Torino in balia dei profughi: molotov e scontri in strada
Notte di tensioni al Moi di Torino, l'ex villaggio olimpico occupato dagli immigrati
Luca Romano - Gio, 24/11/2016 - 10:49
Notte di tensioni al Moi di Torino, l'ex villaggio olimpico occupato dagli immigrati.
Intorno alle 23 nelle palazzine di via Giordano Bruno sono esplose due bombe carte, lanciate da soggetti ancora non identificati. Gli immigrati, circa trecento, sono quindi scesi in strada riversando i cassonetti, sradicando alcuni cartelli stradali e lanciando sassi e bottiglie. Sul posto, oltre alla polizia, si sono recati anche i vigili del fuoco. La situazione sembrava essersi placata, ma stamattina la tensione è tornata alta. Tra i residenti regna la paura: "Fino a ieri eravamo soltanto stufi di questa situazione di illegalità diffusa. Adesso abbiamo davvero paura".
Come riporta La Stampa, i profughi sono tornati in strada e hanno gettato cassonetti sulla via, lanciano oggetti contro alcune persone che, terrorizzate, si sono nascoste nei negozi costretti a chiudere.
Torino, l'ira degli immigrati: "Italiani m..., veniteci a sparare"
Quella zona ormai è regno di clandestini. Ma non solo. Come è stato documentato più volte, il Moi è diventato anche una centrale dello spaccio. I residenti lo hanno visto e sopportano male la situazione. Le case sono occupate. Sui loro tetti anche le parabole per la televisione.
Il villaggio olimpico occupato dagli abusivi
Ed è solo l'ultima di una lunga serie.
Torino, l'ira degli immigrati: "Italiani m..., veniteci a sparare"
Senza volerli per nulla deresponsabilizzare, gli immigrati sono spesso indottrinati e sobillati da parte di organismi privati e ONG (come le donne nei centri antiviolenza).
Sì, in parte è così, ma resta il fatto che i suddetti immigrati hanno un cervello per pensare, per cui potrebbero benissimo dissociarsi da chi cerca di indottrinarli e sobillarli.La civiltà non si improvvisa, come democrazia e diritti umani, e ci dicono anche che dobbiamo imparare da loro :doh:
E invece si guardano bene dal farlo.
La civiltà non si improvvisa, come democrazia e diritti umani, e ci dicono anche che dobbiamo imparare da loro :doh:
"Lo stile di vita dei migranti sia il nostro". E il sermone della Boldrini diventa virale
Torna virale un video di un anno fa in cui la Boldrini sermoneggiava sull'accoglienza
Francesco Curridori - Lun, 31/08/2015 - 12:57
commenta
"I migranti oggi sono l'elemento umano, l'avanguardia di questa globalizzazione e ci offrono uno stile di vita che presto sarà molto diffuso per tutti noi".
Più immigrati uguale a più crimini, provate a contraddirmi
Gettiamoci e sprofondiamo, come avrebbe fatto nell’azzurro dei mari Enzo Maiorca, fino a scoprire che per ogni 1.000 italiani 4,3 sono criminali. Per gli stranieri? 8,5 ogni mille. Invece se parliamo di irregolari il numero schizza verso il cielo. Hanno la fedina penale sporca tra i 148 e i 247 clandestini ogni mille. Importiamo delinquenti, l’unica manodopera che il nostro governo è in grado di attirare. Lasciamo che spicchino il volo universitari e potenziali colonne portanti della nazione per “ingaggiare” rapinatori, borseggiatori, topi d’appartamento, accoltellatori, picchiatori e chi più ne ha più ne metta. Siamo diventati ostaggi di noi stessi. La sindrome di Stoccolma si è propagandata su tutto il territorio nazionale, rendendoci vittima e carceriere allo stesso tempo. Possiamo, scientemente, continuare a subire un affronto del genere? No, nella maniera più assoluta.
Tre giovani romeni arrestati per rissa in un bar
Coinvolti anche due fratelli Ternani, finiti in ospedale
Terni
Lun, 05/12/2016 - 18:42
La polizia di Terni ha tratto in fermo tre giovani romeni, per aver dato vita ad una lite contro residenti ternani all'interno di un bar. I due ragazzi italiani erano entrati nel locale sito nella zona di San Giovanni per fare colazione e sono stati infastidì dalle urla e dall'ebrezza - procurata dalla birra -dei tre stranieri che giocando alle slot machine urlavano, mantenendo un comportamento poco consono.
I tre rumeni di età compresa tra i 20 e 29 anni, hanno risposto alla richiesta dei giovani con la violenza dando vita ad una tremenda rissa, al punto tale da far intervenire la volante della polizia che li ha arrestati.
Immediati anche i soccorsi del 118 che hanno trasportato i due fratelli residenti a Terni in ospedale. Uno dei due giovani ternani ha subito una forte frattura allo zigomo.
"Più soldi o vi decapitiamo": la rivolta dei clandestini a Potenza
Tre migranti arrestati nel centro di accoglienza lucano: avevano sequestrato il responsabile della struttura e un suo collaboratore: "Dateci più soldi o vi decapitiamo"
Chiara Sarra - Mer, 07/12/2016 - 11:14
"Dateci più soldi o vi decapitiamo". È la protesta violenta di tre migranti, un nigeriano e due gambiani, in un centro d'accoglienza di Potenza.
I tre sono stati arrestati venerdì scorso per tentata estorsione aggravata ai danni del responsabile della società che gestisce la struttura e per resistenza a pubblico ufficiale. Chiamata da alcuni dipendenti, infatti, la polizia è intervenuta durante la rivolta: i clandestini avevano chiuso in una stanza il presidente della società e un suo collaboratore chiedendogli il denaro ("alcune migliaia di euro") che gli avevano visto maneggiare, come racconta La Gazzetta del Mezzogiorno.
"Mentre la Lucania viene letteralmente saturata di immigrati dell'Africa sub-sahariana, assolutamente non gestibili in termini di integrazione, alle zone elettorali di Marcelle Pittella spettano, invece, gli immigrati di lusso, quelli col titolo di studio", accusa Francesca Messina, responsabile regionale dipartimento immigrazione Fdi-An Basilicata, che punta il dito contro il governatore della Basilicata, "È strano che Pittella faccia di queste discriminazioni tra immigrati di serie A e B, visto che solo pochi giorni fa il Presidente ha presentato il suo progetto per una mega-“baraccopoli” nel cuore della Lucania, per ospitare - così sembra - praticamente tutti gli immigrati che nessuno in Italia vuole più. A Lauria vanno gli immigrati meno problematici, quelli che non fanno barricate e non sequestrano le persone (come accaduto a Sasso di Castalda e Potenza), e altrove vanno tutti gli altri?".
Intanto, secondo l'Ansa, persino il Pd ha chiesto chiarezza: il deputato dem Giovanni Burtone ha infatti richiesto "al più presto una missione in Basilicata" da parte dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione ed espulsione, nonché sulle condizioni di trattenimento dei migranti e sulle risorse pubbliche impegnate.
Studenti aggrediti da immigrati a Fontivegge, volevano biglietto
25 maggio 2016
Questa mattina alla stazione di Fontivegge presso la fermata del minimetrò un gruppo di immigrati ha aggredito con minacce ed insulti, alcuni studenti universitari umbri che si rifiutavano di dargli il proprio biglietto, regolarmente pagato, con cui avevano appena effettuato la corsa. Da tempo la Lega Nord di Perugia riceve segnalazioni di cittadini disturbati con la medesima richiesta. Gli immigrati cercano, infatti, di farsi consegnare il biglietto dai passeggeri che scendono dal minimetrò per poterlo riutilizzare e viaggiare, quindi, senza pagare.
Ci sono arrivate anche segnalazioni di immigrati che cercano i biglietti nei cestini delle varie fermate, principalmente Pian di Massiano, Fontivegge e Pincetto e altre segnalazioni di stranieri che scavalcano i tornelli. Va bene l’integrazione, ma se qualcuno non rispetta le regole e in più crea disagi e problemi a chi cerca di viaggiare regolarmente, allora, può tranquillamente tornarsene da dove è venuto.
Questa situazione è inammissibile: chiediamo un pronto intervento di Umbria Mobilità ed un impegno di messa in sicurezza delle stazioni e dei controlli con operatori. Non è possibile che concittadini e turisti debbano assistere ed essere vittima di situazioni spiacevoli che arrecato danno alla città ed alla sua vivibilità soltanto perché utilizzano i servizi di trasporto pubblico. A breve, come già annunciato, saremo alla stazione di Fontivegge con una manifestazione contro il degrado e la criminalità che attanaglia la zona.
DENATALITA’, ODIO DI SE’, AUTORAZZISMO. TRE PASSI NEL DESERTO
Maurizio Blondet 1 dicembre 2016 7
Di Roberto Peccchioli.
Un immigrato moldavo, padre di famiglia, uno che lavora come può nonostante diabete e cardiopatia, e cerca di tenere sotto controllo la famiglia che si sfascia a causa dell’emigrazione, si dice sbalordito che gli italiani accettino senza vere reazioni l’invasione degli africani promossa e favorita da governo e clero, non reagiscano dinanzi a tutto ciò che hanno davanti agli occhi e che, oltretutto, pagano di tasca propria. Mette tutto ciò a confronto con la Russia, che pure non ama, e fa un facile pronostico: l’Italia è spacciata.
L’Istat diffonde i dati demografici finali dell’anno 2015, dai quali emerge una ulteriore flessione della natalità. Il record negativo del 2014 è polverizzato: altri 15mila italiani mancano all’appello. La grande sostituzione della popolazione, tuttavia, non è affidata agli immigrati presenti da tempo sul territorio. Anche loro, una volta insediati nel Bel Paese, evitano di procreare. Le immigrate in età fertile hanno meno di due figli a testa, contro la media di 2,40 di cinque anni prima, al di sotto della soglia di 2,10 che è il minimo per mantenere stabile la popolazione.
Un giovane insegnante elementare racconta dell’incredibile attitudine delle sue colleghe che non solo rifiutano di allestire il presepe a scuola, ma sono contrarie anche all’albero di Natale ed all’iconografia di Babbo Natale, in quanto evocherebbero la festività cristiana, con danno psicologico per i bimbi di altre culture ed in spregio della cosiddetta laicità delle istituzioni. Sembra incredibile, ma solo due generazioni fa i genitori parlavano dell’arrivo di Gesù Bambino.
Odio di sé, autorazzismo, denatalità. Tra stazioni di una Via Crucis che ha un denominatore comune nel progressivo declino della nostra civiltà, la lunga interminabile vecchiaia di un gigante bimillenario, che, come aveva intuito Emil Cioran già alla metà del secolo trascorso, non può morire di colpo, ma agonizza nell’indifferenza dei più. E poiché chi è sradicato, sradica a sua volta, e chi non crede più nel futuro trascina nel pessimismo anche i “nuovi italiani”, risulta ormai anacronistico anche parlare di una civiltà “nostra”.
La prima persona plurale, il pronome noi, è ormai abolito, anzi espunto dal lessico contemporaneo. Solo un lungo elenco di individui falsamente liberi, emancipati, liberati, nudi, destinati all’angoscia dell’uomo senza lineamenti dell’Urlo di Munch o alla stranita contemplazione del nulla del Viandante sul Mare di Nebbia di Kaspar David Friedrich. Una delle caratteristiche fondamentali di questo tempo ( resta grande la tentazione di chiamarlo ancora “nostro”) è l’assenza di verità, anzi l’orrore per la verità. Sfrattata dalla libertà , la verità si rifugia nelle fenditure, cerca di resistere al politicamente corretto, all’eufemismo, all’umanitarismo spurio, alla “contaminazione” tanto amata dai contemporanei. Hans-Georg Gadamer parlò di ermeneutica, quindi di interpretazione, come surrogato filosofico della verità, pur intitolando Verità e metodo il suo opus magnum, ma il fallimento è palese.
Altri, come la teologia neo cattolica, hanno sfrattato la verità in favore di un amore universale non meglio identificato. Non poteva finire diversamente. Constatare che le radici fondamentali del continente Europa sono quelle cristiane è evidenza storica, ma non è opportuno affermarla ed ancor meno è una verità creduta. Giovanni Sartori, sociologo liberale, insospettabile di fondamentalismo, scrisse che quando non risulta opportuno dire le cose che si pensano, si finirà col non pensarle più . Questo è un punto fondamentale dell’odio di sé che si trascina in autorazzismo: ogni idea si disperde nel conformismo, le identità , tanto più se culturali, religiose o etniche si dissolvono se non più condivise, vissute, introiettate.
In questo senso, è normale che le maestrine figlie dell’istruita ignoranza della scuola di massa rigettino presepi e tradizioni religiose o civili del popolo italiano. Semplicemente non le riconoscono né le capiscono in nome del relativismo inoculato loro dagli anni Settanta in dosi industriali. Se l’unico assoluto, il solo principio veritativo è che non esiste una verità, ma semplicemente , ermeneuticamente ciò che ciascuno ritiene tale, esprimere qualunque convinzione forte è proibito in nome dell’ossessione delle sensibilità altrui e del non detto apertamente, ovvero l’opinione che non esista alcuna verità, eccetto quella delle formule tecnoscientifiche. A questo è ridotta l’identità degli europei e degli occidentali, alla negazione compulsiva, al rifiuto patologico di sé .
Vivere secondo le proprie usanze ed idee è consentito solo all’Altro. A noi è permessa, anzi imposta la fuoruscita da noi stessi. In Spagna è ormai severamente proibito il gioco secolare dei fanciulli “mori contro cristiani”, nonostante l’identità di quel popolo si sia formata proprio nella Reconquista, la secolare lotta degli spagnoli contro il dominio arabo. Lo stesso San Giacomo, Santiago apostolo, patrono della nazione iberica, è adesso visto di cattivo occhio: la leggenda vuole che abbia partecipato alla battaglia di Clavijo contro gli invasori e uno dei suoi predicati è Matamoros. Eppure gli arabi erano invasori e, con l’occhio dei moderni, la riconquista dovrebbe essere catalogata come lotta di liberazione.
L’odio di sé prende le forme più disparate. Si passa dalla negazione della storia alla sua interpretazione più comicamente manichea . Millenni di cultura non furono altro che violenza, sopraffazione, menzogna. Poi ci colpevolizziamo di aver ottenuto più e prima degli altri il benessere materiale, che, semmai, è il frutto di studio, lavoro, impegno, intelligenza. Infine, ci sarebbero i crimini da espiare collettivamente per il colonialismo. Tale fenomeno, peraltro, coinvolse solo alcuni popoli europei, fu del tutto estraneo ai tedeschi ed ai russi, interessò solo marginalmente l’Italia, e, per quanto riguarda lo schiavismo, fu un fenomeno del mondo anglosassone e protestante. Lo stesso razzismo biologico è un costrutto culturale interno al positivismo della gentry britannica . No, siamo tutti colpevoli, e per sempre, ci tocca espiare .
Ma come si concilia tale follia con l’individualismo assoluto in cui siamo immersi ? Come può un cittadino di Padova o di Friburgo in Brisgovia essere considerato responsabile, nell’era puntinista costituita di milioni di individui scollegati e deprivati di qualunque identità, di fatti che, comunque vadano valutati, non solo non ha commesso personalmente, ma non lo riguardano neppure come membro di una nazione ? Ed ha senso una grottesca autoflagellazione se rifiutiamo l’eredità ricevuta ? Se noi non siamo “quelli”, anzi ne abbiamo orrore, è ridicolo chiedere perdono notte e dì per ciò che riguarda i padri che abbiamo rifiutato, ammesso e non concesso che il loro mondo fosse tutto negativo.
I colpevoli principali sono due: da un lato la “nuova” chiesa cattolica, che mendica perdono al mondo intero piagnucolando ed affermando esplicitamente di avere sbagliato tutto nella propria storia bimillenaria , ed insinuando il dubbio anche nei fedeli più tenaci . Dall’altro la spregevole scuola di Francoforte, salita in cattedra per decenni negli Stati Uniti con figuri come Herbert Marcuse e Thomas Wiesengrund Adorno, neomarxismo borghese in salsa ebraica, con l’odio furente verso gli europei colpevoli della “personalità autoritaria”, spinti verso i paradisi artificiali, gli eccessi sessuali, il disprezzo per la verità e la conoscenza, ridotti alla figura dell’ “uomo a una dimensione”, che si è poi rivelata, per eterogenesi dei fini, quella del consumatore.
Con loro, si è rivelata verissima la vecchia massima secondo la quale chi paga i suonatori ( il capitalismo post 1968 ) decide la musica, piegandola ai propri interessi. Un terzo elemento, che è un po’ la confezione esterna degli primi due, è il freudismo d’accatto, con la sua credenza senza prove che l’uomo non è che la sua libido, le forze infere e nascoste, talché tutto può essere letto in chiave pulsionale e anche la generosità, il coraggio, l’altruismo, il bene compiuto non sono che sublimazioni delle forze oscure di ciascuno. Se l’umanità è questa, l’umanità europea e bianca, beninteso, detestarla è quasi un dovere civico. Vide giusto Renan chiamando Marx e Freud maestri del sospetto. Il terzo sarebbe Nietzsche, ma il gigante solitario di Sils Maria tese davvero una corda tra la bestia e l’oltre uomo, consapevole della trappola in cui l’uomo d’Europa stava rinchiudendo se stesso. Infine, ciò che è fatto per amore, non è “al di là del bene e del male”, poiché la verità viene prima e comunque- ne fu consapevole il cantore di Zarathustra- bene e male esistono, con buona pace del nichilismo odierno , di cui per primo comprese gli esiti sino a perdere il senno .
Nell’odio di sé è compresa non la trasvalutazione nicciana di tutti i valori, ma la loro completa svalutazione. Di qui, il rancore sempre più profondo verso ciò che si è, la storia, i padri, e tutto ciò da cui si proviene. Un rigagnolo del transumanesimo : non abbiamo padri, siamo creatori di noi stessi, aborriamo essere eredi, dunque non vogliamo eredi.
Tutto questo oltrepassa largamente la prospettiva di società liquida indicata da un Bauman e ci conduce diritti alle generazioni ultime, quelle definite “millennials” , formatesi nel Duemila, i nativi digitali , cresciuti nel culto del nulla, dell’eufemismo obbligato, di quella che, alcuni decenni fa, Milan Kundera definì l’insostenibile leggerezza dell’essere. E’ la generazione che in America chiamano snowflakes, cristalli di neve, impalpabile, senza peso, una piuma o una canna al vento, priva di consistenza e di spina dorsale. In essa, convivono odio di sé, autorazzismo , egoismo, assenza di senso di responsabilità, unificati in una impressionante incapacità di riconoscere altro che se stessi e le folli menzogne ricevute. Una generazione amniotica, mai uscita davvero dal grembo artificiale di chi l’ha gettata nel mondo.
Negli Stati Uniti, lo choc per la vittoria elettorale di Trump ha determinato in molti e molte di loro crisi di nervi, crolli emotivi con l’intervento di psicologi e consulenti vari. Un secolo fa, i diciottenni europei vennero scaraventati tra le trincee nel macello che uccise il continente e diede avvio al secolo americano. Non ebbero consulenti, psicoterapeuti e consolatorie mani sulla spalla.
Tra i “millennials” fiocchi di neve è considerato disdicevole il semplice evocare tutto ciò che li dispiace. Soggetti a molteplici, sconcertanti traumi emotivi, se pronunciate in loro presenza la parola “razza” potreste doverli soccorrere con l’ausilio del defibrillatore. Niente di strano : è l’esito delle confortanti menzogne consolatorie in cui sono (dis)educati . Hanno orrore delle parole come il gatto dell’acqua . Un esempio: nel 1950 l’Unesco consigliò in un documento ufficiale di “espungere totalmente il termine razza da discorsi che si riferiscono a razze umane, utilizzando invece il termine etnie”. Abolizione ufficiale delle parole sgradite , il politicamente corretto ante litteram.
Abrogare la verità reca con sé il rifiuto della realtà, di quella che Tommaso chiamò, sulle piste di Aristotele,”adaequatio rei et intellectus”, la corrispondenza tra la realtà e l’intelletto. Massimo Fini notava recentemente il disuso della parola morte, sino all’incredibile “fine vita”.
Le razze, dunque, non esistono, o meglio, non è opportuno evocarle o chiamarle così. La bestia bionda potrebbe svegliarsi. Le etnie sono più sfumate, accettabili, quasi biodegradabili a patto di disinnescarne il potenziale di conflitto. Eppure il primo storico dell’umanità, Erodoto, definendo i Greci in opposizione ai barbari, attribuì loro la comunanza di sangue ( vergognoso primitivismo !), la stessa discendenza ( ahi, la tradizione),la lingua comune, la partecipazione agli stessi sacrifici e riti, i medesimi usi e costumi. A duemilacinquecento anni di distanza, nessuno è mai riuscito a fornire definizioni migliori, tanto meno la sociologia da quattro soldi dei mondialisti prezzolati dell’Onu e dell’Unesco.
Se poi le razze sono un’invenzione immonda di uomini spregevoli, non dovrebbe sussistere neppure il razzismo, in quanto fondato sul nulla. Al contrario, prendere atto , dichiarare l’esistenza di “razze” espone all’interdetto morale, all’isolamento culturale, all’ erezione di cordoni sanitari attorno al reprobo, e, da qualche decennio e con crescente intensità, al rischio di sanzioni penali. La psicopolizia veglia. Affermato che le razze non esistono, con l’imprimatur di Einstein il quale dichiarò solennemente di conoscere un’unica razza, quella umana, confondendo ( ma era un fisico, non un sociologo….) specie con razza ( o etnia ? mah…) non si capisce perché dovremmo preferire i connazionali a chiunque altro. Connazionale, poi, riposto Erodoto in un angolo buio della biblioteca, è chiunque venga dichiarato tale da una legge. La legge crea, dichiara vero con un tratto di penna e la firma dei superiori ciò che fu sempre falso e viceversa: sono le delizie del positivismo giuridico.
Perché parlare di invasione da parte di stranieri non invitati, quando si tratta di “fratelli” ? Un’altra menzogna, poiché, se tutti sono miei fratelli, siamo daccapo. Tutti fratelli, nessun fratello, come ad Alghero furono “todos caballeros” per proclamazione del re d’Aragona, ma nessuno, ovviamente, ebbe i privilegi del rango. Quindi, autorazzismo, autoflagellazione, noi siamo i cattivi, quando non si conosce alcuna civiltà o popolo sensato che non abbia preferito se stesso ed i propri figli a chiunque altro.
Quanto all’intimazione, specie di parte cattolica, di costruire ponti, anziché erigere muri, i popoli si sono sempre incontrati in luoghi chiamati frontiere, ma hanno saggiamente posto regole, limiti, costruito faticosamente linguaggi comuni. Non hanno mai pensato di rinunciare a se stessi, né hanno gettato ponti dinanzi a chi si mostrasse nemico o non riconoscesse un minimo di codici condivisi. Il disprezzo di se stessi , la debolezza, il dubbio sono sempre coincisi con le fasi finali delle civiltà, per saperlo non c’è stato bisogno delle scoperte di Spengler o di Toynbee . La sapienza profonda di Giambattista Vico chiarì tutto già dal primo settecento, senza i lumi francesi ed il commosso omaggio di Kant – un universalista che non si mosse mai dalla natia Koenigsberg- a chi aveva strappato l’umanità dall’infanzia culturale.
Intanto, i cristalli di neve avanzano e le società, da liquide diventano gassose. Chi non si ama più, ovviamente non si riproduce, per cui le culle si svuotano ogni anno di più. I figli sono responsabilità, tempo sottratto alla carriera, al divertimento, al consumo, alla smania individualista. Al centro commerciale i bimbi disturbano, anche se i gestori hanno apprestato per loro apposite aree con dipendenti precari a fare animazione, in molti resort turistici non sono ammessi o graditi, ancor meno nelle discoteche e negli altri locali dello sballo, della promiscuità sessuale e di altri vecchi e nuovi vizi.
L’egoismo è infettivo: anche gli stranieri evitano o limitano le gravidanze. Chi viene da noi spesso non sfugge la miseria, ma è attratto dai lustrini e dalle luci del varietà della nostra civilizzazione da luna park. Non sanno (ancora) che le luci si spengono, e, come cantava Mina tanto tempo fa , la musica è finita, gli amici se ne vanno. Che inutile serata, continuava il testo di Franco Califano, uno che ha bruciato talento e vita per morire solo e tutt’altro che ricco. Che inutile vita, quella di chi detesta se stesso ed è etereo, impalpabile come un fiocco di neve.
Il catalogo è questo. Prenderne atto significa recuperare la dimensione del dissenso radicale, della vita come lotta e milizia, della presa di distanza da quel che abbiamo attorno. Probabilmente questa nostra ex civiltà è finita irrimediabilmente sull’altare dell’individualismo, del consumo, dell’assenza di senso, ed è troppo tardi per rianimarla.
I popoli e gli imperi di un tempo si difendevano dagli invasori, noi invece li andiamo a prendere, li manteniamo e gli lasciamo fare quello che vogliono, farli lavorare e rispettare le regole e le leggi (quest'ultimo punto anche con la forza, ossia, fai il furbo, a casa tua in men che non si dica) non se ne parla.
Sarà
Come dicevo, le minoranze sono usate come forza d'urto contro la popolazione civile.
Come dicevo, le minoranze sono usate come forza d'urto contro la popolazione civile.
Adesso vi faccio ridere
C'è anche chi ha interesse a scatenare una nuova cosiddetta "guerra tra poveri", per far passare in secondo piano cose altrettanto importanti, ma fastidiose.Se ne parla, ma in Paesi con molti più immigrati non ci sono guerre tra poveri, piuttosto minoranze (immigrati, donne, ecc.) sono usate per disintegrare la cultura autoctona.
Non servirebbe a nulla, bisognerebbe limitare l'immigrazione di massa e fare più figli (cosa impossibile con questa legislazione misandrica).
Se ne parla, ma in Paesi con molti più immigrati non ci sono guerre tra poveri, piuttosto minoranze (immigrati, donne, ecc.) sono usate per disintegrare la cultura autoctona.E l'etnia autoctona :rolleyes: .Ma son pensieri miei di un misogino , ra... , na ... :alien: .
E l'etnia autoctona :rolleyes: .Ma son pensieri miei di un misogino , ra... , na ... :alien: .
E l'etnia autoctona :rolleyes: .Ma son pensieri miei di un misogino , ra... , na ... :alien: .
Gli immigrati assaltano il Palazzo
Scontri a Firenze, somali cercano di irrompere in Prefettura: "Vogliamo subito una casa"
Marco Gemelli - Dom, 15/01/2017 - 13:05
Firenze - Hanno provato a fare irruzione nei locali della prefettura di Firenze, dove i sindaci dell'area si erano riuniti per decidere dove e come accoglierli: per impedire l'accesso a una sessantina di migranti la stessa comunità cui apparteneva Alì Mese, il 35enne somalo morto mercoledì nel rogo del rifugio dormitorio a Sesto Fiorentino sono state necessarie due cariche della polizia in assetto antisommossa.
La rivolta, avallati dal Movimento di Lotta per la Casa, non ha avuto buon esito: i manifestanti sono stati respinti a colpi di manganello, e due di essi sono rimasti contusi.
Già il corteo di giovedì allestito a poche ore dalla tragedia aveva fatto registrare qualche tafferuglio, quando i richiedenti asilo avevano tentato di occupare la mostra dell'artista dissidente cinese Ai Weiwei. Ieri in via Cavour, sede della prefettura, la situazione era ancor più delicata: la tensione era palpabile sin dal mattino, quando un gruppo di circa ottanta migranti si è riunita davanti al portone del palazzo che ospitava il summit dei sindaci della zona. Dopo aver chiesto che una loro delegazione partecipasse alla riunione e ottenuto risposta negativa, intorno alle 12 i migranti hanno provato a forzare il blocco imposto dalle forze dell'ordine, ma sono stati respinti con due cariche: sono volati calci, spintoni e qualche manganellata. Nel frattempo, però, gli extracomunitari hanno continuato il presidio sedendosi in strada e bloccando il traffico intorno a via Cavour, esponendo lo striscione «casa subito!» e mandando in tilt la circolazione per diverso tempo. Solo alle 17 i profughi hanno sciolto il presidio e sono tornati a Sesto in treno. «Abbiamo chiesto di partecipare al vertice ha spiegato Lorenzo Bargellini, portavoce del Movimento di Lotta per la casa - ma per tutta risposta ci hanno dato delle manganellate. Vorremmo sapere una destinazione e una soluzione che non sia provvisoria».
La riunione dei sindaci era stata programmata proprio per decidere una sistemazione per gli occupanti dell'ex mobilificio Aiazzione che dopo il rogo del capannone sono stati ospitati temporaneamente nel palazzetto dello sport di Sesto Fiorentino. Alla fine l'accordo tra i sindaci è stato trovato, e prevede lo smistamento dei migranti sul territorio. Le persone identificate dalla polizia municipale di Sesto Fiorentino sono 102 inclusi nove richiedenti asilo, per i quali sono state trovate soluzioni specifiche e da domani saranno smistate nelle strutture dei vari Comuni dell'area fiorentina, da Firenze a Bagno a Ripoli, da Signa a Calenzano. Un piano di accoglienza che però sarà ancora una volta provvisorio, ossia valido fino a quando resteranno in atto i piani per l'emergenza freddo. Poi il rischio è che la polveriera-migranti torni a esplodere. Sulla vicenda, intanto, infuria la polemica politica: «I somali che tentano di assaltare la prefettura tuona il consigliere regionale Giovanni Donzelli (FdI), che venerdì mattina ha effettuato un sopralluogo nella struttura in cambio, come premio ottengono una casa. Indecente. Se ti devo accogliere perché scappi dalla guerra, non puoi fare la guerriglia qui. Se ti piace tanto scontrarti con violenza vai a casa tua a difendere la tua terra e la tua famiglia. Per me sarebbe semplice: nessuna accoglienza per chi ha provato ad assaltare la Prefettura a Firenze. Peccato che invece dopo il tentato assalto sia arrivata la notizia: gli assalitori troveranno tutti un alloggio nei comuni del fiorentino. Alla faccia di chi rispetta le regole».
La Repubblica federale di Somalia si conferma lo stato più corrotto del mondo piazzandosi sul gradino più alto del podio. In questo paese del Corno d'Africa la corruzione è una realtà tangibile, vera e propria piaga sociale.
Ida Magli: "Politici traditori, vogliono l'annientamento del popolo italiano"
giovedì, 10 luglio 2014, 12:54
di Silvia Toniolo
Ida Magli, 89 anni, antropologa italiana dalle brucianti intuizioni, è una studiosa di una freschezza e lungimiranza straordinarie. Ha scritto negli ultimi anni diversi libri in cui ha affermato a gran voce il suo pensiero, di grande libertà intellettuale, contro l'Europa.
Ida Magli, lei ha studiato per anni, da antropologa, il sistema Europa. Uno strumento che si basa sullo studio dell'uomo per penetrare una realtà che è, invece, diametralmente opposta, basata com'è sul trionfo della finanza.
E’ vero che l’unificazione europea si basa sul primato dei finanzieri e dei banchieri, ma questo è avvenuto perché nei circa settant’anni trascorsi da quando il progetto ha cominciato ad essere messo in opera, l’unificazione politica e quella dei popoli si sono rivelate impossibili. In altri termini, il progetto era di per sé sbagliato, data l’assoluta differenza fra le nazioni e fra i popoli d’Europa che si sono sviluppati giungendo al massimo della produzione della civiltà con una propria lingua, una propria letteratura, arte, musica, filosofia. Un popolo esiste soltanto quando possiede una lingua. Quale lingua dovrebbero parlare i cosiddetti cittadini “europei” visto che la lingua “europea” non esiste? L’inglese? E come mai è stato scelto come “Inno” un brano in lingua tedesca e una musica tedesca? Ripeto: un progetto del tutto sbagliato, ma aggiungo consapevolmente sbagliato perché aveva ed ha ancora oggi come scopo la distruzione della civiltà e dei popoli europei.
La vicenda dei due marò altro non è che la fotografia di un'Italia subalterna, che manca di sovranità nazionale, di uno Stato che non dipende mai da se stesso, né dal punto di vista militare, né, tantomeno da quello economico. Come si fa a sperare nella politica, visto che il Pd di Renzi è vincolato a questa dipendenza inizialmente camuffata dall'idea di una rottamazione che si è, poi, dimostrata fasulla?
La distruzione dell’Italia come Stato sovrano e indipendente è cominciata con il trattato di Maastricht e l’adozione della moneta unica. Uno Stato è “sovrano” perché, battendo moneta, può sempre far fronte alle spese. Adesso che dipende dalla Bce, che è una banca privata, ne dipende anche politicamente perché può “fallire” se non obbedisce. Matteo Renzi è il gestore più esplicito di questa dipendenza perché protetto nell’operazione politica ed economica dalle forze nascoste che guidano Bruxelles, ossia le stesse che perseguono la distruzione dell’Europa con il progetto dell’unificazione. Ma tutti i nostri politici sono dei traditori dell’Italia perché collaborano tutti all’unificazione, a cominciare dal presidente della Repubblica (è lui che ha chiamato Monti, Letta, Renzi, e che ha autorizzato la riconsegna dei Marò all’India nella sua qualità di Capo della Magistratura e Capo delle Forze Armate).
Secondo lei, Renzi, che avrebbe dovuto applicare la rivoluzione, non le pare che sia un fotocopia in tutto e per tutto di chi ci ha preceduto?
Come ho già detto, Renzi obbedisce agli ordini dell’Ue, nella “riforma” del lavoro come in tutto il resto, ossia toglie agli italiani ogni indipendenza e libertà e buona parte delle conquiste sociali che avevano raggiunto con i sacrifici e lo spirito innovativo del dopo guerra. Lo fa con una “grinta” che gli altri non avevano proprio perché lo fa in nome dell’Europa e di conseguenza non ha paura di essere sbalzato via.
Chi ci può salvare, e come?
Non vedo nessuno, non dico che possa salvarci, ma che voglia salvarci. Un ‘occasione d’oro come quella delle votazioni europee, è servita a rendere più forte l’Ue attraverso il gruppo dei cosiddetti “euroscettici”, ben felici di sedersi nelle ricchissime poltrone del “parlamento” europeo, fingendo di essere contro, invece che dimostrarne l’illegittimità astenendosi dal voto. Insomma: o si nega l’adesione all’Ue, oppure non ci si salva.
Come mai secondo lei, la moneta unica, non è mai stata, veramente, messa in discussione?
L’ho già detto: sono i politici che non lo vogliono fare. Rinunciare alla moneta unica significa rinunciare all’Ue. Sono loro, tutti loro, a destra come a sinistra, che con l’Ue si sono creati un impero pieno di soldi, di benefici anche d’immagine, di prestigio, e che non vi rinunceranno mai.
In che modo il politicamente corretto influenza, subdolamente, il nostro pensiero, rendendolo “schiavo” della sinistra imperante?
Il “politicamente corretto” è un’invenzione geniale. Non so chi l’abbia ideato, forse, come ho spiegato abbondantemente nei miei ultimi libri, tutti dedicati ai problemi dell’unificazione europea, esiste un Laboratorio, negli Stati Uniti d’America, che si occupa di questi problemi. Influire sul linguaggio, senza usare le armi o le droghe (come si usava nell’Unione Sovietica) è lo strumento più facile e più efficace. Non è il caso, però, di riferirsi alla “sinistra”, visto che in Italia di fatto esiste soltanto la sinistra. La destra fa finta di esistere con alcuni partiti, ma dal punto di vista delle idee è del tutto morta già da molto tempo. E’ morta tanto quanto è morta la Chiesa, che appunto fa anch’essa finta di esistere. Si continua a votare i partiti “di destra” perché non si può fare altro, ma di fatto non sono di “destra” perché hanno votato compatti tutti i decreti di Monti, di Letta e adesso di Renzi.
Non crede che ci si debba ribellare a questo tentativo della politica di renderci succubi di una ideologia che i nostri stessi governanti dimostrano di aver, a loro volta, ereditato altrove e non da se stessi?
Certamente, si dovrebbe. Ma non c’è il modo. In una democrazia partitica i cittadini di per sè non possiedono nessun potere. Visto che non esiste nessun partito che si muova in questa direzione, non c’è niente da fare. Si potrebbe soltanto con una rivoluzione armata.
Quote rosa, la loro introduzione pare una contraddizione, che senso hanno se non quello di puntare il dito ulteriormente sulla differenza tra uomo e donna nella gestione della cosa pubblica?
Purtroppo l’hanno voluto le donne. Ma l’argomento della responsabilità delle donne nella situazione sociale e politica italiana è troppo “arduo” e troppo complesso per poterlo affrontare in poche parole. E’ sufficiente pensare che le donne politiche italiane non si sono accorte, schierandosi a difesa dei cosiddetti diritti dei gay, che si tratta di un movimento contro le donne, o meglio che tende a fare a meno delle donne nel costruire la società.
Unioni civili, Ius soli: che senso hanno in un paese allo sfacelo, in termini di perdita di identità culturale, religiosa, storica, se non quello di dargli il colpo di grazia?
E’ lo strumento principale per la distruzione dell’identità e dell’eredità culturale di un popolo. Torniamo al solito punto: lo vuole l’Ue e i politici italiani, sotto le vesti della generosità, della solidarietà, ubbidiscono. Insomma: tradimento, tradimento, tradimento!
Perché secondo lei ci propinano il latino Ius soli, che pare un modo, altrettanto subdolo, di allontanare il significante dal suo significato italiano, di diritto di cittadinanza? Un'ulteriore conferma della potenza di un linguaggio che cerca di insinuarsi nella nostra forma mentis, privandoci di ogni libertà di pensiero?
Si tratta dell’ennesima prova di quanto il Laboratorio sia astuto nel portarci alla distruzione. E’ stata la signora Kyenge ad appoggiarsi con forza allo jus soli , facendo credere che l’antico jus soli desse il diritto alla cittadinanza, per dare la cittadinanza a tutti gli immigrati. Ma io insisto: la signora Kyenge faceva gli interessi dei suoi confratelli negri; sono stati i politici italiani (Enrico Letta rimarrà alla storia per questo) a tradire i loro confratelli facendo ministro appositamente un africano per favorire gli africani.
Perché ci vogliono impedire di utilizzare termini quale clandestino e immigrato se a questi significanti corrisponde un preciso significato?
L’abbiamo già detto : è una forma di “politicamente corretto”. Costringere con il linguaggio a cancellare, a travisare, i concetti. Alla fine, chi continuerà a pensare a modo suo, si convincerà di avere le allucinazioni.
Cosa nasconde secondo lei quel principio di umanità cui lo Stato si appella concedendo appunto lo Ius Soli e accogliendo, senza freni, le migliaia di immigrati che sbarcano sulla nostre coste?
Cosa nasconde? L’annientamento del popolo italiano. Prima di tutto con la forza del numero. Gli italiani fanno pochissimi figli (proprio perché vengono spinti dai politici verso il suicidio), gli africani, soprattutto musulmani, ne fanno molti (sei, sette contro uno). Nel giro di due generazioni avranno la maggioranza di fatto, anche se non numerica. Imporranno la morte al pensiero, all’intelligenza, alla religione, alla creatività italiana. Nessun africano ha mai prodotto nulla nella lunghissima storia che l’Africa ha alle sue spalle: né scienza, né tecnica, né diritto, né filosofia, né arte, né musica (col tamburo non si creano sinfonie). Il contributo dell’Africa al pensiero umano è pari a zero. Ma è proprio quello che vogliono i politici dell’Ue: l’annientamento della civiltà dell’Europa, fare dell’Europa un “vuoto” da governare e dominare senza il pericolo delle intelligenze. Perché loro lo sanno bene: sono le intelligenze che non possono essere dominate con le armi.
Cosa ne pensa di Laura Boldrini, la paladina dell'umanità e dell'accoglienza che percepisce 90 mila euro esentasse dalle stesse organizzazione umanitarie? Lei ha capito qual è il significato di questi principi tanto osannati dalla presidente della Camera la quale, tra l'altro, per farci sapere quello che pensa, si serve di un sistema di comunicazione che ci costa un milione di euro all'anno?
Delle colpe dei politici abbiamo detto tutto il possibile e non è il caso di ridurre problemi così gravi ad una singola persona, per giunta arrivata da poco, quando il tradimento era già stato completato
Cosa nasconde? L’annientamento del popolo italiano. Prima di tutto con la forza del numero. Gli italiani fanno pochissimi figli (proprio perché vengono spinti dai politici verso il suicidio), gli africani, soprattutto musulmani, ne fanno molti (sei, sette contro uno). Nel giro di due generazioni avranno la maggioranza di fatto, anche se non numerica. Imporranno la morte al pensiero, all’intelligenza, alla religione, alla creatività italiana. Nessun africano ha mai prodotto nulla nella lunghissima storia che l’Africa ha alle sue spalle: né scienza, né tecnica, né diritto, né filosofia, né arte, né musica (col tamburo non si creano sinfonie). Il contributo dell’Africa al pensiero umano è pari a zero. Ma è proprio quello che vogliono i politici dell’Ue: l’annientamento della civiltà dell’Europa, fare dell’Europa un “vuoto” da governare e dominare senza il pericolo delle intelligenze. Perché loro lo sanno bene: sono le intelligenze che non possono essere dominate con le armi.Non sarà pari a zero, ma certo non sarebbe un progresso per la civiltà.
Non puoi dirlo, sei xenofobo. La prossima volta mettilo in una clip alla cintura sotto la giacca, è più difficile rubarlo.
Milano, ore 13,30 circa, mercato di via Benedetto Marcello, carico delle "famose risorse" da cui il titolo del thread.
Mi hanno rubato il cellulare.
Non sarà pari a zero, ma certo non sarebbe un progresso per la civiltà.Chi comanda a questo mondo punta all'annientamento della civiltà :rolleyes: , ergo tutto questo gli va benissimo .
Africa Addio Subtitulado Español ) YouTube
Un'altra famosa risorsa ieri ha cercato di ripetere il giochetto di due sabati fa e ciularmi il cell, ma stavolta non ci son cascato e ho minacciato pure quel maghrebino di merda. Ora sto per andare ad acquistare un portatelefono da tenere a tracolla.
L'hai detto, amigo (alla Tex) :P .
Aspetta... torti e ragioni non stanno mai da una parte sola e il colonialismo di stampo predatore e con le basi nel positivismo più vieto ha le sue colpe su certe situazioni sorte quando certi paesi africani e asiatici hanno cominciato ad andare sulle loro gambe. Ma da qui a colpevolizzare tutti gli occidentali, in certi casi da parte di gente che prima dell'arrivo degli europei non sapeva contare oltre il due, è puro cretinismo.
Milano, militari aggrediti in Stazione Centrale: avevano chiesto documenti ad un immigrato
Almeno un centinaio di persone "contro" carabinieri e militari, due feriti. Tutto è nato, secondo finora quanto appreso da MilanoToday, da un semplice tentativo di identificazione durante un servizio di controllo per l'operazione "Strade Sicure"
Redazione
21 aprile 2017 17:22
MILANO - Folle caos verso le tre di venerdì pomeriggio in piazza Duca d’Aosta, davanti alla stazione Centrale di Milano, teatro di un incredibile parapiglia che ha coinvolto almeno un centinaio di immigrati che stazionano fuori dallo scalo ferroviario e uomini dell’arma e della polizia locale.
Tutto è nato, secondo finora quanto appreso da MilanoToday, da un semplice tentativo di identificazione di un nordafricano effettuata da una pattuglia mista militari carabinieri, in normale servizio di controllo fuori dalla Centrale per l'operazione "Strade Sicure".
Nella colluttazione sono rimasti lievemente feriti un militare e un carabiniere, le cui condizioni non sono comunque gravi.
Dopo un’iniziale reazione collaborativa, il giovane ha iniziato a insultare uno dei militari, toccandogli l'arma e causando la conseguente reazione di altre decine di ragazzi, che si sono avvicinati alle forze dell’ordine con fare minaccioso.[/size
Concordo con te Frank sul fatto che noi non c'entriamo una minchia con quello che possono aver fatto i nostri padri/antecessori. È la stessa storia dell'ebreo del XXI secolo che dà del nazista al tedesco del XXI secolo, in pratica.
A proposito di "risorse".
http://www.today.it/citta/milano-stazione-centrale-oggi-21-aprile-2017.html
Ma, per fortuna, che c'è chi dice che gli immigrati non sono assolutamente un problema.
http://www.linterferenza.info/in-evidenza/proposito-depistaggi-ideologici-limmigrazione/
Sta succedendo proprio adesso al TG3... :D
Migranti, il nuovo piano del Viminale: "Le Regioni dovranno ospitare di più"
Nel 2017 sono previsti almeno 200mila sbarchi. E il ministero dell'Interno chiede alle Regioni di ospitare più immigrati. Ma i centri sono ormai al collasso
Sergio Rame - Mar, 09/05/2017 - 08:34
Da primo gennaio a oggi i migranti sbarcati sulle coste italiane sono già 43.245. Si tratta del 38,54% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, quando a sbarcare erano stati in 31.214. Da qui alla fine dell'anno il ministero dell'Interno teme che si possa tranquillamente arrivare ad almeno 200mila arrivi. E per questo ha messo a punto un nuovo piano che, stando alle anticipazioni di Repubblica, dovrebbe chiamare in causa tutte le Regioni. "Ciascuno - fanno sapere dal governo - dovrà fare la propria parte".
Gli sbarchi proseguono. Ieri, al porto di Catania, è sbarcata la nave "Sirio" della Marina militare italiana con a bordo 541 migranti soccorsi nelle scorse ore nel Mediterraneo centrale. Nel porto di Vibo Valentia Marina è arrivata, invece, la nave "Vos Hestia" con a bordo 548 migranti soccorsi al largo dele coste libiche. Dopo la forte concentrazione di arrivi nei giorni scorsi, il Viminale ha dovuto rivedere al rialzo le stime per il 2017. Nell'elenco delle nazionalità dichiarate al momento dell'approdo la Nigeria, con 5.261 sbarcati, precede Bangladesh (4.645), Guinea (4.206), Costa d'Avorio (3.942), Gambia (2.852), Senegal (2.590), Marocco (2.429), Mali (1.880), Pakistan (1.114) ed Eritrea (1.044). "L'Italia - fanno sapere dal ministero dell'Interno si prepara ad accogliere la cifra record di 200mila migranti". Un numero impressionante se si tiene presente che è almeno dal 2014 che il Belpaese non fa altro che accogliere. Ma, a detta del governo, non abbastanza. Per fare solo due esempi: il nuovo piano del Viminale svelato da Repubblica prevede che, entro la fine dell'anno, la Lombardia passi dagli attuali 25mila immigrati ospitati a oltre 28mila, la Campania da 16mila a oltre 19mila.
La situazione è già drammatica. L'Italia arriva da un 2017 segnato da oltre 180mila arrivi. Le strutture temporanee e i centri governativi ospitano già 179mila persone. E, se il pronostico di altri 200mila sbarchi nel 2017 dovesse rivelarsi reale, si rischia il collasso. Stando agli accordi siglati nel 2014, ogni Regione è chiamata ad accogliere una percentuale di migranti pari alla propria quota di accesso al Fondo nazionale per le politiche sociali. Non solo. Come spiega anche Repubblica, "all'interno di ogni singola Regione scatta l'accordo Viminale-Anci di dicembre scorso: i Comuni fino a duemila abitanti dovranno ospitare 6 migranti, i Comuni con più di 2mila abitanti ne accoglieranno 3,5 ogni mille abitanti, le città metropolitane (già gravate in quanto hub di transito di molti rifugiati) si limiteranno a 2 posti ogni mille residenti". Ora il prefetto Gerarda Pantalone, capo del dipartimento Libertà civili del Viminale, punta a convincere i sindaci che non hanno ancora aperto le porte dei propri Comuni agli immigrati.
Secondo il Corriere della Sera, il Viminale avrebbe individuato undici nuove strutture per far saltare fuori altri 1100 posti. "In Lombardia è stata indicata la Caserma di Montichiari - si legge - in Friuli Venezia Giulia si rimetterà a nuovo il centro di Gradisca d’Isonzo, in Piemonte sarà ristrutturato il vecchio Cie, nel Lazio si userà quello già esistente di Ponte Galeria, a Roma, in Campania gli 'irregolari' saranno portati nella Caserma Andolfato di Santa Maria Capua Vetere, per la Basilicata si è scelto Palazzo San Gervaso, in Sardegna si è optato per il carcere dismesso di Iglesias, in Sicilia sarà rimesso a posto il Cie di Caltanissetta, in Emilia-Romagna si è deciso di utilizzare il Cie di Modena, in Puglia nel Cie di Bari Palese, in Calabria gli stranieri saranno portati invece nella struttura Mormanno".
Mattarella: "I migranti sono una risorsa". E Salvini: "Complice dell'invasione"
Nell'elenco delle nazionalità dichiarate al momento dell'approdo la Nigeria, con 5.261 sbarcati, precede Bangladesh (4.645), Guinea (4.206), Costa d'Avorio (3.942), Gambia (2.852), Senegal (2.590), Marocco (2.429), Mali (1.880), Pakistan (1.114) ed Eritrea (1.044).
Ida Magli: "Politici traditori, vogliono l'annientamento del popolo italiano"
giovedì, 10 luglio 2014, 12:54
di silvia toniolo
Ida Magli, 89 anni, antropologa italiana dalle brucianti intuizioni, è una studiosa di una freschezza e lungimiranza straordinarie. Ha scritto negli ultimi anni diversi libri in cui ha affermato a gran voce il suo pensiero, di grande libertà intellettuale, contro l'Europa.
Ida Magli, lei ha studiato per anni, da antropologa, il sistema Europa. Uno strumento che si basa sullo studio dell'uomo per penetrare una realtà che è, invece, diametralmente opposta, basata com'è sul trionfo della finanza.
E’ vero che l’unificazione europea si basa sul primato dei finanzieri e dei banchieri, ma questo è avvenuto perché nei circa settant’anni trascorsi da quando il progetto ha cominciato ad essere messo in opera, l’unificazione politica e quella dei popoli si sono rivelate impossibili. In altri termini, il progetto era di per sé sbagliato, data l’assoluta differenza fra le nazioni e fra i popoli d’Europa che si sono sviluppati giungendo al massimo della produzione della civiltà con una propria lingua, una propria letteratura, arte, musica, filosofia. Un popolo esiste soltanto quando possiede una lingua. Quale lingua dovrebbero parlare i cosiddetti cittadini “europei” visto che la lingua “europea” non esiste? L’inglese? E come mai è stato scelto come “Inno” un brano in lingua tedesca e una musica tedesca? Ripeto: un progetto del tutto sbagliato, ma aggiungo consapevolmente sbagliato perché aveva ed ha ancora oggi come scopo la distruzione della civiltà e dei popoli europei.
La vicenda dei due marò altro non è che la fotografia di un'Italia subalterna, che manca di sovranità nazionale, di uno Stato che non dipende mai da se stesso, né dal punto di vista militare, né, tantomeno da quello economico. Come si fa a sperare nella politica, visto che il Pd di Renzi è vincolato a questa dipendenza inizialmente camuffata dall'idea di una rottamazione che si è, poi, dimostrata fasulla?
La distruzione dell’Italia come Stato sovrano e indipendente è cominciata con il trattato di Maastricht e l’adozione della moneta unica. Uno Stato è “sovrano” perché, battendo moneta, può sempre far fronte alle spese. Adesso che dipende dalla Bce, che è una banca privata, ne dipende anche politicamente perché può “fallire” se non obbedisce. Matteo Renzi è il gestore più esplicito di questa dipendenza perché protetto nell’operazione politica ed economica dalle forze nascoste che guidano Bruxelles, ossia le stesse che perseguono la distruzione dell’Europa con il progetto dell’unificazione. Ma tutti i nostri politici sono dei traditori dell’Italia perché collaborano tutti all’unificazione, a cominciare dal presidente della Repubblica (è lui che ha chiamato Monti, Letta, Renzi, e che ha autorizzato la riconsegna dei Marò all’India nella sua qualità di Capo della Magistratura e Capo delle Forze Armate).
Secondo lei, Renzi, che avrebbe dovuto applicare la rivoluzione, non le pare che sia un fotocopia in tutto e per tutto di chi ci ha preceduto?
Come ho già detto, Renzi obbedisce agli ordini dell’Ue, nella “riforma” del lavoro come in tutto il resto, ossia toglie agli italiani ogni indipendenza e libertà e buona parte delle conquiste sociali che avevano raggiunto con i sacrifici e lo spirito innovativo del dopo guerra. Lo fa con una “grinta” che gli altri non avevano proprio perché lo fa in nome dell’Europa e di conseguenza non ha paura di essere sbalzato via.
Chi ci può salvare, e come?
Non vedo nessuno, non dico che possa salvarci, ma che voglia salvarci. Un ‘occasione d’oro come quella delle votazioni europee, è servita a rendere più forte l’Ue attraverso il gruppo dei cosiddetti “euroscettici”, ben felici di sedersi nelle ricchissime poltrone del “parlamento” europeo, fingendo di essere contro, invece che dimostrarne l’illegittimità astenendosi dal voto. Insomma: o si nega l’adesione all’Ue, oppure non ci si salva.
Come mai secondo lei, la moneta unica, non è mai stata, veramente, messa in discussione?
L’ho già detto: sono i politici che non lo vogliono fare. Rinunciare alla moneta unica significa rinunciare all’Ue. Sono loro, tutti loro, a destra come a sinistra, che con l’Ue si sono creati un impero pieno di soldi, di benefici anche d’immagine, di prestigio, e che non vi rinunceranno mai.
In che modo il politicamente corretto influenza, subdolamente, il nostro pensiero, rendendolo “schiavo” della sinistra imperante?
Il “politicamente corretto” è un’invenzione geniale. Non so chi l’abbia ideato, forse, come ho spiegato abbondantemente nei miei ultimi libri, tutti dedicati ai problemi dell’unificazione europea, esiste un Laboratorio, negli Stati Uniti d’America, che si occupa di questi problemi. Influire sul linguaggio, senza usare le armi o le droghe (come si usava nell’Unione Sovietica) è lo strumento più facile e più efficace. Non è il caso, però, di riferirsi alla “sinistra”, visto che in Italia di fatto esiste soltanto la sinistra. La destra fa finta di esistere con alcuni partiti, ma dal punto di vista delle idee è del tutto morta già da molto tempo. E’ morta tanto quanto è morta la Chiesa, che appunto fa anch’essa finta di esistere. Si continua a votare i partiti “di destra” perché non si può fare altro, ma di fatto non sono di “destra” perché hanno votato compatti tutti i decreti di Monti, di Letta e adesso di Renzi.
Non crede che ci si debba ribellare a questo tentativo della politica di renderci succubi di una ideologia che i nostri stessi governanti dimostrano di aver, a loro volta, ereditato altrove e non da se stessi?
Certamente, si dovrebbe. Ma non c’è il modo. In una democrazia partitica i cittadini di per sè non possiedono nessun potere. Visto che non esiste nessun partito che si muova in questa direzione, non c’è niente da fare. Si potrebbe soltanto con una rivoluzione armata.
Quote rosa, la loro introduzione pare una contraddizione, che senso hanno se non quello di puntare il dito ulteriormente sulla differenza tra uomo e donna nella gestione della cosa pubblica?
Purtroppo l’hanno voluto le donne. Ma l’argomento della responsabilità delle donne nella situazione sociale e politica italiana è troppo “arduo” e troppo complesso per poterlo affrontare in poche parole. E’ sufficiente pensare che le donne politiche italiane non si sono accorte, schierandosi a difesa dei cosiddetti diritti dei gay, che si tratta di un movimento contro le donne, o meglio che tende a fare a meno delle donne nel costruire la società.
Unioni civili, Ius soli: che senso hanno in un paese allo sfacelo, in termini di perdita di identità culturale, religiosa, storica, se non quello di dargli il colpo di grazia?
E’ lo strumento principale per la distruzione dell’identità e dell’eredità culturale di un popolo. Torniamo al solito punto: lo vuole l’Ue e i politici italiani, sotto le vesti della generosità, della solidarietà, ubbidiscono. Insomma: tradimento, tradimento, tradimento!
Perché secondo lei ci propinano il latino Ius soli, che pare un modo, altrettanto subdolo, di allontanare il significante dal suo significato italiano, di diritto di cittadinanza? Un'ulteriore conferma della potenza di un linguaggio che cerca di insinuarsi nella nostra forma mentis, privandoci di ogni libertà di pensiero?
Si tratta dell’ennesima prova di quanto il Laboratorio sia astuto nel portarci alla distruzione. E’ stata la signora Kyenge ad appoggiarsi con forza allo jus soli , facendo credere che l’antico jus soli desse il diritto alla cittadinanza, per dare la cittadinanza a tutti gli immigrati. Ma io insisto: la signora Kyenge faceva gli interessi dei suoi confratelli negri; sono stati i politici italiani (Enrico Letta rimarrà alla storia per questo) a tradire i loro confratelli facendo ministro appositamente un africano per favorire gli africani.
Perché ci vogliono impedire di utilizzare termini quale clandestino e immigrato se a questi significanti corrisponde un preciso significato?
L’abbiamo già detto : è una forma di “politicamente corretto”. Costringere con il linguaggio a cancellare, a travisare, i concetti. Alla fine, chi continuerà a pensare a modo suo, si convincerà di avere le allucinazioni.
Cosa nasconde secondo lei quel principio di umanità cui lo Stato si appella concedendo appunto lo Ius Soli e accogliendo, senza freni, le migliaia di immigrati che sbarcano sulla nostre coste?
Cosa nasconde? L’annientamento del popolo italiano. Prima di tutto con la forza del numero. Gli italiani fanno pochissimi figli (proprio perché vengono spinti dai politici verso il suicidio), gli africani, soprattutto musulmani, ne fanno molti (sei, sette contro uno). Nel giro di due generazioni avranno la maggioranza di fatto, anche se non numerica. Imporranno la morte al pensiero, all’intelligenza, alla religione, alla creatività italiana. Nessun africano ha mai prodotto nulla nella lunghissima storia che l’Africa ha alle sue spalle: né scienza, né tecnica, né diritto, né filosofia, né arte, né musica (col tamburo non si creano sinfonie). Il contributo dell’Africa al pensiero umano è pari a zero. Ma è proprio quello che vogliono i politici dell’Ue: l’annientamento della civiltà dell’Europa, fare dell’Europa un “vuoto” da governare e dominare senza il pericolo delle intelligenze. Perché loro lo sanno bene: sono le intelligenze che non possono essere dominate con le armi.
Cosa ne pensa di Laura Boldrini, la paladina dell'umanità e dell'accoglienza che percepisce 90 mila euro esentasse dalle stesse organizzazione umanitarie? Lei ha capito qual è il significato di questi principi tanto osannati dalla presidente della Camera la quale, tra l'altro, per farci sapere quello che pensa, si serve di un sistema di comunicazione che ci costa un milione di euro all'anno?
Delle colpe dei politici abbiamo detto tutto il possibile e non è il caso di ridurre problemi così gravi ad una singola persona, per giunta arrivata da poco, quando il tradimento era già stato completato.
La religione di pace abbraccia Manchester. Tutti zitti, mi raccomando
Written by Franco Londei on Mag 23, 2017
La religione di pace ieri sera ha abbracciato Manchester, già, sempre la stessa religione di pace che non ammazza innocenti, ma punisce i peccatori, gli infedeli, coloro che con il loro atteggiamento offendono un Dio così misericordioso da chiedere la testa di coloro che non lo seguono, di coloro che non fanno quello che la sua religione di pace vuole.
Mettiamola così per non offendere gli adepti, i seguaci e i leccaculo della religione di pace, facciamo di non passare da islamofobi razzisti chiamando assassini islamici quelli che hanno pianificato la strage di ragazzini a Manchester, una delle amenità peggiori che la religione di pace potesse pianificare proprio perché colpisce giovani e spensierati teenager colpevoli solo di andare a un concerto del loro idolo, di quella pop star di cui hanno il poster nella loro cameretta, colpevoli di seguire un sogno che per la religione di pace è un peccato da punire con la morte.
Religione di pace mi raccomando, non islam, non terroristi islamici, non assassini nel nome di Allah. Queste cose non si dicono perché poi trovi sempre quello che ti da del razzista, dell’islamofobo, del fomentatore dello scontro di civiltà, perché loro mettono le bombe e fanno stragi ma a fomentare lo scontro di civiltà siamo noi.
Religione di pace perché mica sono tutti uguali anche se i “diversi” stanno sempre zitti dopo queste stragi. A volte mi viene il sospetto che questa gente non preghi lo stesso Dio, che alla fine ci siano due Allah, uno misericordioso ma severo e uno semplicemente assassino.
Allah è grande urlano prima di uccidere ragazzini innocenti, padri e madri di famiglia, gente che va a lavorare o a sentire un concerto della loro pop star preferita. Riempiono le loro bombe di bulloni e pezzi di ferro per rendere Allah ancora più grande, per mostrare al mondo quanto la loro sia una religione di pace. E siamo sempre noi che fomentiamo lo scontro di civiltà, che non riusciamo a capire quanto grande sia Allah e quanto pacifica sia la loro religione.
Sapete che vi dico? Che se non siamo in grado di guardare la verità negli occhi, se non siamo in grado di individuare il nemico, se non siamo in grado di capire che il problema non siamo noi ma sono loro e non puntiamo il dito verso Allah assassino, beh, allora ce la meritiamo questa religione di pace. Se non siamo in grado di capire che lo scontro di civiltà è già in corso da tempo e che non siamo stati noi a provocarlo, che i razzisti non siamo noi ma sono loro, allora non ci resta altro da fare che accogliere la religione di pace a braccia aperte. Venite musulmani, i vostri agnelli sacrificali sono pronti.
Vanno a spegnere incendio in tendopoli San Ferdinando, vigili del fuoco aggrediti dai migranti
San Ferdinando (Reggio Calabria). Non è stato affatto semplice operare per la squadra dei vigili del fuoco, partita da Palmi, e intervenuta nella notte tra sabato e domenica per spegnere le fiamme causate dal vasto incendio che ha distrutto molte baracche e alcune tende della Tendopoli di San Ferdinando. Intervenuti tempestivamente non appena lanciato l'allarme, dopo aver circoscritto il fuoco a bordo strada, infatti, i pompieri sono stati aggrediti da decine di immigrati. Un'aggressione che nei fatti ha impedito l'intervento di spegnimento all'interno dell'area in cui sorge l'accampamento, interessata alle fiamme. I vigili del fuoco hanno fatto in tempo a risalire sul mezzo, con il quale erano giunti tempestivamente sul posto. Mezzo improvvisamente raggiunto da una scarica di pietre che ha infranto i finestrini laterali e danneggiato il parabrezza. Il tutto sarebbe sorto dalla pretesa degli stessi ospiti di spegnere loro l'incendio che ha mandato in fume le loro baracche. Solo in tarda mattinata e dopo il sopralluogo del Prefetto Michele di Bari e l'intervento di Polizia di Stato e Carabinieri, scortati dalle forze dell'ordine, i vigili del fuoco hanno potuto spegnere gli ultimi focolai. Incendio sulle cui cause sono in corso indagini, anche se fin qui pare esclusa l'origine dolosa.
IL SOPRALLUOGO DEL PREFETTO - Intanto c'è da dover fronteggiare l'emergenza abitativa. Attualmente, all'interno della Tendopoli di San Ferdiando vi sono un 600 ospiti circa. Oltre un centinaio ad occupare le tende e le baracche andate completamente distrutte. Il Prefetto Michele di Bari, dopo il sopralluogo in mattinata alla Tendopoli, ha tenuto una riunione presso il Commissariato di Gioia Tauro con il Questore, il Sindaco di San Ferdinando, il Dirigente della Protezione Civile regionale e rappresentanti dei Vigili del Fuoco per individuare una soluzione per gli immigrati rimasti senza tetto a causa della distruzione delle baracche costruite a ridosso dell’accampamento e di alcune tende, per circa 150 persone.
In attesa dell’allestimento della nuova tendopoli, i cui lavori inizieranno lunedì 3 luglio, è stata individuata una struttura temporanea, limitrofa all'attendamento, dove la Protezione Civile regionale, con l’ausilio degli stessi migranti, dopo aver svolto un lavoro di pulizia interna ed esterna all’area, sta approntando “a vista” brandine, materassi e quanto altro necessario per una adeguata accoglienza.
"Ciò è stato possibile – sottolinea il Prefetto- per la consolidata sinergia istituzionale tra tutti i Soggetti ed Enti, convocati per la circostanza, che consentirà di assicurare nel minor tempo possibile una soluzione alloggiativa".
Il Prefetto ha inoltre espresso "un sentito ringraziamento alla struttura regionale di Protezione Civile, nella persona del prof. Tansi e dei suoi collaboratori, che, nell’occasione, fornirà anche i pasti ai migranti interessati dalla distruzione delle baracche e delle tende".
Francesco Chindemi
02-07-2017 19:04
Altro che pagarci le pensioni, gli immigrati sono solo un costo
La bugia delle "pensioni pagate dagli immigrati": versano 11 miliardi di contributi ma ne costano 16,6 per welfare e sanità
Rachele Nenzi - Lun, 10/10/2016 - 12:50
Un luogo comune molto diffuso in Italia racconta che gli immigrati che arrivano nel Belpaese siano fondamentali per pagare le pensioni agli italiani.
Ed è vero che, pagando i contributi previdenziali, i lavoratori stranieri in qualche modo aiutino l'Inps a elargire ogni mese le pensioni. Ma per l'Italia non è un conto in positivo: i migranti infatti ci costano ogni anno il 2% della spesa pubblica, ovvero circa 16,6 miliardi di euro. Più di quanto versino per i contributi.
La bugia del "gli immigrati ci pagano le pensioni"
La Fondazione Leone Moressa in questi giorni ha pubblicato un report annuale sull'economia dell'immigrazione. I numeri sono chiari, ma vanno letti correttamente. La Fondazione ha infatti usato un gioco interessante, immaginando gli immigrati come una enorme azienda: gli stranieri producono, in maniera aggregata, un Pil complessivo di 127 miliardi di euro all'anno (8,8% del Pil nazionale). "Come la Fiat", fanno sapere dalla Fondazione. O quasi, visto che la casa automobilistica ha un fatturato di 136 miliardi.
I dati inoltre dimostrano che i lavoratori stranieri nel 2014 hanno pagato 11 miliardi di contributi pensionistici e 6,8 miliardi di Irpef (l'8,7% del totale dei contribuenti). In sostanza hanno "pagato" la pensione a 640mila italiani. Un bel numero, certo: ma bisogna guardare anche a quanto costano gli immigrati allo Stato. Innanzittutto, ogni anno l'Italia versa le pensioni mensili a 100mila immigrati (75mila extracomunitari e 25mila comunitari dell'Est), quindi le pensioni "pagate dagli stranieri" scendono a 540mila. Inoltre vanno aggiunti i costi per welfare e sanità pubblica a cui ricorrono gli stranieri. Il conto finale è in rosso: i 5 milioni di migranti presenti in Italia pesano sulla spesa pubblica nazionale per il 2% del totale. E poiché nel 2015 il Belpaese ha speso 830miliardi di euro, questo significa che gli immigrati sono costati agli italiani 16,6 miliardi. A conti fatti, insomma, comuntiari ed extracomunitari ci costano più di quanto diano per le pensioni e quasi lo stesso se si considera pure l'irpef. Non proprio un bel guadagno.
La ricerca della Fondazione Moressa racconta anche altro. Gli stranieri sono più giovani degli italiani, e questo si sapeva: i concittadini in età lavorativa sono il 63,2% del totale, dato che sale al 78,1% per gli immigrati. Al contrario sono più gli anziani italiani di quelli stranieri, rispettivamente il 23,4% contro solo il 3%. Gli stranieri si dedicano soprattutto al settore dei servizi (50,7%), in particolare la ristorazione (19%), e prediligono lavori di bassa qualifica (nel 66% dei casi). E questo significa reddito inferiore e maggior numero di famiglie sotto la soglia di povertà.
Attenzione, però: gli immigrati trovano più facilmente lavoro. Il 47% degli immigrati è occupato (contro il 36% della popolazione italiana), ma nella maggior parte dei casi (66%) si tratta di lavori a bassa qualifica. In crescita sono invece le imprese, con negozi di stranieri che crescono come funghi nelle città italiane. Il confronto con le Pmi italiane è degradante, e dovrebbe far riflettere: nel 2015 erano registrate 550mila imprese straniere (e 656mila imprenditori immigrati) a fronte di un calo importante della nascita di negozi e aziende italiane. Dal 2015 al 2011 le aziende italiane sono crollate del 2,6%, mentre quelle straniere sono cresciute del 21,3%.
Le balle sugli immigrati: loro una risorsa? E' falso
L'inchiesta. Cifre alla mano, ecco perché impoveriranno ulteriormente l'Italia. I nuermi su lavoro, pensioni e la super crescita demografica
6 Ottobre 2011
In queste settimane il dibattito si infuoca attorno alla manovra economica e tutti hanno suggerimenti su dove e come ridurre le spese. Nessuno però dice mai di intervenire su una delle voragini che si inghiottono i soldi della comunità: l’immigrazione. È stata abilmente fatta passare l’idea che gli immigrati siano una risorsa, una ricchezza, che siano quasi i soli a contribuire in positivo alle dissestate casse comuni. Sull’immigrazione è stata fatta una colossale opera di disinformazione.
I principali gruppi di motivazioni che vengono solitamente tirati fuori per giustificare l’immigrazione sono: 1) che i nuovi cittadini pagheranno le nostre pensioni, 2) che gli immigrati fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, 3) che gli immigrati sono una risorsa economica, 4) che sono una ricchezza sociale, 5) che pongono rimedio alla nostra denatalità, 6) che abbiamo il dovere della solidarietà. Vediamo di esaminare soprattutto i punti aventi incidenza economica, non senza avere prima fatto una indispensabile premessa.
Il fenomeno è cruciale ma le informazioni per conoscerlo e governarlo sono approssimative. I soli dati ufficiali che si hanno a disposizione sono quelli che riguardano i regolarizzati. Restano vaghi i numeri di quelli appena arrivati o che vivono nel mondo dell’illegalità. Ci si deve perciò affidare principalmente alle informazioni della Caritas-Migrantes che, pur ricevendo finanziamenti pubblici, è una struttura privata che svolge i compiti che toccherebbero allo Stato, ma è anche e soprattutto una organizzazione di parte e questo non la aiuta a fornire le garanzie di imparzialità che la struttura pubblica, pur nelle sue lentezze e inefficienze, dovrebbe invece garantire. La Caritas è anche condizionata dalle sue scelte ideologiche, dal suo evidente schieramento a favore dell’immigrazione e dell’accoglienza a qualsiasi costo e condizione, oltre che dal non trascurabile dettaglio che proprio dall’ambaradan dell’immigrazione trae sostanziosi finanziamenti.
Secondo il Dossier statistico 2010 della Caritas-Migrantes, ci sarebbero in Italia all’inizio del 2010 4.235.000 stranieri residenti, o 4.919.000 considerando quelli non ancora iscritti all’anagrafe. Gli stranieri sono triplicati in un decennio e aumentati di quasi un milione nell’ultimo biennio. I clandestini sono stimati fra i 500 e i 700 mila, ma non è certo scorretto pensare che siano almeno il doppio. Si arriva perciò a una cifra di più di 6 milioni di persone (quasi l’11% della popolazione residente, uno straniero ogni 9 italiani), cui vanno aggiunti circa 500 mila naturalizzati italiani negli ultimi anni. Metà circa degli immigrati sono donne. Nel 2007 gli stranieri erano 3.690.000, il 5,6% della popolazione.
PAGANO LE PENSIONI?
Grande risalto è stato dato al fatto che i contributi degli immigrati hanno aiutato l’Inps a rimettere un po’ a posto i conti. In effetti l’arrivo di tanti nuovi contribuenti che non percepiranno pensioni per un po’ di tempo è salutare. Si tratta però di una situazione temporanea perché, a partire da 20 anni da oggi (quando a maturare pensioni di vecchiaia o anzianità cominceranno a esserci moltitudini di immigrati), si riproporrà anche nella comunità foresta lo stesso schema attuale di un rapporto fra lavoratori e pensionati sbilanciato a favore di questi ultimi, a meno che non si conti su un continuo afflusso di immigrati giovani paganti. In tale caso si tornerebbe in qualche modo al sistema a ripartizione su cui in anni di boom demografico si era basato il sistema pensionistico, facendo saltare ogni buona intenzione di trasformarlo in un sistema a capitalizzazione. Insomma gli immigrati non risolvono i problemi del sistema pensionistico italiano ma lo spostano solo un po’ più in là nel tempo. Oggi il rapporto fra pensionati e abitanti è di circa 1 a 5 per gli italiani e di 1 a 25 per gli stranieri: il divario diminuirà costantemente fino a stabilizzarsi sullo stesso rapporto a meno che - come detto - il numero degli immigranti non continui a crescere in misura esponenziale.
Dai dati Inps più recenti e completi disponibili (III Rapporto su immigrati e previdenza), risulta che nel 2004 gli stranieri iscritti ai ruolini pensionistici erano 1.537.380, e cioè meno della metà del totale degli immigrati di allora. Non cambia la situazione nel 2010, quando - secondo la Caritas - gli iscritti all’Inps sarebbero circa due milioni, e cioè circa il 40% dei regolari. Questi versano un totale di 7,5 miliardi in contributi previdenziali; nel 2007 le pensioni erogate erano 294.025 con una spesa annua di 2 miliardi e 564 milioni. Oltre a queste c’è una cifra imprecisata ma piuttosto alta per prestazioni sociali d’altro genere. Ci sarebbe così un saldo attivo di qualche miliardo. Occorre notare che il bilancio è migliorato da quando è stata soppressa la facoltà prima concessa agli immigrati di farsi rimborsare i contributi versati in caso di rimpatrio, rafforzando la tendenza a permanere in Italia.
I DATI NON TORNANO
Per essere un gruppo sociale la cui presenza viene giustificata come “forza lavoro”, occorre notare come la percentuale di stranieri che pagano i contributi previdenziali sia sospettosamente bassa. Questo significa che la più parte di loro non paga i contributi sociali perché lavora in nero, o evade, o non lavora affatto, o fa “lavori” (criminalità, droga e prostituzione) che non hanno vocazione né possibilità di essere assoggettati a contributi.
I numeri non tornano. Comprendendo anche gli irregolari, meno di un terzo degli stranieri versa contributi previdenziali: una percentuale inferiore a quella del totale degli italiani al di sotto dei 65 anni (39.318.000 nel 2010) che sono regolarmente occupati (più di 21 milioni), e cioè il 54,7%. Risulta perciò piuttosto evidente (e preoccupante) che l’attuale attivo del bilancio previdenziale degli stranieri sia rapidamente destinato a esaurirsi (salvo una crescita esponenziale degli immigrati e una irrealistica dilatazione del mercato del lavoro) e che perciò la presenza degli stranieri non risolverà ma aggraverà i problemi pensionistici. É del tutto falso affermare che gli stranieri pagheranno le nostre pensioni: lo fanno in parte marginale oggi per la loro età media più bassa, ma impoveriranno ulteriormente in avvenire le sempre più esigue risorse del paese.
di Gilberto Oneto
https://www.rischiocalcolato.it/2017/07/no-francia-spagna-sbarchi-vienna-prepara-soldati-al-confine-cazzi-nostri-ce-la-voluta.html
http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/07/04/migranti-lannuncio-dellaustria-molto-presto-militari-alla-frontiera-con-litalia/3705039/
figura di m. colossale del governo italiano.
Mattarella, Gentiloni, Grasso, Boldrini :
i peggiori e più incapaci politici italiani di tutti i tempi.
una vergogna assoluta :sick:
* Nel mondo non saprei; ma in Europa non esiste assolutamente un popolo autorazzista come quello italiano.
Frank : C'è ben poco da fare, perché quando c'è di mezzo un concerto di Vasco si spostano centinaia di migliaia di persone, oppure in occasione della tot partita di calcio volano botte da orbi a causa di vecchie rivalità calcistiche, mentre quando si tratta di cose veramente serie non vola neppure una mosca.
Il fatto stesso che il PD sia ancora votato da milioni di italiani la dice lunga sull'inconsapevolezza e l'idiozia di tantissimi nostri connazionali.
Mattarella, Gentiloni, Grasso, Boldrini ed altre caccole simili, son solo una logica conseguenza di tutto ciò.
Tra l'altro questo è il motivo principale per cui mi vien da ridere quando leggo o ascolto chi sostiene che gli italiani sarebbero "razzisti"... :doh:
Come può essere razzista un popolo autorazzista ?
http://www.ilgiornale.it/news/politica/altro-che-pagarci-pensioni-immigrati-sono-solo-costo-1316845.html
* Nel mondo non saprei; ma in Europa non esiste assolutamente un popolo autorazzista come quello italiano.
Diciamo pure che i suddetti (e le suddette) politici esistono, perché esiste un terreno fertile, sul quale possono attecchire, crescere e prosperare.
kikko19 • 13 ore fa
Vi racconto una storia. A Pesaro il comune, a chi da in affitto ai negri appena sbarcati, paga la ristrutturazione degli appartamenti oltre all'affitto. Così mentre chi cerca casa paga prezzi drogati dalla scarsita' di alloggi, sia comune che proprietari fanno affari, attraverso le cooperative. Poi questo viene contato come aumento del pil. Non dimentichiamocelo. Un paese di merda.
Immigrati aggrediscono capotreno. Rivolta dei passeggeri: cacciati
L'aggressione di quattro stranieri. Il testimone: "Insultata la capotreno". Poi i passeggeri riescono a cacciarli via
Rachele Nenzi - Ven, 18/08/2017 - 11:36
Questa volta ad avere la peggio sono stati gli aggressori. Dopo l'ennesima violenza, verbale e fisica, ai danni di un capotreno, sul regionale che porta a Verona i passeggeri si sono ribellati e sono riusciti a cacciare gli immigrati dal treno.
Il liteo fine. Alla stazione di Ala, come riporta il quotidiano online La Voce del Trentino, quattro individui sui 20 anni, "3 nordafricani e uno presumibilmente dell’Est Europa", hanno provato a salire sul convoglio senza regolare titolo di viaggio. Il capotreno, una donna, li ha intercettati e intimati a non salire sul vagone senza biglietto. In tutta risposta è scattata la violenta reazione. "I quattro hanno cominciato ad insultarla dandole della troia e anche di peggio", ha spiegato un testimone al quotidiano locale.
Quando la capotreno ha chiuso le porte, i quattro stranieri non si sono persi d'animo. E hanno tentato di infilarsi dai finestrini per prendere posto nel vagone. Così i passeggeri, stufi del ritardo che il convoglio stava accumulando, hanno reagito impedendo agli immigrati di entrare dai finestrini. "Ci siamo presi sputi, insulti e minacce dai quattro soggetti, ma alla fine non sono riusciti a salire e siamo partiti", spiega il testimone.
In Toscana
La figlia della sindaca Pd s'innamora di un profugo. La madre: "Sei malata"
15 Settembre 2017
La storia l'ha raccontata lei stessa. E somiglia di brutto a quella di Indovina chi viene a cena, il film con Sidney Poitier che a fine anni '60 fu uno spartiacque nei rapporti tra l'america bianca e quella nera. Francesca Testi, 32 anni, ha scritto a La Repubblica per rivelare a tutti il suo amore per Jeff. Lei, laureata con lode all'università di Siena, lavora come insegnante d'italiano alla Croce Rossa di Arezzo ed è lì che ha conosciuto il ragazzo: un africano nero, richiedente asilo. Insomma, un profugo. E lì, come scrive lei stessa, è scoppiato il "bubbone".
Perchè sua madre non l'ha presa bene: "Mi ha detto che ero una persona malata, che quella gente va solo compatita, che avrebbero dovuto arrestarmi i carabinieri, che tanto quelle persone cercano solo un mezzo per fare una vita migliore" scrive Francesca. Quel che Francesca non dice e che aggiunge quel pizzico in più di pepe sulla storia è che sua madre, Margherita Scarpellini, è la sindaca Pd di Monte San Savino, un paese di 9mila anime in provincia di Arezzo, nel cuore della rossa Toscana. E così la storia, come riporta l'edizione aretina del quotidiano La Nazione, si trasforma nel più classico dei "predichi bene e razzoli male". Insomma, in un caso politico.
Piccata, la sindaca ha replicato subito. Non per smentire, ma per riportare il tutto a una vicenda personale, "che appartiene alla mia dimensione familiare". Insomma, fatti nostri risponde la Scarpellini. L' affetto verso una figlia, spiega, "genera preoccupazioni" a fronte di un uomo "che vive una situazione di estrema precarietà". Ma questo, direbbe qualcun altro, significa essere di sinistra col c... degli altri. Quanto poi, invece, il c... è il tuo...
Son queste le storie che rendono più bella la vita. E ce ne saranno moltissime altre, specie tra le fila della sinistra, con nostro sommo divertimento.
Come aveva previsto anche Homodus, il compagno negro o marocchino saranno presto la norma. Ma non si equivochi sui motivi: Soral ha detto che in queste relazioni sono basate su una subordinazione di classe, sempre di zerbini parliamo.
La posto qui perché ha a che fare con le risorse che ci pagheranno le pensioni, per non parlare del fatto che è una storia divertentissima...
http://www.liberoquotidiano.it/news/politica/13237382/figlia-sindaca-pd-si-innamora-profugo-africano-sei-malata.html
Succede anche perché sono certi dell'impunità: il poliziotto che dice di non avere mezzi, ma ci vuole tanto ad arrestarne uno o due? Sono sulla pubblica piazza, proprio sotto i loro occhi.
Ancora più rivelatore quel che dice dopo un immigrato: "Ti butto il telefono a terra e la polizia mi darà ragione come tante altre volte".
Succede anche perché sono certi dell'impunità: il poliziotto che dice di non avere mezzi, ma ci vuole tanto ad arrestarne uno o due? Sono sulla pubblica piazza, proprio sotto i loro occhi.
Ancora più rivelatore quel che dice dopo un immigrato: "Ti butto il telefono a terra e la polizia mi darà ragione come tante altre volte".
Certamente, ma migliorerebbero con certi metodi educativi.
Torino, uomo ucciso con una coltellata alla gola al mercatino del libero scambio
L'omicidio in via Carcano tra le bancarelle del "Barattolo", la vittima aveva 52 anni. Arrestato dalla polizia municipale un giovane nigeriano che aveva cercato di colpire anche un'altra persona
di ERICA DI BLASI
15 ottobre 2017
Lo ha ucciso con un fendente alla gola al mercato del libero scambio il "Barattolo", di via Carcano, a Torino. Il delitto risale a questa mattina intorno alle 7.40. La vittima è un italiano di 52 anni, Maurizio Gugliotta, colpito alla gola da un giovane nigeriano di 27 anni, Kalhid Be Greata. Gli agenti della polizia municipale di Torino, richiamati da alcuni cittadini, sono accorsi sul posto.
A terra c'era l'uomo in un lago di sangue. Alla fine nonostante i tentativi dei medici del 118 che hanno cercato di rianimarlo per quasi 40 minuti, l'uomo è morto poco dopo. L'aggressore ha cercato di colpire al petto anche l'amico della vittima, ma i vestiti spessi che indossava lo hanno salvato. Il fermato è stato portato al comando della polizia municipale, mentre il mercatino è stato chiuso. Secondo alcuni testimoni la lite tra i due sarebbe nata da motivi di poco conto. La vitima a quanto sembra avrebbe urtato un oggetto che il giovane nigeraino aveva messo in vendita al suo banchetto e questo avrebbe innescato al discussione fiuinita in tragedia. Il nigeriano, dice un testimone, ha colpito tre volte con un coltello l'italiano prima di essere fermato dagli addetti alla sicurezza del mercato e poi consegnato ai vigili urbani in servizio nella zona.
Omicidio al suk di Torino, il testimone:"Lite nata per futili motivi"
Condividi
E' polemica per la tempestività dei soccorsi, arrivati in ritardo secondo i testimoni. Del resto raggiungere la zona del delitto non era agevole poichè il mercato era molto affollato.Un nordafricano ha provato a rianimare la vittima prima che arrivasse la squadra del 118.
Il nigeriano, dice un testimone, ha colpito tre volte con un coltello l'italiano prima di essere fermato dagli addetti alla sicurezza del mercato e poi consegnato ai vigili urbani in servizio nella zona.
Fatti come questo denotano una volta di più che, a prescindere da quel che leggi (o le interpretazioni delle stesse) permettono o meno di fare in un tot Paese, questa è nella stragrande maggioranza dei casi gente di merda.
Gente che andrebbe bastonata a sangue, perché non sta scritto da nessuna parte che tu, immigrato proveniente da una cultura inferiore, puoi permetterti di rompere i maroni a casa mia.
Poi sì, è chiaro che lo fanno perché sanno di poterlo fare, perché son consapevoli del fatto che non gli accadrà nulla di grave; su questo non ci piove.
Ma sempre merde restano.
Il video che indigna l'Italia Carabiniere schiaffeggiato da ambulante clandestino
Naso fratturato per il militare colpito a Pisa da un africano che vendeva merce taroccata
Nino Materi - Gio, 07/06/2018 - 06:00
commenta
Più che lo schiaffo sferrato al carabiniere, a far male è il senso di impunità di chi ha compito questo gesto: un ambulante abusivo che non solo non avrebbe potuto vendere la «sua» merce taroccata, ma non sarebbe dovuto essere neppure sul nostro territorio nazionale.
Un clandestino. Che da irregolare si permette pure di alzare le mani su chi è «reo» solo di fare il proprio lavoro, ripristinare la legalità. Ora il militare è in ospedale col naso fratturato. «Perché non ho reagito? Non volevo determinare una situazione di pericolo ai cittadini», è la motivazione - tecnicamente condivisibile - che il carabiniere ha riferito ai superiori, ricevendo il loro assenso.
Eppure... Eppure, a noi cittadini, vedere e rivedere sul web quel carabiniere malmenato da migrante fuorilegge fa salire una rabbia difficilmente comprensibile. Perché non ha reagito? Perché non l'ha arrestato? Perché si è rimesso in auto ed ripartito tanto precipitosamente da sembrare che stesse fuggendo? Per cercare una risposta, riavvolgiamo il nastro.
Martedì 5 giugno, ore 11,30, centro storico di Pisa. Tanti turisti. Tanti ambulanti africani che vendono le solite false borse «griffate».
Un'auto dell'Arma arriva in via Vecchia Barbaricina. I militari hanno l'ordine di sequestrare tutta la merce contraffatta. Sono i cosiddetti «pattuglioni»: blitz che vengono fatti ogni tanto per dare l'impressione che lo «Stato c'è». Piccole prove di forza che gli abusivi accettano senza agitarsi più di tanto, perché sanno bene che nel giro di pochi minuti tutto potrà tornare come prima. Ma l'altroieri a Pisa succede qualcosa di imprevisto: i carabinieri portano via 160 borse e questo gli ambulanti non lo accettano. Si permettono di fare la voce grossa. Di più, uno di loro si avvicina a un carabiniere e lo colpisce. Il video che immortala l'aggressione è chiaro, nitido, non ci sono dubbi sulla dinamica del gesto. Il colpevole viene redarguito anche da alcuni suoi connazionali, ma la drammaticità della sequenza non cambia di una virgola. Esattamente come nei giorni scorsi in varie parti d'Italia dove, nel corso di manifestazioni, altri rappresentanti delle forze dell'ordine sono stati vigliaccamente picchiati, dopo essere stati isolati o dopo che erano addirittura caduti a terra.
Non è una questione di pelle: un bianco o un nero che si scaglia contro un poliziotto o un carabiniere è sempre e comunque un criminale che va arrestato. Ed è questa la sorte che probabilmente toccherà all'extracomunitario «manesco» di Pisa, facilmente riconoscibile attraverso il video-choc, tra i più cliccati ieri in rete. Ma nella città della torre pendente la tracotanza degli ambulanti di colore è cosa nota: un anno fa, sempre nella stessa zona, anche dei finanzieri furono picchiati al grido di: «Questa è zona nostra, qui comandiamo noi». Una scena-fotocopia di quanto accaduto martedì: uno dei militari scende dalla macchina e si dirige verso chi protesta. C'è un breve contatto, continuano a essere lanciati oggetti, nel mezzo c'è anche una donna. Il militare tenta di risalire ma viene raggiunto da uno dei «manifestanti» che lo schiaffeggia e lo spintona. Lui non reagisce. Sale sulla gazzella, ripartendo con le sirene accese. Alle sue spalle il branco urla: «Bastardo!».
Accade in Italia, nel 2018.
Non sarà che i CC non reagiscono altrimenti finiscono in galera loro?
Matteo Salvini, la vergognosa copertina de L'Espresso su Aquarius: il leghista non è un essere umano
15 Giugno 2018
Aquarius, la copertina de L'Espresso: un attacco feroce a Matteo Salvini
Un immigrato di colore e Matteo Salvini. Sotto c'è la scritta Uomini e no, dove "uomini" appare sotto lo straniero e "no" sotto il ministro dell'Interno. E' la copertina sconvolgente de L'Espresso. Che oltre al titolo vergogna aggiunge una frase che termina con un interrogativo: "Il cinismo, l'indifferenza, la caccia al consenso fondata sulla paura. Oppure la ribellione morale, l'empatia, l'appello all'unità dei più deboli. Voi da che parte state?".
Leggi anche: Aquarius, sospetto-choc. Parla il generale Morabito: "Forse, a bordo della nave..."
Una prima pagina ferocissima contro il vicepremier e ministro dell'Interno leghista evidentemente preso di mira dal settimanale diretto da Marco Damilano dopo che ha deciso di chiudere i porti alla nave Aquarius con seicento immigrati a bordo. Una presa di posizione quella di Salvini che a vedere i sondaggi convince gli elettori: la Lega cresce e cresce la fiducia degli italiani nella risoluzione della questione dell'immigrazione clandestina con il governo Lega-M5s.
Gli immigrati valgono più delle donne nella gerarchia sociale.
Prato, un passeggero si altera perché oltre a non avere il biglietto per l'autobus, pretende anche di avere ragione.
Forse quando è venuto in Italia non gli hanno spiegato che per viaggiare si paga il biglietto.
Se questa regola non piace può andare tranquillamente a piedi.
Vicus
Soprattutto se donne...
Altro esempio di "risorsa" che andrebbe presa a mazzate sui denti.
https://www.facebook.com/863114253738180/videos/1752922131424050/?hc_ref=ARRl-f46UvciTgx4wjglmNd4mmrwiV3yU0rOMyLUHSPJA2zTpVZtrDwcfK54wpEPLqk
Spero un giorno di imbattermi in uno di questi soggetti, così ci sarà veramente da ridere.
Pisa, immigrato fa campagna per sinistra e insulta l’Italia: "Popolo di mafiosi di m…"
A denunciare l’episodio è la sindaca leghista di Cascina, Susanna Ceccardi
Franco Grilli - Lun, 18/06/2018 - 12:19
commenta
Un immigrato, mentre distribuiva volantini elettorali per la coalizione di centrosinistra, si è messo a insultare alcuni operatori commerciali, i militanti politici del centrodestra e anche il nostro Paese.
Il fatto al mercato di Pisa di via Paparelli, dove si fa campagna elettorale in vista del ballottaggio di domenica 24 giugno che eleggerà il nuovo sindaco e che vede contrapposti Andrea Serfogli e Michele Conti.
All’improvviso, lo straniero si è messo a discutere con alcuni passanti, etichettando anche come "mafioso italiano" un ambulante lì presente. A denunciare l’episodio sono, via Facebook, la sindaca di Cascina Susanna Ceccardi e l’onorevole Edoardo Ziello, entrambi della Lega. "È sconcertante che un immigrato si permetta di proferire frasi ingiuriose nei confronti della nostra Nazione, consiglio a questa persona di portare rispetto verso il Paese che lo ospita" ha scritto Ziello su Fb.
Pisa verso il voto
È stato seguito a ruota dal primo cittadino e compagna di partito Ceccardi: "Uno straniero, assoldato dal candidato sindaco del Pd Serfogli per fare volantinaggio, si è messo ad aggredire e offendere i venditori ambulanti che la pensano diversamente. 'Dell'Italia non me ne frega un ca…, siete dei mafiosi di me…"' Questa è l'arroganza di chi vorrebbe ancora una volta governare questa città in barba a chi lavora e agli italiani per bene. Siete alle battute finali. Forza Lega, forza Michele Conti!".
congonatty
Lun, 18/06/2018 - 13:45
Vero' e' che la Mafia e' tipicamente italiana. Non c'e' mica tanto da argomentare.
Le Iene: ospiteresti un profugo? Figuracce dei VIP
Valeria Marini, Alessandro Gassman, Giorgio Pasotti. Sono solo alcune delle celebrità disposte a parole ad accogliere chi scappa da una guerra. Ma poi
Video tratto da Le Iene
Premesso che non si tratta di un dovere ma di una grande responsabilità e che a risolvere il problema dovrebbe pensarci lo Stato, ospiteresti un profugo a casa tua?
Dopo aver incalzato i politici all’uscita dalla Camera, Filippo Roma ritorna sull’argomento, stavolta con i VIP. D’impulso, e forse per apparire più umani di fronte a una telecamera, rispondono di sì. Poi, quando gli si racconta di Madine che scappa dal Mali ed è già pronto a prendere posto fra le loro mura domestiche… un gran rumore di unghie sullo specchio.
In pochi si spingono a lasciare il proprio numero di telefono per essere richiamati e concordare la sistemazione. Ma ce n’è almeno uno che poi ha effettivamente accolto Madine? Guardate il video. Tra gli intervistati: Valeria Marini, Alessandro Gassman, Ettore Bassi, Giorgio Pasotti, Pippo Baudo.
L’ipocrisia di certo non è una #bellastoria. Pensi che anche Facebook sia pieno di persone che scriverebbero di essere pronte ad accogliere e poi non lo farebbero? e taggale. :)
Kratos, sei consapevole del fatto che non accadrà mai nulla di tutto ciò ?
A proposito di risorse e buonisti(e) impegnati a fare i froci col culo degli altri.:clapping:
https://dilei.it/bellastoria/video/le-iene-ospiteresti-un-profugo-figuracce-dei-vip/395733/amp/?__twitter_impression=true
Perché il Le Pen svedese sta conquistando il Paese
AGO 31, 2018 51 COMMENTI CONTROSTORIE MARZIO MIAN
Brutta perturbazione in arrivo dalla Scandinavia su Bruxelles, cioè la caduta, dopo oltre un secolo, del partito Socialdemocratico svedese. Che vorrebbe dire un colpo da ko alla già precaria stabilità politica dell’Unione, soprattutto perché la prevista disfatta del «partito-Stato» dato al massimo al 25 per cento (solo negli anni Novanta viaggiava su percentuali intorno al 45) potrebbe essere accompagnata dal balzo della destra sovranista, dal 4 per cento del 2010 al 20 per cento nelle prossime elezioni generali del 9 settembre. Bruxelles guarda a Nord con terrore perché, anche se la Svezia ha gli stessi abitanti dell’Ungheria di Viktor Orban, il suo peso politico e simbolico è di ben altro genere. Cosa accadrebbe se si aprisse una falla anche in Scandinavia, addirittura nel Paese più progressista, bastione del multiculturalismo e dei valori universali dell’accoglienza? Infatti il governo, nonostante gli ottimi risultati sul fronte economico, con una disoccupazione praticamente inesistente, paga per non aver rinunciato, nemmeno in tempo di antiglobalismo dilagante, alla tradizionale solidarietà terzomondista del partito che fu di Olof Palme («siamo una superpotenza umanitaria», diceva solo tre anni fa il premier Stefan Lofven), accogliendo, in un Paese di soli 9.5 milioni di abitanti, più profughi di tutti gli altri membri dell’Unione europea, 600mila dal 2014, 163mila richiedenti asilo solo nel 2015.
E la situazione è sfuggita di mano. Vasti territori urbani, a Stoccolma, a Uppsala, a Malmö, soprattutto a Göteborg, sono in mano alla criminalità straniera, non accessibili alla polizia e ai giornalisti, gli stupri sono aumentati del 30 per cento in cinque anni, nelle scuole circolano ogni genere di armi, non si contano i regolamenti di conti tra bande di diversi origini etniche, numerosi gli attentati islamisti, nel 2017 un camion guidato da un affiliato Isis ha fatto cinque morti. L’ultimo caso che ha sconvolto l’opinione pubblica (e potrebbe avere un forte impatto sul voto) è stato l’incendio di decine, centinaia di auto da parte di gang d’incappucciati alla periferia di Trollhattan, città industriale nell’Ovest, già sede degli stabilimenti della Saab e oggi una delle aree più colpite dall’ondata di violenze. La debole reazione del premier – «ma cosa diavolo state facendo?» – ha fatto indignare le tute blu, da sempre zoccolo duro dei socialdemocratici.
A lungo la stampa nazionale e internazionale, quasi con imbarazzo, ha dedicato poco spazio al crescendo di attacchi alle donne nelle strade e alle violenze di matrice straniera e islamica nel Paese ritenuto la mecca dell’integrazione e della pace sociale. E fu accolto come una delle sue molte gaffe il riferimento di Donald Trump, rispetto al pericolo immigrazione, di «fare la fine della Svezia».
Il governo, sull’onda di sondaggi che manifestavano un’impennata del sentimento anti-immigrati, nel 2017 ha ridotto le quote d’ingresso a 23mila, ma non è bastato a contenere il fenomeno di Sverige Demokraterna, Democratici di Svezia, (stesso simbolo della torcia del Fronte Nazionale di Marine Le Pen), partito nato una decina d’anni fa da un nucleo dichiaratamente neo-nazi e oggi sulle stesse posizioni populiste e anti-europeiste di altri movimenti dell’Ue. In molti sondaggi stanno davanti ai liberali, i quali, come i socialdemocratici hanno dichiarato che non scenderanno mai a patti di coalizione con la destra nazionalista, poiché è chiaro che nessuno dei tre contendenti riuscirà a superare la metà dei 349 seggi necessari per un governo monocolore. L’unica via d’uscita anche in caso di una vittoria dei nazionalisti – potrebbe essere un governo di minoranza; ma un’affermazione della destra estrema nei numeri previsti, terrebbe in ostaggio qualsiasi esecutivo, anche una grande coalizione, costringendolo, come accaduto in Olanda con la «quasi vittoria» del partito anti-islamico di Gert Wilders, a una brusca virata su scelte che cambierebbero l’identità politica della Svezia e indebolirebbero ulteriormente quel che rimane del blocco europeista a Bruxelles. Una cosa appare ormai certa, che le elezioni sanciranno la crisi terminale del «modello svedese», icona della sinistra progressista internazionale: welfare dalla culla alla tomba, solidarietà, globalismo economico, neutralità militare, europeismo, pacifismo. Potrebbe subire un duro colpo anche la più ostentata delle battaglie socialdemocratiche dell’ultimo decennio, il femminismo di Stato, con punte estreme come il superamento dei generi nelle scuole e la creazione di una nuova lingua «neutrale». Il governo nelle scorse settimane, con un documento ufficiale presentato dal ministro degli Esteri Margot Wallstrom, ha addirittura annunciato l’avvio di una «nuova diplomazia femminista per esportare il modello politico di genere svedese».
Come accade per le altre forze anti-establishment nel continente, i Democratici di Svezia, sono a favore di un rapporto privilegiato con la Russia, e questo in un Paese (senza guerra da duecent’anni) che di fronte alla militarizzazione russa dell’Artico e alle tensioni sul Baltico si è recentemente espresso per un’adesione alla Nato, stringendo intanto accordi strategici con gli Stati Uniti e partecipando a diverse manovre nella regione. Il giovane leader Jimmie Akesson rifiuta il potere sovranazionale di Bruxelles, invoca l’uscita immediata dall’Unione e una politica protezionista aumentando le tariffe sui prodotti stranieri; soprattutto vuole archiviare la politica dell’accoglienza umanitaria ipotizzando la fine del mitico welfare svedese. «Seicentomila persone», dice Mats Edman, direttore di Dagens Samhälle, «significa 40 nuove municipalità di 15mila abitanti. Pensiamo a quel che serve in termini d’infrastrutture, impiego pubblico, abitazioni, scuole, ospedali, trasporti Per poter sostenere tutto ciò e continuare a godere del benessere standard svedese significa dover andare in pensione oltre i settant’anni. Oppure dobbiamo rivedere i nostri standard».
CULTURE
31/08/2018 17:18 CEST | Aggiornato 31/08/2018 17:19 CEST
Spike Lee : "Con uno come Salvini non prenderei mai un bicchiere di vino né ci andrei allo stadio a vedere la Juve, di cui sono tifoso”
Così Spike Lee all'HuffPost. Il regista al Lido per partecipare ad una Masterclass sulle tecnologie e il futuro del cinema, dice la sua sul ministro italiano e su Trump che chiama “Agent Orange”
By Giuseppe Fantasia
GIUSEPPE FANTASIA
"Matteo Salvini? Con uno che ha quelle idee lì, non potrei mai prendere un bicchiere di vino, né ci andrei mai allo stadio a vedere la Juve e a tifare per Ronaldo. No, non credo proprio che cose del genere possano mai accadere". Inizia così, con queste parole, il nostro incontro con Spike Lee, alla 75esima Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia per tenere una Masterclass sulle innovazioni, le tecnologie e il futuro del cinema grazie a Mastercard.
"Quello che sta facendo in Italia Salvini lo stanno facendo Putin in Russia, la Le Pen in Francia e Agent Orange da noi", ci spiega, indicando con quell'appellativo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che non nomina, preferendo chiamarlo con il nome di quel liquido chimico prodotto dalla Dupont (Agent Orange, appunto) che durante la guerra in Vietnam veniva cosparso sulla vegetazione per evitare che la stessa potesse crescere. "Nessuno di loro è il mio tipo, preferisco tenerli alla larga. Non ho bisogno di essere faccia a faccia con la negatività, ma dare un messaggio che sia d'amore; questi individui dimostrano invece solo odio e non li voglio accanto a me".
"Uno dei tanti errori che si commettono – tiene a precisare - è l'idea che problemi di questo tipo riguardino soltanto l'America, ma bisogna fare molta attenzione perché il problema è globale". La situazione che si sta vivendo in quei Paesi – a detta di Lee, regista di film indimenticabili, da "Fa la cosa giusta" a "Malcom X" ("è il film a cui sono più legato", il primo girato da un occidentale alla Mecca dopo essere stato costretto a convertirsi all'Islam), da "La 25esima ora" a "Inside Man" – "è una situazione in cui la colpa viene sempre data agli immigrati". "Tutto è buttato sulle loro spalle affinché si fomenti l'odio nei loro confronti. Se chiudiamo i confini e costruiamo dei muri – ci dicono – il nostro Paese sarà grandioso, non ci sarà più la criminalità, niente droghe e via discorrendo, ma sono tutte bugie, perché tanto loro vogliono solo buttare giù la nostra cultura". Nonostante questo, però – gli facciamo notare, persone come Salvini, in questi giorni qui a Venezia ("è a Venezia? – ci chiede Lee – "perché lo hanno invitato"?), sono acclamate dalla folla che gli chiede foto e selfie.
"Non lo fischiano? – fa lui. "Beh, allora questo dimostra proprio quello che le stavo spiegando, che Salvini come Agent Orange, sono pericolosi. Ricordiamoci che nella Germania nazista, gli ebrei erano incolpati dai nazisti e l'odio era fomentato da loro e – siamo onesti – anche in Italia dove c'è stato Mussolini e il fascismo, tutto questo può succedere di nuovo. Keep it real, fate i conti con questa realtà".
Le donne non si smentiscono mai, prima attacca briga e dopo chiama aiuto, che razza di feccia. :mad:
Ma quale integrazione?
500 Tony, il rapper rom di 9 anni che insulta l'Italia: "Non vado a scuola e vi sputo addosso"
28 Settembre 2018
"Nove anni e come rappo", canta 500Tony, un ragazzino rom di 9 anni, nonché protagonista di una clip musicale registrata nel campo nomadi di Bonfadini di Milano, passato alla cronaca per vari giri illegali di automobili. "Non ho voglia, sono stanco, io comando, non lo faccio. Sono pigro, sono fatto perché mi fumano accanto" canta il baby-fenomeno nel video di Teste matte. Catene al collo, capelli scolpiti, l'atteggiamento strafottente e provocatorio. La canzone, di 3 minuti e 16 secondi, è una provocazione continua: "Mio padre comanda la zona e come Re Leone mi lascerà tutto". Ma non solo: "Se entri nel campo e ne esci intatto, vatti a comprare un santino". E ancora: "Sputo sopra al vostro mondo". Al nostro, dunque. All'Italia.
Leggi anche: Nel campo rom di via Bonfadini appare una limousine. Ma non erano poveri?
Quello che per molti può sembrare un semplice video che spopola su internet, non lo è per Paolo Bassi, presidente del Municipio 4 che si domanda quanto ancora dovrà passare prima che il Comune si accorga di quello che sta avvenendo nel degradato campo rom. Nel filmato il presidente del consiglio municipale 4, Oscar Strano, ha riconosciuto il nipote di un certo Guido lo zingaro che da anni criminalizza la zona, la stessa dove si recò in visita papa Francesco.
"E allora che si intervenga: si controlli che il rapper rom grassoccio torni immediatamente a scuola, lo si tolga da queste compagnie malsane che gli promettono soldi e successo", inveisce Strano. "I clan si sentono padroni e l'impunità rafforza questa idea, questo modello che si tramanda ai figli e può essere drammaticamente seducente per altri. Si scopre ora, ma questi sistemi e queste logiche si diffondono ormai da anni, anche grazie a una tolleranza particolare" conclude. Infatti, nel campo di Bonfadini, solo nell'ultima settimana, ci sono stati due incendi, gli ennesimi di una lunga serie.
Questi soggetti poi hanno anche il sostegno di vari apparatiEsattamente; sono dei poveri coglioni e fin qui niente da dire, nel mondo ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Il punto è che a sinistra hanno sempre dato credito a queste manifestazioni che di artistico o intellettuale non hanno nulla.
Dacci un taglio.Sardus non stiamo parlando di Berlinguer ma di Bello Figo! :cry:
Esattamente; sono dei poveri coglioni e fin qui niente da dire, nel mondo ci sono sempre stati e sempre ci saranno. Il punto è che a sinistra hanno sempre dato credito a queste manifestazioni che di artistico o intellettuale non hanno nulla.Come il ghanese, anche Saviano ha una liaison con gli USA, o meglio con la fazione dell'Abbronzato che gioca a fare il sinistrorso ma affama i lavoratori ed è figlio di un agente della CIA (dall'aria che più innocente non si può).
Stessa cosa per gentaglia tipo i graffitari imbrattamuri, guitti di merda tipo Benigni, Vauro, Crozza, pseudointellettuali tipo Saviano, chiaviche musicali tipo Fedez e simili, ecc.
Se uno è un pirla vabbè, amen, non è un problema, il mondo è grande e c'è spazio per tutti, però i pirla vanno trattati da tali, e non come geni o eroi.
Adesso però il gioco dei sinistronzi è finito perché la gente ne ha piene le balle delle cazzate e vuole sicurezza e lavoro, altro che rapper del tubo che fanno i finti alternativi mentre in realtà dispensano a piene mani il politicamente corretto funzionale a chi dirige l'orchestra.
Sardus non stiamo parlando di Berlinguer ma di Bello Figo! :cry:Bellu figu, anche lui è sardo. :lol:
Questi soggetti poi hanno anche il sostegno di vari apparati, per esempio Bello Figo è notoriamente renziano e ha anche, non si sa come, passaporto americano (lui che già nelle sue canzoni idolatra il potere ne parla con rapimento, si capisce che lo fa sentire qualcuno).
Torino, cinese senza biglietto su tram pesta controllori e finanzieri
Dopo l'aggressione l'orientale, che aveva il permesso di soggiorno scaduto, è stato processato per direttissima e condannato a 6 mesi di reclusione, ma è già fuori
Salvatore Di Stefano - Sab, 29/09/2018 - 12:42
commenta
Un nuovo caso di aggressione ai controllori ed alle forze dell'ordine da parte di cittadini stranieri pizzicati sui mezzi pubblici sprovvisti di regolare documento di viaggio.
Stavolta è toccato alla città di Torino, dove un cinese di 48 anni è stato scoperto su di un tram del capoluogo piemontese senza biglietto e per tutta risposta ha picchiato prima i due controllori (uno dei quali è stato raggiunto da un violento pugno alla schiena), poi non contento ha rivolto la sua furia anche nei confronti di due uomini della Guardia di Finanza, intervenuti dopo aver assistito al pestaggio.
Il cinese dopo una violenta colluttazione è stato immobilizzato dai militari, i quali hanno stretto le manette ai polsi dello straniero e lo hanno condotto presso il carcere di Torino, con le accuse di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. I finanzieri hanno anche scoperto che l'orientale era irregolare sul suolo italiano, poichè in possesso di un permesso di soggiorno scaduto e mai rinnovato.
Quest'episodio, avvenuto lo scorso 4 settembre intorno all'ora di pranzo, ha visto il suo epilogo ieri mattina. L'uomo è stato processato per direttissima e condannato a 6 mesi di reclusione per i reati che gli sono stati contestati, ma è già stato rimesso in libertà.
Questi soggetti poi hanno anche il sostegno di vari apparati, per esempio Bello Figo è notoriamente renziano e ha anche, non si sa come, passaporto americano (lui che già nelle sue canzoni idolatra il potere ne parla con rapimento, si capisce che lo fa sentire qualcuno).
Ahmed Mtubu
1 giorno fa
italiane popule de raciste, filie du cane. mafioso
Lasciate perdere per un attimo il fatto che il capotreno sia donna. E' innanzitutto un pubblico ufficiale che ha saputo farsi rispettare. Anche se (orrore boldriniano) ha lasciato giù pure una mamma col bambino.
In trenta senza biglietto e tutti "risorse".
Lombardia, difende capotreno: poliziotto aggredito Poliziotto fuori servizio preso a calci e pugni su un treno nel Lecchese: era intervenuto per difendere un capotreno minacciato da un gruppo di giovani africani senza biglietto. Alberto Ambrogi 07 MAGGIO 2018
I capotreno Trenord costretti ad andare dallo psicologo: troppi traumi e aggressioni sul lavoro
Di bulgakov_1991 - 10/09/2018
I capotreno Trenord costretti ad andare dallo psicologo: troppi traumi e aggressioni sul lavoro.
Troppi traumi per i capotreno di Trenord I capotreno e gli addetti di Trenord sono costretti a rivolgersi allo psicologo o allo psichiatra a causa degli eccessivi traumi che riportano sul lavoro. Andare al lavoro come andare in guerra, per coloro che ogni mattina indossano la divisa Trenord per recarsi al lavoro. Nel 2017 il personale di Trenord ha subito 118 aggressioni, 201 minacce. Nei primi 5 mesi del 2018 43 aggressioni e 107 minacce. Senza contare le rapine, le molestie sessuali, i passeggeri senza biglietto, i clochard, la rabbia dell’utenza quando ci sono i ritardi. Per arrivare a casi estremi, come l’aggressione a colpi di machete che ha quasi staccato un braccio ad un capotreno, ad opera di una gang sudamericana. Sono almeno una ventina i lavoratori Trenord che, negli ultimi due anni, si sono presentati all’Inca CGIL per assistenza e supporto. Ricercano informazioni su quali sono i loro diritti dopo aver subito episodi di violenza mentre stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro. Schiaffi, graffiate da persone senza biglietto, aggressioni, ma anche suicidi. Bulli, suicidi, aggressioni e minacce “Abbiamo incontrato donne preoccupate dall’idea di riprendere il lavoro e di ritrovare sul treno le stesse persone che le hanno aggredite”Laura Chiappani dalla Camera del Lavoro. “Ci sono capitreno che sanno di essere nel mirino di bande di bulli che frequentano abitualmente quella linea e poi ci sono quelli che sono rimasti traumatizzati perché hanno dovuto vedere i corpi straziati di persone investite dal treno o che si sono suicidate sui binari. E per questo a volte il nostro medico del lavoro suggerisce il passaggio in un centro pisco-sociale”. Alla luce delle informazioni in questione, diventa più semplice forse capire lo sfogo della capotreno Trenord che ha rischiato il licenziamento per il messaggio anti-rom sul treno. “Ci sono colleghi che non dormono più di notte, perché anche se non lo ammettono hanno paura di ritornare tra la gente” dice Christian Colmegna, rappresentante della Fit Cisl.
Un’aggressione ad un capotreno
I capotreno e gli addetti di Trenord sono costretti a rivolgersi allo psicologo o allo psichiatra a causa degli eccessivi traumi che riportano sul lavoro.
Andare al lavoro come andare in guerra, per coloro che ogni mattina indossano la divisa Trenord per recarsi al lavoro.
Nel 2017 il personale di Trenord ha subito 118 aggressioni, 201 minacce. Nei primi 5 mesi del 2018 invece 43 aggressioni e 107 minacce. Senza contare le rapine, le molestie sessuali, i passeggeri senza biglietto, i clochard, la rabbia dell’utenza quando ci sono i ritardi. Per arrivare a casi estremi, come l’aggressione a colpi di machete che ha quasi staccato un braccio ad un capotreno, ad opera di una gang sudamericana.
Sono almeno una ventina i lavoratori Trenord che, negli ultimi due anni, si sono presentati all’Inca CGIL per assistenza e supporto. Ricercano informazioni su quali sono i loro diritti dopo aver subito episodi di violenza mentre stavano semplicemente svolgendo il loro lavoro. Schiaffi, graffiate da persone senza biglietto, aggressioni, ma anche suicidi.
Bulli, suicidi, aggressioni e minacce
“Abbiamo incontrato donne preoccupate dall’idea di riprendere il lavoro e di ritrovare sul treno le stesse persone che le hanno aggredite” rivela Laura Chiappani, dalla Camera del Lavoro. “Ci sono capitreno che sanno di essere nel mirino di bande di bulli che frequentano abitualmente quella linea e poi ci sono quelli che sono rimasti traumatizzati perché hanno dovuto vedere i corpi straziati di persone investite dal treno o che si sono suicidate sui binari. E per questo a volte il nostro medico del lavoro suggerisce il passaggio in un centro pisco-sociale”.
Alla luce delle informazioni in questione, diventa più semplice forse capire lo sfogo della capotreno Trenord che ha rischiato il licenziamento per il messaggio anti-rom sul treno.
“Ci sono colleghi che non dormono più di notte, perché anche se non lo ammettono hanno paura di ritornare tra la gente” dice Christian Colmegna, rappresentante della Fit Cisl.
Comunque, in altre sedi virtuali, ho letto commenti - sia maschili che femminili - in cui (tanto per cambiare) la si buttava sulla questione uomo-donna...
Un tizio ha scritto che "Le donne hanno molte più palle di tanti uomini", mentre un'altra decerebrata affermava che "le donne sono più coraggiose degli uomini" e lei può testimoniarlo perché prende sempre il treno, per cui ha appurato che le capotreno si fanno rispettare più dei capotreno, bla bla bla, etc etc...
Ora, a parte il fatto che una rondine non fa primavera, (ma nemmeno due o tre...) i tizi e le tizie in questione ignorano che in tali circostanze è più difficile che una donna in divisa venga aggredita, rispetto ad un uomo in divisa,* e questo le stesse donne in divisa lo sanno bene.
Infatti, contrariamente a quanto si narra, anche tanti stranieri non occidentali sono meno aggressivi verso le donne.
Ma al di là di questo, resta il fatto che ormai siamo alla malattia psichiatrica; una malattia che i cosiddetti social hanno amplificato a dismisura.
Certo; ma se i colpevoli venissero puniti gli passerebbe in un attimo.
Resta il fatto che a prescindere da ciò che permettono o meno le leggi, molti (troppi) immigrati son veramente dei pezzi di merda, perché quando si va a casa d'altri - e pertanto si è ospiti - si rispettano le leggi del Paese che ti ospita.Belle parole ma tieni presente che ora l'ONU dà loro carte di credito gratis (pagate da Soros). I poteri forti stanno facendo di tutto per provocare disordini, da cui temo non ci libereranno né Salvini né i vari supereroi della rete.
Altrimenti fuori dalle palle.
Non è obbligatorio vivere in Italia.
Belle parole ma tieni presente che ora l'ONU dà loro carte di credito gratis (pagate da Soros). I poteri forti stanno facendo di tutto per provocare disordini, da cui temo non ci libereranno né Salvini né i vari supereroi della rete.
Belle parole ma tieni presente che ora l'ONU dà loro carte di credito gratis (pagate da Soros). I poteri forti stanno facendo di tutto per provocare disordini, da cui temo non ci libereranno né Salvini né i vari supereroi della rete.Per fortuna c'è il buon Vladimiro che ci dà qualche speranza altrimenti saremmo spacciati.
Per fortuna c'è il buon Vladimiro che ci dà qualche speranza altrimenti saremmo spacciati.Da qualche mese anche Donald ci sta dando non poco una mano.
Roma, l'odio viaggia anche in metro: rom pestata davanti alla figlia per un tentato furto
La giovane aggredita brutalmente alla presenza della piccola. Il drammatico racconto della giornalista insultata dalla folla per aver cercato di fermare il pestaggio
di GABRIELE ISMAN
06 dicembre 2018
Roma, l'odio viaggia anche in metro: rom pestata davanti alla figlia per un tentato furto
Roma sempre più cattiva e sempre più razzista. Capita così che alla fermata San Giovanni della Metro A una giovane rom tenti di rubare il portafoglio a un passeggero.
Con lei una bambina di 3-4 anni. Il furto viene sventato: come racconterà su Facebook Giorgia Rombolà, giornalista di Rai News 24, "ne nasce un parapiglia, la bambina cade a terra, sbatte sul vagone. Ci sono già i vigilantes a immobilizzare la giovane (e non in modo tenero), ma a quest'uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. Ha la meglio. La strattona fina a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte.
La bimba piange, lui la scaraventa a terra". Rombolà interviene prima urlando all'uomo di non picchiare la ragazza, poi cercando di fermarla. I vigilantes poi riescono a portare via la rom, l'uomo robusto se ne va, ma a bordo del treno la giornalista si ritrova circondata.
"Un tizio che mi insulta dandomi anche della puttana dice che l'uomo ha fatto bene, che così quella stronza impara. Due donne (tra cui una straniera) dicono che così bisogna fare, che evidentemente a me non hanno mai rubato nulla.
Argomento che c'erano già i vigilantes, che non sono per l'impunità, ma per il rispetto, soprattutto davanti a una bambina. Dicono che chissenefrega della bambina, tanto rubano anche loro, anzi ai piccoli menargli e ai grandi bruciarli".
Ancora Rombolà scrive: "Un ragazzetto dice se c'ero io quante mazzate. Dicono così. Io litigo, ma sono circondata. Mi urlano anche dai vagoni vicini. E mi chiamano comunista di merda, radical chic, perché non vai a guadagnarti i soldi buonista del cazzo. Intorno a me, nessuno che difenda non dico me, ma i miei argomenti. Mi guardo intorno, alla ricerca di uno sguardo che seppur in silenzio mi mostri vicinanza.
Niente. Chi non mi insulta, appare divertito dal fuori programma o ha lo sguardo a terra. Mi hanno lasciato il posto, mi siedo impietrita. C'è un tizio che continua a insultarmi. Dice che è fiero di essere volgare. E dice che forse ci rivedremo, chissà, magari scendiamo alla stessa fermata".
Il racconto sul social si conclude in modo amarissimo: "Cammino verso casa, mi accorgo di avere paura, mi guardo le spalle. E scoppio a piangere. Perché finora questa ferocia l'avevo letta, questa Italia l'avevo raccontata. E questo, invece, è successo a me".
ma a quest'uomo alto mezzo metro più di lei, robusto (la vittima del tentato furto?) non basta. Vuole punirla. La picchia violentemente, anche in testa. Cerca di strapparla ai vigilantes tirandola per i capelli. Ha la meglio. La strattona fino a sbatterla contro il muro, due, tre, quattro volte.
6 ore fa
01luca
Le borseggiatrici agiscono impunite sulla metro A da anni, con protervia ed arroganza. A volte con vera e propria violenza. Ho visto turisti e romani piangere disperati per essere stati depredati, altri ricevere sputi ed insulti perché avevano 'osato' fermare un borseggio. E le stesse predatrici sghignazzare in faccia a poliziotti, militari e vigilanti, certe di tornare a rubare il giorno dopo.
La giustizia fai da te nasce quando manca la risposta delle istituzioni.
"Non sono per l'impunità, ma per il rispetto".Certo. sulla carta.
Danimarca, rifugiati somali perdono asilo, dovranno tornare in patria
Considerate le migliorate condizioni della Somalia, il servizio immigrazione danese ha riesaminato circa 1200 casi di rifugiati che perdono, di fatto, il diritto di continuare ad essere accolti sul territorio danese. Il ministro Støjberg: “È del tutto appropriato che i somali perdano la loro residenza in Danimarca”
Federico Garau - Lun, 31/12/2018 - 17:15
commenta
Finita l’accoglienza per i richiedenti asilo di nazionalità somala che avevano trovato rifugio in Danimarca.
Secondo il quotidiano danese “DR”, infatti, non ci sarebbero più i presupposti che un tempo giustificavano la presenza dei somali nel paese nord europeo, dato che la situazione nello stato d’origine dei migranti è migliorata.
Dopo una nuova legge sulla migrazione emanata nel 2015, mirata soprattutto a controllare l’afflusso dei numerosi siriani in arrivo nel territorio danese, nell’autunno del 2016 si cominciò appunto ad effettuare dei controlli anche sui rifugiati somali. Ben 1200 permessi di soggiorno sono stati esaminati dal servizio immigrazione danese, che alla fine ha stabilito che “le condizioni generali, in quelle zone della Somalia, sono cambiate così tanto che non c'è più la base per richiedere l'asilo”.
Al momento, infatti, la Somalia è considerata sicura, e non c’è ragione per cui i migranti dovrebbero continuare a rimanere in Danimarca. Dello stesso avviso, il ministro degli affari esteri e dell’integrazione Inger Støjberg. “È del tutto appropriato che i somali perdano la loro residenza in Danimarca” ha affermato con decisione. “Se non hai più bisogno della nostra protezione e la vita e la salute di una persona non sono più in pericolo nel paese d'origine, e in particolare in Somalia, allora naturalmente devi tornare a casa e ricostruire il paese da cui sei venuto”.
Un discorso che non fa una piega. Ma sono stati molti i somali che hanno protestato una volta appresa la notizia. In quasi tutti le pratiche di ricorso esaminate, il “Refugee Appeals Board” ha dato ragione al servizio immigrazione, concordando con le sue decisioni nel 42% dei casi. Nel 40%, invece, ha preferito rinviare la delibera al sopra citato organo, essendo sorte delle nuove informazioni sui casi studiati. Solo nel 18% dei casi l’asilo in Danimarca sarebbe ancora risultato giustificato.
Una volta confermata la decisione della Commissione, il rifugiato ha 30 giorni per mettersi in viaggio, altrimenti viene trasferito in un cosidetto “exit center”. In caso differente, se l’ormai ex profugo decide di fare ritorno in patria, il governo garantirà un “sostegno di rimpatrio” pari a 140.000 DKK per un adulto, e 42.000 DKK per un bambino. Ovvero circa 19mila euro in caso, e 5mila e 600 nell’altro.
Malgrado il consiglio per i rifugiati danesi, da anni presente in Somalia, abbia dichiarato che la decisione di revisionare i permessi di soggiorno sia stata prematura, dato che le condizioni di sicurezza nel paese africano non sono ancora ottimali, il governo danese tira avanti.
“Diversi anni fa era ovvio chiedere asilo in Danimarca, quando fuggivi dalla Somalia. Penso che la sicurezza adesso sia abbastanza buona. Non vedo perché i somali debbano restare in Danimarca” ha concluso il ministro Støjberg.
rossini
Mar, 01/01/2019 - 09:09
Quello che non ho capito è perché i Danesi gli versano pure un assegno di rimpatrio. Ma come, ti ho accolto e mantenuto a spese mie in casa mia e poi ti devo pure pagare per averlo fatto? Ma questi sono tutti scemi? Possibile che il buonismo e il politically correct ci abbia ridotto così a noi Europei? In ogni caso meglio pagare che continuare a tenerseli. Alla fine ci si guadagna.
Richiedente asilo nudo colto da raptus colpisce auto, negozi, e passanti con una mazza in zona industrialePubblicato 5 ore fa - 27 gennaio 2019 By Redazione Trento
Fino ad oggi queste scene eravamo abituati a vederle in altre città italiane, magari riportate dai telegiornali nazionali.
Ora sono arrivate anche nella nostra regione.
Questa mattina (27 gennaio) nella zona industriale di Bolzano all’altezza dell’AutoSity un 34 enne del Togo che lavora nel centro profughi ex Alimarket è completamente impazzito seminando il terrore fra le persone.
L’uomo completamente nudo e munito di una mazza da baseball ha colpito le auto parcheggiate danneggiando anche alcune macchine di passaggio e causando danni per migliaia di euro.
L’uomo appariva completamente fuori controllo e senza nessun motivo apparente.
Il richiedente asilo ha rotto anche alcune vetrate di negozi.
I danni causati sarebbero ingenti.
Preso probabilmente da un raptus, il giovane avrebbe tentato anche di aggredire anche alcuni passanti sfuggiti per miracolo alla sua mazza.
Sul posto sono arrivati la Polizia municipale, i carabinieri e la Croce Rossa.
Dopo un lungo inseguimento, le forze dell’Ordine, con grosse difficoltà rischiando più volte la propria incolumità, sono riuscite a bloccare lo straniero.
Un poliziotto è stata pestato a sangue dallo straniero con la mazza, un altro ha subito varie ferite.
L’uomo gridando e minacciando chiunque li capitasse a tiro balzava da un tetto ad un altro delle autovetture in sosta sempre nudo.
«Un richiedente asilo di 34 anni del Togo, che lavora al centro profughi ex Alimarket a Bolzano, nudo e brandendo un bastone è impazzito mettendo a rischio la vita di passanti e forze dell’ordine. Tutto questo a Bolzano, nel 2019… Aspettiamo gli oppositori del #DecretoSalvini…» – Queste le parole dell’assessore e segretario della Lega Mirko Bisesti.
Aggiornamento: Il 34 enne del Togo in realtà non sarebbe un richiedente asilo come precedentemente diffuso dalle forze dell’ordine ma un operatore della Croce Rossa che lavorava al centro di accoglienza di Via Gobetti.
Per la morte del bimbo di sette anni, avvenuta nel pomeriggio di domenica in un’abitazione di Cardito, nel Napoletano, la Procura della Repubblica di Napoli Nord ha emesso, all’alba di lunedì , un provvedimento di fermo per omicidio volontario. Indiziato del delitto è il compagno della mamma della vittima, Badre Tony Essobti, un giovane di 24 anni, nato in Italia da genitori tunisini.
L’allarme
La telefonata al 112 è arrivata nel primo pomeriggio: «In via Marconi a Cardito c’è qualcuno che grida, deve esserci una lite in famiglia». Era molto peggio. Quando una pattuglia della polizia ha raggiunto l’indirizzo indicato e gli agenti sono entrati nell’appartamento da dove provenivano le urla, hanno trovato un bambino di sette anni riverso su un divano. Morto. Poco distante la sorellina, un anno più grande, con il volto massacrato. C’era anche un’altra bambina, di quattro anni, ma nessuno le aveva fatto niente.
Cardito è uno dei tanti paesi dell’entroterra napoletano, e in via Marconi, in quell’appartamento all’interno di un vecchio palazzo con un grande portone nero e un piccolo cortile dal quale si accede alle scale, convivevano Badre Tony Essobti, 24 anni, di origini tunisine ma nato in Italia, ad Acerra, e Valentina Caso, trent’anni, trasferitasi lì dalla penisola sorrentina. Con la coppia tre bambini: la più piccola figlia di entrambi, gli altri due soltanto della donna, che li aveva avuti da una precedente unione.
Essobti è uno che è sempre vissuto ai margini della legalità. Non soltanto per l’attività di venditore ambulante senza licenza, ma soprattutto per gli arresti e le denunce accumulati in passato per scippi e furti. Adesso, però, si ritrova addosso un’accusa di omicidio, perché tutti i sospetti per la morte di quel bimbo, che si chiamava Giuseppe, e per il pestaggio della sorella ricadono su di lui.
Anche se quello che è successo nell’appartamento non è ancora chiaro fino in fondo, anche se solo l’autopsia dirà come è morto il bambino, il quadro secondo la polizia e i magistrati della Procura di Napoli Nord, guidata da Francesco Greco, è già abbastanza chiaro: i due fratellini sono stati picchiati con una violenza inaudita.
Il più piccolo ha subito colpi fatali, l’altra è stata più fortunata: non ha lesioni interne, anche se i segni dei colpi ricevuti sono evidenti su tutto il corpo, non soltanto sul viso. Per fortuna è vigile e cosciente, e anzi è stata proprio lei a dare un contributo all’indirizzo che hanno preso le indagini quando, mentre veniva portata via dall’appartamento per essere accompagnata in ospedale, ha detto che il compagno della madre aveva picchiato con una scopa sia lei che suo fratello.
Perché lo abbia fatto è quello che gli inquirenti hanno cercato di farsi spiegare durante un lungo interrogatorio iniziato alle otto di sera e andato avanti fino a notte inoltrata. Essobti lo ha sostenuto in qualità di indagato, assistito quindi da un avvocato difensore e con la prospettiva di essere trasferito subito dopo in carcere, perché sottoposto a un provvedimento di fermo da parte del pubblico ministero.
La prima versione che l’uomo ha fornito alla polizia non ha fatto che aggravare la sua posizione, perché ha cercato di convincere gli agenti che i bambini fossero caduti dalle scale. Ma si tratta di una bugia fin troppo evidente, visto il tipo di ferite. C’è invece un’ipotesi agghiacciante: che si sia accanito sui figli della compagna perché riteneva che lei avesse verso di loro troppe attenzioni e li preferisse all’altra bambina.
https://notizie.tiscali.it/cronaca/articoli/bimbo-ucciso-cardito-napoli-indagini-racconto-sorella/
I commenti sull'azione di questo essere non li metto perchè sono inutili . Una domanda mi tocca farla però : questo aveva precedenti per furti, scippi e reati contro il patrimonio . Bene, qualcuno mi spiega perchè cazzo la madre di quel bambino si è andata a mettere con un simile essere ? Forse perchè il suo essere bruto è fashion ?
Stessa domanda, sorprendentemente, se la fanno molti utenti. Ho letto i commenti ad alcuni articoli, moltissimi danno addosso alla madre colpevole di aver figliato con un soggetto come questo .
E' quello che dico sempre anch'io.
Molte donne amano realmente un certo genere di uomini, ragion per cui i guai se li vanno veramente a cercare.
A questo aggiungiamo che le suddette si vantano soventemente di possedere un fantomatico "sesto senso", ragion per cui non hanno giustificazioni.
Ci sono centinaia di commenti, sotto ogni lancio di agenzia e di giornale.
La madre viene accusata di essersi portata a casa, da divorziata, un uomo (non una bestia feroce, un uomo) e che quindi se lo merita.
La madre viene accusata di essere una sgualdrina perché divorziata con due figli voleva tenere il letto caldo.
La madre viene accusata di essersi messa col primo che ha trovato, (di fatto questa coppia ha una figlia di 4 anni, quindi non mi sembra un'avventura, ma vabbè, e anche fosse?)
La madre aveva la responsabilità dei figli (ma dai. Intanto le botte le prendeva anche lei).
Insomma nel 2019 a quanto ho capito, una donna divorziata con due figli non ha diritto di avere una relazione, e se per caso finisce con un balordo violento la colpa della violenza è sua.
Una domanda mi tocca farla però : questo aveva precedenti per furti, scippi e reati contro il patrimonio . Bene, qualcuno mi spiega perchè cazzo la madre di quel bambino si è andata a mettere con un simile essere ? Forse perchè il suo essere bruto è fashion ?Fermo restando la naturale passione femminile - tipica di tutti i mammiferi consimili - per i maschi alfa, va detto che le donne sono talmente piene di loro stesse che in questo caso la poveretta potrebbe aver avuto la presunzione di voler cambiare la personalità del delinquente in questione.
E ovviamente le femministe fingono di non capire , e se glielo dici chiaramente che molte donne amano un certo genere di uomini vanno in bestia .L'ho notato, ma è la palese verità.
Un tempo non l'avrebbe mai fatto. Oggi chissà cosa le passa per la testa, forse è il mito del buon selvaggio ad attirarla.Di certo il sistema mediatico che e' in blocco pro-invasione favorisce certe scelte, ma le donne hanno anche una preferenza innata verso l'esogamia. Guarda qui dal minuto 2:45
Dove sono le femministe?(https://i1.wp.com/www.maurizioblondet.it/wp-content/uploads/2019/01/pestaggi.jpg?w=1200&ssl=1)
E le professoniste del femminicidio?
Italiana separata si fidanza con migrante: lui massacra a morte i 3 bambini della donna
https://www.cronacapiu.it/2019/01/27/italiana-separata-si-fidanza-con-migrante-lui-massacra-a-morte-i-3-bambini-della-donna/
Di conseguenza, quando una donna si mette con un avanzo di galera di questi, vuol dire che "ragiona con la vagina" e si cerca i guai.
Di certo il sistema mediatico che e' in blocco pro-invasione favorisce certe scelte, ma le donne hanno anche una preferenza innata verso l'esogamia. Guarda qui dal minuto 2:45Sembra proprio che sia coisì, dai tempi delle sabine. Una ragione in più per la quale, discorsi politicamente corretti a parte, le donne vanno tenute a bada, perché non sono in grado di costruire e mantenere una civiltà. Forse per questo nel diritto romano la donna aveva una più limitata capacità di agire passando dalla potestà del padre a quella del marito. Ed è sempre per quetsa ragione che, quando un dominatore vuole affossare una civiltà, dà "potere" alle donne mettendole contro gli uomini.
In breve, l'ambiente culturale favorisce e amplifica delle scelte femminili che pero' rispecchiano la loro natura profonda, ecco perche' parlo di donne che seguono i loro istinti o "ragionano con la vagina".
Una ragione in più per la quale, discorsi politicamente corretti a parte, le donne vanno tenute a bada, perché non sono in grado di costruire e mantenere una civiltà. Forse per questo nel diritto romano la donna aveva una più limitata capacità di agirem passando dalla "tutela" del padre a quella del marito.Sicuramente, gli antichi Romani non erano fessi, una civiltà non dura migliaia di anni per caso.
Uccise un ladro: minacce di morte al figlio di Francesco Sicignano – VIDEO
31 Gennaio 2019
Uccise un ladro che stava provando di entrargli in casa nell’ottobre 2015: minacce di morte in tv al figlio del pensionato Francesco Sicignano.
In molti ricorderanno la vicenda di Francesco Sicignano, di Vaprio d’Adda, nel Milanese, che nell’ottobre del 2015 sparò e uccise un uomo di origine albanese che era entrato nella sua abitazione. Successivamente, il pensionato si era anche candidato alle amministrative del Comune di Milano, tra le file di Forza Italia. La sua posizione venne archiviata perché l’uomo avrebbe sparato per legittima difesa: la decisione del gip di Milano Teresa De Pascale, che ha accolto la richiesta della Procura
Le minacce al figlio di Francesco Sicignano in televisione
La sua vicenda è tornata di dominio pubblico in queste ore: “Adesso deve subire le minacce del papà del ladro albanese”, ha spiegato il giornalista Mario Giordano nel corso di ‘Fuori dal coro’, su Retequattro. Queste le parole del papà del ladro albanese ucciso: “Francesco ormai ha 80 anni e la sua vita non vale neanche più tanto, ma ha due figli e io ne ucciderò uno”. Le frasi dell’uomo in un’intervista alla trasmissione televisiva ‘Le Iene‘.
L’albanese sottolinea ancora: “Vorrei vedere Francesco Sicignano che piange il figlio con una pallottola nel cuore. Finché esisterà la mia famiglia, io cercherò di ucciderlo. Quando troverò il momento giusto lo ucciderò e sarò molto contento”. Mario Giordano torna in studio e ribadisce: “Ma avete sentito? Vuole ucciderlo in base a un codice ancestrale, il Kanun, su cui è basata la mafia albanese, la seconda più diffusa in Italia dopo quella nigeriana”.
Fabrizio Marchi
30 gennaio 2019 at 11:17
Condivido questo articolo dell’amico Alessandro Visalli, con alcune riflessioni.
La prima:
Se non ci fossero barconi abbandonati nel mare da criminali senza scrupoli, Salvini li inventerebbe pur di alimentare la sua narrazione e la sua criminale politica.
Perchè come sono criminali gli scafisti e le mafie che speculano sulla pelle degli immigrati (cioè di esseri umani espulsi dalla loro terra dallo sfruttamento, dal colonialismo e dalle guerre imperialiste dell’Occidente), criminale è anche chi specula politicamente, come Salvini, sulla pelle di quelle persone.
E questo va detto, SENZA SE E SENZA MA e SENZA AMBIGUITA’.
La seconda:
Se si vuole ricostruire una autentica e moderna forza socialista e di classe, bisogna avere CORAGGIO, dire le cose come le vediamo, anche in questo caso senza paure, tentennamenti e opportunismi di qualsiasi natura. In NESSUNA direzione.
Senza quel coraggio non si va da nessuna parte.
di tanti guai odierni dell'Italia, bisogna ringraziare proprio chi proviene da una ben precisa parte politicaGià.
Two years on from Court ruling, girls still being made to eat after boys at state Muslim school
January 31st, 2019
Courts previously ruled that segregating by gender was unlawful.
Girls are being made to eat lunch after boys at a state-funded Muslim school in Birmingham, despite a Court of Appeal ruling in 2017 that found segregation of boys and girls at the school is unlawful.
An Ofsted director has told MPs that the alarming case of gender segregation is still happening at the Al-Hijrah School, as he called on Government ministers to back Ofsted by taking enforcement measures against such schools. While Ofsted inspectors often highlight cases of gender segregation in their reports, the Department for Education (DfE) is responsible for enforcement, including deciding whether schools should be closed or have their leadership changed.
Humanists UK, which has raised concerns about gender segregation and discrimination against girls in several schools, including the Al-Hijrah School, has urged the DfE to intervene to ensure the wellbeing of students.
The Ofsted director said the Al-Hijrah School is enforcing ‘very strict gender segregation’ which included ‘denying the girls to have their lunch until the boys had had theirs’ and added, ‘we had some very discriminatory texts for instance, encouraging violence against women.’ He also explained that similar problems exist at other schools.
After the 2017 court ruling, the DfE released guidance for mixed-sex schools stating they must not segregate children on the basis of the child’s gender, race, or religion or belief, but it is clear that this is not being complied with.
Humanists UK Education Campaigns Manager Ruth Wareham said: ‘Two years ago, the Court of Appeal found it is unlawful for mixed-sex schools to segregate boys and girls, so it is extremely alarming to hear that two years later, this is still occurring. Schools, regardless of their religious character, must not be allowed to foster a culture of prejudice that essentially prioritises the welfare of boys over girls and enforces damaging gender stereotypes.
‘We urge the Department for Education to intervene and take immediate action to ensure the welfare of all students at the Al-Hijrah School. The DfE must also take a strong stand on gender segregation and commit to stamping out this practice in any school which is caught doing so.’
NOTES:
For more information contact Humanists UK press manager Casey-Ann Seaniger at casey@humanism.org.uk or 07 3933 44293.
Read our previous news item on the Court ruling here: https://humanism.org.uk/2017/10/13/comment-faith-school-gender-segregation-unlawful-court-rules/
Read more about our work on gender segregation in schools here: https://humanism.org.uk/2017/12/01/humanists-uk-asks-ofsted-to-take-strong-stance-on-faith-schools-with-a-sexist-ethos/
Read more about our education campaigns work here: https://humanism.org.uk/campaigns/schools-and-education/
At Humanists UK, we advance free thinking and promote humanism to create a tolerant society where rational thinking and kindness prevail. Our work brings non-religious people together to develop their own views, helping people be happier and more fulfilled in the one life we have. Through our ceremonies, education services, and community and campaigning work, we strive to create a fair and equal society for all.
You are here: News > Two years on from Court ruling, girls still being made to eat after boys at state Muslim school
L' espressione "interesse nazionale" era ed è sconosciuta tanto agli uni che agli altri.
Se non ci fossero barconi abbandonati nel mare da criminali senza scrupoli, Salvini li inventerebbe pur di alimentare la sua narrazione e la sua criminale politica.
(...)
Perchè come sono criminali gli scafisti e le mafie che speculano sulla pelle degli immigrati (cioè di esseri umani espulsi dalla loro terra dallo sfruttamento, dal colonialismo e dalle guerre imperialiste dell’Occidente), criminale è anche chi specula politicamente, come Salvini, sulla pelle di quelle persone.
il pericolo non è il migrante in sé - pur essendo molti di questi galeotti/terroristi reali o potenziali - ma gli scafisti che sono in combutta con Ong e altri enti.Ovvio.
Ovvio.
Ma anche fossero tutte brave persone dalla prima all'ultima, in cerca di un lavoro e basta, pure un deficiente capirebbe che, dato che qui, di lavoro, non ce n'è manco per noi, alla fine della giostra, sta gente la dobbiamo mantenere noi, che siamo da 10 anni dentro la peggior crisi economica dall' unità d'Italia.
Ovvio anche questo.Comunque, il libro che ho linkato sopra, te lo consiglio vivamente. E' una disamina lucidissima del fenomeno e dei motivi alla base.
Ma a quanto pare non lo è per gli analfabeti funzionali.
Son delle tali banalità che non dovrebbe esserci nemmeno bisogno di spiegarlo; ma nonostante ciò, c'è chi passa le proprie giornate a dare del "criminale" e dell' "assassino" a Salvini.
Del resto quando si è tarati c'è ben poco da fare.
Due ore di inferno a Milano, raffica di rapine: città preda degli immigrati
Raffica di rapine da parte di stranieri. Aggressioni da Garibaldi a corso Como. Sardone: "Sala marcia per i migranti?"
Claudio Cartaldo - Dom, 17/03/2019 - 17:56
Due ore di furti, rapine, aggressioni. In alcuni casi il bottino è stato sostanzioso, in altri meno ricco.
Resta il fatto che nel giro di appena 120 minuti su Milano si siano abbattuti cinque episodi criminosi i cui protagonisti - secondo le denunce - sono tutti immigrati.
"Questa notte si sono verificate cinque rapine nell'arco di due ore tra la zona della movida di Porta Garibaldi e la zona ormai off limits della stazione Centrale", racconta il consigliere regionale e comunale del Gruppo Misto, Silvia Sardone. La cronaca degli assalti parte da corso Como: qui due senegalesi, "irregolari e con precedenti per penali", vengono arrestati dai carabinieri. I due sono sospettati di aver aggredito e rapinato due fidanzati in corso Como. Il bottino è sostanzioso: soldi e un Rolex da 10mila euro. I due farebbero parte di un gruppo con altri tre africani che però sarebbero riusciti a scappare all'arresto.
Ma la notte è solo iniziata. Sempre in zona corso Como altri sei africani rubano cellulare e orologio a un ragazzo fuori da un locale. Vicino alla Stazione Centrale, invece, un "branco" di 4 immigrati picchia e duruba di 200 euro un uomo in via Lepetit. Sono le tre di notte. Un'ora dopo, alle 4.40, il copione si ripete in via Lazzaretto: un 24enne viene accerchiato e malmenato da cinque nordafricani. Infine, alle 5.30, tre stranieri rapinano un 25enne in via Venini.
"È questa la sicurezza che piace alla sinistra?", attacca la Sardone. "Sala, Majorino e compagni marciano per gli immigrati senza rendersi conto in che stato è la città che amministrano. Se Milano è diventata capitale del crimine c'è da ringraziare proprio la sinistra, che fa di tutto per negare evidenti correlazioni tra immigrazione selvaggia e delinquenza". All'attacco anche Riccardo De Corato: "Da anni, ormai, la domenica mattina ci tocca leggere il bollettino di guerra contenuto nei rapporti di Questura e forze dell'ordine - dice l'assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia - Bollettini che parlano quasi sempre la stessa lingua: rapine, furti, spaccio e crimini commessi da extracomunitari, molto spesso nordafricani, molto spesso clandestini e irregolari".
Non è un caso se Milano tra stupri, risse e rapine sia stata nel 2018 la capitale dei malviventi: l'indice di criminalità segnava la città in cima alla lista per tasso di reati denunciati. "Sala e Majorino - conclude De Corato - si sono dimenticati di ricordare che interi quartieri di Milano, a partire dalle zone attorno alla stazione, sono ormai diventate delle autentiche enclave in mano al crimine straniero. Equiparabili alle zone più pericolose del mondo, a ogni latitudine. E questo succede perchè la fallimentare politica di accoglienza migratoria ha prodotto e sta producendo guasti irreparabili, di cui gli onesti cittadini e i milanesi stanno pagando un prezzo altissimo".
Gad Lerner, il delirio sul senegalese che voleva bruciare vivi i bambini: colpa dell'odio sui migranti
21 Marzo 2019
aaa
Gad Lerner, il delirio sul senegalese che voleva bruciare vivi i bambini: colpa dell'odio sui migranti
A spingere Ousseynou Sy a dar fuoco all'autobus che guidava sulla provinciale Paullese secondo Gad Lerner non è stata solo la mente malata di un uomo che voleva "vendicare i migranti morti nel mar Mediterraneo", uccisi per la stessa ammissione dell'autista da "Salvini e Di Maio". Secondo il giornalista, la "follia criminale del cittadino italiano" è semplicemente "l'esito di una contrapposizione isterica che manifesta ostilità agli immigrati additandoli come privilegiati, negando le loro sofferenze e la loro umanità".
In sintesi, secondo Lerner se il senegalese, cittadino italiano grazie al matrimonio con una donna italiana, ha dato di matto e ha quasi bruciato vivi 51 bambini che avevano l'unica colpa di trovarsi sul suo autobus è frutto della campagna contro l'immigrazione selvaggia che, guarda caso, riconduce a partiti come la Lega e Fratelli d'Italia, quindi a Matteo Salvini e Giorgia Meloni. I colpevoli quindi sono i leader politici che a Lerner non stanno simpatici, perché denunciano da sempre le tratte criminali di esseri umani nel mar Mediterraneo.
Livia Turco, orrore sul senegalese del bus incendiato: "Condannare il gesto, ma va capito"
21 Marzo 2019
Livia Turco choc ad Agorà. Elisabetta Gardini la riprende e scrive su Twitter: "Stamattina a Rai 3, l'ex ministro Livia Turco ha detto del senegalese che voleva bruciare vivi 50 bambini: 'va condannato l’atto ma va compreso il gesto del soggetto'. Questo è razzismo nei confronti degli italiani, persone così hanno governato il Paese". "Vanno compresi nel senso che va compresa la ragione", ha detto la Turco ad Agorà, davanti a una esterrefatta Serena Bortone.
Il video sta circolando sui social ed è la seconda castroneria della sinistra sull'attentatore di San Donato, dopo quella di Gad Lerner. Anche il vicepremier Matteo Salvini ha condiviso la clip e condannato le parole della piddina.
Brava Livia, continua così che lavori per noi.
Esatto. Provocatoriamente sto pensando che lei in realtà non sia sotto sotto leghista .Penso anch'io che ci debba essere qualcosa sotto, non è possibile essere così coglioni.
Brava Livia, continua così che lavori per noi.
Deve avere avuto delle fantasie sessuali sul senegalese, altrimenti non si spiega.Mi sa che hai ragione
Non solo esterofilia, ma anche desiderio di dipendere da poteri stranieri (la UE, la Germania ecc.)
E' anche una questione di interesseBravo.
E' anche una questione di interesse. Da secoli in Italia si ricorre a potentati stranieri per schiacciare lo staterello confinante. La secessione che molti vogliono non farà che accentuare il fenomeno. Oggi è l'avversario politico, o meglio il popolo italiano, domani sarà la Lombardia contro il Veneto per conteseu sulle esportazioni di borse di pelle in Francia o Germania, cui non parrà vero che un temibile concorrente si sia balcanizzato.
GIUSEPPE LEGATO, MASSIMILIANO PEGGIO
TORINO
Stefano Leo, nella dolce mattina del 23 febbraio che già anticipava la primavera, è uscito di casa per andare al lavoro senza sapere di essere «l’uomo giusto» per morire. Le cuffiette nelle orecchie, gli occhiali scuri, quell’aria felice che gliela si leggeva addosso. Il suo assassino l’ha visto arrivare così, da una settantina metri, seduto su una panchina. Come un predatore intossicato dall’odio ha atteso fantasticando di uccidere una persona qualsiasi. Ma voleva un uomo proprio come lui. Della sua stessa età. «Ho colpito un bianco, basandomi sul fatto ovvio che giovane e italiano avrebbe fatto scalpore. Mi bastava che fosse italiano, uno giovane, più o meno della mia età, che conoscono tutti quelli con cui va a scuola, si preoccupano tutti i genitori e così via. Non avrebbe fatto altrettanto scalpore. L’ho guardato ed ero sicuro che fosse italiano».
La Svezia e i migranti, il modello porte aperte naufraga in tanti ghetti
MONDO
Mercoledì 10 Aprile 2019 di Mario Ajello e Andrea Bassi
dai nostri inviati
STOCCOLMA «Io la mano non la posso stringere». La scena si svolge nella stanza di Annika Vadso, dirigente del Centro per l'immigrazione di una cittadina svedese dell'Ovest, Trollhattan. Un ragazzo islamista è appena stato ammesso ad uno stage in questi uffici. Viene accolto dalla Vadso con un sorriso. Lei porge la mano per stringere quella del nuovo arrivato e lui ritira la sua dicendo: «La mia religione mi vieta di avere contatti di questo tipo con una donna». Licenziato in tronco? Macché. La dirigente gli spiega che è soltanto buona educazione salutarsi stringendosi la mano. Lui non fa una piega e poco dopo denuncia la Vadso al Centro anti-discriminazioni. La storia non finisce qui. Il Comune, per non essere tacciato di razzismo e per chiudere velocemente il caso, paga a stretto giro 30 mila corone svedesi, circa 3.500 euro, allo stagista. Ecco, è una discriminazione, nella Svezia accecata dalla paura di venire considerata razzista, non permettere a un immigrato di discriminare una donna.
APPROFONDIMENTI
Svezia, la casta dei "maragià": «Qui non passa lo straniero»
OPPRESSI E OPPRESSORI
E così in questo Paese, insieme all'hockey sul ghiaccio, lo sport nazionale è diventato lo stupro di gruppo. Secondo i dati del Consiglio nazionale per la prevenzione del crimine, nel 2017 ci sono state 73 aggressioni sessuali per ogni 100 mila abitanti, il 24% in più che negli anni passati. Un'inchiesta della tv svedese Svt ha riportato come il 58% dei condannati per crimini sessuali sia nato fuori dai confini dell'Unione europea. Paulina Neuding, una giornalista svedese di fama internazionale, è stata accusata di xenofobia per aver collegato l'aumento dei crimini sessuali alla migrazione di massa. Spiega Angry Foreigner, blogger seguitissimo in Svezia, con milioni di visualizzazioni, e che a sua volta è un rifugiato di guerra (origini bosniache) arrivato da bambino nel Paese: «Qui c'è il pregiudizio che ogni svedese sia un oppressore e ogni immigrato sia un oppresso. Quando si scatenano le discussioni sull'immigrazione, non ha mai importanza chi ha ragione e chi ha torto. Il solo interrogarsi sui problemi dell'accoglienza è considerato razzismo». Si arriva all'assurdo, nel Paese dei sepolcri imbiancati, di parole come quelle dell'ex primo ministro conservatore Fredrik Reinfeldt: «La Svezia, senza l'influenza delle culture degli immigrati, sarebbe solo barbarie». Si tratta evidentemente di un politico che non ha mai preso la metro di Stoccolma.
Partendo dal centro, dopo sette stazioni, arrivati a Rissne comincia a cambiare il panorama urbano. Siamo a Scampia? Nella piazzetta di Rinkeby, le vedette squadrano i visitatori ed è impossibile per un bianco passare inosservato. La folla in cui si vende di tutto e i rumori che rimandano non alla calma silenziosa dei quartieri centrali ma ad atmosfere poco rassicuranti da Little Mogadiscio, così viene chiamato questa zona e un'altra è Little Damasco dominata dalla mafia siriana, precipitano gli ospiti in un mondo inaspettato a queste latitudini. E soprattutto negato dagli svedesi. Paradossali le parole di Mona Sahlin, ex leader dei socialdemocratici: «Gli svedesi devono essere integrati nella nuova Svezia multiculturale». Ma a Rinkeby non è facile adattarsi al modello Scampia o al modello Mogadiscio. Secondo l'ineffabile Sahlin: «Chi torna dalla jihad, dopo aver combattuto con l'Isis, va riabilitato dandogli una terapia, una casa e un lavoro».
Anche per tutto ciò, il 58% degli svedesi, come riportato da un sondaggio di Demoskop, ormai considera troppi gli immigrati. E va aggiunto che il modello economico inizia a scricchiolare. Non stiamo parlando tanto del welfare, che qui con un'espressione rassicurante e metaforica si chiama folkhemmet, la casa del popolo, ma anche delle abitazioni vere e proprie. L'arrivo massiccio dei migranti ha fatto esplodere drammaticamente la domanda di case. Fino a creare una bolla immobiliare che è diventata il principale rischio sistemico. I costi delle case si sono più che triplicati in un ventennio. I giovani, che comprano appartamenti dai valori gonfiati, stanno alimentando l'impennata del debito privato. Le famiglie hanno un passivo che ha raggiunto l'88% del prodotto interno, ma soprattutto il 186% del loro reddito, secondo l'ultimo rapporto della Commissione europea dello scorso febbraio. I mutui sono al 70% erogati a tasso variabile, così un aumento del costo del denaro rischia di mettere in ginocchio sia chi ha sottoscritto i prestiti sia le banche che li hanno erogati.
PRIORITÀ AI NUOVI ARRIVATI
Raccontano in un palazzone di 15 piani della periferia: «Per accedere alle case popolari con gli affitti calmierati, bisogna iscriversi a una lista di attesa che è diventata lunghissima. E gli immigrati, non si sa come, riescono sempre a ottenere il risultato». La casa, insomma, è il punto di frattura più traumatico. A Malmö, città in cui tecnicamente gli immigrati sono maggioranza e la carenza di alloggi è particolarmente grave, il Comune ha stabilito di dare la priorità ai cosiddetti nuovi arrivati svedesi e così ha deciso di acquistare 56 appartamenti per ospitarli. Il partito dei Democratici svedesi, che è più a destra della Lega di Salvini ed è in continua crescita, si è infuriato per questa vicenda ed è passato come sempre all'attacco: «I migranti vanno rimandati indietro». Ed è questo tipo di mood che, in vista delle elezioni europee, sta spingendo i Democratici in alto nei consensi. Gli ultimi sondaggi parlano di un'ulteriore crescita del partito sovranista (19,2%) e di un nuovo calo, oltre il record negativo delle ultime politiche che sta rendendo debolissimo il governo in carica, per i socialdemocratici: il 27,8 per cento.
MASCHERE AFRICANE
Gli scricchiolii del sistema si sentono molto forti anche nella sanità e nell'istruzione, che è stata un modello per effetto di quel metodo empirico che prevede, ad esempio, nelle ore di educazione civica, l'uscita degli alunni per abbracciare gli alberi. L'ipocrisia dell'accoglienza è quella che vieta alla tedesca Haribo di vendere in Svezia le Skipper mix, le famose liquirizie che rappresentano maschere africane, perché possono offendere la sensibilità di chi viene da quel continente. Ma è anche il luogo che, a dispetto della religione del politicamente corretto, ha finito per creare sessanta ghetti impenetrabili da parte delle autorità e della polizia, dove vige ormai - come ha ammesso lo stesso Consiglio nazionale svedese per la prevenzione della criminalità - un «sistema giuridico parallelo». Alcuni mesi fa, un tribunale svedese si è pronunciato secondo i principi della sharia, quando la Corte ha deciso che una donna abusata da suo marito non poteva che mentire su queste violenze. E la giuria le ha anche rimproverato di aver coinvolto la polizia invece di risolvere il problema consultando la famiglia del marito. Ciò è tanto vero che l'Onu ha spedito una missione in alcuni di questi luoghi dell'apartheid, accusando la Svezia di razzismo. Proprio le parole che qui nessuno vuole sentirsi dire. Ma che fotografano la nuova realtà, tranne che agli occhi di chi non s'è mai spinto oltre la fermata Rissne della metro e preferisce conservare le false certezze del progressismo d'antan.
(4-continua)
Si arriva all'assurdo, nel Paese dei sepolcri imbiancati, di parole come quelle dell'ex primo ministro conservatore Fredrik Reinfeldt:«La Svezia, senza l'influenza delle culture degli immigrati, sarebbe solo barbarie». Si tratta evidentemente di un politico che non ha mai preso la metro di Stoccolma.
Napoli, continua la macellazione di animali in strada: al Vasto carne trasportata in bustoni di plastica
Africani trasportano grossi pezzi di carne in cassettine di plastica
di Antonio Folle
Nonostante le numerose proteste dei residenti e gli appelli delle associazioni animaliste, continua senza sosta la macellazione e il trasporto di carni di dubbia provenienza nel quartiere Vasto. In un video choc realizzato da alcuni cittadini si possono notare alcuni extracomunitari africani trasportare grossi pezzi di carne in cassette di plastica per poi stoccare la carne in sacconi di plastica nera - di quelli abitualmente utilizzati per la spazzatura - per destinazioni ignote. Ma nemmeno più di tanto. Sono infatti diversi mesi che nella zona dove vivono le folte comunità africane nei vicoli, nei bassi e fin anche ai primi piani dei palazzi proliferano le attività di ristorazione abusiva gestite dagli immigrati che, in spregio a qualsiasi regolamento, macellano, cucinano e consumano carne priva di qualsiasi certificazione.
Negli scorsi giorni i residenti del Vasto avevano immortalato una cittadina di origine cinese intenta a macellare un'anatra nel bel mezzo della strada. Una scena agghiacciante che aveva sollevato un coro di proteste in tutta la città anche perchè i resti della macellazione finiscono direttamente o nelle fognature o nei cassonetti dell'umido, con tutto il loro carico di cattivi odori che attirano miriadi di topi e insetti di ogni tipo. Il rischio di epidemie legato al consumo di carne infetta è elevatissimo, mentre nuovi business legati alla ristorazione abusiva nascono praticamente ogni giorno.
IMMIGRATO MASSACRA ITALIANO A SPRANGATE: “VOI ITALIANI SIETE RAZZISTI”
GIUGNO 3, 2019 VOX LASCIA UN COMMENTO
In un circolo Arci di Genova un marocchino di 34 anni ha picchiato un italiano con un tubo ed è ora accusato di tentato omicidio.
VERIFICA LA NOTIZIA
Il marocchino si trovava all’interno del bar – questi fanno soldi coi bar camuffati da circoli privati – quando ha iniziato a urlare contro un anziano dicendo che gli italiani sono razzisti e lo ha insultato. Poi ha rivolto la propria rabbia nei confronti di tutti gli altri presenti.
La vittima gli ha chiesto di smetterla e di non dire parolacce perché c’erano dei bambini.
A quel punto, il marocchino ha afferrato un tubo di plastica con una placca di metallo all’estremità e ha iniziato a picchiarlo colpendolo alla nuca e con calci e pugni in varie parti del corpo: poi dato alla fuga, mentre il 25enne rimaneva a terra ferito.
L’italiano è ora ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale Villa Scassi. Mentre l’immigrato è stato arrestato.
https://www.ilmessaggero.it/mondo/svezia_immigrati_ghetti-4419544.html
Com'è che dice l'italiano medio, specie se di sesso maschile?
Ah, già:
"Certe cose succedono solo in questa Italia di merda".
Sì, infatti.
...
Minimo minimo l'autista sarà considerato uno "sporco razzista".
Tra l'altro c'è un particolare da evidenziare: gli stranieri provenienti dai paesi più poveri, compresi quelli che oggi sono meno poveri di 10-20 anni fa (Romania, Albania, Moldavia, etc), sono anche quelli che rompono più facilmente le palle quando vanno a mangiare in un ristorante italiano; e in particolar modo a rompere le palle sono le femmine.. . Vedo che anche le femmine africane hanno capito ASSAI BEN ALLA SVELTINA come vanno le cose da queste parti e di che pasta (cioè di che deiezione) sono fatti per la grande parte i maschietti italici. A (ri)conferma che l'indole delle femmine è la medesima ovunque e dappertutto.
E' molto più difficile che lo faccia un inglese, un tedesco o un australiano (tanto per fare un esempio), che anzi, apprezzano molto la cucina italiana e al contrario dei succitati stranieri dei paesi più poveri, non sono complessati all'ennesima potenza.
Ad esempio: pure di recente mi è capitato di assistere ad una merdata, messa in atto da una cessa africana (che si trovava in compagna di un bancomat italiano e succube), che aveva avuto la brillantissima idea di aggiungere del parmigiano negli strangozzi al tartufo,
https://www.fortunatiantonio.it/strangozzi-al-tartufo-nero/
lamentandosi poi del fatto che non sentiva il sapore del tartufo...
Ovviamente, aggiungo, perché il parmigiano - specie se ce ne metti... un quintale! - copre il sapore del tartufo.
E a causa di ciò, nel momento in cui è uscita dal locale ha detto:"Mai più". *
Del resto è risaputo che i paesi africani sono "rinomati" per la loro straordinaria cucina... :rofl1: per cui è normale che questa gente sia esigente... :muro:
@@
* Naturalmente la negra non ha speso un centesimo.
Ha pagato tutto il bancomat italiano.
Che coglionazzo. :doh:
* Naturalmente la negra non ha speso un centesimo.
Ha pagato tutto il bancomat italiano.
Tra l'altro c'è un particolare da evidenziare: gli stranieri provenienti dai paesi più poveri, compresi quelli che oggi sono meno poveri di 10-20 anni fa (Romania, Albania, Moldavia, etc), sono anche quelli che rompono più facilmente le palle quando vanno a mangiare in un ristorante italiano; e in particolar modo a rompere le palle sono le femmine.Come fanno a trovare attraenti le negre, con quel fisico spigoloso
E' molto più difficile che lo faccia un inglese, un tedesco o un australiano (tanto per fare un esempio), che anzi, apprezzano molto la cucina italiana e al contrario dei succitati stranieri dei paesi più poveri, non sono complessati all'ennesima potenza.
Ad esempio: pure di recente mi è capitato di assistere ad una merdata, messa in atto da una cessa africana (che si trovava in compagna di un bancomat italiano e succube), che aveva avuto la brillantissima idea di aggiungere del parmigiano negli strangozzi al tartufo,
https://www.fortunatiantonio.it/strangozzi-al-tartufo-nero/
lamentandosi poi del fatto che non sentiva il sapore del tartufo...
Ovviamente, aggiungo, perché il parmigiano - specie se ce ne metti... un quintale! - copre il sapore del tartufo.
E a causa di ciò, nel momento in cui è uscita dal locale ha detto:"Mai più". *
Del resto è risaputo che i paesi africani sono "rinomati" per la loro straordinaria cucina... :rofl1: per cui è normale che questa gente sia esigente... :muro:
@@
* Naturalmente la negra non ha speso un centesimo.
Ha pagato tutto il bancomat italiano.
Come fanno a trovare attraenti le negre, con quel fisico spigolosoInfatti, sembrano quasi oranghi, e poi quell'odore che hanno, mamma mia... :sick:
Infatti, sembrano quasi oranghi, e poi quell'odore che hanno, mamma mia... :sick::sick2:
Infatti, sembrano quasi oranghi, e poi quell'odore che hanno, mamma mia... :sick:
...
A (ri)conferma che l'indole delle femmine è la medesima ovunque e dappertutto.
Ovviamente.E' un coro unanime su siti italiani e stranieri. Ma è vero solo per l'approccio, il "bello" comincia dopo. Molti uomini pensano che una volta messa una firma su un atto di matrimonio, tutto sia sistemato e non debbano pensarci più: sesso a volontà, vita di coppia senza incertezze e bisogno di apparire al meglio ecc. E invece... :mad:
Del resto è quello che evidenziavo io anni fa, quando anche in questo forum c'era qualcuno (ormai eclissatosi) convinto che le femmine dell'Europa dell'est fossero più dolci, (?) servizievoli, (?) meno esose (??), più disinibite (?), etc etc...
Certo, come no.
...
Trump alle deputate dem straniere: "Tornate nel vostro Paese"
Bufera negli Stati Uniti dopo che Donald Trump, in un tweet, ha invitato le deputate democratiche di origine straniera a "tornarsene nei loro Paesi i cui governi sono una totale catastrofe"
Roberto Bordi - Lun, 15/07/2019 - 12:19
"Tornatevene a casa vostra". Questo, in sintesi, l'invito che il presidente Usa, Donald Trump, ha rivolto su Twitter a un gruppo di deputate del partito democratico.
Beccandosi in cambio delle accuse di razzismo. "È così interessante vedere deputate democratiche 'progressiste', che sono originariamente venute da Paesi in cui i governi sono una completa e totale catastrofe, i peggiori, più corrotti e inetti al mondo (quando non hanno proprio un governo), dir ora ad alta voce al popolo degli Stati Uniti, la nazione più grande e potente sulla Terra, come il nostro governo deve essere gestito", ha scritto Trump prima dell'affondo vero e proprio, con l'auspicio che "tornino indietro" per "aiutare a sistemare i posti totalmente guasti e infestati dal crimine da cui provengono".
Anche Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti, è stato oggetto delle "attenzioni" del presidente Usa, che ha ironizzato come l'esponente democratica "sarebbe molto contenta di organizzarvi velocemente e gratuitamente il viaggio".
Trump: "Ogni volta ci chiamano razzisti"
Un vespaio di polemiche che Trump ha respinto con un altro tweet, definendo "una tristezza" vedere i democratici difendere persone che parlano così male del nostro Paese e che, inoltre, odiano Israele con una vera e sfrenata passione". Ogni volta che dialogano - ha continuato The Donald - chiamano i loro avversari razzisti. Il loro linguaggio disgustoso e le molte cose terribili che dicono sugli Stati Uniti non devono passare incontrastate. Se il Partito democratico vuole continuare a tollerare un comportamento così vergognoso, non vediamo ancora di più l'ora di andare alle urne per il voto del 2020", ha concluso Trump.
Avercelo in Italia uno così.Stavolta se tu ad essere esterofilo :D mezza Europa ci invidia Salvini.
Stavolta se tu ad essere esterofilo :D mezza Europa ci invidia Salvini.
LIBERO TV COPERTINA/VIDEO COPERTINA/ITALIA
CHOC
Lecco, africano immigrato irregolare "impazzisce" nella stazione: pugni a due donne, il video dell'orrore
11 Settembre 2019
Panico a Lecco. Un 24enne originario del Togo ha aggredito brutalmente, nella mattinata del 9 settembre, due ragazze all'interno della stazione del capoluogo lombardo.
Il modus operandi dell'aggressore ha ricordato molto quello che rese celebre Kabobo (più per la follia che per gli esiti): il giovane ha prima spintonato una studentessa di 18 anni che stava salendo le scale; poi ha colpito violentemente con un gancio sul volto una donna di 56 anni che stava percorrendo il sottopasso per andare a prendere il treno.
Entrambe le aggressioni sono state riprese dalle telecamere di sorveglianza, le quali hanno permesso il pronto intervento della Polfer, che è riuscita a identificare e a fermare il togolese nelle vicinanze della stazione, arrestandolo per lesioni aggravate.
L'uomo è privo del permesso di soggiorno ed è già noto alle forze dell'ordine. Il nostro non ha saputo spiegare il perché dei suoi gesti violenti e per questo verrà sottoposto a perizia psichiatrica, nel frattempo il tribunale di Lecco ha convalidato lo stato di fermo e il giudice ha concesso i domiciliari al 24enne.
Per quanto riguarda le vittime: la studentessa ha riportato 10 giorni di prognosi; la 56enne, invece, avendo battuto la testa contro la parete al momento del colpo, ha riportato un trauma cranico commotivo e una prognosi di 30 giorni.
Nigeriano non vuole aspettare il turno: semina il panico al pronto soccorso
Stufo di aspettare, lo straniero ha chiesto di essere visitato subito o di venire accompagnato a casa in ambulanza. Ricevuta la risposta negativa dei sanitari, ha dato in escandescenze, minacciando ed aggredendo gli operatori
Federico Garau - Dom, 29/12/2019 - 13:57
Momenti di forte tensione al pronto soccorso dell'ospedale Santa Maria Goretti di Latina, dove un cittadino straniero in evidente stato di alterazione ha seminato il panico, aggredendo il personale sanitario e mettendo a soqquadro le sale del nosocomio.
Si tratta purtroppo dell'ennesimo caso di violenza nei confronti dei medici e degli infermieri della sopra citata struttura ospedaliera.
L'episodio, secondo quanto riferito dai quotidiani locali che hanno riportato la notizia, si è verificato nella notte fra il 23 ed il 24 dicembre scorsi. Arrivato in ospedale in ambulanza, l'extracomunitario, risultato poi essere un nigeriano, non versava in gravi condizioni, motivo per il quale era stato trasferito dalla barella del 118 ad una in dotazione del pronto soccorso e poi sistemato in una delle sale del triage adibite ad accogliere i pazienti in attesa di essere visitati dai medici di turno.
Una situazione, questa, assolutamente normale, ma in breve i sanitari del Goretti hanno dovuto loro malgrado affrontare la furia dell'africano. Stanco di aspettare, il soggetto ha infatti cominciato a protestare, chiedendo con insistenza di essere visitato subito.
Quando gli è stato risposto che per ricevere la consulenza di un medico era necessario rispettare l'ordine attribuito dagli infermieri del triage, il nigeriano ha dato letteralmente in escandescenze, chiedendo ancora una volta di essere visitato prima degli altri oppure di essere accompagnato a casa dagli stessi operatori del 118 che lo avevano portato in ospedale. Una pretesa a dir poco ingiustificata.
Cercando di tranquillizzare lo straniero, i sanitari hanno cercato di spiegargli che l'ambulanza è un mezzo utilizzato per le emergenze mediche, non certo una vettura da impiegare a suo piacimento. Se voleva tornare a casa, doveva farlo in un altro modo.
Tale risposta ha allora scatenato la furia del nigeriano, che ha iniziato a rivolgere esplicite minacce a medici e infermieri ed a mettere sottosopra i locali del pronto soccorso.
In breve si è scatenato il panico fra i pazienti in attesa, terrorizzati dal soggetto che, ormai fuori controllo, è riuscito anche a ferire alcuni sanitari.
Sul posto si sono quindi precipitati gli agenti della polizia di Stato, accorsi dopo le segnalazioni arrivate in centrale, che hanno provveduto ad immobilizzare il facinoroso.
Caricato sull'auto di servizio, l'esagitato africano è stato tradotto negli uffici della questura di Latina, dove si sono svolte le usuali pratiche di identificazione e di incriminazione.
Per lui, stando a quanto riferito dalla stampa locale, una semplice denuncia a piede libero.
In Nigeria, così come nello specifico in Edo State, ci sono tre livelli di cure sanitarie: sistema primario (PHC:
primaryhealth care), sistema secondario (SHC: secondaryheath care) e sistema terziario (THC: tertiaryhealth
care). Il PHC ha come scopo quello di fornire assistenza sanitaria a tutti i cittadini attraverso centri quanto
più vicino possibile alla comunità; il sistema secondario, che si occupa soprattutto dei pazienti segnalati dal
sistema primario, provvede ad un livello più alto di cure avvalendosi di strutture ospedaliere; infine il
sistema terziario comprende strutture specializzate per la cura di malattie specifiche, le Università e le
scuole di insegnamento per la professione di medico, infermiere, ecc… 1
Nonostante gli sforzi per essere quanto più possibile al servizio di tutti i cittadini, le condizioni di salute in
Nigeria sono del tutto deplorevoli, i tassi di mortalità altissimi e l’aspettativa di vita molto bassa. Le cause di
queste condizioni sono da ricercare in varie caratteristiche proprie del contesto quali scarsità di acqua
potabile, mal nutrizione, povertà, case poco abitabili, mancanza di igiene, inquinamento, ecc... e in altre
proprie del sistema sanitario e dei molteplici problemi che riguardano ospedali e centri vari, come: 2
- Condizioni delle strutture ospedaliere, spesso in rovina, con tetti e soffitti decadenti, pareti crepate,
infestazione di insetti, materassi distrutti e biancheria per il letto assente;
- Attrezzature distrutte o mancanti, assenza di condizionatori e autoclavi sterilizzanti, inutilizzabilità di
macchinari specifici, obitori, ambulatori, ecc..;
- Insufficienza di acqua necessaria;
- Elettricità intermittente e generatori vecchi e spesso rotti;
- Strade di accesso agli ospedali impraticabili;
- Mancanza di mezzi di comunicazione che mettano in connessione i vari ospedali tra loro e con la
gente del posto;
- Inadeguatezza e mancanza dei mezzi di trasporto necessari, con ambulanze vecchissime e usate per
necessità varie, per emergenze e anche come carri funebri;
- Assenza di denaro con conseguente impossibilità di pagare bollette, macchinari e beni vari e
necessari;
- Scarsezza del personale ospedaliero, con mancanza di specialisti in tutte le strutture;
- Inadeguato utilizzo dei servizi ospedalieri, a causa di povertà dei servizi, attitudini dello staff e
difficoltà di accesso alle strutture;
- Precarietà delle recinzioni, spesso distrutte, che mettono in pericolo macchinari, pazienti e
personale.
Per questi e altri problemi, la percentuale di nigeriani che riescono ad avere accesso alle cure equivale a
meno del 20% dei possibili pazienti (Guptaelal., 2004) e la precaria accessibilità ai servizi sanitari risulta
ancora più evidente se si comparano le aree cittadine con quelle rurali. Infatti, sebbene i centri di PHC siano
distribuiti in entrambe le aree, la popolazione rurale è fortemente disservita se paragonata a quella urbana
e circa i 2/3 della popolazione vive nelle aree rurali.
Quelle volte che mi è capitato di andare al PS ho visto un sacco di extra, perché da bravi parassiti chiamano il 112 per un mal di pancia o un'unghia incarnita.
Però se siamo a questo punto non è tanto colpa di questi selvaggi, ma di chi permette loro certi comportamenti risultando quindi complice, cioè il vario sinistrume buonista politicamente corretto radical chic dei comunisti al caviale di 'sto cazzo. :mad:
Immigrato assalta auto per strada, ma nessuno lo investe – VIDEO
24-01-2020
http://citynews-ternitoday.video.stgy.ovh/~media/mp4-hd/16786225732276/whatsapp-video-2020-01-24-at-22-35-46-online-video-cutter-com-3.mp4
RadioSavana #resilienza20 🇮🇹
@RadioSavana
Oggi a Campomicciolo, #Terni: #risorsaINPS clandestino perfettamente integrato minaccia automobilisti e prende a calci le autovetture. Qualcuno citofoni alla Signora percezioni e sanatorie. Domenica sera alle 23 la musica cambierà. @BasedPoland @DVATW #RadioSavana #risorseINPS
Ottimo sito. Con questa storia del razzismo hanno rimbecillito gli italiani al punto, che tollerano criminali sotto casa.
https://youtu.be/kTSityy_yI0?t=735
https://youtu.be/kTSityy_yI0?t=818