Forum sulla Questione Maschile

Dialoghi => Media: notizie, links, articoli, siti, video, libri e manifesti => Manifesti => Topic aperto da: Vicus - Settembre 21, 2014, 01:52:33 am

Titolo: La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Settembre 21, 2014, 01:52:33 am
La donna è felice nella società moderna? Una risposta potrebbe venire da una nota commedia:

(http://img15.hostingpics.net/pics/352114NUITDELADEPRIME.jpg)

Non è mancato il sequel:

(http://www.stars-actu.fr/wp-content/uploads/2013/12/lanuitdeladeprime2.jpg)
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: LeNottiBianche - Novembre 08, 2014, 15:28:58 pm
La donna � felice nella societ� moderna? Una risposta potrebbe venire da una nota commedia:

(http://img15.hostingpics.net/pics/352114NUITDELADEPRIME.jpg)

Non � mancato il sequel:

(http://www.stars-actu.fr/wp-content/uploads/2013/12/lanuitdeladeprime2.jpg)

Io dico che crede di esserlo.Perche`ha l'illusione di avere il potere e gli uomini a comando ai suoi piedi quando li vuole.Questo tuttavia nn e`l'essenza della felicita`.
Una donna felice e`quando e`libera da condizionamenti e sovrastrutture e fa quello che x natura le piace fare: servire amorevolmente un'uomo.
Per assurdo ho visto piu`casalinghe felici che vivono recluse in casa a cucinare al marito e allevare i figli che donne in carriera divorziate o col marito schiavetto pieno di corna a casa.
Questo perche`le cose belle che rendono felici sono quelle semplici che vengono dal cuore.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 08, 2014, 22:25:59 pm
Io dico che crede di esserlo.
Una donna felice e`quando e`libera da condizionamenti e sovrastrutture e fa quello che x natura le piace fare: servire amorevolmente un'uomo.
Per assurdo ho visto piu`casalinghe felici che vivono recluse in casa a cucinare al marito e allevare i figli che donne in carriera divorziate o col marito schiavetto pieno di corna a casa.
Si dicono soddisfatte e intanto ingurgitano commedie romantiche e dimenticano il loro nulla, fin oltre i trent'anni, con le amiche del cazzeggio.
Sono state educate ad aborrire il loro ruolo naturale, che vedono come un incubo. Gli viene detto che la schiava senza figli è 'glamour', e loro obbediscono (viene loro fatto credere che possono rimandare la maternità a 40 anni). Quelle che sono riuscite a capirlo hanno visto la lor vita cambiare.
Questo perche`le cose belle che rendono felici sono quelle semplici che vengono dal cuore.
Viviamo in una società senz'anima, e le donne sono apatiche e anaffettive. E mentre nella favola si ridestavano con un bacio, oggi non basta la rianimazione.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: LeNottiBianche - Novembre 09, 2014, 06:24:23 am
Si dicono soddisfatte e intanto ingurgitano commedie romantiche e dimenticano il loro nulla, fin oltre i trent'anni, con le amiche del cazzeggio.
Sono state educate ad aborrire il loro ruolo naturale, che vedono come un incubo. Gli viene detto che la schiava senza figli � 'glamour', e loro obbediscono (vien loro fatto credere che possono rimandare la maternit� a 40 anni). Quelle che sono riuscite a capirlo hanno visto la lor vita cambiare.Viviamo in una societ� senz'anima, e le donne sono apatiche e anaffettive. E mentre nella favola si ridestavano con un bacio, oggi non basta la rianimazione.

Questo perche`nn vedono come condizione primaria il creare legami affettivi e generare in una relazione uomo-donna calore umano(che nn e`quando due corpi si sfregano a vicenda durante il sesso).
Io vedo la societa`d'oggi condannata all'estinzione,come piante morenti a cui e`venuta meno la luce,il calore necessaria per vivere.
Tutti i rapporti sono fini a se stessi,sono avventure giusto per provare altri cazzi e tutto questo e`piu`che sconcertante,molto peggio.
Entrambi siamo pile scariche incapaci di rianimarci a vicenda.Tutto quel che aveva senso e valore,e dava speranza al genere umano e`perduto,quasi x intero ormai.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 09, 2014, 06:57:46 am
Questo perche`nn vedono come condizione primaria il creare legami affettivi e generare in una relazione uomo-donna calore umano(che nn e`quando due corpi si sfregano a vicenda durante il sesso).
Io vedo la societa`d'oggi condannata all'estinzione,come piante morenti a cui e`venuta meno la luce,il calore necessaria per vivere.
Tutti i rapporti sono fini a se stessi,sono avventure giusto per provare altri cazzi e tutto questo e`piu`che sconcertante,molto peggio.
Entrambi siamo pile scariche incapaci di rianimarci a vicenda.Tutto quel che aveva senso e valore,e dava speranza al genere umano e`perduto,quasi x intero ormai.
Vero alla lettera. Sarebbe possibile risolvere questo problema se ci si accorgesse di tutte le prevenzioni inculcate dai media, che ci impediscono di condurre una vita più umana. La QM è una guerra cognitiva.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 09, 2014, 17:19:04 pm
Citazione
Per assurdo ho visto piu`casalinghe felici che vivono recluse in casa a cucinare al marito e allevare i figli che donne in carriera divorziate o col marito schiavetto pieno di corna a casa.

però l'obbligo di mantenimento dopo divorzio è il diritto proprio di quelle che facevano le casalinghe durante il matrimonio
mentre le altre che fanno carriera , che hanno lavor non devi pagare mantenimento.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 09, 2014, 18:05:31 pm
però l'obbligo di mantenimento dopo divorzio è il diritto proprio di quelle che facevano le casalinghe durante il matrimonio
mentre le altre che fanno carriera , che hanno lavor non devi pagare mantenimento.
Purtroppo non è così, sencondo la Cassazione devi mantenerle in ogni caso, anche se guadagnano più di te.
Al di là della questione casalinga-o-non-casalinga, la donna emancipata ha l'umanità di una macchina. Distrutta la famiglia e il tessuto sociale, obbligata a un lavoro che la costringe a sviluppare una callosità maschile per sopravvivere, la donna di oggi assomiglia sempre più ad un automa.
Siamo agli esiti estremi di certa mentalità illuminista esemplificata dall'Uomo Macchina di Lamettrie, che non poteva che creare la Sposa Meccanica.
Provate a farvi un giro in posti come l'Irlanda, dove un certo senso della famiglia è rimasto, e vedrete la differenza.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 09, 2014, 19:13:07 pm
Purtroppo non è così, sencondo la Cassazione devi mantenerle in ogni caso, anche se guadagnano più di te.

 Se non hai figli communi e lei lavora poi non paghi proprio niente. Se avete figli paghi per i figli.
Neanche il mio marito paga mantenimento alla sua ex perchè lei ha sempre lavorato

Il mantenimento è dovuto proprio a quel sacrificio che la moglie casalinga lo ha fatto per te. :unsure:
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Fazer - Novembre 09, 2014, 20:02:58 pm


Il mantenimento è dovuto proprio a quel sacrificio che la moglie casalinga lo ha fatto per te. :unsure:
ha fatto per te?  :huh:
Visione singolare del ruolo di casalinga...
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Duca - Novembre 09, 2014, 20:20:01 pm
La donna è felice nella società moderna?
A me sembra proprio di no, quasi tutte sono sempre incazzate; certamente i ritmi di vita sono diventati più frenetici per tutti, uomini inclusi, però 30/40 anni fa quando le donne in maggioranza facevano le casalinghe erano più rilassate in genere.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 09, 2014, 21:12:46 pm
Il mantenimento è dovuto proprio a quel sacrificio che la moglie casalinga lo ha fatto per te. :unsure:
:ohmy: :ohmy:
Mentre il marito la manteneva col suo sacrificio. Che, ricordo, si fa per tutta la famiglia e non per il coniuge.
Nella mentalità femminile la convinzione espressa da Lucia è molto radicata. Questo diritto alla pensione a seguito di divorzio è qualcosa di profondamente iniquo.
C'è il caso (poco frequente) del marito che pianta la moglie in mezzo a una strada, ma anche qui le rispettive responsabilità sono spesso indimostrabili -per esempio se lei rende col suo comportamento impossibile la convivenza.
A me sembra proprio di no, quasi tutte sono sempre incazzate; certamente i ritmi di vita sono diventati più frenetici per tutti, uomini inclusi, però 30/40 anni fa quando le donne in maggioranza facevano le casalinghe erano più rilassate in genere.
Magari lo riconoscono pure, ma per carità non parliamo di riscoprire il loro ruolo di donne: meglio sgobbare -spesso dalle 9 alle 20- in un ufficio o fare le galoppine per il capo da un capo all'altro della città, piuttosto che 'tornare indietro' alla semilibertà dal lavoro di una casalinga. Pulizie, cucina e figli sono tabù, un vero stigma sociale, almeno finché Cosmopolitan non li farà tornare di moda.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Salar de Uyuni - Novembre 09, 2014, 21:40:20 pm
Citazione
La donna è felice nella società moderna?

Senz'altro più felice di noi.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 09, 2014, 21:42:08 pm
ha fatto per te?  :huh:
Visione singolare del ruolo di casalinga...

Non l'ho inventato io, cosi l'ho letto, sentito dalle donne anziane divorziate (da solito per una più giovane) dopo che sono state casalinghe una vita che il mantenimento le si deve per il lavoro dedicato alla famiglia.

Una che lavora e fa carrieria non farà queti ricatti, non le potrà fare.

:ohmy: :ohmy:
Mentre il marito la manteneva col suo sacrificio. Che, ricordo, si fa per tutta la famiglia e non per il coniuge.
Nella mentalità femminile la convinzione espressa da Lucia è molto radicata..

Significa che non c'è donna che si dedichi alla famiglia, al coniuge, senza aspettarsi nulla in cambio, almeno fedeltà e amore fino alla morte.
Diversamente la sentono come un sacrificio.

però 30/40 anni fa quando le donne in maggioranza facevano le casalinghe erano più rilassate in genere.

allora non lo so, dalle mie parti rarissime donne facevano le casalinghe 30-40 anni fa.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 09, 2014, 22:03:49 pm
Citazione da: Lucia
Significa che non c'è donna che si dedichi alla famiglia, al coniuge, senza aspettarsi nulla in cambio, almeno fedeltà e amore fino alla morte.
Diversamente la sentono come un sacrificio.
E il marito che le ha mantenute non ha fatto un sacrificio? Il lavoro delle donne è una concessione all'uomo e vale di più?

Quanto al marito fedifrago (caso più raro di quanto si pensi): sono responsabilità spesso difficili da accertare e facilmente falsificabili.
E' molto raro che un uomo, anche se tradisce (cosa certamente grave) abbandoni la moglie e sfasci la famiglia. E' molto frequente che una donna -anche se il marito non tradisce- divorzi per futili motivi o semplice noia (vedi l'incredibile caso Ceccarelli).
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 10, 2014, 14:18:49 pm

Citazione
(vedi l'incredibile caso Ceccarelli).[/b]
non so chi diavolo sia sto Cecarelli e il suo INCREDIBILE caso, e non mi interessa nemmeno. Ho perso qualcosa ?

E il marito che le ha mantenute non ha fatto un sacrificio? Il lavoro delle donne è una concessione all'uomo e vale di più?

Lui avrebbe fatto la stessa vita lavorativa anche senza lei, lei non avrebbe fatto la casalinga senza di lui.
Eco perché meglio senza sti sacrifici. Ognuno faccia ciò che gli piace.
Anche il matrimonio funziona meglio cosi, con due persone rilassate e soddisfatte invece di due sacrificati che poi la fanno pagare all'altro.

Citazione
E' molto raro che un uomo, anche se tradisce (cosa certamente grave) abbandoni la moglie e sfasci la famiglia.
Io parlavo di fedeltà e amore non di compromessi.



Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 10, 2014, 14:35:05 pm
Io su questo sono molto radicale: se una è casalinga il mantenimento è doveroso (ma SOLO in caso di separazione consensuale o di torto di lui - se è lei a tradire, nisba). Se una lavora, invece, NON mantenerla è un obbligo morale dell'uomo, che deve essere anche pronto a lasciare il proprio lavoro pur di non cedere all'ingiustizia - muoia Sansone con tutti i filistei!!! Non scherzo....
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 10, 2014, 17:32:20 pm
non so chi diavolo sia sto Cecarelli e il suo INCREDIBILE caso, e non mi interessa nemmeno. Ho perso qualcosa ?

Lui avrebbe fatto la stessa vita lavorativa anche senza lei, lei non avrebbe fatto la casalinga senza di lui.
Eco perché meglio senza sti sacrifici. Ognuno faccia ciò che gli piace.
Anche il matrimonio funziona meglio cosi, con due persone rilassate e soddisfatte invece di due sacrificati che poi la fanno pagare all'altro.
 Io parlavo di fedeltà e amore non di compromessi.
Incredibile, siamo in pieno 2014, le donne lavorano o si arrangiano, non ne ho mai vista una per strada, ma quando si tratta di mantenimento ecco saltar fuori il vittimismo alla Oliver Twist.
Ti sposi una disoccupata? Se divorzi, perché devi continuare a mantenere una che non aveva un lavoro? (Già, per garantirle "lo stesso tenore di vita"...)
Caso andato in onda sulle iene: un tale si è sposato una che in seguito ha dolosamente smesso di lavorare, e gli ha portato via tutto (il tizio era un dirigente d'azienda, oggi fa il bidello).
Farsi mantenere è un privilegio (o un compenso per il lavoro di casalinga se vogliamo) che non può continuare dopo la separazione. Chi vuole far la mantenuta, eviti di divorziare e si comporti bene. Troppo facile garantirsi una pensione così.
E parecchie donne la pensano come Lucia, anche quelle che non vi aspettereste. Conviene chiederglielo prima.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 10, 2014, 20:28:12 pm
Non si parla di come la pensa Lucia.
Ti ho solo fatto vedere la parte d'ombra della tua osannata donna non emancipata, tradizionale, casalinga etc.

Per una donna in carriera che ama il suo lavoro quanto la famiglia siccuramente non dovresti pagare mantenimento, perché non vive in funzione da te.

Caso andato in onda sulle iene: un tale si è sposato una che in seguito ha dolosamente smesso di lavorare, e gli ha portato via tutto (il tizio era un dirigente d'azienda, oggi fa il bidello).

allora non si parla solo bene di donne e male dei uomini in tv. questo è un buon segno, no?

Sarebbe possibile risolvere questo problema se ci si accorgesse di tutte le prevenzioni inculcate dai media, che ci impediscono di condurre una vita più umana.
basterebbe buttar via il tv e guardare un po il mondo reale con i propri occhi e senza preggiudizzi
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 11, 2014, 02:18:00 am
.....

Il mantenimento è dovuto proprio a quel sacrificio che la moglie casalinga lo ha fatto per te. :unsure:


 :doh:

Suppongo che il mantenimento per essere "giusto" dev'essere anche a vita. Ho detto bene?  :doh:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 11, 2014, 02:31:12 am
Hai detto benissimo. Fare la casalinga è una punizione per la donna, che si sacrifica sull'altare dell'"amore". Finito il quale, è giusto che l'uomo paghi: a vita.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 10:34:47 am

 :doh:

Suppongo che il mantenimento per essere "giusto" dev'essere anche a vita. Ho detto bene?  :doh:

Carissimo,
sono cresciuta in un paese dove non c'è nessun obbligo di mantenimento per la ex, e mi sembra normale
ma dove non ho mai sentito messo in dubbio il fatto che la donna dovrebbe lavorare qualcosa se puo (se gli piace ciò che fa è meglio), anzi sono stata cresciuta con la domanda insistente di "cosa farai da grande?". :unsure:
Certo se costa più lavorare che stare acasa allora stai acasa, ti restringi e aiuti almeno a risparmiare, ma non è il sogno della vita.

Ma il vostro eloggio della donna casalinga mi sembra che combacia perfettamente con il diritto delle ex al mantenimento. Non è mia colpa.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 11, 2014, 10:50:32 am
Sì va be.. è ovvio che il mantenimento della moglie nasce proprio dalla figura della casalinga a "carico". Figura che non è storicamente distribuita nei secoli e nelle culture. E' un qualcosa che nasce col boom economico del dopoguerra. La ratio giuridica è quella, poi possiamo discutere della sua degenerazione e del fatto che se si sarebbe dovuto distinguere in base agli anni di matrimonio e all'effettiva partecipazione alla vita lavorativa del marito (se l'ha fatto risparmiare per dire), così come lo stesso principio della pensione di reversibilità alla moglie (che adesso è estendibile anche agli altri, ma all'inizio la legge la concedeva solo alle donne), segue la stessa ratio.
Sono discussioni sterili secondo me, poi continuate pure.
La donna "emancipata" è semplicemente la donna che se la cava ANCHE da sola.
Lo erano mia madre, mia nonna, la mia bisnonna e un sacco di donne che definireste "tradizionali".


Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 11:42:21 am

Sono discussioni sterili secondo me, poi continuate pure.


Grazie Rita!  :D
Ma lo devo dire che elogiano la donna che vive per il marito e per la famiglia, rinunciano ad avere almeno una possibilità di lavoro o carriera o pensione propria
si danno la zappa sui piedi,
perché è quella che poi nel caso di divorzio ha diritto a mantenersi dal ex marito, senza ormai nessun obbligo nei suoi confronti.

La donna che lavora invece, guadagna, non pesa economicamente sul marito e per niente sull'ex (come è normale che lo sia)

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 11, 2014, 11:51:02 am
perché è quella che poi nel caso di divorzio ha diritto a mantenersi dal ex marito, senza ormai nessun obbligo nei suoi confronti.

La donna che lavora invece, guadagna, non pesa economicamente sul marito e per niente sull'ex (come è normale che lo sia)

ma infatti il punto di differenza fra i sostenitori della tradizionalista e i sostenitori della paritaria è quella.
Ormai il femminismo ha tolto ogni obbligo o dovere della donna.
L'emancipazione maschile, IMHO dovrebbe consistere nel liberarsi dalla dipendenza verso il femminile, foss'anche il bisogno di occuparsi della loro felicità. Sarà ontologico? E vabbeh.. è sempre dipendenza.
 :lol: per questo, come già dissi tempo fa, trovo strano che in un forum maschile fioriscano le discussioni su qual è la condizione migliore per rendere felice una donna.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 11, 2014, 14:50:43 pm
ma infatti il punto di differenza fra i sostenitori della tradizionalista e i sostenitori della paritaria è quella.
Ormai il femminismo ha tolto ogni obbligo o dovere della donna.
L'emancipazione maschile, IMHO dovrebbe consistere nel liberarsi dalla dipendenza verso il femminile, foss'anche il bisogno di occuparsi della loro felicità. Sarà ontologico? E vabbeh.. è sempre dipendenza.
 :lol: per questo, come già dissi tempo fa, trovo strano che in un forum maschile fioriscano le discussioni su qual è la condizione migliore per rendere felice una donna.

Quoto. Gli uomini debbono imparare ad essere indipendenti ed a non contare sulle donne, altrimenti è ovvio che saremo sempre svantaggiati. Indietro non si torna, la verità è questa, impensabile che le donne possano tornare a come erano le casalinghe degli anni 50 o 60. Quello a cui si dovrebbe puntare sono forme di unione senza vincoli reciproci, che consentano di vivere un rapporto di coppia senza rischi e patemi d'animo per lui. Prendi il mio caso: io so di essere stato relativamente fortunato nella mia separazione, e mai mi arrischierei di nuovo a risposarmi o fare qualsiasi altra cosa legalmente vincolante con una donna - sarebbe un azzardo troppo grosso, non posso rischiare la fortuna nuovamente perché se va male questa volta vado davvero sul marciapiede, e penso di non meritarlo, proprio per niente. Ecco, sarebbe carino se la legge desse la possibilità di avere dei rapporti di convivenza liberi - in teoria è così, ma in pratica no. Inoltre la donna ha molte, troppe, armi: una falsa accusa di stupro, una falsa accusa di stalking, una falsa accusa di violenza domestica. Tutte cose giuste, per carità, nessuno vuole tutelare i violenti. Ma l'onere della prova su di me non va proprio: è un modo per garantire la falsa accusatrice, non le vere vittime. Più una relazione va avanti, più aumentano le possibilità, in caso di diverbi, di essere falsamente accusato. Non posso accettare di avere una relazione non paritaria: e se lei può colpirmi come e quando vuole, la relazione non può essere paritaria.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 11, 2014, 15:32:42 pm
....
Ma il vostro eloggio della donna casalinga mi sembra che combacia perfettamente con il diritto delle ex al mantenimento. Non è mia colpa.


Io non ho elogiato nessuna donna casalinga. Ancora oggi ci sono tante donne che per scelta decidono di non lavorare ed occuparsi della casa. Il punto è che se il matrimonio finisce e non ci sono eventuali figli a carico, non esiste che il marito debba ancora mantenere l'ex moglie. La tua pretesa del vitalizio dovuto alle faccende domestiche fatte in passato, è squallido e parassita. D'altronde il marito cosa dovrebbe chiedere all'ex moglie per quello lui ha fatto in passato per lei? Forse il mantenimento di rapporti sessuali regolari ogni sabato e domenica?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 11, 2014, 15:35:41 pm

Io non ho elogiato nessuna donna casalinga. Ancora oggi ci sono tante donne che per scelta decidono di non lavorare ed occuparsi della casa. Il punto è che se il matrimonio finisce e non ci sono eventuali figli a carico, non esiste che il marito debba ancora mantenere l'ex moglie. La tua pretesa del vitalizio dovuto alle faccende domestiche fatte in passato, è squallido e parassita. D'altronde il marito cosa dovrebbe chiedere all'ex moglie per quello lui ha fatto in passato per lei? Forse il mantenimento di rapporti sessuali regolari ogni sabato e domenica?
non sono d'accordo.

se il matrimonio ha anche una componente economica, di divisione dei ruoli economici, ed i coniugi decidono di comune accordo che la donna stia a casa per mantenere a casa, educare i figli, badare agli anziani, etc.  non vedo perchè qualora  il matrimonio finisce debba andarsene con un semplice 'benservito'.

il mantenere la casa, l'educazione dei figli, il badare agli anziani sono anche attività economiche dell'azienda 'matrimonio', che se è vero non producono reddito diretto,è anche vero che non ti fanno cacciare reddito nella ricerca di servizi esterni sostitutivi.
ed il mschio può  dirigere tutte le sue risorse nella rierca di reddito all'esterno della casa, appunto perchè vi  st chi bada dentro la casa. qui è 1+1 fa 2 non è 1+0 che fa 2
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 11, 2014, 16:14:38 pm
se il matrimonio ha anche una componente economica, di divisione dei ruoli economici, ed i coniugi decidono di comune accordo che la donna stia a casa per mantenere a casa, educare i figli, badare agli anziani, etc.  non vedo perchè qualora  il matrimonio finisce debba andarsene con un semplice 'benservito'.

il mantenere la casa, l'educazione dei figli, il badare agli anziani sono anche attività economiche dell'azienda 'matrimonio', che se è vero non producono reddito diretto,è anche vero che non ti fanno cacciare reddito nella ricerca di servizi esterni sostitutivi.
ed il mschio può  dirigere tutte le sue risorse nella rierca di reddito all'esterno della casa, appunto perchè vi  st chi bada dentro la casa. qui è 1+1 fa 2 non è 1+0 che fa 2


Io credo che, proprio perché si tratta di una scelta condivisa, nulla sia più dovuto terminata la simbiosi matrimoniale.

Lavoro ed ho diritto al vitalizio. Mi licenzio, lo perdo.
La moglie stira le camicie ed ha diritto ai benefit familiari. Chiede la separazione e perde ogni diritto.

Ci si può mettere d'accordo su una buona uscita. In base ad una quantificazione forfettaria del servizio fornito.
Ma che senso avrebbero gli alimenti a vita? Ancor meno ne ha il mantenimento del tenore di vita...
Su... Per favore...

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 11, 2014, 16:19:46 pm
non sono d'accordo.

se il matrimonio ha anche una componente economica, di divisione dei ruoli economici, ed i coniugi decidono di comune accordo che la donna stia a casa per mantenere a casa, educare i figli, badare agli anziani, etc.  non vedo perchè qualora  il matrimonio finisce debba andarsene con un semplice 'benservito'.

il mantenere la casa, l'educazione dei figli, il badare agli anziani sono anche attività economiche dell'azienda 'matrimonio', che se è vero non producono reddito diretto,è anche vero che non ti fanno cacciare reddito nella ricerca di servizi esterni sostitutivi.
ed il mschio può  dirigere tutte le sue risorse nella rierca di reddito all'esterno della casa, appunto perchè vi  st chi bada dentro la casa. qui è 1+1 fa 2 non è 1+0 che fa 2

quoto. E qui stava la ratio dell'istituzione (quando fu approvata la legge sul divorzio) del mantenimento alla moglie casalinga. La questione sarebbe stata risolvibile con lo stipendio alla casalinga, o con l'obbligo di versare i contributi per il lavoro casalingo, ma questo avrebbe comportato tutta una serie di complicazioni (chi controlla cosa si fa in casa, chi lo fa, cosa succede per esempio se una persona decide, di comune accordo con altre, - per esempio una figlia nubile - di occuparsi del welfare domestico etc.).

Tutte questioni che nascono con l'industrializzazione e con l'esternalizzazione del lavoro. E prima non c'erano. In campagna si lavorava senza contributi INPS, non c'erano pensioni e stava tutto nella capacità di risparmio delle persone o nel contare sui figli che pensassero alla vecchiaia dei genitori.

La prima forma di welfare forse erano le corporazioni artigiane. In cui i soci versavano una quota per provvedere ai periodi di malattia o alla vecchiaia dei soci che non avrebbero più potuto lavorare.

Una volta lessi nell'archivio storico del mio paese che ce n'erano parecchie ai primi dell'ottocento e c'erano anche corporazioni femminili, come quella delle lavandaie, e si discuteva già allora se la gravidanza e il puerperio erano da considerarsi come una malattia o meno  :).

Ma erano ovviamente piccole realtà, tentativi di un welfare statale che sarebbe ancora stato di là da venire
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 11, 2014, 16:34:02 pm
La casalinga è mantenuta in cambio del suo lavoro. Occuparsi della casa è un privilegio: mantenimento assicurato, niente spostamenti e orari fissi, niente treni pendolari che spettano invece al marito. Che, non dimentichiamolo, se non avesse una famiglia da mantenere potrebbe utilizzare lo stipendio per spese voluttuarie.
Come è stato detto da un giudice, quando la giustizia funzionava:
- Cara signora, lei prepara ancora i pasti, lava la biancheria e pulisce casa? Rispetta ancora l'obbligo di mutua assistenza assunto col matrimonio?
- No, siamo separati.
- Allora perché vuole essere ancora mantenuta?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 11, 2014, 16:38:23 pm

Ma che senso avrebbero gli alimenti a vita? Ancor meno ne ha il mantenimento del tenore di vita...
Su... Per favore...

su questo sono pienamente d'accordo.
Ma questo non inficia la ratio originale.
Voglio dire che i doppi salti carpiati delle Cassazioni o delle sentenze dei giudici non inficiano l'art. 156 del Codice Civile che stabilisce:

il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a carico del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri”.

Ora se vuoi fare il paragone con l'ambito lavorativo è come un licenziamento ingiusto. Si viene condannati al reintegro del lavoratore, qui non potendo costringere il coniuge che vuole la separazione a rimanere insieme (altrimenti si tornerebbe al matrimonio indissolubile e non avrebbe avuto senso la legge sul divorzio) stabiliscono un mantenimento che dovrebbe essere commisurato, appunto all'addebitabilità della separazione, alla durata del matrimonio, all'incapacità lavorativa del coniuge (perché anziano per esempio) che rimarrebbe senza reddito.

La norma è abbastanza semplice e anche ragionevole.

Il problema casomai, sono le interpretazioni dei Giudici e i tripli salti carpiati che fanno per giustificare l'impossibilità a lavorare o altre amenità del genere.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 11, 2014, 16:43:42 pm
quoto. E qui stava la ratio dell'istituzione (quando fu approvata la legge sul divorzio) del mantenimento alla moglie casalinga. La questione sarebbe stata risolvibile con lo stipendio alla casalinga, o con l'obbligo di versare i contributi per il lavoro casalingo, ma questo avrebbe comportato tutta una serie di complicazioni (chi controlla cosa si fa in casa, chi lo fa, cosa succede per esempio se una persona decide, di comune accordo con altre, - per esempio una figlia nubile - di occuparsi del welfare domestico etc.).

Tutte questioni che nascono con l'industrializzazione e con l'esternalizzazione del lavoro. E prima non c'erano. In campagna si lavorava senza contributi INPS, non c'erano pensioni e stava tutto nella capacità di risparmio delle persone o nel contare sui figli che pensassero alla vecchiaia dei genitori.

La prima forma di welfare forse erano le corporazioni artigiane. In cui i soci versavano una quota per provvedere ai periodi di malattia o alla vecchiaia dei soci che non avrebbero più potuto lavorare.

Una volta lessi nell'archivio storico del mio paese che ce n'erano parecchie ai primi dell'ottocento e c'erano anche corporazioni femminili, come quella delle lavandaie, e si discuteva già allora se la gravidanza e il puerperio erano da considerarsi come una malattia o meno  :).

Ma erano ovviamente piccole realtà, tentativi di un welfare statale che sarebbe ancora stato di là da venire

i primi tentativi di welfare furono le confraternite maschili  e/o femminili che fossero. hai mai studiato le beghine?mentre in sicilia degenerarono e da confraternite di mutuo soccorso si trasformarono in 'cosche' che in dialetto siciliano significa carciofo,  simbolico di uno stadio di solidarietà: tante foglie separate che unite insieme  alla base formano qualcosa di più grande
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 11, 2014, 16:45:31 pm
.........................................
- Allora perché vuole essere ancora mantenuta?

perdita di chance
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 11, 2014, 16:58:47 pm
su questo sono pienamente d'accordo.
Ma questo non inficia la ratio originale.
Voglio dire che i doppi salti carpiati delle Cassazioni o delle sentenze dei giudici non inficiano l'art. 156 del Codice Civile che stabilisce:

il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a carico del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri”.

Ora se vuoi fare il paragone con l'ambito lavorativo è come un licenziamento ingiusto. Si viene condannati al reintegro del lavoratore, qui non potendo costringere il coniuge che vuole la separazione a rimanere insieme (altrimenti si tornerebbe al matrimonio indissolubile e non avrebbe avuto senso la legge sul divorzio) stabiliscono un mantenimento che dovrebbe essere commisurato, appunto all'addebitabilità della separazione, alla durata del matrimonio, all'incapacità lavorativa del coniuge (perché anziano per esempio) che rimarrebbe senza reddito.

La norma è abbastanza semplice e anche ragionevole.

Il problema casomai, sono le interpretazioni dei Giudici e i tripli salti carpiati che fanno per giustificare l'impossibilità a lavorare o altre amenità del genere.

più che con il mondo del lavoro la metafora va spostata nel diritto delle società.
il matrimonio come una società di persone, ove diversamente dalla società di capitali, invece di unire patrimoni  si uniscono  abilità delle persone per produrre reddito
quindi  in una società di persone ognuno mette insieme una sua abilità per produrre un reddito societario ed allaf ine  i soci dividono i guadagni comuni

ma quando si rompe una società di persone cosa succede?
il giudice deve calcolare  il reddito prodotto e dividerlo fra gli ex-soci.

ora mentre  il giudice rivolgendosi al passato può calcolare il reddito prodotto dalla società di persone 'matrimonio & c.' ,
non è capace invece rivolgendosi al futuro di calcolare le perdite di chance dei rispettivi ex coniugi sopratutto per la donna che in teoria sacrifica il suo percorso professionale per dedicarsi alla casa

poichè non sappiamo calcolare la perdita di chance fra ex coniugi allora adottiamo il sistema del pari livello di vita
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 17:05:41 pm

Io non ho elogiato nessuna donna casalinga.
sarai più coerente, ma la mia domanda era rivolta a quelli che elogiano la donna tradizionale e considerano il lavoro femminile un problema per loro.


Citazione
D'altronde il marito cosa dovrebbe chiedere all'ex moglie per quello lui ha fatto in passato per lei? Forse il mantenimento di rapporti sessuali regolari ogni sabato e domenica?
Mah, la maggior parte dei mariti divorzia/tradisce perché la moglie invecchia e si mettono con una più giovane, qundi non so da questa intesa chi dei due guadagnerebbe?  :lol:

- Allora perché vuole essere ancora mantenuta?

ma infatti l'emancipazione e la generalizazione del lavoro femminile nasce proprio per non pessare sugli uomini, che loro possano  vivere per l'amore libero o per cosa vogliono loro.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 11, 2014, 17:27:15 pm
perdita di chance
E quante chance perde l'uomo a versarle una rendita? Magari lei potrebbe compensare facendogli da cameriera a ore?
Citazione da: zagaro
sacrifica il suo percorso professionale per dedicarsi alla casa
E' l'uomo che sacrifica il maggior tempo libero che avrebbe facendo il mantenuto in casa, per sgobbare spesso come uno schiavo: in fabbrica, da precario, tra gli scaffali di un grande magazzino, magari -per alcuni lavori poco inquadrati- con straordinari non pagati.
E' molto radicata la convinzione che fare la casalinga sia una punizione, che configura una responsabilità patrimoniale oggettiva del marito.
Intanto, se l'uomo rimane disoccupato ('casalingo') la moglie divorzia nella maggioranza dei casi. E senza mantenimento.

Abusi a parte, il diritto di famiglia si presta egregiamente all'errore giudiziario. Una donna può smettere di lavorare, divorziare senza motivo e gettare l'uomo in un inferno. Altro che TFR per avergli lavato le camicie -in lavatrice- per un paio d'anni.
Molte donne hanno il mito dell'uomo fedifrago, che le molla per strada per scappare con l'amante venticinquenne. Questo succede più raramente di quanto si pensi, con uomini ricchi e influenti che riescono a farla franca. Le statistiche giudiziarie sono lì  a dimostrare che nella stragrande maggioranza dei casi sono le donne a comportarsi così (v. vicenda Ceccarelli), e ricavarne ogni beneficio: lo schiavo continua a sgobbare per loro (spesso due lavori, diurni e notturni) mentre loro conservano il 'precedente tenore di vita'.

Questi concetti sono sempre più chiari agli uomini, che si rendono conto della labilità dei legami familiari e dei mantenimenti che ne conseguono.
A queste condizioni, tutto quel che possono sperare le donne dagli uomini è che si divertano un po' con loro, finché sono attraenti; con storie effimere e un po' false, senza l'affetto che deriva (o meglio derivava) da una comunione di vita definitiva.
Almeno fino ad oggi: con le nuove leggi sul matrimonio automatico (convivenza), ci sarà l'embargo totale verso le donne europee, per squallide ma meno rischiose notti orientali in trasferta.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 18:01:45 pm
La moglie stira le camicie ed ha diritto ai benefit familiari. Chiede la separazione e perde ogni diritto.

Ci si può mettere d'accordo su una buona uscita. In base ad una quantificazione forfettaria del servizio fornito.
Ma che senso avrebbero gli alimenti a vita? Ancor meno ne ha il mantenimento del tenore di vita...
Su... Per favore...

per questo non stiro io le camiccia solo due volte all'anno, per non obbligare mio marito a qualche mantenimento a vita.  :lol:

E anche quello vero su di lui che se volessi proseguirre la mia carriera universitaria mi incoraggierebbe senza se e senza ma.
Gli dava più fastidio che volevo vendere biscotti.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 18:26:52 pm
E' l'uomo che sacrifica il maggior tempo libero che avrebbe facendo il mantenuto in casa,
basta con tutti questi sacrifici e vittimismi. Ognuno faccia ciò che gli piace, e non pretenda dall'altro da rinuciare alla propria realizazione,
tanto la realizazione della donna non è in concorrenza con la vita di famiglia, tutt'al contrario.
Citazione
E' molto radicata la convinzione che fare la casalinga sia una punizione,
non è una punizione, è un ripiego, Vale la pena al massimo quando hai bambini piccoli, o quando hai l'orto, gli animali che ti danno uova e latte, ma non nella citta moderna, dove se non hai soldi sei morto di fame.
 
Citazione
che configura una responsabilità patrimoniale oggettiva del marito.
Intanto, se l'uomo rimane disoccupato ('casalingo') la moglie divorzia nella maggioranza dei casi. E senza mantenimento.
Ti posso presentare almeno tre uomini che o vivono o sono vissuti per lungo tempo a casa dal redito della moglie, o si sono messi ad aiutare lei nella sua dita. Non dal TV li conosco ma in realtà, nella famiglia. Un'altro senza l'aiuto economico della famiglia della moglie avrebbe già datto fallimento.
Citazione
Molte donne hanno il mito dell'uomo fedifrago, che le molla per strada per scappare con l'amante venticinquenne. Questo succede più raramente di quanto si pensi, con uomini ricchi e influenti che riescono a farla franca.
Ma per favooore,
l'ha fatto mio padre e il mio marito di lasciare la coetanea vecchia e mettersi con una con 20 anni più giovane, senza essere uomini né ricchi né influenti, e ne conosco altri molti casi reali.
Poi anche se non molla la moglie solo la traddisce oggi non si è obbligate a perdonare le corna a nessuno, quello è un valido motivo di divorzio.
 
Citazione
Le statistiche giudiziarie sono lì  a dimostrare che nella stragrande maggioranza dei casi sono le donne a comportarsi così (v. vicenda Ceccarelli),
ti ho detto non so chi sia, io vivo nella realtà non dai show televisivi,
Citazione
A queste condizioni, tutto quel che possono sperare le donne dagli uomini
Io non spero nulla di stabile ed eterno da un uomo. Certo non mi costruisco la vita su di lui.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 11, 2014, 20:55:04 pm
Citazione da: Lucia
Io non spero nulla di stabile ed eterno da un uomo.
Meditate gente, meditate.
Citazione da: Lucia
Certo non mi costruisco la vita su di lui.
Giusto: senza mantenimenti.
Citazione da: Lucia
Ognuno faccia ciò che gli piace, e non pretenda dall'altro da rinuciare alla propria realizazione
Ma dove sono questi uomini che impongono alle donne di stare in casa? Semmai il contrario, come hai potuto constatare. Le donne scaricano invariabilmente la responsabilità delle loro scelte o problemi al marito. Alla faccia dell'emancipazione. :lol:

Nessuno vuole privare le donne della loro amata carriera. Gli uomini apprezzano (talvolta) le doti professionali delle donne architetto o avvocato.
Ma quasi mai vogliono averle in casa.
Titolo: Re:La donna emancipata � felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 11, 2014, 20:59:51 pm
Se non hai figli communi e lei lavora poi non paghi proprio niente. Se avete figli paghi per i figli.
Neanche il mio marito paga mantenimento alla sua ex perchè lei ha sempre lavorato

Il mantenimento è dovuto proprio a quel sacrificio che la moglie casalinga lo ha fatto per te. :unsure:

non è così.
guarda nella senzione sulle sentenze
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 11, 2014, 21:40:24 pm
Nessuno vuole privare le donne della loro amata carriera. Gli uomini apprezzano (talvolta) le doti professionali delle donne architetto o avvocato.
Ma quasi mai vogliono averle in casa.

Certo, sempre meglio fare la casalinga, sia per lei che per lui.
Nel caso del divorzio può chiedere il mantenimento. E siamo al punto di capo.

Non mi pare che non ci siano donne architetto o avvocato o profesoresse o ricercatrici universitarie felicemente sposate.

Ma se tu insegnerai alla tua figlia di non studiare ma trovare solo un buon partito che la mantenga a vita allora complimenti.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 11, 2014, 22:19:39 pm
Il mantenimento può chiederlo solo lei.
I divorzi sono al 60% (un amico mi ha detto 70, ma non so dove avesse preso i dati), e le donne che restano nubili dopo aver sprecato i loro anni migliori nella 'carriera' (=precarie e sottopagate) sono legione. Poi, ci sono le professioniste felicemente sposate. Ne conosco alcune:
3 nubili (più che trentenni, quasi fuori tempo massimo. Una, ingegnere, dice che 'un giorno si sposerà' ma non sa bene con chi perché aspetta l'uomo giusto);
1 fortunata, sposata da poco a 55 anni con un uomo attempato (dice che le manca la maternità). Per la durata del matrimonio si vedrà, per la maternità non si accettano più scommesse;
1 separata;
1 divorziata.
Ma è inutile parlargliene, le donne hanno sempre ragione e gli uomini il dovere di ammetterlo.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 12, 2014, 02:27:37 am
non sono d'accordo.

se il matrimonio ha anche una componente economica, di divisione dei ruoli economici, ed i coniugi decidono di comune accordo che la donna stia a casa per mantenere a casa, educare i figli, badare agli anziani, etc.  non vedo perchè qualora  il matrimonio finisce debba andarsene con un semplice 'benservito'.

il mantenere la casa, l'educazione dei figli, il badare agli anziani sono anche attività economiche dell'azienda 'matrimonio', che se è vero non producono reddito diretto,è anche vero che non ti fanno cacciare reddito nella ricerca di servizi esterni sostitutivi.
ed il mschio può  dirigere tutte le sue risorse nella rierca di reddito all'esterno della casa, appunto perchè vi  st chi bada dentro la casa. qui è 1+1 fa 2 non è 1+0 che fa 2

Partiamo innanzitutto da un presupposto: quante saranno mai oggi le donne italiane che curano l'educazione dei figli, curano la casa, curano gli anziani, cucinano, stirano, si prendono cura del marito, ecc. ecc.? Di che percentuali parliamo? Non vorrei che la tua figura di donna fosse ferma agli anni '40.

Ma poi mi spieghi perchè se due divorziano e non hanno figli, il marito è quasi sempre tenuto a mantenere la moglie a vita? Cioè per aver lavato e stirato dei panni, cucinato del cibo e pulito la casa, è giusto che un uomo mantenga l'ex moglie a vita??
Come ha detto Vnd, potrei concordare su una buona uscita nel caso lei non lavori, ma un mantenimento a vita è assurdo.
Altro discorso è se ci sono dei figli a carico, ma qui bisognerebbe modificare la legge, prevedendo un mantenimento diretto dei figli.



.....

Mah, la maggior parte dei mariti divorzia/tradisce perché la moglie invecchia e si mettono con una più giovane, qundi non so da questa intesa chi dei due guadagnerebbe?  :lol:
....


Forse nelle soap opera che voi casalinghe vedete tutto il giorno. Nella vita reale i mariti divorziano/tradiscono per vari motivi, tra cui spesso cambi d'atteggiamento delle mogli e/o tradimenti da parte di quest'ultime.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 12, 2014, 05:06:29 am
Forse nelle soap opera che voi casalinghe vedete tutto il giorno. Nella vita reale i mariti divorziano/tradiscono per vari motivi, tra cui spesso cambi d'atteggiamento delle mogli e/o tradimenti da parte di quest'ultime.

Magari  fosse cosi  :doh:
Io conosco queste situazioni dalla vita vissuta caro Alberto, non dalle soap opera e dai show televisivi che le guardate voi non io.
E ne ho almeno tre esempi di uomini cosi nella famiglia, mia o del mio marito.

Mio caro papà, a 36 anni lasciò incinta una sua alunna 15 enne. Il padre di lei venne a minacciare mio padre. Divorzio tempestuoso dei miei e loro si sposarono in fretta.
Che andrebbe bene anhce in un soap opera è siccuro, per me non è stato molto divertente. Cioè... ho sempre considerato normale l'infedeltà degli uomini, e eccezionale la fedeltà.

Mio marito sposato a 27 anni con una 28 enne che lasciò a 50 anni, con 2 figli e dopo due anni si mise con una 31 enne, una straniera. Che sono io, ma questo non cambia nulla.  :lol:

Un suo cugino, ormai 50 enne, con due figli si è messo con una 27 enne, perché si è ricordato che quando si sono sposati, 28 anni fa infatti è stata lei a dire che "O ci sposiamo o ci lasciamo" E lui l'ha preso per obbligo...
Qui vorrei aggiungere che 10 anni fa lei chiuse la sua impresa di estetista che aveva in una citta Toscana per seguirlo nello spostarsi in Puglia, da dove sono originari tutti due. La giovane fidanzata non so com'è, ma questa aveva rinunciato per bene alla sua carriera per lui. Penso che qui dovrà pagare anche mantenimento. E stata lei a chiedere il divorzio, dopo che lui s'è messo con l'altra.

Ciò che è siccuro è che in tutti questi casi la prima moglie, quella vecchia era migliore casalinga della seconda, ma sembra che contava ben poco.

Ah ma tutto questo non vale perché noi non siamo star televisivi....
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 12, 2014, 06:52:02 am
e le donne che restano nubili dopo aver sprecato i loro anni migliori nella 'carriera' (=precarie e sottopagate) sono legione.

forse, ma che devono fare? Chiedere la mano a qualcuno?
Se non ti vuole sposare nessuno che devi fare? Suicidarti?

Citazione
Poi, ci sono le professioniste felicemente sposate. Ne conosco alcune:

Io ne conosco centinaia.

Nel ultimo seminario della Scuola dell'Alta Formazione Filosofica dove ho partecipato le tre  quarantenne eravamo tutte sposate e con un figlio/figlia di 1, 6 e 10  anni. Si parla di ricercatrici universitarie con PhD. Loro due insegnano al università.
Alla scuola di PhD avevo altre due colleghe il resto erano uomini, ambedue  sposate. Molte ceh facevano PhD anche in altri ambiti sono sposate (non tutte, ma i sono)
La mia prof parigina preferita, diretrice dell'Ecole Doctorale de Recherche  è felicemente sposata, ha due figli maggiorenni ormai.

La mia amica architetto 31 anni, sposata da 3 anni, ha partorito una bimba in luglio.
Una altra amica trentenne, profesoressa universitaria in economia, molto bella, sposata e  aspetta il bimbo per dicembre.

Poi permettimi, sono stata insegnante e figlia di insegnati, la maggior parte delle mie colleghe prof e ingignere erano sposate e avevano figli. Anche le mie colleghe universitarie o colleghe di collegio sono sposate (le mie colleghe di camera studiavano informatica, asistenza sociale, psicologia). Le mie coetanee ex colleghe di lavoro si sono sposate pocchi anni dopo la laurea, non è rimasta nessuna.

Quelle che erano troppo religiose, andavano domenica in chiesa, erano troppo serie, quelle sono rimaste solo zittelle, sia quelle laureate che quelle diplomate però.
Quelle più frivole si sono sposate per prime, ma quelle non si sono laureate, solo alcune, dopo che i figli sono cresciuti.

Quelle troppo espansive hanno anche divorziato pocchissimi anni dopo.
Ma tutto mi fa pensare che è più un problema di carattere e non di preparazione professionale.

Non è che per un uomo avere una laurea è una garanzia di successo in amore, no?
Cosi è anche per una donna, servono altre qualità per conquistare l'amore di qualcuno che per ottenere un titolo o fare una impressa vincente


Citazione
Ma è inutile parlargliene, le donne hanno sempre ragione e gli uomini il dovere di ammetterlo.
oh, il vittimismo non ha genere.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 12, 2014, 08:00:09 am
Quando ho formulato la mia ipotesi di perdita di senso femminile che data anni sessanta con la tecnicizzazione del lavoro casalingo e l'inizio della propaganda contro il sovrappopolamento ho pensato anche ad una signora (deceduta qualche anno fa) era più vecchia di mia mamma di qualche anno ed era la vedova di un vecchio amico di mio papà, io portavo mia mamma in visitE così ascoltavo, per così dire, le sue memorie. Premesso che andava d'accordo col marito e l'ha assistito fino all'ultimo istante della malattia che l'aveva colpito, mi raccontò' che da giovane aveva aperto un negozietto di gastronomia che andava piuttosto bene perché mi disse, con una certa ironia, "già allora c'erano le pelandrone che non avevano voglia di cucinare". Quando ebbe il figlio il marito la convinse a stare a casa. Lei ne discusse un po' poi si convinse, un tempo l'ultima parola era del marito per convenzione sociale. Ne era ancora rammaricata allora, arrabbiata no ma rammaricata si, perché si vedeva che le piaceva e la teneva occupata quando il marito era al lavoro, inoltre il bambino poteva stare in negozio con lei o nel retro e avrebbe contribuito al bilancio familiare.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 12, 2014, 08:25:36 am
Insomma, in poche parole, la domanda del topic non ha senso, identificate l'emancipazione nell'imitazione dell'uomo ma quando parlate di privilegio della casalinga secondo me torna la questione della mutazione di ambiente e tempo, non per tutte le donne stare a casa a girarsi i pollici per metà del tempo e' un privilegio, quindi la felicità non dipende dalla laurea o dalla carriera, non c'entra secondo me la laurea con l'occupazione e comunque sia conosco anch'io tantissime laureate sposate o in coppia con figli, semplicemente hanno fatto una scelta diversa e per altri versi anche più' coraggiosa, si sono messe in proprio e gestiscono loro i tempi di lavoro ottimizzandoli
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dolce Alice - Novembre 12, 2014, 09:09:49 am
Cos'è l'emancipazione? 
Etimologicamente, significa essere liberi da un vincolo. Nel caso delle donne dei paesi sviluppati, questo vincolo consisteva nelle leggi che impedivano loro di sviluppare tutti gli aspetti della propria umanità e di sviluppare i propri talenti. Abolite queste leggi, le donne, come collettività, possono considerarsi emancipate. 
Per quanto riguarda l'individuo di sesso femminile, non può esistere un modello unico di emancipazione: ogni donna, esattamente come ogni uomo, ha le proprie aspirazioni e la propria scala di priorità. 
Venendo alla questione di Vicus: la condizione di emancipato non può in sé e per sé rendere felice un essere umano, perché la disponibilità di una gamma di opzioni non equivale di per sé all'autorealizzazione. Però, a parità di altre condizioni, aumenta di molto le probabilità di autorealizzarsi e vivere quindi un'esistenza appagante. 
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 12, 2014, 09:31:05 am
Partiamo innanzitutto da un presupposto: quante saranno mai oggi le donne italiane che curano l'educazione dei figli, curano la casa, curano gli anziani, cucinano, stirano, si prendono cura del marito, ecc. ecc.? Di che percentuali parliamo? Non vorrei che la tua figura di donna fosse ferma agli anni '40.

Ma poi mi spieghi perchè se due divorziano e non hanno figli, il marito è quasi sempre tenuto a mantenere la moglie a vita? Cioè per aver lavato e stirato dei panni, cucinato del cibo e pulito la casa, è giusto che un uomo mantenga l'ex moglie a vita??
Come ha detto Vnd, potrei concordare su una buona uscita nel caso lei non lavori, ma un mantenimento a vita è assurdo.
Altro discorso è se ci sono dei figli a carico, ma qui bisognerebbe modificare la legge, prevedendo un mantenimento diretto dei figli.




Forse nelle soap opera che voi casalinghe vedete tutto il giorno. Nella vita reale i mariti divorziano/tradiscono per vari motivi, tra cui spesso cambi d'atteggiamento delle mogli e/o tradimenti da parte di quest'ultime.

ancora oggi non   si è trovato un metodo giuridico per calcolare la perdita di chance fra coniugi. ed ho usato la parola coniugi perchè io ad esempio ho rinunciato aduna probabile carriera nella marina mercantile per rimanere vicino a mia moglie, quindi quanto poteva essere il mio calcolo di perdita di chance?

ma ritorniamo nel giuridico nel dubbio di questo calcolo si usa una scorciatoia quella del medesimo livello di vita.
difatti quali sono i divorzi più facili? quelli fra persone che lavorano, in cui le parti vivendo di proprio, ci si limita solo a stabilire se le parti hanno rispettato le regole matrimoniali, passo che si salta se il divorzio è consensuale.

poi un considerazione storica fino a qualche anno fa il matrimonio di una persona era un fatto talmente importante che si programmava una sola volta nella vita,e quindi per forza di cose l'apparato normativo che lo riguardava era molto articolato.
ma oggi che  il matrimonio è quasi una routine oltre a divenire un istituto in decadenza, sta mutando anche il suo scioglimento.

l'unica cosa che tiene in piedi il matrimonio, oltre ai riti sociali, sono quel complesso di diritti che chiamiamo diritti ereditari.
se troveremo una formula di gestione de diritti ereditari diversa dal matrimonio, allora quel giorno questo istituto andrà in soffitta
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 12, 2014, 09:33:34 am
su questo sono pienamente d'accordo.
Ma questo non inficia la ratio originale.
Voglio dire che i doppi salti carpiati delle Cassazioni o delle sentenze dei giudici non inficiano l'art. 156 del Codice Civile che stabilisce:

il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a carico del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri”.

Ora se vuoi fare il paragone con l'ambito lavorativo è come un licenziamento ingiusto. Si viene condannati al reintegro del lavoratore, qui non potendo costringere il coniuge che vuole la separazione a rimanere insieme (altrimenti si tornerebbe al matrimonio indissolubile e non avrebbe avuto senso la legge sul divorzio) stabiliscono un mantenimento che dovrebbe essere commisurato, appunto all'addebitabilità della separazione, alla durata del matrimonio, all'incapacità lavorativa del coniuge (perché anziano per esempio) che rimarrebbe senza reddito.

La norma è abbastanza semplice e anche ragionevole.

Il problema casomai, sono le interpretazioni dei Giudici e i tripli salti carpiati che fanno per giustificare l'impossibilità a lavorare o altre amenità del genere.

quoto al 100%.
se è vero che oggi molte donne approfittano delle leggi, è anche vero che ci sono anche gli uomini a comportarsi male e una donna che ha mandato avanti una famiglia non può rimanere in mezzo a una strada perchè l'uomo si è invaghito di una più giovane.
E' successo e succederà ancora
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 12, 2014, 09:35:05 am
perdita di chance

ovvio
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 12, 2014, 09:41:38 am
basta con tutti questi sacrifici e vittimismi. Ognuno faccia ciò che gli piace, e non pretenda dall'altro da rinuciare alla propria realizazione,
tanto la realizazione della donna non è in concorrenza con la vita di famiglia, tutt'al contrario.non è una punizione, è un ripiego, Vale la pena al massimo quando hai bambini piccoli, o quando hai l'orto, gli animali che ti danno uova e latte, ma non nella citta moderna, dove se non hai soldi sei morto di fame.
 Ti posso presentare almeno tre uomini che o vivono o sono vissuti per lungo tempo a casa dal redito della moglie, o si sono messi ad aiutare lei nella sua dita. Non dal TV li conosco ma in realtà, nella famiglia. Un'altro senza l'aiuto economico della famiglia della moglie avrebbe già datto fallimento.Ma per favooore,
l'ha fatto mio padre e il mio marito di lasciare la coetanea vecchia e mettersi con una con 20 anni più giovane, senza essere uomini né ricchi né influenti, e ne conosco altri molti casi reali.
Poi anche se non molla la moglie solo la traddisce oggi non si è obbligate a perdonare le corna a nessuno, quello è un valido motivo di divorzio.
 ti ho detto non so chi sia, io vivo nella realtà non dai show televisivi, Io non spero nulla di stabile ed eterno da un uomo. Certo non mi costruisco la vita su di lui.

quoto . infatti, credo che un ritorno alla famiglia tradizionale sia assolutamente impossibile.
L'unica cosa che chiedo è parità di trattamento.
L' uomo deve poter rifiutare la paternità
il manteninento non deve prescindere dalla responsabilità
vero affido condiviso
nessuna corsia preferenziale per le donne nel lavoro,  specie quando NON hanno i requisiti ( forse dell'ordine, ecc ).
parità di pene per gli stessi delitti
stop alla preminenza del minore nella famiglia : i soggetti sono 3 e devono essere equipollenti.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 12, 2014, 09:51:33 am
Insomma, in poche parole, la domanda del topic non ha senso, identificate l'emancipazione nell'imitazione dell'uomo ma quando parlate di privilegio della casalinga secondo me torna la questione della mutazione di ambiente e tempo, non per tutte le donne stare a casa a girarsi i pollici per metà del tempo e' un privilegio, quindi la felicità non dipende dalla laurea o dalla carriera, non c'entra secondo me la laurea con l'occupazione e comunque sia conosco anch'io tantissime laureate sposate o in coppia con figli, semplicemente hanno fatto una scelta diversa e per altri versi anche più' coraggiosa, si sono messe in proprio e gestiscono loro i tempi di lavoro ottimizzandoli

quoto anche qui . la domanda del topic non ha senso
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 12, 2014, 10:00:29 am
l'unica cosa che tiene in piedi il matrimonio, oltre ai riti sociali, sono quel complesso di diritti che chiamiamo diritti ereditari.
se troveremo una formula di gestione de diritti ereditari diversa dal matrimonio, allora quel giorno questo istituto andrà in soffitta

esattamente
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 13:35:48 pm
La casalinga è mantenuta in cambio del suo lavoro. Occuparsi della casa è un privilegio: mantenimento assicurato, niente spostamenti e orari fissi, niente treni pendolari che spettano invece al marito. Che, non dimentichiamolo, se non avesse una famiglia da mantenere potrebbe utilizzare lo stipendio per spese voluttuarie.
Come è stato detto da un giudice, quando la giustizia funzionava:
- Cara signora, lei prepara ancora i pasti, lava la biancheria e pulisce casa? Rispetta ancora l'obbligo di mutua assistenza assunto col matrimonio?
- No, siamo separati.
- Allora perché vuole essere ancora mantenuta?

Quotabilissimo
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 13:37:53 pm
su questo sono pienamente d'accordo.
Ma questo non inficia la ratio originale.
Voglio dire che i doppi salti carpiati delle Cassazioni o delle sentenze dei giudici non inficiano l'art. 156 del Codice Civile che stabilisce:

il giudice, pronunziando la separazione, stabilisce a carico del coniuge cui non sia addebitabile la separazione, il diritto di ricevere dall’altro coniuge quanto è necessario al suo mantenimento, qualora egli non abbia adeguati redditi propri”.

Ora se vuoi fare il paragone con l'ambito lavorativo è come un licenziamento ingiusto. Si viene condannati al reintegro del lavoratore, qui non potendo costringere il coniuge che vuole la separazione a rimanere insieme (altrimenti si tornerebbe al matrimonio indissolubile e non avrebbe avuto senso la legge sul divorzio) stabiliscono un mantenimento che dovrebbe essere commisurato, appunto all'addebitabilità della separazione, alla durata del matrimonio, all'incapacità lavorativa del coniuge (perché anziano per esempio) che rimarrebbe senza reddito.

La norma è abbastanza semplice e anche ragionevole.

Il problema casomai, sono le interpretazioni dei Giudici e i tripli salti carpiati che fanno per giustificare l'impossibilità a lavorare o altre amenità del genere.

Il fatto è che, il più delle volte, è la donna che chiede la separazione.
Stranamente è anche quella che, di solito, ci guadagna....

La causa che determina l'addebito è troppo soggettiva.
Si pensa sempre al tradimento.
Ma se una donna, dopo che te la sei presa,  smette di dartela quanto vorresti, per forza che ti viene voglia di concederti degli extra....

La causa di addebito è un concetto che sa di vecchio.

Sì... Che poi, in effetti... se sei abbastanza intelligente da non sposarti, questi rischi nemmeno li corri....

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 13:39:27 pm
i primi tentativi di welfare furono le confraternite maschili  e/o femminili che fossero. hai mai studiato le beghine?mentre in sicilia degenerarono e da confraternite di mutuo soccorso si trasformarono in 'cosche' che in dialetto siciliano significa carciofo,  simbolico di uno stadio di solidarietà: tante foglie separate che unite insieme  alla base formano qualcosa di più grande

Ecco... Piuttosto...
Se una buzzicona avesse abbandonato le beghine, mica si beccava gli alimenti....
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 13:48:41 pm
più che con il mondo del lavoro la metafora va spostata nel diritto delle società.
il matrimonio come una società di persone, ove diversamente dalla società di capitali, invece di unire patrimoni  si uniscono  abilità delle persone per produrre reddito
quindi  in una società di persone ognuno mette insieme una sua abilità per produrre un reddito societario ed allaf ine  i soci dividono i guadagni comuni

ma quando si rompe una società di persone cosa succede?
il giudice deve calcolare  il reddito prodotto e dividerlo fra gli ex-soci.

ora mentre  il giudice rivolgendosi al passato può calcolare il reddito prodotto dalla società di persone 'matrimonio & c.' ,
non è capace invece rivolgendosi al futuro di calcolare le perdite di chance dei rispettivi ex coniugi sopratutto per la donna che in teoria sacrifica il suo percorso professionale per dedicarsi alla casa

poichè non sappiamo calcolare la perdita di chance fra ex coniugi allora adottiamo il sistema del pari livello di vita

Nel paragone con la società, sono d'accordo.
Ma il sistema del mantenimento del tenore di vita non lo posso accettare.
Significa che se io oggi, separato, vinco cento euro al gratta e vinci, se lo viene a sapere, devo darne 50 alla puttanona.
Che senso ha?

Ma io sono contrario anche agli alimenti.

Più avanti si parla del beghinaggio, o delle comunità religiose.
Chi lascia una comunità di propria volontà chiede forse gli alimenti?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 14:02:05 pm
Cos'è l'emancipazione? 
Etimologicamente, significa essere liberi da un vincolo. Nel caso delle donne dei paesi sviluppati, questo vincolo consisteva nelle leggi che impedivano loro di sviluppare tutti gli aspetti della propria umanità e di sviluppare i propri talenti. Abolite queste leggi, le donne, come collettività, possono considerarsi emancipate. 
Per quanto riguarda l'individuo di sesso femminile, non può esistere un modello unico di emancipazione: ogni donna, esattamente come ogni uomo, ha le proprie aspirazioni e la propria scala di priorità. 
Venendo alla questione di Vicus: la condizione di emancipato non può in sé e per sé rendere felice un essere umano, perché la disponibilità di una gamma di opzioni non equivale di per sé all'autorealizzazione. Però, a parità di altre condizioni, aumenta di molto le probabilità di autorealizzarsi e vivere quindi un'esistenza appagante.

Questa analisi però è assolutamente antistorica.
Che ogni uomo, di ogni ceto sociale, potesse esercitare la sua libertà è pura fantasia.

Si parla di voto alle donne... Come se le donne avessero votato secoli dopo gli uomini.
In verità il suffragio universale maschile è del 1019 (votava chi era soggetto agli obblighi di leva, quindi tutti i maschi; prima, invece, votava soltanto il 2% della popolazione maschile). Le ultime elezioni libere furono nel 1924... Poi, fino al 1946 non si votò più.
In effetti le donne (per le politiche) vorarono cinque anni dopo gli uomini.

Però le donne non sono state costrette a combattere in guerra.
Se tu consideri che un uomo costretto ad andare a uccidere o a farsi massacrare abbia avuto più possibilità di realizzarsi una donna, sei assolutamente fuori strada.

Oggi è difficile ricontestualizzare, in termini di diritto, le situazioni maschili e femminili del passato.
Tuttavia c'è un'opera godibilissima di Belfort Bax, "The legal subjection of men" che ne fa un'attenta analisi.

Nell'inghilterra tra le due guerre, un uomo rischiava di andare in galera al posto della moglie se questa avesse commesso specifici reati.
Sono cose che non si sentono mai...
E delle quali i testi femministi si guardano si guardano bene di parlare.

Ma per favore.....
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 15:47:38 pm
Questa analisi però è assolutamente antistorica.
Che ogni uomo, di ogni ceto sociale, potesse esercitare la sua libertà è pura fantasia.

Si parla di voto alle donne... Come se le donne avessero votato secoli dopo gli uomini.
In verità il suffragio universale maschile è del 1019 (votava chi era soggetto agli obblighi di leva, quindi tutti i maschi; prima, invece, votava soltanto il 2% della popolazione maschile). Le ultime elezioni libere furono nel 1924... Poi, fino al 1946 non si votò più.
In effetti le donne (per le politiche) vorarono cinque anni dopo gli uomini.

Però le donne non sono state costrette a combattere in guerra.
Se tu consideri che un uomo costretto ad andare a uccidere o a farsi massacrare abbia avuto più possibilità di realizzarsi una donna, sei assolutamente fuori strada.

Oggi è difficile ricontestualizzare, in termini di diritto, le situazioni maschili e femminili del passato.
Tuttavia c'è un'opera godibilissima di Belfort Bax, "The legal subjection of men" che ne fa un'attenta analisi.

Nell'inghilterra tra le due guerre, un uomo rischiava di andare in galera al posto della moglie se questa avesse commesso specifici reati.
Sono cose che non si sentono mai...
E delle quali i testi femministi si guardano si guardano bene di parlare.

Ma per favore.....

Il commento, naturalmente, vale nel caso tu abbia voluto sottintendere che le donne del passato avessero meno possibilità degli uomini di autorealizzarsi.
Cosa che, se sei poveri, non è più possibile nemmeno oggi.
Figuriamoci nel passato.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 12, 2014, 19:33:37 pm
Citazione da: Lucia
forse, ma che devono fare? Chiedere la mano a qualcuno?
Se non ti vuole sposare nessuno che devi fare? Suicidarti?
Se nessuno le vuole è perché sono poco affidabili, e dai modi, chi più chi meno, di un carabiniere a causa delle durezze del lavoro. Una donna costretta a difendersi con le unghie in ufficio, a gestire problemi astratti, difficilmente potrà attrarre gli uomini al punto di sposarsi con lei.
Citazione da: Lucia
Io ne conosco centinaia.
Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza, con gente diversa in diversi paesi. Ricercatrici universitarie comprese, moltissime delle quali nubili o divorziate.
Citazione da: vnd
La causa di addebito è un concetto che sa di vecchio.
Non sono d'accordo, ma è a senso unico ed è una fonte infinita di abusi giudiziari. Con tutte queste 'tutele' gli uomini scappano. Letteralmente. Avrete le indennità, ma farete a meno degli uomini. Con geishe thai e domestiche filippine, che se ne fanno di una che lavora tutto il giorno, la sera torna inacidita, si nega a letto anche per settimane perché ha 'mal di testa', e di casa e bambini non vuol saperne?
Se permettete, queste teorie astratte su “diritti ereditari” (?) e sulla fine della donna tradizionale sono aria fritta.
Il tramonto della donna tradizionale (parola che evoca scenari stile Mulino Bianco) significa tramonto dell’amore e della famiglia tout court. Basta guardarsi intorno: prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità, procreazione in provetta. Vi va bene così? Benissimo.
Altrimenti, bisogna rimettere l’essere umano e la famiglia al centro. Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.
Citazione da: vnd
Più avanti si parla del beghinaggio, o delle comunità religiose.
Chi lascia una comunità di propria volontà chiede forse gli alimenti?
Esattamente. E nessuno trova da ridire.

C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche). La capacità di seduzione delle coriacee donne in carriera rotte a tutte le esperienze è zero, e non ci sono argomenti che tengano.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 12, 2014, 19:53:58 pm
Citazione
La causa di addebito è un concetto che sa di vecchio.

eh no. se si sciogliwe un contratto bisogna assumersene le responsabilità
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 12, 2014, 20:57:39 pm
Se nessuno le vuole è perché sono poco affidabili, e dai modi, chi più chi meno, di un carabiniere a causa delle durezze del lavoro. Una donna costretta a difendersi con le unghie in ufficio, a gestire problemi astratti, difficilmente potrà attrarre gli uomini al punto di sposarsi con lei.Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza, con gente diversa in diversi paesi. Ricercatrici universitarie comprese, moltissime delle quali nubili o divorziate.Non sono d'accordo, ma è a senso unico ed è una fonte infinita di abusi giudiziari. Con tutte queste 'tutele' gli uomini scappano. Letteralmente. Avrete le indennità, ma farete a meno degli uomini. Con geishe thai e domestiche filippine, che se ne fanno di una che lavora tutto il giorno, la sera torna inacidita, si nega a letto anche per settimane perché ha 'mal di testa', e di casa e bambini non vuol saperne?
Se permettete, queste teorie astratte su “diritti ereditari” (?) e sulla fine della donna tradizionale sono aria fritta.
Il tramonto della donna tradizionale (parola che evoca scenari stile Mulino Bianco) significa tramonto dell’amore e della famiglia tout court. Basta guardarsi intorno: prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità, procreazione in provetta. Vi va bene così? Benissimo.
Altrimenti, bisogna rimettere l’essere umano e la famiglia al centro. Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.Esattamente. E nessuno trova da ridire.

C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche). La capacità di seduzione delle coriacee donne in carriera rotte a tutte le esperienze è zero, e non ci sono argomenti che tengano.
il rito matrimoniale sostanzialmente  è un giuramento difronte alla divinità (per chi ci crede) e agli uomini
e l'addebito non sarebbe che una violazione delle norme matrimoniali, in parole semplici una violazione del giuramento matrimoniale.
come dicevano una volta" 'pacta sunt servanda',  e chi viola il patto ne paga le conseguenze.


in merito ai diritti ereditari, questa gamma di diritti oggigiorno è l'unica cosa che distingue un matrimonio da un comune patto di mutuo soccorso fra due  o più persone.
e fino ad oggi la cosidetta unione civile non è che un particolare applicazione del contratto di mutuo soccorso
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 12, 2014, 21:53:11 pm
Il quadro che descrivi è all’opposto della mia esperienza,
Boh, forse hai una esperienza troppo limitata, ristretta a certi ambiti
Se hai un conto FB te le posso far vedere molte di chi parlo.

E difficile che mi convingi che agli uomini in generale da fastidio la donna con laurea o con sogni di carriera o realizzazione professionale. Senza il mio sogno di ricerca non avrei neanche conosciuto il mio marito, e lui si vanta col mio PhD. Come mio cugino si vanta col fatto che ha sposato una campionessa nazionale di tennis. Cosi sono gli uomini che conosco io nella mia famiglia.  :rolleyes:
Citazione
e domestiche filippine,
guarda che anche quella lavora  lontanissimo della sua casa.
Citazione
Basta guardarsi intorno:prostitute, celibato diffusissimo, relazioni “liquide”, fine della maternità,
diciamo che se io mi guardo intorno vedo tutt'altre cose. Alla scuola del mio figlio vedo anche tantissimi genitori con uno, due tre figli, madri incinte. A volte i genitori, giovani vengono a prendere insieme i bambini dalla scuola, ci sono delle belle famiglie.

Citazione
Con le leggi attuali e due coniugi che lavorano 8-12 ore al giorno lontano da casa, non ci può essere famiglia se non come illusione fantastica per dimenticare la schiavitù del presente.Esattamente. E nessuno trova da ridire.

Bisogna incoraggiare le imprese familiari, però sempre lavoro sarebbe, insieme.
Poi non è che se solo il padre manca 10-12 ore di casa è più famiglia la famiglia.

Citazione
C'è una cosa, che non a caso oggi suona offensiva ad orecchie femminili: l'uomo vuole, per alcuni aspetti, sentirsi padrone della sua donna, per amarla devotamente. Gli uomini apprezzano le donne intelligenti e dal carattere forte, ma anche femminili: con una certa grazia e magari un pizzico di sana muliebre innocenza (non parlo di persone teoriche).
Ma non è offensivo. Solo che  non vedo la laurea, il lavoro da laureati o l' impresa opposta al sentirsi di qualcuno,
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 12, 2014, 22:30:32 pm
quoto al 100%.
se è vero che oggi molte donne approfittano delle leggi, è anche vero che ci sono anche gli uomini a comportarsi male e una donna che ha mandato avanti una famiglia non può rimanere in mezzo a una strada perchè l'uomo si è invaghito di una più giovane.
E' successo e succederà ancora

Ma infatti è quello che intendevo io: se uno dei due sta a casa - e non necessariamente deve essere la donna - l'altro coniuge poi ha delle responsabilità MORALI, che sono ben più importanti di quelle legali (la legge la puoi ingannare, la tua coscienza NO).
Tra l'altro un uomo che sfascia la famiglia perché invaghito di una più giovane sarebbe da punire con la fustigazione...
Tutto è diverso se lei lavora: chissenefrega se guadagni di meno? Cioè, hai scelto di lavorare, ma sei meno capace di me, ed io dovrei passarti la differenza? Ma non esiste al mondo - piuttosto mi metto part-time io! Così non c'è più la differenza!  :cool:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dolce Alice - Novembre 12, 2014, 22:47:51 pm
Questa analisi però è assolutamente antistorica.
Che ogni uomo, di ogni ceto sociale, potesse esercitare la sua libertà è pura fantasia.

Si parla di voto alle donne... Come se le donne avessero votato secoli dopo gli uomini.
In verità il suffragio universale maschile è del 1019 (votava chi era soggetto agli obblighi di leva, quindi tutti i maschi; prima, invece, votava soltanto il 2% della popolazione maschile). Le ultime elezioni libere furono nel 1924... Poi, fino al 1946 non si votò più.
In effetti le donne (per le politiche) vorarono cinque anni dopo gli uomini.

Però le donne non sono state costrette a combattere in guerra.
Se tu consideri che un uomo costretto ad andare a uccidere o a farsi massacrare abbia avuto più possibilità di realizzarsi una donna, sei assolutamente fuori strada.

Oggi è difficile ricontestualizzare, in termini di diritto, le situazioni maschili e femminili del passato.
Tuttavia c'è un'opera godibilissima di Belfort Bax, "The legal subjection of men" che ne fa un'attenta analisi.

Nell'inghilterra tra le due guerre, un uomo rischiava di andare in galera al posto della moglie se questa avesse commesso specifici reati.
Sono cose che non si sentono mai...
E delle quali i testi femministi si guardano si guardano bene di parlare.

Ma per favore.....
 
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo. 
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 12, 2014, 23:24:15 pm
Boh, forse hai una esperienza troppo limitata, ristretta a certi ambiti
Se hai un conto FB te le posso far vedere molte di chi parlo.

E difficile che mi convingi che agli uomini in generale da fastidio la donna con laurea o con sogni di carriera o realizzazione professionale. Senza il mio sogno di ricerca non avrei neanche conosciuto il mio marito, e lui si vanta col mio PhD. Come mio cugino si vanta col fatto che ha sposato una campionessa nazionale di tennis. Cosi sono gli uomini che conosco io nella mia famiglia.  :rolleyes:guarda che anche quella lavora  lontanissimo della sua casa. diciamo che se io mi guardo intorno vedo tutt'altre cose. Alla scuola del mio figlio vedo anche tantissimi genitori con uno, due tre figli, madri incinte. A volte i genitori, giovani vengono a prendere insieme i bambini dalla scuola, ci sono delle belle famiglie.
Ma non è offensivo. Solo che  non vedo la laurea, il lavoro da laureati o l' impresa opposta al sentirsi di qualcuno,
Allora tutto bene, non c'è niente da discutere. E' pieno di famiglie felici, il divorzio è raro e di solito a causa di un uomo farfallone.
Citazione da: Lucia
Bisogna incoraggiare le imprese familiari, però sempre lavoro sarebbe, insieme.
Poi non è che se solo il padre manca 10-12 ore di casa è più famiglia la famiglia.
Sono d'accordo.

Non dico che l'uomo debba impunemente sfasciare una famiglia e piantare una brava moglie in mezzo a una strada.
Il punto è che ilm diritto di famiglia per com'è adesso si presta a ogni sorta di abusi, e nei fatti è la donna che pianta l'uomo per futili motivi facendogli pagare dure conseguenze.
Esempio (fatto vero andato in onda sulle Iene): una donna può smette di lavorare subito dopo il matrimonio, rendere la vita del marito un inferno e se lui a seguito di ciò commette qualche sbaglio (andarsene di casa, farsi l'amante) lei può divorziare con addebito e godersi la rendita principesca... con un nuovo compagno.
Oggi non c'è certezza del diritto e molte leggi o prassi giudiziare sono concepite per far prosperare l'ingiustizia.
Faccio notare che quando non c'erano tutte queste "conquiste civili" (a senso unico), i matrimoni erano più frequenti, e le mogli abbandonate coi figli dal marito decisamente rare.

Il problema è che non si può avere divorzio facile e diritti agli alimenti allo stesso tempo. E' la tipica mentalità di oggigiorno, che spaccia privilegi per diritti: si vedano ad esempio le proteste per il precariato dei docenti, quando questi ultimi sono più numerosi degli allievi.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 12, 2014, 23:34:29 pm
 
Un diritto in meno è un diritto in meno: non importa che lo si conquisti pochi anni o poche ore dopo. 
Per il resto, se rileggi, noterai che non mi sono concentrata in modo specifico sull'emancipazione femminile: ho fatto riferimento a quest'ultima come caso particolare di un discorso più generale sul rapporto tra emancipazione e felicità, per un essere umano. Mi piacerebbe sentire il tuo parere su questo punto: ritieni che, a parità di opportunità e di autoconsapevolezza, una persona abbia più possibilità di essere felice quando può dirigere la propria vita o quando questa è diretta da altri?

A patto che tu risponda a quest'altra domanda:
Secondo te mio nonn o avrebbe preferito votare o andare a combattere una guerra dalla vittoria della quale non avrebbe mai potuto ricavarne nulla?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 13, 2014, 01:10:00 am
Magari  fosse cosi  :doh:
Io conosco queste situazioni dalla vita vissuta caro Alberto, non dalle soap opera e dai show televisivi che le guardate voi non io.
....


Lucia, il problema di voi donne è sempre lo stesso: non vedere al di là del vostro orticello. Che nella tua famiglia ci siano stati casi simili a quello descritto, non significa certamente che l'intero pianeta funzioni nello stesso identico modo.
Come ci sono uomini che mollano la moglie per una donna giovane, ci sono tantissime donne che mollano i mariti per tanti altri disparati motivi egoistici, con la differenza che le mogli/donne hanno tutto il potere sociale per calunniare nonché il potere legale per rovinare economicamente e giuridicamente qualsiasi uomo.
E ripeto: quando 2 si separano, è assolutamente ingiusto che il marito debba mantenere la moglie a vita, in particolar modo quando non ci sono figli.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 02:01:00 am
Citazione da: Rita
Quando ho formulato la mia ipotesi di perdita di senso femminile che data anni sessanta con la tecnicizzazione del lavoro casalingo e l'inizio della propaganda contro il sovrappopolamento
La tecnicizzazione del lavoro casalingo non è una perdita di senso, ma una liberazione. Si tende a considerare il ruolo di casalinga come semplice balia o lavapanni. Ora che c’è la lavapiatti, la casalinga non servirebbe più. Non si tiene conto che la figura della casalinga andrebbe rivalutata per la sua importanza sotto l’aspetto umano e sociale.
Citazione da: Rita
non per tutte le donne stare a casa a girarsi i pollici per metà del tempo e' un privilegio, quindi la felicità non dipende dalla laurea o dalla carriera, non c'entra secondo me la laurea con l'occupazione e comunque sia conosco anch'io tantissime laureate sposate o in coppia con figli,
Cultura e saggezza si acquistano all’università o non è sempre più il contrario? La laurea riflette davvero la preparazione culturale?
Stare in un ufficio o in un grande magazzino per 8-10 ore al giorno è più interessante che leggere un libro a casa? O dedicarsi a un hobby, alla propria formazione, all’impegno sociale, a ricevere le amiche? Perché le donne oggi trovano noioso stare in casa? (Ma possono anche uscire!) Solo perché c’è la lavatrice che impedisce loro di lavare e stirare tutto il giorno?

Azzardo una risposta: perché al lavoro si sentono utili e apprezzate. Se è così, è un tema da approfondire.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dolce Alice - Novembre 13, 2014, 04:35:13 am
A patto che tu risponda a quest'altra domanda:
Secondo te mio nonn o avrebbe preferito votare o andare a combattere una guerra dalla vittoria della quale non avrebbe mai potuto ricavarne nulla?
 
Forse vuoi chiedermi se avrebbe preferito non votare... 
Se la domanda è questa, immagino che avrebbe preferito evitare di andare a combattere: rinunciando sia al voto che a parecchie altre cose. Ho sentito di uomini pronti a mutilarsi, pur di evitare l'arruolamento.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 13, 2014, 06:53:22 am
Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 08:17:59 am
Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso
quotone all'ennesima potenza, ci aggiungo che tutti ciò che dice Vicus sul mondo del lavoro se è vero per la donna (cosa che non dipende dal lavoro ma dalla cultura) e' vero anche per l'uomo, non capisco quindi il senso di "lavorare" in direzione di togliere a tutti gli uomini definitivamente la possibilità di scegliere.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 08:37:13 am
Ho conosciuto una quindicina d'anni fa un giovane avvocato appena diventato socio dello studio dove lavoravo, un uomo "in carriera". La moglie, laureata in economia e commercio, aveva appena avuto due bambini uno a breva distanza dall'altra e di comune accordo con lui aveva lasciato il lavoro per stare coi bambini. L'unica volta in cui l'ho visto umano, e' stato quando sono entrata nel suo ufficio mentre chiudeva una telefonata a casa parlando con sua figlia. Biascicò qualche frase di circostanza sul "tempo di qualità" da passare coi figli ma si vedeva lontano un miglio e si sentiva lontano un miglio che provava in quel momento una profonda invidia e uso proprio questo termine perché era palpabile, per la moglie a casa a leggersi il libri per il puro piacere di acculturarsi
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 08:46:54 am
La mano sulla culla e' quella che governa il mondo. Sembrerebbe che gli uomini siano disposti e votati al sacrificio per adempiere a questo.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 09:01:40 am
 
Forse vuoi chiedermi se avrebbe preferito non votare... 
Se la domanda è questa, immagino che avrebbe preferito evitare di andare a combattere: rinunciando sia al voto che a parecchie altre cose. Ho sentito di uomini pronti a mutilarsi, pur di evitare l'arruolamento.

Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

Per quanto concetti come realizzazione e felicità siano soggettivi e quindi decisamente effimeri.
Parliamo di soddisfazione. O di serenità. Che è ancor meglio.


[Il coniglio di mio figlio, che vive gran parte della giornata nella gabbia nella quale entra volontariamente quando è stanco, si mette a correre e a saltare di felicità quando lo libero sul terrazzo.
E' possibile che i nostri nonni sfruttassero appieno la poca libertà loro concessa. E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

Ora... Non fraintendermi. Non sto dicendo che è meglio limitare la libertà dei popoli per renderli più felici.

Ma... un dempo si parlava di "esaurimento"... si era tristi perché stanchi...
Oggi si parla di "depressione".

Oggi ci impasticchiamo. Ieri annegavamo i nostri dispiaceri nell'alcohol, nell'assenzio e nell'etere (gli uomini) e nello sciroppo per la tosse dei figli (laudano) le donne.
Ma solo i ricchi.
I poveri, forse, dovevano accontentarsi della salute, del cibo coltivato o allevato con le proprie mani e dell'amore.
Hai detto niente?


La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.
Ma poi ti giri indietro e vedi che non hai costruito nulla e forse hai distrutto quel poco che avevi realizzato.
Così una donna può spendersi per la carriera e poi rimpiangere di non aver avuto figli quando è tardi. Magari peggiorando la situazione facendosi fecondare artificialmente, come la Nannini. In modo da condannare un figlio a cambiare i pannoloni alla madre anziana quando avrebbe l'età per dover cambiare i pannolini ai suoi figli.
Così un uomo, infatuato, può sfasciare una famiglia e condannare i figli a vivere senza di lui ed il suo esempio, per poi scoprire che ogni donna, in fondo, si somiglia.

In somma. Un tempo c'era forse meno libertà ma poche idee chiare.
oggi abbiamo tante idee confuse.
Al di sopra di certi limiti (come la guerra) non è detto che la serenità sia una variabile dipendente della libertà.]


Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 09:40:47 am
Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:
Forse se le donne avessero potuto votare avrebbero vinto quelli che erano contro la guerra.


Citazione
E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.

si, la libertà è la libertà di scegliere i nostri limiti, che poi diventano obblighi.

Noi non possiamo sapere se e perchè un essere umano è felice.
Possiamo invece sapere che ogni essere umano, anzi ogni essere vivente, ambisce alla libertà.
la libertà è scelta, e dalla scelta nasce la responsabilità.
responsabilità significa pagare per  le proprie scelte, perchè c'è sempre un prezzo da pagare.
Solo allora ci sarà libertà.
Altrimenti c'è arbitrio ai danni di qualcun altro.
Questo vale per tutti , nessuno escluso

pienamente d'accordo
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 09:48:09 am

Forse se le donne avessero potuto votare avrebbero vinto quelli che erano contro la guerra.


purtroppo la storia dimostra che non è così.
Le madrine interventiste della prima guerra mondiale per esempio...
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 09:51:20 am
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=11843.msg132802#msg132802

leggi Bertrand Russell, è una della sue argomentazioni (e lui quel periodo storico l'ha vissuto). Le donne confutarono il timore di maggior pacifismo.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Cassiodoro - Novembre 13, 2014, 10:01:48 am
se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:
Quella che l'hai scampata, che il figli, il marito, l'amante sono andati al tuo posto a combattere in guerra contro gli altri uomini le cui donne sono rimaste a casa felici di essere scampate anche loro.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 10:05:06 am
Siegfried Sassoon cantò l'ipocrisia femminile nei riguardi della guerra (ovviamente non di "tutte le donne", ma sicuramente di molte giacchè le azioni sono responsabilmente reciproche) in una poesia che avevo pubblicato qui

https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=586.0
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 10:06:16 am
se ti portano in guerra il figlio, il marito, l'amante che felicità puoi avere ?  :doh:

Lucia...

Il figlio... Beh... Comprendo.
Ma un conto è vivere l'assurdità della guerra in prima persona. Al freddo, nell'acqua, sotto i colpi del nemico... affamati e feriti...
Un conto e restare "a preoccuparsi" a casa, al caldo, dormendo in un letto, mangiando.

Su amante e marito preferisco soprassedere...
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 11:39:03 am
La tecnicizzazione del lavoro casalingo non è una perdita di senso, ma una liberazione. Si tende a considerare il ruolo di casalinga come semplice balia o lavapanni. Ora che c’è la lavapiatti, la casalinga non servirebbe più.

boh, a me piace lavare i panni con le mani. e poi pensio che la lavatrice ha fatto morire di fame molte lavandaie, non come se mi sarebbe piaciuto fare quello, ma sguazzare in acqua piace a tutti.. La lavastoviglie la considero una stupidata perhé la parte più schifosala fai comunque con le mani. Altra cosa inutile.
E poi impazisci se non fai qualcosa e stai sola in casa, non credi?

Citazione
Cultura e saggezza si acquistano all’università o non è sempre più il contrario? La laurea riflette davvero la preparazione culturale?

L'università di da alcuni indirizzi. Il prof è più preoccupato dalle proprie ricerche, ma da solito ti insegna a distinguere la qualità dalla spazzatura, che in una valanga mediatica non è poco. Poi ognuno usa questi doni a ciò che li pare piace. Oggi ci sono pocchi gli insegnanti che ti obbligano a conoscere. Poi ci sono anche prof più stupidi di te, ma questa ti aumenta la stima di se.

Citazione
Stare in un ufficio o in un grande magazzino per 8-10 ore al giorno è più interessante che leggere un libro a casa? O dedicarsi a un hobby, alla propria formazione?

Hai una visione unilaterale del lavoro. Appunto se una segue i suoi hobby, i suoi interessi sceglie il lavoro che gli piace fare. tra le professioniste che vedo, le maestre, le fisioterapiste del mio figlio gioccano con i bambini ogni giorno.

Infatti (mi rendo conto con voi quanto sono straniera) da noi proprio chi non si impegnava a studiare quello/quella arrivava a lavorare in fabbrica, in turni. Perché il liceo ti dava lavoro e non potevi rifiutarlo solo se ne avevi un'altro. Nessuno era mantenuto di nessuno.
Cosi i licei più quotati erano il liceo che formava le maestre,  il liceo della sanità che formava le inirmiere o assistente medicale, il commerciale,  formate in maggioranza di ragazze. Non perché ragazzi non sarebbero stati capaci ma perché avevano poco interesse. Poi altri licei buoni teoretici : scientifici e umanisti c'erano ma se da quei licei non andavi poi all'università arrivavi di nuovo a lavorare in fabbrica, in turni.
E con la laurea eri megllio pagato che senza. La sceltà non era lavorare o non, ma lavorare in fabbrica e in turni o lavorare (nel mio caso) 18-22 ore obbligatori a settimana, congedo di 72 giorni all'anno e insegnare una disciplina che ti piacce.

Ma penso ceh anche in Italia chi segue una carriera la fa perché chi è più in alto si presuppone che può permettersi di vivere per i suoi hobby trasformati in lavoro (obbligo), mentre chi non quello ubbidisce e vive una vita forse alienata e alienante.

 
Citazione
Perché le donne oggi trovano noioso stare in casa? (Ma possono anche uscire!)

Si... possono uscire...
Dopo che per una, due settimane esco solo a scuola o al supermercato vicino anche là spesso col mio marito ...ho un po di ansia nel camminare da sola in citta. :(
Sarà che sono io la scema, ma forse è una conseguenza normale se il mondo ti si ristringe al lavoro classico di caslinga, ovvero al stare troppo in casa, in sicurezza, a lavare i panni e leggere libri.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 11:45:54 am
Quella che l'hai scampata, che il figli, il marito, l'amante sono andati al tuo posto a combattere in guerra contro gli altri uomini le cui donne sono rimaste a casa felici di essere scampate anche loro.

ma la tua vita non ha avuto nessun senso se il tuo figlio muore nella guerra, non capisci?  :mad:
Tu forse saresti FELICE se le tue figlie muoiono nel posto tuo? Ti sentiresti un privileggiato?
O vedere la tua moglie che muore (sapere ceh è morta) ti sentiresti privileggiato?

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dolce Alice - Novembre 13, 2014, 11:48:56 am
Sì... infatti... mi sono perso un "non".

E la risposta, secondo me, è quella corretta.
Ne consegue che una donna, per la quale la sopravvivenza non è mai stata compromessa dalle Istituzioni, aveva maggiori diritti, quindi maggiori libertà e possibilità d'essere felice di un uomo della sua stessa condizione sociale.

Per quanto concetti come realizzazione e felicità siano soggettivi e quindi decisamente effimeri.
Parliamo di soddisfazione. O di serenità. Che è ancor meglio.


[Il coniglio di mio figlio, che vive gran parte della giornata nella gabbia nella quale entra volontariamente quando è stanco, si mette a correre e a saltare di felicità quando lo libero sul terrazzo.
E' possibile che i nostri nonni sfruttassero appieno la poca libertà loro concessa. E se la autorealizzazione deriverebbe dalla sicurezza di aver sfruttato tutte le occasioni che la vita ci concede, loro potrebbero essere stati più siddisfatti di me che forse ho avuto molte più possibilità di loro ma che di sicuro
 non le ho sfruttate tutte.
Puoi fare tante cose, troppe =>  non sai quale fare prima => non fai nulla
Puoi fare soltanto poche cose => trovi il tempo di farle tutte

Ora... Non fraintendermi. Non sto dicendo che è meglio limitare la libertà dei popoli per renderli più felici.

Ma... un dempo si parlava di "esaurimento"... si era tristi perché stanchi...
Oggi si parla di "depressione".

Oggi ci impasticchiamo. Ieri annegavamo i nostri dispiaceri nell'alcohol, nell'assenzio e nell'etere (gli uomini) e nello sciroppo per la tosse dei figli (laudano) le donne.
Ma solo i ricchi.
I poveri, forse, dovevano accontentarsi della salute, del cibo coltivato o allevato con le proprie mani e dell'amore.
Hai detto niente?


La libertà può farti illudere di poter vivere in balia dei tuoi capricci.
Ma poi ti giri indietro e vedi che non hai costruito nulla e forse hai distrutto quel poco che avevi realizzato.
Così una donna può spendersi per la carriera e poi rimpiangere di non aver avuto figli quando è tardi. Magari peggiorando la situazione facendosi fecondare artificialmente, come la Nannini. In modo da condannare un figlio a cambiare i pannoloni alla madre anziana quando avrebbe l'età per dover cambiare i pannolini ai suoi figli.
Così un uomo, infatuato, può sfasciare una famiglia e condannare i figli a vivere senza di lui ed il suo esempio, per poi scoprire che ogni donna, in fondo, si somiglia.

In somma. Un tempo c'era forse meno libertà ma poche idee chiare.
oggi abbiamo tante idee confuse.
Al di sopra di certi limiti (come la guerra) non è detto che la serenità sia una variabile dipendente della libertà.]
 
La tua risposta mi ha colpita. E' uno dei post più profondi che abbia mai letto.   
Non posso dire che condivida: ma va letta più volte. E rispettata. 
 
 
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 11:56:51 am
 
La tua risposta mi ha colpita. E' uno dei post più profondi che abbia mai letto.   
Non posso dire che condivida: ma va letta più volte. E rispettata. 
 
 

Sì... Ma adesso non cominciamo a prenderci per i fondelli, per favore.

Piuttosto, questa kyriarkia... ne so poco.
Ho visto fonti soltanto in inglese che leggerò con calma tra un cliente e l'altro.

Tuttavia... a me sembra già di non essere d'accordo.

L'unico rapporto di sottomissione che conosco è quello tra sfruttati e fruttatori.
I conflitti di genere, per me non esistono. Noi uomini, da sempre, proteggiamo le nostre donne, non le opprimiamo.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 12:09:47 pm
Hai una visione unilaterale del lavoro. Appunto se una segue i suoi hobby, i suoi interessi sceglie il lavoro che gli piace fare. tra le professioniste che vedo, le maestre, le fisioterapiste del mio figlio gioccano con i bambini ogni giorno.


sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Non è che la femminilizzazione del mondo sia una cosa SEMPRE negativa. Lo è quando è in eccesso, ma anche l'eccesso di maschilizzazione presenta inconvenienti molto seri.

Per esempio: la monogamia è una femminilizzazione. Ma non ha avuto conseguenze così negative. Gli uomini hanno rinunciato un po' alla loro natura riproduttiva che gli suggerisce istintualmente di fecondare il più donne possibile e disinteressarsi dei figli,  ma è diminuita la competizione feroce tra maschi. C'è stato un vantaggio per tutti insomma.
Se poi col tempo si arriva all'eccessiva femminilizzazione è chiaro che il mondo si autoriduce a un securismo che alla fine annulla l'azione, ma nemmeno l'estremo opposto è consigliabile.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dolce Alice - Novembre 13, 2014, 12:19:06 pm
Sì... Ma adesso non cominciamo a prenderci per i fondelli, per favore.
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 12:45:26 pm
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.

Ci avrei giurato.

Ti aspettavi forse che ti srotolassero i tappeti?

Io rispondo per quello che scrivo e non mi pare di aver mancato di rispetto a nessuno.
Cari saluti.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 13:23:57 pm
sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Non è che la femminilizzazione del mondo sia una cosa SEMPRE negativa. Lo è quando è in eccesso, ma anche l'eccesso di maschilizzazione presenta inconvenienti molto seri.

Per esempio: la monogamia è una femminilizzazione. Ma non ha avuto conseguenze così negative. Gli uomini hanno rinunciato un po' alla loro natura riproduttiva che gli suggerisce istintualmente di fecondare il più donne possibile e disinteressarsi dei figli,  ma è diminuita la competizione feroce tra maschi. C'è stato un vantaggio per tutti insomma.
Se poi col tempo si arriva all'eccessiva femminilizzazione è chiaro che il mondo si autoriduce a un securismo che alla fine annulla l'azione, ma nemmeno l'estremo opposto è consigliabile.

La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 13:54:20 pm
La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.

la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 13, 2014, 13:56:20 pm
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 13:59:42 pm
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:

porca miseria .. qui sembra che sia l'unica a domandarmelo  :lol:

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 14:16:50 pm
porca miseria .. qui sembra che sia l'unica a domandarmelo  :lol:
Se ti riferisci a lavorare in un'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.
Cosa c'è di attraente in una donna che lavora dalle 9 alle 18 (o alle 21, talvolta) e torna a casa distrutta e col muso? Ve lo immaginate il quadretto, con lei che prepara i pasti al microonde e a tavola non spiccica parola?
Pongo di nuovo la domanda: perché è così interessante per una donna lavorare 8 ore in un ufficio? Una mia conoscente ha lasciato il fidanzato (dopo 5 anni) e si è messa a fare "l'avvocato". Il titolare dello studio (avvocato per davvero) le fa fare la galoppina, obbligandola a quotidiane trasferte di 4 ore. Non le paga neppure il salario pattuito (ma non ci sono tutele per il lavoro parasubordinato), e ai contributi ci pensa mammà. E' diventata alquanto nevrotica per questi ritmi da schiava, eppure dice di essere contenta perché "fa l'avvocato". Con questi specchietti per le allodole hanno infinocchiato le donne proprio per bene.
Citazione da: Vicus
sì infatti, penso anch'io che questi discorsi s'incentrino su una visione molto ristretta del lavoro.
Quel che dice Vicus, c'è ma riguarda uomini e donne. Non vedo perché salvare le donne dall'alienazione di dover competere e costringere gli uomini all'alienazione della competizione maggiormente feroce.
Infatti gli uomini vi rinuncerebbero molto volentieri (ne hai la prova nello studio dove lavori ;) ), salvo rari "Alfa plus"che del resto sono pessimi mariti.

Ribadisco che per quel che mi riguarda il lavoro femminile non è un tabù (come ho detto in vari post). Però meritano una riflessione alcune opinioni femminili molto diffuse in Italia (essendo qui la carriera delle donne alquanto recente, e vista ancora come un'attraente novità):
1. Fare la casalinga è una scocciatura e sminuisce la donna, specie di fronte all'uomo che lavora e quindi avrebbe maggiore importanza sociale;
2. L'aspetto umano e relazionale del ruolo di casalinga non viene neppure in mente. E' la 'Sposa meccanica' di cui parla McLuhan, che ha interiorizzato il totem tecnologico e vede se stessa come una lavatrice o un biberon.

La donna è un essere più 'intero' e organico rispetto all'uomo, e dovrebbe essere la prima a criticare mansioni specializzate in declino: se la casalinga è obsoleta perché c'è la lavatrice, si può dire con maggior ragione che il lavoro femminile è obsoleto perché PaperPort lo svolge meglio. Invece di valorizzare la nostra umanità, siamo diventati i servomeccanismi delle nostre stesse tecnologie.
In paesi come l'Irlanda e la laicissima Francia, dove la carriera femminile non ha mai avuto questo fascino mitologico, molte donne (quadri aziendali, professoresse di liceo ecc.) decidono liberamente e senza rimpianti di dedicarsi esclusivamente alla famiglia. E in Francia la natalità è quasi doppia, mentre in Italia si cerca ancorala quadratura del cerchio.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 14:19:41 pm
scusate, ma la donna si domanda se l'uomo emancipato è felice ? :hmm:

io si, e io penso che starebbe meglio stare acasa a sferuzzare, penso sempre che sarbbe tanto felice e sereno.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 14:20:11 pm
Se ti riferisci a cose come lavorare in uin'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.

Infatti. Sebbene io faccia il lavoro che volevo fare da grande e per il quale ho studiato e la mia professione mi soddisfi, posso affermare senza esitazione che i motivi per cui mi piace vivere sono altri.
E che si pagassero per stare a casa, io mollerei tutto senza pensarci due volte.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 14:21:38 pm
Infatti. Sebbene io faccia il lavoro che volevo fare da grande e per il quale ho studiato e la mia professione mi soddisfi, posso affermare senza esitazione che i motivi per cui mi piace vivere sono altri.
E che si pagassero per stare a casa, io mollerei tutto senza pensarci due volte.

E non oso immaginare cosa risponderebbero un minatore, l'  operaio di una fonderia o anche solo quello che frigge le patatine al McDonald.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 14:24:01 pm
la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.

Questo è indubbio.
Non credo che il capo della tribù primitiva si preoccupasse dei vantaggi biologici.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 15:06:25 pm
Se ti riferisci a cose come lavorare in uin'azienda o uno studio professionale: no, come hai constatato di persona.

Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Magari una soluzione in cui lei continuava a lavorare  part time per esempio e lui avesse rinunciato alla scalata dei vertici dello studio per consentire ad entrambi di godere maggiormente dei figli sarebbe stata una cosa più saggia e più equilibrata per entrambi o no?

E ovviamente però in quel caso l'ausilio di un asilo per qualche ora sarebbe stato necessario.

Guarda che anche nei tempi della donna tradizionale non è che la mamma stava sempre appiccicata al figlio fino a che non andava a scuola, sovente e volentieri erano lasciati in cortile sotto l'occhio di un adulto che poteva anche essere un nonno o una zia. In fondo, la concezione è uguale, alla fine il risultato non cambia se si vive ponendo attenzione ai cambiamenti dell'ambiente.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 15:11:14 pm
io si, e io penso che starebbe meglio stare acasa a sferuzzare, penso sempre che sarbbe tanto felice e sereno.
Lavoro in parte a casa e ne sono felicissimo. Orari flessibili, libertà, più tempo per leggere. L'idea che la donna debba sferruzzare rientra negli stereotipi da Mulino Bianco ancora associati al ruolo di casalinga, come pure la convinzione che sia più interessante passare il tempo tra faldoni e scaffali, o alla cassa di un supermercato.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 15:26:29 pm
Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 13, 2014, 15:31:20 pm
Lucia...

Il figlio... Beh... Comprendo.
Ma un conto è vivere l'assurdità della guerra in prima persona. Al freddo, nell'acqua, sotto i colpi del nemico... affamati e feriti...
Un conto e restare "a preoccuparsi" a casa, al caldo, dormendo in un letto, mangiando.

Su amante e marito preferisco soprassedere...



La mattina del cinque di_agosto,
Si muovevano le truppe italiane
Per Gorizia, le terre lontane.
E dolente ognun si parti.

Sotto l'acqua che cadeva_al rovescio,
Grandinavano le palle neniche;
Su quei monti, colline e gran valli,
Si moriva dicendo cosi :

O Gorizia, tu sei maledetta,
Per ogni cuore che sente conscenza;
Dolorosa ci fu la partenza
E_il ritorno per molti non fu.

O vigliacchi che voi ve ne state,
Con le mogli sui letti di lana,

Schernitori di noi carne_umana,
Questa guerra ci_insegna_a punir.

Voi chiamate il campo d'onore,
Questa terra di la dei confini
Qui si muore gridando "Assassini !
Maledetti sarete un di.

Cara moglie, che tu non mi senti
Raccomando ai compagni vicini
Di tenermi da conto i bambini,
Che io muoio col suo nome nel cuor.


O Gorizia, tu sei maledetta,
Per ogni cuore che sente conscenza;
Dolorosa ci fu la partenza
E_il ritorno per tutti non fu.

N:B. questa canzone fu proibita fino agli anni '50 avanzati
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 15:33:11 pm
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?

Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 15:36:01 pm
Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.
Quoto alla lettera. Gli uomini lo stanno imparando, quando lo capiranno le donne?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 15:43:18 pm
Chi ha detto che sia un sacrificio?
Ci sono donne che non vogliono saperne di asili nido e affini. E' un'opinione senz'altro gradita.
Perché la donna dovrebbe lavorare part time se potesse evitarlo? Per scacciare la noia? Per sentirsi qualcuno?

uhmm.. allora non ho capito cosa vuoi dire.

Io ti dico che ho visto invidia nell'uomo che faceva carriera, un velo di invidia (che sono convinta non avrebbe mai esternato a sua moglie) per il fatto che la sua carriera gli impediva un contatto continuo con i bambini.

In sostanza il meccanismo è stato questo per consentirle di fare la donna tradizionale lui si è dovuto alienare una parte di realizzazione (i figli).

Tu mi riporti sempre il discorso "alle donne che non vogliono asili nidi, alle donne che stanno benissimo a casa, alle donne che non si annoiano a casa". Dell'uomo, di quel che vorrebbe realmente l'uomo te ne frega qualcosa?

Io ho risposto alla domanda de IlMarmocchio. Chi si chiede se l'uomo emancipato è felice?

Secondo me non certo chi continua a porsi interrogativi sul fatto che la donna è felice quando si occupa dei bambini continuando ad alimentare quel binomio donna/bambini inscindibile per cui la felicità della donna e la felicità dei minori sono un tutt'uno.

Se puta caso un uomo stesse bene a casa ad occuparsi dei figli e a fare un lavoro da casa mentre la donna lavora? Ce ne sono eh..

Questo per esempio è il caso di Ettore Panella che sostiene il MFPG. Il suo caso è così e la modernità gli ha consentito di non dover fare un lavoro alienante per poter portare a casa il necessario per far studiare i figli, perché la moglie collabora a questi oneri economici.

Ma comunque non sono i soli.

Il lavoro oggi è necessario. Ha ragione Lucia quando dice che servono i soldi, non puoi più produrre direttamente il necessario per i tuoi figli, anche perché spesso sono beni immateriali, studi, libri, sport, et similia.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 13, 2014, 15:47:00 pm
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.
iihhhhh

ti sei arresa subito?
non avevi messo in conto un 'certo modo guardingo' di porsi dei vari componenti?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Angelo - Novembre 13, 2014, 15:48:33 pm
Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Magari una soluzione in cui lei continuava a lavorare  part time per esempio e lui avesse rinunciato alla scalata dei vertici dello studio per consentire ad entrambi di godere maggiormente dei figli sarebbe stata una cosa più saggia e più equilibrata per entrambi o no?

E ovviamente però in quel caso l'ausilio di un asilo per qualche ora sarebbe stato necessario.

Guarda che anche nei tempi della donna tradizionale non è che la mamma stava sempre appiccicata al figlio fino a che non andava a scuola, sovente e volentieri erano lasciati in cortile sotto l'occhio di un adulto che poteva anche essere un nonno o una zia. In fondo, la concezione è uguale, alla fine il risultato non cambia se si vive ponendo attenzione ai cambiamenti dell'ambiente.

Rita, purtroppo il mondo che vogliono imporre in Italia non prevederà nessun quadro come quello da te descritto. Omosessualisti, filoatlantisti, pro gender, liberali vari, la maggior parte dei prof. universitari, femministe, femministi, media prezzolati, giornalisti prezzolati, scrocconi di stato, affaristi, mercenari, spie, in sintesi "a munnezz ra munnezz ra sfaccimm ra munnezz ra ggent" *** non permetteranno più che esista quell'immagine da te descritta.
Prima si capirà la quantità di gente che lavora a favore di quel progetto e come lavora e meno possibilità ci saranno, per loro, di "riciclarsi" e di rifarsi una verginità. Una Lunacek sarà sempre una Lunacek. E se una come lei lavora per la mia "estinzione", io lavoro per la sua.

*** il peggio del peggio del peggio dei peggiori esseri umani.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: zagaro - Novembre 13, 2014, 15:52:34 pm
Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.

ci sta una domanda a cui non abbiamo saputo rispondere mai.

come si costruisce il mio io?

io non fatto il lavoro per cui ho studiato, la vita mi ha aggredito da subito.
ma come si dice nelle Isole Spitzbergen 'di necessità ho dovuto far virtù'

certamente anch'io farei a cambio del mio lavoro per un vitalizio, e mi domando allora perchè non dovrebbe farlo anche mia moglie?
siamo essere che viviamo anche di relazione con gli altri
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Warlordmaniac - Novembre 13, 2014, 15:56:41 pm
la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.

Puoi spiegare meglio?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 13, 2014, 16:02:18 pm
ci sta una domanda a cui non abbiamo saputo rispondere mai.

come si costruisce il mio io?

io non fatto il lavoro per cui ho studiato, la vita mi ha aggredito da subito.
ma come si dice nelle Isole Spitzbergen 'di necessità ho dovuto far virtù'

certamente anch'io farei a cambio del mio lavoro per un vitalizio, e mi domando allora perchè non dovrebbe farlo anche mia moglie?
siamo essere che viviamo anche di relazione con gli altri

Cumpà... Mica me ne starei da solo. Mi comprerei un camper e girerei il mondo con la mia compagna. Ti verrei a trovare...

Come ho costruito il mio io?

L'ho preso in quel posto tante di quelle volte che ho dovuto imparare a schiviarli.
Come tutti, credo.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Novembre 13, 2014, 16:09:45 pm
Ragazzi però non dimentichiamo un piccolissimo particolare.. Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.

Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.

Detto ciò se mi diceste "vai a lavorare dalle 9 alle 17 in ufficio" io piuttosto mi faccio golfo dei poeti a nuoto.  Infatti io non conosco nessuna donna che sia felice di stare lontana dalla propria famiglia a fare buste paga, ad esempio.

Quando anche io avuto lo stesso bombardamento mediatico del "è possibile fare la carriera e avere dei figli" mi sono detta anche no, piuttosto l'eremitaggio in qualche montagna.
Così ho pensato.. E provato ad omologarmi a fare dei lavori del piffero, che mi debilitavano ma che almeno mi lasciavano tempo per stare con mia figlia.
Poi finalmente ho trovato la possibilità di lavorare senza che il lavoro stesso mi prevaricasse.

A me piace camminare, mi piace visitare posti e luoghi ed è una cosa che ho sempre fatto: quindi perché non diventare una guida?
Non sono ricca, ma un pochino di soldini entrano anche così.

Non so se io sia emancipata o meno: ma sono almeno contenta.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 16:17:19 pm
Citazione da: Rita
quando si occupa dei bambini continuando ad alimentare quel binomio donna/bambini inscindibile per cui la felicità della donna e la felicità dei minori sono un tutt'uno.
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro. Come si vede in culture extraeuropee, la famiglia felice è un centro di vita sociale, un luogo dal clima conviviale, non una lavanderia né una nursery.
Citazione da: Rita
Dell'uomo, di quel che vorrebbe realmente l'uomo te ne frega qualcosa?
Eccome: ho risposto poco più sopra sul mio personale stile di vita. Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?
Riguardo al part time: i ruoli familiari dell’uomo e della donna sono fungibili? E’ sufficiente ripartire i compiti al 50% ciascuno, come impone l’eurocrazia per i ‘congedi di paternità’?
Citazione da: Artemisia
Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.
Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.
Infatti.
Citazione da: Artemisia
Infatti io non conosco nessuna donna che sia felice di stare lontana dalla propria famiglia a fare buste paga, ad esempio.
Meno male, in molti casi non è così.
Citazione da: Artemisia
Quando anche io avuto lo stesso bombardamento mediatico del "è possibile fare la carriera e avere dei figli" mi sono detta anche no, piuttosto l'eremitaggio in qualche montagna.
Così ho pensato.. E provato ad omologarmi a fare dei lavori del piffero, che mi debilitavano ma che almeno mi lasciavano tempo per stare con mia figlia.
Poi finalmente ho trovato la possibilità di lavorare senza che il lavoro stesso mi prevaricasse.
Quoto al 100%. Il problema non è il lavoro in sé, ma l'idolatria della carriera e l'orrore per la vita familiare.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Warlordmaniac - Novembre 13, 2014, 16:31:05 pm
La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.

Concordo nel pensare che la monogamia non è affatto una femminilizzazione ma una semplice necessità di alcuni uomini.

Non sono d'accordo sul fatto, invece, che la maggior parte degli uomini non compete. Non possiamo dirlo. La competizione è sublimata nello sport ed è rimasta, in maniera apparentemente civile, nel lavoro. In politica, ad esempio, abbiamo un mix di entrambe le cose: lavoro e sport, cioè guadagno e fama riconosciuta. E' un mix micidiale dove partendo con dei valori, si cresce politicamente negandoli e rimanendo invischiati nell'ingordizia. Non è un caso che gli uomini sono nettamente più delle donne nella politica (anche se queste ultime sono tremendamente avvantaggiate per motivi di marketing e di regime).
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 16:43:38 pm
Puoi spiegare meglio?

Prendi i cervidi tanto per fare un esempio.
I cervi devono competere con gli altri maschi per tenerli lontani dall'harem delle loro femmine e sono sensibilmente più grandi e più forti  delle femmine (e devono pure portare sto popo' di palco di corna in testa che pesa non poco e che le femmine non hanno)
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 13, 2014, 16:53:24 pm
Ragazzi però non dimentichiamo un piccolissimo particolare.. Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.

Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.
.....


Per come è strutturata la società oggi, è impensabile che una donna non lavori. Io, perlopiù, sono assolutamente favorevole. Il punto è che il femminismo non ha liberato nulla, ma ha semplicemente reso doppiamente schiava la donna che desidera avere figli ed una famiglia.
Poi le femministe posso dire quello che vogliono, ma la donna non potrà mai svolgere tutti quei mestieri tipicamente maschili. Ecco perchè la pretesa di avere pari retribuzioni e pari "peso sociale" sono solo l'ennesimo stupido capriccio femminista.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Warlordmaniac - Novembre 13, 2014, 16:54:51 pm
Prendi i cervidi tanto per fare un esempio.
I cervi devono competere con gli altri maschi per tenerli lontani dall'harem delle loro femmine e sono sensibilmente più grandi e più forti  delle femmine (e devono pure portare sto popo' di palco di corna in testa che pesa non poco e che le femmine non hanno)

Quindi è la differenza fisica tra il maschi o la femmina. Molto interessante.

Da wiki:

Il dimorfismo ha principalmente la funzione di attrarre l'altro sesso: è infatti tipico di animali poligami, dove durante la stagione degli amori i maschi duellano per la conquista di un territorio. In animali monogami, infatti, viene sacrificata la possibilità di avere progenie più numerosa in favore di uno sforzo congiunto per l'allevamento della prole: essendo il partner fisso, le strutture per la difesa dell'harem divengono inutili.
Tuttavia, sembra che le caratteristiche sviluppate dai maschi per attrarre le femmine li rendano svantaggiati rispetto a queste ultime, poiché a causa dei colori sgargianti sono facilmente localizzabili dai predatori ed a causa delle lunghe penne o degli speroni sono molto più lenti ed impacciati nella fuga: ma allora perché un animale evolve caratteristiche superflue, o peggio dannose? La teoria che si occupa di questa questione è la teoria della disabilità: pare che per un organismo vivente il successo riproduttivo conta più della sopravvivenza dell'individuo, e quindi non è importante che un maschio di fagiano comune viva meno della metà di una femmina della stessa specie, se questo gli permette di lasciare quanta più progenie possibile.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 17:28:29 pm
Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?

Ma se non sanno neanche gli uomini cosa vogliono dalle donne.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 17:35:14 pm
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro. Come si vede in culture extraeuropee, la famiglia felice è un centro di vita sociale, un luogo dal clima conviviale, non una lavanderia né una nursery..

però torniamo sempre all'ambiente. Mi parli del passato, delle culture extraeuropee, di cortili e campagne.
Oggi abitiamo mediamente in città e in appartamenti.

 
Citazione
Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?

non mi continuare a porre l'esempio delle donne che "vivono per il lavoro" perché questa è l'aberrazione dei nostri tempi, ma non toglie il fatto che il lavoro sia stata sempre una peculiarità di entrambi i sessi seppure in misura diversa, e anche il lavoro che non ti faceva stare al centro della vita familiare. Perlomeno da cent'anni a questa parte.

Se OGGI far stare a casa una donna comporta che tu ti debba sbattere 12 ore al giorno al lavoro (e guarda che questo processo è proprio iniziato all'epoca d'oro delle casalinghe, sai quanti uomini oggi ottantenni conosco che facevano il doppio lavoro con la moglie a casa, sicuramente impegnata e più occupata di quanto farebbero oggi mediamente le casalinghe in un appartamento in città?) vanno bene anche i congedi di paternità facoltativi IMHO, così ognuno decide se è più conveniente che se lo prenda la moglie o il marito. Il punto qui è prendersi ognuno le proprie responsabilità
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 17:42:38 pm
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro.

Non ci capiamo proprio. Altro cosa? Una volta si dedicava a tantissime attività come cucinare, pulire le verdure, cucire, filare, tessere, etc. Oggi si dedicherebbe allo studio. Bene.

E intanto il marito che fa? Lavora in fabbrica, in ufficio o ad asfaltare strade. Certo anche lui avrà i vantaggi della tecnologia e asfaltare strade o lavorare in fabbrica oggi è meno gravoso di cinquant'anni fa... ma comunque ha sempre la parte peggiore.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 18:21:46 pm
Non ci capiamo proprio. Altro cosa? Una volta si dedicava a tantissime attività come cucinare, pulire le verdure, cucire, filare, tessere, etc. Oggi si dedicherebbe allo studio. Bene.

E intanto il marito che fa? Lavora in fabbrica, in ufficio o ad asfaltare strade. Certo anche lui avrà i vantaggi della tecnologia e asfaltare strade o lavorare in fabbrica oggi è meno gravoso di cinquant'anni fa... ma comunque ha sempre la parte peggiore.
Facciamo esempi concreti. Una famiglia dove entrambi i coniugi lavorano ha parecchi problemi a crescere anche 1-2 figli, perché i genitori tornano entrambi la sera tardi. E' una non-famiglia.
L'anatomia stessa dovrebbe farci capire che i congedi di paternità eurocratici sono contro natura (pochissimi ne usufruiscono, come mai? Tutti uomini egoisti e donne oppresse?) e che il ruolo familiare della donna, lavatrici o non lavatrici, bimbi appiccicati o meno, è preminente.
Anche in città (come ho constatato) è possibile creare un clima conviviale, abitato da esseri umani, non un dormitorio spopolato dalle 9 alle 20.
Quanto al leggere il libro in casa: una mia conoscente ha approfittato del suo tempo libero per scrivere un libro (contro il femminismo). Meglio che lavorare in un centralino, no?
Ma poi, perché tutto questo apparato di treni pendolari, asili nido, congedi, figli portati al lavoro? Per reale necessità economica o perché a casa la donna si annoia? Magari anche per abbassare i salari e favorire la denatalità?
Si può teorizzare quanto si vuole, ma le famiglie più felici, con meno stress e meno tensioni, sono quelle dove almeno la donna ha tempo da dedicare al focolare. Quanto alle culture extraeuropee, sono comunità che vivono in Europa. E in città.

Al di là di tutte le teorie, resta l'impressione di fondo che per le donne italiane la famiglia sia una rogna, il lavoro casalingo quasi un torto, e che gli uomini dovrebbero fare i mammi. Ma allora, come mai non ci sono mammi nelle fabbriche dei sogni, che sono lo specchio fedele dei desideri femminili? Perché quando si ritraggono idilliaci quadretti familiari la donna non è una general manager?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Rita - Novembre 13, 2014, 18:40:38 pm
Facciamo esempi concreti: chi lavora in città molto spesso ci vive. Io sono l'unica pendolare nel mio ufficio gli altri o rientrano a casa in pausa pranzo o alle cinque sono a casa. Conosco molte famiglie che sono famiglie in cui entrambi lavorano. Conosco famiglie in cui il padre faceva i turni e guardava i bambini quando faceva il mattino per esempio. Tu, se non ricordo male hai parlato di città del  Nord Europa che sperimentano il lavoro vicino a casa. Ora in molti paesi del Nord Europa ci sono i congedi di paternità oltre che quelli di maternità e asili nido. Non è che significa che la maggior possibilità di scelta ha fatto emergere i ruoli naturali più della situazione in cui un uomo e' costretto a farsi interamente carico della parte economica?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 13, 2014, 18:55:38 pm
Come mai in quei paesi del Nord Europa la donne (anche il 30%) vogliono fare le casalinghe? Cos'ha il lavoro di così affascinante per una donna, e la vita familiare di così repellente? Nella maggior parte dei casi è una questione di necessità, ma ho il fondato dubbio che il costoso apparato degli asili nido serva spesso a soddisfare la vanità delle donne. Scrivi su Vogue che fare la galoppina in un'azienda è glamour e lei obbedisce (infatti negli anni '50 si scriveva l'opposto).

Certo, se vai a chiederlo per esempio a una donna-pugile, ti dice che non si occuperebbe mai di marmocchi rinunciando alla sua "passione". Liberissima. Ma difficilmente un uomo la sposerebbe.

Mi pare che siamo diventati un po' ripetitivi, per il momento non ho altro da aggiungere.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 13, 2014, 19:34:32 pm
si, sei abbastanza ripetitivo, forse guardi troppo Tv, pugilesse, iene, vogue e altre cose.

Si può benissimo amare il lavoro e la famiglia.

Se avessi potuto fare l'impressa che volevo 4 anni fa, avrei potuto dare col tempo un lavoro al mio figlio. Come casalinga non posso dargli nessun modello di vita.
Prima o poi saremmo dei mendicanti
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Dottor Zero - Novembre 13, 2014, 19:59:15 pm
Una donna può essere felice solamente se ha accanto a sé un uomo che la ama profondamente e che le riempie tutti i bachi emotivi, altrimenti non sarà mai felice, anche col miglior lavoro del mondo.
Questa non è la mia opinione ma la pura verità.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 14, 2014, 06:55:31 am
Ragazzi però non dimentichiamo un piccolissimo particolare.. Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.


Ma è proprio questo il bello della vostra emancipazione!
:-)

L'aver dimezzato il valore di salari e stipendi.

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Artemisia Gentileschi - Novembre 14, 2014, 07:47:04 am
Ma è proprio questo il bello della vostra emancipazione!
:-)

L'aver dimezzato il valore di salari e stipendi.

Io di economia non so niente, però da una decina d'anni vedo gente che perde il lavoro, aziende che chiudono o che si trasferiscono all'estero. Mi sa che non è più il femminismo ad essere il diretto responsabile di un'economia ormai strozzata.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 14, 2014, 08:41:06 am
Io di economia non so niente, però da una decina d'anni vedo gente che perde il lavoro, aziende che chiudono o che si trasferiscono all'estero. Mi sa che non è più il femminismo ad essere il diretto responsabile di un'economia ormai strozzata.

Occhio a non mescolare problemi diversi.

La crisi economica è una cosa il tentativo di abbassare il costo del lavoro da parte delle imprese, incoraggiando iniziative volte ad agevolare immigrazione e inserimento delle donne nel mondo del lavoro è un'altra cosa.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 14, 2014, 09:11:56 am
Certo, per quello si vive meglio nei ultimi decenni in Italia perché l'emancipazione femminile ha fatto abbassare il costo del lavoro.  :doh:


Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: vnd - Novembre 14, 2014, 10:22:03 am
Certo, per quello si vive meglio nei ultimi decenni in Italia perché l'emancipazione femminile ha fatto abbassare il costo del lavoro.  :doh:

Lucia.... Tu non ti rendi conto delle assurdità che, certe volte, scrivi. vero?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 14, 2014, 13:31:21 pm
Lucia.... Tu non ti rendi conto delle assurdità che, certe volte, scrivi. vero?

perché tu ti rendi conto delle assurdità che certe volte scrivi.
1.Se il lavoro femminile avesse impoverito la gente il paese sarebbe più povero oggi che prima dell'emmancipazione femminile..

2. Sempre le donne hanno prevalso numericamente in certi ambiti di lavoro: maestre. infermiere, babysitter, badanti, ambiti di creazione/cura di vestiti, preparazione alimenti. Infatti si è osservato che in una società libera le donne tendono a occuparsi di attività prevalentemetne femminili e gli uomini di quelli maschili. Perché nessuno ci impone i nostri interedsi, se non la natura stessa.
Le donne in maggioranza non occupano spazi maschili.

3. E quelle che occupano ambiti che potrebbero essere anche maschili ma anche femminili  sono brave, resistono alla concorrenza, anche senza quote rosa
E questo è il libero mercato, vinca il migliore
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Alberto1986 - Novembre 14, 2014, 23:32:32 pm
.....

3. E quelle che occupano ambiti che potrebbero essere anche maschili ma anche femminili sono brave, resistono alla concorrenza, anche senza quote rosa
E questo è il libero mercato, vinca il migliore


Esempi?  :rolleyes:
Ma quale vinca il migliore?!!  :doh: Guarda che le donne per fare determinati mestieri prettamente maschili, godono di enormi vantaggi, agevolazioni, facilitazioni e privilegi. Pensa alla soldatessa, alla poliziotta, alla carabinieressa, alla guardia giurata donna, ecc. ecc. Per non parlare di tutti quei mestieri da cui voi donne vi tenete ben alla larga. Altro che vinca il migliore... :rolleyes:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 15, 2014, 00:10:31 am
Una cosa c'è ancora da dire: con la testa le donne pretendono parità, carriera, congedi di paternità ma col cuore continuano a sognare un uomo di diversa condizione sociale: direttore, titolare di cattedra...
Le fabbriche dei sogni (e l'esperienza) sono lì a dimostrare che Cenerentola -oggi Pretty Woman- non è cambiata (minuto 18:50):
Perché nel film lei non si mette con un interprete come lei, o un netturbino?
Si dirà: un film non è la realtà, tante mie amiche sono sposate col collega.
Può essere. Ma i film sono uno specchio fedele dei desideri del pubblico, e moltissime donne restano sole anche perché vivono di illusioni: non si può trovare un dirigente per ogni laureata sulla faccia della terra. Avete mai visto un'infermiera sposata con un portantino? O una donna delle pulizie con un bidello? Io no.
Le più belle che riescono nell'intento, scoprono che gli Alfa-plus si rivelano pessimi uomini, innamorati di se stessi e che cambiano amante come un calzino.
Quelle che si accontentano, spesso non hanno un'intesa facile col marito, perché fanno continui confronti col loro ideale.
Sarebbe interessante sentire il parere degli altri uomini: vi trovate (nei fatti) più a vostro agio con una della vostra condizione? Quale donna trovate più seducente, più femminile con voi? Quali ci "provano" e a quali piacete di più? La vostra donna ideale è una dirigente d'azienda?
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 15, 2014, 01:28:56 am
Sarebbe interessante sentire il parere degli altri uomini: vi trovate (nei fatti) più a vostro agio con una della vostra condizione? Quale donna trovate più seducente, più femminile con voi? Quali ci "provano" e a quali piacete di più? La vostra donna ideale è una dirigente d'azienda?

Diciamo che prima del mio matrimonio la mia donna ideale era:
Femminile, calda, sensibile, intelligente, con un lavoro femminile e colto che non la impegnasse troppo: traduzione - maestra o professoressa. Anche bella, OK, ma al primo posto c'erano la femminilità, la passione, l'intelligenza, la cultura ed uno stile di vita rilassato e rilassante.

Oggi al primo posto metto la stupidità: mi sono parzialmente salvato esclusivamente perché mia moglie, pur essendo colta, era indecisa e non era un'aquila. La stupidità di una donna è l' unica garanzia di salvezza per il suo uomo. L'ideale sarebbe una con un QI sotto i 90, possibilmente molto bella e pure ninfomane, ignorante come una capra, ma per nulla maleducata: avendo già due figli, non intendo farne altri, quindi il suo basso QI non influenzerà la mia progenie ma mi renderà libero e rilassato. Essendo stupida non mi può fregare, essendo ignorante non conosce neppure le leggi misandriche. Appena rompe le scatole, gli faccio due sorrisi, due moine, e fuori dalle balle!!!  ;)
In eccesso di QI nelle candidate, meglio solo. Tanto ogni tanto da scopare lo trovo lo stesso... ;)
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 15, 2014, 08:20:52 am
Esempi?  :rolleyes:

Siamo partiti dall'esempio di Artemisia che fa la guida turistica. Non ha rubato il lavoro di un uomo, semplicemente è altrettanto valida come guida se non di più di altri suoi colleghi.
Ma cosi è anche nella ricerca, nell'insegnamento (particolarmente in quello universitario dove lo studente può scegliere, ma non solo),
Nell'aprire e mantenere un'impressa.
Nel fare l'avvocato, medico, cameriera
etc.

Citazione
Ma quale vinca il migliore?!!  :doh: Guarda che le donne per fare determinati mestieri prettamente maschili, godono di enormi vantaggi, agevolazioni, facilitazioni e privilegi. Pensa alla soldatessa, alla poliziotta, alla carabinieressa, alla guardia giurata donna, ecc. ecc. Per non parlare di tutti quei mestieri da cui voi donne vi tenete ben alla larga. Altro che vinca il migliore... :rolleyes:
infatti, non parlavo di mestieri prettamente maschili, quindi, non vi ha rubato nessuno il lavoro.
Le donne che fanno spontaneamente mestieri prettamente maschili sono una minoranza esigua.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Frank - Novembre 15, 2014, 08:42:20 am

Esempi?  :rolleyes:
Ma quale vinca il migliore?!!  :doh: Guarda che le donne per fare determinati mestieri prettamente maschili, godono di enormi vantaggi, agevolazioni, facilitazioni e privilegi. Pensa alla soldatessa, alla poliziotta, alla carabinieressa, alla guardia giurata donna, ecc. ecc. Per non parlare di tutti quei mestieri da cui voi donne vi tenete ben alla larga. Altro che vinca il migliore... :rolleyes:

Tanto puoi pure spiegarglielo in arabo o in cinese...
Parlare con Lucia o con un muro è la stessa cosa.


Citazione
Pensa alla soldatessa, alla poliziotta, alla carabinieressa, alla guardia giurata donna, ecc. ecc.

Proprio così.
http://antifeminist.altervista.org/analisimedia/australia_polizia.htm
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Frank - Novembre 15, 2014, 08:58:48 am
infatti, non parlavo di mestieri prettamente maschili, quindi, non vi ha rubato nessuno il lavoro.
Le donne che fanno spontaneamente mestieri prettamente maschili sono una minoranza esigua.

Proprio sicura che molte di queste donne non rubino il lavoro ad altrettanti uomini...?
Un esempio.
(Trattasi di un poliziotto che attualmente presta servizio a Verona, un amico di due miei amici, ma non amico mio).

Citazione
«Promemoria del concorso 1600 Allievi Agenti 2010/11 della polizia di
stato. Il promemoria riguarda le prove psicoattitudinali svoltesi nel
mese di Luglio 2011. Ogni giornata prevedeva un gruppo di 60 persone
circa, questo resoconto quindi tiene conto dall’esperienza personale di
uno solo di questi gruppi, pur rimanendo identiche le modalità e tempi
di svolgimento.

1. Prove di efficienza fisica differenziate tra uomini e donne: La prova
di corsa è risultata alquanto dubbia, in quanto gran parte delle donne
mostravano una manifesta impreparazione atletica, constatabile anche
visivamente a causa della forma fisica sicuramente non rientrante nei
canoni del peso forma.

Molte di loro, pur dovendo affrontare la prova dei 1000m piani in 4’45” a
differenza dei colleghi uomini che avevano in limite in 4’15”
,non hanno tenuto
sicuramente un passo idoneo per il superamento della prova. Nessuna di
loro è risultata non idonea alla prova, considerando che solo una decina
di candidate hanno dimostrato una preparazione idonea.
Molte delle
suddette, si sono anche permesse di insultare i candidati maschili
mentre osservavano le prove, in quanto alle donne era stato concesso di
partire per prime, in previsione del fatto che la prova si sarebbe poi
prolungata nelle ore più calde della giornata. (E’ da considerare che chi
aveva già sostenuto la prova poteva osservare le altre batterie della
corsa stando seduto sotto un gazebo all’ombra attrezzato per
l’occasione).
Si potrebbe anche ragionare sul fatto che la migliore
delle candidate femminili non sarebbe rientrata nel tempo minimo dei
candidati maschili, in quanto classificatasi prima con 4’18”.
Il salto in alto ha visto scartati 3 uomini e 0 donne. Altezza prevista per le donne 90cm. Altezza prevista per gli uomini 110cm. Per chi è un minimo esperto del settore,
capirà come 20 cm possano fare la differenza in uno sport di questo
tipo.


Per quanto riguarda le prove di forza invece, sollevamento alla sbarra e
piegamenti, risultano un mistero in quanto le prove femminili si sono
“tenute esclusivamente a porte chiuse”, a differenza di quelle maschili
ovviamente di pubblico dominio.


A prescindere dal fatto che ritengo che sostenere una prova sotto lo
sguardo di un pubblico che ti osserva sia completamente diverso dal
sostenerlo in separata sede al riparo da sguardi “indaganti” magari di
un sesso opposto al nostro. Mi sembra obbligatorio riportare per
ammissione di alcune candidate stesse, che le donne sono state agevolate
nell’espletamento delle prove di forza.

1. Gli esaminatori aiutavano le donne sostenendole sui fianchi durante i
sollevamenti alla sbarra, ed era loro concesso lo stacco con slancio
da terra per effettuare la prima trazione. (Donne 2 trazioni per
superamento. Uomini 5 trazioni per superamento)
2. Gli esaminatori contavano con estrema
sufficienza il numero massimo di piegamenti alle donne.
(10 flessioni per le donne. 15 flessioni per gli uomini).

Prove di accertamento fisico:
Anche qui la disparità di trattamento è emersa violentemente fin dai
primi momenti, in quanto alle candidate ci si riferiva con “donne” ai
candidati con l’appellativo di “maschietti”. Le dottoresse che poi
esaminavano gli aspiranti per la valutazione medica generale della
vista, peso altezza, patologie generali, erano definite dalle candidate
stesse “acide”. Si dimostravano infatti scortesi ed arroganti, prive del
tutto di tatto e professionalità. Va considerato inoltre che alle donne
chiaramente è stata concessa una commissione medica del tutto
femminile, mentre agli uomini una commissione mista composta per lo più
dalla commissione femminile con l’aggiunta di un collega maschile.»
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 15, 2014, 09:48:54 am
Tanto puoi pure spiegarglielo in arabo o in cinese...
Parlare con Lucia o con un muro è la stessa cosa.

wow quanta piacere parlare male di Lucia!!! :italia2:

Non parlavo di privileggi o di quote rosa.

Ho dato gli esempi di lavori dove non importa se sei donna o uomo. Se non capisci te lo spiego in ungherese.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: TheDarkSider - Novembre 15, 2014, 11:19:41 am
Diciamo che prima del mio matrimonio la mia donna ideale era:
Femminile, calda, sensibile, intelligente, con un lavoro femminile e colto che non la impegnasse troppo: traduzione - maestra o professoressa. Anche bella, OK, ma al primo posto c'erano la femminilità, la passione, l'intelligenza, la cultura ed uno stile di vita rilassato e rilassante.

Oggi al primo posto metto la stupidità: mi sono parzialmente salvato esclusivamente perché mia moglie, pur essendo colta, era indecisa e non era un'aquila. La stupidità di una donna è l' unica garanzia di salvezza per il suo uomo. L'ideale sarebbe una con un QI sotto i 90, possibilmente molto bella e pure ninfomane, ignorante come una capra, ma per nulla maleducata: avendo già due figli, non intendo  farne altri, quindi il suo basso QI non influenzerà la mia progenie ma mi renderà libero e rilassato. Essendo stupida non mi può fregare, essendo ignorante non conosce neppure le leggi misandriche. Appena rompe le scatole, gli faccio due sorrisi, due moine, e fuori dalle balle!!!  ;)
In eccesso di QI nelle candidate, meglio solo. Tanto ogni tanto da scopare lo trovo lo stesso... ;)
Quoto, nella donna cerco una certa stupidita' o sprovvedutezza che la rende inoffensiva e molto piu' femminile ;)

EDIT
Per evitare fraintendimenti, e' ovvio che non deve essere una capra totale, il punto e' che non ritengo importante la cultura o il QI in una donna: quando voglio una conversazione interessante non cerco certo una donna :lol:
Una donna mi riempie la vita per la sua femminilita', la sua sensibilita', il suo senso materno, ecc. oltre ovviamente al suo corpo e alla sua libido nel letto, questo ca va sans dire...
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Frank - Novembre 15, 2014, 12:01:58 pm
Ho dato gli esempi di lavori dove non importa se sei donna o uomo. Se non capisci te lo spiego in ungherese.

Va bene pure in aramaico.
...
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 15, 2014, 13:41:58 pm
Quoto, nella donna cerco una certa stupidita' o sprovvedutezza che la rende inoffensiva e molto piu' femminile ;)

EDIT
Per evitare fraintendimenti, e' ovvio che non deve essere una capra totale, il punto e' che non ritengo importante la cultura o il QI in una donna: quando voglio una conversazione interessante non cerco certo una donna :lol:
Una donna mi riempie la vita per la sua femminilita', la sua sensibilita', il suo senso materno, ecc. oltre ovviamente al suo corpo e alla sua libido nel letto, questo ca va sans dire...

Il QI è importante solo se ci devi fare dei figli, altrimenti è dannoso.
Mai trovato donne "sensibili": io sono una persona sensibile, le donne hanno delle manie di controllo, molto differente.
La sensibilità è capire lo stato d'animo del partner ed adattarsi con dolcezza alla situazione, sapere quando parlare e quando stare zitti, sapere quali argomenti toccare e quali no. Io non ho mai trovato una donna che si confacesse a questa descrizione: se hai dei problemi ti cagano il cazzo e ti sottopongono ad un interrogatorio, oppure se ne fregano altamente perché prese dai loro problemi. La differenza principale tra un uomo e una donna è che spesso l'uomo non si accorge dei problemi della compagna, ma se lei glielo dice, lui diventa molto collaborativo (ma ovviamente lei non glielo dice di solito) - una donna invece se ne accorge e ti da' addosso, anche perché di solito esprime un giudizio senza neppure provare prima a capire quello che ti sta accadendo.
No, per me deve essere proprio ignorante come una capra: la laureata "sensibile" l'ho già avuta e quanto alla sua capacità di conversazione, alla sua cultura e soprattutto alla sua sensibilità, questa è la mia conclusione:

(http://memecrunch.com/meme/DRHG/dictator-women-school/image.png)
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Novembre 15, 2014, 14:21:45 pm
 :D però neanche le donne cercano la cultura nei uomini, ma altre cose, vedi i geni solitari che non le volevano le donne.





Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Frank - Novembre 15, 2014, 15:42:32 pm
Il QI è importante solo se ci devi fare dei figli, altrimenti è dannoso.
Mai trovato donne "sensibili": io sono una persona sensibile, le donne hanno delle manie di controllo, molto differente.
La sensibilità è capire lo stato d'animo del partner ed adattarsi con dolcezza alla situazione, sapere quando parlare e quando stare zitti, sapere quali argomenti toccare e quali no. Io non ho mai trovato una donna che si confacesse a questa descrizione: se hai dei problemi ti cagano il cazzo e ti sottopongono ad un interrogatorio, oppure se ne fregano altamente perché prese dai loro problemi. La differenza principale tra un uomo e una donna è che spesso l'uomo non si accorge dei problemi della compagna, ma se lei glielo dice, lui diventa molto collaborativo (ma ovviamente lei non glielo dice di solito) - una donna invece se ne accorge e ti da' addosso, anche perché di solito esprime un giudizio senza neppure provare prima a capire quello che ti sta accadendo.

Idem, neppure io ho mai conosciuto né visto donne "sensibili", nel vero senso della parola.
Anzi, come hai giustamente sottolineato, di solito son gli uomini a dimostrarsi molto più sensibili verso l'altro sesso.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: COSMOS1 - Novembre 15, 2014, 17:04:27 pm
Proprio sicura che molte di queste donne non rubino il lavoro ad altrettanti uomini...?
Un esempio.
(Trattasi di un poliziotto che attualmente presta servizio a Verona, un amico di due miei amici, ma non amico mio).


 :cool:
molto, molto istruttivo!!!
 :clapping:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Duca - Novembre 16, 2014, 00:38:38 am
Il salto in alto ha visto scartati 3 uomini e 0 donne. Altezza prevista per le donne 90cm
Una nuova specialità atletica, il salto in basso. :lol:

Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Novembre 16, 2014, 01:30:16 am
Proprio sicura che molte di queste donne non rubino il lavoro ad altrettanti uomini...?
Sì, e si prendono tre piccioni con una fava: abbassare gli stipendi, diminuire i matrimoni (poiché le donne sono generalmente attratte dagli uomini di diversa condizione sociale), e complicare la vita alle famiglie.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: ilmarmocchio - Novembre 16, 2014, 09:18:26 am
Proprio sicura che molte di queste donne non rubino il lavoro ad altrettanti uomini...?
Un esempio.
(Trattasi di un poliziotto che attualmente presta servizio a Verona, un amico di due miei amici, ma non amico mio).


io metterei questo post tra i documenti da evidenziare


«Promemoria del concorso 1600 Allievi Agenti 2010/11 della polizia di
stato. Il promemoria riguarda le prove psicoattitudinali svoltesi nel
mese di Luglio 2011. Ogni giornata prevedeva un gruppo di 60 persone
circa, questo resoconto quindi tiene conto dall’esperienza personale di
uno solo di questi gruppi, pur rimanendo identiche le modalità e tempi
di svolgimento.

1. Prove di efficienza fisica differenziate tra uomini e donne: La prova
di corsa è risultata alquanto dubbia, in quanto gran parte delle donne
mostravano una manifesta impreparazione atletica, constatabile anche
visivamente a causa della forma fisica sicuramente non rientrante nei
canoni del peso forma.

Molte di loro, pur dovendo affrontare la prova dei 1000m piani in 4’45” a
differenza dei colleghi uomini che avevano in limite in 4’15”,non hanno tenuto
sicuramente un passo idoneo per il superamento della prova. Nessuna di
loro è risultata non idonea alla prova, considerando che solo una decina
di candidate hanno dimostrato una preparazione idonea. Molte delle
suddette, si sono anche permesse di insultare i candidati maschili
mentre osservavano le prove, in quanto alle donne era stato concesso di
partire per prime, in previsione del fatto che la prova si sarebbe poi
prolungata nelle ore più calde della giornata. (E’ da considerare che chi
aveva già sostenuto la prova poteva osservare le altre batterie della
corsa stando seduto sotto un gazebo all’ombra attrezzato per
l’occasione). Si potrebbe anche ragionare sul fatto che la migliore
delle candidate femminili non sarebbe rientrata nel tempo minimo dei
candidati maschili, in quanto classificatasi prima con 4’18”.
Il salto in alto ha visto scartati 3 uomini e 0 donne. Altezza prevista per le donne 90cm. Altezza prevista per gli uomini 110cm. Per chi è un minimo esperto del settore,
capirà come 20 cm possano fare la differenza in uno sport di questo
tipo.

Per quanto riguarda le prove di forza invece, sollevamento alla sbarra e
piegamenti, risultano un mistero in quanto le prove femminili si sono
“tenute esclusivamente a porte chiuse”, a differenza di quelle maschili
ovviamente di pubblico dominio.

A prescindere dal fatto che ritengo che sostenere una prova sotto lo
sguardo di un pubblico che ti osserva sia completamente diverso dal
sostenerlo in separata sede al riparo da sguardi “indaganti” magari di
un sesso opposto al nostro. Mi sembra obbligatorio riportare per
ammissione di alcune candidate stesse, che le donne sono state agevolate
nell’espletamento delle prove di forza.

1. Gli esaminatori aiutavano le donne sostenendole sui fianchi durante i
sollevamenti alla sbarra, ed era loro concesso lo stacco con slancio
da terra per effettuare la prima trazione. (Donne 2 trazioni per
superamento. Uomini 5 trazioni per superamento)
2. Gli esaminatori contavano con estrema
sufficienza il numero massimo di piegamenti alle donne.
(10 flessioni per le donne. 15 flessioni per gli uomini).
Prove di accertamento fisico:
Anche qui la disparità di trattamento è emersa violentemente fin dai
primi momenti, in quanto alle candidate ci si riferiva con “donne” ai
candidati con l’appellativo di “maschietti”. Le dottoresse che poi
esaminavano gli aspiranti per la valutazione medica generale della
vista, peso altezza, patologie generali, erano definite dalle candidate
stesse “acide”. Si dimostravano infatti scortesi ed arroganti, prive del
tutto di tatto e professionalità. Va considerato inoltre che alle donne
chiaramente è stata concessa una commissione medica del tutto
femminile, mentre agli uomini una commissione mista composta per lo più
dalla commissione femminile con l’aggiunta di un collega maschile.»
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Eric Lauder - Novembre 17, 2014, 12:32:54 pm
:D però neanche le donne cercano la cultura nei uomini, ma altre cose, vedi i geni solitari che non le volevano le donne.

Il fatto che ridi di fronte all'immagine che ho postato ti fa onore  :cool:
Per mia esperienza: le donne cercano la cultura e lo stipendio, ovverosia il secondo, la prima è una scusa.
Non c'è niente di male ad essere ipergamiste: è puro istinto femminile.
Ma, e qui casca l'asinA, l'ipergamia presuppone una donna in una posizione inferiore all'uomo - è la stessa natura dell'ipergamia a determinare la posizione inferiore della donna che la pratica.
E le leggi attuali sul divorzio abbinate all'ipergamia trasformano il divorzio in un furto e le divorziate in parassiti.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Febbraio 26, 2015, 07:10:04 am
A grande richiesta, della serie non c'è due senza tre:

(http://culturebox.francetvinfo.fr/sites/default/files/styles/asset_in_body/public/assets/images/2015/02/nuit_deprime.png?itok=C2KVlfeB)

Inutile parlarne con le donne, hanno sempre ragione. E questi sono i risultati. Buona visione, cocche! :lol:
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Lucia - Febbraio 26, 2015, 10:43:18 am
Il fatto che ridi di fronte all'immagine che ho postato ti fa onore  :cool:
Per mia esperienza: le donne cercano la cultura e lo stipendio, ovverosia il secondo, la prima è una scusa.
Non c'è niente di male ad essere ipergamiste: è puro istinto femminile.
Ma, e qui casca l'asinA, l'ipergamia presuppone una donna in una posizione inferiore all'uomo - è la stessa natura dell'ipergamia a determinare la posizione inferiore della donna che la pratica.

Secondo me per  l'ipergamia basta che lui sia più forte,  più alto e più in età.
Per questo un genio milionario insiccuro di se piace meno che un analfabeta siccuro di se.

Strano con la questione di età un uomo si considera più fortunato se conquista una più giovane mentre per una donna piacere a uno più anziano di lei (non molto più anziano ma comunque 7-10 anni)  spesso soddisfa proprio sta ipergamia.
Titolo: Re:La donna emancipata è felice?
Inserito da: Vicus - Gennaio 23, 2018, 06:11:31 am
L'emancipata e progressiva donna moderna non cessa di andare in visibilio per questo spettacolo ormai al 5° sequel:

(http://www.gilbertmontagne.com/wp-content/uploads/3e-nuit-de-la-deprime-530x376.jpg)

(https://pbs.twimg.com/media/C2osdheXcAEiBFt.jpg)

(https://20h40.fr/prod2017/wp-content/uploads/2018/01/nuit-de-la-deprime-2018-Folies-Bergere-full-text-1200x675.jpg)