Forum sulla Questione Maschile

In rilievo => L'universo della Questione Maschile => Topic aperto da: Vicus - Maggio 18, 2019, 02:27:03 am

Titolo: Per Davide Stasi proteggere la vita di un essere umano nascente è estremismo
Inserito da: Vicus - Maggio 18, 2019, 02:27:03 am
Nuovo articolo pilatesco - con la prevista strizzatina d'occhio a Barabba - di Davide Stasi (Stalker Sarai Tu), che nel discutere la legge antiabortista dell'Alabama rifiuta come sempre di pronunciarsi, ma corrode la credibilità dei Pro Vita facendo insistentemente leva, come al solito, su complottismo ed estremismo, che per lui sembrano l'unico male:

Citazione
conferma quanto si stia estremizzando su poli opposti un po’ ovunque il confronto politico-sociale, specie su temi così divisivi.
Radicali e conservatori negli Stati Uniti sembrano insomma condurre le loro battaglie in modo sempre più estremo.

Agli uomini il cui senso logico non è ancora ottenebrato dal buonismo femminista, non può sfuggire che le pacate accuse di Stasi comportano ineludibilmente che essere contro l'aborto è essere estremisti, mentre moderazione e buon senso si concretano nel sopprimere un essere umano indifeso al sesto mese anziché al nono.
Stasi elude come sempre le sfide che il presente ci pone (è lecito o no sopprimere un essere umano, per di più innocente e indifeso?) e si rifugia in equilibrismi tipici della cultura tecnocratica: è giusto e sensato tutto ciò che in un dato momento si pone a metà strada tra le due idee che nel medesimo momento si contrappongono.

Citazione
Va ricordato, in questo senso, che mentre in Alabama oggi l’aborto è del tutto bandito, nello Stato di New York è possibile sopprimere un feto anche al nono mese di gravidanza, ovvero quando il feto è a tutti gli effetti un essere umano formato.

Esclusa quindi definitivamente la tutela della vita umana nascente, oggi il buon senso consiste nell'uccidere un essere umano al quarto-sesto mese di vita anziché al nono. Domani, con l'approvazione dell'eutanasia (coatta) infantile, sarà segno di equilibrata moderazione sopprimere un essere umano al nono mese anziché dopo la nascita, e così via in un continuo slittamento verso l'abisso inumano in cui la cultura femminista-arcobaleno ci sta portando.
E' l'illusione di una soluzione tecnica della questione maschile: per riequilibrare la crescente disparità e conflittualità tra i sessi, è sufficiente aumentare il numero dei giorni di affido; per sanare la piaga del divorzio, vera emergenza nazionale, basta porre il mantenimento della donna a carico di tutti i cittadini (così da salvaguardare il suo sacrosanto "diritto" al divorzio, sempre e comunque e senza alcun addebito di responsabilità); ai sei milioni di italiani sterminati nel grembo materno Stasi intende far fronte attribuendo all'uomo un "eguale diritto" di vita o di morte sul nascituro.
E qui introduciamo un'altra velata insinuazione di Stasi, suggerita col pacato garbo di un conduttore di talk show pomeridiano:

Citazione
Quello che posso registrare in comune tra entrambi i versanti è la grande assenza dei diritti riproduttivi maschili. Sempre e in ogni caso si omette di parlare del padre, dell’uomo che ha reso possibile lo sviluppo di un embrione in un ventre materno.

Non comprendendo il senso profondo della tutela della vita, e l'enorme posta in gioco per la civiltà e la libertà di tutti noi, Stasi cerca di smarcarsi evocando ancora una volta la parità declinata in chiave tecnica: uccidere un essere umano (e già formato, vedi YouTube) va bene purché possa farlo anche un uomo, far adottare un bambino made in India a omosessuali è normale purché sia alla portata di due checche incallite. Tutto è giusto purché tutti possano farlo. Al nostro sfugge, temo volontariamente, che l'aborto non è una questione di diritti dell'uomo o della donna ma di tutela di una vita umana indifesa. Alzi la mano il primo che avrebbe considerato un diritto farsi sopprimere prima di nascere.
A Stasi sfugge anche che la tutela della vita del nascituro è da sempre associata a una civiltà che attribuisce importanza all'uomo e che sarebbe irrealistico con l'attuale cultura abortista cercare di imporre a una donna di non abortire o, peggio, di abortire contro la sua volontà.
Al di là del loro vero peso in questo dibattito, gli articoli di Davide sono lo specchio di un mondo maschile e occidentale confuso, imbelle e incapace di reagire, stretto nella tenaglia dei due veri estremismi: la cultura della morte femminista-arcobaleno e la straripante immigrazione e natalità islamica. Queste emergenze ineludibili faranno presto apparire superflui articoli nebulosi e inconsistenti, che sfumeranno gradualmente nella foschia della Rete.