secoli passati.

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http://vitolops.blog.ilsole24ore.com/2016/05/06/perche-siamo-esterofili-e-non-ci-serve-a-niente/

Citazione
Perché siamo esterofili (e non ci serve a niente)

    6 maggio 2016 Vito Lops Macro Economia, Prima pagina

Parliamone francamente: noi italiani abbiamo una tendenza spiccata a mitizzare gli altri. Siamo degli esterofili belli e buoni. Siamo molto bravi ad esaltare i nostri difetti e, allo stesso tempo, i pregi altrui. Sentiamo spesso pronunciare frasi del tipo “faremmo meglio ad essere governati da altri”. E tra questi altri, in cima alla lista, ci sono i tedeschi. A mio avviso si tratta di uno dei luoghi comuni più gravi (ve ne sono di ben più innocui) che rischia di condizionare profondamente il futuro del nostro Paese, dei nostri cari, dei nostri figli. Il punto è che non siamo esterofili per scelta ma, molto semplicemente, perché così ci hanno insegnato.

Il programma scolastico su cui si è formata la generazione del baby boom economico, quella nata dopo/a cavallo con la Seconda Guerra mondiale non prevedeva parole come “patria”, “patriottismo”, ecc. Vocaboli scomparsi dopo la triste parentesi fascista. Il desiderio di catarsi da quella pagina nera della storia italiana è stato talmente forte che non solo – e giustamente – sono stati inseriti nella Costituzione due articoli sul fascismo, ma anche (e questo è l’aspetto meno conosciuto ma per certi versi più eclatante) non sono stati inseriti nei libri di testo vocaboli che richiamano il concetto di patriottismo . Quasi per paura che questi potessero fomentare la nascita di nuove ideologie totalitarie e non democratiche.

Vi siete mai chiesti perché in pochissimi conoscono l’inno nazionale? La ragione è sempre la stessa: il senso di patria non ci è stato insegnato. E questo vuoto inconscio viene colmato oggi dall’esaltazione dei pregi degli altri Paesi, dimenticandone o misconoscendone i difetti. Estremizzando un po’ il concetto, ci troviamo nella stessa condizione in cui si trova un figlio che non ha un genitore e prende a modello qualcun altro dall’esterno.

E poi, francamente, prima di mitizzare qualcun altro, dovremmo conoscerne anche i “panni sporchi”. Nell’esempio dei tedeschi – che compaiono nei desiderata degli italiani al primo posto fra quelli a cui esternalizzare la gestione dell’esecutivo probabilmente perché effettivamente hanno il pregio di essere più rigorosi e metodici di noi – di panni sporchi ce ne sono parecchi. Ne conto solo qualcuno:

a) Violano da anni ripetutamente le regole europee sul surplus economico che prevedono che un Paese non possa avere nella media a 3 anni un surplus superiore al 6% del Pil. Ormai siamo al record dell’8,5% e, a quanto pare, non hanno alcuna intenzione di rispettare questo paletto, seppur nato tardivamente e solo nel 2010 quando la frittata era fatta, europeo. Un paletto non da poco considerato che in questo momento i Paesi dell’area euro stanno affrontando una delle più grandi crisi economiche della storia, causata principalmente da squilibri commerciali. E questi squilibri continueranno ad ampliarsi se la Germania non decide di rispettare la regola del surplus. E’ molto probabile che nei prossimi mesi/anni saranno gli Stati Uniti a costringerli a rigare dritto perché il surplus eccessivo tedesco distrugge l’Europa e agli Stati Uniti non fa comodo avere un partner così importante fortemente indebolito (p.s. come mai Renzi nell’incontro di ieri con la Merkel non ha menzionato questo “dettaglio” sul surplus? Avrebbe fatto un favore a tutti e, politicamente, a se stesso);

b) i tedeschi hanno un eccesso di surplus non solo perché sono bravi. L’aspetto più significativo che permette di reiterare anni su anni di surplus da record è dettato dal fatto che, tramite l’euro, operano una svalutazione competitiva a tempo indeterminato. Se avessero la loro valuta, quella che effettivamente rispecchia i propri fondamentali economici e il livello di produttività, farebbero surplus il primo anno ma già dal successivo ne farebbero molto meno e sempre meno negli anni dopo perché, molto semplicemente, quando un Paese esporta tanto vede anche rivalutarsi la propria valuta perché non esporta solo beni e servizi ma anche la propria valuta che serve per comprare quei beni e servizi, valuta che di conseguenza si rivaluta secondo la prima legge dell’economia: domanda e offerta. Quindi a partire dal secondo anno i prodotti tedeschi costerebbero di più all’estero (per effetto della rivalutazione del cambio) e sarebbero via via meno attraenti e “competitivi”. Non bisogna mai dimenticare questo punto: la Germania vanta lo status di Paese che pratica una svalutazione competitiva a tempo indeterminato;

c) quanto a integrità intellettuale e morale i panni sporchi non mancano. Pensate solo per un istante se il “dieselgate” fosse scoppiato in Italia quale sarebbe stata la reazione degli italiani contro se stessi. Senza dimenticare l’ultima indagine nei confronti di Deutsche Bank, accusata di aver venduto in maniera anomala 7 miliardi di titoli di Stato italiani nel 2011. O la multa record inflitta alla Siemens nel 2008 (800 milioni di dollari) per corruzione.

Con tutto ciò non voglio dire che noi italiani siamo perfetti o migliori. Abbiamo anche noi i nostri panni sporchi, come tutti (sprechi, spesa pubblica improduttiva, ecc.). Ma vorrei ricordare, ad esempio, parlando del tanto criticato debito pubblico, il primo additato nei discorsi al bar degli italiani a cui piace auto-punirsi, che:

a) è 25 punti più alto (quindi non così tanto) di quello di Francia e Stati Uniti;

b) ma cos’è il debito pubblico? E’ il credito privato. Non a caso in Italia c’è un alto tasso di risparmio e un più basso livello di debito privato (compensato dal debito pubblico, cioè credito privato);

c) il debito pubblico non va estinto ma deve essere semplicemente sostenibile (quella del neonato che nasce con 35mila euro di debito è una favola)

Il punto è che non abbiamo, perché non ci è stato insegnato, il senso di patria. E abbiamo bisogno di credere che ci sia da qualche parte qualcuno migliore di noi, una guida per colmare un vuoto psicologico di massa. Ma è il momento, da adesso, di fare un salto da questo punto di vista. Non vale sentirsi italiani solo quando gioca la nazionale di calcio. Ma tutti i giorni ricordando e apprezzando i nostri pregi. Partendo da questi per migliorare i nostri difetti. Mitizzare un Paese perfetto là fuori che non esiste non ci servirà a nulla. Per sentirci più europei, dovremo prima sentirci più italiani.


twitter.com/vitolops
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 11, 2017, 08:38:12 am
http://www.alleyoop.ilsole24ore.com/2016/03/09/non-credete-alla-favola-che-vostro-figlio-nasce-con-un-debito-di-35mila-euro/

Citazione
Non credete alla favola dei figli che nascono con un debito di 35mila euro
scritto da Vito Lops il 09 Marzo 2016
Imprendiamo

Ormai da tempo, e da più fonti, si sente spesso dire che ogni italiano ha un debito di 35mila euro. Per la stessa logica, ogni nuovo nato eredita questo pesante fardello, una sorta di peccato originale. Al primo respiro, se fosse cosciente, saprebbe che è già in debito di 35mila euro con lo Stato. In realtà, si tratta di una favoletta bella e buona, peraltro con venature horror, che cercherò in questo post di smentire, provando a tranquillizzare i genitori italiani.

Partiamo innanzi tutto dal dato: 35mila euro. Come si ottiene? Molto semplicemente dividendo l’ammontare del debito pubblico nominale italiano (2.100 miliardi) per la popolazione (60,8 milioni). Da cui si ottengono, dopo un piccolo arrotondamento, i fatidici 35mila euro!

Bene, applicando la stessa formula ad esempio in Germania scopriamo che anche i cittadini tedeschi nascono con un fardello mica da ridere. Dividendo i 2.600 miliardi di debito pubblico nominale tedesco per la rispettiva popolazione (80 milioni) si ricava un debito individuale di 32mila euro. Quindi, secondo questa logica anche i genitori tedeschi dovrebbero preoccuparsi per i loro figli, subito affossati da una montagna di debito non appena nati.

La realtà è che non c’è nessun peccato originale. Per almeno due motivi

1) Non esiste un Paese senza debito. Il debito è uno dei modi in cui gli Stati oggi “creano” moneta. E’ necessario anche per ricavare un tasso di interesse, parametro di confronto sulla solvibilità dei differenti Paesi. Se non ci fosse questo vincolo alla creazione di moneta, gli Stati rischierebbero di cadere nella tentazione di “stampare troppa moneta” e quindi di inflazionarla, a svantaggio di tutti i cittadini e dell’economia in senso lato. Qualcuno potrà obiettare sulla correlazione moneta-debito, ma sta di fatto che oggi funziona così.

Seguendo la logica della favoletta, abbiamo capito che non esistono neonati senza debito/peccato originale. Chi più, chi meno, tutti nascono “indebitati”. Ma è una favola perché il debito di un Paese non deve essere estinto, ma deve essere semplicemente sostenibile. In modo tale che quel Paese possa pagare meno interessi passivi che sono comunque un elemento che sottrae potenziale ricchezza alla crescita.

2) Ma cos’è il debito? Anche qui, molto semplicemente, è il credito di qualcun altro. Non esiste debitore senza creditore. E quando parliamo di debito pubblico, parliamo per la quasi totalità di titoli di Stato. Su 2.100 miliardi di debito in Italia oltre 1.800 è espresso in titoli di Stato (vedi grafico). Chi detiene questi titoli di Stato? Circa il 65% è nelle mani di banche, assicurazioni e risparmiatori italiani. Il restante 35% è nelle mani di investitori esteri. Vista sotto questa luce una buona fetta del debito pubblico italiano è nelle mani di attori economici italiani, quindi più che un debito figura come un giroconto contabile di ricchezza tra Stato e privati. Privati che percepiscono anche degli interessi (cedole sui titoli di Stato). E tra questi privati ci siamo anche noi risparmiatori quando compriamo un BoT o BTp. Parte di quel debito, quindi, ci vede dalla parte dei creditori, è verso noi stessi.

COMPOSIZIONE_TITOLI_DI_STATO (1)

Accantonata la preoccupazione del debito che ognuno di noi avrebbe sulle spalle, quello che è invece importante sottolineare è il punto sulla sostenibilità del debito. Più il debito di un Paese è sostenibile, minore sarà la quota di interessi da pagare per sostenerlo. L’Italia ogni anno paga interessi sul debito per 80-90 miliardi di euro. E’ vero che questi interessi finiscono per larga parte nelle tasche dei possessori di titoli italiani (fra cui la maggioranza è composta da attori economici italiani). Ma è anche vero che per reperirli lo Stato deve aumentare (o fa fatica a diminuire) le tasse. Quindi questa ricchezza (80-90 miliardi di euro l’anno) potrebbe in parte essere destinata verso altri investimenti, piuttosto che semplicemente al ripagare i creditori. Pensate che dal 1980 l’Italia ha pagato 3.100 miliardi di interessi sul debito, più del debito stesso! Questo è il punto più delicato del tema del debito pubblico. “Tutto il resto (favolette incluse) è….noia”.

www.twitter.com/vitolops
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 16, 2017, 20:48:21 pm
http://www.ansa.it/nuova_europa/it/notizie/rubriche/economia/2017/03/16/romania-mille-poliziotti-protestano-contro-bassi-salari_57458845-1af4-4656-a499-fcedde186c59.html

Citazione
Romania: mille poliziotti protestano contro bassi salari
Circa 38mila fra agenti e impiegati guadagnano meno di 320 euro

16 marzo, 18:05

(ANSA) - TRIESTE, 16 MAR - Un migliaio di poliziotti rumeni ha protestato a Bucarest per chiedere aumenti salariali. Lo riporta l'agenzia Ap, secondo cui decine di migliaia di agenti sono pagati col salario minimo o anche di meno. Marius Barbulescu, leader del sindacato Mihai Viteazul, ha dichiarato che gli agenti dovrebbero ricevere un salario minimo mensile di 1.450 lei, pari a 320 euro circa, cui si dovrebbero aggiungere una serie di benefit in linea con altri lavoratori pubblici. Il mese scorso, circa 38mila poliziotti e impiegati del ministero degli Interni hanno ricevuto invece un salario mensile compreso fra 1.250 e 1.450 lei.

Agenti provenienti da varie zone della Romania si sono raccolti davanti al ministero degli Interni, urlando "ladri", suonando fischietti e vuvuzela, agitando bandiere della Romania.

Barbulescu ha dichiarato all'agenzia nazionale Agerpress: "Stiamo fronteggiando umiliazioni difficili da descrivere a parole". I leader sindacali hanno incontrato il ministro degli Interni, Carmen Dan, per discutere le proprie rivendicazioni.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 04, 2017, 02:12:11 am
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.


Ecco un altro coglione che io spedirei immediatamente in Somalia o in Corea del Nord, oppure in Cecenia o in Siria, al limite in Messico o in Colombia, ossia laddove regnano i narcos e al cui confronto "i nostri" mafiosi sono degli angioletti scesi in terra.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/italia-chiusa-ladri-1381554.html

Citazione
CADAQUES
Dom, 02/04/2017 - 16:46

C´é forse rimasta gente onesta nella sozza patria della mafia e del fascismo che fa schifo al mondo???

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ps: naturalmente, riguardo alla questione dell' immigrazione, non poteva mancare il solito articolo - buonista e politicamente corretto - del solito Marchi, che al pari di tanti altri italiani esterofili e disfattisti non ce la fa proprio a fare le valigie e a trasferirsi in qualche altro fantastico paese.

http://www.linterferenza.info/in-evidenza/proposito-depistaggi-ideologici-limmigrazione/
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Aprile 04, 2017, 13:09:10 pm
Citazione
ps: naturalmente, riguardo alla questione dell' immigrazione, non poteva mancare il solito articolo - buonista e politicamente corretto - del solito Marchi, che al pari di tanti altri italiani esterofili e disfattisti non ce la fa proprio a fare le valigie e a trasferirsi in qualche altro fantastico paese.

http://www.linterferenza.info/in-evidenza/proposito-depistaggi-ideologici-limmigrazione/

Un coglione irrecuperabile, anche se nell'articolo ci sono un paio di mezze verità (mi riferisco ad es. di quali debbano essere le maggiori preoccupazioni per l'italiano medio).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 04, 2017, 18:04:45 pm
Un coglione irrecuperabile, anche se nell'articolo ci sono un paio di mezze verità (mi riferisco ad es. di quali debbano essere le maggiori preoccupazioni per l'italiano medio).

Sì, ci sono, ma per il resto il suo articolo fa cadere le braccia e venire il latte alle ginocchia, così come i sei commenti al riguardo.
Intendiamoci, non che la cosa mi stupisca.
Anzi.

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Per inciso: tanti degli odierni guai dell' Italia hanno origine proprio da quelle mentalità del menga, intrise di ridicole ideologie.
Un esempio: la questione della legittima difesa.
http://www.ilgiornale.it/news/cronache/budrio-lassassino-barista-ex-militare-dellest-europa-1381894.html

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Fabrizio Marchi docet.
Citazione
L’impatto reale del fenomeno dell’immigrazione sulla vita concreta della stragrande maggioranza dei cittadini italiani, è scarsissimo, nonostante quello che il versante di destra dei media e delle forze politiche di “sistema” vorrebbe farci credere.

Ma certo, come no.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ricerca-choc-dagli-stranieri-pi-reati-1276745.html
Citazione
Ricerca choc: dagli stranieri più reati

Altro che accoglienza a ogni costo: gli immigrati delinquono in media 4 volte in più
Massimo Malpica - Mar, 28/06/2016 - 06:00

Massimo Malpica

Roma La parola d'ordine è «accoglienza», sempre e comunque. Quando si parla di immigrazione prevalgono - spesso da entrambe le parti - gli slogan sui fatti (per non dire del business). E l'Unione europea in particolare ha fatto una bandiera della politica solidale e inclusiva, per quando spesso più a parole che con i fatti, come dimostrano tra l'altro le forti resistenze ai ricollocamenti dei migranti tra i paesi membri, fermi dopo mesi a cifre ridicole rispetto alle decine di migliaia promesse alla fine del 2015.

Ma il vero tabù è quello della sicurezza: dire che gli stranieri delinquono più degli italiani non solo passa per strumentalizzazione populista, ma pure come menzogna tout court. Persino il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, qualche mese fa, in un'intervista a Qn s'era spinto a dire che «la percentuale di reati commessi da stranieri rispetto agli italiani è diminuita», attaccando «l'asimmetria tra la realtà e la percezione della sicurezza tra i cittadini», alimentata secondo il titolare del Viminale «da quelle forme di populismo che speculano sulle paure e scommettono sulle sconfitte dello Stato per mero ritorno elettorale». Il problema è che, dietro allo schermo delle parole, la realtà è un'altra. È vero che i reati - in tutta la Ue tra l'altro - sono in calo, nonostante l'aumento dei flussi migratori. Ma è anche vero che gli stranieri sono l'8,3 per cento della popolazione residente in Italia, mentre nelle carceri del Bel Paese «pesano» molto di più (intorno al 32 per cento, 17mila stranieri su 52mila detenuti secondo le statistiche del giugno di un anno fa). Il tutto anche al netto delle valutazioni delle tipologie di reato, che non saranno i più gravi e violenti (prostituzione, traffico di droga e furti quelli per cui la maggior parte degli extracomunitari finiscono dietro le sbarre) ma certo destano allarme sociale, quello bollato dal ministro Alfano come «percezione asimettrica della sicurezza».

Asimmetrica o meno, questa percezione si basa su dati reali, come peraltro dimostra anche l'elaborazione della Fondazione David Hume di Luca Ricolfi, che ha messo in fila i tassi di criminalità relativi tra stranieri e nativi nei Paesi Ue, sottolineando come «in media gli stranieri delinquono 4 volte di più. con punte di 12 in Grecia, 7 in Polonia, 6 in Italia, 5 nelle civilissime Svezia, Austria, Olanda». Quanto basta, ricorda ancora Ricolfi, per poter spiegare la diffidenza del «popolo» verso l'«élite illuminata che lo rispetta quando fa la cosa giusta, e ne prende commiato quando fa quella sbagliata», offrendo così una diverso - e meno snob - lettura del sorprendente risultato del referendum britannico che ha visto prevalere la «Brexit». Paradossalmente, peraltro, i dati elaborati dalla Fondazione David Hume mostrano come proprio nel Regno Unito il sentimento di paura e di insicurezza verso gli stranieri sia meno motivato, con un tasso di criminalità degli immigrati appena superiore (1,3/1) rispetto ai sudditi di Sua Maestà.

Ma tant'è, come ricorda il politologo Ricolfi, il problema è probabilmente l'approccio imposto da Bruxelles in risposta alle paure del «popolo» verso il massiccio aumento dei flussi migratori. «A tutto ciò - scrive Ricolfi - l'Europa civile e illuminata ha saputo opporre soltanto l'imperativo morale dell'accoglienza, il valore superiore dell'inclusione sociale, e talora anche il disprezzo per chi ha paura, accusato di basarsi su mere percezioni, distorte dalla propaganda e dalla credulità, anziché sulla cruda realtà delle cifre statistiche». Ossia proprio quelle, che, in realtà, dimostrano che certi timori hanno una base più solida e meno «percepita» di quanto i politici e i burocrati europei vogliano ammettere.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 19, 2017, 21:13:47 pm
http://www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp?preview=false&accessMode=FA&id=2152216&codiciTestate=1

Citazione
ESTERO - LE NOTIZIE MAI LETTE IN ITALIA
Il 14,9% della popolazione ha scelto di espatriare negli altri paesi dell'Europa unita
Romania, non resta più nessuno
Il grosso dell'emigrazione è verso l'Italia e la Spagna
di Angelica Ratti

Dopo anni di emigrazione massiccia, la società rumena adesso scopre gli effetti perversi del suo modello di sviluppo basato sulla perdita della propria forza lavoro perlopiù espatriata in altri paesi europei secondo una lunga consuetudine che si è rafforzata con l'adesione alla Ue nel 2007.

Con circa 3 milioni di emigrati partiti per l'Ovest, diretti principalmente verso la Spagna e l'Italia, e adesso per il Regno Unito, la Romania è il paese della Ue che conta il maggior numero di emigrati rispetto al totale della sua popolazione: all'incirca il 15%, precisamente il 14,9% secondo le stime delle Nazioni Unite che valuta in 3 milioni di rumeni residenti in un altro paese della Ue.

Il suo basso tasso di natalità di 1,4 bambini per donna, è la principale causa della sua profonda crisi demografica della Romania.


Secondo l'Onu, il paese passerà dai 19,5 abitanti del 2015 ai 17,6 milioni previsti per il 2030. L'emorragia tocca tutte le categorie sociali. I rumeni vanno a lavorare presso le famiglie in Italia, nei cantieri di costruzioni in Spagna, a raccogliere i lamponi in Inghilterra ad assistere i malati in Francia ma soltanto i più poveri sono costretti a lasciare i figli a casa, nel proprio paese.

I rumeni emigrati hanno inviato nel proprio paese rimesse per quasi 10 miliardi di euro l'anno. Una cifra ridotta a un terzo dopo la crisi del 2008 che ha colpito pesantemente l'Italia e la Spagna. La spinta ad emigrare è da considerare un retaggio della vecchia mentalità dell'egomonico partito comunista, contento di mantenere nel paese lo zoccolo duro del proprio elettorato: gli abitanti delle zone rurali, anziani e disoccupati. Ma adesso la politica si sta rendendo conto del danno sociale e cerca di porvi rimedio.

Il nuovo premier socialdemocratico, Sorin Grindeanu, nominato il 4 gennaio, si è impegnato a lottare contro questa emigrazione e a fare della Romania un paese normale. Avrà da faticare per riuscire a convincere.

L'urgenza più visibile è nel sistema sanitario, dove mancano i medici: nella città di Targoviste ci sono 8 medici della medicina d'urgenza per 500 mila abitanti. E 74 medici sono ultra 65enni e dovranno continuare a lavorare.

L'emigrazione si traduce anche in un disastro urbanistico con le città che si svuotano a vista d'occhio senza che nessuno se ne interessi. E manca la manodopera.

A partire sono i giovani più istruiti, ma quando rientrano possono fare una carriera folgorante. Un programma denominato «Diaspora Startup» li aiuta a lanciare un'attività nel proprio paese d'origine. Tuttavia, i rumeni quasi mai vogliono rientrare nel proprio paese perchè dopo essere stati fuori per almeno dieci anni si sono perfettamente integrati nella nuova realtà, dove spesso si sono creati una famiglia, delle imprese e possiedono anche una casa.

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Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Aprile 19, 2017, 21:19:27 pm
Ovviamente l'articolo parla solo dei romeni onesti :shifty: ...
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 20, 2017, 00:14:47 am
Gli italiani hanno quest'atteggiamento per motivi storici (per come è stata fatta l'unificazione del Paese, vissuta da molti come un'occupazione, specie al Sud) o a causa di una classe politica da sempre troppo opportunista e poco attenta ai bisogni del Paese.
Inoltre l'Italia è stata mantenuta sotto influenza straniera con metodi a dir poco sudamericani (corruzioni, stragi, abusi d'autorità sui cittadini comuni, finte opposizioni se non crimini da parte di una sinistra collusa col potere, Gladio con tanto di colpi di Stato ritirati all'ultimo minuto, Pasolini, Moro, giornali sfottò come OP legati ai servizi segreti; e prima ancora mafia e autoritarismo al Sud, governo lontano dal popolo al Nord, indebitamento della classe dirigente ecc.)
In tale contesto un po' di disincanto (diverso però dall'autolesionismo italico) si può comprendere, è una strategia di sopravvivenza.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 20, 2017, 01:05:13 am
Il fatto è che l'atteggiamento dell'italiano medio va ben oltre il disincanto.
L'italiano medio, nella stragrande maggioranza dei casi, è uno strastosferico disfattista malato di esterofilia; al tempo stesso quasi compiaciuto di una certa situazione.

Come ho già avuto modo di scrivere, io sono un nazionalista, ma ho ben poco a che spartire con l'italiano medio, che anzi, tolta una minoranza di individui, non amo affatto.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 20, 2017, 01:18:48 am
al tempo stesso quasi compiaciuto di una certa situazione.
Proprio così. E' una forma di corruzione morale (non a caso identica a quella presente in zone dove lo Stato è poco presente, in Sudamerica ecc.)
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: ReYkY - Aprile 20, 2017, 02:02:23 am
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato, poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.  :hmm:


*tutti tranne il sottoscritto ovviamente.  :doh:

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Jason - Aprile 20, 2017, 15:08:43 pm
Proprio così. E' una forma di corruzione morale (non a caso identica a quella presente in zone dove lo Stato è poco presente, in Sudamerica ecc.)

In Italia questa assenza ha generato paradossalmente un altro effetto : la crescita dei movimenti indipendentisti, che stanno cominciando ad avere peso anche al sud .
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Aprile 20, 2017, 15:37:17 pm
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato....

 :huh: :huh: :huh:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 20, 2017, 19:36:32 pm
Venite a vivere in paesini del sud di 2/3k abitanti dove TUTTI* sono stati sistemati "aumma aumma" nel comune o nella fabbrichetta del parente/amico/cognato, poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.  :hmm:


*tutti tranne il sottoscritto ovviamente.  :doh:

Ascolta, non sono nato ieri, perciò conosco bene gli intrallazzi di cui parli.
Ma a quanto pare non riesco a farmi capire.
Dunque, io non "difendo" i suddetti intrallazzi.
No, affatto.

Nei miei numerosi post cerco semplicemente di far notare che certi difetti, certi intrallazzi, non sono affatto una "prerogativa" italiana.
Anzi, in gran parte del mondo è pure peggio (ok, c'è pure di meglio).


Citazione
poi vediamo se l'Italì non inizierà a fare schifo pure  voi.

ReYkY, sei mai stato in paesi come l'Albania o la Romania di qualche anno fa ?
Io sì, per cui posso dirti che all' epoca "vidi cose che voi umani..."
Cose che uno come me, nato in Emilia e vissuto per molti anni nelle Marche, mai aveva visto.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 20, 2017, 20:11:49 pm
Ok, questi non sono certamente "paesi del primo mondo", ma fanno parte del pianeta Terra e visto e considerato che il mondo non inizia né finisce ad ovest, mi pare giusto ed ovvio evidenziare quanto segue, poiché l' italiano medio è convinto che certi intrallazzi esistano "solo in Italia".

http://www.asianews.it/notizie-it/La-corruzione-rischia-di-soffocare-le-universit%C3%A0-dell%E2%80%99Asia-centrale-16012.html

Citazione
10/08/2009, 00.00 ASIA CENTRALE
La corruzione rischia di soffocare le università dell’Asia centrale

Studenti e famiglie denunciano la pratica diffusa in Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan di chiedere “bustarelle” anche elevate per l’accesso all’università, o per passare gli esami. Così molti giovani meritevoli, ma poveri rimangono esclusi, mentre si deprime il valore della laurea. Il parere di esperti.

Tashkent (AsiaNews/Agenzie) – Nei Paesi in via di sviluppo dell’Asia centrale, andare all’università e laurearsi può spesso assicurare un ottimo lavoro. Ma sono frequenti le denuncie di episodi di corruzione per ottenere l’accesso ai corsi o il superamento di un esame. Diversi professori sono finiti sotto accusa, ma analisti commentano che qualche processo e condanna non basterà a debellare il fenomeno.

A luglio sono stati accusati di corruzione il capo della facoltà di Lingue dell’Università di Ashgabat (Turkmenistan), un capo dipartimento della facoltà di Medicina all’università di Khujand (Tagikistan) e due professori universitari a Bishkek e a Osh (Kirghizistan), tutti per avere accettato “bustarelle” dagli studenti.

In questi tre Paesi gli studenti e le loro famiglie hanno denunciato a Radio Free Asia che occorre pagare per essere ammessi all’università. Per esempio, un giovane ha dovuto pagare 1.000 dollari Usa per avere la certezza di superare l’esame di ammissione al corso di studi fiscali dell’università delle Finanze, in Tagikistan.

Costo peraltro contenuto, se si pensa che in Turkmenistan il costo di “accesso” per le facoltà più ambite, come quelle di diritto, può arrivare a 40mila dollari. Nel Paese il fenomeno è talmente diffuso da avere un particolare soprannome: elaklyk, che vuol dire “dare in ringraziamento”.

In Kirghizistan molti denunciano che ci sono vere e proprie tariffe per superare esami senza studiare.

Il sistema rischia di avere effetti disastrosi sul futuro di questi Paesi. Oltre ad impedire l’accesso all’istruzione superiore a giovani capaci, ma poveri (i quali spesso possono solo cercare lavoro all’estero come migranti), la corruzione rischia di consentire la laurea a tanti ragazzi ricchi che non studiano, con evidente detrimento del valore del titolo di studio.

L’analista tagiko Faridun Rahnavard commenta che il problema non potrà risolversi solo con alcuni processi, perché è troppo diffuso. Egli osserva che professori di scuole superiori e università in questi Paesi hanno paghe basse, da 70 a 400 dollari al mese, e ritiene che sarebbe anzitutto opportuno aumentarle.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: ReYkY - Aprile 21, 2017, 01:06:01 am
Non sono andato all'estero ma ti assicuro che già se ti sposti dal sud al centro o al nord la situazione cambia radicalmente...
Per questo immagino che in Germania o in UK la situazione sia decisamente migliore della nostra.


Sono usciti dei dati secondo cui il 55% dei giovani trova lavoro grazie a parenti e amici, con un tasso di disoccupazione del 42/43%. Vuol dire che senza raccomandazione è praticamente IMPOSSIBILE trovare lavoro, anche se hai 5 lauree.

Vi chiederete cosa c'entri con la corruzione... Beh io lo ritengo l'apice della corruzione. Perché la corruzione non è solo politica.


Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 21, 2017, 07:18:54 am
ReYkY

Citazione
ma ti assicuro che già se ti sposti dal sud al centro o al nord la situazione cambia radicalmente...

Stai dicendo cose ovvie, che conoscono un po' tutti.

Ad esempio, lo sanno tutti che la realtà dell' Emilia Romagna è ben diversa da quella della Calabria o della Sicilia.


Citazione
Per questo immagino che in Germania o in UK la situazione sia decisamente migliore della nostra

Ovvio, ma il mondo non è solo UK o Germania.
Il mondo è pure "altro".

Citazione
Vi chiederete cosa c'entri con la corruzione... Beh io lo ritengo l'apice della corruzione. Perché la corruzione non è solo politica.

Ovvio anche questo, ma sappi che "altrove" non è diverso.
Anzi, è pure peggio.


http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm
Citazione
Transparency International è un'organizzazione non governativa che cerca di combattere la corruzione su scala mondiale, creando le basi per un cambiamento globale che costituisca un mondo veramente libero da ogni corruzione. Nel 2013 ha pubblicato rapporto in cui venivano classificati i paesi del mondo secondo un "indice di corruzione".
I risultati dello studio non sono stati molto consolanti... La maggior parte dei paesi analizzati presentavano un coefficiente di corruzione parecchio elevato.
I paesi migliori sono quelli del Nord Europa: Danimarca, Finlandia e Svezia su tutti. La nostra nazione si è aggiudicata la 69° posizione. America e Regno Unito si sono posizionati rispettivamente al 19° e 14° posto. Ecco i 10 paesi più corrotti del mondo.

10 - Siria
La Siria occupa la decima posizione della classifica e purtroppo nell'ultimo anno la situazione è ulteriormente peggiorata a causa della guerra nonostante il governo di Damasco abbia manifestato, seppur con poca decisione, la volonta di lanciare un'operazione anti-corruzione.

9 - Turkmenistan
Al nono posto troviamo il Turkmenistan stato dell'Asia centrale, tra le probabili cause di questo alto indice di corruzione vi è sicuramente il regime dittatoriale monopartitico che governa il paese.

8 - Uzbekistan
Immediatamente al di sopra dello stato confinante del Turkmenistan troviamo l'Uzbekistan con un punteggio di 19. Gli stati dell'Asia si confermano tra i più corrotti del mondo.

7 - Iraq
Al settimo posto troviamo l'Iraq, un' altra nazione che in passato è stata devastata dalle guerre. In questo paese la corruzione delle cariche governative ed istituzionali è purtroppo una costante.

6 - Libia
Lo stato della Libia si piazza al sesto posto. Questa nazione del nord-africa è stata al centro dei riflettori mediatici nel 2011 per via dell'operato del militare politico Gheddafi, assassinato durante la guerra civile.

5 - Sud Sudan
Il Sud-Sudan si classifica quinto. Si tratta di uno dei paesi più poveri del mondo, il governo ha manifestato l'intenzione di voler lottare contro la dissolutezza di valori presente nelle cariche pubbliche.

4 - Sudan
Il Nord-Sudan si trova al quarto posto della classifica, a ridosso del podio. Nel 2014 è nato un gruppo parlamentare volto alla lotta contro la corruzione e le bande mafiose che operano tra le istituzioni.

3 - Afghanistan
L'Afghanistan si trova sul terzo gradino del podio. In passato l'organizzazione Wikileaks pubblicò le accuse della diplomazia USA nei confronti della capitale Kabul considerata come il "regno della corruzione".

2 - Corea del Nord
La Corea del Nord si piazza al secondo posto della classifica di Transparency International. Secondo alcuni, in questo paese la corruzione è un costume radicato nella società.

1 - Somalia
La Repubblica federale di Somalia si conferma lo stato più corrotto del mondo piazzandosi sul gradino più alto del podio. In questo paese del Corno d'Africa la corruzione è una realtà tangibile, vera e propria piaga sociale.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Aprile 21, 2017, 12:12:40 pm
In Italia questa assenza ha generato paradossalmente un altro effetto : la crescita dei movimenti indipendentisti, che stanno cominciando ad avere peso anche al sud .

Già, le varie leghe a Nord e i neoborbonici a Sud. Poi ci sono le minoranze linguistiche e Sardegna e in parte Sicilia che sono casi a parte. Ma anche in questo caso l'Italia non è l'unico Paese in cui avvengono queste cose, succedono in quasi tutti i Paesi dell'Europa occidentale, solo per restare in un ambito vicino al nostro.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 21, 2017, 12:33:40 pm
La balcanizzazione etnico-identitaria è un effetto inevitabile dell'epoca presente, MA un conto è la divisione (auspicabile per noi) di USA e Cina, altro conto di un Paese relativamente piccolo come il nostro (poco più grande di Cuba...) situato vicino a Francia e Germania che non si sognano nemmeno di dividersi e hanno già distrutto il 25% della nostra economia (per procura UE a suon di direttive e austerità).
La nazione è un importante cuscinetto intermedio per salvaguardare le realtà locali dal mondialismo (ricordate Sigonella? E l'Eni, che in qualche modo tutela da settant'anni tutti gli italiani dalla colonizzazione politica ed conomica del loro territorio e fa politica estera meglio del governo?)
Non ho tempo per spiegare in dettaglio, ma ci sono ampi indizi che gli indipendentismi in Italia sono sostenuti da Paesi esteri.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Aprile 21, 2017, 15:12:15 pm
La balcanizzazione etnico-identitaria è un effetto inevitabile dell'epoca presente, MA un conto è la divisione (auspicabile per noi) di USA e Cina, altro conto di un Paese relativamente piccolo come il nostro (poco più grande di Cuba...) situato vicino a Francia e Germania che non si sognano nemmeno di dividersi e hanno già distrutto il 25% della nostra economia (per procura UE a suon di direttive e austerità).
La nazione è un importante cuscinetto intermedio per salvaguardare le realtà locali dal mondialismo (ricordate Sigonella? E l'Eni, che in qualche modo tutela da settant'anni tutti gli italiani dalla colonizzazione politica ed conomica del loro territorio e fa politica estera meglio del governo?)
Non ho tempo per spiegare in dettaglio, ma ci sono ampi indizi che gli indipendentismi in Italia sono sostenuti da Paesi esteri.

Sull'ultimo assunto da te enunciato è stato scritto pure un libro che ho visto da poco nel Mondadori Store di piazza del Duomo a Milano (e che ho valutato anche di comprare); sull'Eni che tutela l'Italia era vero quando c'era Mattei alla presidenza, già Cefis fece comunella con le sette sorelle; anche in Francia ci sono movimenti indipendentisti o federalisti  (in testa la Corsica, ma anche Bretagna e regione basca). Alcuni movimenti indipendentisti come quello sardo son troppo variegati e antichi di decenni per essere ascritti in toto ad interessi stranieri.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 27, 2017, 00:12:07 am
Com'è che dice l'italiano medio, specie se di sesso maschile?
Ah già, "certe cose succedono solo in Italia".

http://www.gazzetta.it/Calcio/Estero/26-04-2017/inghilterra-maxi-frode-fiscale-arresti-perquisite-sedi-newcastle-west-ham-190995588763.shtml
Citazione
Maxi frode fiscale: arresti. Si indaga su trasferimenti di Payet e Diarra
Operazione congiunta con polizia francese. Sotto inchiesta anche il Marsiglia, fermato l’amministratore delegato del Newcastle Lee Charnley

26 aprile 2017 - Milano
Un nuovo scandalo sta travolgendo il calcio inglese, già segnato alla fine del 2016 da oltre 800 casi di violenza sessuale risalenti agli anni Settanta, Ottanta e Novanta: stavolta il reato contestato è quello di frode fiscale e assicurativa, per una somma di 5 milioni di sterline, quasi 6 milioni di euro. Sono state arrestate diverse persone nel Nord-Est e Sud-Est del paese. Perquisite le sedi di West Ham, Chelsea (secondo quanto riportato dal Daily Mail) e Newcastle, risalito in Premier appena due giorni fa, dove è stato fermato l’amministratore delegato Lee Charnley, 39 anni, originario di Blackpool e una vita nei Magpies, di cui è stato segretario e direttore. Ben 180 gli agenti in azione nel Regno Unito e in Francia, dove il club sotto inchiesta è il Marsiglia, negli ultimi anni coinvolto in diverse operazioni di mercato con West Ham e Newcastle. Un nome su tutti: Dimitri Payet, ceduto dal Marsiglia al West Ham nel 2015 e tornato al club francese nel gennaio 2017. Sulla rotta Marsiglia-Newcastle hanno invece viaggiato Florian Thauvin e Remy Cabella, ma nel mirino ci sarebbe anche il passaggio di Alou Diarra dal Marsiglia al West Ham nell’estate 2012.

Sequestri — Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati documenti aziendali e finanziari, computer e telefoni cellulari. Il West Ham, che ha ricevuto la visita degli agenti negli uffici dello stadio Olimpico alle 8 del mattino, ha diramato un comunicato per spiegare “di cooperare pienamente con gli inquirenti per aiutarli nell’indagine”. In una dichiarazione delle autorità, si parla di “arresti di diversi uomini che lavorano nel calcio professionistico per una sospetta frode relativa alle imposte sul reddito e assicurative”. Questo nuovo scandalo inglese è destinato in ogni caso ad allargarsi. Sarebbero coinvolti altri club: si parla di 12 squadre di calcio in totale.
perquisizione al chelsea — Secondo quanto riportato dall'edizione online del Daily Mail, gli agenti hanno perquisito anche la sede del Chelsea: gli agenti avrebbero ispezionato documenti legati a trasferimenti che coinvolgono Newcaslte e West Ham. Un portavoce del club londinese fa sapere: "In relazione a un'indagine più ampia ci hanno chiesto alcune informazioni che il club fornirà".

Dal nostro corrispondente Stefano Boldrini

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Ogni tanto c'è pure qualche italiano pensante.

Citazione
Andy best 14:41, 26 Aprile 2017
Alla fine a livello mondiale ha pagato solo la juve, e per me giuntamente, ma non per quello che pensate voi, ma perché una società che fa anche una minima cosa che non deve fare quando ha come giocatori Buffon, Thuram, Cannavaro, Zambrotta, Viera, Emerson, Camoranesi, Nedved ( piango ancora se penso a che giocatore era Nedved, soprattutto nelle partite di cartello, non ne sbagliava una), Ibra, Trezegol, Del Piero, Mutu, deve essere punita per stupidità. Detto ciò, gli altri non erano santi, basta vedere il Patron del Parma chi era, etc etc..cmq in Portogallo il Porto di Mou fu penalizzato di sei punti per aver comprato partite, un Porto che vinceva i campionati con tipo 50 punti di vantaggio. In Germania gli arbitri si vendevano le partite, i calciatori anche, ma tutto fu messo a tacere nel periodo pre mondiale 2006 e post, in Spagna sorvoliamo, in Inghilterra non c'è anno che non scoppiano scandali, ma dopo una settimana tutto tace...In Italia si fa solo giustizia sommaria e si enfatizzano all'ennesima potenza cose di poco conto. Intendiamoci, io sono per le punizioni giuste, ma le cose devono essere fatte come si deve. Gli altri Paesi, cosidetti emancipati, sono peggio di noi, però non fanno tanto casino, tendono a minimizzare.

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Tanto per cambiare anche ieri pomeriggio mi è capitato di ascoltare un uomo sui 65 anni, che nel commentare la questione di "Mafia Capitale" e le parole del procuratore aggiunto Paolo Ielo, che ha definito l'insieme delle prove raccolte dalla procura di Roma un "karaoke della corruzione", se ne è uscito fuori con la solita scontatissima frase che ascolto da decenni:
"La corruzione che esiste in Italia non esiste in nessun'altra parte del mondo".
E vabbè... questo è l'ignorantissimo italiano medio.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 07, 2017, 00:16:56 am
http://www.ilprimatonazionale.it/esteri/morire-di-fame-in-mezzo-al-petrolio-crisi-venezuela-63719/

Citazione
Morire di fame in mezzo al petrolio: Venezuela, storia di una rivoluzione naufragata
Aggiunto da Filippo Burla il 6 maggio 2017.

Si può morire di fame in un paese che ha riserve petrolifere accertate pari o addirittura superiori rispetto al paese che è il produttore di oro nero per definizione, vale a dire l’Arabia Saudita? Si può, se ti chiami Venezuela e se la rivoluzione promessa da Chavez quasi vent’anni fa è ormai finita, più che nel petrolio, nel sangue dei tanti morti in mezzo alle strade. Quasi 40 venezuelani uccisi, 717 i feriti e centinaia di arresti: sono questi i numeri delle numerose proteste di piazza che, in questi giorni, stanno mettendo a dura prova il governo di Maduro, subentrato al defunto presidente a partire dal 2013.

Al netto dei dubbi – più o meno legittimi – sulla reale natura della forte contestazione all’esecutivo, l’innesco della rabbia popolare nasce, più che da spinte straniere, da una devastante situazione interna, con una nazione sull’orlo del baratro economico e sociale. Non serve infatti scomodare gli Stati Uniti (comunque da sempre interessati a conservare il loro ‘cortile di casa’ sudamericano) per rendersi conto che la rivoluzione chavista partita nel 1999 si è risolta in un pressoché totale fallimento.

Parliamo di numeri. Dati alla mano, il Venezuela siede su qualcosa come 300 miliardi di riserve. Tanto? Poco? L’Arabia Saudita – sia pur con valori solo stimati, dato che quelli reali sono coperti da segreto di Stato – è seconda in classifica, staccata di misura di un abbondante 30%, mentre il Canada (sul terzo gradino del podio) ne ha circa la metà. Caracas può dunque contare su quasi il 20% delle riserve mondiali accertate, riserve che però non riesce in alcun modo a mettere a frutto. Buona parte dei guai legati al petrolio vanno fatti risalire al 2006, quando Chavez decise d’imperio di nazionalizzare l’intero settore. Mossa non sbagliata in teoria, visto che le sorti del Venezuela dipendono dal greggio, ma inopportuna dato che il governo si è ritrovato da un giorno all’altro senza le competenze necessarie per gestire la propria ricchezza. La manutenzione ha così cominciato a scarseggiare, non tutti gli impianti sono in funzione, il fruttuoso bacino dell’Orinoco sconta gravi ritardi nell’esplorazione sotterranea, gli operai sono pagati male e lavorano in condizione precarie. Il risultato? Rispetto ai massimi del 2005, la produzione è collassata da 3,6 a poco più di 2 milioni di barili al giorno. Il calo ha inciso sui conti nazionali doppiamente, trascinato dal ribasso nei corsi del Brent e Wti. Tanto che in certi momenti, complice anche la non sempre eccelsa qualità di tutto il greggio locale, il paese si è trovato costretto addirittura a…importarlo, per di più dagli Stati Uniti.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/05/venezuela-supermercato-300x188.jpg
supermercato venezuela

Scaffali vuoti al supermercato: un’immagine emblematica della crisi Venezuelana, dove anche il cibo è razionato

I controsensi non finiscono qui. Perché i proventi dalla vendita dei barili, che valgono il 95% delle esportazioni, finiscono poco e male alla popolazione venezuelana, dato che i conti pubblici sono da anni in condizioni precarie. La conseguenza è che oltre al petrolio il Venezuela non ha mai seriamente intrapreso un solido sentiero di crescita ed investimenti industriali e di creazione di un indotto che lo mettesse al riparto dalle fluttuazioni sui mercati. Come ad esempio ha fatto l’Iran, dove nonostante le sanzioni l’economia ha tutto sommato tenuto. Invece in Venezuela, che sconterà quest’anno il terzo consecutivo di recessione (il 2016 si è chiuso con un -16% che nemmeno in una nazione in guerra), l’inflazione dopo aver toccato il 550% nel 2015 l’anno scorso ha raggiunto il 720%, la disoccupazione è quasi triplicata e oltre il 30% della popolazione vive ancora sotto la soglia di povertà assoluta mentre quella a rischio supera il 60%. Inoltre negli ospedali mancano il 70% medicinali di base e molti cittadini si curano con farmaci inviati da parenti residenti all’estero (per chi ha la fortuna di averne, mentre gli altri devono dar fondo ai risparmi per acquistarli al mercato nero), il cibo è spesso razionato, l’energia non sempre disponibile e negli ultimi mesi ha iniziato a scarseggiare anche l’acqua potabile.

Filippo Burla
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 07, 2017, 09:37:59 am
Scherzi? Vuoi mettere con la disastrata Italia?
Così scrisse l'esterofilo senza aver connesso il cervello con la tastiera.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: bluerosso - Maggio 07, 2017, 11:40:25 am
Intervengo per la prima volta in questo topic, essendo anch'io parecchio interessato al raffronto tra il nostro paese e quello che ci circonda.

Da più di dieci anni non frequento le cabine elettorali. Nessuna.
Politiche, regionali, comunali, referendum. Sto a casa.
La politica mi appassiona, ma a votare non vado. Tie'!
Non lo suggerisco come modello per tutti, sia chiaro. E non credo che chi va a votare sia un co****ne.
Ma è un lusso che mi sono preso. Una terapia.
Fuori dall'agone le cose si vedono in maniera diversa e (a mio giudizio) più chiara.
Arrivo al punto.
Da ormai più di vent'anni questo paese è alla ricerca di una sua identità.

Ho potuto notare   ^_^    l'incapacità di inventarsi un modello "italiano" per l'Italia.
Partiti dall'entusiastico abbandono del proporzionale....attraversato il glorioso e salvifico mondo del maggioritario...stiamo mestamente ritornando al "caro e vecchio utile" proporzionale.  :doh:
Mah!

Provoco. E se invece d'inventarsi "l'Italian way for democracy" facessimo come quegli studenti, che conoscendo i propri limiti, molto più modestamente copiano dal vicino di banco e per non farsi sgamare dalla prof. ne adattano il contenuto personalizzandolo?

Mi si dirà: sai che novità!
E da decenni che si parla di cancellierato alla tedesca, premierato inglese, presidenzialismo alla francese.
Pure la Spagna è stata presa come esempio!

Bene. Quindi mi ci metto anch'io.
Ma da sospettoso delle élite...ed essendo un "popolano" di razza (non populista eh...), voglio sottoporre un bouquet (parziale e solo dagli anni ‘80) di temi legislativi sottoposti a referendum a quella stravagante etnia multilingue che è la Svizzera:

asilo politico,    contributi previdenziali,    procreazione assistita,    radiotelevisione,    transito stradale alpino,   accordi Svizzera UE,    accordi Svizzera USA,    acquisto armamenti esercito,     tassa sul pedaggio autostradale,     legge sul lavoro-artigiano-industria,    malattie trasmissibili dell’essere umano,    assicurazione malattie,    convenzione tra la Svizzera-Austria su collaborazione in ambito di fiscalità e di mercati finanziari,    convenzione tra la Svizzera-GB su collaborazione in ambito di fiscalità e di mercati finanziari,    convenzione tra la Svizzera-Germania su collaborazione in ambito di fiscalità e di mercati finanziari,    sul prezzo fisso dei libri,     previdenza professionale per la vecchiaia i superstiti e l’invalidità,     assicurazione malattie,     sugli stupefacenti e sulle sostanze psicotrope,     assicurazione obbligatoria contro la disoccupazione e l’indennità per insolvenza,    sulla cooperazione con gli Stati dell'Europa dell'Est,      sugli assegni familiari, indennità di perdita di guadagno in caso di servizio militare, servizio civile o servizio di protezione civile,     Legge federale sugli stranieri, riserve auree della Banca Centrale,     Legge federale sull'esercito e sull'amministrazione militare,    Legge federale sull’agricoltura,    Codice penale svizzero,    Legge sul mercato dell'energia elettrica……………Ecc.

                                                                                        :(

Cioè temi su cui il Potere Politico costituito ha chiesto il parere (VINCOLANTE) del suo popolo.

Risulta a qualcuno di voi che si tratti di un paese allo sbando governato da umori irrazionali nazional-popolari?

In Svizzera poi, il potere esecutivo (federale) dal 1959, si regge non su una legge, ma su un accordo politico informale chiamato “formula magica” che prevede una sostanziale pax politica e condivisione tra i maggiori partiti della responsabilità di governo.
Ripeto: “R.E.S.P.O.N.S.A.B.I.L.I.T.A.’ di governo”
La conseguenza è che nessuna fazione politica può addossare (ad alternanza) all'avversario di turno responsabilità sulle scelte strategiche della confederazione.

La Svizzera non è l’Italia naturalmente: ma non sta in Asia o in Sudamerica.
Sta in Europa, è un nostro confinante e un pezzetto di loro (tra l’altro la più conservatrice) parla la nostra lingua.

Il referendum non è ne buono ne cattivo.
E’ una metodica politica, che tra l'altro è previsto nel nostro ordinamento.
Ma solo quello abrogativo.
Appunto.


p.s. - naturalmente non mi sfugge che la Svizzera non è parte "integrante" di nessuna sovraorganizzazione politica (il seggio ONU è stato adottato solo nel 2002...e con referendum!)
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 07, 2017, 15:42:28 pm
Da più di dieci anni non frequento le cabine elettorali. Nessuna.
Eppure votare qualsiasi cosa per non far stravincere il femminista piddì gioverebbe alla causa.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 08, 2017, 20:36:42 pm
http://www.eastjournal.net/archives/83107

Citazione
UCRAINA: Passi indietro nella lotta alla corruzione
Oleksiy Bondarenko 6 giorni fa   

Nonostante gli importanti cambiamenti nella vita politica e nel corso internazionale del paese degli ultimi tre anni, la corruzione rimane ancora il punto focale dei principali problemi in Ucraina. Recentemente, una serie di emendamenti alla ‘legge anti-corruzione’ del 2014 ha provocato preoccupazione a Bruxelles, evidenziando le difficoltà dell’Ucraina nel percorso di riforme promesse.

Una legge pericolosa

A partire dal 2013 alcuni passi significativi sono stati fatti nella costituzione di un nuovo framework legislativo che ha permesso, ad esempio, di condurre un’importante riforma della polizia e aumentare il livello di trasparenza del sistema pubblico, sia tramite la gestione elettronica degli appalti (Pro-Zorro) sia attraverso l’obbligo di rendicontazione (la famosa e-declaration) per tutte le cariche pubbliche.

Ora però, dopo i numerosi scandali che coinvolgono le alte cariche dello stato, gli emendamenti firmati dal Presidente sembrano una vera e propria marcia indietro. In parole povere, la legge che impone ai funzionari statali di pubblicare il proprio patrimonio personale viene allargata, in maniera piuttosto vaga, anche a tutte le figure che collaborano con organizzazioni impegnate nella lotta alla corruzione, anche se non usufruiscono di fondi pubblici. Secondo Transparency International e Human Rights Watch, nel contesto ucraino un tale provvedimento rappresenta un duro colpo per l’indipendenza di numerose organizzazioni, giornalisti e la società civile nel suo insieme. L’equiparazione tra cariche pubbliche e attività in materia di anti-corruzione potrebbe facilmente aumentare il livello di autocensura da parte di giornalisti che rischieranno ora fino a due anni di carcere in caso della mancata presentazione della rendicontazione.

Ad esprimere la loro perplessità sono stati anche i principali partner di Kiev. Commenti negativi sono arrivati da Washington e Bruxelles che hanno espresso tutta la loro preoccupazione per la nuova stretta sulla società civile e il “passo indietro” nell’effettiva lotta alla corruzione.

Il paese più corrotto d’Europa

L’Ucraina rimane il paese più corrotto d’Europa. Secondo il recente indice di percezione della corruzione di Transparency International, il paese occupa la 131° posizione su scala mondiale insieme a Iran, Kazakistan, Nepal e Russia, scossa di recente da un significativo, almeno in termini d’immagine, movimento di protesta anti-corruzione.
Nonostante la retorica del governo, nessun cambiamento significativo è stato percepito rispetto all’anno precedente, mentre rispetto al periodo di Yanukovich la situazione sembra solo leggermente migliorata.

Nonostante i numerosi proclami, l’impegno del governo in materia di corruzione è rimasto limitato. Le istituzioni più problematiche, come la Procura Generale e i Servizi di Sicurezza ucraini, non hanno subito una vera e propria ‘lustracija’ e i tentativi di riforma del sistema giudiziario, fortemente legato a quello politico, hanno subito innumerevoli rallentamenti e rappresentano finora uno dei principali fallimenti del governo post-Maidan. Proprio per questo, la percezione pubblica della corruzione rimane alta e, secondo numerosi sondaggi, la maggior parte dei cittadini appare convinta che non ci siano stati progressi reali nella lotta alla corruzione.

L’esempio del Bureau Nazionale Anti-Corruzione (NABU) è significativo in questo senso. Creato nel 2014 su pressione del FMI e finanziato inizialmente dai partner occidentali, l’organo che dovrebbe rappresentare il baluardo nell’attività in materia di anti-corruzione è stato oggetto di costanti pressioni politiche che ne hanno ridotto l’autonomia, limitato le capacità di coordinamento con le altre istituzioni e il budget a disposizione.

Problema politico

Il governo di Volodymyr Groysman rimane fragile e instabile. Il percorso delle riforme dipende, ora più che mai, dai gruppi politici affiliati ai principali oligarchi che, in assenza di una chiara maggioranza, usano il loro sostegno come carta per negoziare i propri interessi con il governo.

I recenti scandali, come il presunto coinvolgimento di Poroshenko in complessi schemi corruttivi e i suoi fondi offshore emersi dai Panama Papers rappresentano solo la cima dell’iceberg di un sistema che, rispetto a quello fortemente cleptocratico di Yanukovich, sembra cambiato solo in superficie.

    “Le persone che lottano con la corruzione devono essere cristalline, altrimenti tutto assume la forma di auto-promozione e pubblicità politica. Davanti alla legge devono essere tutti eguali. E nessuno deve avere delle illusioni – se qualcuno grida ‘acchiappa il ladro’, questo non significa che a esso stesso è permesso di rubare.”

Non sono le parole di Poroshenko pronunciate prima di inferire l’ultimo colpo alla società civile, ma di Vladimir Putin che commentava così l’attività di Navalny nel 2013. Forse, almeno in questo, Russia e Ucraina sono più vicine di quello che si possa credere.


Chi è Oleksiy Bondarenko
Nato a Kiev nel 1987. Laureato in Scienze Internazionali e Diplomatiche presso l'Università di Bologna (sede di Forlì), si interessa di Russia, Asia Centrale e dello spazio post-sovietico. E’ Research Fellow per l’area Russia e Asia Centrale presso OPI - Osservatorio di Politica Internazionale. Per East Journal si occupa di Ucraina.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 13, 2017, 20:47:01 pm
http://www.eastjournal.net/archives/83107
Citazione
UCRAINA: Passi indietro nella lotta alla corruzione
Oleksiy Bondarenko 6 giorni fa

Il paese più corrotto d’Europa

L’Ucraina rimane il paese più corrotto d’Europa. Secondo il recente indice di percezione della corruzione di Transparency International, il paese occupa la 131° posizione su scala mondiale insieme a Iran, Kazakistan, Nepal e Russia, scossa di recente da un significativo, almeno in termini d’immagine, movimento di protesta anti-corruzione.

Tipico commento dell'italiano medio, ignorante come una capra, che nei miei 46 anni di vita avrò ascoltato 100mila volte (il primo di questi fu mio padre).
Connazionali talmente ignoranti da non sapere che la gran partte dei paesi del pianeta Terra sono peggio, o molto peggio, della corrotta Italia.
https://groups.google.com/forum/#!topic/it.discussioni.auto/JN1uOe-IksI

Citazione
Jason X    
27/08/12
Nel suo scritto precedente, ceppone ha sostenuto :

> Eh giᅵ. Qui da noi invece chi scioglieva nell' acido i bambini ᅵ a spasso.
> Siamo un faro per le Nazioni della Terra.

No no, lungi da me indicare lo stato italiano come esempio positivo.
Sostengo da sempre che la Repubblica Italiana sia lo stato piᅵ ladro, marcio, inetto e indegno sulla faccia della terra, in tutte le sue componenti, giustizia compresa.


Connazionali che nessuno obbliga a restare in Italia e che potrebbero benissimo fare le valigie e trasferirsi altrove.
Magari in Sud Africa o in Somalia; al limite in Colombia o in Honduras, ovvero paesi notoriamente tranquillissimi, dove regnano la pace, la prosperità e l'amore e non vi è traccia alcuna di violenza e corruzione...
E invece no, seguitano a restare qui e a rompere le palle con i loro discorsi dementi, da bravi italiani esterofili e disfattisti quali sono.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: claudio camporesi - Maggio 13, 2017, 22:10:39 pm
Purtroppo, Frank , hai ragione : uno dei peggiori difetti italici e' la esterofilia acritica.

Io stesso non ne ero indenne , visto il mio remoto innamoramento per gli USA : ma quando mi sono accorto che il sogno americano spesso era un incubo , e, paesaggi a parte ( quelli sì che sono veri) , comunque sempre fasullo.E , come ho già' detto , mi sono sentito tradito.

Ci hanno creato un epopea  , cinematografica , letteraria, artistica .
Un poco come gli antichi Greci avevano fatto con Iliade ed Odissea.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 14, 2017, 19:15:48 pm
Citazione da: Frank
E non sto parlando solo dei romeni o degli albanesi odierni; no, mi riferisco anche a quelli di vent'anni fa, ossia un'epoca in cui l'Europa dell'est era nella merda più totale.
Beh, neppure loro usavano i toni sprezzanti tipici dei nostri connazionali, che a me fanno soventemente prudere le mani.

I romeni di cui parlo conobbero questa realtà.

Citazione
    ROMANIA
    Proibito piangere
    di Rossella Simone

    Grazie a Elena Ceausescu, moglie del conducator Nicolae, in Romania soffia un
    ponentino a favore dell'emancipazione della donna. Donne ai vertici delle industrie,
    capo-fabbrica, docenti all'Università, in carriera politica. In effetti Elena Ceausescu,
    69 anni, laureata in chimica nel 1976, quando era già first lady, si fregia di ben 26
    titoli accademici acquisiti a tempo record.
    Nella vita lavorativa la donna rumena è equiparata in tutto all'uomo. L'orario di lavoro
    è di quarantasei ore e gli operai e operaie sono portate sui posti di lavoro in fabbrica
    o nei campi con un camioncino malandato che li va a riprendere anche dopo quattro o
    cinque giorni.
    I giorni di festa e le domeniche sul calendario non sono segnati in rosso.
    Alla sera, quando è possibile, marito e moglie si ritrovano nella penombra - è consentita
    solo una lampadina da 45 watt per casa - e preparano insieme la cena. Cavoli e pomodori.
    Non c'è gas per bollire un uovo e poi nelle città un uovo non lo si trova nemmeno.
    I termosifoni non raggiungono i dieci gradi e l'energia viene erogata casualmente per poche
    ore al giorno. In una notte di meno dieci gradi nell'inverno del 1985, la professoressa di
    statistica Gabriela Cressi e suo marito Grigore Hagiu, popolare poeta, si sono addormentati
    vicino al fuoco. Durante il sonno il gas è mancato e poi ha ripreso a uscire. Non si sono più
    svegliati. Molti sono i divorzi causati dai disagi del vivere quotidiano e poi non si riesce a
    mettere qualcosa sotto i denti nemmeno con due stipendi. I più fortunati hanno i genitori
    oppure i suoceri che verso le tre di notte, escono di casa con la loro inseparabile bisaccia,
    per trovare qualcosa da mangiare.
    La politica economica di Ceausescu ha infatti ridotto il paese alla fame. Tutta la produzione
    economica della Romania, che è una immensa distesa di campi coltivati e di pascoli, sparisce
    per l'esportazione o per le tavole della nomenklatura - più di centoventi sono i parenti della
    famiglia del conducator nei posti di potere - oppure viene venduta a prezzi esorbitanti
    al mercato nero. Le donne più anziane con  i bambini più piccoli rimangono in coda per ore,
    pazienti, lavorando all'uncinetto. Le più giovani con discrezione si avvicinano ai turisti per
    pagare con i loro leva, la moneta rumena, caffè, scatolette di carne, qualcosa da mangiare
    per i loro figli. In silenzio perché parlare con uno straniero è vietato e la securitate, la
    polizia politica di stato, sorveglia su tutto.
    Ma, Se è proibito piangere, come dice il titolo di un libro della rumena Maria Mailat da due
    anni esule in Francia, le donne non perdono la speranza e la voglia di lottare.
    Molte tentano di scappare verso il campo di Debrecen in Ungheria attraverso interminabili
    paludi, altre verso la Iugoslavia a nuoto sul Danubio.
    Molte ce la fanno, altre come Vasilica Bruta e Emilia Popescu vengono catturate dalle guardie
    di frontiera, picchiate e spedite per almeno un anno e mezzo nella prigione di Oradea.
    Nel campo di Padinska Skela, vicino a Belgrado, è arrivato in agosto un rumeno disperato.
    La moglie era stata uccisa di notte mentre a nuoto cercavano di raggiungere la riva iugoslava
    di Kladovo. La Militia spara a tutto quello che si muove. Molte donne invece combattono
    in patria per i loro diritti ma Ceausescu non ama le critiche. La moglie di Dimitru Mircescu che
    insieme al marito chiedeva il rispetto dei diritti dell'uomo, è morta lanciata da una finestra di
    casa sua dalla polizia, nell'ottobre del 1986. Dimitru è internato da due anni in un ospedale psichiatrico e di lui non si sa più nulla.
    Doina Cornea, insegnante di francese all'Università di Cluj, è diventata nel 1982 la figura
    emblematica dell'opposizione al regime. Nell'agosto 1988 ha indirizzato una lettera aperta,
    firmata da altre 28 persone tra cui nove donne, a Ceausescu, per protestare contro la
    "sistematizzazione territoriale" varata all'inizio dell'anno.
    Tale piano prevede la distruzione di più di metà dei 13mila villaggi rumeni e il trasporto
    forzato dei loro abitanti in 558 "centri agroindustriali", casermoni fatiscenti di cemento,
    addossati alle città, con la cucina in comune e il cesso in cortile.
    Tutto questo sradicamento per recuperare il tre per cento di terreno agricolo, per alzare
    l'indice di urbanizzazione e soprattutto per assimilare le minoranze magiare, tedesche, slave
    e zingare "all'uomo nuovo rumeno con una unica nazionalità".
    Da allora Dorina Cornea ha perso il lavoro, è agli arresti domiciliari, il suo telefono è isolato,
    la corrispondenza intercettata, non può ricevere visite. Sotto la sua casa stazionano agenti
    della securitate. Ma, con ostentato orgoglio la rivista ufficiale Femeia - la donna -
    continua a mostrare donne e bambini che appaudono Ceausescu, "artefice della grandiosa
    epoca in cui viviamo".
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 14, 2017, 19:32:44 pm
Cos'è successo, è sparito un mio precedente post?  :hmm:
E perché appare "claudio camporesi" anziché "Frank", nel suddetto, precedente post?

Citazione
Quote from: claudio camporesi on Yesterday at 22:10:39

    E non sto parlando solo dei romeni o degli albanesi odierni; no, mi riferisco anche a quelli di vent'anni fa, ossia un'epoca in cui l'Europa dell'est era nella merda più totale.
    Beh, neppure loro usavano i toni sprezzanti tipici dei nostri connazionali, che a me fanno soventemente prudere le mani.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Hector Hammond - Maggio 14, 2017, 20:25:13 pm
Purtroppo, Frank , hai ragione : uno dei peggiori difetti italici e' la esterofilia acritica.

Io stesso non ne ero indenne , visto il mio remoto innamoramento per gli USA : ma quando mi sono accorto che il sogno americano spesso era un incubo , e, paesaggi a parte ( quelli sì che sono veri) , comunque sempre fasullo.E , come ho già' detto , mi sono sentito tradito.

Ci hanno creato un epopea  , cinematografica , letteraria, artistica .
Un poco come gli antichi Greci avevano fatto con Iliade ed Odissea.
L'america è un paese molto oscuro , anche non ultima causa , è impregnato di massoneria che un'effetto sulle menti c'è l'ha , eccome !!!
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 14, 2017, 20:27:00 pm
L'america è un paese molto oscuro , anche non ultima causa , è impregnato di massoneria che un'effetto sulle menti c'è l'ha , eccome !!!

Gli USA, nel bene e nel male, sono un paese affascinante.
O meglio, almeno per me, lo erano (affascinanti).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Maggio 14, 2017, 20:28:36 pm
Cos'è successo, è sparito un mio precedente post?  :hmm:
E perché appare "claudio camporesi" anziché "Frank", nel suddetto, precedente post?

Non ne ho idea. Dove si trova quel tuo post originale?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 14, 2017, 20:31:54 pm
Non ne ho idea. Dove si trova quel tuo post originale?

Boh... l'avevo precedentemente postato qui.
In ogni caso, non c'è problema, lo riscriverò alla prossima occasione.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Maggio 14, 2017, 20:34:24 pm
Boh... l'avevo precedentemente postato qui.
In ogni caso, non c'è problema, lo riscriverò alla prossima occasione.

Sul registro moderazione non compare nulla. Comunque ho modificato il quote di quel post. Ora risulta una tua citazione.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Hector Hammond - Maggio 14, 2017, 20:35:51 pm
Gli USA, nel bene e nel male, sono un paese affascinante.
O meglio, almeno per me, lo erano (affascinanti).
Il fascino nasce spesso da qualcosa di sotterraneo , mi capitò la ventura di conoscere un massone italiano che spesso andava in america e che sentiva quel suo paese come una seconda patria .
C'è un certo parallelismo tra la ricerca di nuove frontiere da superare , tipicissimo americano concetto di vita alla ricerca esoterica che si fa nelle logge . Il fondo di similitudine in comune è quello dell'uomo che cerca di superare i suoi limiti .Che poi questo porti a nulla o ad una società spietata poco gli importa  :hmm: ...
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 14, 2017, 20:36:44 pm
Sul registro moderazione non compare nulla. Comunque ho modificato il quote di quel post. Ora risulta una tua citazione.

Ok, grazie.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: claudio camporesi - Maggio 14, 2017, 21:17:07 pm
Cit
Cos'è successo, è sparito un mio precedente post?  :hmm:
E perché appare "claudio camporesi" anziché "Frank", nel suddetto, precedente post?
"...........

Hei Frank ,non te la vorrai prendere con un povero vecchio e sciancato...
(Ovviamente scherzo.)

Siamo stati tutti e due traditi da una infatuazione per gli USA, o meglio , dalla idea che ce ne eravamo fatti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 14, 2017, 21:38:53 pm
Io un po' il mito c'è l'avevo da bambino, con la politicizzazione già al liceo son diventato critico nei confronti degli Iuessei.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 14, 2017, 23:47:11 pm
Cit
Cos'è successo, è sparito un mio precedente post?  :hmm:
E perché appare "claudio camporesi" anziché "Frank", nel suddetto, precedente post?
"...........

Hei Frank ,non te la vorrai prendere con un povero vecchio e sciancato...
(Ovviamente scherzo.)

Siamo stati tutti e due traditi da una infatuazione per gli USA, o meglio , dalla idea che ce ne eravamo fatti.
Nessun post è stato cancellato o alterato, almeno non da me.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 15, 2017, 01:10:47 am
http://www.aldogiannuli.it/italiano-quarta-lingua/

Citazione
Italiano quarta lingua al mondo? Gli unici a sorprendersi sono gli italiani.

Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Le analisi, Osservatorio Globalizzazione   

Un paio di settimane fa, la stampa italiana dava, con un certo stupore, la notizia che l’Italiano è la quarta lingua studiata nel mondo, dopo inglese, spagnolo e cinese, non riuscendo a spiegarsene il perchè.

Le prime tre sono abbastanza logiche: l’inglese è la lingua di un miliardo e mezzo di persone (mettendo nel conto anche gli indiani) ed è la principale (ma non l’unica) lingua franca del Mondo. Lo spagnolo è la lingua di mezzo miliardo di parlanti ed è in rapida espansione negli Usa; quanto al cinese, non solo è la prima lingua di un miliardo e mezzo di parlanti, ma è la lingua del principale paese emergente (forse è meglio dire ”Emerso”) e seconda potenza mondiale. Sin qui tutto spiegabile.

Invece, inspiegabile è che sia quarta l’Italiano, lingua di poco più di sessanta milioni di parlanti (forse settanta se ci mettiamo dentro eritrei, albanesi, somali che lo conoscono e un po’ di italiani all’estero), di un paese relativamente piccolo ed in decisa decadenza, ignorato dalle grandi potenze e ridicolizzato dai suoi piccoli politici passati e presenti.

Precede lingue come il francese, il tedesco, il russo, il portoghese, il giapponese, come si spiega? Il guaio è che i giornalisti italiani sono molto ignoranti e, quel che è peggio, non fanno nessuna ricerca prima di scrivere.

Allora vediamo qualcosa che può spiegare questo strano fenomeno. Prima di tutto, si dimentica che l’italiano è la lingua franca di uno dei principali soggetti geopolitici mondiali: la Chiesa Cattolica. La lingua ufficiale della Chiesa, come si sa, è il latino, ma quella in uso fra i prelati (e spesso anche i semplici preti) di nazioni diverse è soprattutto l’Italiano che è parlato correntemente in Vaticano ed usata prevalentemente dal Papa, vescovo di Roma, anche se non si tratta più di un italiano da quasi quaranta anni. Ed anche in ordini religiosi con i salesiani o i gesuiti, la lingua corrente è l’italiano.

Poi c’è da considerare che l’Italia è uno dei paesi che ha avuto una cospicua emigrazione nell’ultimo secolo: circa 40 milioni di persone sparse soprattutto in Argentina, Usa, Canada, Australia, Germania, Francia e Belgio e non pochi figli e nipoti si sono mantenuti bilingui. Fra l’altro (la cosa non ci inorgoglisce ma deve essere registrata su un piano avalutativo) l’Italiano è spesso usato fra gli uomini di Cosa Nostra o fra gli ‘ndranghetisti sparsi per il mondo ea altre organizzazioni criminali come i colombiani. E anche questo è un fenomeno sociale.

C’è poi l’importanza dell’Italiano sul piano culturale ed anche qui si sono dimenticate troppe cose. In primo luogo si dimentica che l’italiano è la lingua principale del melodramma e nel mondo ci sono tanti melomani che apprezzano molto la nostra musica lirica, basti pensare al successo mondiale avuto da Pavarotti dagli anni ottanta in poi.

Poi la letteratura italiana è sicuramente una delle primissime a livello mondiale; non mi interessa stabilire se sia la prima in assoluto (anche se non mi stupirebbe affatto constatarlo), mi basta sottolineare come essa abbia uno sviluppo continuo nel tempo da XIII secolo in poi, con capolavori di livello mondiale, in tutti i secoli. Quello che non mi pare si possa dire allo stesso livello delle letterature di Inghilterra, Francia, Germania, Spagna e Russia che presentano maggiore discontinuità.

Chi voglia avere una idea del “peso” della letteratura italiana, può consultare la monumentale collana di testi della Ricciardi, ma ripeto che non ha senso stare a stabilire se si tratti della prima in assoluto, basti considerare che certamente è fra le primissime. E non sorprende che ci siano autori italiani (da Petrarca a Gramsci o Leopardi) più amati e letti all’estero che in Italia. Ma qui c’è il ruolo della scuola, il cui principale scopo è far odiare agli studenti tutto quello che fa loro studiare.

Del peso dell’arte italiana, in particolare del Rinascimento, ma non solo, non è il caso di dire e questo spiega (altra cosa non sufficientemente considerata) che l’Italia sia una delle principali mete turistiche nel Mondo.

E, infine (anche la cultura “materiale”, ha il suo peso) tanto la gastronomia quanto la moda nel Mondo parlano spesso italiano.

Che morale possiamo ricavare da questa terribile sproporzione fra l’apprezzamento che la cultura e la lingua italiana riscuotono nel mondo e la pochezza dell’autostima degli italiani? Semplicemente che gli italiani del tempo presente sono impari rispetto al patrimonio culturale che li sovrasta. Peccato.

Aldo Giannuli

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Ogni tanto capita pure di imbattersi in qualche italiano pensante.

Citazione
ilBuonPeppe

11 febbraio 2015 a 08:29 | #

Purtroppo (e i commenti qui sopra ne sono ulteriore conferma) in Italia è estremamente diffuso l’autorazzismo. Una situazione molto comoda per chi vuole continuare a fare i propri porci comodi sulle nostre teste.
Finché non ci libereremo di questo complesso di inferiorità,
non solo non avremo peso a livello internazionale, ma continueremo ad essere schiavi dei delinquenti che ci governano e dei loro mandanti.


Citazione
Paolo Marinelli

23 febbraio 2015 a 08:19 | #


Caro ilBuonPeppe,
ho letto l’articolo del dott. Giannuli con grande stupore nonchè piacere e soddisfazione.
E’ talmente raro leggere qualche aspetto positivo e costruttivo circa il nostro vituperato grande Paese, che quando capita salta subito all’occhio e lo sconforto e la frustrazione derivante dall’autorazzismo e auto dileggio quotidiano per qualche attimo si fan da parte.


Purtroppo, sono bastati pochi attimi dopo aver terminato di leggere l’articolo per ritrovare i soliti imbecilli autorazzisti, perchè di tali soggetti si tratta.
Con la certezza di chi sa di sapere, c’è chi innervosito non perde tempo a smentire le informazioni oggettive esposte nell’articolo, troppo “pro” italia..giammai, è inaccettabile per questi individui che qualcosa sia buono e positivo in Italia.
Altri, più che stizziti, si “aggrappano” a dati fondati sul nulla (cioè il nulla che caratterizza le proprie menti chiuse e autorazziste) per provare a sostenere che la malavita centri molto con la diffusione (per loro) anomala della nostra bellissima lingua.


E’ davvero triste dover ogni giorno leggere imbecilli di questo calibro. E qui i commenti rispecchiano il livello infimo dei tanti (per fortuna sono la minoranza) autorazzisti che odiano se stessi e il proprio Paese di riflesso.

E concludo, giustissima e perfetta l’osservazione per il quale occorrerebbe tener ben presente il perchè questo autorazzismo è tanto diffuso nel nostro Paese.. qui prodest?
Chi lo alimenta quotidianamente? A chi giova tenere un popolo come il nostro nel complesso d’inferiorità e col senso di colpa perenne per colpe che forse andrebbero rianalizzate in modo indipendente? Ecco l’importanza della ricerca storica, tanto per fare un esempio… ed ecco perchè l’introduzione del negazionismo per legge, che poi è il reato di opinione si mostra per quello che è a occhi attenti e indipendenti.


Il mio augurio va a lei e tutte le persone che ogni giorno, nel proprio piccolo amano questo Paese, per davvero, cercando di migliorarlo e difenderlo col cuore.

Qui non si tratta di becero nazionalismo fine a se stesso, che puo’ essere cieco e cialtronesco, qui si tratta di apprezzare chi si è, la propria identità, la propria Storia e cultura. La lingua di una nazione è importantissima.
Ritroviamo il nostro orgoglio nazionale, il primo fondamento per perseguire l’interesse nazionale.

Questo passaggio non lo condivido:
Citazione
E qui i commenti rispecchiano il livello infimo dei tanti (per fortuna sono la minoranza) autorazzisti che odiano se stessi e il proprio Paese di riflesso.
perché i c.d. autorazzisti sono la maggioranza degli italiani e non certamente la minoranza.
Ma vabbè...


Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 15, 2017, 02:11:30 am
Grande post. L'italiano ha rimontato in pochi anni lingue tradizionalmente più studiate come il francese e il tedesco. :italia1: :italia2:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 15, 2017, 08:41:47 am
Contento anch'io per l'Italica favella (anche se la mia è il sardo).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Maggio 20, 2017, 18:04:36 pm
Perdonate la mia repulsione totale per il popolame italiano, ma qualcuno sa indicarmi in quanti altri cazzo di paesi di questo globo viene organizzata una manifestazione pro-immigrazione, in uno Stato in piena emergenza sbarchi, dove le losche Ong compiono impunemente i loro crimini e vanno a prendere i clandestini sulle coste dei loro paesi d'origine, dove le criminali cooperative locali lucrano sull'invasione, dove le città sono ridotte ad una fogna a cielo aperto per colpa di questa gente, dove due giorni prima una di queste risorse boldriniane ha accoltellato una pattuglia mista di poliziotti e soldati??

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/sinistra-marcia-coi-migranti-buonismo-che-produce-razzismo-1399651.html   

Qualcuno sa indicarmi altri Stati dove accadono questi folli paradossi?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 20, 2017, 18:21:18 pm
Io infatti oggi sto alla larga da certi posti in cui passano certe marce...
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 20, 2017, 18:24:40 pm
http://www.casanostracasavostra.cat/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/20/barcellona-come-lontana-litalia-un-mare-di-gente-in-strada-in-difesa-dei-rifugiati/3403261/

Citazione
Andrea Lupi e Pierluigi Morena | 20 febbraio 2017

Barcellona è una città in contro-tendenza rispetto a quella parte di Europa ammaliata dalle sirene del nazionalismo, delle barriere e della xenofobia. Un fiume in piena di gente – 160.000 per le autorità di polizia, 350.000 per gli organizzatori – si è presa il centro della città catalana per una marcia festosa in favore dei rifugiati e per la solidarietà. Prou excuses. Acollim ara! (Basta scuse. Accogliamo ora!) è stato lo slogan che ha riunito il popolo della solidarietà, in quella che, dall’inizio della crisi dei rifugiati, è da considerarsi come la più grande manifestazione continentale per l’integrazione.


Casa nostra, casa vostra è l’associazione organizzatrice della campagna, un’unione di cooperanti, operai, studenti e professionisti – tra essi giornalisti, architetti e avvocati – con esperienza nei campi di rifugiati installati nelle zone di frontiera tra la Grecia e la Macedonia. Il manifesto dell’associazione è un inno all’inclusione, un richiamo alla necessità di un’applicazione piena dei principi contenuti nella Dichiarazione dei diritti dell’uomo e dei valori fondanti dell’Unione europea.

Le oltre 72.000 adesioni al manifesto pubblicato sul sito degli organizzatori (www.casanostracasavostra.cat) costituivano un buon presagio per la riuscita dell’evento, tuttavia nemmeno i più ottimisti potevano sperare in una manifestazione così partecipata, con rappresentanti di oltre 200 associazioni a sfilare dalla centralissima piazza Urquinaona – situata a poche centinaia di metri dalle Ramblas – verso la Via Laietana, principale arteria cittadina. Sindacati, Ong, delegati di gruppi universitari, associazioni come No més morts, obrim fronteres (“Non più morti, apriamo le frontiere”), Catalunya, terra d’acollida (“Catalogna, terra d’accoglienza”), SOS Racisme e Stop Mare Mortum a precedere politici di ogni schieramento, rappresentanti di formazioni indipendentiste, socialisti federalisti, o forze collocate più a sinistra, come Podemos.

Ada Colau è il sindaco che dal giorno del suo insediamento ha fatto apporre lo striscione “Refugees welcome” sul balcone del Municipio, nella monumentale plaça Sant Jaume, sabato ripeteva con orgoglio di essere il primo cittadino della Capitale internazionale della pace e dei diritti umani. Una manifestazione che ha riunito decine di migliaia di persone – di sabato pomeriggio quando scuole, università e uffici sono chiusi – per reclamare a gran voce principi che toccano direttamente la sfera di altri.

Com’è lontana l’Italia bloccata sui social a lamentarsi di tutto, come sono lontane le sparate del leghista Salvini che proprio il 18 febbraio ha parlato della necessità di “una pulizia di massa, strada per strada”. Eppure, anche lui, al tempo di “Roma ladrona” era un fiero sostenitore dell’indipendentismo catalano, movimento però, da sempre solidale, da sempre europeista.
di Andrea Lupi e Pierluigi Morena | 20 febbraio 2017
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 20, 2017, 18:34:38 pm
Quello dell'Italia, così come della Spagna e di altri Paesi dell'Europa dell'Ovest, è un destino segnato.
Ma, paradossalmente, è giusto così, perché chi è totalmente imbecille deve estinguersi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 20, 2017, 19:31:16 pm
L'accoglienza acritica favorisce solo i piani di speculatori, mafie e paramafie.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2017, 21:01:52 pm
Quello dell'Italia, così come della Spagna e di altri Paesi dell'Europa dell'Ovest, è un destino segnato.
Ma, paradossalmente, è giusto così, perché chi è totalmente imbecille deve estinguersi.
Scusate, ma ancora non è segnato nella misura in cui la gente può svegliarsi e mi pare che ci siano ampi margini - povertà e disoccupazione fanno miracoli - per essere ottimisti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 20, 2017, 21:05:41 pm
Mah... io mi aspetto ben poco sia dagli italiani che dagli europei occidentali in generale.
Anzi, in verità non mi aspetto proprio nulla.
E' una società sostanzialmente femminea, ragion per cui è destinata ad essere sottomessa da popoli più maschili, aggressivi e vitali.

In ogni caso chi vivrà vedrà.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: claudio camporesi - Maggio 20, 2017, 21:29:58 pm
Vicus la speranza  mi farebbe parteggiare per te , ma il raziocinio mi fa propendere per Frank.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2017, 22:03:54 pm
Che dire, finora non mi sono mai illuso e la speranza mi ha sempre dato ragione, essendo basata su elementi concreti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 20, 2017, 22:07:37 pm
Mah... io mi aspetto ben poco sia dagli italiani che dagli europei occidentali in generale.
Anzi, in verità non mi aspetto proprio nulla.
E' una società sostanzialmente femminea, ragion per cui è destinata ad essere sottomessa da popoli più maschili, aggressivi e vitali.

In ogni caso chi vivrà vedrà.
E' possibile ma questo stato di cose è mantenuto artificialmente e non si può nascondere la realtà a lungo: disoccupazione, povertà, invasione di migranti sostenuta dal malaffare, divorzi ecc. sono sempre più sotto gli occhi di tutti. Inoltre le istituzioni sono sull'orlo della bancarotta.
La buona notizia è che una presa di coscienza (leggi sana inca**atura) da parte dei cittadini sarebbe risolutiva, per questo le istituzioni la temono sommamente e ci fanno ogni giorno la morale su flessibilità nel lavoro, razzismo ecc.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 21, 2017, 05:39:12 am
https://www.youtube.com/watch?feature=youtu.be&v=rzJhNOrZhF0&app=desktop
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2017, 05:59:41 am
Appunto. Aggiungo che lo scopo di chi tira le fila non è creare una società matriarcale né islamizzare l'Europa (cosa frega a Soros e Microsoft di avere un'Europa islamica? A chi mai converrebbe?) Questi rivolgimenti sono voluti, il burattinaio manovra a un tempo femminismo, politicamente corretto e Islam; su quest'ultimo c'è una consegna di non belligeranza, cui le femministe obbediscono ciecamente, fino a quando non ci sia sufficiente pressione per fare esplodere la pentola.
Il pessimismo, l'apatia, il disfattismo sono artificialmente indotti e continueranno ad esserlo fino a quando farà comodo al sistema per favorire la pars destruens.

Lo scopo di tutto questo è semplicemente cambiare alcuni equilibri (per esempio balcanizzare gli Stati-nazione, spostare lo sviluppo in Asia ecc.) Una volta ottenuto questo, per consolidare i nuovi equilibri il burattinaio tornerà ad esaltare valori stabili e MASCHILI, come anche patria, famiglia ecc. Si veda quel che accadde negli anni '20 (femministi) e dopo la 2° Guerra Mondiale fino al '63 circa.

Negli anni '60 la Scuola di Francoforte elaborò il modo di determinare salti di paradigma (paradigm shifts) attraverso eventi traumatici collettivi (turbulent environments),
quali appunto femminismo, diritti umani rovesciati dai tribunali e invasione dei migranti.

Capire questo è fondamentale per comprendere l'attuale situazione e contribuire a risolvere la Questione Maschile.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 21, 2017, 07:00:04 am
Vicus, non è solo una questione di chi tira le fila o meno.
E' anche e soprattutto questione che quelli europei (dell'ovest) sono popoli vissuti per decenni nel benessere materiale e pertanto rammolliti dal suddetto benessere.
La voglia di combattere ed anche di mettere in gioco la propria vita, può averla solo chi nasce nella merda e non ha nulla da perdere.
Si rischia la propria pelle quando non si ha futuro, prospettive e si è dei giovani maschi.
Pertanto vivere o morire non fa molta differenza.
Ma ne fa molta nel caso "nostro", cioè quando si ha ancora molto da perdere, non si è più giovani e consequenzialmente non si è disposti a farsi ammazzare.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2017, 07:28:40 am
Tutto ciò è vero, lo disse anche Huxley l'autore di Brave New World, ma siamo ancora maggioranza e c'è già tanta gente (disoccupata anche giovane) che non ha nulla da perdere e non ha troppa voglia di veder cancellata la propria civiltà (e il modello di vita dell'iPhone).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 21, 2017, 10:12:27 am
Vicus,  non me la vedo la gente che lotta per la civiltà dell'Iphone,  al massimo che lotta per saltare la fila davanti agli Apple Store.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2017, 13:08:43 pm
Sono prove generali:)
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Maggio 21, 2017, 21:57:07 pm
http://www.casanostracasavostra.cat/

http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/02/20/barcellona-come-lontana-litalia-un-mare-di-gente-in-strada-in-difesa-dei-rifugiati/3403261/

Ah bene, siamo in buona compagnia della Spagna, un'altra moderna società di merda occidentale. Io comunque non mi sono mai spiegato e mai mi spiegherò, come e da dove nascono questo genere di mentalità generalizzata da coglioni, sottomessi e perdenti cronici. Per me è incomprensibile che un essere umano pensante sragioni in tal modo...Mha....
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Maggio 22, 2017, 01:03:07 am
Le clientele non sono lì per nulla. Inoltre c'è tutta una miriade di associazioni eco-idiote, pseudoumanitarie e così via che al momento opportuno trascina la gente in piazza senza che quasi sappia perché (chi sarebbe mai contrario ad "aiutare i rifugiati"?)
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Maggio 22, 2017, 18:39:51 pm
http://www.cronaca-nera.it/3006/quello-che-la-tv-non-dice-omicidi-sempre-di-meno

Citazione
Quello che la tv non dice: gli omicidi (e non solo) sono sempre di meno
di Fabio Sanvitale

12 febbraio 2014

L’avreste mai detto? I numeri dei crimini più pericolosi sono quasi tutti in calo, in Italia. E non da un anno, anzi è una tendenza che va avanti da diversi anni. A dispetto di quello che vi racconta la televisione. Ci siamo fatti un giro tra le statistiche ufficiali di Eurostat, quindi i dati dell’Unione Europea: vediamo, ad esempio, i dati che vanno dal 2008 al 2010, gli ultimi disponibili.

Scopriamo che in Italia i furti d’auto da 230.000 (2008) sono scesi a 197.000 (2010), con riduzioni in tutte le regioni. Che gli omicidi sono passati da 654 a 567, anche se qui i risultati sono disomogenei per regioni. Infatti, se alcuni cali sono vistosi (Lombardia da 84 a 66, Veneto da 33 a 19, Emilia- Romagna da 37 a 28, Lazio da 54 a 36, Campania da 116 a 67) , altre regioni sono in controtendenza: Piemonte da 29 a 42, Abruzzo da 3 a 8, , Puglia da 50 a 64, Sicilia da 54 a 65.

La riduzione, poi, come spiega Marzio Barbagli (professore di sociologia all’università di Bologna) qui è anzi in atto da un bel pezzo, anche se quasi nessuno ne parla: si vede che non fa notizia. Eppure è vero: nel 1990 avevamo 1770 omicidi, nel 2012 – dice Barbagli – sono stati 528. E’ un calo impressionante.

Colpisce anche la situazione dei furti, scesi da 64.000 a 48.000, mentre crescono quelli in appartamento: da 153.000 a 171.000, con aumenti in tutte le regioni. Ma i dati Eurostat ci servono anche e soprattutto per fare raffronti tra le nostre città e quelle dei 28 stati membri dell’Unione. Tra Italia ed Europa. In questo caso le cifre vanno dal 2003 al 2012 e quindi disegnano una tendenza statisticamente interessantissima.

Sapete qual è la capitale europea col maggior numero di omicidi? Ankara, con una media di 156 l’anno. Seguono: Londra 153, Atene 62, Berlino 59, Madrid 40. Se vi sorprende Bruxelles, nona a quota 34, sarete ancora più sorpresi di sapere che Roma è “solo” quattordicesima a quota 29, ben lontana dai 36 di Parigi…

statisticheVediamo adesso altre cifre interessanti. Partiamo dal numero generale di crimini per nazione e facciamo sempre una media tra tutti i risultati finali dal 2003 al 2012. Sapete qual è il paese europeo che ne ha di più? La Germania, con oltre 6 milioni di reati. Seguono la Gran Bretagna con 5.300.000, la Francia con 3.700.000, poi Spagna e Italia quasi appaiate a quota 2.670.000. Subito dopo, indovinate un po’? Svezia e Norvegia, di cui abbiamo un’immagine ordinata e pacifica. Sono cifre che colpiscono: di tutte le nazioni che ci precedono abbiamo l’immagine di posti dove la legge viene fatta rispettare con più serietà e severità, dove non si sgarra. Ma allora come mai ci precedono in classifica? Proviamo a prendere in mano la calcolatrice per fare la controprova. Dividiamo il numero dei reati per quello degli abitanti. Non si sa mai. Beh, sempre primi i tedeschi in coabitazione con gli inglesi (viene da dire: che ci restino) con una media di 1 reato ogni 0,08 abitanti. Quindi i francesi alla media di 0,06; gli spagnoli a 0,05 e solo dopo noi a 0,04.

Non vi viene qualche dubbio sul tipo di informazione che ricevete dalla tv, dove sembriamo costantemente un posto di omicidi, scene del crimine e pericoli in agguato?

E ora la media degli omicidi. Volete sapere il paese più pericoloso? Subito serviti. La Gran Bretagna con 841 assassinii all’anno, poi la Francia alla bella media di 803 omicidi, seguita dalla Germania a 752, Italia a 652, quindi Spagna a 456: grosso modo lo stesso ordine di prima.

I crimini violenti (e tenete conto che per Eurostat includono aggressioni, stupri e rapine con uso violenza): stravince la Gran Bretagna alla siderale media di 932.000 l’anno, poi la Francia con 319.000, poi la Germania a 207.000, Italia 137.000, Norvegia a 128.000, Belgio a 117.000,Spagna 112.000. Ancora una volta: guardate dove siamo. Vorreste abitare in Inghilterra?

La classifica dei furti in generale (Francia 118.000, Spagna 90.000, Gran Bretagna 89.000, Italia 63.000, Germania 52.000) e quella dei furti in appartamento (Gran Bretagna 314.000, Francia 182.000, Italia 164.000,  Germania 119.000. Norvegia 98.000) ci riporta alla stessa domanda: davvero siamo i peggiori, in Europa, come crediamo?
...
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: claudio camporesi - Maggio 22, 2017, 23:22:52 pm
Come , dopo il,PIL , la produzione , la occupazione , adesso e' in calo anche il crimine?

E' colpa dell' Euro.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Maggio 23, 2017, 09:50:20 am
Come , dopo il,PIL , la produzione , la occupazione , adesso e' in calo anche il crimine?

E' colpa dell' Euro.

 :lol: Tu scherzi, ma probabilmente la crisi c'entra un pochetto nell'evolvere di questo trend.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: claudio camporesi - Maggio 23, 2017, 12:25:49 pm
Tu scherzi, ma probabilmente la crisi c'entra un pochetto nell'evolvere di questo trend.

......
Scherzo perche' come diceva un grande , in Italia la situazione è' grave ma non è' seria....

Gli articoli puntualmente riportati da Frank debbono far riflettere.
Se effettivamente L' atto criminoso sul suolo italico e' assai meno diffuso rispetto a nazioni europee , a cosa deve ascriversi L' innegabile diffuso senso di insicurezza del BelPaese?

Siam sicuri che giudici rissosi, politicamente schierati, leggi bizantine, un mal riposto buonismo ... non debban rimproverarsi nulla a proposito dell' attuale situazione ?

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 18, 2017, 20:16:23 pm
http://blog.ilgiornale.it/foa/2017/06/14/quando-la-germania-da-lezioni-di-truffa-e-batte-di-gran-lunga-litalia/

Citazione
Quando la Germania dà lezioni di truffa. E batte di gran lunga l’Italia

Che cosa sarebbe successo se si fosse scoperta in Italia una truffa da 32 miliardi ai danni dello Stato? Ve li immaginate i titoli dei giornali? Orrore, scandalo e soprattutto badilate di autorazzismo: gli italiani sanno solo rubare, l’Italia è un Paese di m…, chissà cosa diranno all’estero, che figura con l’Europa, queste cosa accadono solo qui.

Sia chiaro: che ci sia un problema etico in Italia è noto da tempo; però se si osserva quel che accade negli altri Paesi senza i paraocchi dei luoghi comuni e senza complessi di inferiorità, si scoprono realtà ben diverse e ci ci accorge che anche altrove i livelli di corruzione sono preoccupanti e possono essere persino molto più elevati, anche nel primo della classe, la Germania.

Possibile? Certo. La frode fiscale da 32 miliardi è avvenuta davvero, ma non a Roma e nemmeno ad Atene, bensì a Berlino. Sì 32 miliardi di euro sottratti da un gruppo di banchieri, di avvocati e agenti di cambio. Non ne avete sentito parlare? Ovvio, in Italia ne ha parlato per primo e quasi in solitudine il sito Voci dall’estero. E non che in Germania la notizia sia passata sotto silenzio, anzi è stata evidenziata nella sua ampiezza e nella sua sistematicità proprio da un’inchiesta giornalistica di Die Zeit e dalla tv ARD, che ha rivelato come certe pratiche fiscali avessero una portata di gran lunga più ampia di quanto noto finora. La cifra di 32 miliardi non era mai emersa. Ma evidentemente i corrispondenti della Rai e dei grandi quotidiani non l’hanno ritenuta meritevole di attenzione. Sono gli stessi corrispondenti che invece sono molto solerti nel dare spazio a qualunque giudizio anti italiano che provenga dalla Bundesbank o dal ministro delle Finanze Schäuble o dal governo Merkel. Provate a digitare sul motore di ricerca “Germania frode fiscale da 32 miliardi”: non troverete alcun rimando ai siti di grandi giornali.

La ragione è semplice: quell’inchiesta esce dal frame “Italia ultima in Europa, i tedeschi sono migliori” e dunque non viene recepita dai giornalisti, sebbene sarebbe nell’interesse dell’Italia. Peraltro sono queste le notizie che un governo forte dovrebbe usare come arma negoziale negli incontri con Berlino e con la Commissione europea per ottenere rispetto e, naturalmente, concessioni. Invece silenzio, capo chino e un premier, Gentiloni, accomodante e servizievole come un cameriere.

Attenzione: non è la prima volta che i tedeschi si dimostrano meno corretti e meno esemplari di quanto si creda. La Germania che pretende di dar lezioni è la stessa che ha dovuto spender il 7% del Pil per salvare dalla bancarotta le proprie banche (fonte il Sole24Ore). Altro che Montepaschi e banche venete. Per non parlare del più recente scandalo tedesco, quello dei grandi misteriosi buchi nei nei bilanci di Deutsche Bank.

E la vera storia della riunificazione tedesca e molto meno idilliaca di quanto si pensi. Leggete Anschluss di Vladimiro Giacché: non fu affatto una fusione a carico della Germania ricca, quella dell’ovest, ma una vera e propria annessione e con processi di privatizzazione che in molti, troppi casi si tradusse in autentiche ruberie, mai indagate a fondo dalla magistratura, sebbene riguardassero cifre molto ingenti, dell’ordine non di decine ma di centinaia di miliardi di euro.

E allora l’analisi sull’onestà dei tedeschi e degli italiani andrebbe esplorata da una prospettiva un po’ diversa. Il tedesco medio è senz’altro più ligio alle regole dell’italiano medio e lo Stato germanico senz’altro più efficiente. Ma solo un tedesco può concepire truffe da 32 miliardi di euro ai danni del proprio governo o da decine di miliardi di euro ai danni dei “fratelli” dell’ex Ddr. Anche quando truffa, il tedesco pensa in grande. Questa è la differenza, non so quanto onorevole.


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Citazione
Ovidio Gentiloni • 3 giorni fa

Io che in mezzo ai tedeschi sono cresciuto e ora lavoro, sono anni che spiego a chi mi fa domande sul tema corruzione e truffe, che noi italiani siamo rubagalline rispetto ai tedeschi.
Scandali come quelli Siemens, Rheinmetall, vendita di armi e tecnologie militari o nucleari a paesi sottoposti a embargo, Volkswagen.......
Ce ne sono mille, ma sono enormi e quindi difficilmente riparabili.
In più i tedeschi i panni sporchi li lavano in casa propria, non hanno imbecilli come noi che vanno per il mondo a sputare sul proprio paese (penso sempre alla pagina di giornale che Di Pietro comprò in GB per dire che il premier italiano, ovviamente Berlusconi, era un dittatore).
La vicenda dell'aeroporto di Berlino sarebbe surreale anche in Italia, eppure se la cantano e se la suonano da soli. Mi trovi un italiano (che non lavori in Germania) che ne sappia qualcosa.
La Elbphilarmonie, la modernissima filarmonica di Amburgo. Doveva costare sugli 80 milioni e ne è costata oltre 800.
Nemmeno noi ci potremmo immaginare una cosa del genere, eppure da loro succede. Poi, però, come ho scritto sopra, in casa se le suonano di santa ragione, ma non vanno a "nutrire il nemico esterno" come fanno i Tafazzi itagliani
Ovidio Gentiloni • 3 giorni fa


Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: ReYkY - Giugno 19, 2017, 10:45:45 am
Insomma... la Russia è ai primi posti quando si parla di corruzione e quando si guardano i tassi di suicidi... ora mi chiedo: il paese di Putin è realmente il paese del Bengodi che tutti ci vengono raccontare qui in Italia?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Giugno 19, 2017, 14:58:52 pm
Insomma... la Russia è ai primi posti quando si parla di corruzione e quando si guardano i tassi di suicidi... ora mi chiedo: il paese di Putin è realmente il paese del Bengodi che tutti ci vengono raccontare qui in Italia?

E' chiaro che dire che la Russia è il paese più corrotto (al mondo?) è una cazzata, primo perchè la quasì totalità delle affermazioni/statistiche occidentali che si fanno contro la Russia sono in palese malafede e secondo perchè ci sono tanti altri paesi che stanno sicuramente peggio di tutti gli altri (penso ai paesi africani ad esempio).
Questo non vuol dire, ovviamente, che in Russia non ci sia un certo livello di corruzione generale, come d'altronde c'è in tanti paesi occidentali. Poi nessuno, credo, ha mai detto che la Russia sia il paese delle meraviglie. Semmai, quando si fanno i confronti, si parla delle leggi, dell'impostazione della società e della leadership.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 19, 2017, 18:31:32 pm
Insomma... la Russia è ai primi posti quando si parla di corruzione e quando si guardano i tassi di suicidi... ora mi chiedo: il paese di Putin è realmente il paese del Bengodi che tutti ci vengono raccontare qui in Italia?

No, non lo è.
Non esistono "i paesi del Bengodi".

Per dire: la vita media delle donne russe è intorno ai 77 anni, mentre quella degli uomini è di 64 anni di età.
La vita media delle donne italiane è di oltre 84 anni, quella degli uomini italiani di 80 anni.
Ergo, gli uomini italiani vivono mediamente più a lungo non solo degli uomini russi ma anche delle donne russe.
Calcola che la vita media è un indicatore del benessere relativo di un popolo.
E ti dirò di più: in nessun paese dell'Europa dell'est si vive (mediamente) a lungo come in Italia (o in Spagna).

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ps: poi sì, loro non hanno le rotture di palle femministe in salsa occidentale, il gender, i matrimoni tra froci, ecc.
Anche se devo dirti che seppur lentamente, certe puttanate femministe stanno penetrando anche ad est.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 19, 2017, 19:56:33 pm
ps: poi sì, loro non hanno le rotture di palle femministe in salsa occidentale, il gender, i matrimoni tra froci, ecc.
Anche se devo dirti che, seppur lentamente, certe puttanate femministe stanno penetrando anche ad est.

Anni fa, stupidissimi e falsissimi video del genere, costruiti ad arte, arrivavano dagli USA e dall'America Latina, nonché dal Giappone e dalla Thailandia.
Ultimamente stanno iniziando ad arrivare anche dall'Europa dell'est...

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 25, 2017, 11:56:04 am
No, non lo è.
Non esistono "i paesi del Bengodi".


http://www.eastjournal.net/archives/83444
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RUSSIA: L’enorme disuguaglianza economica tra classi sociali
Maria Baldovin 22 maggio 2017   

Recentemente il Guardian ha riportato alcuni dati della Banca Mondiale, dai quali si evince come la Russia sia uno dei Paesi dove si registra una maggiore disuguaglianza economica. Quest’ultima è solitamente misurata con il coefficiente di Gini, ideato dall’omonimo statistico italiano e indicatore della disuguaglianza nella distribuzione del reddito o della ricchezza. In Russia, oggigiorno, la forbice si fa sempre più ampia e il 10% delle persone possiede più dell’80% della ricchezza. Questo non rappresenta affatto una novità, dato che da anni il Paese è indicato come il meno equo tra le maggiori economie mondiali. Tuttavia, non è da escludere che una crescente consapevolezza della disuguaglianza economica, insieme agli scandali riguardo alla corruzione dilagante ai vertici, possano rappresentare una miscela esplosiva per lo scoppio di nuove proteste.

Alle origini della disuguaglianza

La disuguaglianza economica è un fenomeno sviluppatosi in Russia soprattutto a partire dalle riforme di transizione degli anni ’90. Sebbene, infatti, anche nella società sovietica ci fosse una classe privilegiata – la cosiddetta nomenklatura – avente accesso a beni e servizi migliori, le differenze salariali erano piuttosto esigue. Fu solo con l’avvento dell’economia di mercato, dunque, che cominciò a crearsi una classe di super-ricchi, mentre la maggioranza della popolazione finiva sul lastrico. L’arricchimento di una speciale classe di persone avvenne soprattutto grazie all’ancor debole legislazione in materia di privatizzazione; in questo modo si arricchirono coloro che riuscirono, spesso in modi ambigui, ad accaparrarsi le ricchezze del Paese, andando a creare la classe degli “oligarchi”.
Questi ultimi vennero presi di mira fin da subito durante il primo mandato di Vladimir Putin, il quale si impegnò fortemente a diminuire la loro influenza nella vita politica russa, riportando apparentemente ordine sulla scena. In realtà è noto come sotto il governo Putin sia stata creata una nuova struttura, che lega ex-agenti del KGB, politici e vertici delle più importanti compagnie energetiche in una rete dalle maglie molto fitte. La lotta di quegli anni contro gli oligarchi non portò alla distruzione di una classe di super ricchi: il numero dei russi che vivevano sotto la soglia di povertà calò negli anni 2000, ma il coefficiente di Gini è sempre rimasto elevato, a riprova che l’aumento del PIL pro-capite non aveva diminuito la forbice.

Nuova presa di coscienza?

Oggigiorno, la crisi economica, la svalutazione del rublo, le ingenti spese militari e gli scandali sulla corruzione potrebbero far accendere i riflettori su quei 20 milioni di russi che ancora vivono sotto la soglia della povertà. Tuttavia, l’argomento non sembra trovare il giusto spazio nel dibattito pubblico, come sottolinea in un’intervista Aleksandr Zamjatin, tra i fondatori dell’associazione Zerkalo (“Specchio”): “Qualunque stima si guardi, si evince che in Russia c’è un elevato indice di disuguaglianza sociale, ma, guardando il panorama mediatico nel paese, si potrebbe pensare che il problema non esista affatto”. L’obiettivo di Zerkalo è proprio sopperire a questa mancanza e dare spazio a ordinarie storie di povertà e ingiustizia sociale.
E’ tuttavia difficile prevedere se una rinnovata consapevolezza del problema porterà a una reazione da parte del popolo russo e a nuove proteste di piazza. In molti, come il sopracitato Zamjatin, credono che questi temi siano poco importanti per la destra liberale, l’unica fazione politica che in questo momento riesce a portare grandi numeri in piazza. Tuttavia, esponente di quella destra liberale è Aleksej Naval’nyj, leader delle significative proteste anti-corruzione risalenti al 26 marzo; queste ultime, in un certo senso, rientrano in questo contesto, almeno stando alle parole dell’organizzatore, convinto che la gente sia stanca di vivere di stenti e vedere una classe di milionari e corrotti. Se Naval’nyj riuscirà a capitalizzare su questo tema, rendendolo un aggregatore del malcontento di molti, forse aumenterà le sue possibilità di insidiare Putin alle presidenziali del prossimo anno.

Questo articolo è frutto della collaborazione con MAiA Mirees Alumni International

Tags Aleksej Navalnyj coefficiente di Gini corruzione disuguaglianza economia Maria Baldovin oligarchi povertà proteste
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 29, 2017, 01:03:45 am
http://www.iltascabile.com/societa/poveri-bianchi-tedeschi/

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27.4.2017
Poveri, bianchi, tedeschi
Il lato meno raccontato della locomotiva economica d’Europa.
Lorenzo Monfregola è italo-tedesco, scrive da freelance e si occupa principalmente di Germania, geopolitica e critica dei media.

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I perdenti della nuova Germania
Vado a vedere i dati sulle forme di sussidio a rifugiati e immigrati in Germania. La situazione è eterogenea, intricata. In generale, chi vive in un centro di accoglienza o si sta inserendo nella società riceve somme (in denaro o servizi) uguali o inferiori al sussidio per i cittadini tedeschi (o per gli stranieri che vivono in Germania da anni). Quella che c’è – evidente – è però la paura di dover spartire con i nuovi arrivati il diritto al welfare o l’accesso ai mestieri senza particolare qualifica professionale. E non stupisce neppure che questo timore della competizione straniera sia più radicato nelle zone deboli del Paese, perlopiù nell’ex Germania dell’Est.

Nel 2005 è stata pubblicata una delle ricerche più complete sulla povertà in Germania e su come lo stato sociale tedesco abbia garantito un benessere generale e, al tempo stesso, istituzionalizzato un sistema di povertà. La ricerca è stata effettuata da un ampio team di sociologi, guidati dai professori Franz Schultheis e Kristina Schulz, che hanno voluto realizzare un lavoro à la Pierre Bourdieu, trasportando nella società tedesca la tecnica e lo stile de La misère du monde. Il titolo del libro, Gesellschaft mit begrenzter Haftung (“Società a responsabilità limitata”), giocava con il nome delle Srl tedesche (GmbH) e, sul solco di questa suggestione, raccontava anche il processo di liberalizzazione della Germania orientale, inclusa una de-industrializzazione arginata con la massiccia distribuzione territoriale del welfare.

Contatto il Professor Schultheis, che oggi insegna all’Università di Ginevra, perché voglio chiedergli cosa pensi del soggetto della sua ricerca dodici anni dopo. “Le cose sono cambiate da un punto di vista culturale”, mi spiega, “ai tempi avevamo a che fare con una generazione ancora direttamente collegata all’esperienza della DDR, mentre oggi c’è una generazione di giovani che sono culturalmente integrati nella cultura dell’Ovest, che conoscono l’euro e hanno confidenza con lo stato sociale.” Questo non significa, però, che i Länder dell’est abbiano raggiunto una parità: “Oggi l’ex DDR è divisa in due, tra chi è riuscito a diventare parte della nuova Germania e chi, invece, si sente a tutti gli effetti un cittadino di serie b.”

Una sconfitta che si riassume in condizioni sociali o di lavoro precarie e meno retribuite rispetto alle regioni occidentali, malgrado, o forse a causa delle grandi riforme di inizio millennio. Come mi ricorda Schultheis: “L’Agenda 2010 ha sicuramente abbassato il livello di disoccupazione, ma ha lasciato sul tavolo diversi problemi strutturali. C’è qualcosa che non possiamo negare: il modello di successo della Germania poggia le proprie spalle su una ampia fascia di poveri. Proprio ora stiamo aggiornando la nostra ricerca, per pubblicare una traduzione in greco e raccontare anche in Grecia che esiste un’altra Germania”.


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Scham – la vergogna
Quando si parla con gli abitanti di Marzahn Nord, la parola che ritorna più spesso è “vergogna”. Questo non vale certo per chi ha un lavoro soddisfacente e riesce a vivere più che dignitosamente la propria esistenza, ad esempio le tantissime persone che non ricevono un sussidio e si sentono parte di un simbolico ceto medio-alto della zona, pur vivendo lontane dal centro cosmopolita di Berlino. La vergogna vale però per tanti altri, per chi sente di aver fallito in una società che, nominalmente, offrirebbe tutte le possibilità.

Schamland, “Il Paese della vergogna” è il titolo del libro del sociologo Stefan Selke. Quando gli chiedo perché abbia scelto proprio la categoria di “vergogna” per il suo libro, lui mi spiega: “Stiamo parlando di essere poveri in un paese ricco. Di chi, come dicono alcuni, è ‘troppo ricco per morire e troppo povero per vivere’. Cosa significa povertà? È facile definirla da un punto di vista economico o normativo. C’è però un piano più pratico, che è quello del potersi o non potersi permettere lo standard di vita della società in cui si vive. Il punto decisivo, che non consideriamo mai abbastanza, è il lato simbolico della povertà. In Germania questa simbologia è già chiara nel linguaggio, ad esempio con la stigmatizzazione del termine ‘hartzer’, che è la verbalizzazione di un processo di emarginazione di una parte dei cittadini. Questa dimensione simbolica, ovviamente, non la risolviamo dando cinque euro in più alle persone, perché è soprattutto il frutto di una precisa ideologia”.

Un’ideologia che, secondo il Professor Selke, non è accidentale nell’organizzazione sociale tedesca. “Esiste un concetto che è quello della punizione tramite la vergogna. Può diventare un sistema di disciplinamento sociale che funziona quasi senza soldi, in cui le persone sono portate a forme di auto-governo tramite l’interiorizzazione di una retorica della colpa. In questi anni è in corso una mutazione: è di nuovo normale puntare il dito contro le persone perché sono ‘pigre’ o perché ‘non meritano niente’… La verità, però, è che questo è un modo per non vedere la realtà del mondo in cui viviamo oggi, dove una caduta esistenziale può avvenire per chiunque, da un momento a un altro. La verità è che preferiamo dire che ognuno è la sola causa dei propri mali, piuttosto di ammettere che camminiamo tutti su una lastra di ghiaccio molto sottile”.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Luglio 22, 2017, 10:57:42 am
A proposito dei correttissimi tedeschi perennemente impegnati a fare la morale agli italiani.

http://www.lastampa.it/2017/07/21/motori/attualita/der-spiegel-esiste-un-cartello-tedesco-dellauto-dagli-anni-accordi-su-fornitori-tecnica-e-costi-PvjpWYg2ZobuwhiMpSTO5L/pagina.html

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Der Spiegel: “Esiste un cartello tedesco dell’auto”. Dagli Anni 90 accordi su fornitori, tecnica e costi
Secondo l’autorevole settimanale, Volkswagen e Daimler si sarebbero autodenunciate

Pubblicato il 21/07/2017
Ultima modifica il 21/07/2017 alle ore 14:49
Mattia Eccheli

Il Made in Germany dell’auto rischia di venire ulteriormente screditato. Dopo il dieselgate che ha coinvolto il gruppo Volkswagen e le più dure accuse nei confronti di Daimler, adesso arriva il sospetto dell’esistenza di un cartello tedesco dell’auto, il K5, il club dei cinque.

Lo rivela Der Spiegel, autorevole settimanale tedesco (quello delle copertine “velenose” nei confronti dell’Italia: una pistola sul piatto di spaghetti...), secondo le cui informazioni sia Volkswagen sia Daimler avrebbero inoltrato una sorta di autodenuncia all’autorità tedesca sulla concorrenza. Il colosso di Wolfsburg avrebbe ammesso l’esistenza di accordi con una lettera inviata qualche settimana dopo la perquisizione nei propria uffici avvenuti la scorsa estate. All’epoca, tuttavia, gli inquirenti stavano cercando prove sull’esistenza di un cartello sull’acciaio. 

Alle aziende che segnalano e forniscono collaborazioni esaustive vengono risparmiate le sanzioni più pesanti. Era successo anche a Man, la società tedesca controllata dallo stesso gruppo Volkswagen, che aveva evitato la multa comminata dall’Antitrust comunitario al cartello dei Tir, con 2,7 miliardi la più alta mai assegnata.

Secondo le informazioni di Der Spiegel i marchi coinvolti sono Volkswagen, Audi, Porsche, Bmw e Daimler. Le procedure, che le autorità dovranno stabilire se e semmai quanto illegali, andavano avanti dagli Anni 90. Non meno di 200 collaboratori dei diversi brand si sarebbero alternati nei diversi incontri. Oggetto degli accordi ci sarebbero stati i fornitori, la tecnica e anche i costi. La rivista ha anticipato online una parte dei contenuti che verranno pubblicati sul numero in edicola domani.

Anche i sistemi di abbattimento dei gas di scarico avrebbero fatto parte degli accordi fra i dirigenti dei vari costruttori che, assieme, solo nello scorso anno, hanno fatturato attorno ai 430 miliardi di euro. Perfino la capacità dei serbatoi dell’AdBlue, la soluzione brevettata dalla VDA, l’associazione tedesca dei costruttori, avrebbe fatto parte delle intese “sottobanco”.

I costruttori dovranno lavorare parecchio per non perdere la fiducia dei loro clienti. Da una parte esibiscono bilanci record – dividendi da record per Daimler e oltre un miliardo ai due azionisti principali di Bmw – e dall’altra si accordano per definire di comune accordo parametri in 60 diversi gruppi di lavoro. Nei prossimi mesi si capirà se legalmente o meno. E se la pratica era una prerogativa esclusivamente tedesca.

 
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 09, 2017, 12:32:31 pm
Il video non c'entra nulla con la corruzione ma evidenzia una volta di più gli insopprimibili complessi di inferiorità dell'italiano medio.

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/esteri/londra_spinge_donna_sotto_bus_mentre_fa_jogging_caccia_uomo-2607975.html

Dunque, a Londra quell'uomo ha rischiato di far investire - e quindi di uccidere - una donna, ed ovviamente alcuni lettori italiani, anziché commentare semplicemente l'episodio, senza fare i soliti paragoni idioti, oppure tacere (...), che ti scrivono ?

Citazione
ioiome
2017-08-08 16:32:21
Forza UK acchiappalo !!! Si pentirà di averlo fatto !!! ..e mica sta in Italia che lo lascerebbero andare in giro ugualmente....


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MeInHeaven
2017-08-08 14:59:44
Se riescono ad identificarlo e lo prendono, state pur tranquilli che non la passerà liscia. UK non è' certo l'Italia, dove ti danno una pacca sulla spalla e nulla più. A Londra ho visto poliziotti dare manganellate ad un ubriaco che aveva insultato pesantemente un tassista. Certezza della pena,ecco cosa manca in Italia.

Un classico.

Tuttavia qualche italiano pensante esiste.

Citazione
marko
2017-08-08 15:50:41
Ti sbagli! Vivo a Londra da 20 anni e ti assicuro che qui la certezza della pena te la scordi! Se lo prendono (SE) prendere 2 anni con la condizionale!


Tra l'altro questi sono soventemente gli stessi italiani che pur invocando la certezza della pena e una maggior durezza delle forze dell'ordine, diventano delle iene se beccano una multa per divieto di sosta o per aver parcheggiato sulle striscie, dando altresì del bastardo al poliziotto di turno e bestemmiamndo nei confronti del governo ladro.

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 10, 2017, 14:30:24 pm
https://reginadigiove.wordpress.com/2013/08/30/le-irragionevoli-ragioni-del-razzismo-anti-italiano-perche-gli-italiani-si-lasciano-insultare-senza-reagire/

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Le irragionevoli ragioni del razzismo anti-italiano. Perché gli italiani si lasciano insultare senza reagire?

E’ opinione consolidata in ogni parte del mondo, in primo luogo in Italia,  che quello italiano sia il popolo più corrotto e corruttibile del mondo.  Ed è opinione altrettanto consolidata che al’origine di tale supposta, spiccata inclinazione degli italiani alla corruzione e alla delinquenza organizzata (italiani = mafiosi) ci sia la religione cattolica. Naturalmente, questa consolidata opinione affonda le radici nel protestantesimo, che notoriamente ha orrore di tutti i sacramenti, specialmente quello della confessione. “Poiché sono convinti che basti confessarsi per stare a posto con la coscienza, i cattolici fanno le peggiori porcherie”. Credo non ci sia bisogno di spiegare quanto sia errata questa visione del cattolicesimo in generale e del sacramento della confessione in particolare.  Oltre all’anti-cattolicesimo protestante, dietro il moderno anti-italianismo c’è il razzismo biologico.  In breve, secondo il razzismo biologico la presunta spiccata tendenza alla corruzione degli gli italiani avrebbe cause genetiche.

Dopo che l’illuminismo aveva ridotto l’uomo a un essere puramente biologico, interamente formato dall’ambiente, la pseudo-scienza razzista, il ritratto del cui infame fondatore appare tuttora sulle banconote inglesi (Charles Darwin), suddivise l’umanità in razze superiori e inferiori. Secondo questa pseudo-scienza, ancora molto cara a inglesi e tedeschi, i nordici dai capelli biondi e occhi azzurri sarebbero uomini a tutti gli effetti, mentre i “negri” sarebbero metà uomini e metà scimmie (leggete L’origine dell’uomo di quel porco di Darwin, se non ci credete). E gli italiani? Come tutti i mediterranei, gli italiani sarebbero a metà strada fra i nordici e i “negri”: in sostanza sarebbero per un quarto scimmie.  Quell’artista fallito di Monaco, quello con i baffetti, riuscì  sedurre il popolo tedesco solo perché il popolo tedesco già aveva accolto da parecchi decenni le deliranti idee razziste. a dire il vero, i tedeschi quelle idee non le hanno mai abbandonate del tutto  I tedeschi hanno un urgente bisogno di una terapia psichiatrica intensa per guarire da un patologico complesso di superiorità, che francamente li rende ridicoli, dal momento che la Germania negli ultimi decenni non ha dato contributi significativi né alla scienza né all’arte, a parte un paio di film di Wim Wenders. Almeno noi “piccoli italiani” fino a poco tempo fa abbiamo avuto decine di geni del cinema.  E per pudore non mi soffermerò sul fatto che le donne di razza superiore manifestano una spiccata tendenza a darla ehm… concedersi con una velocità che sfida le leggi della fisica agli inferiori maschi mediterranei.

A dire il vero, il razzismo eugenetico con sfumature anti-italiane non era e non è tuttora popolare solo in Germania, ma anche in Gran Bretagna, Francia, paesi scandinavi e tutti gli altri paesi del nord. Se non teniamo conto della sopravvivenza di questa cultura razzista, non  riusciamo a capire perché oggi – nonostante l’Italia sia ancora la settima potenza industriale mondiale – gli italiani siano trattati con disprezzo nei suddetti paesi. Non dimentichiamoci mai della campagna derisoria contro Berlusconi che ha infiammato i media di tutti i paesi occidentali fino a poco tempo fa. Non dimentichiamoci mai delle risatine di Merkel e di Sarkozy. Credete che agli inglesi, ai francesi, ai tedeschi e agli americani interessi qualcosa della politica di Berlusconi? Assolutamente no: non sanno neppure se è di destra o di sinistra. A noi sembrava che stessero insultando unicamente il politico Berlusconi, in realtà stavano insultando il popolo di cui è stato fino a poco tempo fa il sommo rappresentante. Hanno insultato Berlusconi per insultare gli italiani. Mi dicono che oggi  un italiano non può camminare per strada a Parigi o Berlino o Londra senza essere deriso dagli autoctoni, che si credono tuttora geneticamente superiori. Perché ci lasciamo insultare?

Ma torniamo alla corruzione e all’evasione fiscale. Ebbene, l’idea che gli italiani siano più corrotti degli altri è la più grande, la più spudorata menzogna di tutti i tempi. La corruzione non ha né cause genetiche né cause religiose: ha una sola causa, che si chiama peccato originale. Ora, non c’è massima più vera di questa: “L’occasione fa l’uomo ladro”. Parafrasando questa massima, “L’occasione fa l’uomo corrotto”.  Ebbene, molta burocrazia, molte tasse e molta spesa pubblica sono precisamente occasioni che fanno l’uomo corrotto. I grandi liberali della scuola austriaca (Mises, Hayek) lo dicevano già negli anni Venti che la spesa pubblica alimenta la corruzione, la pigrizia, gli sprechi, il parassitismo. Insomma, gli austriaci hanno detto quello che i razzisti non volevano sentirsi dire, e cioè che i “biondi” non hanno meno probabilità dei “mori” di cedere alla tentazione del furto e della corruzione. E oggi la storia dà loro ragione:  il parassitismo, la corruzione, gli sprechi hanno prodotto debiti insostenibili in quasi tutti i paesi occidentali. E non è che la Germania sia messa tanto meglio dell’Italia dal punto di vista economico: sta solo leggermente meglio. Ma dallo stare leggermente meglio di un malato grave allo stare bene ce ne corre. La verità che i giornali italiani non dicono è che sprechi, parassitismi e corruzione proliferano anche nei paesi del nord. Tuttavia, i giornalisti dei paesi del nord nascondono con cura all’opinione pubblica internazionale i panni sporchi dei loro paesi per non danneggiarne l’immagine. Noi invece laviamo i panni sporchi in pubblico e quasi supplichiamo gli inglesi, i tedeschi, i francesi e gli americani di insultarci. Ma chi conosce bene la politica interna degli altri paesi, sa bene che tutti i paesi occidentali sono pieni di corrotti e corruttori. Anche gli Usa. Gli americani onesti guardano a Washington come a una sentina di corruzione. Potrei fare tantissimi esempi. Se è vero che in Italia proliferano i fasi invalidi, nella “civilissima” gran Bretagna si moltiplicano senza controllo le ragazze madri. Infatti, molte ragazzine di pura razza britannica si fanno mettere incinte dai primi che capitano in discoteca solo per intascare i generosi sussidi che il governo britannico regala alle ragazze madri. Nei civilissimi Stati Uniti è successo che i funzionari statali profumatamente stipendiati dal governo per monitorare l’andamento della borsa di Wall Street non si siano accorti dell’arrivo della tempesta finanziaria: infatti, erano troppo impegnai a scaricare da internet e a testare personalmente tonnellate di materiale porno.  Insomma, lo stato è una macchina che produce corruzione in tutto il mondo. Ne parlo qui:

https://reginadigiove.wordpress.com/2012/03/20/voi-che-pensate-che-basti-beccare-un-evasore-per-salvare-litalia-leggete-qui/

E veniamo all’evasione fiscale. Rispetto a quell’immensa macchina per distruggere le ricchezze faticosamente prodotte dai cittadini che si chiama spesa pubblica, l’evasione fiscale è un problema minore. Secondo la propaganda sinistrese anti-italiana il debito pubblico sarebbe causato dall’evasione fiscale. Ridicolo. La verità che i giornali non dicono è che, anche recuperando tutta l’evasione fiscale fino a all’ultimo centesimo, i debito pubblico resterebbe altissimo. E infatti, secondo logica, il debito pubblico lo fa chi spende i soldi delle tasse, non chi si rifiuta di pagare le tasse. Nella maggioranza dei casi l’evasione fiscale è solo una forma di disperata autodifesa. Ascoltate le urla di dolore degli imprenditori: le tasse stanno uccidendo le loro imprese e le loro vite. Perché non dovrebbero fuggire all’estero? E se non possono fuggire all’estero, perché non dovrebbero cercare di non farsi prendere anche le mutande da quella associazione a delinquere che ha nome di  Equitalia? Equitalia è l’equivalente post-moderno degli esattori del principe Giovanni. Ma purtroppo non abbiamo Robin Hood.

La verità che i governi nascondono all’opinione pubblica è che tutti i paesi europei – non solo i “maiali” del sud –  sono ridotti in fin di vita da enormi, inestinguibili debiti pubblici. Da quando Obama ne è presidente, anche gli Usa stanno cominciando a morire sotto il peso del debito. I politici questo lo sanno ma non lo dicono, per non perdere voti. Intanto, le grosse multinazionali  cominciano a spostare armi e bagagli nei paesi emergenti dell’Asia, dove il cancro del debito pubblico non è ancora  in metastasi. Su Repubblica è apparso di recente un articolo agghiacciante: Maurizio ricci, “Lo shopping è monodose”, Repubblica, 22 ottobre 2012. L’autore illustra le strategie di marketing che i grossi gruppi multinazionali adotteranno in Europa nei prossimi anni: “L’indicazione certifica ufficialmente – fuori da ogni pregiudizio o ironia, perché le multinazionali sono notoriamente senza cuore, dunque spietatamente lucide – che l’Europa può ormai essere considerata un continente povero, sul bordo del Terzo mondo. E, come nei paesi poveri, una delle strategie di vendita è ridurre le dimensione delle confezioni, per rendere la spesa più abbordabile. Oppure, rendere i prodotti meno complessi e sofisticati, dunque più economici”. Insomma, siamo ridotti come i sovietici. Loro facevano la fila per il pane, noi faremo la fila per comprare gli scarti negli hard-discount. E tutto per merito del britannico John Maynard Keynes.

La realtà è questa. Ma nessuno vuole guardare la realtà. E’ più comodo continuare a pensare che gli italiani siano tutti brutti, sporchi e cattivi. Per aiutare la gente a guardare in faccia la realtà, c’è una cosa da fare subito: fare capire agli italiani che anche i paesi cui loro guardano come a fari di civiltà sono insozzati dalla corruzione. Faccio un appello ai giornalisti d’inchiesta: spulciate con cura i giornali dei paesi che si credono più evoluti del nostro, stanate uno per uno e sbattete in prima pagina le facce e i nomi dei corrotti, degli spreconi e dei ladri di pura razza ariana, di pura razza vikinga e di pura razza anglosassone. Solo allora gli italiani non accetteranno più di farsi insultare, alzeranno la testa e capiranno che loro nemico numero uno è lo STATO.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 16, 2017, 13:51:33 pm
"Certe cose succedono solo in Italia", dice l'italiano medio.
Sì, infatti.

http://www.eastjournal.net/archives/85652
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CALCIO: Arresti ed elezioni sospette. Il terremoto del calcio ceco

Alessandro De Felice 13 giorni fa   

Estate di rivoluzioni per il movimento calcistico della Repubblica Ceca. Da una parte quello tecnica, con grandi investimenti da parte di Slavia Praga e Sparta Praga e l’arrivo nelle fila delle due formazioni capitoline di calciatori già affermati nel panorama calcistico internazionale; dall’altra quella politica, con lo scandalo che ha interessato la FAČR, la federcalcio ceca, e che ha portato all’arresto dell’ormai ex presidente Miroslav Pelta. Una vicenda che ha interessato il calcio e la politica con la gestione irregolare di finanziamenti pubblici da parte del ministero della Pubblica Istruzione.

L’arresto di Miroslav Pelta
Tutto è iniziato il 3 maggio scorso, quando la polizia ceca ha fatto irruzione nella sede della FAČR a Strahov, Praga 6, per arrestare Pelta e perquisire gli uffici. Secondo gli investigatori, il 52enne avrebbe pilotato insieme al ministro Simona Kratochvílová i sovvenzionamenti destinati alle società sportive. Coinvolto nella vicenda anche il FK Jablonec, club di 1.Liga di cui Pelta è stato amministratore delegato dal 1991 al 1999.
L’11 maggio Pelta è stato trasferito dal carcere di Praga all’ospedale per detenuti di Brno a causa di problemi di salute. Nelle settimane successive, attraverso il suo avvocato Bronislav Šerák, l’ex presidente della FAČR ha inviato la richiesta di scarcerazione per mancanza di prove e ha rassegnato le sue dimissioni dalla carica di responsabile della federcalcio. Il ricorso è stato accolto dal Tribunale di Praga, che il 7 giugno ha ordinato il suo rilascio dalla custodia cautelare dopo un mese e due giorni di prigione.
L’arresto di Pelta ha inevitabilmente scosso il mondo del calcio ceco. A prendere in mano le redini della federazione ci hanno pensato i due vicepresidenti Roman Berbr e Zdeněk Zlámal. La prima mossa è stata un incontro con le aziende partner per provare a gettare acqua sul fuoco, che però non ha sortito l’effetto sperato. Lo scandalo non è affatto piaciuto alla Gambrinus, una tra le più famose marche di birra del paese e main sponsor della 1.Liga fino a due stagioni fa, che ha deciso di terminare anzitempo la partnership.

Pochi giorni più tardi la FAČR ha indetto le elezioni del nuovo presidente attraverso un’assemblea straordinaria con i rappresentati dei club della massima divisione. A contendersi la nomina Petr Fousek, Martin Malík e Libor Duba. Il primo è uscito di scena dopo la prima votazione mentre nelle riunioni successive non si è riusciti a eleggere il nuovo presidente, con Berbr che ha assunto la carica ad interim.
Sulla mancata designazione del nuovo responsabile pare ci sia proprio l’ombra di Berbr, una delle figure più influenti del calcio in Repubblica Ceca che, secondo alcune indiscrezioni, avrebbe manovrato le assemblee, impedendo ad alcuni club di votare a causa di cavilli burocratici.
Continuano le indagini degli investigatori; la lista degli imputati presto potrebbe allargarsi mentre sono previste entro la fine dell’anno nuove assemblee straordinarie per eleggere il nuovo presidente. Malík sembra in leggero vantaggio grazie all’appoggio del parlamento ceco, anche se potrebbe clamorosamente tornare in auge il nome di Miroslav Pelta, al momento scagionato e dunque assolto da ogni accusa. Una vicenda che potrebbe concludersi con un nulla di fatto e con Pelta che paradossalmente tornerebbe a ricoprire la massima carica del calcio in Repubblica Ceca, rafforzando la sua posizione di leader.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 23, 2017, 21:32:10 pm
"Certe cose succedono solo in Italia", dice l'italiano medio.
Sì, infatti.

http://blog.ilgiornale.it/pasini/2017/08/21/solo-in-italia-paese-ostaggio-del-politicamente-corretto-uno-come-saviano-poteva-diventare-famoso/

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Andrea Pasini

Solo in Italia, paese ostaggio del politicamente corretto uno come Saviano poteva diventare famoso

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Vanda Sanzogni • a day ago

Andrea, le assicuro che qui negli USA stiamo messi molto, ma molto peggio! Obama ha affossato questo paese schiacciandolo con il politicamente corretto e gruppi estremisti razzisti come "Back Lives Matter" che poi significa che le Vite Nere Contano. E cosa vuol dire in un paese pieno di cosi' tante etnie? Che sono i neri contano e gli altri no? Poi noi bianchi siamo visti come le cause di tutti i mali! Siete ancora lontani dal disastro totale al quale stiamo assistendo qui!


... ma vallo un po' a spiegare all'esterofilo italiano medio.

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Solo in Italia, paese ostaggio del politicamente corretto

Invece nel resto dell'Europa dell'Ovest, nonché nel Nord America, non sono minimamente schiavi del politicamente corretto.
Niente di niente.
Tutto a posto.

...  :doh:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Settembre 17, 2017, 14:59:38 pm
Dice l'italiano medio:
"Certe cose succedono solo in Italia".
Sì, infatti.

http://www.eastjournal.net/archives/85778

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ROMANIA: La corruzione e la debolezza del sistema sanitario

Francesco Magno 5 giorni fa   

L’endemica corruzione che pervade la Romania non ha risparmiato neanche la sanità, settore in cui tradizionalmente è facile, in mancanza di controlli, scadere nell’illegalità. L’ultimo giro di arresti ai vertici del sistema, alla fine di agosto, ha portato in manette il presidente della società statale che gestisce le assicurazioni sanitarie, Marian Burcea. Secondo i magistrati, questi sarebbe stato il vertice di una piramide del malaffare specializzata nella sottrazione di fondi pubblici destinati a pazienti con necessità di cure a domicilio.

Malati immaginari

In Romania, il servizio di cura a domicilio è gestito da aziende private, che ricevono i fondi pubblici sulla base di un dossier contenente le esigenze mediche del singolo degente. Tra il gennaio 2016 e l’agosto 2017, godendo della protezione di alti funzionari statali, le aziende mediche private hanno iniziato a redigere centinaia di dossier su pazienti inventati, quasi tutti con malattie gravi, al fine di ottenere una maggiore somma di denaro dalle assicurazioni. Una parte dei soldi incassati dalle società private veniva poi rigirato sotto forma di tangente ai funzionari delle assicurazioni, per continuare a godere della loro protezione e della loro copertura. Un sistema simil-mafioso che, secondo le stime della Direzione Nazionale Anti-corruzione, ha causato alle casse pubbliche una perdita superiore ai tre milioni di euro. A rendere il quadro ancor più fosco contribuiscono anche i sospetti circa un’ambigua vicinanza tra Burcea e Liviu Dragnea: secondo quanto scrive Raluca Ion su republica.ro, sarebbe stato proprio il leader del partito social-democratico a scegliere Burcea come presidente della società di assicurazioni. Dragnea ha negato, ma con il suo tipico atteggiamento provocatorio ha invitato i giudici a continuare a indagare, per “vedere cosa scoprono”.

Un sistema da rifondare

L’ultimo scandalo costituisce soltanto la punta dell’iceberg. Da anni si denuncia l’illegalità che permea la sanità romena, senza che ciò abbia portato a tangibili risultati. I cittadini romeni hanno ormai interiorizzato la corruzione negli ospedali, e sono essi stessi ad alimentarla, per puro istinto di sopravvivenza. E’ pratica usuale nel paese carpatico che un comune paziente paghi un “extra” sottobanco al chirurgo di turno, per evitare le interminabili liste d’attesa e ottenere un trattamento sanitario degno. In Romania si può essere operati in piena notte in una struttura privata, e risvegliarsi la mattina dopo in degenza in un ospedale pubblico, per non intasare i reparti delle cliniche non statali.

Non sorprende pertanto che il paese sia sempre fanalino di coda in tutte le classifiche dell’Euro Health Consumer Index (EHCI), l’indice che rileva la qualità dei sistemi sanitari europei. Nel 2016, la Romania si trova all’ultimo posto, preceduta anche da Montenegro, Albania e Bulgaria. Il rapporto dell’EHCI sottolinea come il paese abbia “seri problemi nella gestione della sanità pubblica”. Chiara è poi la “discriminazione dei gruppi minoritari, specialmente i rom”, che non godono dello stesso trattamento riservato ai romeni. Secondo l’EHCI, “paesi come Albania, Romania e Bulgaria necessitano di un sostegno specializzato per ristrutturare il loro sistema sanitario”.

La “denuncia” cinematografica

In un fortunato film del 2005 (La morte del signor Lăzărescu), il regista Cristi Puiu aveva raccontato la tragicomica odissea di un pensionato di Bucarest che, in preda ad acuti dolori addominali, vaga un’intera notte all’interno di un’ambulanza alla ricerca di un ospedale che lo accolga. Dopo una serie di rifiuti dovuti al sovraffollamento, il povero Lăzărescu muore nella sala di attesa di un piccolo e spoglio ambulatorio, quando ormai l’alba inizia ad illuminare la capitale. Con il suo film Puiu ha portato alla ribalta una delle ferite più gravi della Romania contemporanea. Dodici anni sono passati dalla morte di Lăzărescu, ma la denuncia del regista resta quanto mai attuale.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Settembre 17, 2017, 23:10:41 pm
Romania, paese di merda abitato da un popolo di merda.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Alberto1986 - Settembre 18, 2017, 20:54:36 pm
Romania, paese di merda abitato da un popolo di merda.

Vabbè, non esageriamo. Il problema vero è che la merda di quel paese (e non solo di quello) arriva tutta da noi. E la colpa è nostra o meglio della maggior parte degli italiani che l'hanno permesso con le proprie scellerate scelte politiche. Se ci sono tante rumene che arrivano qui, fanno il proprio porco comodo e poi sputano nel piatto dove hanno mangiato, la colpa prioritaria è nostra che glielo permettiamo. Non a caso quando arrivano qui, trovano uomini completamente diversi da quelli che hanno nel loro paese, uomini facilmente manipolabili e facilmente soggiogabili.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 27, 2017, 10:47:58 am
https://it.businessinsider.com/odebrecht-il-caso-piu-grande-di-corruzione-della-storia-nasce-in-brasile/

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“Il caso di corruzione più grande della storia”: 778 milioni di tangenti dal Brasile all’Africa e America Latina

    Janaina Cesar 10/3/2017 6:00:47 AM 14405   

    La sede del gigante brasiliano delle costruzioni Odebrecht a Sao Paulo. Nelson Almeida/AFP/Getty Images


Qual è il prezzo da pagare per diventare la principale multinazionale dell’America Latina nel settore dell’edilizia e delle infrastrutture? Il gruppo Odebrecht ne sa qualcosa. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dal 2001 allo scorso anno la holding brasiliana ha pagato 778 milioni di dollari in tangenti a funzionari governativi di 12 Paesi dell’America Latina e dell’Africa in cambio di un centinaio di grossi appalti per oltre di 1,4 miliardi di dollari.  La compagnia ha patteggiato e ha ricevuto una multa record di 3,5 miliardi di dollari.

Odebrecht, presente in 28 Paesi con 168.000 dipendenti, si è aggiudicata numerose gare. Stadi di calcio in Brasile per le Olimpiadi, autostrade in Colombia, una centrale idroelettrica in Angola e diverse metropolitane in Sud America. Lo schema corruttivo internazionale è venuto a galla dopo che la compagnia ha ammesso le proprie responsabilità e ha accettato di firmare con le autorità del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, il Pubblico Ministero Federale del Brasile e la Procura Generale della Svizzera, i quali avevano costituito una task force internazionale per indagare su di essa.

Il giro di mazzette distribuite da Odebrecht è stato scoperto durante l’inchiesta Lava Jato, “mani pulite” brasiliana che nel 2014 ha iniziato a indagare il vasto sistema di corruzione in Petrobras – la statale petrolifera del paese verdeoro –  coinvolgendo i vertici della compagnia, le più grandi aziende brasiliane di costruzioni e lavori pubblici (BPT) e politici di vari schieramenti – l’ex presidente Luis Inacio Lula da Silva è stato denunciato così come l’attuale presidente Michel Temer e un centinaio di politici sono stati citati dai collaboratori di giustizia –  fino ad arrivare al “più grande caso di corruzione della storia”, come è stato definito dalla giustizia americana.

    Protesta contro la corruzione e in supporto dell’inchiesta Lava Jato (mani pulite) davanti al Parlamento di Brasilia. Evaristo Sa/Afp/Getty Images.

Un anno e mezzo dopo l’inizio delle indagini, nel giugno del 2015, i procuratori brasiliani a capo della Lava Jato hanno chiesto l’arresto di Marcelo Odebrecht, presidente e nipote di Norberto, il fondatore del gruppo. Da quel momento si è iniziato a delineare il sofisticato schema di corruzione messo in piedi dalla conglomerata brasiliana, che, per pagare le mazzette, aveva creato nel 2006 un vero e proprio dipartimento tangenti – noto in Brasile come “settore delle operazioni strutturate” – tramite il quale si aggiudicava contratti pubblici. Secondo le autorità americane, anche le mazzette internazionali provenivano da questo dipartimento. L’azienda ha utilizzato diversi modi per riciclare denaro e ostacolarne la rintracciabilità, come l’utilizzo di una rete di offshore in giro per il mondo.

I tentacoli di Odebrecht. Dopo aver messo in ginocchio l’establishment politico brasiliano, la holding ha svelato la rete corruttiva che operava in America Latina e Africa. Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, l’azienda ha distribuito mazzette a politici e agenti governativi in Angola, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Messico, Mozambico, Panama, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela.

I lavori della metropolitana di Caracas, in Venezuela, uno degli appalti vinti da Odebrecht a suon di tangenti.
Federico Parra/AFP/Getty Images

La multa più alta della storia. Marcelo Odebrecht e altri 77 dirigenti di alto grado dell’azienda hanno deciso di collaborare con gli inquirenti e hanno firmato degli accordi in cambio di uno sconto di pena. Odebrecht, inizialmente condannato a 19 anni di reclusione per corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere, ha avuto una riduzione a 10 anni, di cui due e mezzo da scontare in carcere e il resto ai domiciliari. Inoltre, lo scorso dicembre, ha patteggiato una multa di ben 3,5 miliardi di dollari per chiudere i processi in corso in Brasile, Stati Uniti e Svizzera nei confronti della sua azienda. Fino ad allora, la multa più alta per corruzione era quella di 800 milioni di dollari inflitta alla tedesca Siemens dopo un accordo col dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.  L’80% dell’importo andrà al governo brasiliano e il restante sarà diviso equamente tra Stati Uniti e Svizzera.

    Marcelo Odebrecht (al centro) arriva a un’audizione davanti alla commissione parlamentare per lo scandalo Petrobras (2015). Heuler Andrey/AFP/Getty Images

A far finire il gruppo Odebrecht al centro delle indagini condotte dagli inquirenti statunitensi e svizzeri sono state le scoperte di diverse somme di denaro nelle banche elvetiche e di varie operazioni di riciclaggio di valuta effettuate sul suolo americano.

Indagini a catena. Lo scorso febbraio, il procuratore generale del Brasile Rodrigo Janot, allo scopo di trovare soluzioni comuni per il caso Odebrecht, ha organizzato un incontro con altri procuratori o loro rappresentanti di 10 Paesi: Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panama, Portogallo, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela. Seppur non citati dalle indagini americane, Portogallo e Cile hanno partecipato all’incontro perché indagini nei confronti dell’azienda sono in corso anche in questi Paesi.

Nel corso del vertice si è deciso di creare un pool congiunto allo scopo di condurre indagini bilaterali o multilaterali e di coordinare il lavoro in Brasile e negli altri Paesi in cui il gruppo Odebrecht ha pagato tangenti o commesso altri atti illeciti. Fra i documenti che verranno trasmessi dalla giustizia brasiliana ai pubblici ministeri di altri Paesi si trovano i 77 accordi di collaborazione firmati da altrettanti dipendenti della holding. Sono più di 800 le deposizioni contenenti nomi e resoconti dettagliati sulle tangenti pagate e anche una guida con tutti i contratti pubblici ottenuti tramite corruzione.

Finora la bufera giudiziaria latinoamericana ha portato l‘arresto di Gabriel Garcia Morales, viceministro per il Trasporto della Colombia durante il governo guidato da Alvaro Uribe. Nei suoi confronti l’accusa di aver ricevuto 6,5 milioni di dollari per favorire il gruppo Odebrecht nell’appalto per la costruzione della Ruta del Sol (Strada del Sole), che collega la capitale Bogotà con la regione del Caribe. Anche la campagna elettorale dell’attuale presidente Juan Manuel Santos avrebbe beneficiato di milioni di dollari di tangenti. In Argentina, a trovarsi in difficoltà è Gustavo Arribas, capo dell’intelligence dell’attuale governo di Mauricio Macri. Arribas ha ammesso di aver ricevuto 600.000 dollari dalla Odebrecht nel 2013.

In Perù le indagini sono in fase avanzata e hanno già portato al mandato d’arresto dell’ex presidente Alejandro Toledo, sospettato di aver ricevuto 20 milioni di dollari dai rappresentanti di Odebrecht.

    Giornali peruviani con i titoli sullo scandalo corruzione che ha coinvlto l’ex presidente Alejandro Toledo. Ernesto Benavides/AFP/Getty Images

Oltre a Toledo, altri due ex presidenti, Ollanta Humala e Alán García, sono coinvolti nello scandalo.  La procura generale dell’Ecuador ha chiesto alle autorità giudiziarie statunitense e spagnola di collaborare alle indagini. Per nove anni (dal 2007 al 2016), la Odebrecht avrebbe pagato tangenti a funzionari governativi di questo paese.

Con la giustizia della Repubblica dominicana la Odebrecht ha concordato il pagamento di una multa di 184 milioni di dollari per le tangenti pagate fra 2001 e 2014. In Panama sono coinvolti alcuni parenti dell’ex presidente Ricardo Martinelli. Il fratello Mario e suoi figli Ricardo Alberto e Luis Enrique sono stati accusati di aver ricevuto circa 20 milioni di dollari in tangenti dal gruppo brasiliano. Gli inquirenti del Guatemala chiederanno alle autorità giudiziarie di Stati Uniti e Brasile di collaborare alle indagini.

Dallo scorso dicembre il Messico indaga l’azienda brasiliana per un giro di tangenti del valore di 10 milioni e mezzo di dollari. Anche il Portogallo indaga sui contratti stipulati con Odebrecht fra il 2005 e 2011 durante il governo dell’ex primo ministro José Sócrates, arrestato lo scorso anno con l’accusa di corruzione e di frode fiscale.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 07, 2018, 00:57:00 am
http://europa.today.it/attualita/la-bulgaria-alla-guida-dell-ue-per-sei-mesi-ma-al-primo-giorno-affossa-la-legge-anticorruzione-chiesta-da-bruxelles.html

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La Bulgaria alla guida dell'Ue per sei mesi. Ma al primo giorno affossa la legge anticorruzione chiesta da Bruxelles

Lo stop di Sofia alla nuova normativa raccomandata dalla Commissione europea. Secono l'ong Transparency international, è il paese membro dell'Unione con il più alto tasso di corruzione 
Dario Prestigiacomo
02 gennaio 2018 16:56


Non comincia nel migliore dei modi il Semestre di presidenza dell'Unione europea da parte della Bulgaria: oggi, il presidente bulgaro Rumen Radev ha posto il veto alla legge, il cui varo era stato raccomandato dall'Unione europea, volta ad arginare il vasto fenomeno della corruzione nel paese.


Radev ha giustificato lo stop spiegando che la nuova normativa "non solo non crea una base giuridica adeguata alla lotta alla corruzione, ma pone a essa una serie di ostacoli". Che sia vero o meno, la decisione non sembra per il momento il miglior spot per il paese, che a undici anni esatti dall'ingresso nell'Ue non ha ancora risolto una delle sfide maggiori per il suo sistema democratico: l'alto livello di corruzione, per l'appunto.
Il paese più corrotto dell'Ue

Secondo l'indice di percezione della corruzione di Transparency International, la Bulgaria è il paese più corrotto dell'Ue. "Nessuno sta perseguitando la corruzione politica, non ci sono ex funzionari governativi in ​​carcere", ha dichiarato al Guardian Ognian Shentov, presidente del Centro per lo studio della democrazia a Sofia: "Abbiamo raggiunto uno stadio di corruzione dello Stato che descriviamo come cattura dello Stato", ha aggiunto. Un rapporto dell'organizzazione di Shentov dipinge un quadro devastante della corruzione nel Paese: più di un adulto su cinque (su una popolazione di circa 7,2 milioni) avrebbe preso parte a una transazione corrotta, pagando o ricevendo una tangente, ma i processi di corruzione aperti nel 2015 erano appena 72.
I casi Lukoil e Corporate Commercial Bank

Gli attivisti puntano il dito con la Lukoil bulgara, società energetica controllata dalla Russia, che fornisce il 100% delle importazioni di petrolio del paese e che rappresenta la più grande azienda del paese. Una posizione di forza e monopolio che avrebbe di fatto bloccato la concorrenza nel settore e favorito il diffondersi della corruzione. C'è poi il caso della Corporate Commercial Bank, la quarta banca del paese per prestiti alle aziende, che sarebbe crollata per uno scontro di potere tra politica e finanza.

Esempi che testimoniano la carenza di trasparenza e la fragilità del sistema politico-economico, in un Paese che per Pil pro-capite è in fondo alla classifica Ue. Per tali ragioni, il Meccanismo di cooperazione e verifica per la Bulgaria, istituito e guidato dalla Commissione europea, aveva posto la corruzione tra le priorità di riforma del paese.
La legge anticorruzione

La legge approvata pochi mesi fa dal Parlamento e oggi bloccata dal presidente Radev, andava incontro alle richieste di Bruxelles, secondo l'opposizione socialista, in quanto volta a creare una speciale unità per indagare i casi di corruzione che coinvolgono le alte cariche pubbliche. A indebolire la proposta, secondo diversi analisti, c'è pero' il fatto che il testo prevede che a nominare i membri dell'unità anticorruzione sia lo stesso Parlamento, cosa che potrebbe favorire  guerre di potere più che una reale trasparenza (come si sospetta sia accaduto nel caso della Corporate Commercial Bank).

A ogni modo, lo stop e le polemiche sulla nuova legge arrivano in un momento importante per la Bulgaria, dal momento che per i prossimi mesi sarà Sofia a guidare i lavori del Consiglio Ue. I temi in agenda sono tanti e delicati: stabilità, sicurezza e solidarietà, per usare lo slogan coniato dal governo dell'ex bodyguard Bojko Borisov.  Ma uno in particolare stride con la situazione della corruzione nel paese: toccherà infatti alla Bulgaria mettere in funzione l'Eppo, la Procura europea antifrodi.


https://www.transparency.org/news/feature/corruption_perceptions_index_2016

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Naturalmente non poteva mancare il solito commento deficiente del solito italiano medio deficiente.
Citazione
Mercurio

La presenza della Bulgaria in Europa é assolutamente necessaria, altrimenti come farebbe Renzi a sostenere che non siamo noi gli ultimi?

Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 15, 2018, 20:21:38 pm
http://www.lintellettualedissidente.it/societa/lodio-di-patria-degli-intellettuali-nostrani/

Citazione
L’odio di Patria degli intellettuali nostrani
Assisi su comode poltrone, tronfi della loro posizione egemonica, gl'intellettuali italiani di regime recitano in ogni contesto, in ogni momento, la sempiterna liturgia dell'autorazzismo: esterofilia dilagante mista a ignoranza atavica, ed il gioco è fatto
di - 28 aprile 2016

di Giuseppe Piconese


Nel panorama politico-intellettuale italiano ormai scorazza e imperversa una dissacrante inclinazione ad accettare a braccia spalancate-e a teste vuote-tutto ciò che non presenta alcun legame culturale con l’ Italia e che addirittura si presenta in contrasto con qualsiasi bagaglio intellettuale nazionale. Ovviamente, per il principio secondo il quale la classe dominante (intellettualmente parlando, in questo caso) riversa i suoi modi di intendere e di vedere il mondo direttamente sulla massa sottopostale, impegnandosi anche affinché sia impossibile qualsiasi messa in discussione di questi “dogmi” calati dall’alto. anche quest’ultima sarà intrisa, pervasa e imbevuta fino al collo di questa esterofilia colorata e subdola. Ma è questo un processo innato? La graduale e apparentemente inarrestabile “corsa all’ internazionalismo” è un fenomeno che nasce e si autodefinisce casualmente come una collisione di molecole estranee a loro? O questo incendio viene alimentato e foraggiato dal soffio di qualcuno?

Con il perfezionamento e la diffusione dei mezzi di comunicazione di massa la quantità di nozioni e informazioni imponibili e assimilabili da parte dei cittadini è cresciuta esponenzialmente e, altrettanto repentinamente, è scesa la capacità di mettere in discussione tali diktat  del pensiero. Sarebbe quindi qui che risiede la matrice di tutto ciò: nella famosa categoria degli “intellettuali” e specialmente di quegli intellettuali che operano sempre più sotto le sembianze di formatori d’opinione. Giornalisti, politici, industriali, uomini e donne dello spettacolo, scrittori, artisti e chiunque altro riesca ad avere un ascendente tanto forte sulla mente di chi gli è affianco da poterne paralizzare la coscienza e manipolare il modo di pensare.

Gli intellettuali di casa nostra, si sa, sono pienamente (forse anche consapevolmente) funzionali a questo processo di svilimento della cultura italiana e del sentimento nazionale: reportage, articoli di giornale, convegni e rassegne sono i principali mezzi attraverso i quali si instilla nell’opinione pubblica questa cosiddetta “esterofilia dilagante”. Prende sempre più piede nelle coscienze, soprattutto nelle fasce d’età più giovani, la concezione che solo ciò che esiste al di fuori dei confini nazionali può essere accettato e accolto come portatore di progresso e di apertura mentale. Al contrario qualsiasi cosa mantenga anche una minima parvenza di legame con la cultura nazionale italiana viene vista come veicolo del germe del bigottismo e dell’arretratezza intellettuale che, secondo questo modo di vedere, sono i principali prodotti della scena culturale italiana e sarebbero endemiche nella popolazione del Belpaese. Inutile dire che da qui per arrivare a discorsi disfattisti e inconcludenti (oltre che dannosissimi) il passo è breve, brevissimo. Anzi, l’abbiamo già compiuto!

Ma tutto ciò è riscontrabile nella realtà di tutti i giorni? O basterebbe non più di una mezz’ora per far cadere nel dimenticatoio e nell’irrilevanza la tematica discussa finora? Guardandosi intorno di certo le peculiarità esterofile  non mancano ma anzi sono così radicate ormai da farci credere che esse siano da sempre appartenute al nostro bagaglio culturale: esaminando, ad esempio, il comparto lessicale degli ultimi decenni della lingua italiana si può notare come l’italiano sia una delle lingue più facilmente inclini ad accogliere quantità enormi di lemmi e modi di dire tipici di altre nazioni e culture, principalmente inglese. Col consenso e col beneplacito di linguisti che approvano e incentivano le modificazioni lessicali e di giornalisti e intellettuali in genere che non si fanno aspettare per sfoggiare questi nuovi arrivi della lingua italiana. Facendoli entrare nella quotidianità di chiunque e nel loro conseguente utilizzo. In linea di massima comunque questo processo di svilimento avvolge e coinvolge tutto il panorama culturale italiano, non solo l’apparato linguistico, distruggendolo in funzione di un non ben definito culturame internazionale.

Risulta ben evidente quindi il fortissimo ruolo politico che giocano gli intellettuali di una nazione: ruolo che può anche essere nefasto e dannosissimo per gli interessi nazionali che coincidono sempre meno con gli interessi delle masse troppo impegnate a guardare al di là della siepe per vedere che, da questa parte, lo scenario è caotico. Spetta dunque a questi formatori d’opinione il dovere di raccogliere e convogliare in modo sano ed etico le energie nazionali di cui disponiamo (particolarmente le più giovani e fresche) verso interessi comuni nazionali ben individuati e condivisi, e anche il compito di contribuire alla restaurazione di un sentimento nazionale ormai distrutto e abbandonato dalle masse.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 15, 2018, 20:40:30 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.



Ogni tanto capita di imbattermi in qualcuno che ragiona in maniera molto simile alla mia.
Niente non è.

http://blog.ilgiornale.it/catto/2017/04/04/smettiamola-con-la-retorica-dell'andarsene-dallitalia/

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04 apr 17
Smettiamola con la retorica dell’andarsene dall’Italia

Da anni siamo esposti sul web e sui social ad articoli che narrano l’epopea extranazionale dei migranti di successo, persone che in qualche paradiso terracqueo con annesso accento anglosassone hanno aperto la loro attività, facendo (ad ascoltar loro) soldi a palate per poi venir ospitate in qualche giornale a narrarci di quanto l’Italia sia brutta e cattiva, di come sia giusto andarsene, di quante poche opportunità ci siano nel nostro paese per i giovani volenterosi che ogni giorno si sbattono contro la mancanza di prospettive, il fisco, lo stato, l’assenza di diritti, l’uomo nero della chiusura mentale e della ristrettezza dei confini.

Una retorica sinceramente stancante, dietro alla quale è lecito chiedersi quale tipo di volontà ci sia o quale profondo messaggio si cerchi di veicolare. Pure inesatta, perché a fronte della facilità con la quale vengono dipinti i meriti e le bellezze dei paesi stranieri, si sorvola volentieri sui tanti giovani partiti e poi tornati, scontratisi con l’alto costo della vita nella mecca londinese o di qualche altra city europea in vena di narrazione modaiola. Scontratisi, ancor più spesso, con la durezza della vita e della solitudine, trovando volentieri consolazione nell’abuso di alcool e stupefacenti.

Insomma, tanto facile e bello narrare le beltà intrinseche della migrazione, ma come accade con i profughi da accogliere a casa nostra, molto più difficile diventa scandagliare il fondale di interessi, di distorsioni e di luoghi comuni che possono sottostare al fenomeno.

Smettiamola, per favore, con questa corsa all’oro ideologica in terra straniera, con questo continuo piagnisteo al sapor di esterofilia al quale siamo continuamente esposti, di pari passo al continuo svilimento, inconsapevole o meno, delle potenzialità del nostro paese.

In questa corsa alla migrazione, alla ricerca della soluzione di stampo individuale, si è perso qualsiasi tipo di legame produttivo con la propria terra d’origine, vista, più che come una comunità nella quale esprimersi ed eventualmente lottare per cercare di cambiare le cose, come una sorta di porto d’attracco dal quale salpare, alla ricerca perenne di un facile paradiso straniero, come se poi all’estero si regalasse lavoro senza causare problemi, storture o differenze di trattamento, spesso culminanti in processi di repulsione come nel caso della brexit, o dell’ascesa dei partiti nazionalisti come il Front National.

In questa continua lode all’emigrazione, ad un lavoro che abbia il nome in inglese ché fa sempre un po’ più figo, c’è tutto il sapore della rinuncia all’identità e alla stabilità. Il mondo diventa una sorta di grande contenitore dove svolazzare alla ricerca di una posizione, l’immigrazione senza confini e senza regole diventa un qualcosa al quale ricorrere alla minima difficoltà o pure in assenza di reali problemi, andando a supplire ad una sempre latente malsopportazione verso il proprio paese e ad una certa mancanza di volontà nello sporcarsi le mani, nel vedere cos’altro c’è a disposizione sul al di là del proprio titolo di studio, nel mercato privato o nell’aprirsi una propria azienda.

Diciamolo: ha ragione pure Poletti quando dice che alcune delle persone che se ne vanno non rappresentano una grossa perdita, specie quando il rimanere si tramuta per loro in una continua nenia esterofila e anti italiana, sullo sfondo di una incapacità di adattamento, di una incomprensione delle architetture del sistema economico e di una incapacità puntuale a valutare il proprio paese come una opportunità e non come un limite.

Hanno rotto le scatole tutti questi aedi del nord, i nuovi bardi delle terre anglosassoni calati dal pero a fare la morale a noi poveri giovani rimasti a casa, a predicarci l’espatrio, l’uscita dal paese, l’apertura dei nostri confini mentali e politici.

Chiudo dicendo che le prime persone a dover emigrare, in realtà, dovrebbero essere quelle che qui spingono in continuazione i giovani italiani ad andarsene dall’Italia.


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PS:
https://www.transparency.org/news/feature/corruption_perceptions_index_2017
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 29, 2018, 00:59:43 am
https://www.africarivista.it/africa-rosa-dal-tarlo-della-corruzione/119451/

Citazione
Africa rosa dal tarlo della corruzione
23 febbraio 2018

L’Africa è ancora il continente più corrotto. Secondo la classifica mondiale sulla corruzione percepita stilata da Transparency International, nel 2017 i Paesi più corrotti al mondo sono stati Sud Sudan e Somalia. Il primo Paese africano ad apparire in classifica è il Botswana (al 34° posto su 180) seguito da Seychelles (36°), Capo Verde e Ruanda (rispettivamente 47° e 48°), prima di Namibia (53°) e Senegal (66°).


«Questo risultato negativo – spiegano i responsabili della Ong – non è una sorpresa. Già negli anni precedenti, l’Africa era risultata in fondo alla classifica. Esiste un legame tra i livelli di corruzione, la difesa delle libertà dei giornalisti e l’impegno della società civile».

I Paesi che hanno ottenuto i risultati migliori sono quelli che, secondo Transparency International, hanno una «leadership politica costantemente impegnata nella lotta alla corruzione». Tra questi, Ruanda e Capo Verde dove sono in atto severi codici di condotta che hanno ridotto il fenomeno. Spesso questa leadership impone anche un rigido controllo nell’attuazione delle leggi. La Costa d’Avorio, per esempio, ha mostrato miglioramenti nella lotta alla corruzione proprio perché ha approvato una legge sulla punizione di politici e amministratori coinvolti, ha istituito un’autorità nazionale anticorruzione e ha rispettato le direttive internazionali. Anche il Senegal ha fatto numerosi progressi con l’arrivo di Macky Sall. Un miglioramento dovuto alla creazione di un ministero della Buona governance e di un Ufficio per la lotta nazionale contro la frode e la corruzione Ufficio.

In fondo alla classifica ci sono Sud Sudan e Somalia, Paesi senza governance e travolti da lunghe guerre civili. Anche Liberia e Rd Congo, nazioni in cui il potere centrale non è riuscito a contenere i cattivi comportamenti di politici e burocrati, hanno ottenuto punteggi molto bassi.

Secondo Transparency International, guerre e conflitti rimangono i principali ostacoli a una favorevole evoluzione. Transparency International ha chiesto all’Unione africana «un impegno visibile per la lotta contro la corruzione» e soprattutto a «pensare di investire in Paesi che storicamente lottano contro la corruzione. In particolare la Somalia e il Sud Sudan».
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 29, 2018, 01:07:49 am
http://www.metallirari.com/10-politici-piu-corrotti-mondo/

Citazione
I 10 politici più corrotti del mondo

REDAZIONE
24/02/2018, 8:00 am
È solo un luogo comune associare i politici alla corruzione? Scorrendo la graduatoria di chi ne ha fatto un’attività su “scala industriale” si ha l’impressione che, nei tempi moderni, corruzione e politica non possano esistere l’una senza l’altra.

Viviamo in un’epoca in cui la corruzione politica ha preso il sopravvento in molti paesi del mondo.
Quando i politici (alcuni?) si accorgono di disporre di un mucchio di soldi da sperperare liberamente o da mettersi in tasca, il talento persuasivo, la capacità verbale e le idee su come migliorare la società passano in secondo piano. Spunta invece l’arte della corruzione, delle tangenti e dell’appropriazione indebita.

Una piaga che affligge le dittature così come le democrazie, che nasce dai politici e che si diffonde a macchia d’olio nel resto della società. Come ben sappiamo in Italia, uno dei paesi più corrotti d’Europa secondo l’ultimo Report di Transparency International, non è facile da individuare perchè non ha una bandiera politica o ideologica, ma è trasversale a tutto il sistema.

Anche se i casi di cui tratteremo di seguito sono quelli più eclatanti e più riprovevoli, non è certo il caso di prenderli come esempio per minimizzare la corruzione esistente in altri paesi, altrettanto odiosa e riprovevole come quella dei 10 politici più corrotti del mondo.

1
MOHAMED SUHARTO (ex Presidente dell’Indonesia). È stato il secondo Presidente dell’Indonesia, avendo preso il potere nel 1967 con un colpo di Stato. Ha sfruttato la crescita economica per arricchire sè stesso e i suoi collaboratori attraverso una serie di monopoli statali e sussidi truccati. Il suo patrimonio è stato stimato tra i 15 e i 35 miliardi di dollari in contanti, azioni, società, immobili, gioielli ed opere d’arte. Si dice che la famiglia di Suharto abbia il controllo di circa 36.000 chilometri quadrati di terreni in Indonesia, compresi 100.000 metri quadrati di uffici a Giacarta e quasi il 40% della terra di Timor Est. Suharto è morto il 27 gennaio 2008.

2
FERDINAND MARCOS (ex Presidente delle Filippine). Ha vinto le elezioni presidenziali del 1965, del 1969 e del 1981, rimanendo ininterrottamente al potere dal dicembre 1965 al febbraio 1986. Feroce anti-comunista, rimane uno dei presidenti più controversi della storia delle Filippine. Si stima abbia rubato al suo paese dai 5 ai 10 miliardi di dollari. È morto in esilio alle Hawaii il 28 settembre 1989.

3
MOBUTU SESE SEKO (ex Presidente della Repubblica Democratica del Congo). Presidente e dittatore del paese dal 1965 al 1997, fu insediato al potere dal Belgio e dagli Stati Uniti. In questo periodo ha accumulato enormi ricchezze personali, stimate in 12 miliardi di dollari, attraverso lo sfruttamento dell’economia e la corruzione. È morto nel 1997 in Marocco.

4
SLOBODAN MILOŠEVIĆ (ex Presidente della Jugoslavia). Al potere in Serbia dal 1989 al 2000, è stato tra i protagonisti della guerra nell’ex Jugoslavia. Accusato di crimini contro l’umanità, il processo a suo carico presso il Tribunale Penale Internazionale per l’ex Jugoslavia non è riuscito a condannarlo perchè Milošević è morto prima della sentenza (11 marzo 2006). Qualcuno ha stimato che i danni patrimoniali arrecati da Milošević al suo paese ammontano ad almento 100 miliardi di dollari.

5
SANI ABACHA (ex Presidente della Nigeria). Ha guidato la Nigeria dal 1993 al 1998, arrivando al potere grazie ad un colpo di Stato. Durante il mandato si è macchiato di violazioni dei diritti umani e di corruzione, divenuta endemica in tutto il paese. È morto in circostanze misteriose nel 1998 e si stima che abbia rubato al suo paese circa 4 miliardi di dollari, finiti in conti personali, gioielli e immobili.

6
JEAN-CLAUDE DUVALIER (ex Presidente di Haiti). Conosciuto anche come Baby Doc o Bébé Doc, è stato Presidente (di fatto, dittatore) di Haiti dal 1971 al 1986. In questo periodo si stima abbia sottratto al suo paese, per intascarli, dai 300 agli 800 milioni di dollari. È morto il 4 ottobre 2014 all’età di 63 anni.

7
ALBERTO FUJIMORI (ex Presidente del Perù). Di origini giapponesi, si distingue da tutti gli altri politici corrotti per la sua estrema intelligenza. Nel corso della sua Presidenza, durata dal 1990 al 2000, è riuscito a rubare al suo paese 600 milioni di dollari. Inoltre, Fujimori è stato accusato e condannato per violazione dei diritti umani, omicidi, rapimenti, violenze e torture. Dopo circa 12 anni di carcere è stato rilasciato per motivi di salute.

8
PAVLO LAZARENKO (ex Primo Ministro dell’Ucraina). Ha ricoperto la carica di Primo Ministro per poco più di un anno, dal 1996 al 1997. In questo breve periodo di tempo è riuscito a organizzare attività fraudolente per un valore stimato di 200 milioni di dollari. Nel 2006 è stato arrestato negli Stati Uniti per frode, corruzione ed estorsione, mentre nel suo paese è ricercato per una cinquantina di crimini.

9
ARNOLDO ALEMAN (ex Presidente del Nicaragua). Ha ricoperto la carica di ottantunesimo Presidente del paese dal 1997 al 2002. In questo relativamente breve periodo è riuscito a rubare oltre 100 milioni di dollari al Tesoro del Nicaragua, uno dei motivi per il quale è stato condannato a 20 anni di reclusione (gli altri motivi sono riciclaggio di denaro e corruzione). La sua carriera è iniziata come avvocato, per diventare sindaco di Managua e poi Presidente del Nicaragua.

10
JOSEPH ESTRADA (ex Presidente delle Filippine). È stato al vertice delle istituzioni delle Filippine negli ultimi 20 anni e, attualmente, nonostante sia stato condannato alla reclusione a vita per aver rubato 80 milioni di dollari, è sindaco di Manila (la capitale del paese) dopo essere stato eletto nel 2013. Prima di entrare in politica, guadagnò molta popolarità come attore cinematografico, recitando come protagonista in più di un centinaio di film durante una carriera durata circa trent’anni. È sempre stato circondato da una squadra di politici tra i più corrotti del mondo.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 29, 2018, 01:12:43 am
http://www.lastampa.it/2018/02/21/italia/corruzione-litalia-migliora-ma-c-ancora-tanta-strada-da-fare-nxsT5pgLl9ezq6H4VYk6PN/pagina.html

Citazione
Corruzione, l’Italia migliora ma c’è ancora tanta strada da fare
Siamo al 54° posto nella classifica di Transparency International che monitora la percezione in 180 Paesi nel mondo

Pubblicato il 21/02/2018
Ultima modifica il 21/02/2018 alle ore 20:47
CAMILLA CUPELLI
L’Italia avanza nella classifica di Transparency International, che monitora l’indice di corruzione percepita in 180 Paesi nel mondo, passando da sessantesima a cinquantaquattresima. Una positiva scalata di sei posizioni che fa riflettere, ma non basta. Il punteggio assegnato al nostro Paese è 50, in una scala da 0 (molto corrotto) a 100 (non corrotto). Siamo ancora lontani, quindi, dalla sufficienza, anche se il balzo in avanti è significativo.

 
Il caso italiano 

«Il bicchiere è mezzo pieno perché il nostro Paese migliora rispetto al passato, ma il giudizio è ancora insufficiente, resta ancora molto da fare – sostiene Davide Del Monte, direttore di Transparency International Italia –. Dove agire? Due sono i problemi principali: la trasparenza sui finanziamenti della politica e la regolamentazione dell’attività di lobby. Se vogliamo andare oltre, possiamo parlare anche di una cultura della legalità, che deve partire dalle scuole. C’è ancora molto da fare».

 

L’Italia non è più fanalino di coda dell’Europa, poiché si posiziona al venticinquesimo posto su trentuno Stati considerati, ma è ben lontana dalla vetta. L’avanzamento del nostro Paese è però costante ormai dal 2012, anno di applicazione della cosiddetta “legge Severino”, la legge anticorruzione. Da allora, quando l’Italia era al settantaduesimo posto, sono state scalate diciotto posizioni in classifica. Altro elemento che ha aiutato il miglioramento italiano è stato l’insediamento di Raffaele Cantone a capo dell’Anac, Autorità nazionale anticorruzione, momento storico che ha contribuito a modificare la percezione del fenomeno corruttivo in Italia.

 
Una panoramica 

L’indice, chiamato Cpi (Corruption Perception Index), riguarda la percezione della corruzione nella pubblica amministrazione. Secondo Transparency International, i Paesi che raggiungono la sufficienza a livello mondiale, nelle tabelle relative al 2017, sono soltanto 37. Nei primi posti della classifica restano Danimarca e Nuova Zelanda, mentre la Somalia si attesta nell’ultima posizione, con un punteggio di 9/100.

 
Come si calcola l’indice 

Il Cpi viene calcolato tramite una serie di fonti che forniscono la percezione di uomini d’affari e di esperti nazionali sul livello di corruzione nel settore pubblico mentre non viene considerata la percezione del singolo cittadino. Nel caso italiano, tra gli indicatori utilizzati sono presenti, tra gli altri, l’indagine del World Economic Forum, l’IMD World Competitiveness Yearbook e il Global Insight Country Risk Ratings.
 
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 11:33:25 am
Fonte: Avvenire

Citazione
Eurispes. Corruzione: in Italia percezione eccessiva, è la «sindrome del Botswana»
Redazione Romana giovedì 10 gennaio 2019
Siamo al 69esimo posto, con l'85% degli italiani convinti che istituzioni e politici siano corrotti. Cantone: poco affidabili gli indici di percezione. Cafiero de Raho: occorre formarsi sui valori

In Italia i livelli di corruzione percepiti sono decisamente superiori a quelli reali: soffriamo della "sindrome del Botswana", intesa come tendenza ad accostarci a Stati difficilmente assimilabili al nostro per benessere e ricchezza. È quanto emerge da La corruzione tra realtà e rappresentazione. Ovvero: come si può alterare la reputazione di un Paese, ricerca curata da Giovanni Tartaglia Polcini per l'Eurispes e presentata stamane a Roma.

«Dipingere un Paese come corrotto o anche più corrotto di quanto realmente non sia può avere effetti diretti e indiretti sull'economia», premettono i ricercatori dell'istituto, sottolineando come la definizione di indicatori validi, efficaci e condivisi sul piano internazionale rappresenti «il primo ed essenziale passo verso il controllo, la prevenzione e il contrasto». Perché «senza misure accurate e affidabili non solo diventa difficile cogliere l'estensione e l'ordine di grandezza del fenomeno ma anche indirizzare strategie di intervento istituzionale e politico di contrasto e repressione».

L'Italia, negli indici internazionali, si colloca in posizioni molto più basse di quanto non meriterebbe il suo status di Paese democratico e di potenza mondiale, tra i primi dieci grandi Paesi al mondo per il Pil pro capite: siamo al 46esimo posto nell'Indice di competitività (2007), al 53esimo nell'indice Doing business (2008), al 41esimo nel CPI (2007), al 60esimo nell'Index of Economic Freedom (2006), addirittura all'84esimo nel Global Gender Gap Index (2007).

In ambito Ocse, siamo il Paese con la più alta corruzione percepita (circa 90%) e con una fiducia nel governo superiore al 30%, più alta di quella di Grecia, Portogallo, Spagna e Slovenia nonostante questi Paesi abbiano una percezione della corruzione inferiore alla nostra (tra l'80% e il 90%). Non solo: nell'ultima graduatoria di Transparency International, basata proprio su un indice di percezione, risultiamo al 69esimo posto con l'85% degli italiani convinti che istituzioni e politici siano corrotti: eppure, alla domanda specifica, posta a un campione di cittadini, se negli ultimi 12 mesi avessero vissuto, direttamente o tramite un membro della propria famiglia, un caso di corruzione, la risposta è stata negativa nella stragrande maggioranza dei casi, in linea con le altre nazioni sviluppate.

Secondo Tartaglia Polcini, «il rating attribuito all'Italia è spesso ingeneroso, se non a tratti errato, con notevoli conseguenze anche sul piano macro-economico». Quello che si verifica nel nostro Paese è «il "Paradosso di Trocadero": più si perseguono i fenomeni corruttivi sul piano della prevenzione e le fattispecie di reato sul piano della repressione, maggiore è la percezione del fenomeno. L'effetto distorsivo collegato a questo assunto ha concorso a penalizzare soprattutto gli ordinamenti più attivi dal punto di vista della reazione alla corruzione in tutte le sue forme».

«Ovviamente - spiega il presidente del'Eurispes, Gian Maria Fara - non intendiamo sostenere che l'Italia sia immune dalla corruzione o che la corruzione stessa non ne abbia caratterizzato la storia antica e recente. Ciò che vogliamo, invece, fortemente affermare è che il nostro Paese è anche meno corrotto degli altri, che reagisce alla corruzione più degli altri, che non la tollera e che combatte il malaffare e oggi lo previene anche meglio degli altri».

Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione, ha sottolineato «la scarsa affidabilità degli indici di percezione della corruzione, che non misurano il fenomeno, ma solo l'impressione che se ne ha». «L'individuazione dei veri numeri della corruzione è uno dei temi importanti - ha detto il presidente dell'Anac -. Chi studia il fenomeno per misurarlo deve necessariamente avere un approccio scientifico. La corruzione è come un iceberg di cui emerge una puntina piccolissima, ma il problema è quello che c'è sotto. E ricordo che è stata la parte nascosta del l'iceberg a far affondare il famoso Titanic. È quindi
fondamentale capire dove, come e quanta corruzione c'è ed è questo il tema al centro della ricerca Eurispes che presentiamo oggi. Il tasso di corruzione di una nazione investe direttamente la credibilità delle sue istituzioni e da un punto di vista politico, dunque determinare con una certa attendibilità le dimensioni che il fenomeno assume, è innanzitutto una "pagella" su un Paese e sulla sua classe dirigente. C'è poi un aspetto economico, ancora più rilevante. Il pregio principale della ricerca è proprio l'inquadramento del problema in una prospettiva comparata. La difformità esistente fra le varie nazioni non è difatti soltanto uno dei principali ostacoli alla "costruzione" di indicatori di corruzione universalmente validi».

Per il procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, Federico Cafiero de Raho, «la misurazione della corruzione è un tema di grande importanza. Molto difficilmente si possono recuperare i dati sul territorio per una misurazione reale. Il tasso di corruzione non è grave, ma gravissimo. Non vi è luogo sul territorio nazionale dove non siano presenti associazioni mafiose. Esistono forme di corruzione così raffinate che possono essere scoperte solo con indagini mirate: sono persone che non parlano più per telefono, si incontrano in mezzo alla strada e in luoghi dove è impossibile mettere una microspia. Il lavoro di Giovanni Tartaglia Polcini è importante dal punto di vista scientifico e la corruzione è anche qualcosa che bisogna smascherare e che nasce da un difetto di etica, di formazione. Occorre formarsi sui valori e imparare a considerare uomini "ricchi" coloro che li mettono in pratica e ne sono promotori».

Intanto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato per la promulgazione della legge anticorruzione, approvata definitivamente dal Parlamento il 18 dicembre scorso.


https://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: gluca - Gennaio 20, 2019, 12:12:44 pm
La "corruzione percepita" è una colossale minchiata.
Far credere agli italiani di vivere in un paese tra i più corrotti serve a manipolarli, per far accettare loro che il potere vada a finire in mani straniere, convincendoli che "è meglio".
Giochetto vecchio, che ormai non funziona più, perché la gente ha capito.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Gennaio 20, 2019, 13:36:45 pm
Qualcuno dovrebbe spiegare (e spiegarMI) perchè, con tutta la sua corruzione, seconda solo al Giappone, l'Italia negli anni novanta era la quinta potenza economica mondiale mentre ora, entrati nell'Europa e nell'euro e quindi divenuti "virtuosi" ci siamo ridotti in mutande.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: gluca - Gennaio 20, 2019, 14:26:12 pm
"Si faccia una domanda e si dia la risposta"
(cit.)
:)
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 15:16:10 pm
Giochetto vecchio, che ormai non funziona più, perché la gente ha capito.

No, guarda, la maggioranza non ha affatto capito.
Calcola che di questo argomento me ne occupavo a livello personale, ben prima di prender coscienza della questione maschile, per cui posso dirti che non è assolutamente così.
A tutt'oggi mi capita spesso di discutere con dei connazionali che ragionano per luoghi comuni e sparano puttanate colossali.
Non a caso la frase più gettonata dall'italiano medio è la seguente:
"Certe cose succedono solo in Italia!",
peraltro sentita pure da ieri, da parte di un conoscente 50enne, che mi è toccato stoppare all'istante (con tanto di faccia sorpresa del tipo), perché di questi deficienti ne ho veramente i coglioni pieni.

Non solo: un paio di giorni fa ho nuovamente letto un'affermazione ridicola, di un altro ometto italiano, il quale affermava che l'Italia "è uno dei Paesi più corrotti al mondo", praticamente allo stesso livello di Argentina e Messico.
Ora, se qualcuno di questi imbecilli avesse la più pallida idea di ciò che accade in quei paesi, nonché in altre parti del disgraziato pianeta Terra, eviterebbe di scrivere simili stronzate.
Ma il problema è che ormai il disprezzo di sé e del proprio popolo, è stato talmente assimilato, che è praticamente impossibile rinsavirli.
Del resto le stesse campagne autodenigratorie dei media han contribuito moltissimo a cementificare questo autorazzismo nell'italiano medio.
Basta dire che in Tv non esistono trasmissioni dedicate alla corruzione esistente in altri paesi, come non esistono trasmissioni che trattano seriamente la questione dei veri luoghi d'origine della mafia, che non sono affatto in Italia, bensì in Cina e in Giappone.

Un altro atteggiamento fastidiosissimo è quello relativo al fatto che uno non può trattare questo argomento, senza sentirsi dire che "noi dobbiamo stare zitti, perché abbiamo la camorra, cosa nostra, la 'Ndrangheta", etc.
E allora? Che cazzo significa? Questo deve forse impedire di osservare e criticare le magagne altrui?
Ma che razza di discorso è? Forse in altri paesi si fanno tutte queste seghe mentali ? No, non se le fanno, nella maniera più assoluta.
Basta dire che anche molti abitanti di paesi di merda come la Serbia, la Romania e l'Albania hanno il coraggio di fare la morale agli italiani.
Eppure questo atteggiamento è la norma.
Un atteggiamento peraltro derivante dal disprezzo di sé e dalla vergogna di essere italiani.
Ossia un problema che a me non sfiora, né ha mai sfiorato neppure di striscio.
Anzi, io sono orgoglioso di essere italiano.
Del resto, se così non fosse, non potrei essere un nazionalista.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: gluca - Gennaio 20, 2019, 15:32:53 pm
sentita pure ieri, da parte di un conoscente 50enne
In Italia ci sono due approcci all'informazione: quello degli under 50 e quello degli over 50, approssimativamente.
I primi usano principalmente internet, dunque sentono più campane.
I secondi guardano i tg e qualcuno ancora compra i giornali  :D.
Per capire che è così, basta guardare il voto diviso per fasce di età.
io sono orgoglioso di essere italiano
Pure io.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 16:00:34 pm
A proposito del Messico...

http://www.rivistamissioniconsolata.it/2018/12/01/messico-la-corruzione-madre-di-tutti-i-mali/

Citazione
Messico, la corruzione, madre di tutti i mali
E GIUNSE IL TEMPO DI AMLO (SECONDA PUNTATA)
1 Dicembre 2018 Articolo


Con 30mila omicidi all’anno e oltre 53 milioni di poveri, con ampie zone del paese nelle mani dei narcos e i difficili rapporti con l’imprevedibile Donald Trump, il compito che attende il neopresidente Andrés Manuel López Obrador (Amlo) è titanico. Paolo
Pagliai, rettore dell’Università «Alta Escuela para la Justicia», individua però il principale problema messicano nella corruzione che nega i diritti fondamentali delle persone trasformandoli in «favori».
Testo di Paolo Moiola

Dal primo dicembre Andrés Manuel López Obrador detto Amlo, è il nuovo presidente del Messico. Amlo, 64 anni, era stato sconfitto nelle presidenziali del 2006 e del 2012, queste ultime molto contestate. Al terzo tentativo, lo scorso 1 luglio, ha ottenuto oltre 30 milioni di voti, pari al 53,19 per cento del totale, più del doppio del secondo arrivato, Ricardo Anaya del Partido Acción Nacional (Partito d’azione nazionale, Pan). Il neopresidente ha vinto guidando Juntos Haremos Historia (Uniti faremo la storia), una coalizione tra due partiti di sinistra (il Partido del Trabajo e il Movimiento Regeneratión Nacional, Morena) e un piccolo partito di centrodestra (il Partido Encuentro Social), dissoltosi dopo le elezioni.

Di Obrador e dei problemi del paese abbiamo parlato con Paolo Pagliai, italiano cinquantenne, sposato con una messicana, da vent’anni a Città del Messico. Dottorato in pedagogia presso la Universidad Nacional Autónoma de México (Unam), già preside della Facoltà di lettere e filosofia presso l’Università del Claustro di Sor Juana, Paolo Pagliai è attualmente rettore di un’università con un nome impegnativo, Alta Escuela para la Justicia. Esperto e appassionato di memoria storica, diritti umani e pace, il professor Pagliai è la persona giusta per parlare di un paese che, pur essendo l’undicesima economia del mondo, è però gravato da problemi giganteschi con intere regioni nelle mani dei narcos (narcotrafficanti), oltre 53 milioni di poveri e una violenza da guerra civile (29.168 omicidi nel 2017).


Citazione
La classifica dei problemi
In una ipotetica classifica dei problemi messicani in che ordine di importanza metterebbe la violenza, la corruzione, le diseguaglianze? Esiste tra queste problematiche una correlazione?
«Esiste una stretta relazione tra tutti i problemi di cui patisce il Messico, ma non è quella di causa-effetto che le persone potrebbero pensare o di cui vengono convinte dal processo di semplificazione della realtà i cui principali responsabili sono i mezzi di comunicazione di massa, completamente asserviti agli interessi dei partiti politici e dei grandi gruppi industriali e finanziari.

È la corruzione la madre di tutti i nostri mali: nega i diritti fondamentali delle persone trasformandoli in “favori”, genera dipendenza dai poteri e relazioni pericolose con i più forti, riduce sensibilmente gli effetti positivi delle politiche pubbliche e annulla ogni tipo di partecipazione genuinamente democratica da parte dei cittadini. Nella lotta alla criminalità organizzata, riduce l’efficienza e l’affidabilità delle forze dell’ordine, restituisce una magistratura assolutamente incapace di fare giustizia, e dei procuratori così inquinati dagli interessi politici che non possono, in nessun modo, garantire indagini minimamente indipendenti e degne di fede.

La corruzione, dunque, è la principale fonte di insicurezza, ma – non dobbiamo dimenticarlo – sta anche alla base della grande povertà che colpisce quella che è, a tutti gli effetti, la decima potenza economica mondiale e che, malgrado questo, conta, tra i propri cittadini, oltre 53 milioni di poveri. Nel nostro sistema corrotto, la ricchezza viene distribuita in maniera iniqua, cosicché, mentre i nostri ricchi sono tra i più ricchi del mondo (secondo Forbes, il messicano Carlos Slim Helu è al settimo posto nella classifica 2018 dei miliardari, ndr), i nostri poveri appartengono alla parte più povera. Già di per sé questa sarebbe una forma di violenza inaccettabile, ma se vi aggiungiamo la sistematica negazione dei diritti umani, accesso alla salute, all’educazione, alla giustizia, ecco allora che la povertà messicana assume dimensioni veramente angoscianti. Se poi, a tutta questa angoscia, sommiamo 200mila morti e 40mila desaparecidos negli ultimi 12 anni, un numero imprecisato di cartelli narco e di organizzazioni criminali che sottraggono il controllo del territorio alle istituzioni dello stato, il lento ma inesorabile esaurimento delle riserve petrolifere, e i riflessi su scala nazionale della crisi del lavoro che si registra a livello planetario, la relazione tra i problemi che affliggono il Messico, in questo momento nevralgico della sua storia, tesse un panorama complesso che richiede soluzioni creative, originali, collaborative, plurali e – prima di tutto – nonviolente».


Per 4 euro al giorno
In tutti i paesi, il sistema economico privilegia la finanza e maltratta il lavoro. La disoccupazione e la sottoccupazione sono il problema socioeconomico per eccellenza. Com’è messo il Messico? Cosa potrà fare il governo di Amlo?
«In Messico, il lavoro non costa niente. Il salario minimo non arriva a 89 pesos al giorno (circa 4 euro, ndr). Molte famiglie, moltissime, devono sopravvivere con due o tre salari minimi, scegliendo – giorno dopo giorno – se la priorità è mangiare, proteggersi dal freddo, muoversi con un mezzo pubblico o comprare un farmaco che a volte può essere vitale: ognuna di queste opzioni esclude automaticamente tutte le altre. Siamo il paese dell’economia informale, dove più della metà dei lavori si fa in nero, senza contributi e senza assicurazioni. Professioni come insegnare nelle scuole di ogni ordine e grado, o la ricerca scientifica sono oggetto di retribuzioni basse e sempre esposte alla precarietà del mercato. Non è difficile incontrare una persona che sia ingegnere chimico o architetto e che, in mancanza di altro, abbia scelto di guidare un taxi più o meno autorizzato.


In questo contesto che definirei più di miseria che di povertà, le grandi imprese – messicane e straniere – fanno affari d’oro. Per i governi anteriori, creare posti di lavoro era un’impresa relativamente facile: in fondo bastava regolare il mercato del lavoro informale e mettere, sul vassoio d’argento delle imprese straniere, migliaia di posti di lavoro sottopagati o, come preferisco dire io, offrire al miglior offerente centinaia di schiavi. Questo scandalo, con Amlo, deve avere fine. La nuova ministra del Lavoro, Luisa Alcalde (avvocatessa di 35 anni appena) ha già annunciato un incremento sensibile del salario minimo che, in pochissimo tempo, dovrebbe addirittura raddoppiare, spingendo in questo modo verso l’alto tutti gli altri salari».


(David Ludwig) elaborazione MC/Kreativezone
I vicini del Nord
Negli Stati Uniti, Donald Trump fa il bello e il cattivo tempo, governando via tweet. Il presidente accusa il Messico di varie cose: di esportare negli Usa migranti illegali e droga, ma anche di rubare lavoro agli statunitensi con le industrie Usa delocalizzate sul territorio messicano. Questi problemi indubbiamente esistono. Come è possibile affrontarli e risolverli senza arrivare alle soluzioni drastiche proposte da Trump?
«Migliorando le condizioni di vita di milioni di messicani in Messico. Restituendo, una volta per tutte, il suo vero significato alla sicurezza umana: accesso universale alla salute, all’educazione e alla giustizia; stipendi e condizioni lavorative rispettosi della dignità umana; un accordo di libero commercio che includa anche il libero movimento delle persone. In realtà sono queste le misure drastiche e coraggiose di cui abbiamo bisogno. Quelle di Trump sono solo il riflesso becero delle pulsioni più basse dell’opinione pubblica statunitense».

 Si ha l’impressione che il Messico sia indeciso tra l’essere un paese latinoamericano o un paese più legato ai vicini del Nord, Usa e Canada. È un’impressione errata?
«Verrebbe quasi da dire che ogni Sud ha il proprio Nord e che, per ovvie ragioni, ogni Nord ha il proprio Sud. Il Messico è un paese latinoamericano dell’America Settentrionale. In questo, non c’è nessuna contraddizione. La nostra realtà è peculiare proprio grazie alla nostra posizione geografica e alle nostre caratteristiche culturali: non siamo un paese sudamericano, con buona pace dei giornalisti italiani che continuano a descriverci come tale, perché sul planisfero non ci troviamo a Sud del mondo; siamo piuttosto un paese nordamericano di cultura e lingua latine. In questo contesto di diversità, si forma la nostra ricchezza culturale e, proprio da qui, ha origine una rete di opportunità per il Messico e per tutto il continente americano. Noi, oggi, abbiamo l’occasione di proporci come ponte fra il Nord e il Sud, una sorta di cerniera tra le due Americhe: un ponte culturale, sociale, politico, economico, senza muri e con pari opportunità per tutti gli abitanti di tutti i paesi che costituiscono questo meraviglioso e variegato bi-continente. Sento che il progetto di Amlo è portatore proprio di quei principi necessari per trasformare il Messico nella terra di incontro tra tutti i popoli americani: il suo è un messaggio di dialogo, nonviolento e carico di segnali positivi e umanistici che mettono sempre al centro il bene della persona umana a prescindere dalla sua appartenenza etnica, partitica e religiosa».

Professor Pagliai, il benessere di una persona è legato alla salute e all’educazione. In Messico esistono una sanità e una educazione pubbliche?
«In Messico esistono sia un’educazione che una sanità pubblica. La qualità dei servizi è profondamente scaduta negli ultimi 25 anni,  a causa di una cultura neoliberale che ha relegato i poveri nel settore pubblico spostando i ricchi verso quello privato. Da quando l’educazione pubblica è diventata, essenzialmente, l’educazione dei poveri, la sua qualità è scesa vertiginosamente. Lo stesso dicasi per la salute: gli ospedali per poveri hanno una bassa qualità dei servizi. Il tutto, però, non è irreversibile. Siamo ancora in tempo per cambiare il senso di marcia».

Per chi votano i poveri
Amlo è stato eletto soprattutto dai poveri, ma anche Matteo Salvini e Donald Trump sono stati votati ed eletti da disoccupati, emarginati, impauriti. Dove sta la differenza? È il fallimento della democrazia?
«Vero, ma la povertà di cui parlo io è un’altra cosa, si tratta di morire di fame, di diarrea, di un raffreddore banale… Vero, ma i disoccupati che votano Salvini non sono necessariamente gli ultimi. Vivono difficoltà grandi, non possono pagare l’affitto, perdono la casa che stavano comprando, ma di lì alla fame e alla disperazione assoluta il salto è grande. Direi piuttosto che alla base del voto leghista e, solo in parte, pentastellato, c’è una buona dose di povertà culturale, quella che, con grande scandalo di alcuni, chiameremmo più volentieri “ignoranza”. Quando poi è la “paura” a scegliere, beh, allora sì, la democrazia ha fallito miseramente. E non si tratta di sminuire i problemi degli italiani – problemi indubbiamente enormi – quanto di dimensionarli su scala mondiale: molti “poveri” italiani sono convinti che la loro povertà sia come quella dei “poveri” africani che si imbarcano sui gommoni. Si sbagliano. C’è povertà e povertà. E, comunque, la povertà non santifica il povero a priori. Se per combatterla, il povero italiano finisce per aggredire il povero extracomunitario con il peso e il potere delle proprie leggi, del proprio sistema, della propria ricchezza insomma, ecco che la povertà dell’italiano diventa un motore di violenza come tanti altri. Il carburante dell’odio. Chi erano gli elettori di Hitler? Chi sono i sostenitori di Maduro? Essenzialmente poveri. Poveri che, per uscire dalla propria condizione, autorizzarono la limitazione dei diritti di tutti (compresi i propri), sopportano la violenza esercitata contro gli altri e chiedono a gran voce la criminalizzazione, la stigmatizzazione, l’emarginazione e l’espulsione degli altri poveri. Ora, se per fallimento della democrazia si intende il fallimento globale di un progetto-paese chiamato Costituzione, mi trova tristemente d’accordo».
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 16:06:01 pm
Questo è un articolo di qualche anno fa.

http://www.ilfoglio.info/archivio/293/Il_2_o_paese_piu_corrotto.htm

Citazione
DAL NOSTRO “INVIATO” NEL MESSICO
Il 2° paese più corrotto del mondo

Il Messico è un paese di oltre centodieci milioni di abitanti, dei quali, si calcola, quasi quaranta vivono sotto la soglia di povertà. Ma questa parte della popolazione, così calcolata in base a un reddito minimo in dollari, si riduce di un terzo se si prende la soglia utilizzata dalla Fao, e di oltre la metà se si utilizza il metodo messicano del salario minimo mensile, che consente di acquistare i beni di sopravvivenza per una famiglia di quattro messicani, che – si sa – consumano molto meno di uno statunitense.
Quando però si percorrono le vie di una qualunque delle principali città del Messico (e qui tutte le città sono più grandi di Torino) si può constatare che il paese ha superato la fase dello sviluppo, e che conta con un settore industriale da grande potenza economica (è per esempio l’ottavo costruttore automobilistico mondiale) e con un mercato moderno e dinamico. Da tre anni l’inflazione è stabilmente al di sotto del sei per cento, e il peso – la moneta locale – si è rivalutata del dieci per cento rispetto al dollaro, consentendo alla banca centrale messicana di rimborsare a basso costo i prestiti del Fondo Monetario Internazionale, che aveva ricevuti dopo la drammatica crisi del 1995.

Il Messico si presenta, per certi versi, come l’esempio di un paese che, applicando i consigli del Fmi, ha saputo dare stabilità alla propria economia.

Certo le privatizzazioni sono state fatte “alla messicana”: mettendo nelle mani di poche potentissime famiglie locali alcuni monopoli strategici come i telefoni, il gas, le ferrovie. Peraltro i monopoli delle aziende di stato sono un cancro di corruzione di dimensioni immonde: la sola PeMex (la compagnia di stato che estrae e distribuisce tutto il petrolio del paese) distribuisce in bustarelle a politici e sindacalisti tanti soldi quanti basterebbero per costruire una raffineria all’anno. E invece il petrolio estratto parte negli Stati Uniti per essere raffinato, e da lì ritorna sotto forma di benzina, così scadente (per forza, la migliore se la tengono gli Usa!) che la percentuale di zolfo è di 300 parti per milione (roba che da noi nemmeno si usava negli anni Sessanta!).

Nessuno meglio dell’attuale presidente messicano Vicente Fox avrebbe potuto da un lato convincere i paesi ricchi all’aumento progressivo dei loro contributi allo sviluppo e dall’altro testimoniare che la stabilità politico-economica e la lotta alla corruzione sono condizioni accettabili e benefiche per i paesi in via di sviluppo.

Perché proprio Vicente Fox e il Messico dovrebbero accreditarsi questa duplice credibilità?

Lotta alla corruzione.

Insediato alla Presidenza della Repubblica federale messicana nel dicembre del 2000, questo ex Vice-President della Coca Cola per l’America Latina (ma niente a che vedere con Berlusconi, a confronto del quale il messicano giganteggia non solo in statura fisica, ma soprattutto morale e politica) ha finora coerentemente concentrato le sue energia sui due temi che gli hanno fatto vincere le elezioni nel luglio scorso: la lotta alla corruzione e alla povertà.

Una barzelletta che ti raccontano i messicani dice che il Messico è il secondo paese più corrotto del mondo, solo perché ha pagato qualcuno per non figurare al primo posto della lista. La corruzione è un cancro diffuso a qualunque livello della società e a qualunque livello di potere (non è affatto vero che più si è miserabili più si è onesti, o per lo meno non qui). Per esempio, quando ho ospiti europei, vado a parcheggiare a fianco della cattedrale, in pieno Zocalo, dove un ragazzino scalzo mi scosta la catena in ferro su cui è appeso il segnale di divieto di parcheggio (non sempre c’è posto, qualche volta è pieno anche lì). L’operazione mi costa quindici pesos – una cifra esorbitante in confronto alle mance che di solito si pagano a chi ti sorveglia la macchina – ma il ragazzino mi ha spiegato gentilmente che solo cinque pesos restano a lui, gli altri dieci li consegna come tangente al poliziotto che, all’angolo, sorveglia il traffico con il fucile a pompa spianato.

Le somme impiegate ogni anno nella corruzione non sono affatto distribuite in modo democratico: esse crescono in modo esponenziale con il crescere del potere e della posizione sociale. A Tijuana è stato recentemente arrestato il “Grande Vecchio” del cartello che organizza i sequestri di persona (ti sequestrano per poche ore o per settimane intere, dipende da quanto hai sul conto corrente o da quanto hanno stimato il tuo patrimonio): era il prefetto incaricato della lotta anticrimine, e con lui sono finiti in galera duecento poliziotti della sua squadra. Chi crede che dietro a tutto questo ci sia la Cia o le multinazionali si sbaglia di grosso: i principali beneficiari e organizzatori sono messicani (o, se vogliamo essere storicamente precisi, discendenti dei criolli che fecero la prima rivoluzione con Hidalgo – un prete! –, come in tutti i paesi dove le rivoluzioni destinate a durare sono quelle della borghesia emergente), che poi prontamente investono il loro denaro in solide fiduciarie a NewYork o a Zurigo.

Dunque la lotta alla corruzione ha un obiettivo economico chiaro: recuperare una massa monetaria importante per orientarla poi sui consumi (la mordida che pagano i normali cittadini, potrebbe essere spesa in acquisti e quindi alimentare il mercato interno) o sugli investimenti (le tangenti delle aziende – di stato o private – potrebbero trasformarsi in investimenti produtttivi, per non dire poi del potenziale di piccole imprese che potrebbero finalmente lanciarsi nell’attività senza il freno di burocrati corrotti). Per combatterla non bastano le azioni giudiziarie, ma – come ha ben capito l’attuale governo – è necessario avere leggi e regolamenti semplici e chiari, al posto degli attuali complicatissimi, che sembrano terribili sulla carta, ma che di fatto si rivelano inapplicabili e incontrollabili. Nuove leggi – come per esempio la riforma fiscale – richiedono però anche un quadro istituzionale democratico forte e stabile, per poter essere riconosciute come espressione di consenso popolare. Il Messico ci sta arrivando, paradossalmente proprio grazie al cambio elettorale che – dopo settantanni – ha fatto perdere il potere al Partito Revolucionario Institucional.

Quale altro paese (almeno tra quelli dell’America Latina) poteva mandare al blocco occidentale dei paesi ricchi il messaggio che la prima condizione posta al finanziamento allo sviluppo – «Più democrazia e meno corruzione» – può essere rispettata, e non deve quindi costituire una scusa per chiudere il rubinetto dei finanziamenti? Certo non l’Argentina di Dualde, o il Venezuela di Chavez (che ha tentato un colpo di stato ed è stato rimesso in sella dai suoi ex-colleghi militari) o la Colombia di Pastrana (in balia di una raccapricciante carneficina tra bande di destra e di sinistra per il controllo del traffico di droga). E dunque il Messico si è candidato a ricevere l’aumento degli aiuti allo sviluppo che è riuscito a strappare a George Bush nel corso del vertice dell’Onu sul finanziamento allo sviluppo, svoltosi in marzo a Monterrey, poiché è naturale che il primo beneficiario debba essere – visto che si comporta da persona civile – il vicino del piano di sotto.

Lucha a la pobreza.

La seconda condizione posta dai paesi ricchi per finanziare lo sviluppo dei paesi poveri è che, appunto, gli aiuti arrivino direttamente ai poveri, senza fermarsi prima nelle tasche dei ricchi dei paesi poveri. Anche su questo il Messico di Vicente Fox può vantare il diritto a prendere la parola.

Infatti il secondo pilastro della politica del governo foxista è la lucha a la pobreza, la lotta alla povertà. Considerata la drammatica carenza di risorse statali (la finanza pubblica non riesce a raccogliere che un terzo delle imposte dirette dovute, e recentemente il parlamento – ancora a maggioranza Pri – ha bocciato una estensione dell’Iva in sostituzione di tasse e gabelle di difficile esazione), un piano di investimenti pubblici in grandi opere, capaci di generare occupazione, è assolutamente impensabile. Il governo continua dunque una populistica distribuzione di sussidi, che non risolvono nulla, ma nemmeno generano malcontento. Più importante è invece l’azione politica. Nel succitato quaranta percento (o trenta o venti, secondo come lo si calcola) della popolazione al di sotto della soglia di povertà, c’è il cento per cento della popolazione indigena, che conta qualcosa come trenta milioni di persone – aproximadamente, come dice qualunque messicano quando ti dà una cifra. L’idea del presidente è di dare a questa popolazione più diritti e più visibilità politica, nella speranza che sia un primo impulso a uno sviluppo dal basso. Provo a fare un esempio. In Messico quasi il cinquanta per cento della popolazione ha meno di venticinque anni, e gli indios non fanno eccezione. La recente (e criticata) Ley Indigena attribuisce agli indios il diritto di avere, nelle scuole, corsi nella loro lingua e spazi per tramandare le loro tradizioni. Se questa misura riuscisse ad attirare più bambini indios nelle scuole, il tasso di analfabetismo si ridurrebbe, e inversamente crescerebbe la possibilità che gli indios alfabetizzati promuovano con più efficacia i loro affari (i governatori di alcuni stati messicani si interessano molto al caso del nord-est italiano, dove l’artigianato e la piccola impresa – e il lavoro nero – hanno fatto decollare l’economia, senza investimenti in grandi fabbriche).

Il governo di Vicente Fox non ha soldi ed è quindi ovvio che cerchi di attirare in Messico una parte dei fondi Usa destinati allo sviluppo; se il vicino nordamericano aumenta il fondo, la fetta a cui può ambire il Messico è più grande.

D’altra parte anche agli Usa conviene che siano i messicani i primi beneficiari dei loro aiuti. Infatti con il consolidarsi della zona Euro si stanno rendendo conto della necessità di ampliare il proprio mercato interno, e l’integrazione del Messico nella zona di libero scambio nordamericana (Nafta) costituisce un formidabile potenziale di rilancio dell’economia. A patto ovviamente che all’interno del paese vicino si riducano le disuguaglianze sociali, fonte di instabilità politica ed economica.

Stefano Casadio
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 16:10:56 pm
http://www.liberainformazione.org/2014/11/03/narcos-polizia-e-corruzione-in-messico/

Citazione
Narcos, polizia e corruzione in Messico
di Piero Innocenti il 3 novembre 2014. Internazionale

La corruzione è, da molti anni ormai, il cancro che sta devastando il tessuto sociale e istituzionale del nostro paese e di molti altri. Quando, poi, riesce ad insinuarsi nei settori più delicati di uno Stato come sono quelli deputati a garantire la sicurezza pubblica, il rischio che un paese diventi un “fantoccio” nelle mani delle mafie è reale. E’ quanto sta accadendo in Messico dove non si contano più gli episodi di collusioni tra le varie polizie, federale, statali, ministeriali, municipali e la criminalità organizzata, in particolare quella del narcotraffico. L’ultimo episodio è di pochissimi giorni fa (30 0ttobre) con la destituzione di 230 agenti della polizia di Naucalpan, inclusi sei comandanti, su un organico di circa 2.400 unità. Per tutti l’accusa di detenzione di droghe, falsificazione di atti pubblici ed altri gravissimi delitti ( un comandante prestava le armi in dotazione ai malviventi per le loro scorribande). La credibilità delle polizie nei vari Stati messicani è compromessa da anni, al punto che il Governo federale, nel contrasto alla criminalità, in diverse regioni e città, ha fatto spesso ricorso, a partire dal 2007, all’impiego dell’esercito ritenuto più affidabile. Le “epurazioni” poliziesche, in conseguenza di indagini svolte, per lo più, dalla polizia federale e i mancati superamenti degli “esami di affidabilità”, cui vengono sottoposti periodicamente i poliziotti dei vari municipi, hanno fatto emergere casi davvero inquietanti.

Tra questi vorrei ricordare la “chiusura”, da parte del governatore, nel maggio 2010, del comando di polizia di Panuco (Veracruz), con il licenziamento di 98 agenti che non avevano superato i test di “affidabilità” per svolgere la loro funzione pubblica. Sempre a maggio, il segretario della sicurezza pubblica di Nuevo Leon, informa che 215 poliziotti sono stati destituiti per “fatti gravi” e verranno rimpiazzati da 150 agenti dei federali. Alcuni giorni a dopo, militari dell’esercito occupano il comando di polizia di Amazucas arrestando 37 agenti ritenuti collusi con gruppi di narcotrafficanti. In un clima di sfiducia diffusa e di paure, molti poliziotti, in diversi municipi, presentano domanda di dimissioni. Armi e munizioni, si accerterà, vengono vendute dai poliziotti di Ciudad Juarez ai narcotrafficanti,città in cui, alla fine del 2010 si contavano circa tremila omicidi. Grande scalpore, poi, la rivolta di circa duecento poliziotti federali che, nell’agosto, bloccano alcune vie cittadine reclamando la “cacciata” del loro comandante soprannominato “Lo Sciamano”. Impietose le immagini televisive che mostrano alcuni ufficiali corrotti schiaffeggiati in strada dagli agenti. Il 2010 si chiude con le manette per 12 agenti accusati di complicità con il cartello dei Los Zetas. Tra gli episodi del 2011 va segnalato l’arresto, a febbraio, da parte di fanti della marina Militare, di 36 poliziotti in servizio a Manzanillo, Tecoman e Villa de Alvarez. Per tutti l’accusa è di favoreggiamento della criminalità del narcotraffico. Diverse decine i poliziotti arrestati nei mesi seguenti tra cui 23 di Tarandacuao implicati anche in tre omicidi e 66 agenti delle polizia di Acambaro, Jarecuaro e Coroneo in combutta con il cartello de La Familia Michoacana. In questo desolante scenario istituzionale che vede gli arresti di molti poliziotti per attività estorsive in danno di commercianti, rapine, furti, omicidi ed altri gravissimi delitti, la notizia, il  2 agosto 2011, della più grande epurazione mai avvenuta nella storia della magistratura messicana. Ventuno dei trentadue delegati statali della Procura Generale della Repubblica, “rinunciano” al loro incarico in conseguenza di indagini per corruzione.


Intanto, grazie alla richiesta di informazioni avanzata nell’ottobre 2011 dall’Istituto di Accesso alla Informazione Pubblica, la Polizia Federale rende noti i dati che riguardano gli agenti sottoposti ad indagini per delitti vari: 4.559 nel 2010 e 4.175 nel 2011. I processi, in realtà hanno riguardato soltanto 75 poliziotti e solo per 27 si è avuta una sentenza di condanna. Naturalmente casi di corruzione accertati anche per le alte gerarchie con gli arresti, nel maggio 2012, dell’ex vice segretario della difesa nazionale e di altri due generali in pensione accusati di collusioni con il cartello dei narcos dei Beltran Leyva. Agli inizi del 2013 mentre si registrano violenti scontri a fuoco tra gruppi di narcos in diversi municipi a cavallo tra gli Stati di Coahuila e Durango, una sessantina di agenti delle polizie municipali di Lerdo e di Gomez Palacio, vengono arrestati per favoreggiamento di bande di criminali.  L’anno termina con l’arresto, a ottobre, di tredici federali che avevano organizzato una banda dedita ai sequestri di persona alcuni dei quali conclusi con la morte delle vittime. Nel 2014, tra i tanti fatti, vanno segnalati il gravissimo episodio di fine settembre verificatosi ad Iguala con una cinquantina di studenti bloccati e fatti sparire dai poliziotti in combutta con la gang di narcos di Guerreros Unidos ( una costola del cartello dei Beltran Leyva) e su indicazione del sindaco e del comandante della polizia municipale. Si stanno cercando ancora i loro corpi. A ottobre, 101 agenti di Ixtapan de la Sal vengono disarmati da militari dell’esercito e sottoposti a indagini per presunti collegamenti con la c.o. Due giorni dopo in carcere finiscono il sindaco e il direttore della sicurezza pubblica. E non è finita.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 20, 2019, 16:30:53 pm
Ad esempio: quale quotidiano o tg nazionale ha parlato in maniera approfondita di questo scandalo?

https://uploads.knightlab.com/storymapjs/279b3d34f91088d223a11fb277db3583/odebrecht-la-mappa-della-corruzione/index.html

https://it.businessinsider.com/odebrecht-il-caso-piu-grande-di-corruzione-della-storia-nasce-in-brasile/

Citazione
“Il caso di corruzione più grande della storia”: 778 milioni di tangenti dal Brasile all’Africa e America Latina
Janaina Cesar    10/3/2017 6:00:47 AM   15678


La sede del gigante brasiliano delle costruzioni Odebrecht a Sao Paulo. Nelson Almeida/AFP/Getty Images
Qual è il prezzo da pagare per diventare la principale multinazionale dell’America Latina nel settore dell’edilizia e delle infrastrutture? Il gruppo Odebrecht ne sa qualcosa. Secondo il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, dal 2001 allo scorso anno la holding brasiliana ha pagato 778 milioni di dollari in tangenti a funzionari governativi di 12 Paesi dell’America Latina e dell’Africa in cambio di un centinaio di grossi appalti per oltre di 1,4 miliardi di dollari.  La compagnia ha patteggiato e ha ricevuto una multa record di 3,5 miliardi di dollari.



Odebrecht, presente in 28 Paesi con 168.000 dipendenti, si è aggiudicata numerose gare. Stadi di calcio in Brasile per le Olimpiadi, autostrade in Colombia, una centrale idroelettrica in Angola e diverse metropolitane in Sud America. Lo schema corruttivo internazionale è venuto a galla dopo che la compagnia ha ammesso le proprie responsabilità e ha accettato di firmare con le autorità del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti, il Pubblico Ministero Federale del Brasile e la Procura Generale della Svizzera, i quali avevano costituito una task force internazionale per indagare su di essa.

Il giro di mazzette distribuite da Odebrecht è stato scoperto durante l’inchiesta Lava Jato, “mani pulite” brasiliana che nel 2014 ha iniziato a indagare il vasto sistema di corruzione in Petrobras – la statale petrolifera del paese verdeoro –  coinvolgendo i vertici della compagnia, le più grandi aziende brasiliane di costruzioni e lavori pubblici (BPT) e politici di vari schieramenti – l’ex presidente Luis Inacio Lula da Silva è stato denunciato così come l’attuale presidente Michel Temer e un centinaio di politici sono stati citati dai collaboratori di giustizia –  fino ad arrivare al “più grande caso di corruzione della storia”, come è stato definito dalla giustizia americana.

Un anno e mezzo dopo l’inizio delle indagini, nel giugno del 2015, i procuratori brasiliani a capo della Lava Jato hanno chiesto l’arresto di Marcelo Odebrecht, presidente e nipote di Norberto, il fondatore del gruppo. Da quel momento si è iniziato a delineare il sofisticato schema di corruzione messo in piedi dalla conglomerata brasiliana, che, per pagare le mazzette, aveva creato nel 2006 un vero e proprio dipartimento tangenti – noto in Brasile come “settore delle operazioni strutturate” – tramite il quale si aggiudicava contratti pubblici. Secondo le autorità americane, anche le mazzette internazionali provenivano da questo dipartimento. L’azienda ha utilizzato diversi modi per riciclare denaro e ostacolarne la rintracciabilità, come l’utilizzo di una rete di offshore in giro per il mondo.


I tentacoli di Odebrecht. Dopo aver messo in ginocchio l’establishment politico brasiliano, la holding ha svelato la rete corruttiva che operava in America Latina e Africa. Secondo il Dipartimento di Giustizia americano, l’azienda ha distribuito mazzette a politici e agenti governativi in Angola, Argentina, Brasile, Colombia, Ecuador, Guatemala, Messico, Mozambico, Panama, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela.

GUARDA LA MAPPA INTERATTIVA DELLE TANGENTI

La multa più alta della storia. Marcelo Odebrecht e altri 77 dirigenti di alto grado dell’azienda hanno deciso di collaborare con gli inquirenti e hanno firmato degli accordi in cambio di uno sconto di pena. Odebrecht, inizialmente condannato a 19 anni di reclusione per corruzione, riciclaggio e associazione per delinquere, ha avuto una riduzione a 10 anni, di cui due e mezzo da scontare in carcere e il resto ai domiciliari. Inoltre, lo scorso dicembre, ha patteggiato una multa di ben 3,5 miliardi di dollari per chiudere i processi in corso in Brasile, Stati Uniti e Svizzera nei confronti della sua azienda. Fino ad allora, la multa più alta per corruzione era quella di 800 milioni di dollari inflitta alla tedesca Siemens dopo un accordo col dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.  L’80% dell’importo andrà al governo brasiliano e il restante sarà diviso equamente tra Stati Uniti e Svizzera.

A far finire il gruppo Odebrecht al centro delle indagini condotte dagli inquirenti statunitensi e svizzeri sono state le scoperte di diverse somme di denaro nelle banche elvetiche e di varie operazioni di riciclaggio di valuta effettuate sul suolo americano.

Indagini a catena. Lo scorso febbraio, il procuratore generale del Brasile Rodrigo Janot, allo scopo di trovare soluzioni comuni per il caso Odebrecht, ha organizzato un incontro con altri procuratori o loro rappresentanti di 10 Paesi: Argentina, Cile, Colombia, Ecuador, Messico, Panama, Portogallo, Perù, Repubblica Dominicana e Venezuela. Seppur non citati dalle indagini americane, Portogallo e Cile hanno partecipato all’incontro perché indagini nei confronti dell’azienda sono in corso anche in questi Paesi.

Nel corso del vertice si è deciso di creare un pool congiunto allo scopo di condurre indagini bilaterali o multilaterali e di coordinare il lavoro in Brasile e negli altri Paesi in cui il gruppo Odebrecht ha pagato tangenti o commesso altri atti illeciti. Fra i documenti che verranno trasmessi dalla giustizia brasiliana ai pubblici ministeri di altri Paesi si trovano i 77 accordi di collaborazione firmati da altrettanti dipendenti della holding. Sono più di 800 le deposizioni contenenti nomi e resoconti dettagliati sulle tangenti pagate e anche una guida con tutti i contratti pubblici ottenuti tramite corruzione.

Finora la bufera giudiziaria latinoamericana ha portato l‘arresto di Gabriel Garcia Morales, viceministro per il Trasporto della Colombia durante il governo guidato da Alvaro Uribe. Nei suoi confronti l’accusa di aver ricevuto 6,5 milioni di dollari per favorire il gruppo Odebrecht nell’appalto per la costruzione della Ruta del Sol (Strada del Sole), che collega la capitale Bogotà con la regione del Caribe. Anche la campagna elettorale dell’attuale presidente Juan Manuel Santos avrebbe beneficiato di milioni di dollari di tangenti. In Argentina, a trovarsi in difficoltà è Gustavo Arribas, capo dell’intelligence dell’attuale governo di Mauricio Macri. Arribas ha ammesso di aver ricevuto 600.000 dollari dalla Odebrecht nel 2013.

In Perù le indagini sono in fase avanzata e hanno già portato al mandato d’arresto dell’ex presidente Alejandro Toledo, sospettato di aver ricevuto 20 milioni di dollari dai rappresentanti di Odebrecht.

Oltre a Toledo, altri due ex presidenti, Ollanta Humala e Alán García, sono coinvolti nello scandalo.  La procura generale dell’Ecuador ha chiesto alle autorità giudiziarie statunitense e spagnola di collaborare alle indagini. Per nove anni (dal 2007 al 2016), la Odebrecht avrebbe pagato tangenti a funzionari governativi di questo paese.

Con la giustizia della Repubblica dominicana la Odebrecht ha concordato il pagamento di una multa di 184 milioni di dollari per le tangenti pagate fra 2001 e 2014. In Panama sono coinvolti alcuni parenti dell’ex presidente Ricardo Martinelli. Il fratello Mario e suoi figli Ricardo Alberto e Luis Enrique sono stati accusati di aver ricevuto circa 20 milioni di dollari in tangenti dal gruppo brasiliano. Gli inquirenti del Guatemala chiederanno alle autorità giudiziarie di Stati Uniti e Brasile di collaborare alle indagini.

Dallo scorso dicembre il Messico indaga l’azienda brasiliana per un giro di tangenti del valore di 10 milioni e mezzo di dollari. Anche il Portogallo indaga sui contratti stipulati con Odebrecht fra il 2005 e 2011 durante il governo dell’ex primo ministro José Sócrates, arrestato lo scorso anno con l’accusa di corruzione e di frode fiscale.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Febbraio 20, 2019, 03:46:57 am
GRATTERI: “‘NDRANGHETA, SOTTOVALUTATA E GLOBALE”
Maurizio Blondet 16 Febbraio 2019

RENDE (16.2.2019) – C’è un’organizzazione terroristica sovranazionale in contatto con le mafie, i consigli comunali sciolti per infiltrazioni saranno ancora di più, la criminalità organizzata emergente è quella albanese, finanziarie lombarde in prima fila nel riciclaggio, le mafie potrebbero influenzare i media per screditare le istituzioni dello Stato. E poi ancora: le banche locali sono più condizionabili e l’informatizzazione del processo tocca interessi ben individuati. In questo quadro l’intelligence è fondamentale per la sicurezza dello Stato e dei cittadini. Queste alcune delle dichiarazioni del procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri durante lezione al Master in Intelligence dell’Università della Calabria. Salutato dal Rettore Gino Crisci e introdotto dal Direttore del Master Mario Caligiuri, Gratteri ha iniziato sostenendo che “il fenomeno della ‘Ndrangheta è stato sottovalutato. Bisogna conoscere la storia per capire come mai da noi i ladri di polli sono diventati la mafia più ricca del mondo e altrove sono rimasti ladri di polli”.

    Ha poi sostenuto che “i calabresi non sono omertosi, sono delusi, stanchi del potere, sfibrati da mille maneggi”. Il procuratore ha poi affrontato il tema dell’area grigia evidenziando che “il riciclaggio più che dai grandi istituti di credito viene compiuto spesso dalle banche locali i cui vertici sono più condizionabili. I capi delle mafie non sono in grado di fare operazioni raffinate di riciclaggio e quindi si servono di professionisti e  di finanziarie, quasi sempre del Nord e principalmente lombarde”.

    Gratteri ha poi ricordato che “le mafie sono state storicamente legittimate dalle classi dirigenti, come dimostra il primo scioglimento di un consiglio comunale per mafia avvenuto a Reggio Calabria nel 1869”. Secondo il Procuratore il decennio più buio della Calabria è stato quello che va dal 1975 al 1985, caratterizzato dalla stagione dei sequestri che ha consentito alla ‘ndrangheta di accumulare risorse da investire nell’acquisto delle attrezzature per le opere pubbliche e per avviare il traffico della cocaina.

    Inoltre, questa fase ha determinato la decapitazione di intere  generazioni poiché molte delle famiglie più benestanti si sono trasferite fuori dalla regione, svendendo i propri beni. Il Procuratore ha poi sostenuto che la mafia emergente è quella albanese, dura e feroce e alleata quasi dovunque con la ‘ndrangheta.

    Ma le collaborazioni sono costanti anche con altre consorterie criminali come dimostra la gestione della cocaina di strada che viene organizzata su indicazione della ‘Ndrangheta dalla mafia nigeriana o dalla criminalità del posto.

Il Procuratore ha poi approfondito la dimensione globale delle mafie, facendo un riferimento specifico alla Colombia. In quel Paese – nell’opinione di Gratteri – si sta promuovendo un contrasto molto efficace al narcotraffico, determinando un elevato tasso di sviluppo economico, secondo solo a quello della Cina: il 9 per cento annuo. “In Colombia – ha sostenuto – ci sono grandi professionalità nel contrasto al narcotraffico, affiancate dagli operatori della DEA statunitense. Spesso collaboriamo meglio con la locale magistratura e polizia che con gli omologhi europei. Mi sono dichiarato contrario all’accordo con i terroristi delle FARC che ha provocato 260 mila morti e che è stato poi bocciato dalla popolazione”. Gratteri ha poi dichiarato che esiste una organizzazione terroristica sovranazionale che interagisce direttamente con le mafie.

A riguardo, ha citato l’esempio di un trafficante di San Calogero, in provincia di Vibo Valentia, che non aveva pagato una partita di droga ai cartelli colombiani e che è stato intercettato dai terroristi spagnoli dell’ETA. Tali interazioni possono trovare un’ipotesi di convergenza sopratutto nell’ambito dei porti che è difficile controllare anche per le loro estensioni, come quello di Santos che ha 35 chilometri di banchine oppure quello di Amsterdam che si sviluppa per 17.  Appunto per questo – ha sostenuto – l’attività di intelligence diventa decisiva. Un fenomeno a cui prestare particolare attenzione – ha continuato – è verificare se le mafie riescano a condizionare direttamente o indirettamente alcuni media di élite che  sistematicamente cercano di delegittimare le attività dei servitori dello Stato. Gratteri ha poi rilevato che “abbiamo sciolto tanti comuni per mafia e ne scioglieremo ancora di più. Il voto inquinato non si risolve con la decadenza dei consigli comunali ma assegnando più poteri ai commissari”.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 03, 2019, 18:44:17 pm
Lo posto qui per non aprire una nuova discussione.

http://www.aldogiannuli.it/le-cause-storiche-dellantitalianismo/

Citazione
Le cause storiche dell’antitalianismo.
Scritto da Aldo Giannuli. Postato in Italia Repubblicana, Le analisi

La “sindrome da anti italianità” è così diffusa e pervasiva da porre il problema delle sue cause. Gli italiani non si piacciono e non si stimano, questo è evidente, e coltivano atteggiamenti autolesionistici che non hanno riscontri in nessun altro paese in Europa, dove, dai greci agli inglesi, dai tedeschi agli spagnoli, di polacchi ai portoghesi, dai francesi ai rumeni o agli ungheresi sembrano tutti abbastanza orgogliosi della loro identità nazionale, pronti a rintuzzare eventuali accuse o critiche (spesso luoghi comuni).

Al contrario, in Italia l’autodenigrazione porta all’impudica esibizione delle piaghe nazionali, quasi a riscatto della propria identità individuale: italiani sono sempre gli altri.

Il fenomeno è diffuso a tutte le nostre latitudini religiose, regionali e sociali: i cattolici si sentono parte di una comunità mondiale e, tacitamente, non perdonano all’Italia la fine dello stato pontificio, i protestanti e gli ebrei di essere stati perseguitati dalla Chiesa e dal fascismo, gli industriali parlano dei loro operai come assenteisti che dovrebbero prendere esempio da quelli tedeschi o giapponesi, gli operai deprecano che il padronato italiano sia il più miserabile del pianeta, i lavoratori autonomi si sentono oppressi da uno stato esoso ed inefficiente, lo stato si lamenta dell’evasione fiscale dei lavoratori autonomi, i meridionali parlano dell’impresa dei Mille come di un episodio di colonizzazione, i settentrionali maledicono l’Italia che gli lega al piede la palla di piombo del Sud, persino i romani hanno da ridire su quell’Italia che gli consente di campare da più di un secolo.

E non parliamo dei partiti, nei quali serpeggia da sempre l’antitalianismo. I laici (repubblicani, liberali e soprattutto azionisti) da sempre ritengono che il peccato originale dell’assenza della riforma protestante non sia stato riscattato dall’unità nazionale, che non ha fatto di questo paese una nuova Inghilterra, ed alimentano una insopportabile polemica moralista (“L’italia alle vongole” diceva qualcuno per deplorare il costume nazionale proclive al lassismo). I comunisti ritengono di non essere mai andati al governo, in mezzo secolo di prima repubblica, perché questo è un popolo fatto guasto da clientele e corruzione (lagna puntualmente ripresa da Rifondazione, Sel, Idv, M5s), i socialisti ed i democristiani, al contrario, si lamentano della deriva giustizialista, frutto del populismo qualunquista che giace nella pancia del paese ed ha consegnato alle patrie galere una classe politica di ineguagliate capacità; persino i fascisti hanno atteggiamenti antitaliani, rimproverando agli italiani di aver perso la guerra per non aver saputo soffrire e combattere ed additano il fulgido esempio dei tedeschi (che, come è noto, la guerra l’hanno vinta).

Solo che:

-i liberali dimenticano di aver sgovernato questo paese per oltre 50 anni insieme a quegli inetti di casa Savoia

-gli azionisti di non essere stati capaci da darsi un seguito di massa per il loro elitarismo

-i repubblicani di aver allegramente banchettato per mezzo secolo con i democristiani, mentre rampognavano il paese sui suoi difetti morali

-i comunisti di non aver saputo conquistare il consenso per il loro deleterio rapporto con l’Urss che li portava, troppo spesso, a subordinarvi l’interesse nazionale

-socialisti e democristiani di essersi effettivamente corrotti in misura largamente superiore al sopportabile

-i fascisti di aver dichiarato una guerra demenziale e di essere finiti a fare i servi dei tedeschi.

Come si vede l’antitalianismo è l’ottimo alibi morale per autoassolversi delle proprie colpe e insufficienze e, soprattutto, per lasciare tutto come è, perché, tanto, con il legno storto dell’italianità, più di questo non si può fare: “non sono io ad aver sbagliato, sono stati gli italiani a non essere all’altezza del mio progetto”.

A questo proposito è uso invocare certe tradizioni culturali che ne sarebbero la scaturigine, ad esempio si cita l’ “amoralismo” di Machiavelli ed il “particulare” di Guicciardini, ma chi fa di queste citazioni non ha letto né l’uno né l’altro ed esprime un imparaticcio orecchiato (altra piaga italica questa degli “acculturati a metà”). Machiavelli e Guicciardini non c’entrano niente e semmai la responsabilità è stata della lettura grossolana che se ne è fatta (o, più semplicemente, supposta).

Non è questa l’origine e la spiegazione di questa profonda auto disistima nazionale.

Certo non mancano pratiche profondamente deplorevoli, e c’è una “italianità deteriore” che provoca disgusto: vi dicono niente nomi come Berlusconi, Schettino, Riina,  Cocciolone, Incalza o quelli della lista Falciani? Ma, per quanto non manchino pecche, l’auto diffamazione tocca punte che non si giustificano e, dunque, occorre scavare nella storia e nella psicologia di questo paese, per trovare risposte non banali.

Proprio in questo periodo sto scrivendo il mio prossimo libro che è dedicato ad una critica storica del potere in Italia e, pertanto, mi sto misurando con le costanti della vita nazionale, e questo mi aiuta a riflettere su paradosso dell’antitalianismo degli italiani.

Alla base penso ci sia una identità nazionale fragile, sempre insidiata, da un lato, da una proiezione universalistica, come è proprio del cattolicesimo, e, dall’altro, dal particolarismo localistico, eredità degli stati regionali del XVI secolo e, prima ancora, dell’ordinamento feudale. Su questo si sono poi innestate le guerre dal XV ed il XVII secolo, con il loro costante e degradante appello allo straniero contro il “nemico vicino”, e poi la perdita dell’indipendenza. Di qui il ritardo nell’unificazione nazionale e, di conseguenza, nella modernizzazione, alla cui tardiva maturazione l’Italia ha pagato prezzi assurdi.

La mancanza di un progetto chiaro di nazione, fra velleità imperialistiche e ripiegamenti autarchici e provinciali, ha compromesso le speranze dell’Unità nazionale sin dal nascere, per colpa di una classe dirigente liberale di bassissimo profilo: inetta, corrotta, chiusa, impreparata ed interessata solo a mantenere i privilegi della casta da cui proveniva. Se il ceto politico liberale fu cattivo, quello fascista fu pessimo.

Alimentò folli manie di grandezza accompagnandole con una gestione vertiginosamente al di sotto delle aspirazioni.
Il colpo di grazia è venuto dalla guerra, con la sconfitta che ha sepolto ogni aspirazione a giocare un ruolo autonomo ed a cercare un adattamento furbesco e subalterno.  Il ceto politico della repubblica, pur inizialmente dignitoso, fu comunque il ceto politico di un paese sconfitto che covava in sé un profondo senso di colpa. Ad una prima positiva stagione di ricostruzione economica e di semina democratica –anche se non priva di ombre- seguì l’insuccesso dell’ondata del sessantotto e questo ridestò l’antica protervia delle classe dominanti. E fu la restaurazione degli anni ottanta, che, come tutte le restaurazioni, segnò il declino del paese. Di qui la permanente insicurezza di chi non si sente all’altezza delle sfide e si dà per vinto in partenza.

L’europeismo degli italiani fu solo il desiderio di oblio di una nazione che non credeva più in sé stessa. Ora, che anche la chimera europea svanisce mostrandosi matrigna, resta solo la cenere dell’autodenigrazione.

Ma non è questo che ci permetterà di uscirne. La coscienza delle proprie insufficienze e colpe è nulla se non si accompagna al desiderio di tornare a volare. E studiare il passato è necessario solo per capire quanto siano profonde le radici che si intende tagliare e distinguere quelle che possono ridar vita alla pianta.

Aldo Giannuli


Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 04, 2019, 00:01:25 am
La causa principale è la classe dirigente di ceppo risorgimentale, che ha trattato e tratta ancora il proprio Paese come un occupante straniero e lo vende a stranieri. Un numero molto elevato di nostri governanti (ma anche ex criminali) ha la Legion d'Onore, o insegna in università straniere, indovinate per quali meriti?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: gluca - Aprile 04, 2019, 00:30:37 am
Va detto pure che sta cosa, almeno negli ultimi decenni, è stata ampiamente fomentata dalle classi dirigenti al potere.
Per farci diventare una colonia era necessario convincerci che siamo delle merde, e molti hanno abboccato alla grande.
L'italiano medio tende a ragionare esclusivamente per appartenenza, si beve qualunque cazzata se gliela dicono i media, e, da questo punto di vista, il sistema scolastico ha delle colpe enormi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 04, 2019, 19:13:46 pm
Di certo c'è che l'italiano medio, e in particolar modo l'italiano di sesso maschile, è psicologicamente sottomesso a tutto e tutti.
Agli stranieri, anche se provengono dalla Somalia o dal Burkina Faso o da qualche altro paese di merda, proprio perché il suddetto si vergogna di essere italiano.
Alle donne, che reputa superiori a se stesso ed agli altri uomini,* tanto è vero che passa l'intera esistenza a leccare i piedi a chi mai farà qualcosa del genere nei suo confronti.
Insomma, una situazione di merda dalla quale non se ne esce proprio.

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* In questo è in buona compagnia di tanti altri uomini di altri paesi.
Ma vabbe', non è certamente una consolazione.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 04, 2019, 19:45:12 pm
Alle donne, che reputa superiori a se stesso ed agli altri uomini,* tanto è vero che passa l'intera esistenza a leccare i piedi a chi mai farà qualcosa del genere nei suoi confronti.

Ad esempio: anche poco fa, su una radio privata della mia regione d'adozione, si stava parlando dei vari talenti maschili e femminili e in merito era possibile intervenire in diretta per esprimere la propria opinione.
Beh, gli interventi femminili erano incentrati sul fatto che loro son sempre più brave del proprio compagno* in questa o quell'altra cosa, nonché "più resistenti alla fatica",  :sick:  per non parlare dei soliti lamenti (soprattutto della conduttrice) relativi alla tesi secondo cui le donne non sarebbero valorizzate dalla società, bla bla bla etc etc.
Viceversa, gli uomini non facevano altro che lisciare il pelo alla controparte femminile.
Uno di questi le ha definite "più brave in ogni ambito lavorativo".
E dove vogliamo andare con scemi del genere ?


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* Una di queste, bontà sua, ha definito il marito "molto più bravo a cucinare", soprattutto il pesce.
Del resto non è certamente una novità che moltissime femminucce moderne non sanno fare una beneamata fava in cucina.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: gluca - Aprile 04, 2019, 19:57:14 pm
E dove vogliamo andare con scemi del genere ?
Conosci Carlo M. Cipolla?
Lui del problema aveva fatto un'analisi scientifica:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 04, 2019, 23:48:09 pm
Conosci Carlo M. Cipolla?
Lui del problema aveva fatto un'analisi scientifica:

Sì, me lo ricordo.


http://www.giovis.com/cipolla.htm
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 04, 2019, 23:58:30 pm
Beh, gli interventi femminili erano incentrati sul fatto che loro son sempre più brave del proprio compagno* in questa o quell'altra cosa, nonché "più resistenti alla fatica"
Nelle scalate al K2 non so, ma da come tengono le case, che fanno rimpiangere le capanne del Burkina Faso, non direi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 05, 2019, 00:06:53 am
Nelle scalate al K2 non so, ma da come tengono le case, che fanno rimpiangere le capanne del Burkina Faso, non direi.

Il discorso di una tipa era incentrato proprio lì, ovvero sul fatto che loro fanno sempre due lavori, non si fermano un attimo, portano avanti una casa, etc.
Ora, quello che a me fa girare le palle non è il fatto che ci siano donne che fanno questo e quell'altro, bensì la spocchia, il risentimento, la critica perpetua, la competizione continua con l'uomo, neanche fosse una guerra.
Non ce la fanno proprio ad essere giuste, equilibrate, non rompicoglioni a prescindere.
Gli uomini son veramente la loro ossessione.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Aprile 05, 2019, 00:44:06 am
Gli uomini son veramente la loro ossessione.
Solo quando si tratta di criticare, per altre questioni non esistono neppure.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 07, 2019, 01:13:59 am
Di certo c'è che l'italiano medio, e in particolar modo l'italiano di sesso maschile, è psicologicamente sottomesso a tutto e tutti.
Agli stranieri, anche se provengono dalla Somalia o dal Burkina Faso o da qualche altro paese di merda, proprio perché il suddetto si vergogna di essere italiano.


https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/ospedale_svezia_sprechi-4410576.html

Citazione
Sprechi e patti segreti: è svedese l’ospedale più caro del mondo
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Sabato 6 Aprile 2019 di Mario Ajello e Andrea Bassi
By Holger.Ellgaard - Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=54086947 STOCCOLMA «Un club segreto, fatto di politici della Contea, di burocrati, di consulenti privati che hanno maneggiato questo enorme progetto e hanno portato avanti l’appalto nella più fitta oscurità e nel mistero». Così racconta Elisabet Hoglund, giornalista, blogger molto seguita, e in passato anche campionessa di ciclismo che ha più volte rappresentato la Svezia nei campionati del mondo. Lo scandalo è quello dell’ospedale più caro del mondo. Come lo definiscono i cittadini più combattivi di Stoccolma. Questa per loro è la vergogna nazionale. E non si tratta soltanto di malasanità. Il nuovo Karolinska la sua eccellenza l’ha raggiunta nel diventare - e non siamo in Grecia o in Italia o nel resto di quell’Europa Mediterranea che vista da quassù rappresenta l’abuso della corruzione e dell’inefficienza - la grande cattedrale dello spreco e dei lavori senza fine, tranne quella dell’escalation dei costi poco in linea con la cantata rettitudine protestante sventolata come vessillo del Modello Svedese.

Un patto tra il pubblico, la Contea di Stoccolma, e il privato. Usare la parola gara per l’assegnazione dell’appalto appare eccessivo. Ai nastri di partenza c’era un solo concorrente. L’arbitro è insieme giocatore. I lavori dovevano costare 14,5 miliardi di corone svedesi, circa un miliardo e mezzo di euro. Ma da subito i costi hanno iniziato ad impennarsi. Il conto, ancora provvisorio per un’opera a cui mancano ancora vari pezzi, è già salito a ridosso dei 30 miliardi di corone, tre miliardi di euro, il doppio di quanto preventivato. Non finisce qui. Lo scandalo nello scandalo riguarda i costi di gestione fino al 2040, assegnati allo stesso consorzio, per una cifra che si avvicina a 60 miliardi di corone, altri 6 miliardi di euro. E c’è poco da meravigliarsi se montare una porta costa un milione di corone. Spostare i rubinetto costa 150 mila corone, 15 mila euro. Per rifare i letti nelle stanze adibite al riposo dei lavoratori 600 mila corone all’anno, 60 mila euro. Racconta un medico: «Hanno fatto passare il tubo degli scarichi sul soffitto del reparto di sterilizzazione dei ferri chirurgici. I tubi perdevano, e i liquami hanno iniziato a piovere sugli scaffali dove erano conservati gli strumenti sterilizzati. Un terribile odore di fogna... per non dire dell’enorme spreco di soldi pubblici».

C’è chi parla di una vera e propria “gang”. Riecco la blogger Hoglund: «Quando il consiglio della Contea ha dovuto prendere la decisione finale sull’appalto, questo fu considerato così segreto che il sistema audio fu spento per evitare che i dettagli dell’accordo arrivassero a persone non autorizzate».
E pensare che nelle classifiche di Trasparency, che misurano la percezione che ogni Paese rispetto alla correttezza dei propri comportamenti, la Svezia è sempre in cima. Ma non è all’insegna della trasparenza la parola d’ordine che viene ripetuta di fronte ad ogni minimo inciampo: «Siamo una famiglia, dei nostri problemi dobbiamo parlare solo tra di noi».

Ma come è stato possibile questo capovolgimento del Modello Svedese? Il sospetto e’ che si siano saldate delle lobby. A Stoccolma domina quella dei moderati. Catharina Elmaster-Sward, assessore al bilancio del partito di centro tra il 2008 e il 2010, è il politico che più ha spinto per la soluzione pubblico-privato, anche se il ministro delle finanze dell’epoca l’aveva messa in guardia dai pericoli. Oggi è ceo della Swedish Construction Industry, l’associazione dei costruttori. Un’altra figura coinvolta è Filippa Desiree Amanda Cay Reinfeldt, figlia di Cay Holmberg, un dignitario della marina ed ex moglie di un politico di primissimo piano, Fredrik Reinfeldt, che è stato anche capo del governo e resta molto popolare in Svezia. Filippa, al tempo della decisione dell’appalto, era ministro della Sanità. Una volta lasciato l’incarico ha subito trovato un posto di responsabilità nella Aleris, un’azienda privata che ha un ruolo sostanziale nel sistema sanitario pubblico. A queste latitudini i conflitti di interesse fanno meno impressione.

Ma ecco in questo puzzle la figura di Kristoffer Tamsons, 42 anni, oggi assessore al traffico e alle infrastrutture della Contea di Stoccolma, era quello che quando Reinfeldt era primo ministro gli scriveva i discorsi. La sua carriera è stata rapidissima. Da ghost writer è diventato il pianificatore delle campagne elettorali per i moderati, di cui è stato anche funzionario negli uffici del Parlamento e consigliere municipale. Poi anche lui è passato nel privato, nell’agenzia di lobby Hallvarsson&Halvarsson. Secondo Fokus Magazine, Tamsons, nella classifica delle cento persone più influenti in Svezia, si colloca al 54esimo posto. L’anima politica di questa operazione è considerato proprio lui. E così l’ospedale degli scandali infiniti, che doveva essere il fiore all’occhiello, diventa la vergogna nazionale, nonostante questa antica istituzione dedicata alla principessa Carolina sia la casa dei Nobel per la medicina.


Come sempre (ripeto: sempre) accade quando su un giornale italiano si parla (raramente) della corruzione presente in altri paesi, l'italiano medio tormentato dai complessi di inferiorità e consequenzialmente dalla vergogna di essere italiano, se ne esce fuori con commenti del genere, perché proprio non ce la fa a non prendersi a martellate sui genitali.
Anziché rimanere nel merito e commentatre quanto accaduto in quel paese, subito va a parare sulle magagne italiane, come se non se ne parlasse già abbastanz e ad ad ogni pié sospinto.
A situazione invertita sarebbe (ed è) difficilissimo ascoltare o leggere qualcosa del genere da parte di uno straniero.

Citazione
antipolvere 2019-04-06 09:08:14
E cosi anche gli svedesi si stanno "italianizzando"...

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winner25 2019-04-06 07:02:58
sara' pur un esempio di spreco di denaro pubblico in Svezia, nazione virtuosa ma comunque hanno un livello di vita economico e civile che l'Italia non raggiungera' mai .Quello che però appare un unico scandalo di malasanita in Svezia non ha confronti con la nostra .In Calabria per esempio , la sanità ha un bilancio negativo nel 2018 di 170 milioni di euro .Cioè soldi presi allo Stato per poi offrire un servizio sanitario a dir poco scadente.
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Dunque, per l'italiano medio il fatto che anche in altri paesi intrallazzino è dovuto semplicemente al "fatto" che pure in quei luoghi si sarebbero messi a "scopiazzare" gli italiani.
L'ipotesi che l'indole umana sia la stessa ovunque e che a mitigarla sia la cultura, la mentalità del paese in cui si ha la fortuna o sfortuna di nascere, crescere e vivere, non sfiora neppure i cervellini di questi imbecilli.

Il secondo tizio, poi, scrive:
"sara' pur un esempio di spreco di denaro pubblico in Svezia"...

"Sarà" anziché "è"...
Ripeto: l'italiano medio - specie se di sesso maschile - è realmente un irrecuperabile deficiente.
Mai sentito un albanese, un rumeno, un moldavo, un macedone, etc, fare simili discorsi autorazzisti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Aprile 09, 2019, 01:32:41 am
Ripeto: l'italiano medio - specie se di sesso maschile - è realmente un irrecuperabile deficiente.
Mai sentito un albanese, un rumeno, un moldavo, un macedone, etc, fare simili discorsi autorazzisti.


Per dire...

https://www.travel365.it/paesi-piu-maleducati-del-mondo.htm

Citazione
Congratulazioni a tutti gli italiani! A dispetto di quanto si possa credere, non è il Bel Paese la nazione più maleducata del mondo. Sorpresi eh?
Beh, generalmente quando si parla di primati negativi l'Italia si aggiudica sempre il podio, ma non questa volta!
Ad ogni modo, c'è poco da festeggiare, siamo comunque presenti nella top 10.

... e niente, quello italiano è un popolo di autorazzisti complessati.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Giugno 03, 2019, 21:07:46 pm
Niente non è... considerando quello che solitamente mi tocca ascoltare e leggere. *

http://storierandage.blogspot.com/2012/04/ma-che-vuol-dire-allitaliana.html

Citazione
Ma che vuol dire ''all'italiana?''
''Eh, tanto anche questo viene fatto all'italiana...''. ''E' proprio vero, siamo in Italia''. Rimane un mistero per me come si possa, noi italiani, darci la zappa nei piedi, per così dire, regolarmente, affondando negli stereotipi. Come scrivo nel mio libro How to Live like an Italian, per quanti difetti possano avere gli italiani, forse i due principali sono l'esterofilia e l'autolesionismo.Il denigrare se stessi come popolo e nazione.
Josefa Idem, che per la settima volta rappresenterà l'Italia alle Olimpiadi,tempo fa ha rilasciato una intervista a Fabio Fazio. Ha detto, tra le altre cose, che l'idea di fare una olimpiade a Roma di nuovo potrebbe essere un'occasione per dimostrare che noi italiani le cose le sappiamo fare, e bene. Ed ha aggiunto che troppo spesso gli italiani si autodenigrano e si mancano di rispetto. Lo dice anche un mio amico cubano: ''Siete un grande popolo, per questo abito qui da sette anni..E spesso devo difenderli io gli italiani, visto che hanno di sè una tale opinione negativa''.

Pensiamo solo per un attimo a quanta gente fa volontariato in Italia.Milioni di persone. Pensiamo alle migliaia e migliaia di persone che sono partite alla volta di Genova e dell'Isola d'Elba, per aiutare a ripulire la città e l'isola devastate dalle alluvioni. Qualche giornale ha titolato ''La meglio gioventù''. I volontari, i giovani che sono partiti ed hanno trascorso giorni e giorni affondati nel fango per salvare il salvabile in questi posti sfortunati senza che nessuno glielo chiedesse da soli dimostrano che siamo vittime di una serie illimitata di pregiudizi e di un distorto modo di giudicare noi stessi. Gli italiani sono in gamba. Il fatto di essere stati rappresentati per 17 anni da un corrotto non ci rende automaticamente corrotti. Qui abbiamo milioni di persone che si indignano per le ingiustizie, che lavorano sodo anche per mille euro al mese, che credono nei valori della famiglia e dell'amicizia. Siamo gente forte, intelligente, creativa. Leggevo pochi giorni fa che nel sud nascono in questo periodo nuove ditte di giovani che vogliono dimostrare le potenzialità della loro terra, contro gli stereotipi. ''Il nostro paese è come un pezzo di marmo che può essere scolpito e plasmato, per questo non vado via ma rimango qui e creo questa impresa''.  Perchè non serve a niente dire ''Ah, tanto è una cosa all'italiana''. Perchè io avendo abitato all'estero posso dimostrare quali e quante cose non funzionino anche lì. Perchè credendo in noi un po' di più potremmo realizzare grandi cose. Al mio paese hanno aperto quattro nuove attività commerciali gestite da donne in pochi mesi. Nella strada principale del paese adesso esistono sette negozi e saloni tutti realizzati da intraprendenti ragazze. Se queste donne non credessero nelle potenzialità dell'Italia adesso forse sarebbero a guardare la tv nel pomeriggio piangendo sulla loro vita vuota.
Perchè i problemi in Italia ci sono sempre stati, ma questo non ci ha mai impedito di fare grandi cose. Siamo il paese di Leonardo e Michelangelo e Galileo, ma anche il paese di Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia e Dario Fo. Anche oggi creiamo e scopriamo, rimanendo all'avanguardia in tanti settori. Un piccolo esempio? Molti miei amici inglesi si curano i denti in Italia: non c'è paragone di qualità e di prezzi. Se la corruzione c'è, ci sono anche le cose pulite, i valori, la capacità di reagire ai problemi contingenti.
E vorrei terminare con una bellissima citazione che ho pure inserito nel mio libro.Una volta Orson Welles ha detto: ''In Italia per trent'anni sotto i Borgia hanno avuto guerra, terrore, omocidi e spargimenti di sangue ma hanno prodotto Michelangelo, Leonardo da Vinci e il Rinascimento. In Svizzera, hanno  avuto la fratellanza; ci sono stati 500 anni di democrazia e di pace, e cosa hanno prodotto? L'orologio a cucù''.
Postato 9th April 2012 da MisterMan

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* Questa l'ho letta un po' di tempo fa.

Citazione
Tutte le volte che 'sto paese dimmerda manifesta la sua merditudine (ogni istante della sua esistenza, praticamente), debbo ricordarmi che dietro le quinte c'e' sempre l'espressione della sua popolazione di perfetti imbecilli. Lo dico da sempre e lo ripeto, prendete il paese piu' virtuoso del mondo, di un centinaio di milioni di autoctoni, ed infilateci 10 milioni di italioti dimmerda medi. Tempo qualche mese vedrete che fine fara'. Che poi e' una squalifica (ulteriore, non c'e' limite al peggio, piace scavare) che per certi versi sta subendo la stessa merdolandia. Bastano molti meno numeri perche', appunto, era gia' una merda prima.


Citazione
Quando il regime perde pedine, iniziano ad emergere le realta'. Ad esempio che, contrariamente agli slogan, merdolandia cada sempre piu' a pezzi. E l'agenzia con evidenti simpatie verso il minculpop (ansa.it) ha iniziato a sbloccare anche la sezione commenti.


Un mio amico dice che in quanto a disfattismo i messicani son molto simili agli italiani.
Può essere, ma io non ho memoria di stranieri che facevano simili discorsi sprezzanti nei confronti del proprio Paese e dei suoi abitanti.
Nemmeno gli albanesi degli anni Novanta, che all'epoca scappavano dal terzo paese più povero al mondo e consequenzialmente nuotavano nella merda più totale.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 26, 2019, 12:39:27 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.


Tanto per evidenziare una volta di più i complessi di inferiorità dell'italiano medio nei confronti di altri popoli.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/francia-macron-installa-autovelox-infallibili-sulle-strade-1743579.html

Citazione
Francia, Macron installa "autovelox infallibili" sulle strade nazionali
Gli automobilisti “esasperati da Macron” starebbero perpetrando, affermano i media, attentati contro le nuove videocamere


Bene, cosa ti scrive un commentatore, sicuramente di sesso maschile ?

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mortimermouse

Lun, 26/08/2019 - 11:08
i francesi hanno le palle per arrivare a queste manifestazioni di rabbia, rischiando anche la galera. in italia.... pecoroni! tutti fifoni!

Ora, premesso che alcuni anni fa, dalle mie parti, ci fu chi prese a schioppettate un autovelox (posizionato vicino alla superstrada che porta a Perugia), per non parlare di autovelox mobili rubati alla polizia locale... cosa ti conclude il tipo ?
Che in Italia "son tutti pecoroni".
Anziché limitarsi a commentare quel semplice dato di fatto (che è comunque un reato), è subito corso a fare il paragone tra i due popoli: con le palle uno, senza le palle l'altro.
D'accordo, che i francesi siano un popolo molto più unito e patriottico di quello italiano è pacifico, ma il punto è che a chiacchiere chiunque di noi può essere un fenomeno.
Ad esempio: l'esterofilo in questione quale protesta eclatante avrà mai fatto nel corso della sua esistenza ?
E, soprattutto, sarebbe capace di mettere in gioco la propria libertà, o magari la vita stessa, per un ideale ?
Rischierebbe per questo la galera oppure di farsi ammazzare ?
Io non credo proprio, per tutta una serie di motivi che ora non mi metto a elencare.

Altro particolare da evidenziare: a situazione invertita, il tipo in questione avrebbe scritto l'esatto contrario, ossia che "gli italiani si fanno sempre riconoscere"... "gli italiani non rispettano mai le regole"... gli italiani sono tutti mafiosi..." etc etc...
Ed invece, se lo fanno degli stranieri, è segno di "attributi". *
Non c'è niente da fare: quello italiano è un popolo irrecuperabile.


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* Tra l'altro un francese, ma anche un tedesco o un olandese, non farebbero mai quei paragoni del menga, proprio perché i suddetti non sono affetti e afflitti da insopprimibili complessi di inferiorità, misti ad una cronica e incurabile esterofilia.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Agosto 26, 2019, 13:28:06 pm
Citazione
Altro particolare da evidenziare: a situazione invertita, il tipo in questione avrebbe scritto l'esatto contrario, ossia che "gli italiani si fanno sempre riconoscere"... "gli italiani non rispettano mai le regole"... gli italiani sono tutti mafiosi..." etc etc...
E' quel che mi sarei aspettato
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Agosto 26, 2019, 14:41:24 pm

Tanto per evidenziare una volta di più i complessi di inferiorità dell'italiano medio nei confronti di altri popoli.

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/francia-macron-installa-autovelox-infallibili-sulle-strade-1743579.html

Bene, cosa ti scrive un commentatore, sicuramente di sesso maschile ?

Ora, premesso che alcuni anni fa, dalle mie parti, ci fu chi prese a schioppettate un autovelox (posizionato vicino alla superstrada che porta a Perugia), per non parlare di autovelox mobili rubati alla polizia locale... cosa ti conclude il tipo ?
Che in Italia "son tutti pecoroni".
Anziché limitarsi a commentare quel semplice dato di fatto (che è comunque un reato), è subito corso a fare il paragone tra i due popoli: con le palle uno, senza le palle l'altro.
D'accordo, che i francesi siano un popolo molto più unito e patriottico di quello italiano è pacifico, ma il punto è che a chiacchiere chiunque di noi può essere un fenomeno.
Ad esempio: l'esterofilo in questione quale protesta eclatante avrà mai fatto nel corso della sua esistenza ?
E, soprattutto, sarebbe capace di mettere in gioco la propria libertà, o magari la vita stessa, per un ideale ?
Rischierebbe per questo la galera oppure di farsi ammazzare ?
Io non credo proprio, per tutta una serie di motivi che ora non mi metto a elencare.

Altro particolare da evidenziare: a situazione invertita, il tipo in questione avrebbe scritto l'esatto contrario, ossia che "gli italiani si fanno sempre riconoscere"... "gli italiani non rispettano mai le regole"... gli italiani sono tutti mafiosi..." etc etc...
Ed invece, se lo fanno degli stranieri, è segno di "attributi". *
Non c'è niente da fare: quello italiano è un popolo irrecuperabile.

E' giusto quello che dici ma rimane sempre il fatto storico (incontestabile) che le rivoluzioni ci sono state dappertutto, in Europa, tranne che in Italia: c'è stata in Inghilterra dove fu decapitato il re Carlo I, c'è stata in Francia dove fu ghigliottinato uigi XVI, c'è stata in Russia dove fu addirittura sterminata a pistolettate l'intera famiglia imperiale dello zar Nicola I. In Spagna ci fu un intero popolo in armi pronto a rischiare le fucilazioni di massa per battersi contro i granatieri di Napoleone, pur di cacciare i francesi che invece in Italia potevano a loro piacimento entrare, uscire e scorazzarvi senza impedimenti e contrasti (e angariare la popolazione con le tasse e con la leva militare che venne introdotta in Italia per l'appunto proprio da Napoleone). L'unica manifestazione di vitalità oppositiva del popolo italiano era stata i tumulti (sempre e solo per il pane) e il brigantaggio. Di qualcosa che somigliasse ad una rivoluzione, con un progetto ben preciso ed alto di cambiamento della società e dei rapporti sociali gli italiani non sono mai stati veramente capaci. Di qui la denigrazione degli stranieri e l'autodenigrazione degli italiani. Che se non è del tutto giustificata qualche spiegazione che ci è fornita dalla Storia sicuramente esiste.
Senza andare troppo lontano, basta ricordare che mentre i tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale si sono battuti fino a farsi spianare le loro città dai bombardamenti alleati e finchè la Germania non venne occupata interamente da russi, inglesi e americani e i giapponesi hanno combattuto fino allo sganciamento di due bombe atomiche su Hiroscima e Nagasaki, gli italiani invece si sono arresi non appena gli alleati hanno messo piede in Sicilia abbandonando immediatamente la partita.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Agosto 26, 2019, 14:56:10 pm
Beh mi pare che gli italiani siano stati più intelligenti dei giapponesi. Per di più le bombe furono lanciate con la complicità delle alte sfere militari nipponiche (fonte: emittente franco-tedesca Arte).

Tra le rivoluzioni organizzate dalle élite, che hanno prodotto danni incalcolabili e il brigantaggio spontaneo, meglio il brigantaggio.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Agosto 26, 2019, 15:03:58 pm
Tra le rivoluzioni organizzate dalle élite, che hanno prodotto danni incalcolabili e il brigantaggio spontaneo, meglio il brigantaggio.

Soprattutto il brigantaggio meridionale, finanziato e sostenuto da Pio IX e il movimento sanfedista del cardinale Ruffo che mise fine alla Repubblica Partenopea del 1799? :D :hmm:
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 26, 2019, 15:55:26 pm
E' giusto quello che dici ma rimane sempre il fatto storico (incontestabile) che le rivoluzioni ci sono state dappertutto, in Europa, tranne che in Italia: c'è stata in Inghilterra dove fu decapitato il re Carlo I, c'è stata in Francia dove fu ghigliottinato uigi XVI, c'è stata in Russia dove fu addirittura sterminata a pistolettate l'intera famiglia imperiale dello zar Nicola I. In Spagna ci fu un intero popolo in armi pronto a rischiare le fucilazioni di massa per battersi contro i granatieri di Napoleone, pur di cacciare i francesi che invece in Italia potevano a loro piacimento entrare, uscire e scorazzarvi senza impedimenti e contrasti (e angariare la popolazione con le tasse e con la leva militare che venne introdotta in Italia per l'appunto proprio da Napoleone). L'unica manifestazione di vitalità oppositiva del popolo italiano era stata i tumulti (sempre e solo per il pane) e il brigantaggio. Di qualcosa che somigliasse ad una rivoluzione, con un progetto ben preciso ed alto di cambiamento della società e dei rapporti sociali gli italiani non sono mai stati veramente capaci. Di qui la denigrazione degli stranieri e l'autodenigrazione degli italiani. Che se non è del tutto giustificata qualche spiegazione che ci è fornita dalla Storia sicuramente esiste.
Senza andare troppo lontano, basta ricordare che mentre i tedeschi nella Seconda Guerra Mondiale si sono battuti fino a farsi spianare le loro città dai bombardamenti alleati e finchè la Germania non venne occupata interamente da russi, inglesi e americani e i giapponesi hanno combattuto fino allo sganciamento di due bombe atomiche su Hiroscima e Nagasaki, gli italiani invece si sono arresi non appena gli alleati hanno messo piede in Sicilia abbandonando immediatamente la partita.

Sì, lo so, Massimo.
Del resto già lo sai che io lo so... :cool2:

Ma il tempo passa e le cose cambiano, per cui non è possibile portarsi dietro "in eterno" certi complessi di inferiorità, solo perché chi ci ha preceduto non fu "cuor di leone" come i popoli di altri Paesi.
Anch'io son figlio di questo Paese e di questa epoca, ma certi complessi non li avevo nemmeno quando frequentavo le superiori (in compenso li aveva, e li ha, mio padre).
Inoltre, se l'unità di misura deve essere sempre il passato, allora si potrebbe andare più indietro nel tempo e citare l'antica Roma...
In quel caso dovrebbero essere gli altri popoli a sentirsi inferiori... compresi quelli che oggi, in Europa dell'Ovest, fanno il bello e il brutto tempo, cioè Francia e Germania.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Agosto 26, 2019, 16:32:03 pm
Sì, lo so, Massimo.
Del resto già lo sai che io lo so... :cool2:

Ma il tempo passa e le cose cambiano, per cui non è possibile portarsi dietro "in eterno" certi complessi di inferiorità, solo perché chi ci ha preceduto non fu "cuor di leone" come i popoli di altri Paesi.
Anch'io son figlio di questo Paese e di questa epoca, ma certi complessi non li avevo nemmeno quando frequentavo le superiori (in compenso li aveva, e li ha, mio padre).
Inoltre, se l'unità di misura deve essere sempre il passato, allora si potrebbe andare più indietro nel tempo e citare l'antica Roma...
In quel caso dovrebbero essere gli altri popoli a sentirsi inferiori... compresi quelli che oggi, in Europa dell'Ovest, fanno il bello e il brutto tempo, cioè Francia e Germania.

Il problema è che dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi non siamo migliorati affatto, come tempra e carattere nazionale. Tu pensi di sì?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Agosto 26, 2019, 17:35:59 pm
Il problema è che dalla Seconda Guerra Mondiale ad oggi non siamo migliorati affatto, come tempra e carattere nazionale. Tu pensi di sì?

No, non penso affatto che, in quanto a tempra e carattere, il popolo italiano sia migliorato da 74 anni a questa parte.
Di certo non in maniera significativa.
A questo contribuiscono anche e soprattutto i media, i quali evidenziano (quasi) esclusivamente i lati negativi dell'Italia e degli italiani, guardandosi bene dal fare altrettanto con gli altri Paesi, che anzi, vengono regolarmente descritti come "migliori" del nostro.

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Ad esempio: io conosco gente che non aveva mai sentito parlare delle triadi cinesi...
Per loro esisteva solo la mafia italiana... - in particolar modo per gli anziani di sesso maschile, che molto spesso son più lamentosi e disfattisti dei giovani o di quelli della mia generazione -, che invece è nata molto tempo dopo le triadi cinesi (e la yakuza giapponese).
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Agosto 26, 2019, 17:43:27 pm
Soprattutto il brigantaggio meridionale, finanziato e sostenuto da Pio IX e il movimento sanfedista del cardinale Ruffo che mise fine alla Repubblica Partenopea del 1799? :D :hmm:
Finanziato ma non teleguidato. E per nobili intenti.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Jason - Agosto 26, 2019, 17:44:35 pm
Citazione
Per di più le bombe furono lanciate con la complicità delle alte sfere militari nipponiche

Perchè ?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Agosto 26, 2019, 17:48:44 pm
Finanziato ma non teleguidato. E per nobili intenti.
Certo. Il "nobile" intento, nel primo caso, era impedire l'unità nazionale (e salvaguardare lo Stato Pontificio). Nel secondo caso il sempre "nobile" intento era annientare, anche in un bagno di sangue, la Repubblica Partenopea. Con la benedizione di Santa Madre Chiesa.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Agosto 27, 2019, 00:48:56 am
Perchè ?
Mistero. Per accelerare la resa? Per dare un segnale ai russi? Chi lo sa. Ma ci sono prove inconfutabili che le alte sfere militari sapevano e non hanno fatto il poco necessario ad abbattere i due aerei col devastante carico di atomiche.
Certo. Il "nobile" intento, nel primo caso, era impedire l'unità nazionale (e salvaguardare lo Stato Pontificio). Nel secondo caso il sempre "nobile" intento era annientare, anche in un bagno di sangue, la Repubblica Partenopea. Con la benedizione di Santa Madre Chiesa.
A questo punto il letore che si è formato sui soli testi scolastici, deve sapere che l'unità nazionale ha significato l'instaurazione di un governo massonico, per forza di cose dipendente da poteri stranieri. Nonostante certa storiografia di parte, Pio IX considerava legittima l'aspirazione degli italiani a una loro nazionalità libera e indipendente. Ma non vedo perché avrebbe dovuto cedere, nel contesto di allora, la legittima sovranità di uno Stato al Piemonte e a un potere, che si prefigge tuttora la distruzione della Chiesa cattolica.
I problemi dell'Italia di oggi vanno ricercati nel modo in cui si unificò il Paese, come creatura di poteri stranieri: Inghilterra e Francia ieri, Germania e ancora Francia oggi.
Per giunta, il Sud fu depredato e trattato come un territorio occupato. I problemi nel Sud, come pure certa rassegnazione nel carattere meridionale vengono da lì. Il bagno di sangue fu nella repressione durissima del cd. brigantaggio che sconfinò nell'oppressione di intere popolazioni (mulini bruciati ecc.) e sfiorò il genocidio.
Ancora oggi la nostra classe dirigente cerca all'estero la sua legittimità, e tratta i suoi stessi cittadini come stranieri colonizzati. E' lo Stato profondo che dura dal 1861 e che oggi, in ossequio alle abituali direttive straniere, sta letteralmente distruggendo il Paese.
Particolarmente intelligente la posizione dei secessionisti, che anelano ad ancora più vassallaggio nei confronti di Germania e Francia, gli stessi Paesi che stanno smantellando il Nord. Quello stesso Nord che Mattei (che era delle Marche) preservò dal divenire una colonia, cosa che nessuno dei grandi industriali settentrionali osò fare.
Abbiamo pagato un prezzo altissimo per unificare il Paese. E ora c'è chi lo vuole balcanizzare per diventare colonia franco-tedesca.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Agosto 27, 2019, 23:17:32 pm
A dire il vero la Sardegna ebbe in era moderna la sua rivoluzione atta a sovvertire l'ordine costituito e diventare uno stato indipendente: quella del 1794-6. In testa non aveva capipopolo, ma l'avvocato Angioy e il notaio Cilocco. Solo gli elementi reazionari del feudalesimo, col benestare di quei cani dei Savoia, misero un freno agli aneliti di libertà del popolo sardo.
Ovviamente nei libri di storia continentali non c'è cenno di questi moti, al massimo parlano di qualche turbolenza da parte di bifolchi bergamaschi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Agosto 28, 2019, 00:18:05 am
A dire il vero la Sardegna ebbe in era moderna la sua rivoluzione atta a sovvertire l'ordine costituito e diventare uno stato indipendente: quella del 1794-6. In testa non aveva capipopolo, ma l'avvocato Angioy e il notaio Cilocco. Solo gli elementi reazionari del feudalesimo, col benestare di quei cani dei Savoia, misero un freno agli aneliti di libertà del popolo sardo.
Ovviamente nei libri di storia continentali non c'è cenno di questi moti, al massimo parlano di qualche turbolenza da parte di bifolchi bergamaschi.
In effetti sui libri di storia non c'è. Per come la vedo, in regioni come la Sardegna lo Stato centrale dovrebbe avere un ruolo essenzialmente difensivo nei confronti degli aspetti predatori della globalizzazione - e dovrebbe favorire lo sviluppo nell'interesse pubblico.
Se cade lo Stato centrale, le realtà regionali non diventano indipendenti, ma passano sotto il diretto controllo del megastato globale, che come scrisse un professore "è già esistente ed effettivo".
La balcanizzazione dell'Europa è l'ideale per il globalismo perché può fare dei ministati quello che vuole: impiantare basi militari, lottizzare coste incontaminate, aprire miniere in cui si spaccano la schiena lavoratori poco tutelati (quando non stranieri). La classe dirigente di uno Stato-regione sarebbe più debole e quindi molto più facile da corrompere (col solito teatrino di grida al "tradimento" e successiva emersione di facce nuove che tradiscono a loro volta).
E' quel che succede in Africa, tenuta artificialmente in condizioni di sfruttamento, sottosviluppo e perpetua guerra civile, in dittature perenni che ogni tanto cadono per far posto a un "liberatore" che si rivela un dittatore peggiore del precedente.
E' questo lo scenario che vogliamo per la nostra terra e la nostra gente?
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Massimo - Agosto 28, 2019, 00:48:29 am
A dire il vero la Sardegna ebbe in era moderna la sua rivoluzione atta a sovvertire l'ordine costituito e diventare uno stato indipendente: quella del 1794-6. In testa non aveva capipopolo, ma l'avvocato Angioy e il notaio Cilocco. Solo gli elementi reazionari del feudalesimo, col benestare di quei cani dei Savoia, misero un freno agli aneliti di libertà del popolo sardo.
Ovviamente nei libri di storia continentali non c'è cenno di questi moti, al massimo parlano di qualche turbolenza da parte di bifolchi bergamaschi.

Pare che più tardi il reggente Carlo Felice (poi divenuto re) avesse avuto la mano pesante con gli indipendentisti sardi e fosse stato assai severo nei confronto di un'isola della quale pure i Savoia portavano il titolo di re. Ma tant'è: ai Savoia la Sardegna interessava solo come giustificativo del loro titolo regio.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Sardus_Pater - Agosto 28, 2019, 10:36:10 am
Già. A Sassari i loro corpi furono appesi lungo le mura cittadine come monito.
Tant'è che il vicerè si guadagnò il nomignolo di Carlo Feroce.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Settembre 15, 2019, 10:55:04 am
Lo posto qua...
Dunque, ma in altri Paesi dell'Europa dell'Ovest non funziona tutto a meraviglia...?
Non era "solo" l'Italia ad avere certi problemi ? *


Londra



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* Questo è ciò che regolarmente sostengono gli innumerevoli esterofili che ammorbano il nostro Paese.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: itacel - Settembre 15, 2019, 11:26:15 am
Gli esterofili potrebbero andare nel paese X che hanno deciso di adorare, passarci almeno 2 mesi e poi farsi un'idea precisa invece che cianciare di cose che non hanno mai conosciuto.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Settembre 15, 2019, 11:34:26 am
Tra l'altro le case inglesi sono le più sudice e disordinate d'Europa, dei veri immondezzai.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Dicembre 11, 2019, 18:59:16 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ?
*

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.



L'argomento da trattare sarebbe quello della nomina della prima presidente (o presidentA?) della corte costituzionale, ma siccome non ne ho voglia, mi limiterò ad evidenziare (una volta di più) l'infinita idiozia dell'italiano medio.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/12/11/corte-costituzionale-la-prima-volta-di-una-donna-presidente-eletta-marta-cartabia/5608884/

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American Me
↪ Qi
2 ore fa

Quando studiavo in Svizzera nel 1994 c'erano ragazze che facevano il muratore, pittore, meccanico.
Il nostro paese è arretrato di almeno 25 anni rispetto al resto del mondo.

Ora, tralasciando anche le solite merdate relative alle femmine muratrici, meccaniche, etc (che io non ho mai visto... ma di cui "sento parlare" da eoni...), è significativo che questo deficiente asserisca che l'Italia è arretrata di almeno 25 anni rispetto al resto del mondo.
Accidenti!, e di quale "resto del mondo" parla 'sto deficiente?
Forse della Spagna, del Portogallo, dell'Inghilterra? Della Germania? Della Svezia, Della Danimarca? Della Finlandia? Oppure di Moldavia, Romania, Albania, Serbia, Macedonia, Ucraina, Russia, etc? Magari dell'Australia, della Nuova Zelanda, degli USA o del Canada?
Quindi in quei paesi ci sarebbero femmine che svolgono lavori prettamente maschili?
Pertanto esisterebbe anche una "parità" tra i due sessi, per quanto riguarda gli infortuni e i morti sul lavoro?
Perché, insomma, se "nel resto del mondo" (quindi in tutti i paesi del tormentato pianeta Terra) sono "più avanti dell'Italia" in qualsiasi ambito, vuol dire che ovunque esiste una "parità di genere" (termine che detesto... ma è per rendere l'idea) anche nei lavori pesanti, nocivi e pericolosi, e consequenzialmente negli infortuni e nei morti sul posto di lavoro...
2+2 fa 4.
O no?

Peccato, però, che in TUTTO il mondo industrializzato siano uomini la quasi totalità dei succitati morti e infortunati sul lavoro.
Il che già smentisce le farneticazioni di quell'idiota.
Un idiota che rappresenta il tipico italiano medio disfattista, esterofilo, autorazzista e anti-nazionalista.
Insomma, le solite caccole che andrebbero sbattute fuori dall'Italia a calci in culo e trasferiti con la forza in meravigliosi paesi come la Somalia o la Corea del Nord.
Al limite in Iraq o in Siria.
Volendo in Messico o in Colombia, o in qualche altro "meraviglioso" paese sudamericano, dove il tasso di omicidi può essere anche 130 volte superiore a quello italiano.

Non c'è niente da fare: siamo circondati da irrecuperabili deficienti, ignoranti come capre. *

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* Un esempio banale in merito a questi italiani anti-italiani, specie se di sesso maschile (perché in questo i maschi son peggio delle femmine): criticano continuamente l'Italia e gli italiani, i loro difetti, la loro mentalità, la loro mancanza di rispetto delle regole.
Poi, mentre stanno fumando una sigaretta, cosa ti fanno?
Buttano la cicca per terra.
Da prenderli a mazzate.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Vicus - Dicembre 11, 2019, 22:17:33 pm
Gli italiani sono sempre esterofili quando si tratta di imitare i peggiori esempi.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Gennaio 04, 2020, 18:49:06 pm
In questo caso non ci troviamo in Europa dell' est o in qualche paese del terzo mondo, bensì nella potente e "incorruttibile" (?) Germania.
Si tratta di una petizione recentissima, del dicembre scorso.

https://mitmachen.aufstehen.de/aktiv/?fbclid=IwAR12k69JPUmh70lb_nFitI2wFwjZwkyQLJGH_iraCjWTBanysSZvVCvG5ZE

Citazione
#AndiScheuerGesetz: Wer Millionen Steuergelder veruntreut, gehört vor Gericht!
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Unterschriften
Begründung:
Es gibt in Deutschland:

Politiker, die unsere Autobahnen privatisieren und Millionenverträge an Beraterfirmen verschleudern
Politiker, die geheime Millionen-Verträge über die PKW-Maut abschließen, obwohl sie davon ausgehen müssen, dass deren Inhalt gegen EU-Recht verstößt und dass der Steuerzahler privaten Konzernen die entgangenen Gewinne bezahlen muss, wenn ein Gericht die Maut kassiert
Politiker, die nach dem größten Steuerraub der Geschichte zusehen, wie Steuerforderungen in Milliardenhöhe verjähren
Das sind Politiker, die sehenden Auges unser Geld verschleudern. Dafür haben wir geackert. Diese Steuern haben wir gezahlt, um Krankenhäuser, Kindergärten, Infrastruktur und sozialen Zusammenhalt zu finanzieren!

Wer unsere Euros so verschleudert, wird gefeuert und zur Rechenschaft gezogen? Nicht in Deutschland: Ursula von der Leyen wurde trotz Berater- und Gorch-Fock-Affäre an die Spitze der EU-Kommission befördert. Hamburg verschleppte unter Bürgermeister Olaf Scholz die Aufklärung des CumEx-Betrugs bei der Warburg Bank – jetzt ist er Vizekanzler und Finanzminister. Andi Scheuer klebt an seinem Ministersessel, obwohl er nach einem Bericht des Bundesrechnungshofes Haushaltsrecht gebrochen hat.

In jedem normalen Betrieb wäre Scheuer längst seinen Job los und auf der Anklagebank. Wir fordern deshalb die Einführung eines Straftatbestands Haushaltsuntreue im Strafgesetzbuch, damit diese Politiker endlich zur Verantwortung gezogen werden.

Petitionstext:
Mit der Petition fordern wir den Deutschen Bundestag auf, einen zusätzlichen Straftatbestand für Haushaltsuntreue in das Strafgesetzbuch (StGB) aufzunehmen. Denn die Veruntreuung von Steuergeldern zu Lasten des Haushaltes muss aufgrund der besonderen Bedeutung in einem eigenen Paragraphen geregelt werden.
Unterschreibe die Petition und fordere mit uns ein #AndiScheuerGesetz: Wer Millionen Steuergelder veruntreut, gehört vor Gericht!


Traduzione (col traduttore, ovvio, perché a parte quattro parole, non conosco il tedesco).

Citazione
#AndiScheuerGesetz: Coloro che si appropriano indebitamente di milioni di soldi dei contribuenti dovrebbero essere ascoltati in tribunale!
Cavalieri primari
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firme
motivo:
Ci sono in Germania:

I politici che privatizzano le nostre autostrade e sprecano contratti per milioni di società di consulenza
I politici che concludono milioni di contratti segreti per il pedaggio automobilistico, sebbene debbano presumere che il suo contenuto violi il diritto dell'UE e che il contribuente debba pagare i profitti persi alle società private se un tribunale riscuote il pedaggio
I politici che, dopo la più grande rapina fiscale della storia, osservano gli statuti di miliardi di anni
Questi sono politici che sprecano a vista i nostri soldi. Ecco perché abbiamo lavorato. Abbiamo pagato queste tasse per finanziare ospedali, asili, infrastrutture e coesione sociale!

Chi ha sperperato i nostri euro viene licenziato e ritenuto responsabile? Non in Germania: Ursula von der Leyen è stata promossa a capo della Commissione europea nonostante una consulenza e una relazione Gorch-Fock. Amburgo, sotto il sindaco Olaf Scholz, ha ritardato le indagini sulla frode CumEx presso la Warburg Bank - ora è vicecancelliere e ministro delle finanze. Andi Scheuer si attacca alla sua presidenza ministeriale, anche se ha infranto la legge sul bilancio secondo un rapporto dell'Ufficio federale di revisione contabile.

In qualsiasi compagnia normale, Scheuer si sarebbe sbarazzato del suo lavoro molto tempo fa e sul molo. Chiediamo pertanto l'introduzione di un reato nel codice penale, in modo che questi politici siano infine ritenuti responsabili.

Testo della petizione:
con la petizione chiediamo al Bundestag tedesco di includere un ulteriore reato per infedeltà di bilancio nel codice penale (StGB). Perché l'appropriazione indebita del denaro dei contribuenti deve essere regolata in un paragrafo separato a causa della particolare importanza.
Firma la petizione e richiedi un #AndiScheuerGesetz con noi: chiunque si appropria indebitamente di milioni di soldi dei contribuenti appartiene alla corte!


Commento di un tedesco

Citazione
Michel Ast Schon interessant. Je höher ein Mensch in der Position aufgestiegen ist, umso mehr Bockmist kann dieser verzapfen ohne Konsequenzen befürchten zu müssen. Was sind schon eine halbe Milliarde Euro an Regresforderungen. Da wird man sogar dafür noch gelobt.
Es gibt Menschen die für weitaus weniger ihren Job verlieren müssen...


Già interessante. Più alto un uomo è salito nella posizione, più cazzate può sfoggiare senza dover temere conseguenze. Che cosa sono già mezzo miliardo di euro in richieste di recupero. Si sono anche lodati per questo.
Ci sono persone che per molto meno devono perdere il loro lavoro...



Commento di una tedesca.

Citazione
Karin Kürsten
20 dicembre 2019 alle ore 13:53 ·
ich unterstütze diese Petition ebenfalls, es kann einfach nicht sein dass Politiker sich alles ungestraft erlauben können

Anch'io sostengo questa petizione, semplicemente non può essere che i politici possano permettersi tutto impunito


Questo, invece, è il commento di una politichessa tedesca -  Sahra Wagenknecht - in merito alla questione del lavoro in Germania.

Citazione
Ich kann das Gerede vom „Jobwunder“ und der angeblich so niedrigen Erwerbslosenzahlen nicht mehr hören. Millionen Menschen ohne Arbeit werden aus den Statistiken der Bundesagentur für Arbeit herausgerechnet, zum Beispiel weil sie krank sind oder sich in einer Maßnahme befinden. Außerdem arbeiten Millionen zu Armutslöhnen und in prekären Verhältnissen.
Zu wenig hat die Bundesregierung in den letzten Jahren getan, um gute Löhne und faire Arbeitsbedingungen zu schaffen. Fast die Hälfte aller Neueinstellungen ist befristet, die Reallöhne steigen kaum, fast jeder vierte Beschäftigte arbeitet im Niedriglohnsektor.
Statt statistischer Fabelgeschichten brauchen wir echte Maßnahmen für gute Arbeit: Der Mindestlohn muss deutlich angehoben und Befristungen ohne zwingenden Grund und Leiharbeit gesetzlich verboten werden!/size]


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Non riesco più a sentire le chiacchiere del "miracolo del lavoro" e dei presunti tassi di disoccupazione così bassi. Milioni di persone senza lavoro vengono estratte dalle statistiche dell'agenzia federale del lavoro, ad esempio perché sono malate o sono in una misura. Inoltre, milioni lavorano in salari di povertà e in condizioni precarie.
Troppo poco il governo federale ha fatto negli ultimi anni per creare buoni salari e condizioni di lavoro eque. Quasi la metà delle nuove assunzioni è limitata, i salari reali non aumentano a malapena, quasi un dipendente su quattro lavora nel settore salariale basso.
Invece di storie di favole statistiche, abbiamo bisogno di vere misure per un buon lavoro: il salario minimo deve essere aumentato significativamente e vietato per legge le limitazioni senza motivi imperativi e il lavoro temporaneo![

Commento di un tedesco.

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Ulrich Seipp Das perfide am Billiglohnsektor ist, dass für den Lebensunterhalt dann wieder Steuermitteln aufgewendet werden, damit diese Leute mehr schlecht als recht über die Runden kommen. Das bedeutet, dass wir alle das draufzahlen, was Arbeitgeber den Leuten an gerechter Bezahlung vorenthalten. Es ist also nichts anderes, als eine staatliche Subvention für die Unternehmen, die dadurch noch mehr abschöpfen können, als ihnen eigentlich zusteht. Die kleinen Unternehmen können nichts dafür, denn wenn sie das Spiel nicht mitmachen, sind sie nicht mehr wettbewerbsfähig. So funktioniert der legale Betrug. Und weil das ja schon Jahrzehnte Praxis ist, denken die meisten, es wäre so doch ganz in Ordnung. Ist es aber ganz und gar nicht.


La perfidia del settore dei salari a basso costo è che poi vengono riutilizzati i contribuenti per far sì che queste persone possano superare le cose male che giustamente. Questo significa che tutti noi paghiamo quello che i datori di lavoro nascondono alla gente di una giusta retribuzione. Non è quindi altro che un aiuto statale alle imprese che così possono sfruttare ancora più di quanto meritano loro. Le piccole imprese non possono fare nulla perché se non partecipano al gioco, non sono più competitive. Ecco come funziona la truffa legale. E visto che questa è pratica da decenni, la maggior parte pensa che vada bene. Ma non lo è affatto.


Commento di una tedesca.

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Christal Beat
ho già postato e condiviso il link più volte e purtroppo sono completamente allibita e deluso per la scarsa partecipazione di persone. Tutti inveiscono, ma non fanno qualcosa. Non riesco a capire.



Ho postato questa roba tanto per evidenziare che anche in paesi messi sicuramente meglio del nostro, il paradiso non esiste, ed anche lì hanno a che fare con politici ladri.
D'accordo, tra Italia e Germania cambiano le percentuali; ma ciò non toglie che i ladri esistono anche in terra teutonica.
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Febbraio 05, 2020, 02:17:25 am
Anche di recente mi è capitato di leggere un post di un connazionale, laureato in economia, il quale asseriva, tutto convinto, che "l'Italia è il Paese più corrotto al mondo".
E vabbe', questo è l'italiano medio, specie se di sesso maschile: esterofilo, complessato, disfattista, autorazzista e parimenti convinto che l'erba del vicino sia sempre più verde.
Nei fatti irrecuperabile.
Infatti solo l'estinzione potrà "salvare" il popolo italiano.
E lo dico da nazionalista.

https://www.money.it/corruzione-Italia-Paesi-corrotti-mondo

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Paesi più corrotti del mondo: Italia tra le peggiori in Europa
 Fiammetta Rubini  23 Gennaio 2020 - 11:00  23 Gennaio 2020 - 11:08 Commenti: 0
Il nuovo report di Transparency International mostra la classifica dei Paesi più corrotti del mondo nel 2019: ecco la posizione dell’Italia e delle altre nazioni.

Paesi più corrotti del mondo: posizione poco onorevole per l’Italia nella classifica 2019 pubblicata da Transparency International relativa all’indice di percezione di corruzione nella pubblica amministrazione.

Anche se registra un lieve miglioramento rispetto agli anni precedenti, l’Italia occupa il 51° posto nel ranking mondiale, a pari merito con paesi come Rwanda e Arabia Saudita, mentre a livello europeo risulta il 6° stato più corrotto, sopra solo a Slovacchia, Grecia, Ungheria, Romania, Bulgaria.

Paesi più corrotti: Italia al 51° posto
L’Indice di Percezione della Corruzione (CPI) di Transparency International è dal 1995 il più importante indicatore globale della corruzione nel settore pubblico. Nel dettaglio offre una fotografia del livello di corruzione percepita in 180 Paesi del mondo.

Sebbene dal 2012 a oggi l’Italia abbia scalato più di 20 posizioni in classifica, risulta tra le peggiori in Europa perché continua a trascinarsi dietro tutta una serie di problemi noti. In particolare si parla della criminalità organizzata che spadroneggia da Sud a Nord, e della “mafia in giacca e cravatta” che oggi predilige l’arma della corruzione e altre forme di illegalità sempre più sottili e difficili da identificare.

Inoltre pesa ancora la questione della regolamentazione del lobbying e dei conflitti d’interesse: nonostante si parli da anni di nuove leggi e misure anti-corruzione, la politica nel 2019 non è riuscita a trasformare le parole in fatti concreti. E ancora, la questione degli appalti pubblici, da sempre considerato terreno di corruzione e “magna magna” per imprenditori e funzionari. L’Italia, fa notare il report, potrebbe migliorare la sua condizione e scrollarsi di dosso la nomea di Paese corrotto se fossero garantiti maggiore trasparenza e coinvolgimento della società civile nel monitoraggio della gestione delle finanze pubbliche.

Classifica corruzione nel mondo
Le posizioni migliori in classifica sono occupate, ancora una volta, da Danimarca e Nuova Zelanda. Si confermano nazioni virtuose per quel che riguarda la corruzione anche Finlandia e Svezia. Fanalino di coda Somalia e Sud Sudan, mentre a livello europeo le peggiori sono Bulgaria, Romania e Ungheria.


I 10 paesi meno corrotti al mondo secondo la classifica 2019 di Transparency International sono:

Danimarca
Nuova Zelanda
Finlandia
Singapore
Svezia
Svizzera
Norvegia
Paesi Bassi
Germania
Lussemburgo
I 10 paesi più corrotti del mondo risultano invece :

Somalia
Sud Sudan
Siria
Yemen
Venezuela
Sudan
Guinea Equatoriale
Afghanistan
Nord Corea
Libia
La corruzione sembrerebbe quindi essere sistematica in quei Paesi dove regna un sostanziale caos vista la mancanza di uno stabile governo centrale (Somalia, Sudan, Yemen, Libia, Afghanistan), oltre a quelli dove invece al comando ci sono regimi poco democratici (Corea Del Nord, Siria e Venezuela).

Qui la classifica ufficiale pubblicata da Transparency international nel report Corruption Perceptions Index 2019:

Classifica Paesi corrotti in Europa
Vediamo ora nel dettaglio la classifica della corruzione in Europa, secondo l’ordine va dai Paesi meno corrotti ai più corrotti.

Danimarca
Finlandia
Svezia
Svizzera
Norvegia
Olanda
Germania
Lussemburgo
Islanda
Austria
Regno Unito
Belgio
Estonia
Irlanda
Francia
Portogallo
Spagna
Lituania
Slovenia
Cipro
Polonia
Repubblica Ceca
Lettonia
Malta
Italia
Slovacchia
Grecia
Ungheria
Romania
Bulgaria
Titolo: Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
Inserito da: Frank - Marzo 06, 2020, 19:36:26 pm
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.

Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.


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* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

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Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.



E' una fortuna (anzitutto per me) che certi soggetti non abbia mai modo di incontrarli dal vivo, perché il rischio di beccarmi una denuncia sarebbe altissimo.

https://www.fanpage.it/attualita/coronavirus-perche-litalia-e-la-vittima-perfetta-dellepidemia/

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Coronavirus, perché l’Italia è la vittima perfetta dell’epidemia
Siamo il Paese più anziano del mondo, con un’aria tra le più inquinate in Europa, un debito altissimo e una crescita economica attorno allo zero da vent’anni: ecco perché il Coronavirus, da noi, è arrivato prima e sta facendo più danni che altrove. Perché da noi ha trovato le migliori condizioni demografiche, economiche, politiche per poter proliferare.

ATTUALITÀ 5 MARZO 2020  07:51di Francesco Cancellato

“La vittima era molto anziana, con patologie intercorrenti”.

L’abbiamo sentita decine di volte, questa frase, ripetuta da medici, virologi, politici, giornalisti in questi giorni di conta dei decessi da Coronavirus. E ogni volta abbiamo tirato un sospiro di sollievo, a meno che non fossimo molto anziani e malati, ovviamente.

Eppure, quella frase, ha due facce: così rassicurante nella sua accezione individuale – per noi individui giovani, o di mezz’età, o con figli – diventa una condanna quando assume una dimensione collettiva. Perché noi italiani, in effetti, non siamo semplicemente un Paese anziano con patologie intercorrenti. Siamo il Paese più anziano, con più patologie intercorrenti: demografiche, sanitarie, economiche, sociali, politiche. E se pensate che il microscopico Covid-19 abbia scelto come sua porta d’ingresso in Occidente la nostra penisola puntando ad occhi chiusi il dito sul planisfero state coltivando una pericolosissima illusione: quella di essere tutto sommato uguali a tutti gli altri.

No, invece. E siamo pronti a giocarci la pensione: non c’è e non ci sarà nessun Paese occidentale in cui il Coronavirus farà gli stessi danni che sta facendo In Italia. Un po' per la sequela di errori che Adriano Biondi ha elencato con millimetrica precisione in questo articolo. Un po' a causa di debolezze strutturali che pre-esistevano al 20 febbraio 2020. E che, con il dispiegarsi dell'epidemia, si stanno manifestando impietosamente, tutte assieme.



La sua vittima preferita siamo noi, innanzitutto, perché siamo, assieme alla Germania e al Giappone, il Paese più anziano del mondo. E  più un Paese è anziano più il Coronavirus fa male. Covid-19 ha infatti un tasso di mortalità molto elevato proprio a partire dai 50 anni in su. Ecco: con i nostri 46,3 anni di età media, siamo il Paese più anziano del continente più anziano del mondo, l’Europa, che ha un’età media di 43,1 anni. Un dato, anche questo, dal gusto dolceamaro: dolce, perché siamo uno dei Paesi con la più alta speranza di vita alla nascita. Amaro, perché abbiamo un’alta percentuale di persone molto deboli e bisognose di cure: 21 milioni, per la precisione, sono gli italiani con più di 65 anni. Per loro, il Coronavirus ha un tasso di mortalità pari o superiore al 3,6%. Non a caso, sinistramente simile al 3,4% registrato nei primi 3000 casi italiani,  e finora di molto superiore a quello di Paesi molto contagiati come la Corea del Sud e di Paesi apparentemente simili a noi, come la Francia.


Non finisce qua, però. La sua vittima preferita siamo noi perché  il 40% della popolazione italiana, 23 milioni di persone, abita nella Pianura Padana, il territorio con l’aria più inquinata d’Europa. Le immagini diffuse dal monitoraggio satellitare, che misurano la concentrazione di Co2 e di particolato fine e superfine non lasciano scampo: quella piccola lingua di terra tra le Alpi agli Appennini è- complici la sua forma a catino che non consente ricambio d’aria – un concentrato di veleni che non ha eguali. Non a caso, siamo primi in Europa per morti da biossido d’azoto. Non a caso, numerosi studi hanno mostrato un elevata correlazione tra l’inquinamento dell’aria e il tasso di mortalità delle infezioni virali alle vie respiratorie. Non a caso, aggiungiamo noi, il Covid-19 ha avuto terreno fertile per attecchire e crescere tra le province di Lodi, Piacenza, Cremona e Bergamo, esattamente nel cuore di quella vasca al veleno che si chiama Pianura Padana.


Beh, direte voi. Però abbiamo la sanità migliore del mondo, o perlomeno una delle. Vero, verissimo, sia per quanto riguarda l’efficacia, sia per quanto riguarda l’accessibilità. Però, avvertono sia l’Ocse sia l’Unione Europea, i continui tagli al sistema sanitario nazionale e una fase di crisi economica che dura da ormai più di dieci anni fanno sorgere legittime preoccupazioni per quanto riguarda la capacità di far fronte a crisi improvvise. La diciamo meglio: dovessimo aver bisogno di aumentare di molto i posti in terapia intensiva – e ci arriveremo: la soglia critica sono 50mila contagiati, segnatevelo –  di assumere molti nuovi medici, di costruire nuovi ospedali, non avremmo i soldi per farlo, se non prendendoli in prestito a tassi d’interesse molto elevati. Grecia a parte, non c’è Paese in Europa che ha un debito pubblico tanto alto, in rapporto al suo prodotto interno lordo. E ci sono ben pochi Paesi in Europa che pagano gli interessi che paghiamo noi per prendere i soldi in prestito. Di fatto, nella farmacia Occidente, noi siamo il cliente col portafogli vuoto.

Non finisce qua, spiacenti. Perché siamo il fanalino di coda della crescita economica in Europa, e quindi l’ultimo Paese del Vecchio Continente, e uno degli ultimi al mondo, che può permettersi di sacrificare un po’ della sua crescita economica per contenere quanto più possibile il contagio. Del resto, basta un refolo di vento per far precipitare la nostra economia in territorio negativo. E, repetita iuvant, lo Stato non ha i soldi per sostenerla nei momenti di difficoltà. A ottobre, tanto per dire, dovremo già trovare 28 miliardi di tagli e nuove tasse per evitare l’aumento dell’Iva che abbiamo messo a salvaguardia degli sforamenti di bilancio degli ultimi anni. Dove li troviamo i soldi per mitigare gli effetti di una caduta del Pil? Sì, è una domanda retorica.

Non bastasse, abbiamo anche una delle strutture imprenditoriali più fragili dell’intero Vecchio Continente: un calabrone che non potrebbe volare e che vola perché non lo sa, straordinaria per inventiva e creatività, ma sottocapitalizzata, incapace di crescere, priva di manager all’altezza (siamo il Paese Ocse con meno laureati tra le figure apicali delle aziende), ipertassata e nel contempo altrettanto sommersa. In altre parole, del tutto inadatta a reggere una quarantena anche solo di media durata. Un mondo, questo, cui fa da contraltare un sistema bancario stracarico di crediti deteriorati, soprattutto in quella provincia laddove il modello della piccola impresa ha attecchito maggiormente.

Potremmo continuare. Siamo un Paese che non rispetta le regole in un momento in cui la prima regola dovrebbe essere rispettarle. Siamo un Paese con una classe dirigente incolta e delegittimata, che non solo non valorizza la competenza, ma sovente la irride e la espelle, com’è successo alla virologa Ilaria Capua, tanto per ricordare la ferita che oggi sanguina di più. Siamo un Paese che ha tagliato i fondi alla ricerca scientifica come pochi altri al mondo – il 21% negli ultimi dieci anni, se avete bisogno di cifre. Siamo un Paese che non riesce nemmeno a decidere se sospendere o meno una partita di pallone. Siamo un Paese in cui si prova a far cascare un governo nel bel mezzo di tutto questo.

Il Coronavirus, davvero, non poteva trovare Paese migliore.