https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1796.msg6975.html#msg6975
1. LA CAPACITA’ DI CREARE UN LEGAME SI AFFIEVOLISCE AD OGNI PARTNER AVUTO
Leggo:Esatto. Ma in media le femmine sono molto più coinvolte sentimentalmente in una storia, quindi è encor più facile che sfascino loro la coppia.
Sì, ma questo è un discorso che non riguarda solo le femmine.
Inoltre trovo alquanto utopistico pensare o sperare di trovare una ragazza o una donna vergine, oggi anno 2020, in Occidente come in Oriente.Quasi utopistico. Ma ti assicuro che ce ne sono, ne ho conosciute diverse che per la loro situazione era davvero IMPOSSIBILE che non lo fossero. Inoltre è difficile che una che arrossisce al solo stringere la mano a un uomo abbia chissà quali esperienze alle spalle.
Fermo restando il fatto che a me, delle femmine vergini frega meno di zero, e non solo perché ho quasi 50 anni.Lo studio dimostra scientificamente perché sono "merce" assai preziosa per un uomo.
Ma ti assicuro che ce ne sono, ne ho conosciute diverse che per la loro situazione era davvero IMPOSSIBILE che non lo fossero. Inoltre è difficile che una che arrossisce al solo stringere la mano a un uomo abbia chissà quali esperienze alle spalle.
VicusSì ma non è una prova che non ne abbia conosciute io, e un bel po'. Non tutti i contesti sono uguali
Delle ragazze che frequentai da giovane, me ne ricordo solo una vergine, (io avevo poco più di 20 anni, lei 17) che tra l'altro non me la diede mai.
Per il resto mai conosciuta una.
E calcola che io son del '71...
Lo studio dimostra scientificamente perché sono "merce" assai preziosa per un uomo.
Quel che attrae l'uomo non è la goffaggine ma la femminilità, divenuta rarissima in quanto oggi viene confusa con pose e vestiario presunti trasgressivi.
Questo genere di vita può non piacere: soprattutto perché la gente non lo conosce ed è stata educata dalla società a una vita da consumatori individualisti che rende incapaci di costruire relazioni di coppia stabili. Però, fino a prova contraria è l'unico modello che FUNZIONA in modo verificabile e ripetibile.
Altrove sappiamo come vanno le cose: chi si sposa va incontro ad abusi, miseria, alienazione parentale. Gli altri, propongono con caparbietà teorie bislacche e fuori dal mondo come cura dei maschi con l'estrogeno, uteri artificiali, nostalgie di un'umanità senza freni mai esistita, viaggi "d'amore" e tutto l'armamentario che purtroppo leggiamo anche qui.
famiglie anche di otto figli
Vicus, se fossero veramente rose e fiori, tu stesso ti saresti già sposato da tempo con una di queste tipe.Frank l'ho già detto, si sposano intorno ai vent'anni con uomini conosciuti agli scout, o a qualche "università estiva" e io sono arrivato tardi. Qualcuna ne ho trovata, ma erano quelle che non aveva voluto nessuno per qualche buona ragione.
Invece, al pari del sottoscritto, non ti sei mai sposato.
La teoria è ben diversa dalla pratica, dicesi pure dalla vita vissuta.
Dico, ma lo sai cosa vuol dire mettere al mondo otto figli ?De Mattei per esempio è professore universitario, famiglia monoreddito e ha sei figli. In Francia poi dove c'è l'assegno familiare (non il reddito di maternità) di queste famiglie ce ne sono tantissime, tutte monoreddito (cosa che fa orrore in questo forum, ma con prole così numerosa è letteralmente impossible che la donna lavori) e di condizione sociale media se non modesta (operai su piattaforme petrolifere, camionisti ecc.)
Hai idea dei sacrifici che comporta ?
Ed hai idea dei soldi che ci vogliono per farli vivere decentemente ?
De Mattei per esempio è professore universitario, famiglia monoreddito e ha sei figli. In Francia poi dove c'è l'assegno familiare (non il reddito di maternità) di queste famiglie ce ne sono tantissime, tutte monoreddito (cosa che fa orrore in questo forum, ma con prole così numerosa è letteralmente impossible che la donna lavori) e di condizione sociale media se non modesta (operai su piattaforme petrolifere, camionisti ecc.)
Come si può vedere dal video, hanno uno stile di vita sobrio, ma più che dignitoso anche perché queste sono mogli che non praticano lo "shopping".
I "sacrifici" li vedi dall'energia che hanno, a differenza di donne esaurite già al primo figlio, perché sono organizzati e i figli maggiori collaborano alla gestione familiare. Anche i vestiti se li passano da un figlio all'altro, non hanno il cell ultimo modello quindi alla fine non servono budget faraonici per una famiglia numerosa.
Se non hai mai frequentato quest'ambiente come puoi saperne qualcosa? Ti assicuro che le donne sono tutto un altro pianeta e anche più interessanti di quelle con le gonne girof., hanno una dignità e un rispetto che al solo frequentarle ti senti un altro uomo.
In Francia poi dove c'è l'assegno familiare (non il reddito di maternità) di queste famiglie ce ne sono tantissime,
Non ho mai frequentato quegli ambienti ma non sono nato ieri.Frank ti ho già risposto, ho conosciuto questi ambienti quando ero già ultratrentenne quindi fuori piazza a meno di non prendermi i rarissimi scarti, che in quel contesto significa non le più brutte ma le infrequentabili.
Se fosse veramente tutto così meraviglioso come dici, tu stesso saresti già sposato da tempo, ed ora avresti almeno cinque figli.
E' questo che intendo quando scrivo che "la teoria è diversa dalla pratica".
Fra queste famiglie quante ce ne sono realmente francesi ?E' QUELLO il problema dell'assegno familiare, che ne beneficiano in gran parte le negre SENZA nemmeno la cittadinanza francese. Ne ho parlato in altro post. Un'altra scelta politica in nome di un'ideologia astratta che non vede la realtà.
Perché a me risulta che la stragrande maggioranza di queste famiglie francesi molto numerose abbia ben altre origini.
Questo sintetico commento di un utente vale mille tabelle:
Altroché se il passato [sessuale] conta…..o qualcuno pensa che essendo il milionesimo pisello possa avere chissà quale presa sulla fantasia di una consunta ex donzella? A quei livelli ormai ci vuole merce africana per dare quqlche brivido e comunque il globalismo spinge culturalmente agli ibridi donna bianca europea con africano, l’uomo europeo meglio che fugga prima di vedere le femministe in burqa litigare in piazza con i futuri mohammed brambilla
Certo si può essere felici anche con due ma ho frequentato così tante famiglie di 6-8 figli che mi sono convinto che non è questa missione impossibile e sono molto più belle delle piccole famiglie. I figli si possono educare anche collettivamente per la maggior parte del tempo, il che semplifica enormemente il compito.
Vicus, perdonami, ma di chi sono questi commenti ?Assolutamente no, di un utente di MGTOW che in chiesa non ci va dal battesimo.
Di quali utenti parli ?
Di quelli di coscienza maschile ?
Vicus, queste son solo teorie che van bene per piccole comunità di credenti, non per la massa.Nel mondo queste "piccole" comunità sono circa dieci milioni di persone. Le famiglie numerose erano comuni meno di un secolo fa. Di questo passo, tra qualche decennio di autoctoni europei non rimarranno che loro perché dati alla mano, il modello di società femminista, anche "riveduto e corretto" ha palesemente fallito.
Un conto è la teoria e un conto è la pratica, che richiede sacrifici, rinunce e denaro, perché otto bocche da sfamare non son poche.
Assolutamente no, di un utente di MGTOW che in chiesa non ci va dal battesimo.
E da quel che leggo qui, sappiamo più o meno tutti che è vero. O qualcuno ha mai visto una donna che ha cavalcato la giostra degli uomini per 15-20 anni diventare all'improvviso fedele?* E via...
Nel mondo queste "piccole" comunità sono circa dieci milioni di persone.
Le famiglie numerose erano comuni meno di un secolo fa.
Di questo passo, tra qualche decennio di autoctoni europei non rimarranno che loro
Ascolta Vicus, nemmeno io sono (stato) un uomo fedele...Io sì. Parliamo di donne ma il discorso vale anche per gli uomini, anche se forse in misura diversa.
Nel mondo vivono circa sette e miliardi e mezzo di persone...Ma i miliardi di idiote sono prevalentemente distribuiti in Occidente. Vedi se una cinese si comporta come un'occidentale. Niente padri senzatetto là (merito soprattutto delle leggi, ovviamente).
Erano numerose in società prevalentemente contadine, che richiedevano braccia per l'agricoltura.Non era solo questione di braccia, Guinness fabbricava birra e ebbe 21 figli. Le battute su Guinness sono scontate ma in Francia le famiglie numerose non sono così rare anche tra non cattolici.
Una vita di merda.
Sarà quel che deve essere, tanto possiamo farci ben poco, e comunque non sarà più un nostro problema.Ammetto che mi riesce difficile digerire l'idea che l'Italia diventi un museo, abitato da un'umanità "globale" informe, senza memoria e senza futuro.
Non ho mai saputo di famiglie numerose litigiose o infelici:
Ammeto che mi riesce difficile digerire l'idea che l'Italia diventi un museo, abitato da un'umanità "globale" informe, senza memoria e senza futuro.
Vedi se una cinese si comporta come un'occidentale. Niente padri senzatetto là (merito soprattutto delle leggi, ovviamente)
(merito soprattutto delle leggi, ovviamente)
VicusDei nostri giorni? Di 6-8 figli?
Io sì.
Dei nostri giorni? Di 6-8 figli?
Ad oggi non esiste un altro modello di provata efficacia che non ci faccia scomparire.
Siamo seri: oggigiorno in Occidente crescere una famiglia con 6-8 figli è quasi impossibile per un uomo medio e per una donna media. I figli hanno bisogno di attenzioni, soprattutto in tenera età ed è fondamentale avere spazi adeguati e risorse adeguate, economiche e sociali, per crescerli sani e integrati quel che basta nella società.
Il paragone con cent'anni fa non regge assolutamente: a quell'epoca i figli erano "forza lavoro" nei campi, la formazione di cui avevano bisogno era minima e basilare, gli investimenti su scuola e insegnamento altrettanto minimi/inesistenti.
Siamo seri: oggigiorno in Occidente crescere una famiglia con 6-8 figli è quasi impossibile per un uomo medio e per una donna media.Secondo me le cose stanno così: "Oggigiorno in Occidente crescere una famiglia con 6-8 figli è quasi impossibile per un uomo medio e per una donna media" italiani.
Comunque, Vicus, io mi chiedo se ti rendi veramente conto di cosa significa mettere al mondo 8 (otto) figli, qui e ora.Credo più di te perché di queste famiglie ne vedo e ne frequento tutti i giorni. Sono molto inquadrate, sfatiamo il mito dei bambini urlanti che si dondolano sui lampadari come scimmie. Poi ho scoperto che i bambini con me non fanno capricci ma sono contenti e obbediscono, forse perchè li tratto da esseri umani e non come ritardati rompiscatole come fanno molti genitori oggi.
Te lo chiedo perché tu, al pari del sottoscritto, non ne hai.
Vicus, non sono sufficienti i sostegni economici per gestire 8 figli. Servono anche altre qualità come pazienza, programmazione, gestione delle risorse sociali ed economiche, capacità empatiche sopra la media e una cultura di un certo livello.Il ceto sociale è variabile ma in genere abbastanza modesto: le donne talora non hanno titoli di studio (solo scuola dell'obbligo), gli uomini sono camionisti o operai.
Quello che succede in Francia detto così non significa nulla. Bisogna vedere come crescono questi ragazzi, e che possibilità hanno rispetto ai loro coetanei di famiglie meno numerose.Crescono benissimo, come ho detto sono famiglie molto inquadrate e non ci sono figli sbandati, abbandoni scolastici e simili. Per cui iniziano a lavorare molto presto, intorno ai 20-23 anni, la maggior parte non va all'università oppure consegue lauree brevi.
Comunque tornando al discorso in oggetto: è talmente ovvio che più è alto il numero di cazzi presi da una donna, più questa sarà inaffidabile.E' evidente, è la narrativa femminista-sessantottarda che ci ha condizionato a volere donne da "rottamare": investiresti una fortuna in un'auto usata con 500000 km che ha cambiato 10 o 20 proprietari? Al primo tornante ti molla!
Sono un po' sopreso che si cerchi di mettere in dubbio non teorie astratte ma un'infinità di situazioni reali viste con i miei occhi.
Per gli uomini di queste famiglie la questione maschile è senza ombra di dubbio risolta.Il ceto sociale è variabile ma in genere abbastanza modesto: le donne talora non hanno titoli di studio (solo scuola dell'obbligo), gli uomini sono camionisti o operai.
Hanno le qualità che descrivi perché i genitori li hanno cresciuti bene e soprattutto perché collaborano,
mentre nelle altre coppie il matrimonio è visto come un'avvenura d'amore "migliorata" e i figli come un oggetto decorativo, uno "status" per cui i genitori sono completamente impreparati. La chiave di una famiglia numerosa è la donna, e quelle di oggi sono scansafatiche, focalizzate su carriera, viaggi e shopping.
Crescono benissimo, come ho detto sono famiglie molto inquadrate e non ci sono figli sbandati, abbandoni scolastici e simili. Per cui iniziano a lavorare molto presto, intorno ai 20-23 anni, la maggior parte non va all'università oppure consegue lauree brevi.
Anch'io ho visto famiglie con 2 figli in difficoltà (specialmente in Italia per ragioni economiche) ma ne ho viste tantissime (non uno o due casi eccezionali) con 6-8 figli (in due casi 12) vivere felicemente e nessun argomento può confutare l'evidenza della realtà.
Spesso anzi gestire una famiglia numerosa è molto più facile perché i figli si "autogestiscono" ed è più facile farsi ubbidire:
Ora la propaganda femminista è passata al livello successivo, persuadendo i beta a prendersi ultraquarantenni inacidite, piene di cani e gatti.Siamo d'accordo che il nazifemminismo è una piaga sociale e va estirpata il prima possibile. Ma questo è un altro discorso, non pertinente al fatto che mettere al mondo 8 figli sia o meno fattibile. Se sei ricco, hai una villa di 300mq con parco attorno e hai abbastanza denaro da pagare 2-3 babysitter professioniste (non le rumene, parlo di gente formata, con la laurea e anni di esperienza) allora potrai tirare su 8 figli che se la giocheranno alla pari con il ragazzo proveniente dalla classica famiglia con 2 figli. Altrimenti sarà un confronto impari, dove il primo non avrà neanche la possibilità di giocarsela la partita, perché sconfitto in partenza.
La verginità (insieme ad altre cose) è come una "garanzia" di affidabilità, senza contare che l'uomo si sente padrone (l'ho scritto e non lo cancello) della propria donna, cosa impossibile quando è l'ultimo beta della serie.
Poi ti dico pure la mia, in base alla mia esperienza.Assolutamente d'accordo, mai detto che il padre è irrilevante. Solo che dove l'uomo è il capofamiglia, è la donna a governare la casa e in genere, specialmente nei primi anni, è più presente del padre che peraltro lavora.
Ho avuto a che fare con bambini piccoli e ti posso garantire che un uomo, generalmente, ha più capacità di formazione di una donna. Non ti sto dicendo questo perché sono di quelli della "supremazia maschile" in ogni cosa, ci sono anche diversi articoli scientifici che lo confermano (più tardi te ne posto qualcuno).
Ad ogni modo, questi bambini che ho seguito per più di un anno, ora a scuola sono i primi di tutto l'istituto (non della classe, ma dell'intera scuola!). Mia cugina, maestra della primaria di formazione, ha due figli che sono due schiappe (obese) e mezzi fessi, che per sua stessa ammissione "se questi vanno per strada li riempiono di botte" (spero ci siamo capiti ...).
Quindi bisogna sfatare un mito, qua: non è vero che per l'educazione dei figli la figura del padre è irrilevante, ma è vero l'esatto contrario. Un padre presente, per i figli, è fondamentale.
Poi il discorso della famiglia numerosa, ripeto, non puoi fare di una rondine primavera:Ancora una volta non sto parlando di casi eccezionali, ma della regola negli ambienti che frequento, ho visto decine, in certe occasioni centinaia di famiglie così, né hanno bisogno di ricorrere a zii e nonni.
Secondo me le cose stanno così: "Oggigiorno in Occidente crescere una famiglia con 6-8 figli è quasi impossibile per un uomo medio e per una donna media" italiani.
In Francia queste famiglie hanno notevoli sussidi (credo, addirittura, fino a 45000€ l'anno) e ce ne sono davvero molte
Sono molto inquadrate, sfatiamo il mito dei bambini urlanti che si dondolano sui lampadari come scimmie. Poi ho scoperto che i bambini con me non fanno capricci ma sono contenti e obbediscono, forse perchè li tratto da esseri umani e non come ritardati rompiscatole come fanno molti genitori oggi.
Eh già, certo, perché in Austria, Spagna, Svizzera, Germania, Olanda, Danimarca, Islanda, Belgio, ecc, sfornano otto figli a famiglia. :cool2:Ovviamente ma già che siamo in Italia ho detto Italia, ma non necessariamente ovunque.
Nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di persone NON francesi.E invece sì, nel caso di famiglie così numerose. I musulmani si attestano sui 3-4 figli in media. Ma anche considerando famiglie di almeno 4 figli, quelle francesi sono in grandissimo numero, non una "sparuta" minoranza.
E tu lo sai bene.
Te lo chiedo per l'ennesima volta: se è tutto così magnifico, per quale ragione non ti sei ancora sposato una di queste donne francesi (e non) che dici di conoscere ?Per non ripetermi ancora: prova tu a 42 anni a vedere se una di 20 è disposta a sposarti e avrai la risposta.
Solo perché le hai conosciute dopo i 30 anni ?
Chi ti impedisce di sposartene una e di metterci al mondo otto figli ?
Ovviamente ma già che siamo in Italia ho detto Italia, ma non necessariamente ovunque.E invece sì, nel caso di famiglie così numerose. I musulmani si attestano sui 3-4 figli in media. Ma anche considerando famiglie di almeno 4 figli, quelle francesi sono in grandissimo numero, non una "sparuta" minoranza.Per non ripetermi ancora: prova tu a 42 anni a vedere se una di 20 è disposta a sposarti e avrai la risposta.
Poi qualcuna ne ho trovata, anche se non tradizionale (con tutti i rischi del caso). L'ultima era una bellissima alsaziana, pure molto corteggiata, dire che mi faceva sentire in paradiso è poco, ma per ragioni che non sto a spiegare la famiglia aveva allontanato tutti i corteggiatori, compreso quello prima di me, un nobile belga con le migliori intenzioni.
E tu Frank, leggi misandriche a parte cosa ti ha dissuaso da metter su famiglia? Semplice disinteresse?
E tu Frank, leggi misandriche a parte cosa ti ha dissuaso da metter su famiglia? Semplice disinteresse?
Ognuno è libero di pensare come vuole, a me preme solo dimostrare che non si tratta né di teorie, né di sparute minoranze di persone "eccezionali" o privilegiate.
Dinuovo, ma tu sai di cosa stai parlando? O parli per sentito dire? Un mio parente proviene da una famiglia numerosa, esattamente come la vorresti tu, erano 9 figli. Si sono scannati tra loro, sempre in rissa l'uno con l'altro: adesso sono tutti adulti sui 70 anni e manco si guardano in faccia.
Si sono scannati tra loro, sempre in rissa l'uno con l'altro: adesso sono tutti adulti sui 70 anni e manco si guardano in faccia.Loro si sono scannati e loro non si guardano in faccia. Quelli di cui parlo si vogliono bene e ora hanno splendidi nipoti:
gli asiatici che ci stanno soppiantando dicono che siamo pazzi a non fare figli (Mercimonio dixit)
Natalità. Cina, Giappone, Corea del Sud: ecco l'Asia che non fa più figli
Stefano Vecchia venerdì 10 maggio 2019
Viaggio nelle cause di un fenomeno epocale che accomuna il futuro di Paesi minacciati dallo spettro del declino
Tre giganti del continente si trovano ora a fronteggiare una crisi demografica senza precedenti, destinata ad avere profonde conseguenze sul loro futuro. Si può vedere nel fenomeno in corso il tracollo della comune ispirazione confuciana e una reazione delle donne (l’«altra metà del cielo», come le definì Mao) a un’atavica condizione di subalternità. In gioco anche economia, produttività, forze armate e peso politico rispetto ad altre potenze dell’area, come l’India
Cina, Corea del Sud e Giappone condividono molto quanto a caratteristiche e rapidità del loro sviluppo rispettivamente negli anni 80, 70 e 60. Questi Paesi hanno anche condiviso politiche demografiche inizialmente espansive e poi sempre più restrittive, fino a ritrovarsi – altro carattere comune – davanti a uno stallo e di conseguenza a un rapido invecchiamento della popolazione che, proprio per le caratteristiche dei loro apparati produttivi, rischia di limitarne pesantemente le prospettive. Nel 2010 – anno in cui è stato possibile un confronto – gli ultrasessantacinquenni nella Repubblica popolare cinese, in Giappone e in Corea del Sud erano rispettivamente l’8,87, il 23,1 e il 13 per cento della popolazione. Utile il confronto con il 2000, quando erano stati rispettivamente il 6,96, il 17,3 e il 7,3 per cento.
Ancor più che i dati percentuali, colpisce la rapidità del fenomeno e la sua irreversibilità apparente. Il tasso di invecchiamento in Corea del Sud e Giappone è molto più rapido che in Cina, addirittura più del doppio, ma quanto a velocità di invecchiamento la Corea ha il primato in Estremo Oriente. Se ci sono voluti 25 anni perché il Giappone passasse nell’ultimo quarto del XX secolo dal 7 al 14 per cento di popolazione anziana, questo tempo è sceso a 24 anni in Cina e 17 in Corea del Sud. Le nuove tendenze demografiche si sono evidenziate prima in Giappone, a partire dagli anni ’70, mentre negli altri due Paesi hanno cominciato a manifestarsi all’avvio del nuovo millennio. Proprio per questo, però, il Giappone è diventato anche il laboratorio in cui sperimentare provvedimenti utili, da un lato, a rilanciare le nascite e, dall’altro, a garantire agli anziani maggiori possibilità di permanenza nel mondo del lavoro (fino ai 70 anni nonostante l’età del pensionamento legale resti fissata in maggioranza a 60 anni).
D’altra parte, le caratteristiche sociali, culturali e politiche, le diverse situazioni di welfare dei tre Paesi estremo orientali non consentono generalizzazioni e l’applicazione automatica di soluzioni comuni. Su un piano diverso, si potrebbe vedere nella questione demografica un segnale di crisi della comune ispirazione confuciana, una reazione della parte femminile, 'l’altra metà del cielo' del Mao-pensiero che, ignorata da ogni ideologia, sempre più tende a rifiutare ruoli e convenzioni imposti e che della prole fa una scelta personale rifiutando di assegnarle un significato solo economico o di continuità sociale. Giappone e Corea del Sud, connessi da una storia conflittuale ma anche da proficui scambi culturali, oggi rivali economici ma alleati strategici, condividono in parte le tendenze demografiche. Sicura- mente con differenze sostanziali rispetto al vicino cinese. Per entrambi, l’impegno a contrastare il calo della popolazione nei prossimi decenni sarà decisivo anche sul piano identitario, maggiormente sentito in Giappone rispetto alla Corea del Sud che confina con un Nord etnicamente omogeneo. Il declino interesserà praticamente ogni aspetto della società, dai bilanci nazionali alla consistenza delle forze armate, e per questo entrambi i Paesi dovranno affrontare in concreto le ragioni sottostanti il calo demografico. Una maggiore partecipazione femminile al mondo del lavoro è tra le principali, a essa è connesso il crescente peso economico posto sulle famiglie da un loro incremento numerico.
A partire dall'istruzione, responsabile in modo consistente, secondo gli esperti in Corea del Sud, del crollo dei risparmi familiari dal 19 per cento nel 1988 al 4 per cento nel 2012. In un contesto di crescita esponenziale della popolazione anziana rispetto a quella 'produttiva', nei due vicini estremo-orientali si concretizzerà entro pochi anni il problematico rapporto tra meno di due lavoratori e un pensionato. D’altra parte, le politiche attuali e quelle in preparazione sembrano riconoscere l’impossibilità del ritorno alla situazione precedente. Tokyo ha speso vanamente decine di miliardi di dollari per cercare di riportare il tasso di natalità da 1,4 a 1,8. Seul sta investendo pesantemente per incrementare lo stesso tasso dall’1,2 per cento attuale all’1,7 entro il 2030. Per entrambi, comunque un risultato lontano dal tasso di sostituzione di 2,1 figli per donna in età fertile che il Giappone non ha più visto dal 1974. Nel Paese del Sol Levante la popolazione economicamente attiva (tra i 15 e i 64 anni) ha iniziato a ridursi dalla fine degli anni Novanta, scendendo da 87,2 milioni nel 1995 ai 68 milioni previsti nel 2030. In Corea del Sud una contrazione della forzalavoro è iniziata solo di recente, dopo il picco di 37 milioni nel 2016, e si prevede che dal 2024 sarà nell’ordine di un milione all’anno. Preceduto dal sorpasso delle morti sulle nascite nel 2028, il declino della popolazione complessiva sudcoreana, oggi di 52 milioni, inizierà a manifestarsi dal 2031. In entrambi i Paesi la situazione ha acceso un dibattito sull’immigrazione che, se ritenuta utile o funzionale a un certo livello, non viene individuata come decisiva per infoltire i ranghi della forza-lavoro in assottigliamento. Si preferisce vedere nell’arrivo controllato di immigrati un elemento che potrà contribuire con altri a contrastare la decrescita demografica e le sue conseguenza sull’economia piuttosto che un fattore strategico e decisivo per il futuro di un’intera nazione. Nella grande Cina per la prima volta in un settantennio nel 2018 non vi è stato un incremento della popolazione, spingendo gli osservatori a parlare di una vera crisi demografica. I cinesi si avvicinano al culmine di 1,41 miliardi nel 2023, con un anticipo – secondo recenti studi – di cinque anni rispetto a quanto previsto dai pianificatori, e si avviano a essere superati dall’India entro il decennio. Una situazione che finirà per intersecarsi inevitabilmente con le dinamiche di una economia in ristrutturazione, accentuandone le difficoltà. Fino al punto da far ipotizzare il collasso del sistema pensionistico attuale nel 2035. La caratteristica 'politica del figlio unico' ha segnato per un quarantennio la vita delle famiglie cinesi, cercando ufficialmente di garantire la compatibilità tra crescita demografica e progresso.
A un prezzo altissimo, sul piano individuale e collettivo, e alla fine con un risultato forse inatteso ma in linea con quello dei Paesi prossimi all’uscita dal sottosviluppo. Il brusco dietrofront ha portato dal 2016 ad aprire ai due figli per coppia e poi, di fatto, alla piena liberalizzazione della prole. Senza tuttavia con questo convincere i cinesi che 'fare figli è bello' dopo anni di pressioni e punizioni, e alla fine cozzando anzitutto contro quei nuovi stili di vita e quella diversa coscienza femminile che sono stati anche conseguenza del 'socialismo di mercato', ovvero dell’idea che, piuttosto, 'arricchirsi è bello' indipendentemente dalle conseguenze che non siano una minaccia diretto alla leadership comunista. Non a caso, le nascite hanno visto un calo di 2,5 milioni nel 2018 rispetto al 2017, contrariamente alle previsioni di un aumento di 790mila unità. Una tendenza che per diversi esperti potrebbe essere irreversibile per vari fattori. Tra questi, determinante, è la riluttanza delle coppie ad avere più figli per le conseguenze economiche sulla famiglia e per il numero sempre più ridotto di donne in età fertile che si prevede calerà del 39 per cento nel prossimo decennio.
Questa è la morte della famiglia’: la crisi della fertilità in Giappone sta creando problemi economici e sociali mai visti prima
Chris Weller 28/12/2018
Gli impegni quotidiani hanno creato una tendenza preoccupante. Il Giappone è entrato in un circolo vizioso di bassa fertilità e bassi consumi che ha portato a perdite di miliardi di dollari in termini di Pil e alla diminuzione della popolazione di un milione di persone, il tutto solo negli ultimi cinque anni. Se il trend negativo dovesse continuare, gli esperti prevedono una grave recessione economica e una rottura della struttura sociale del Paese.
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Mary Brinton, una sociologa di Harvard, ha detto a Business Insider che la situazione può solo peggiorare finché il Primo Ministro Shinzo Abe e il suo gabinetto non si metteranno al passo coi tempi. Riguardo alla crisi in corso, ha aggiunto “Questa è la morte della famiglia“.
Una bomba demografica a orologeria
Gli economisti hanno trovato una definizione per i Paesi come il Giappone: “bombe demografiche a orologeria“. Le spese in calo riducono l’economia, il che scoraggia le famiglie dall’avere dei figli, il che a sua volta riduce i consumi. Nel frattempo le persone vivono più a lungo che mai.
“L’invecchiamento della popolazione comporterà costi sempre più elevati per il governo, carenza di fondi pensionistici e di sicurezza sociale, mancanza di persone che si prendano cura degli anziani, una crescita economica lenta e una domanda non soddisfatta di giovani lavoratori”, afferma Brinton.
Yuriko Nakao/Reuters
Le bombe demografiche a orologeria sono difficili da disinnescare perché si formano negli anni, a volte in decenni. Nel caso del Giappone, la storia inizia nell’immediato dopoguerra.
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Durante i primi anni Cinquanta il Primo Ministro Shigeru Yoshida fece della ricostruzione dell’economia nipponica la sua massima priorità. Chiese alle maggiori aziende del Paese di offrire ai propri dipendenti la sicurezza di un lavoro per tutta la vita, chiedendo solo che i lavoratori li ripagassero con lealtà. Il patto ha funzionato. L’economia del Giappone è ora la terza più grande al mondo, e questo si deve in gran parte agli sforzi di Yoshida di 65 anni fa.
Ma c’era un punto critico nella crescita economica. Negli anni Cinquanta i tassi di fertilità si aggiravano intorno a 2,75 bambini per donna, secondo i dati delle Nazioni Unite. Nel 1960 quando le imprese chiedevano sempre più dipendenti, il tasso di fertilità era già sceso a 2,08. Il Giappone sprofondò sotto la soglia critica conosciuta come “fertilità di ricambio“, ovvero il minimo indispensabile per assicurarsi il ricambio della popolazione interna.
Leggi anche: 8 modi folli in cui il Giappone sta affrontando la sua bomba demografica pronta ad esplodere
“A quei tempi il tasso di iscrizione universitaria femminile superava il 40%”, ha dichiarato a Business Insider l’economista dell’Università di Tokyo, Hiroshi Yoshida. Ma man mano che sempre più donne entravano nel mondo del lavoro, la fertilità cominciò a precipitare. Oggi, a distanza di 50 anni, il tasso di fertilità del Giappone si attesta a 1,41, la popolazione sta diminuendo e gli orari di lavoro massacranti rimangono la norma.
12/12/2019, 09.00 COREA DEL SUD
Seoul, niente bambini per il 40% delle nuove coppie
Nel 2018 il tasso di fertilità è sceso allo 0,98. Esso potrebbe rimanere sotto l’1 almeno fino al 2024. La crisi economica e la difficoltà a trovare lavori remunerativi spinge i giovani a non sposarsi. Anche i costi dell’educazione dei figli e i prezzi delle case contribuiscono all’inverno demografico.
Seoul (AsiaNews/Agenzie) – Nel 2018, più del 40% delle nuove coppie non ha avuto bambini, confermando l’inverno demografico che regna sul Paese. Secondo la Statistics Korea, che ha pubblicato oggi i suoi dati, il 40,2% delle nuove coppie, sposatesi lo scorso anno, non hanno avuto bambini quest’anno, con un incremento del 2,6% rispetto all’anno precedente.
I dati mostrano che nel 45,7% di tali coppie entrambi i partner lavorano, riducendo il tempo da dedicare ai possibili figli.
Nel 2018 il tasso di fertilità in Corea del Sud – il numero di bambini che una donna genera nella sua vita – è sceso a 0,98, molto più basso del 2,1, il tasso che garantisce l’equilibrio fra nascite e morti e che permetterebbe al Paese una popolazione stabile a 51 milioni.
Secondo l’ufficio delle statistiche, il tasso di fertilità del Paese potrebbe rimanere sotto all’1 almeno fino al 2024, per salire all’1,27 nel 2040.
Il declino delle nascite è dovuto anzitutto alla riduzione del numero di matrimoni. Diversi studi mostrano che i giovani sudcoreani sono sempre meno propensi a fidanzarsi, sposarsi e avere bambini perché non riescono a trovare un lavoro remunerativo data la presente crisi economica.
Altri fattori sono il costo elevato dell’educazione e il prezzo altissimo delle case, come pure la difficoltà per le donne di trovare lavoro dopo averlo lasciato per dedicarsi alla crescita dei figli.
Così riferiva Mercimonio, da anni perso nella giungla tra Laos, Cambogia e Vietnam :lol:
Anche questo mente?(https://pbs.twimg.com/media/DgN4W6oVQAAzjmw.jpg)
Ma se anche l'Asia fosse messa come noi, dovremmo continuare con questo modello sociale distruttivo?
... non sono sufficienti i sostegni economici per gestire 8 figli. Servono anche altre qualità come pazienza, programmazione, gestione delle risorse sociali ed economiche, capacità empatiche sopra la media e una cultura di un certo livello.L'unico figlio (oggi maggiorenne) l'ho avuto con una donna francese. Entrambi immigrati nel Nord Italia: io dal Sud-Est, lei dal Nord-Ovest. E agli antipodi siamo sempre culturalmente rimasti.
Quello che succede in Francia detto così non significa nulla.
I 10 paesi con il tasso di divorzi più alto del mondo
BELGIO (tasso di divorzio: 71%)
PORTOGALLO (tasso di divorzio: 68%)
UNGHERIA (tasso di divorzio: 67%)
REPUBBLICA CECA (tasso di divorzio: 66%)
SPAGNA (tasso di divorzio: 63%)
LUSSEMBURGO (tasso di divorzio: 60%)
ESTONIA (tasso di divorzio: 58%)
CUBA (tasso di divorzio: 56%)
FRANCIA (tasso di divorzio: 55%)
STATI UNITI (tasso di divorzio: 53%)
Uno dei motivi per cui una famiglia numerosa, ad un italiano sembra impossibile.
IL PADRE NECESSARIO
PADRI: CHI NE HA BISOGNO?
Di Karl Zinsmeister
Trad. di L. Raveggi
Prima di iniziare a parlare dell'influenza dei padri mi sembra di dover porre la domanda se i padri facciano per i bambini qualche cosa che sia realmente distinto da ciò che fanno le madri. Guarda caso, possiamo trattare rapidamente la questione -- perché il dibattito sul fatto che ci siano differenze intrinseche nel modo in cui uomini e donne svolgano il ruolo di genitore oramai è concluso.
Nell’ultima decade o giù di lì, psicologi, sociobiologi e neuroscienziati hanno prodotto nuove convincenti prove certe sulla differenziazione in base al sesso.
Ho raccolto molto di ciò per il capitolo sulla paternità nel libro che sto scrivendo.
E ciò che abbiamo imparato, fondamentalmente, è che mentre sia le madri che i padri sono entrambi ugualmente ben attrezzati per crescere i bambini, le loro inclinazioni ed i metodi operativi, le loro abilità naturali e perfino i loro modi di percezione tendono ad essere abbastanza differenti.
Sappiamo, per esempio, che l'infanzia è un periodo speciale per le madri.
Esse hanno “strumenti” ormonali e vantaggi fisiologici distinti che permettono loro di interpretare e soddisfare più facilmente un bambino neonato, ed i ricercatori trovano che in tutti i tipi di famiglie, le madri se ne prendono carico dalla nascita fino ai 18 mesi.
Il periodo critico per il padre comincia generalmente quando il bambino comincia a interagire con il mondo impersonale.
Vi è una grande misura di complementarità nel ruolo genitoriale maschile e femminile.
Le esigenze richieste ai padri ed alle madri si spostano avanti e indietro mentre un bambino attraversa fasi di sviluppo differenti.
Non vi è dubbio che gli uomini e le donne tendono a fornire ai bambini cose differenti, in modi diversi.
Non esiste neppure un accenno nella letteratura scientifica che un ruolo della famiglia “androgino” sia mai probabile verificarsi fra gli esseri umani.
Al contrario, sembrano esserci barriere fisiologiche e biochimiche forti contro di esso.
QUANDO I PADRI SONO PRESENTI
Quali sono alcune delle cose utili che un papà può assicurare ai suoi bambini quando è presente in casa?
Bronislaw Malinowski sostiene che la cosa principale che un padre fa è di inserire i suoi bambini nel più vasto contesto sociale, per aiutarli a capire i requisiti del vivere nel mondo esterno alla famiglia.
Sappiamo, proprio per conclusione clinica, che l'educazione esclusiva da parte di una donna limita l'esplorazione ambientale del bambino e fa ritardare lo sviluppo di alcuni tipi di abilità esterne.
Gli psicologi ed i pediatri hanno mostrato che già, addirittura, non più tardi della terza settimana di vita, i bambini sperimentano e reagiscono molto diversamente nei confronti del loro padre che della loro madre.
Persino le posture fisiche del bambino vengono adattate a seconda di quale genitore è vicino.
Questo è un riflesso del fatto che le madri ed i padri si avvicinano generalmente alla loro prole con differenti intenzioni in mente -- con i padri che vengono per giocare e stimolare, mentre le madri tendono a calmare e prendersi cura. (Questi risultati, incidentalmente, non sono specifici culturali - si verificano in innumerevoli paesi differenti.)
Gli studi indicano che i padri inoltre hanno un ruolo speciale nello sviluppo dell’autostima del bambino.
Sono anche importanti, in modi che realmente non comprendiamo, nello sviluppare i limiti ed il controllo interni nei bambini.
Non vi è dubbio che i padri tendono ad essere di gran lunga più efficaci nella disciplina.
Sia nelle famiglie integre che in quelle divorziate, per esempio, è più probabile che i bambini obbediscano ai padri che alle madri.
I ricercatori hanno trovato che mentre "le madri sono più attive dei padri nell’aiutare i ragazzi con problemi personali... riguardo all’uso giovanile della droga, il coinvolgimento dei padri è più importante."
I padri svolgono ruoli critici per i loro bambini come insegnanti.
Il lavoro clinico indica che è più probabile che siano i padri anziché le madri a incoraggiare i bambini ad esplorare i livelli esterni della loro competenza ed a sostenere la frustrazione.
Esercitano un addestramento più diretto ed uno stimolo conoscitivo, il loro gioco ha un'enfasi istruttiva e tendono verso i rompicapi, i giochi di parola ed i giocattoli "educativi".
Man mano che i bambini crescono, un’area in cui i padri frequentemente si concentrano è nell'assistere della loro prole nell’attraversamento delle crisi specifiche della vita, per esempio in quelle concernenti la pubertà.
La ricerca inoltre indica che i padri sono fondamentali nell’affermazione del genere sessuale nei bambini.
Interessantemente, la partecipazione paterna produce l'identità ed il carattere sessuale più forti sia nei ragazzi che nelle ragazze.
È ben affermato che la mascolinità dei figli e la femminilità delle figlie sono ciascuna più grande quando i padri sono attivi nella vita familiare.
Sarebbe idiota suggerire che fra le caratteristiche e la capacità differenti che i padri e le madri portano alla famiglia un qualunque insieme di qualità sia superiore ad un altro.
Il punto è queste varie abilità e prospettive si uniscono in modi meravigliosi per dare ai bambini tutto ciò di cui abbiano bisogno.
Un bambino che è altamente coinvolto con entrambi i genitori ha lo spettro completo di risposte da cui da imparare.
QUANDO I PADRI SONO ASSENTI
Avendo stabilito che le cose vanno diversamente nelle famiglie quando i padri sono presenti, discutiamo più specificamente di cosa può accadere quando il padre non lo è.
Le famiglie senza padre ed i bambini che vi vivono tendono, come è ben noto, ad avere molti problemi.
Un motivo di ciò è semplicemente che la famiglia di una madre single ha meno da offrire.
Un cervello, una bocca, una coppia di mani e di occhi non possono fare tanto quanto due potrebbero.
Ma ci sono inoltre problemi associati specificamente con la mancanza della presenza maschile.
Questi svantaggi emergono diversamente a seconda del motivo dell'assenza del padre, con l’allontanamento del padre che produce solitamente effetti più dannosi sui bambini che la sua morte.
I problemi inoltre interferiscono in modo differente sui ragazzi e sulle ragazze.
I ragazzi sono generalmente colpiti più duramente.
Tendono ad avere difficoltà a concentrarsi a scuola, a fare male i test di intelligenza ed ad avere difficoltà con la matematica. L'assenza del padre è stata indicata essere associata con inabilità d’apprendimento ed alcuni psichiatri la ritengono dietro molti dei casi di disturbi con deficit di attenzione e con iperattività che affliggono specialmente i ragazzi giovani.
La mancanza del padre aumenta significativamente la probabilità che un ragazzo diventi violento ed è molto comune per le madri - per non menzionare gli insegnanti, gli assistenti sociali ed altri -- avere difficoltà a gestire in particolare i ragazzi adolescenti senza padre.
I ragazzi che mancano di padre in casa sono spesso confusi circa la loro identità maschile. Gli studi mostrano che confrontati alle controparti provenienti da famiglie intatte essi si applicano di più in attività considerate tradizionalmente come femminili e che giocano più come ragazze.
Questa tendenza verso una confusione circa il loro ruolo sessuale può svilupparsi in modi imprevedibili a seconda dell’età del giovane, con molti ragazzi senza padre che successivamente volgono verso un machismo difensivo.
Ciò può spiegare parzialmente perché i ragazzi in famiglie a conduzione femminile sviluppano spesso un rapporto coercitivo con la loro madre, come la ricerca ha dimostrato.
Io penso sia importante che noi riconosciamo che la massa del nostro problema con la violenza da strada e domestica oggi si sviluppi dal fatto di avere troppo poca autorità maschile alla base della società, non troppa.
Teniamo presente che i maschi più ferocemente misogini in America oggi sono quelli cresciuti nei nostri matriarcati urbani. Tutti quegli inni rap che parlano di rapimenti e di donne torturate escono interamente da un mondo privo della presenza maschile.
La mancanza del padre produce nei ragazzi e nelle ragazze sia un esagerata tendenza ad un pari-orientamento, che tendenze verso la delinquenza giovanile e mancanza di controllo sociale.
Fra le ragazze, gli effetti dell’assenza del padre sono spesso traslati nel tempo e soltanto a scoppio ritardato, in un modo "latente," durante la pubertà.
Agiscono spesso in quel periodo con comportamento sessuale esageratamente seduttivo e promiscuo.
Le difficoltà nel formare rapporti sani e durevoli con gli uomini sono molto comuni fra le donne che crescono senza una presenza paterna costante.
L'IMPORTANZA DI AVERE DUE GENITORI
Tutto ciò di cui questo parla a favore è l'importanza per i bambini di avere due genitori residenti.
È spesso affermato oggi che l'associazione di due-genitori sia una specie di fenomeno che appartiene alla storia -- un'invenzione arbitraria di nevrotici Vittoriani, o forse di republicani alla Eisenhower.
Ciò è assurdità storica.
In verità, la famiglia madre-padre-bambino è un’istituzione dell’umanità per la crescita dei bambini universale.
Come si legge nella letteratura storica ed antropologica su questo tema, come ho fatto l'ultima estate, la cosa che realmente colpisce è come la norma del due-genitori sia rimasta costante, attraverso enormi estensioni temporali e geografiche nonché culturali, con variazioni relativamente piccole.
Effettivamente, abbiamo resti fossili che suggeriscono che la famiglia nucleare dati proprio dagli inizi dell'esistenza umana.
Molto probabilmente, i processi culturali che hanno reso i maschi umani coinvolti nella crescita della prole furono centrali per la riuscita ascesa dell’homo sapiens, in primo luogo.
E ci sono molte indicazioni che i padri siano almeno tanto importanti per il successo nella vita familiare di quanto mai lo furono nel passato. Anche se si ignorasse la ricerca che ho appena riassunto sui ruoli speciali dei padri, ci sono un’infinità di motivi per fare una pausa proprio sui risultati relativi a bambini provenienti da famiglie con singolo genitore.
Quando parliamo oggi di una famiglia del singolo-genitore, in nove casi su dieci stiamo parlando di una famiglia con padre assente.
E in aree che variano dalla salute fisica, al reddito, ai disordini di comportamento, ai risultati scolastici, i bambini che vivono in tali famiglie scontano un prezzo piuttosto alto, nel complesso.
Dagli studi sulle famiglie disgregate, lasciatemi brevemente ricapitolare alcuni risultati che hanno attinenza con notizie di eventi dell’ultimo mese o giù di lì:
I giovani provenienti da famiglie con singolo genitore o adottive hanno una probabilità 2 - 3 volte maggiore di avere problemi emotivi o di comportamento, confrontati con coloro che hanno sia il loro padre che la madre presente. Finiscono in psicoterapia più di tre volte più spesso, secondo il National Survey of Children.
Uno studio che ha seguito ogni bambino nato nell'isola hawaiana di Kauai ha trovato che cinque su sei dei delinquenti registrati presso il casellario giudiziario adulto provenivano da famiglie in cui un genitore -- quasi sempre il padre -- era assente.
Lo U.S. Bureau of Justice Statistics indica che il 70 per cento dei giovani ora presso i riformatori sono cresciuti in case con nessuno o un singolo genitore. La correlazione fra la mancanza del padre l’appartenenza a bande di strada è molto stretta. Tali bande esistono fondamentalmente per due scopi: per riempire un vuoto di autorità e soddisfare un desiderio di appartenenza -- entrambe le funzioni che sono collegate strettamente a mancanza della presenza paterna.
Il tasso di abuso di droga è parecchie volte più alto fra gli adolescenti che vivono separati dal loro padre.
I giovani provenienti da famiglie decadute ottengono risultati piuttosto più basso nelle prove di intelligenza, anche dopo una ponderazione delle variabili socio-economiche, ed hanno annotazioni molto più cattive relativamente alla misura di presenza, di cooperazione e di impegno scolastici. I bambini con padre assente richiedono più disciplina, hanno tassi considerevolmente più alti della sospensione, hanno GPA più basso e ripetono gli anni più spesso.
Anche dopo aver scomposto i dati a seconda delle differenze di provenienza sociale ed economica, gli allievi provenienti da famiglie senza padre hanno aspettative universitarie più basse, completano meno anni di istruzione ed hanno una probabilità ben maggiore di abbandono scolastico, complessivamente.
Vivere in una famiglia con la sola madre fa diminuire le probabilità per il bambino di completare la High School quasi del 40 per cento per i bianchi e del 70 per cento per i neri.
Il tasso di povertà nelle famiglie con la sola madre, nonostante tutte le sovvenzioni governative, è del 31 per cento, mentre il dato comparabile per le famiglie sposate con madre e padre è del 5 per cento. Le ponderazioni demografiche indicano che una parte molto significativa dell'aumento nella povertà dei bambini durante le ultime due decadi è semplicemente e direttamente attribuibile alla crescente mancanza dei padri. La povertà dei bambini nelle famiglie condotte dal solo elemento femminile è inoltre molto più profonda e più persistente.
La dipendenza di assistenza sociale è molto alta fra i bambini senza padre. In generale, circa la metà di tutte le famiglie condotte dal solo elemento femminile riceverà un certo sussidio pubblico ogni anno. Anche dopo che siano state fatte registrazioni per i fattori socio-economici, vivere in una famiglia composta dalla sola-madre mentre un bambino triplica la vostra probabilità di diventare un destinatario di assistenza sociale più successivamente nella vita, per i bianchi ed i neri entrambi.
Le differenze economiche fra i tipi di famiglie si traducono per i bambini in “vuoti” molto concreti nello stile di vita. Per esempio, il 73 per cento dei bambini che vivono con entrambi il padre e la madre risiedono in una casa di proprietà della famiglia, mentre due terzi dei bambini con singolo genitore vive in affitto. Le probabilità per un bambino di risiedere in uno stabile di edilizia popolare sono dieci volte più alte quando è presente soltanto la madre. Le sue probabilità di vivere in un sobborgo sono di gran lunga più basse.
I bambini che crescono in case con singolo genitore tendono ad essere sessualmente precoci. Entrambi i ragazzi e le ragazze è molto più probabile che abbiano rapporti nei loro primissimi anni dell'adolescenza.
La mancanza del padre tende a replicare se stessa. Le ragazze bianche, per esempio, che crescono in famiglie con singolo genitore hanno una probabilità di quasi due volte maggiore di divorziare e di più di 2 volte e 1/2 di partorire fuori dal matrimonio confrontato alle controparti che crescono con la presenza della madre e del padre.
(incidentalmente, uno dei risultati più notevoli della ricerca degli ultimi due anni è che i bambini presso famiglie adottive ed altre famiglie “ricombinate” soffrono di molti degli stessi problemi che affliggono i bambini con singolo genitore. In effetti, addirittura hanno esperienza di alcuni ulteriori problemi in aggiunta ad essi. Malgrado alcune promesse ottimistiche all'inizio dell’esplosione della “liberalizzazione” della famiglia, nessuno dei sostituti delle famiglie biologiche è risultato produrre attendibilmente buoni risultati per i bambini.)
STRUTTURA DELLA FAMIGLIA E BENESSERE INDIVIDUALE
E’ chiaro che l'assenza dei padri naturali dalla vita familiare non è per nulla buona per i bambini.
Ed inoltre ci sono infiniti modi in cui il fenomeno danneggia gli adulti. Come implicano termini quali "la femminilizzazione della povertà", le famiglie di un singolo genitore sono risultate essere luoghi abbastanza orribili in cui vivere per le madri.
Ugualmente impressionante, e meno spesso considerato, è il fatto che la fuga dalla paternità ha danneggiato anche il benessere degli uomini. Gli uomini non in relazione con bambini e mogli hanno tassi enormemente più alti di violenza, di incidenti e di criminalità rispetto ai padri ed i mariti.
Hanno più alti tassi di malattie croniche, vengono affidati a trattamento psichiatrico molto più spesso ed hanno molto meno successo nella forza lavoro.
Il punto verso il quale sto conducendo con tutto ciò può essere illustrato con una piccola storia che ho ascoltato recentemente: Sembra che due individui stessero guidando su una strada principale a bordo di un grande camion quando sono giunti ad un sottopasso di un ponte con un grande e minaccioso segnale davanti ad esso con scritto "Non sono assolutamente consentiti al transito veicoli sopra i 11'3”.”
Si sono issati l’uno sulla spalla dell’altro e preso il loro nastro di misurazione, ed è risultato che il loro camion era alto '12'4”. A questo punto, il secondo tipo si volse al guidatore e chiese "così che cavolo dovremmo fare?” Il guidatore ha gettato uno sguardo in entrambi i sensi di marcia, quindi rispose: "nemmeno un poliziotto in vista.... proviamoci."
Ci sono alcune regole, ovviamente, che è inutile mostrare.
Tutto ciò che facciamo ignorandole mette in pericolo noi stessi e quelli che viaggiano con noi.
Ciò è particolarmente vero quando sono regole culturali, anziché giuridiche, quelle che stiamo infrangendo.
Assai più spesso, quelle guide di riferimento esistono per il nostro bene.
Le leggi informali che hanno governato tradizionalmente la struttura della famiglia sono un esempio eccellente di ciò.
I grandi segnali di divieto di colore giallo che sono esistiti in questa area non erano lì per punire o angustiare, ma per cercare di salvare più persone possibili indicando cosa può accadere quando guidate impreparato alle “dure rocce” o alle “travi d'acciaio” della realtà.
In questo senso, il "pregiudizio" (se vogliamo chiamarlo così) a favore di un’unione stabile, di due genitori impegnati nella crescita dei bambini, a favore di padri che vengono a contatto con i loro obblighi nei confronti della famiglia essendo presenti in casa, sono tutti profondamente umani, precetti a servizio degli individui.
Sono stato “sacralizzati” nella vita quotidiana semplicemente perché, col tempo, hanno fornito i risultati più felici per il più grande numero di persone.
Sono preferenze collettive evolute da secoli di dure esperienze e di prove del tempo.
AFFRONTARE SERIAMENTE LA MANCANZA DEL PADRE
Lasciatemi concludere precisando che la dinamica della mancanza del padre e della decadenza della famiglia che è cominciata circa 25 anni fa è da correlare molto strettamente con il forte impulso del crimine, dell'uso di droga, della povertà infantile e della decadenza educativa che attualmente tormentano la società americana.
Una delle tesi del libro a cui sto lavorando è che il collegamento fra il nostro crollo della famiglia e questi guasti sociali non è una coincidenza.
Se intendiamo risolvere i problemi sociali che ci affliggono in maggiore profondità oggi, credo, dobbiamo incoraggiare un ritorno verso che ciò che potrebbe essere chiamata "la famiglia naturale," composta dal padre, dalla madre e dal bambino.
Verso questo fine, dobbiamo sperimentare misure che rinvigoriscano il matrimonio, e scoraggino attivamente l’illegittimità, il divorzio e l'abbandono della famiglia.
Mentre la creazione di una famiglia composta della sola madre è oggi la strada principale verso la povertà della famiglia e le patologie dell’infanzia, gli itinerari che conducono fuori da ciò continuano ad essere l’unione matrimoniale e l’impegno reciproco:
Semplicemente evitando una nascita fuori dal matrimonio e completando la High School, per esempio, si danno, egualmente ai neri ed ai bianchi, 9 probabilità su 10 di evitare la povertà.
Inoltre, madri che sono state abbandonate ma in seguito risposate vedono il loro reddito familiare quasi raddoppiare.
Questa, in altre parole, non è solo una questione simbolica.
Il matrimonio e la solidarietà della famiglia funzionano e la politica dovrebbe riconoscere questo.
Nei posti dove il crollo della presenza paterna è maggiore, credo dovremmo provare a reintrodurre le virtù maschili della famiglia anche nei modi più artificiali.
In un certo numero delle nostre città dovremmo installare alcune scuole per residenti per ragazzi e ragazze, più alcune accademie esclusivamente maschili -- magari con personale formato da ufficiali militari fuori servizio, che conoscono qualcosa circa la costruzione della disciplina, l’auto-rispetto ed il morale collettivo.
Naturalmente, ogni sforzo che segua queste linee nel passato recente è stato rapidamente schiacciato dall'istituzione liberale.
Alcuni mesi fa ho intervistato i presidi di due delle scuole speciali che i sistemi educativi pubblici di Milwaukee e di Detroit hanno provato ad installare l'anno scorso specificamente per i maschi neri, ed essi erano assolutamente furiosi del fatto che delle cause intentate dall'Organizzazione Nazionale per le Donne e dall’ACLU avevano bloccato entrambi i progetti. Le femministe rifiutano di considerare le scuole divise per sesso, ha arguito lo scrittore Leon Podles, perché questo minerebbe la loro rivendicazione di "un monopolio della vittimizzazione di genere."
"Meglio che molti ragazzi neri muoiano sanguinanti per le ferite di armi da fuoco," scrive con amaro stupore, "che permettere alcuna politica governativa che presupponga che vi siano differenze significative fra il maschio e la femmina delle specie e che le differenze a volte funzionano a svantaggio del maschio."
Un suggerimento finale: nelle famiglie che sono attualmente intatte, dobbiamo aiutare i padri a collegarsi molto più strettamente con i loro bambini.
C’è un aspetto emotivo come pure fisico per la presenza del padre, ed un papà interessato “will always beat a lump at the end of the couch” [Qualcuno riesce a tradurre questo modo di dire? - N.d.T.]. Ma nulla di ciò succederà fino a che settori influenti della società americana non smetteranno di trattare i padri come un genere di equipaggiamento facoltativo.
Fino a che continuiamo a razionalizzare l'assenza del padre ed a scusare la sua “fuga”, temo che avremo un mucchio di lavoro che terrà molto occupati i nostri psichiatri, assistenti sociali ed ufficiali di polizia.
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Karl Zinsmeister è un ricercatore dell’American Enterprise Institute.
Distribuito da Family Resources & Research
10202 Vanderbilt Drive
Naples, FL 34108
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Le statistiche
“Il novanta per cento dei padri divorziati non ha pieno accesso ai propri bambini."
Jonathan M. Honeycutt, Ph.D.(c), M.P.A., M.A., I.P.C. Director of Research, Clinical & Consulting Psychotherapist, National Institute for Divorce Research, Panama City, Florida.
I bambini provenienti da famiglie senza padre rappresentano il:
63% dei suicidi giovanili. (fonte: US Dept. of Health & Human Services, Bureau of the Census).
71% delle adolescenti incinte. (fonte: US Dept. of Health & Human Services)
90% di tutti i bambini senza dimora e in fuga.
70% dei giovani negli istituti statali vengono da famiglie senza padre (DOJ, rapporto speciale)
85% di tutti i bambini che esibiscono i disordini del comportamento. (fonte: Center for Disease Control).
80% dei violentatori motivati da “dislocamento della rabbia”. (fonte: Criminal Justice & Behavior, Vol. 14, p. 403-26).
71% di tutti gli abbandoni della High School. (fonte: National Principals Association Report on the State of High Schools).
75% di tutti i pazienti adolescenti presso i centri per abuso di droghe. (fonte: Rainbows for all God`s Children).
85% di tutta la gioventù che risiede in prigione. (fonte: Fulton Co. Georgia jail populations) Texas Dept. of Corrections)
Lo stato attuale della Paternità
Il 37,9% dei padri non ha diritti di accesso/visita ai figli. (fonte: p.6, col.II, para. 6, lines 4 & 5, Census Bureau P-60, #173, Sept 1991.)
“Il 40% delle madri ha affermato di aver interferito con il diritto di visita del padre non affidatario in almeno un'occasione, per punire l’ex marito." (fonte: p. 449, col. II, lines 3-6, Fulton)
Frequenza delle visite da parte di padri divorziati; Differenze nei rapporti dei padri e delle madri. Sanford Braver ed altri, Am. J. of Orthopsychiatry, 1991.: “In generale, circa il 50% delle madri non vede valore nei contatti continuati dei padri con con i loro bambini...." (fonte: Surviving the Breakup, Joan Kelly & Judith Wallerstein, p. 125)
Soltanto l’11% delle madri apprezza l'apporto del loro marito quando affronta i problemi dei loro piccoli. Gli insegnanti ed i medici lo apprezzano per il 45% e chiudono gli amici e parenti con un 16%.(fonte: EDK Associates survey of 500 women for Redbook Magazine. Redbook, November 1994, p. 36)
"L'ex-coniuge (madre) era l'ostacolo più grande ad avere contatti più frequenti con i bambini.": (fonte: Increasing our understanding of fathers who have infrequent contact with their children, James Dudley, Family Relations, Vol. 4, p. 281, July 1991.)
"Una chiara maggioranza (70%) dei padri sentiva di aver avuto troppo poco tempo per i propri bambini" (fonte: Visitation and the Noncustodial Father, Mary Ann Kock & Carol Lowery, Journal of Divorce, Vol. 8, No. 2, p. 54)
"Molto pochi bambini erano soddisfatti della quantità di contatto con i loro padri, dopo il divorzio." (fonte: Visitation and the Noncustodial Father, Koch & Lowery, Journal of Divorce and Remarriage, Vol. 8, No. 2, p. 50)
"I sentimenti di rabbia verso i loro ex coniugi hanno ostacolato la partecipazione efficace da parte dei padri; madri arrabbiate a volte saboterebbero gli sforzi del padre di visitare i loro bambini." (fonte: Ahrons and Miller, Am. Journal of Orthopsychiatry, Vol. 63. p. 442, July `93.)
"le madri possono impedire le visite per vendicarsi contro i padri per i problemi nel loro rapporto coniugale o post-coniugale." (fonte: Seltzer, Shaeffer & Charing, Journal of Marriage & the Family, Vol. 51, p. 1015, November 1989.)
In uno studio: "Visitational Interference - A National Study" by Ms. J Annette Vanini, M.S.W. and Edward Nichols, M.S.W., è stato trovato che il 77% dei padri non-affidatari NON possono "visitare" i loro bambini, come ordinato dal tribunale, come conseguenza "di interferenza nelle visite" perpetuate dal genitore affidatario. Cioè la mancata attuazione delle visite ordinate dal tribunale è tre volte maggiore il problema della non attuazione dell’assistenza ordinata dal tribunale a supporto del bambino ed ha un effetto sui bambini di genitori divorziati ancor maggiore. Originalmente pubblicato nel Settembre del 1992
Sostegno del bambino
Informazioni provenienti da molteplici fonti indicano che soltanto il 10% di tutti i padri non affidatari rientra nella categoria dei cosiddetti “deadbeat dad": il 90% dei padri con affido congiunto ha pagato il supporto dovuto. Padri con diritti di visita pagano nel 79,1% dei casi; ed il 44,5% di quelli senza diritti di visita ancora sostengono finanziariamente i loro bambini. (fonte: Rapporto dell'Ufficio Censimento. serie P-23, No. 173).
Ulteriormente, di quelli che non pagano il sostegno, il 66% non lo fanno perché difettano dei mezzi finanziari per pagare (fonte: GAO report: GCAcO/HCRcD-92-39 FS).
Ciò che segue è tratto da: Technical Analysis Paper No. 42, U.S. Department of Health and Human Services, Office of Income Security Policy, Oct. 1991, Authors: Meyer and Garansky.
Madri affidatarie che ricevono un assegno di sostegno: 79,6%
Padri affidatari che ricevono un assegno di sostegno: 29,9%
Madri non-affidatarie che completamente difettano nel sostegno: 46,9%
Padri non-affidatari che completamente difettano nel sostegno: 26,9%
Non ho mai avuto a che fare con femmine francesi, ma per me queste generalizzazioni lasciano sempre il tempo che trovanoFatti un giro in Francia e vedi come tirano su 7-8 figli. Poi, fai il paragone con le italiane di 1-2 figli e ne riparliamo.
, perché, te lo ripeto, se fossero veramente tutte così meravigliose tu non perderesti tempo a scrivere in questo forum, bensì te ne saresti sposata una e ci avresti messo al mondo una caterva di figli.Come ho detto quelle "meravigliose" a 35 anni hanno già 6 figli, non stanno ad aspettare me. Le altre, sono quelle delle statistiche che hai opportunamente citato.
Solo che per mantenere 6-7-8 figli occorre tanto (ma tanto) denaro, per non parlare di tutto il resto, a cominciare dalla capacità di... "immolarsi", che evidentemente nemmeno tu possiedi.
Quella dei (tuoi) 42 anni è solo una scusa, caro Vicus.Ma cosa ne sai? Ho girato il mondo per metter su famiglia e ho trovato solo gli scarti (non per bellezza, ma come valutazione generale). Nessuna potenziale brava moglie arriva nubile a 35 anni, mettetevelo in testa. Quelle che arrivano zitelle a quell'età nel 99% dei casi si sono divertite con mezza città, si sono dedicate all'amata "carriera" oppure rientrano nella categoria delle tarate e/o inguardabili.
Nessuno ti impedisce di metter su famiglia con una 30-35enne francese.
Solo che tra il dire e il fare ci passa di mezzo l'oceano atlantico.
Perché, ad uno svizzero sembra possibile ?Stiamo parlando di italiani. Poi, se è per questo, ad un africano che non ha neanche l'acqua da bere sembra molto più possibile che a un italiano.
Riguardo all' importanza della figura paterna, chi ci ha preceduto scrisse una montagna di roba al riguardo.Certo, ma come sempre si rischia di arrivare all'eccesso opposto, per cui un uomo deve spignattare come un mammo mentre la "signora" si occupa della sua imprescindibile carriera.
Vicus, io ho parenti francesi. So benissimo qual è la situazione in Francia, mi scusi waldganger se dunque non reputo il suo racconto rappresentativo di una intera comunità.in MEDIA dopo aver osservato MOLTE famiglie ho l'impressione che le donne francesi siano meglio organizzate e meno scansafatiche. Poi se andiamo a pescare nella cronaca non ne usciamo più.
Che le donne francesi siano migliori di quelle italiane sull'accudimento mi sembra, senza offesa, un'ennesima esterofilia ostentata, dura a morire, tipica degli italiani che hanno girato poco.
Come smentita riporto questa notizia, che all'epoca fece il giro del mondo. C'è pure una intervista si YouTube, se vuoi poi te la riporto, dove si potevano ascoltare i deliri di questa "mamma francese".
https://www.bighunter.it/Home/Editoriale/Editoriale/tabid/220/newsid734/14858/Default.aspx
Finiamola di pensare che l'erba del vicino sia sempre più verde. Non è così.
42 anni non sono mica 60. Puoi trovare anche donne nel range 25-30 tranquillamente.Come no, in Vietnam. :D Come risponderebbe Frank: perché non la trovi tu una di 25? ;)
in MEDIA dopo aver osservato MOLTE famiglie ho l'impressione che le donne francesi siano meglio organizzate e meno scansafatiche. Poi se andiamo a pescare nella cronaca non ne usciamo più.Come no, in Vietnam. :D Come risponderebbe Frank: perché non la trovi tu una di 25? ;)...Uhm... so che il mio racconto era quasi tutto off-thread...
...Uhm... so che il mio racconto era quasi tutto off-thread...Chiaro che c'è di tutto, siamo comunque in Occidente dove il femminismo abbonda. Però in Francia è MOLTO più frequente vedere famiglie numerose, e i figli vengono educati bene mentre in Italia spesso ruzzano come scimmie.
Ho l'impressione che tendiamo alla generalizzazione; sia sulle francesi che sulle italiane.
Andando in pensione, sono ritornato al Sud; noto ancora - malgrado la globalizzazione culturale - una certa differenza fra le donne di qui e quelle del Nord: lassù, tengono meno alla casa, alle pulizie, ecc.
Poi: l'unica francese che ho conosciuto per davvero, non saprei definirla migliore/peggiore di un'italiana (prima di lei, ero stato sposato con un'italiana, senza figli); è DIVERSA.
Della casa se ne infischia alquanto. La maternità, non la considera una via di auto-promozione sociale.
Cosa la entusiasmava? L'apero con le amiche. La lettura.
Gli abiti alla moda la lasciavano indifferente; risparmiava per una buona cena in un posto caratteristico.
Spiccata tendenza a delegare mansioni domestiche e genitoriali (il che m'è tornato utile per l'affido condiviso).
So che vado di nuovo fuori-thread, ma mi meraviglia un po' che non vi abbia coinvolto il focus della mia esperienza.Diciamo che è una testimonianza isolata, tutti i padri separati che conosciamo frequentano avvocati da anni per vedere i figli un'ora in più al mese.
IL MATRIARCATO CULTURALE.
Che, in Italia, sovrasta donne e uomini.
Mi stupisce un po' che non vi stimoli la mia testimonianza sulle teorizzazioni dei padri separati italiani (affido condiviso), le quali fanno a pugni con la loro indole (ricerca di una musa femminile per gestire un figlio piccolo).
Io, come padre separato, ho dovuto per forza fare anche il "mammo" (aveva 1 anno!); ma ciò non mi rende "matriarcale"!..
Il focus sarebbe: la maternità e l'accudimento come fonte di POTERE per le italiane.
E' diverso dall'essere buone/mediocri/lavative madri.
E' un'acquisizione di status, soprattutto verso le altre; è un empowerment, sia verso l'uomo che verso i figli.
Non avete mai sentito una donna italiana sospirare - con una finta sopportazione che cela un certo orgoglio: "Io ho due figli: il piccolo più mio marito"?
[Al che il marito, spesso, abbozza un sorrisino idiota, tentando di dissimulare che in quell'accudimento ci si crogiola].
Aggiungo la fine del racconto, secondo me più interessante:
avendo frequentato per qualche anno un'associazione di padri separati - e quindi avendone conosciuti parecchi -, posso testimoniare che praticamente tutti (loro erano autoctoni del Nord: passati dall'accudimento materno a quello mogliesco: mammizzati-moglizzati), si sentivano psicologicamente "sbandati" per quel poco che riuscivano a tenere il figlio piccolo (altro che il 50% che teorizzavano...); cercavano continuamente una "musa femminile" che li ispirasse: qualcuno la trovava in una nuova partner, qualcun altro nella propria madre (da cui si rifugiava per sentirsi "famiglia", per non deprimersi).
Io avevo la madre al Sud, ho dovuto arrangiarmi; è stata abbastanza dura (questa è una lunga storia a parte); ho accuratamente evitato nuove partner in casa (il bambino, se costretto a quella nuova presenza con cui dover mediare, avrebbe preferito il contesto materno), ed ho patito soprattutto un isolamento sociale. In tutti i contesti in cui mi trovassi col bimbo - scuola, sport, ludoteche, ecc. -, in quanto padre-single ero "invisibile"; circondato da madri che socializzavano fra loro; non ho mai trovato frequentazioni maschili in cui gli uomini-padri uscissero senza la moglie ma col bambino appresso.
Questo era il contesto maschile-italiano in cui ero immerso, di uomini che, a parole, teorizzavano tutti, separati e non, la giustezza dell'affido condiviso.
Il focus sarebbe: la maternità e l'accudimento come fonte di POTERE per le italiane.
E' diverso dall'essere buone/mediocri/lavative madri.
E' un'acquisizione di status, soprattutto verso le altre; è un empowerment, sia verso l'uomo che verso i figli.
Non avete mai sentito una donna italiana sospirare - con una finta sopportazione che cela un certo orgoglio: "Io ho due figli: il piccolo più mio marito"?
[Al che il marito, spesso, abbozza un sorrisino idiota, tentando di dissimulare che in quell'accudimento ci si crogiola].
Leggi quello che dice waeldganger: quella è la francese media che vive a Parigi. Stessa cosa se ti fai un giretto in Costa Azzurra (ci sono stato fino a qualche mese fa). Poi è chiaro che se vai in regioni della Francia isolate, come al ridosso dei pirenei o comunque nella lande della normandia (posti affatto esaltanti) trovi ragazze più "all'antica".Se c'è un posto che non ha segreti per me è Parigi, ci vado da trent'anni. E ti assicuro che persino in centro, ci sono famiglie numerose e donne all'"antica". Basta saperle cercare.
Perché pensi di non poterti prendere una di 25? L'età, da quel che ho capito, è un parametro che le donne non considerano poi tanto. C'è chi lo considera, c'è chi se ne frega. Io fui approcciato, per esempio, da una che faceva la modella appena laureata in Lettere Moderne, lei aveva appena 24 anni e io ne avevo 34.Come no, se fossi Picasso, carismatico ricco e famoso sarebbe così. Altrimenti (ammesso e non concesso che voglia trovarmi una 25enne...) preferiscono il belloccio coetaneo. Mi pare logico.
È vero che più passa l'età e più si pensa che sia difficile farsi una famiglia, ma tu sei uno che ha avuto successo con le donne, per te questo pensiero non dovrebbe esistere.
Bel racconto, che conferma ulteriormente la dipendenza dell'uomo alla donna, nonché l'inconsapevolezza di tantissimi uomini, i quali si sposano e mettono al mondo dei figli senza avere una reale consapevolezza in merito a ciò a cui vanno incontro.Spero solo che non sia vero nella maggioranza dei casi, altrimenti è un punto per le femministe che non vogliono il condiviso.
E in questo influisce sicuramente molto la società ginocentrica in cui viviamo, che li rende ancor più schiavi delle femmine.
Il punto Frank non è se mi sono sposato io, o che ti debba sposare tu, ma che quelli che si sono sposati quando era tempo di farlo hanno famiglie eccellenti. Il nostro compito ormai è solo diffondere un modello sociale funzionante per le future generazioni. Se non lo faremo noi lo faranno i musulmani, non c'è altro da aggiungere. Il resto (uteri artificiali, paternità di gruppo, singletudine di massa, gay e australopitechi assortiti) rientra nel campo della fantasia.
VicusQuesto decreterà la fine dell'Occidente. Forse è un dato positivo, perché almeno stavolta ai sopravvissuti di questo declino inesorabile resteranno fior di documenti che attesteranno il motivo principale di questo degrado: l'aver consentito che le donne potessero dettare la morale e comandare.
Non conosco il futuro, ma una cosa la so: "noi" contiamo meno di zero in questa società.
Perciò, al di là delle varie posizioni in merito, la nostra influenza è sostanzialmente nulla.
Lo dimostra il fatto che "chi di dovere" ci permette di esistere virtualmente.
Fossimo "pericolosi" e "importanti" ci avrebbero già stoppati.
@Vicus, non so dove tu vada a Parigi ... Ma ti assicuro che le donne parigine non sono affatto le brave mamme che pensi tu.Fritz vuoi insegnarmi tu come sono le parigine? Sei mai uscito (in coppia, non in gruppo) o hai mai avuto storie con loro?
Non ho davvero idea di come tu possa dire una cosa del genere di Parigi, evidentemente sono io che frequento il peggio di parigi, sarà ...Appunto!
Evidentemente frequentiamo giri assai differenti, Vicus.Sicuramente, dipende anche da quel che uno cerca.
Mi stupisce comunque che tu parli così bene di una città da ricconi come Parigi.Le donne tradizionali hanno spesso un tenore di vita modesto, trattandosi di famiglie numerose.
ma tu se conosci donne così non dovresti fartele sfuggire ...L'ho già detto e ridetto, si sposano troppo giovani per me. Qualcuna (non solo a Parigi) l'avevo anche agganciata, ma c'erano divergenze di altro tipo, per esempio che era lefevriana e io no.
Anche i francesi, in genere, sono così, anzi sono ben più combattivi.Dipende, la maggioranza dei francesi è MOLTO più confusa e rincitrullita degli italiani, anche se gli ambienti più consapevoli sono generalmente più organizzati e combattivi di quelli italiani, mentre in italia tendono ad essere più fatalisti. Spero di rimangiarmi quanto ho detto con i Gilet Arancioni.
A meno di non andare a prendere donne in Vietnam o Thailandia, oppure in Sud America, l'Occidente è messo malissimo.L'Europa ha la demografia più bassa del mondo (Giappone escluso), l'Italia la più bassa d'Europa, qualcosa che non va c'è!
L'Europa ha la demografia più bassa del mondo (Giappone escluso), l'Italia la più bassa d'Europa, qualcosa che non va c'è!
Eh sì ... Siamo messi malissimo. Ritengo comunque che in Italia il problema non si possa solo risolvere con la questione delle donne nazifemministe. In Italia molta gente non si sposa/non va a convivere per problemi economici gravi. Siamo messi tutti molto male, io incluso.Sì certo, ma in Africa fanno più figli di noi, la nostra demografia è molto al di sotto di quella che avevamo in tempo di guerra.