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Dialoghi => L'Angolo degli Utenti => Topic aperto da: Lucia - Settembre 03, 2014, 12:29:30 pm

Titolo: Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 03, 2014, 12:29:30 pm
Secondo voi il vittimismo fa sempre parte del potere o solo adesso nei ultimi tempi, il femminismo, communismo etc?

Però anche gli re, o gli ebrei o i martiri per giustifficare poi il loro diritto al potere o a vendicarsi, o per minimo a considerarsi superiori presentavano una lunga lista di persecuzioni e sofferenze.

E mai esistito potere che non si basava sulle sofferenze passate subite ingiustamente?
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 03, 2014, 12:59:30 pm

Però anche gli re, o gli ebrei o i martiri per giustifficare poi il loro diritto al potere o a vendicarsi, o per minimo a considerarsi superiori presentavano una lunga lista di persecuzioni e sofferenze.

E mai esistito potere che non si basava sulle sofferenze passate subite ingiustamente?

Certamente, funziona così all'interno del sistema dominato dalla "morale del ressentiment" (la morale giudaico-cristiana)
Lo stesso che fa in modo che chi vince sempre (nei tribunali) sia chiamato - contro ogni logica, l'unica logica è che rispecchia appunto una certa morale - parte "debole" , così come che si venga colpiti per "abuso di posizione dominante", per intenderci.

All'interno di altri sistemi morali, il potere non ha bisogno di mostrarsi secondo le logiche della colpa, martirio, ressentiment, e cagate varie..
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 03, 2014, 13:21:05 pm

All'interno di altri sistemi morali, il potere non ha bisogno di mostrarsi secondo le logiche della colpa, martirio, ressentiment, e cagate varie..

per esempio?
Mi vengono in mente comuqne dei re cristiani che facevano lo stesso discorso delle loro pene prima di arrivare sul trono

Non conoscevo sta coasa usata nei tribunali, interessante come logica
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 03, 2014, 17:37:08 pm
E mai esistito potere che non si basava sulle sofferenze passate subite ingiustamente?
No:

"Quale è il segreto ultimo del potere? Che la verità e la forza dimorano presso gli umiliati e ammutoliti, e chi dà loro la parola diventa signore. Enunciato così, questo segreto della storia vibra d'un tremolo sgradevole, è assai simile a una menzogna di retore. Eppure è ben vero che l'insidia maggiore degli imperi è nelle catacombe popolate di inermi, più che nelle schiere nemiche disposte in battaglia, e massima accortezza d'un reggitore è l'eliminazione dei covi di sofferenza. Si narra che lo zar Nicola I, ricevendo il primo capo della polizia segreta imperiale e dovendogli impartire princìpi da seguire, gli porgesse un fazzoletto candido dicendo: «Asciuga con questo le lagrime dei sofferenti e sia la tua coscienza altrettanto immacolata ». Se quel gesto si fosse davvero impresso nel cuore dei gendarmi, l'autocrazia non sarebbe miseramente crollata.
La verità dimora presso i deboli perché la ragione, superflua al forte, è l'unica forza dell'oppresso, che l'oppressione costringe a foggiarsi con ogni cura quella sua unica arma. Chi geme sotto un'oppressione alimenta con sudore e sangue la pianta della conoscenza; per il potente essa è oggetto di disprezzo o di curiosità o di ornamento, soltanto la vittima ne ha fame e bisogno. Però ogni potenza suscita, quando non la trovi, una potenza opposta (e se non ne ha una davanti a sé, fatalmente si scinde internamente) e la potenza rivale spinge gli strati sofferenti contro la gerarchia, facendo salire il basso in alto: la meccanica degli equilibri sociali vuole che la potenza nemica abbia per alleati coloro che la gerarchia imperante schiaccia con la sua mole. E perciò fatale che il Tempo lavori a favore dei reietti."
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 03, 2014, 19:37:33 pm
è un citato? Da dove?
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 04, 2014, 00:46:43 am
è un citato? Da dove?
Zolla, Che cos'è la tradizione.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 04, 2014, 04:35:47 am
Le persone vittimiste sono delle Attention Whore.Quindi hanno sempre addosso i riflettori puntati.
Le persone realmente vittime di ingiustizie come i bambini che muoiono di fame/sete nel terzo mondo o anche qui invece non se li fila nessuno e nn hanno neppure la voce e la forza pr gridare aiuto.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 04, 2014, 06:34:17 am
Citazione
Le persone realmente vittime di ingiustizie come i bambini che muoiono di fame/sete nel terzo mondo o anche qui invece non se li fila nessuno e nn hanno neppure la voce e la forza pr gridare aiuto.
È di quelle che Zolla parla.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 04, 2014, 13:10:14 pm
grazie,
ma spesso si parla solo nel loro nome (e non per aiutarli veramente), a volte anche per usarli in scopi di vendetta contro qualcuno.

Non si può rimproverare al femminismo il vittimismo che usano se tutto il regime di pitere cristiano è sempre legato al vittimismo. Non ce l'ho col cristianesmio, anzi spero che anche nell'epca cristiana si possono trovare altre forme di potere fondate sui merit, su ciò che hanno creatoi non sulle sofferenze.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 04, 2014, 13:43:35 pm

Non si può rimproverare al femminismo il vittimismo che usano se tutto il regime di potere cristiano è sempre legato al vittimismo.

Ovvio, infatti Nietzsche cosa diceva?
"Alla fine ... la donna!  ... lei ha bisogno di una religione che ... glorifichi l'essere deboli ... perché lei può governare solo quando riesce a superare il forte ... la donna ha sempre cospirato con i tipi decadenti ... contro il "potente", il "forte" ... l'uomo."

Che poi è la stessa cosa che dice Zolla, ovvero che alla "potenza nemica" serve l'alleanza di quelli che il "nemico" schiaccia:  "la potenza rivale spinge gli strati sofferenti contro la gerarchia, facendo salire il basso in alto: la meccanica degli equilibri sociali vuole che la potenza nemica abbia per alleati coloro che la gerarchia imperante schiaccia"

Citazione
spero che anche nell'epoca cristiana si possono trovare altre forme di potere fondate sul merito, su ciò che hanno creato non sulle sofferenze.

Vane speranze.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Massimo - Settembre 04, 2014, 13:47:28 pm
Certamente, funziona così all'interno del sistema dominato dalla "morale del ressentiment" (la morale giudaico-cristiana)
Lo stesso che fa in modo che chi vince sempre (nei tribunali) sia chiamato - contro ogni logica, l'unica logica è che rispecchia appunto una certa morale - parte "debole" , così come che si venga colpiti per "abuso di posizione dominante", per intenderci.

All'interno di altri sistemi morali, il potere non ha bisogno di mostrarsi secondo le logiche della colpa, martirio, ressentiment, e cagate varie..

Però anche l'Islam rivendica ed esalta i SUOI martiri. E anche nelle culture guerriere si esalta l'eroe anche se perde e soffre.
Nella cultura vichinga, Odino è cieco di un occhio perchè uno lo ha ceduto in cambio della CONOSCENZA. Evidentemente Odino
non si accontentò delle virtù guerriere solamente. Poi Odino si fece appendere ad un palo per avere una conoscenza superiore
Mi sembra riduttivo attribuire al SOLO cristianesimo la rivalutazione della sofferenza. Achille soffre due volte: per aver subito la
perdita di Patroclo e per aver ucciso il prode Ettore del quale alla fine riconosce il valore, ma che pure deve uccidere perchè
deve vendicare l'amico. Achille sa che morirà se andrà alla guerra di Troia: ugualmente deve però andare avanti perchè ha
fatto la sua scelta ed è consapevole del suo destino: avere una vita breve ma una lunga fama è meglio di avere una vita
lunga ma una fama breve. Achille sceglie la prima via. L'opera IldebrandsLied (la canzone di Ildebrando) celebra la sofferenza
di un padre costretto ad uccidere in duello il proprio figlio che lo ha sfidato. Non vuole farlo ma deve accettare il duello perchè
le regole dell'onore glielo impongono. La canzone si chiude con il pianto del padre sul cadavere del figlio, cosi' come Achille sul
cadavere di Ettore piange. In realtà la sofferenza è stata un valore in molte culture oltre a quella cristiana, Animus. Se intesa
come SUPERAMENTO e acquisizione di una consapevolezza ulteriore e  superiore. Ma anche nel cristianesimo la sofferenza è
SUPERAMENTO. E SUBLIMAZIONE. Stupendo è il dialogo tra Alessandro Magno ed Efestione a Babilonia nel film Alexander di
Oliver Stone: Alessandro dice che tutti gli eroi celebrati dai greci hanno sofferto grandemente ma ALLA FINE CONTO SOLTANTO
QUELLO CHE HAI FATTO. Direi che in questa frase è sintetizzata l'autentica MORALE MASCHILE.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 04, 2014, 14:51:33 pm
In realtà la sofferenza è stata un valore in molte culture oltre a quella cristiana, Animus

Certo, se è per questo anche il giappone celebra i propri kamikaze.
Ma il kamikaze non è un martire, la morale del kamikaze non ha nulla a che spartire con quella del martire...

Qui, per capirsi, come nei "contro" esempi che porti te, bisognerebbe poter vedere le sfumature (dei colori), e non un mondo in bianco e nero...

Ma proprio per il fatto che io considero la banalità della forma di pensiero cristiana (che si aggiunge agli altri mali, male su male), una forma mentis insensibile alle sfumature - ho fatto notare varie volte come molti popoli, non cristiani, hanno molti termini per descrivere le differenze insite in una ("per noi stessa") cosa, mentre noi, proprio grazie alla cristiana ossessione per l'uguaglianza, abbiamo compiuto il percorso inverso, dove ogni differenza è una discriminazione (può essere utile rileggere http://anticristo.org/2013/11/23/sullimpoverimento-della-lingua/), e alla fine è la capacità stessa del pensiero a venir impoverita e risultare menomata (perchè la coscienza si dischiude di fronte al diverso, non all'indistinto...cioè, l'uguale)- diventa difficile, caro Massimo, discutere sulle sfumature che rendono due cose diverse....inutile perderci tempo.

Io, per tagliare la testa al toro,  ho indicato una strada, l'unica, quella di abbandonare la forma mentis cristiana  (morale,logica, psicologia) ed allora, forse, un altro mondo e molto più ricco sotto tutti i  punti di vista vi si può dischiudere.

Non lo si vuole fare, è più comodo ed immediato seguire come pecoroni la "strada maestra" soltanto cambiando il soggetto, invertendo in continuazione vittima-carnefice, nel gioco infantile dello scaricabarile dove uno da la colpa all'altro, l'altro gliela rimbalza, etc etc etc?   

Per me è inutile star a parlare dei colori e delle loro sfumature con chi  vede in B&N ...non ti pare?

 

 
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Massimo - Settembre 04, 2014, 14:58:37 pm
Più una società si "civilizza" più banalizza la sua lingua e perde la sua "fonodiversità". E' un processo inevitabile dovuto alla mera
"civilizzazione" dei costumi. A meno che non si voglia stabilire che il cristianesimo è stato un fattore fondamentale di civilizzazione
Allora avresti, sulla base di questo solo presupposto, pienamente ragione, Animus.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 04, 2014, 15:43:22 pm
il cristianesimo è stato un fattore fondamentale di civilizzazione

Il cristianesimo, casomai... è il fattore fondamentale dell'incivilimento, come lo chiamava Freud: civiltà è un lusso che a ciò che è cristiano non si addice. ;)

Poi basta spostarsi ad oriente, per vedere quanto sia falso che "civilizzazione (non incivilimento) va di pari passo con banalizzazione".
Ancora oggi, nel vietnamita, una stessa vocale può essere pronunciata con 6 toni diversi (indicando sei parole diverse), il thailandese ha quarantaquattro consonanti, ventotto forme vocaliche e se non bastasse ... quattro indicatori di tono.


E cmq, tutti i paesi dell'asia, rispetto alla quale tra non più di un paio di generazioni saremo quello che i barbari erano per l'impero romano, una ricchezza fonetica che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare, altro che l'iglese "che si scrive in un modo e si legge in un altro". :doh:

Per quanto riguarda il tema di prima, cmq, lasofferenza era presente anche in culture non cristiane dici?
Ovvio, in un mondo ricco, politeista, ttute le sfumature e le passioni umane (un altro fattore di cecità per il cristiano) trovavano un'adeguata rappresentazione.
Ma, non per questo, queste culture hanno elevato la sofferenza come morale...

Se tu entravi in un tempio greco, avresti visto la rappresentazione (attraverso statue, vasi e dipinti) della forza, della bellezza, della dinamicità dei corpo in movimento, insomma, di ciò a cui la morale greca dava più importanza, le virtù eroiche.
Poi entravi in un altro tempio, dedicato ad un altra divinità, e vedevi magari qualità caratteristiche di quella divinità.

Entri in un "tempio" cristiano e che cosa vedi? La rappresentazione della sofferenza in tutte le forme!

Uno che è trafitto dalla lancia, l'altro in ginocchio, quello che viene frustato, quello messo in croce, quell'altra col cuore esposto,uno in una bara... :cry: :sick:
Bevete, questo è il sangue...

E voi ... state a combattere "il femminismo"?
Ma andate a c... :censored:
 
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 04, 2014, 16:57:33 pm
Il cristianesimo, casomai... è il fattore fondamentale dell'incivilimento, come lo chiamava Freud: civiltà è un lusso che a ciò che è cristiano non si addice. ;)

Poi basta spostarsi ad oriente, per vedere quanto sia falso che "civilizzazione (non incivilimento) va di pari passo con banalizzazione".
Ancora oggi, nel vietnamita, una stessa vocale può essere pronunciata con 6 toni diversi (indicando sei parole diverse), il thailandese ha quarantaquattro consonanti, ventotto forme vocaliche e se non bastasse ... quattro indicatori di tono.


E cmq, tutti i paesi dell'asia, rispetto alla quale tra non più di un paio di generazioni saremo quello che i barbari erano per l'impero romano, una ricchezza fonetica che noi non riusciamo nemmeno ad immaginare, altro che l'iglese "che si scrive in un modo e si legge in un altro". :doh:

Per quanto riguarda il tema di prima, cmq, lasofferenza era presente anche in culture non cristiane dici?
Ovvio, in un mondo ricco, politeista, ttute le sfumature e le passioni umane (un altro fattore di cecità per il cristiano) trovavano un'adeguata rappresentazione.
...

 

tutto questo è difficilmente comprensibile in termini "pratici".
A me il discorso delle sfumature però fa venire in mente un'altra assonanza.

Chi vede in bianco e nero vede in termini di opposti che si completano oppure di due estremi opposti, - mi fa venire in mente lo yin e lo yang o quanto meno chi ragiona in termini dualistici e su questi due termini dualistici si regola per le sfumature (quelle che stanno fra i due estremi).

Chi vede milioni di sfumature mi ricorda il queer, il problema del queer però è la definizione perché tra la banalizzazione e la definizione di ogni stato dell'universo ci sta comunque un mezzo che sta tra la semplificazione eccessiva e la complicazione eccessiva e ridondante. Che sono i parenti brutti della semplicità e della complessità, che a loro modo, hanno ambedue dignità nobili.

E infine c'è il colore unico. Il grigio del gender unico.

Citazione
Ma, non per questo, queste culture hanno elevato la sofferenza come morale...

Se tu entravi in un tempio greco, avresti visto la rappresentazione (attraverso statue, vasi e dipinti) della forza, della bellezza, della dinamicità dei corpo in movimento, insomma, di ciò a cui la morale greca dava più importanza, le virtù eroiche.
Poi entravi in un altro tempio, dedicato ad un altra divinità, e vedevi magari qualità caratteristiche di quella divinità.

Entri in un "tempio" cristiano e che cosa vedi? La rappresentazione della sofferenza in tutte le forme!

Uno che è trafitto dalla lancia, l'altro in ginocchio, quello che viene frustato, quello messo in croce, quell'altra col cuore esposto,uno in una bara... :cry: :sick:
Bevete, questo è il sangue


questo mi ricorda V.M. e la sua classificazione delle ere, l'era del Cristianesimo, se non ricordo male, sarebbe l'era della compassione o della pietà, l'era precedente è stata l'era della gloria.




Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 04, 2014, 17:27:40 pm
Ovvio, infatti Nietzsche cosa diceva?
"Alla fine ... la donna!  ... lei ha bisogno di una religione che ... glorifichi l'essere deboli ... perché lei può governare solo quando riesce a superare il forte ... la donna ha sempre cospirato con i tipi decadenti ... contro il "potente", il "forte" ... l'uomo."

la donna? Ma non era la donna che cercava sempre l'uomo dominante?!

Inoltre, non volevo disturbare il tuo topic sui schacchi ma non era la regina una delle pedine più potenti anche se non indispensabili della scacchiera? Eppure non è un gioco femminista.

Io dal mio a 15 anni ho scritto una preghiera all'Afrodite, perché tra le dee lei mi sembrava la più potente.

Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 04, 2014, 17:29:25 pm

Inoltre, non volevo disturbare il tuo topic sui schacchi ma non era la regina una delle pedine più potenti anche se non indispensabili della scacchiera? Eppure non è un gioco femminista.

.

se non ricordo male è solo in Occidente che la Regina .. è la Regina. Negli scacchi indiani (o giù di lì) c'è il Visir o una specie di consigliere al posto della Regina :P
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 04, 2014, 17:38:44 pm
ok, allora non vale quella parte della domanda. :huh:
Ma che di per che alle donne sempre ed ovunque conviene un potere vittimista a uno costruito magari su altri valori (come quella greco-romana forse) non credo.
Anche perché non esiste solo il femminismo (o solo il cristianesimo volendo) come vittimismo e in alcune straggi anche donne sono state vittime alle straggi fatti dai opressi contro i cosidetti dominanti (nel communismo, o in alcuni nazionalismo)
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 04, 2014, 17:44:38 pm
ok, allora non vale quella parte della domanda. :huh:
Ma che di per che alle donne sempre ed ovunque conviene un potere vittimista a uno costruito magari su altri valori (come quella greco-romana forse) non credo.
Anche perché non esiste solo il femminismo (o solo il cristianesimo volendo) come vittimismo e in alcune straggi anche donne sono state vittime alle straggi fatti dai opressi contro i cosidetti dominanti (nel communismo, o in alcuni nazionalismo)


ai tempi, se non ricordo male, l'Animus-pensiero e il Veromummio-pensiero, semplicemente il cristianesimo è considerato la morale capofila in un certo senso, da cui derivano tutte le altre morali, compreso il comunismo e tutti gli ismi che s'incontrano nel corso della storia dalla nascita dell'era cristiana in poi.
E' per questo che bisogna risalire fino all'epoca greco-romana per trovare l'era della gloria senza morale cristiana.

Oh, Lucia non prendere per oro colato quel che dico, anche perché essendo femmina per me astrarre i pensieri quando sono così astratti è stato ed è molto difficile.

Così com'è difficile immaginare una morale in Europa senza cristianesimo. Né sono sicura che sarebbe stato meglio. Ecco.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 04, 2014, 17:59:31 pm
neanche il Rinascimanto ha una morale vittimista (o forse si?  :ohmy:) anhce se è in pieno periodo cristiano.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 04, 2014, 18:59:23 pm
la donna? Ma non era la donna che cercava sempre l'uomo dominante?!

Già....
E' solo una lettura differente.


tutto questo è difficilmente comprensibile in termini "pratici".
A me il discorso delle sfumature però fa venire in mente un'altra assonanza.

Chi vede milioni di sfumature mi ricorda il queer, il problema del queer però è la definizione perché tra la banalizzazione ....

Considerazione, cmq, interessante.
Anche se io per sfumature non indendo un falso ideologico, come fai giustamente notare, si può negare qualcosa con lo 0 - dicendo che non c'è o se non è proprio possibile, come in questo caso,  si può forzare un risulato anaolgo dicendo che sono infinite, non è un caso che in più di una teoria matematica 0 e infinito coincidono, pare che sotto certe condizioni, siano intercambiabili.
Ma mi riferivo ad altro, alle sfumature vere della realtà, non quelle inventate per fini diabolici: Il lappone riconosce  probabilmente una  decina di tipi di neve, ai quali da nomi diversi, ma non si comporta e non usa mica la neve ghiacciata nella stessa maniera di quella che è molto soffice o quasi acqua...

Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 04, 2014, 20:05:37 pm
Ma mi riferivo ad altro, alle sfumature vere della realtà, non quelle inventate per fini diabolici: Il lappone riconosce  probabilmente una  decina di tipi di neve, ai quali da nomi diversi, ma non si comporta e non usa mica la neve ghiacciata nella stessa maniera di quella che è molto soffice o quasi acqua...

sì credo di aver capito. La definizione è quella. In sintesi per dirla in "termini queer" non è che sia una liberazione dalle gabbie,per la logica queer il lappone (o nell'accezione di morale, averne una più colorata  :P) costruisce tante gabbie più piccole, invece nella logica queer, la neve ghiacciata può essere definita soffice a seconda del punto di vista di chi la guarda. Forse qualche assonanza col relativismo estremo...
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Massimo - Settembre 04, 2014, 22:56:24 pm
A Sparta c'era un tempio dedicato al Timore. Agli Spartani era imposto un regime durissimo: la sofferenza era necessaria perchè
ESSA SOLA creava la capacità di SOPPORTARLA. Al servizio del regime militaresco di Sparta, certamente. Ma allora ciò non è
dissimile rispetto ad una morte e ad una sofferenza (quella di Cristo) considerata NECESSARIA per la salvezza eterna dell'UOMO.
Questo spiegherebbe allora come mai la morale cristiana sia riuscita ad imporsi anche nelle società GUERRIERE: quella romana,
quella celtica, quella germanica, quella magiara e infine anche alla società vichinga. Come risolvi questo enigma, Animus?
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 05, 2014, 00:30:50 am
Citazione
grazie,
ma spesso si parla solo nel loro nome (e non per aiutarli veramente), a volte anche per usarli in scopi di vendetta contro qualcuno.
Sì ma Zolla non si riferiva alla demagogia.
Citazione
"Alla fine ... la donna!  ... lei ha bisogno di una religione che ... glorifichi l'essere deboli ... perché lei può governare solo quando riesce a superare il forte ... la donna ha sempre cospirato con i tipi decadenti ... contro il "potente", il "forte" ... l'uomo."
Storicamente non è stato sempre così, anche se è vero che spesso le donne se la intendono col vincitore/occupante.
Inoltre è improprio definire le donne oppresse, ciò presuppone una competizione con l’uomo che si è diffusa solo recentemente.
La lingua si logora con l’uso, sono i poeti che la mantengono in buono stato di manutenzione. Quando decade la letteratura di un popolo, ne decade anche la lingua.

Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 12:30:58 pm
A Sparta c'era un tempio dedicato al Timore. Agli Spartani era imposto un regime durissimo: la sofferenza era necessaria perchè
ESSA SOLA creava la capacità di SOPPORTARLA. Al servizio del regime militaresco di Sparta, certamente. Ma allora ciò non è
dissimile rispetto ad una morte e ad una sofferenza (quella di Cristo) considerata NECESSARIA per la salvezza eterna dell'UOMO.
Questo spiegherebbe allora come mai la morale cristiana sia riuscita ad imporsi anche nelle società GUERRIERE: quella romana,
quella celtica, quella germanica, quella magiara e infine anche alla società vichinga. Come risolvi questo enigma, Animus?

Max, questo "enigma" me lo avevi già proposto, e ti avevo già dato una risposta che, almeno io, ritengo soddisfacente:"il colpo di genio del cristianesimo è quello di aver riscattato il dolore dalla sua insensatezza per giocarlo nella categoria dell'utilità (F. Nietzsche)".

Ora, se a te non è sembrata soddisfacente allora, non vedo perchè ti debba sembrarlo adesso.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 13:25:35 pm
"il colpo di genio del cristianesimo è quello di aver riscattato il dolore dalla sua insensatezza".


Che poi "il dolore", per la Chiesa è diventato non solo "sensato", ma necessario, ed anzi, se possibile da incentivare, dove non c'era, da portare, addirittura da desiderare, questo è un'altro discorso ...
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 05, 2014, 13:40:16 pm
Però io vedo in modo diverso il
mi sacrifico, soffro per raggiungere, realizzare qualcosa e il
soffro e basta e questo è il mio unico valore, per questo devo essere stimato e rispettato.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: TheDarkSider - Settembre 05, 2014, 13:49:32 pm
Poi basta spostarsi ad oriente, per vedere quanto sia falso che "civilizzazione (non incivilimento) va di pari passo con banalizzazione".
Ancora oggi, nel vietnamita, una stessa vocale può essere pronunciata con 6 toni diversi (indicando sei parole diverse), il thailandese ha quarantaquattro consonanti, ventotto forme vocaliche e se non bastasse ... quattro indicatori di tono.
Non entro nel merito del discorso generale sulla morale vittimista, perché non ne sono in grado dato le mie scarse conoscenze in materia.

Commento solo questa tue considerazioni linguistiche: dai pochi indizi che hai scritto non si può concludere che il Thai o altre lingue asiatiche siano più ricche di sfumature delle lingue dei paesi cristiani.
Attenzione: non dico che non possa essere così, dico solo che le tue affermazioni non bastano a dimostarlo.

E per spiegarlo commento le tue affermazioni:

1) il Thai ha 44 consonanti
Si, ma 44 consonanti non indicano 44 fonemi consonantici diversi. Cioè, molte di quelle consonanti hanno lo stesso suono distintivo e si differenziano solo per come si scrivono.
Ad esempio in Thai il suono k(h), cioè c dura aspirata, corrisponde a 5 grafemi consonantici diversi: ข ฃ ค ฅ ฆ. Il suono t(h), cioè t aspirata, corrisponde addirittura a 6 grafemi: ฐ ฑ ฒ ถ ท ธ.
Perché una così tale ricchezza di lettere, a fronte di un suono identico? Perché le diverse lettere, in combinazione con il tipo di sillaba e l'eventuale marcatore di tono, determinano appunto il tono con cui dovrà essere pronunciata la sillaba corrispondente. Ma il suono della consonante resta invariato.

2) il Thai ha 28 forme vocaliche
Questo invece è vero, perché il Thai conosce l'opposizione quantitativa ( la distinzione tra vocali corte e vocali lunghe ) e perché tra le forme vocaliche si includono anche alcuni dittonghi. Ma se si considerano solo i singoli fonemi vocalici, a prescindere dalla distinzione quantitativa, è vero che il Thai ha più vocali dell'italiano ma non più vocali di tante lingue germaniche e slave, che sono lingue di paesi cristiani. E molte di queste lingue conoscono la distinzione tra vocali corte e vocali lunghe, compreso l'inglese.
Ad esempio il Thai ha 9 vocali corte e 9 lunghe, esattamente come lo svedese. L'inglese di tipo RP ( Received Pronounciation, l'inglese della BBC per interderci ) ha almeno 13 suoni vocalici.

3) il Thai ha 4 indicatori di tono
Vero, e dal punto di vista fonetico ha 5 toni ( basso, medio, alto, crescente e discendente ). Ma questo non implica necessariamente una maggiore sofisticazione o ricchezza fonetica. Perché, ad esempio, a fronte di 5 toni le parole Thai sono quasi sempre monosillabiche (e quindi la varietà fonologica delle singole parole è inferiore a una lingua che ha parole più lunge) e inoltre i Thai tendono a "lasciar cadere" la pronuncia delle consonanti secondarie nei cluster consonantici. Ad esempio la parola krap, che è la particella di cortesia maschile, viene spesso pronunciata lasciando cadere la r ( non pronunciandola o pronunciandola appena appena ).
Inoltre le consonanti a chiusura di sillaba non sono pronunciate in modo distinto e completo, ma "a metà", cioè fermando la voce prima della conclusione del suono consonantico.
Questo per dire che a fronte di un elemento, come la pronuncia tonale, che tende ad espandere la varietà fonetica del linguaggio, ci stanno altri elementi che tendono a restringere tale varietà.



Questo per quanto riguarda la varietà fonetica.

Parlando ora di varietà semantica, cioè dello spazio dei SIGNIFICATI che una lingua apre, per conoscenza diretta posso dire che:

i) il Thai è povero di tempi verbali: c'è solo un passato, un presente e un futuro. Questo perché, in definitiva, la mentalità buddhista spinge a ignorare il passato e considerare importante solo il presente e il futuro prossimo, per cui il tempo non è concepito nel senso cristiano di "progresso cronologico", ma in senso ciclico di un riproporsi di attimi di presente.

ii) il Thai ha parole, o combinazioni di parole, per esprimere concetti importanti per la morale del suo popolo (morale che è evidemente basata su concetti buddhisti)  e che in italiano e nelle altre lingue cristiane sono assenti. Parlare di questi concetti vorrebbe dire scrivere un libro, per cui mi limito ad un esempio: la parola "sabai" esprime un concetto, sconosciuto all'occidente, riferito alla sensazione di essere comodo e confortevole sul piano psico-fisico nel suo insieme. Insomma i Thai, da buoni buddhisti, ci tengono a sentirsi bene nel corpo e nello spirito, che per loro sono elementi che vanno di pari passo, e da qui deriva tutta la cultura del massaggio (volto a favorire il benessere psico-fisico), del sanuk (divertimento che ai nostri occhi è sempliciotto, ingenuo e immotivato ma che è giusto concedersi quasi ogni giorno), ecc.

iii) il Thai fa distinzioni di classe, perché ogni azione o sensazione si esprime con parole diverse a seconda della classe sociale di chi compie l'azione o prova la sensazione. Così il verbo "mangiare" si dice in modo diverso se riguarda il popolino, la classe media, il clero buddhista, l'aristocrazia e infine i Reali. E lo stesso vale per ogni altra azione/sensazione.

 
Scusate la pappardella, ma per questioni familiari sul Thai sono ferrato ;)
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 05, 2014, 13:59:33 pm
iii) il Thai fa distinzioni di classe, perché ogni azione o sensazione si esprime con parole diverse a seconda della classe sociale di chi compie l'azione o prova la sensazione. Così il verbo "mangiare" si dice in modo diverso se riguarda il popolino, la classe media, il clero buddhista, l'aristocrazia e infine i Reali. E lo stesso vale per ogni altra azione/sensazione.

 
Scusate la pappardella, ma per questioni familiari sul Thai sono ferrato ;)

interessantissimo invece,  :D io, a parte il piemontese, non conosco altre lingue. RIcordo però di aver letto (Artemisia o chiunque conosca il tedesco batta un colpo) una cosa simile alla classificazione del verbo "mangiare" che avevo letto in "Se questo è un uomo" di Primo Levi, dove parlava del fatto che in tedesco "mangiare" si declinerebbe in due modi diversi a seconda se si tratta di esseri umani o animali e per loro (gli Haftlinge) i tedeschi usavano il modo di declinazione che si usava per gli animali.

Una roba simile, insomma, eppure il tedeschio è europeo/occidentale.  :unsure:

Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 14:08:30 pm
Scusate la pappardella, ma per questioni familiari sul Thai sono ferrato ;)

Precisazione dovuta, sapevo di non essere stato per nulla esaustivo, la comparazione mi serviva solo per evidenziare quanto sia rozza la "lingua di Dante".


Citazione
Così il verbo "mangiare" si dice in modo diverso se riguarda il popolino, la classe media, il clero buddhista, l'aristocrazia e infine i Reali. E lo stesso vale per ogni altra azione/sensazione.

Già, così come la parola usata per salutare un uomo è diversa da quella usata per salutare una donna.

E da qui che si vede tutta la povertà espressa dall' "uguaglianza cristiana" che si riverbera prima nella lingua, e come dice Wittgenstein (“I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”), poi nel pensiero:  Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna...
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 14:17:59 pm
Citazione
Ma questo non implica necessariamente una maggiore sofisticazione o ricchezza fonetica. Perché, ad esempio, a fronte di 5 toni le parole Thai sono quasi sempre monosillabiche

Secondo me lo stai interpretando male.
Che sia foneticamente più ricca non ci piove , io quando ero giovinotto avevo una ragazza di Hong Kong, e mi misi in testa di imparare qualcosa del cinese, solo la parte della pronuncia, non mi interessavano gli ideogrammi per scrivere.
Boh, solo quando iniziai l'alfabeto fonico , era un impresa, ripeto, altro che inglese... :w00t:

Il fatto che le parole siano più corte deriva proprio dal fatto che hanno a disposizione "un alfabeto" più vasto, accade lo stesso per i numeri, se hai una base 2 per rappresentare il miliardo hai bisogno di 32 cifre, in base 10 di 10 cifre, in base 16 ...boh, 8?

Con tutte quelle possibilità offerte da così tanti suoni e lettere, che cosa se ne fanno di parole lunghe?
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 05, 2014, 14:49:13 pm
Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna...

sempre più confusa.. :unsure: questo è il pensiero LGBTXYZJDLDL.. praticamente, insomma il queer.
Eppure si combattono, l'ideologia queer (gender LGBT etc) e la tradizione cristiana dall'altra.
Cioè, diventa difficile capire quale è la morale da combattere, o quella da perseguire o cui tendere.
Sempre praticamente eh..

Io ho sempre sostenuto che i Qmmisti tendono tutti più o meno allo stesso punto e dicono più o meno tutti le stesse cose, ma con linguaggi diversi, partendo da punti diversi e parlando di strade diverse alla fine non si capiscono mai.  :unsure:
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 15:11:11 pm
sempre più confusa.. :unsure: questo è il pensiero LGBTXYZJDLDL.. praticamente, insomma il queer.
Eppure si combattono, l'ideologia queer (gender LGBT etc) e la tradizione cristiana dall'altra.

Ma non si combattono per niente... :doh:
E' come la scienza/tecnica e la religione, si combattono in apparenza, ma è una battaglia di superficie, si combattono SOLO dal punto di vista del potere, è ovvio che la Chiesa, e l'ho detto mille volte, e adesso inizio a stancarmi, è come un pastore che ha il compito di portare il gregge all'ovile, ma quando arriva all'ovile, il suo compito/potere pastorale ...è anche finito!

Ma non si combattono per nulla dal punto di vista del Senso: le creazioni  che avvengono all'interno di una civiltà che ha il senso cristiano, servono a realizzare il senso.

E' per questo che sei consfusa, perchè dai troppo credito ai ciarlatani che blaterano di "vita eterna" e quando la tecnica/scienza, la mano armata del senso cristiano, vuole realizzarla, allora tirano indietro, dato che loro vorrebbero promettere in eterno, senza però mai relizzarlo.
Eh...son ciarlatani, parlano parlano....promettono....speculano sui desideri umani ...è il loro lavoro.
Che vuoi fare realizzarli?
E poi che fanno?

Cetrto che il queer è la realizzazione dell'ultima parte del "sogno paolino".
E infatti questo, lotte intestine di potere a parte, se lo guardiamo dal punto di visto del senso,  è cristiano ... molto ma molto ...cristiano. ;)

 
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Rita - Settembre 05, 2014, 15:52:28 pm
Ma non si combattono per niente... :doh:
E' come la scienza/tecnica e la religione, si combattono in apparenza, ma è una battaglia di superficie, si combattono SOLO dal punto di vista del potere, è ovvio che la Chiesa, e l'ho detto mille volte, e adesso inizio a stancarmi, è come un pastore che ha il compito di portare il gregge all'ovile, ma quando arriva all'ovile, il suo compito/potere pastorale ...è anche finito!

Ma non si combattono per nulla dal punto di vista del Senso: le creazioni  che avvengono all'interno di una civiltà che ha il senso cristiano, servono a realizzare il senso.


Cetrto che il queer è la realizzazione dell'ultima parte del "sogno paolino".
E infatti questo, lotte intestine di potere a parte, se lo guardiamo dal punto di visto del senso,  è cristiano ... molto ma molto ...cristiano. ;)

 

oookkk.. e quindi? direbbe un tale di mia conoscenza con cui discuto abbastanza su Facebook  :lol:

Cioè, quindi, all'atto pratico per te cosa fare?

Faccio un esempio, per l'appunto pratico:

Queer/gender/LGBT: vuol dare la possibilità ai gay di adottare, fare figli, affittare uteri, non dare nomi ai bambini fino a che non decidono cosa vogliono essere etc. etc... insomma tutte quelle cose che sappiamo (che sembrano progressiste, ma sono conservative di senso, come dici te)

Tradizione religiosa: vuol ripristinare la differenza M/F, promuove la complementarità di genere, l'educazione tradizionale dei bambini (insomma tutte quelle cose che sono conservative di senso - se vogliamo senza mascherarsi troppo).

Nelle decisioni pratiche, cosa sceglieresti di "favorire" (diciamo così) tu?

La 1) o la 2)?
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 05, 2014, 16:14:44 pm
Tradizione religiosa: vuol ripristinare la differenza M/F, promuove la complementarità di genere, l'educazione tradizionale dei bambini (insomma tutte quelle cose che sono conservative di senso - se vogliamo senza mascherarsi troppo).

Ma il punto è, che io a questa cosa ...non ci credo.
Io non ci credo che la "Chiesa", come istituzione della religione , "vuole".... ciò che dice.
La Chiesa non vuole nulla, se mantenere ed espandere il proprio potere.

Il resto, quello che dice, per quanto ne so io, ed ho buone ragioni per pensarlo, può volere benissimo il contrario di ciò che predica: http://anticristo.org/2013/11/09/messe-nere-travestite-di-bianco/

E allora, cara Rita, come la mettiamo?

La mettiamo così: questi sono dei ciarlatani che speculano e campano sui desideri (anche cruenti) dell'umano, e vanno smascherati per quello che sono.
L' "amore  cristiano" è un amore criminale, figlio di un progetto criminale, è va smascherato per quello che è.

Fine.
 :cool:
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 05, 2014, 16:49:08 pm
Citazione
Io ho sempre sostenuto che i Qmmisti tendono tutti più o meno allo stesso punto e dicono più o meno tutti le stesse cose, ma con linguaggi diversi,
:ok: :drinks:
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Frank - Settembre 05, 2014, 18:14:22 pm
Io ho sempre sostenuto che i Qmmisti tendono tutti più o meno allo stesso punto e dicono più o meno tutti le stesse cose, ma con linguaggi diversi, partendo da punti diversi e parlando di strade diverse alla fine non si capiscono mai.  :unsure:

Son d'accordo.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 05, 2014, 18:46:29 pm
Precisazione dovuta, sapevo di non essere stato per nulla esaustivo, la comparazione mi serviva solo per evidenziare quanto sia rozza la "lingua di Dante".


Già, così come la parola usata per salutare un uomo è diversa da quella usata per salutare una donna.

E da qui che si vede tutta la povertà espressa dall' "uguaglianza cristiana" che si riverbera prima nella lingua, e come dice Wittgenstein (“I limiti del mio linguaggio sono i limiti del mio mondo”),

anche nel arabo mi pare che si saluta in modo diverso un uomo o una donna.
Nel ungherese invece non ci sono generi ma è una lingua più complessa delle lingue indoeuropee.

Citazione
poi nel pensiero:  Non c'è più giudeo né greco; non c'è più schiavo né libero; non c'è più uomo né donna...

la legge è uguale per tutti, la morte e l'al di là è uguale per tutti. Io cosi la interpreto.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Jason - Settembre 05, 2014, 20:35:49 pm
Lucia, si dice:  "mi pare che si saluti" non "mi pare che si saluta", ci vuole il CONGIUNTIVO. Non voglio fare il pignolo, nè sono un "integralista" della grammatica, se ti faccio notare questo tuo errore è perchè sostieni la maggiore difficoltà della tua lingua(ungherese) rispetto all' italiano.  Guarda che la grammatica italiana è tremenda.  :)  E scommetto che tu non usi mai nemmeno il passato remoto(a Torino, dove vivi, forse nessuno lo usa, ma in Toscana e in alcune zone del Sud lo si usa).  :)

Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 05, 2014, 21:53:42 pm
Lucia, si dice:  "mi pare che si saluti" non "mi pare che si saluta", ci vuole il CONGIUNTIVO. Non voglio fare il pignolo, nè sono un "integralista" della grammatica, se ti faccio notare questo tuo errore è perchè sostieni la maggiore difficoltà della tua lingua(ungherese) rispetto all' italiano.  Guarda che la grammatica italiana è tremenda.  :)  E scommetto che tu non usi mai nemmeno il passato remoto(a Torino, dove vivi, forse nessuno lo usa, ma in Toscana e in alcune zone del Sud lo si usa).  :)

la mia superficialità non c'entra con la complessità della mia lingua materna. Ormai ho rinunciato di perfezionare mio italiano, tanto non lo sapro mai meglio di cosi.

PS:    Cercavo questa citazione «La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine»..  Non mi ricordavo da chi ho visto questa firma e neanche com'è essattamente. Grazie di avermelo fatto ritrovare Jason.  :)
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Animus - Settembre 06, 2014, 13:00:25 pm
Commento solo questa tue considerazioni linguistiche: dai pochi indizi che hai scritto non si può concludere che il Thai o altre lingue asiatiche siano più ricche di sfumature delle lingue dei paesi cristiani.

Mah, guarda Dark, io sono convinto, ci potrei scottere qualsiasi cosa, che in un'ipotetica presa di potere/affermazione cristiana/occidentale in un paese come la thailandia, che come tu sai benissimo è assediata da tempo(e infatti le ripercussioni politiche sono l'altra faccia dell'invasione occidentale che gli sbandiera in faccia da decenni dollari ed euro), una delle prime cose che farebbero per imporre la cristianità, la mentalità cristiana, sarebbe quella di stravolgere la lingua per banalizzarne le possibilità espressive (e le quindi "le differenze" dell'ordine simbolico non cristiano che in essa si rispecchiano).

Citazione
Orwellianamente, la creazione della neolingua è funzionale alla desertificazione del pensiero e alla possibilità di immaginare realtà altre rispetto a quella propagandata urbi et orbi dall’ordine simbolico dominante.

http://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11486.msg128161;topicseen#msg128161

Ma si faccia attenzione, le "ideologie" non hanno proprio nulla da insegnare alla Chiesa in fatto di "condizionamento mentale" , che appena è ascesa al potere, la prima cosa che ha fatto, è stata appunto cambiare la lingua per mutuare il nuovo ordine simbolico attraverso di essa (e desertificare così la cultura precedente).

Infatti non c'è solo il latino ecclesiastico, che è la brutta copia di quello classico, con la storiella raccontata da  S. Agostino "che è meglio farsi rimproverare dai grammatici piuttosto che non farsi capire dal popolo", la stessa strategia è stata portata avanti anche dalla Chiesa ortodossa: http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_slava_ecclesiastica_antica
http://it.wikipedia.org/wiki/Lingua_slava_ecclesiastica
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Stendardo - Settembre 09, 2014, 02:38:46 am
Ma il punto è, che io a questa cosa ...non ci credo.
Io non ci credo che la "Chiesa", come istituzione della religione , "vuole".... ciò che dice.
La Chiesa non vuole nulla, se mantenere ed espandere il proprio potere.

Il resto, quello che dice, per quanto ne so io, ed ho buone ragioni per pensarlo, può volere benissimo il contrario di ciò che predica: http://anticristo.org/2013/11/09/messe-nere-travestite-di-bianco/

E allora, cara Rita, come la mettiamo?

La mettiamo così: questi sono dei ciarlatani che speculano e campano sui desideri (anche cruenti) dell'umano, e vanno smascherati per quello che sono.
L' "amore  cristiano" è un amore criminale, figlio di un progetto criminale, è va smascherato per quello che è.

Fine.
 :cool:

Ma perchè ti ostini così tanto come un mulo a nitrire su ciò che non sai... ?

A voler essere buoni , mi sembra che tu , invece ,  credi che gli asini volano...

2.000 anni di storia e dottrina del cristianesimo stanno a dimostrare la fallacia delle tue menzogne .

Difatti , durante il tardo impero romano , durante l'Alto ed il Basso Medioevo e durante il periodo in cui la Chiesa esercitava il maggior potere temporale , NON ESISTEVA IL FEMMINISMO con tutti i suoi annessi e connessi .
In nessuna parte della Sacra Scrittura c'è un solo verso che sia anche lontanamente riconducibile alla dottrina gender-queer
Ed allora leggiamolo tutto il passo biblico da te ripetutamente citato così tutti possiamo renderci conto di quanto l'ateo sia in realtà un bugiardo ripetitivo e lagnoso :
 25 Ma, venuta la fede, non siamo più sotto un precettore, 26 perché voi tutti siete figli di Dio per mezzo della fede in Cristo Gesù. 27 Poiché voi tutti che siete stati battezzati in Cristo, vi siete rivestiti di Cristo. 28 Non c'è né Giudeo né Greco, non c'è né schiavo né libero, non c'è né maschio né femmina, perché tutti siete uno in Cristo Gesù. 29 Ora, se siete di Cristo, siete dunque progenie d'Abrahamo ed eredi secondo la promessa.

Dunque , Aggrappandoti disperatamente agli specchi , vorresti far credere alla gente che questo passo sia un passo "queer"...

Ma , a ben vedere , se una persona ha un minimo di capacità intellettive riuscirà a dedurre che questo verso non dice che il maschio e la femmina siano la stessa cosa ma che il battezzato diventa Cristiano sia esso schiavo o libero sia esso maschio o femmina ed in quanto tali diventano parte integrante della stirpe di Abramo e coeredi della promessa fatta al medesimo . 

Ed infatti hai fatto la scoperta dell'acqua calda perché secondo la religione cristiana il cristiano può essere sia un maschio che una femmina  , ma ciò non mi sembra in alcun modo che si voglia dire che maschio e femmina siano la stessa cosa , in questo il tuo ragionamento mi pare alquanto fazioso oltre che , francamente , un pò ridicolo...

Cito , dunque le affermazioni testuali di San Paolo che smontano in maniera definitiva e lapidaria tutto il tuo falso costrutto sul fatto che San Paolo fosse "queer" :

3 Voglio però che sappiate che il capo di ogni uomo è Cristo, il capo della donna è l'uomo e il capo di Cristo è Dio. 4 Ogni uomo, che prega o profetizza col capo coperto, fa vergogna al suo capo. 5 Ma ogni donna, che prega o profetizza col capo scoperto, fa vergogna al suo capo, perché è la stessa cosa che se fosse rasa. 6 Ora se la donna non si copre, si faccia pure tagliare i capelli; ma se è una cosa vergognosa per la donna farsi tagliare i capelli o rasare, si copra il capo. 7 L'uomo invece non deve coprirsi il capo, perché è l'immagine e la gloria di Dio; ma la donna è la gloria dell'uomo, 8 perché l'uomo non è dalla donna, ma la donna dall'uomo, 9 anche perché l'uomo non fu creato per la donna, ma la donna per l'uomo. 10 Perciò la donna deve avere sul capo un segno di autorità, a motivo degli angeli.

Non permetto alla donna d’insegnare, né di usare (usurpare) autorità sull’uomo, ma ordino che stia in silenzio. (1 Timoteo 2:12)

Tuttavia essa sarà salvata partorendo figli, se persevererà nella fede, nell’amore e nella santificazione con modestia. (1 Timoteo 2:15)

per insegnare alle giovani ad amare (phileo) i loro mariti, ad amare i loro figli, a essere assennate, caste, dedite ai lavori di casa, buone, sottomesse ai propri mariti, affinché la parola di Dio non sia bestemmiata.
(Tito 2:4-5)

In questo passo San Paolo decreta in maniera chiara ed inequivocabile le differenza di natura e di scopo tra l'uomo e la donna , altro che ideologia queer e baggianate varie !


Il femminismo è nato su impulso dell'ateismo massonico anticristiano a partire da tutto quel sistema di disvalori propugnati dalla rivoluzione francese e dall'illuminismo , chi nega questa evidenza storica nega che il bianco sia bianco ed il nero sia nero , nega che gli uomini nascono e muoiono o che gli esseri umani abbiano una testa e due braccia e gambe .
Così come appare lapalissiana la constatazione che il 99% dei femministi e delle femministe si professa atea , di un ateismo fortemente anticristiano così come la maggior parte degli atei , a sua volta , si dichiara a favore del femminismo e  guarda caso , IL 100% DI TUTTI I TEORICI DELLA DOTTRINA FEMMINISTA e GENDER ERANO E SONO ATEI !

Mettiamo quindi sotto la lente di ingrandimento il lavorio quotidiano dell'ateo il quale non manca di diffondere appena può delle notizie con le quali rende edotto il piccolo uomo medio italiano  dei seguenti eventi portentosi :

Una donna diventata rettore , o scienziata o ministro o quel che l'è così mentre si celebra la notizia su tutte le tv e sui principali rotocalchi , l'ateo riesce ad inoculare piano piano nella gente una delle sue menzogne preferite "l'uguaglianza" di derivazione giacobina ed illuminista che annienta ogni possibile differenza naturale tra l'uomo e la donna e tra l'uomo e l'animale . 

Ad allora mi verrebbe da pensare se davvero non si pecca contro il raziocinio e contro il Creato quando ci si ostina  a voler mandare a tutti i costi alla facoltà di ingegneria una idiota nell'illusione di averne fatto una futura ingegnerA meccanicA  mentre al contempo un uomo più dotato di capacità intellettive ma privo di possibilità economiche viene lasciato a fare il manovale , con tutto il rispetto che ho per questo lavoro .

Così , ancora una volta l'ateo e la femminista , hanno scelto deliberatamente di peccare contro la ragione e l'intelletto nel momento in cui hanno deciso di regolamentare l'Occidente secondo il folle principio degenerato dell'uguaglianza costituito dal sistema delle quote in maniera tale da distruggere il principio meritocratico , abbandonare i migliori elementi maschili facendone una massa di disoccupati per fare posto ad una massa di  femministe inette pseudointellettuali impettite ed imboschate in enti finanziati con denaro pubblico  e chiar.me cattedratiche imbecilli che passano il loro tempo a disquisire di chiacchiare .

 



Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 09, 2014, 21:43:09 pm
Se il cristianesimo avesse completamente eliminata la mentalità meritocratica (cioè non sei grande perché fai compassione ma perché sei bello, coraggioso, creatore,
secondo me non avrebbe potuto nemmeno sopravivere. Infatti anche Nietwsche penso che era per i valori aristocratici, e l'aristocrazia conviveva con la chiesa, sena che per questo avesse perso del tutto i suoi valori.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 09, 2014, 22:05:51 pm
Ciò che mi preoccupa di più adesso è che quando si passa da un risveglio all'altro ti si impongono valori nuovi per cui vale la pena vivere, morire, nel cui nome vale la pena crescere i figli. Ma poi dopo due tre generazioni proprio quelli valori saranno derisi. E allora non c'è nessun valore assoluto per cui valga la pena lottare, tanto ogni bella ideea si trasforma prima o poi nel suo proprio opposto.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 09, 2014, 22:38:40 pm
Ci� che mi preoccupa di pi� adesso � che quando si passa da un risveglio all'altro ti si impongono valori nuovi per cui vale la pena vivere, morire, nel cui nome vale la pena crescere i figli. Ma poi dopo due tre generazioni proprio quelli valori saranno derisi. E allora non c'� nessun valore assoluto per cui valga la pena lottare, tanto ogni bella ideea si trasforma prima o poi nel suo proprio opposto.

e`per questo che voi donne siete deboli.
Perche`dopo un po`cedete,e con molto piacere anche.
Vi piace piu`essere sopraffatte dalla modernita`immorale che ancorarvi saldamente a qualcosa di valore nel mare in tempesta..cosa che invece un uomo ama.
Perche`nn esiste conquista piu`grande.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Lucia - Settembre 09, 2014, 23:14:56 pm
e`per questo che voi donne siete deboli.
Perche`dopo un po`cedete,e con molto piacere anche.
Vi piace piu`essere sopraffatte dalla modernita`immorale che ancorarvi saldamente a qualcosa di valore nel mare in tempesta..cosa che invece un uomo ama.
Perche`nn esiste conquista piu`grande.

Ma non bisogna prenderlo cosi in senso individuale.

Io non credo nella modernità immorale, io sono rimasta indietro, nella Grecia antica dove un filosofo diceva che la qualità della tua vita lo puoi decidere solo tu stesso solo nel momento della morte. Vivi cosi da non rimpiangere nel momento della morte né ciò che hai fatto né ciò che non hai fatto nella tua vita.
Mo non dico ceh riesco vivere cosi ma per principio.


Ce l'ho più con le Rivoluzioni e cambiamenti di paradigma del secolo scorso, con tutte le persone che credevano in un ideale per poi vedere come quel ideale si trasforma nel suo proprio opposto, come sono stati traditi dal proprio idealismo. Anche ciò che nel 89 sentivmo come libertà alla fine si è rivelato solo una nuova ideologia, nuovi inganni. E allora non so più in cosa credere ed è deprimente non poter credere in niente.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: Vicus - Settembre 10, 2014, 02:32:08 am
Citazione
Ce l'ho più con le Rivoluzioni e cambiamenti di paradigma del secolo scorso, con tutte le persone che credevano in un ideale per poi vedere come quel ideale si trasforma nel suo proprio opposto, come sono stati traditi dal proprio idealismo.
Più che di ideale si tratta di utopia, resa possibile dal fatto che la memoria collettiva viene azzerata e riscritta ad intervalli sempre più ravvicinati.
Titolo: Re:Il vittimismo e il potere
Inserito da: LeNottiBianche - Settembre 10, 2014, 12:01:52 pm
Citazione da: Lucia

Ce l'ho pi� con le Rivoluzioni e cambiamenti di paradigma del secolo scorso, con tutte le persone che credevano in un ideale per poi vedere come quel ideale si trasforma nel suo proprio opposto, come sono stati traditi dal proprio idealismo. Anche ci� che nel 89 sentivmo come libert� alla fine si � rivelato solo una nuova ideologia, nuovi inganni. E allora non so pi� in cosa credere ed � deprimente non poter credere in niente.

Ti svelero`un segreto..puoi credere in te stessa.
L'insieme di cio`che siamo e`un prodotto in parte delle ideologie ma e`anche in parte fondato sull'esperienza.Solo che il mondo col passare del tempo,delusioni e cose tristi tende a farci credere che bisogna cambiare adeguandosi a degli standard..promettendo felicita`e appagamento.
Eppoi gli ideali in quanto valori assoluti possono anche essere perfetti,ma nn tengono presente la natura umana,che invece e`fallace e mutevole a seconda delle situazioni.